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Autore: BeautyLovegood    09/09/2019    4 recensioni
Aziraphale vive una lunga e tutt'altro che piacevole relazione con Gabriele e questo fa soffrire tanto il povero Crowley
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Nota dell’autrice: in questa fanfiction non tengo conto della questione Apocalisse. È concentrata totalmente sul triangolo Aziraphale/Crowley/Gabriele (vi avverto che non provo alcun piacere nel scrivere anche di questo angelo ipocrita, ma ci sono personaggi più odiosi al Mondo!).
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Dio, Gabriele
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Aziraphale stava aiutando un cliente a scegliere il libro più adatto da regalare alla moglie per il suo compleanno, quando la porta della libreria si spalancò ed entrò Gabriele, nel suo completo grigio chiaro e il suo sorriso stampato in faccia.

Aziraphale arrossì imbarazzato, ma si sforzò di apparire contento di vedere il suo capo.

- Buongiorno. Stavo cercando un libro riguardo le... balene blu.

Era la sua parola in codice per far capire ad Aziraphale che voleva stare da solo con lui.

- Sì, certo. Prego, mi segua.

I due camminarono fino alla stanzetta privata e si chiusero senza farsi sentire dal cliente. Gabriele spinse Aziraphale contro il muro e gli diede un lungo bacio stampo.

- Buongiorno, Dolce Cherubino.- lo salutò.

- Ciao… an… angioletto.

Aziraphale si vergognava tanto a chiamare Gabriele in quel modo, ma era l’unico modo per renderlo felice.

- Quanti dolcetti hai mangiato questa settimana?- gli chiese lui dandogli dei colpetti sul panciotto un po’ gonfio.

- Solo uno.

Gabriele gli sfiorò la punta del naso come per dire che sapeva che stava mentendo.

- Al giorno.- ammise Aziraphale imbarazzato.

- Ahi, ahi, tesorino! Non vorrai fare una brutta impressione sull’Altissimo, vero?- disse Gabriele massaggiandogli le guance come se fossero quelle di un neonato.

- Ma sono più di duecento anni che aspetto di parlare con lui e ogni volta mi dici che è occupato!- si lamentò Aziraphale.

- Ogni cosa a suo tempo, Aziraphale, ti ho già detto anche questo. E comunque, più lunga sarà l’attesa, più potremo divertirci tu ed io. Fatti trovare a Hyde Park alle 16, faremo un po’ di corsa e se farai il bravo… stasera sarò molto buono.

Gabriele gli diede un buffetto sulla guancia, poi un altro bacio stampo e se ne andò dopo aver preso un libro a caso da uno scaffale.

- Grazie mille per il libro sulle balene blu!

E uscì dalla libreria.

Aziraphale sospirò frustrato.

Perché non si decideva a lasciar perdere il colloquio che desiderava avere con Dio dai tempi dell’esilio di Adamo ed Eva dall’Eden e si limitava ad essere un angelo qualsiasi? Quanto poteva ancora resistere ad essere l’Angelo Speciale, il Dolce Cherubino di Gabriele?

Il telefono squillò, spaventando Aziraphale.

- Pronto?

- Come butta, angelo?

La voce provocante del demone Crowley donò un sorriso al paffuto angelo.

- Ciao, Crowley. Tutto bene, grazie.

- Ti andrebbe un picnic al parco? Ne avevamo parlato una volta…

Aziraphale avrebbe voluto accettare l’invito, ma il pensiero di Gabriele che avrebbe potuto beccarlo a pranzare insieme ad un demone gli fece perdere tutta la gioia che provava nel parlare con il suo amico segreto.

- Ti ringrazio dell’invito, ma ho molto da fare oggi. Questioni angeliche, la libreria… sarà per un’altra volta.

- Oh… va bene. Allora, buon lavoro.

La voce di Crowley era delusa. Aziraphale cercò di non farsi caso e rimise la cornetta al suo posto con durezza.

Avesse potuto vedere la grande tristezza negli occhi gialli di Crowley.

- Stupido! Stupido angelo!- si lamentava lui sdraiato sulla sua poltrona preferita e con i piedi sopra il tavolo. Poi schioccò le dita, facendo apparire una bottiglia di vino rosso nella sua mano che svuotò tutta d’un fiato.

- Che cosa cazzo ci trova in quell’arcangelo col mentone?!- esclamò dopo aver liberato un rutto.

Crowley sapeva della relazione di Aziraphale e Gabriele sin dall’inizio.

Era andato a cercare Aziraphale in tutto il Mondo per provare insieme a lui un nuovo tipo di scotch, fino a quando lo trovò tra le braccia di Gabriele in India, dove l’angelo si era fermato per provare il cous cous.

Avrebbe voluto urlare dal disgusto e dalla rabbia, soprattutto quando aveva sentito l’arcangelo dire queste precise parole:

- Avrai quello che vuoi, se in cambio tu farai qualche cosina con me. Ti confesso che mi stai incuriosendo con tutte queste abitudini… umane. Sono interessato sopratutto a…

E invece di concludere la sua frase, Gabriele aveva fatto scivolare la sua mano verso il membro di Aziraphale, ma Crowley non aveva avuto la forza di guardare perché si era già materializzato nelle Isole Figi per stare il più lontano possibile da quella scena che lo aveva colpito peggio di una cascata di acqua santa.

Da quel momento, si era rifiutato di vedere Aziraphale, tranne quando sentiva che era in pericolo, in particolare in una notte del 1941, quando il maldestro angelo stava rischiando di essere “ucciso” da tre nazisti a causa di alcuni libri che rischiavano di finire nelle mani di Hitler. Con molta fatica, Crowley aveva messo da parte il suo orgoglio ed era addirittura entrato nella chiesa dove si stava per consumare la tragedia, rischiando di finire arrosto. Ma dopo avergli dato un passaggio alla sua amata libreria, nonostante lo avesse guardato con uno sguardo dolce per tutto il tempo, se n’era andato, promettendosi di non rivederlo più, ma poi erano arrivati gli anni 70.

Aziraphale aveva deciso di fargli il favore che gli aveva negato nell’Ottocento, ovvero consegnargli dell’acqua santa per le emergenze.

Quanto avrebbe voluto ringraziarlo passando del tempo insieme a lui, ma Aziraphale si era rifiutato perché il demone era “uno che correva troppo per lui”. Fosse stato per Crowley, avrebbe baciato Aziraphale e gli avrebbe chiesto: Che cosa provi quando ti scopi Gabriele, eh? Lui ti fa sentire così?

E la cosa che gli dava più fastidio era l’odore che sentiva addosso all’angelo tutte le volte che si vedevano. Lui solitamente profumava di vaniglia, ma da quando aveva iniziato ad andare a letto con l’arcangelo, Crowley sentiva sempre su di lui un odore che non era né buono né cattivo e per questo si arrabbiava ancora di più.

- Stupido! Stupido! Stupido!- continuò a ripetere colpendo il tavolo con la bottiglia vuota e le lacrime agli occhi.

 

 

 

 

 

 

Posso capire benissimo Crowley, dato il grande astio che provo per Gabriele!

E siamo solo all’inizio!

  
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