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Autore: LadyPalma    11/09/2019    4 recensioni
[Storia partecipante al Playlist Contest indetto da Soul_Shine sul forum di EFP]
A Berlino si svolge l'anteprima di Domino e Gwen e Liam decidono di fare una sorpresa ai loro colleghi. Nessuno si era aspettato che da una birra tra amici si arrivasse a percorrere le strade dell'amore.
Fortemente ispirata dalla canzone "Streets of love" dei Rolling Stones, da cui anche il titolo.
Ships: Nicolaj/Gwen; Carice/Liam
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nikolaj Coster-Waldau
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NDA: Salve a tutti, questa è la mia primissima (e credo anche l'ultima!) fanfiction sul cast di Game of Thrones. Il senso di mettere queste note all'inizio è per dare una spiegazione introduttiva al giudice del contest per cui è stata scritta questa storia che non conosce bene i personaggi, ma anche per i lettori che pur seguendo GOT non conoscono alcuni elementi secondari cui farò riferimento.
I protagonisti sono due coppie puramente fittizie: Nicolaj Coster-Waldau e Gwendoline Christie (che nella serie tv interpretano Jaime e Brienne, due personaggi legati sentimentalmente) e Liam Cunningham e Carice Van Houten (che interpretano Davos e Melisandre, i quali hanno larga parte della storyline in comune). Gli attori sono tutti impegnati: Nicolaj è sposato, Liam è sposato, Gwendoline ha un compagno, Carice ha un compagno. Carice e Liam si conoscevano ben prima di Game of Thrones, avendo intepretato il ruolo di due amanti nel film Black Butterflies. Carice e Nicolaj hanno fatto un film insieme quest'estate dal titolo Domino, dove lavora anche Guy Pearce (il compagno di vita di Carice). A quanto ne so non c'è stata nessuna anteprima a Berlino nè tantomeno una rimpatriata dei quattro, per cui si tratta di una mia pura invenzione. Ultimo dettaglio: ci sarà la battuta "Nicolaj paga sempre i suoi debiti" che fa doppio riferimento al suo personaggio in Game of Thrones ma anche alla frase che è stata utilizzata come tagline del film Domino.
Dopo questo rapido recap, vi lascio alla lettura, sperando che vi piaccia!





 

Crossing the Rubicon

 

Ore 22.34. Una foto sull’Instagram di Nicolaj.

Il sex symbol danese era immortalato insieme ai suoi tre colleghi del Trono di Spade all’uscita del cinema dov’era stata proiettata l’anteprima di Domino, nel quale recitava con Carice. Grazie della sorpresa! diceva la didascalia, e nel giro di pochi minuti erano piovuti migliaia di like dei fans al pensiero di quell’amicizia che continuava anche ora che la serie era finita. Chissà quanti sarebbero stati i like se la foto avesse catturato anche gli istanti immediatamente prima: il sorriso a trentadue denti di Nicolaj nel vedere Gwen o l’abbraccio stranamente impacciato, e decisamente troppo lungo, con cui Carice aveva salutato Liam.

Ore 23.52. Un video nelle storie di Carice.

Il sottofondo dell’intramontabile canzone Streets of love dei Rolling Stones e un primo piano di lei e Liam che battibeccavano sulle parole del testo. “Questa ragazza qui continua a dire che la canzone dice the lambs are lit. Gli agnelli mica le lampade! Ditele che è matta!” strillava Liam autenticamente sconvolto, mentre lei se ne infischiava continuando a cantargli sopra. Poi si guardavano e scoppiavano a ridere nello stesso istante. Il video si concludeva con un’intenzionale stacco su Gwen e Nicolaj che su quelle stesse note stavano improvvisando un ballo. I trenta secondi massimi della storia si interruppero fortunatamente prima che il ballo diventasse troppo intimo e che la bonaria presa in giro si trasformasse in un imprevisto tentativo di flirtare rimandato da troppi anni.

Ore 00.21. Un twitter di Liam.

Una birra tutti insieme. Offre Nicolaj perché lui paga sempre i suoi debiti. Lena aveva commentato chiedendo dove fossero di bello e lamentandosi scherzosamente di non essere stata invitata; Liam aveva risposto che si trovavano in un pub a Berlino e aveva aggiunto la emoticon del boccale di birra. Peccato che non avesse specificato come quel pub fosse casualmente situato proprio all’interno dell’hotel dove lui e Gwen avevano prenotato due stanze per quella notte. Un dettaglio inutile sul momento, certo, eppure destinato a diventare il principio di un grande segreto solo un’ora più tardi quando, complici altre birre, si sarebbe ritrovato a prendere l’ascensore verso i piani superiori. E non da solo.

Ore 00.47. Un video nelle storie di Gwen.

La camera si muoveva e seguiva l’immagine di Nicolaj che prendeva un sorso di birra dal boccale quasi vuoto. “E’ la tua terza birra, bello! Mi sa che è ora che torni a casa…” lo canzonava la voce fuori campo della donna. Nicolaj allora guardava dritto verso il telefonino e accennava un sorriso divertito. “Devo prima recuperare Carice! Dove si sarà cacciata?” chiedeva in tono fintamente preoccupato e Gwen rispondeva con una risatina. Ma ben poco avrebbero riso dieci minuti dopo nel proseguire la ricerca dei colleghi al piano superiore e nell’individuarli da lontano infilarsi nella stanza di Liam mano nella mano. Restarono senza parole per alcuni secondi, confusi e indignati, eppure quando finalmente si guardarono negli occhi invece di commentare la scena si ritrovarono assurdamente a replicarla.

 
**

Erano da poco passate le quattro del mattino ma Nicolaj era ancora sveglio, nervosamente seduto su uno dei divanetti della hall ormai deserta. Aveva lasciato la stanza di Gwen solo un quarto d’ora prima, eppure quell’avventura sembrava essere già remota nel tempo. Come aveva potuto perdere il controllo così facilmente? Sarebbe stato rassicurante poter dare la colpa ad un eccesso di alcol, ma sapeva benissimo che quando era entrato nella stanza della sua collega e l’aveva trascinata sul letto matrimoniale era stato fin troppo lucido. Se era ebbro, allora lo era non di birra ma di attrazione. Adesso però che era tornato completamente sobrio, il sentimento principale che provava era il senso di colpa. Spostava quasi ossessivamente lo sguardo dalla fede al suo anulare al messaggio di buonanotte della moglie sul cellulare, e nel farlo si sentiva morire.
Eppure… ancora sentiva il tocco di Gwen sul suo corpo, vedeva i suoi occhioni azzurri spalancarsi dal piacere e percepiva la sua pelle morbida sotto le sue mani. Non era stata la prima volta in cui avevano saggiato la loro reciproca chimica, anche se dopo il bacio sul set era stato facile convincersi che l’attrazione tra loro fosse solo frutto di quella tra i loro personaggi. Però, adesso a baciarsi non erano stati Jaime e Brienne, ma Nicolaj e Gwen; quella notte non erano stati due guerrieri, ma due attori che per una volta non stavano recitando affatto.
Sospirò pesantemente, puntando i gomiti sulle gambe divaricate e sprofondando il viso tra i palmi in un momento di pura disperazione. Probabilmente sarebbe rimasto in quella posizione a lungo se non fosse stato distratto dal rumore di passi sempre più vicini. Alzò di scatto la testa e, senza troppo stupore, si ritrovò di fronte Carice, o per lo meno l’ombra di quella che doveva essere lei. I suoi occhi chiari erano arrossati, il trucco sbavato, il vestito blu notte sgualcito e l’acconciatura dei lunghi capelli neri completamente disfatta. Tuttavia, a dispetto di quell’immagine così fragile e malinconica che gli si era parata di fronte, Nicolaj si sentì montare dentro un’irritazione del tutto irrazionale diretta proprio contro di lei. Sapeva che anche lei quella notte aveva tradito il suo compagno di vita e il turbamento era visibile in ogni aspetto della sua persona, eppure, invece di cercare in lei comprensione, si ritrovò a lanciarle un’occhiata quasi astiosa.
Se lei non se ne fosse andata, allora lui e Gwen non avrebbero mai lasciato il pub per andare a cercarla.
E se poi non l’avessero trovata insieme a Liam, non avrebbero mai visto quel precedente da cui si sarebbero sentiti quasi autorizzata alla perdizione.
Forse era un arrampicarsi sugli specchi, d’accordo, ma era sempre meglio che guardarci dentro in quel maledetto specchio e affrontare faccia a faccia l’unico vero responsabile della propria situazione.
“So quello che hai fatto” esordì con voce atona.
Carice spalancò leggermente gli occhi, colta alla sprovvista, poi, però strinse le labbra e gli restituì lo sguardo duro.
“Davvero? E ti credi di essere nella posizione di rimproverarmi, eh Nick?” ribatté lei, ponendosi sulla difensiva.
Lui la studiò per qualche istante e finalmente si decise a considerarla come la faccia amica che era, l’unica altra persona che in quella notte potesse capire cosa significava aver percorso le strade dell’amore.
“Lo so, perché è quello che ho fatto anche io. Stanotte abbiamo attraversato il Rubicone” sentenziò con un tono ora quasi conciliante, curvando le labbra in un mezzo sorriso amaro.
La mente gli era tornata chissà come alla canzone che in un certo senso aveva dato il via a quella catena di tradimenti e che per qualche motivo gli era rimasta incastrata nella mente. Se per forza bisognava trovare un colpevole, allora non era l’alcol, non era Gwen e non era Carice. La colpa magari era di Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts e Ronnie Wood.
“Dannati Rolling Stones!” esclamò Carice tra i denti, insieme a un’imprecazione in olandese difficilmente comprensibile.  Stancamente, si lasciò cadere esattamente di fronte a Nicolaj e fu in quel momento che le lacrime presero a formarsi di nuovo nei suoi occhi. “Ero innamorata di lui, lo sai?” confessò in un sussurro che aveva tuttavia la stessa potenza di un grido. “Prima di incontrare Guy, prima del Trono di Spade, prima di… Quel suo modo di prendermi in giro e di ascoltarmi e di abbracciarmi e… Lui era sposato e sapevo che non sarebbe mai successo niente, ovviamente, solo che poi ieri sera… Cazzo, Nick, ieri sera”.
Aveva parlato di getto e non in modo troppo lineare, ma Nicolaj aveva capito bene, anzi aveva capito fin troppo. La lasciò parlare pazientemente, poi le prese una mano tra le sue – se per offrire o cercare conforto sarebbe stato difficile da dire – mentre con l’altra cercava qualcosa nella tasca interna della sua giacca. Alla fine la tirò fuori mostrando un accendino e due sigarette.
“Ho smesso di fumare da anni” disse lei, di fronte a quella chiara offerta.
“Lo so, Carice. Pure io” ribatté lui alzando leggermente le spalle.
Si passarono l’accendino e fumarono in silenzio, fino in fondo, alla faccia del cartello “vietato fumare” esposto in bella vista su una delle pareti. Ognuno era immerso nei propri pensieri, diversi eppure terribilmente simili. Perché erano pensieri che parlavano di amore, attrazione, tradimento. Avevano attraversato il Rubicone, il dado era tratto, e non c’era modo di ricucire i troppi rapporti logorati in quell’unica serata.

 
**

Ore 5.13. Nessuno scatto su Instagram mentre uscivano dall’hotel sotto una pioggia scrosciante e raggiungevano il taxi che avevano chiamato per tornare al loro di hotel dove alloggiavano Guy e tutto il resto del cast di Domino.
Dopo quella notte era troppo tardi per tornare indietro, eppure dovevano.
Salirono sul taxi e senza dire una parola ripercorsero all’indietro le strade dell’amore.
Ed erano bagnate di pioggia, o forse di lacrime.
 
 
 
 
   
 
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