Crossover
Segui la storia  |       
Autore: fenris    12/09/2019    9 recensioni
[Moon Infinity][Kamen Rider] Dalla penna di Xephil e Fenris, tutta per voi la nuova grande cronaca di un incredibile viaggio e della battaglia che ne seguì: Il Male universale ha generato un nuovo figlio, un essere formidabile e spietato tramite il quale minaccia di far sprofondare il mondo nelle tenebre. Due gruppi di guerrieri (uno famosissimo, l'altro un pò meno) si uniscono per fronteggiare questa nuova terribile minaccia. Le due squadre, divise, dovranno però imparare prima a fidarsi l'una dell'altra e combattere insieme per poter vincere. Ma il loro avversario è il vero pericolo? Oppure l'oscurità nasconde molti più segreti di quanti se ne possa immaginare? Venite a scoprirlo, KAMEN RIDER ABOMINATION!
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Film, Libri, Telefilm
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 6: Warrior Iupiter e il cannibale, Omega

 

Come la maggior parte delle sue compagne, anche Itsuki aveva passato una notte orribile e il risveglio non fu migliore. Mettendosi a sedere, scoprì di trovarsi in un appartamento dall’aspetto vecchio e fatiscente, interamente in legno ricoperto di muffa in più punti. Tutto intorno si sentiva un odore stantio e piuttosto sgradevole. Mettendosi a sedere, scoprì di essere stata distesa su un divano consunto e strappato in più punti, con una coperta logora a coprirla. Si sentiva la testa scoppiare come dopo una sbronza micidiale e dolori fantasma le attraversavano tutto il corpo, memento della tremenda sconfitta subita per mano di quel nuovo sgherro di Astaroth, Diablo.

 

“Oh, ben svegliata”, le disse una voce maschile. Voltandosi, vide un ragazzo sui vent'anni entrare nel piccolo salotto da una stanza adiacente, probabilmente la cucina visto che reggeva in mano un piatto con sopra delle uova fritte. Aveva i capelli castani e un bel viso con un’espressione gentile, ma che sembrava anche nascondere un’enorme malinconia; vestiva con un cappotto verde sopra una camicia bianca e dei jeans, tutti piuttosto malconci e strappati in più punti. “Ti senti meglio ora?”, domandò offrendole le uova.

 

“Insomma”, rispose la figlia di Giove prendendo il piatto e mangiando con più voracità del previsto. La lotta l’aveva resa davvero affamata. “Con chi ho l'onore?”, chiese poi tra un boccone e l’altro.

 

“Mizusawa Haruka”, disse il ragazzo. “Tu invece?”

 

“Fukuda Itsuki. Piacere”, replicò lei mantenendo però un atteggiamento cauto. Seppur riconoscente all’ora nominato Haruka per l’aiuto fornitole, la ragazza non si sentiva affatto a suo agio in presenza di uno sconosciuto. Dopotutto, quante volte il gentile sconosciuto di turno si rivelava un assassino o uno psicopatico? Troppe. “E qui siamo…?”

 

“A casa mia… O meglio, nel mio attuale rifugio. Sono desolato per l’aspetto e le condizioni orribili, ma purtroppo al momento non ho modo di sistemarlo”, spiegò il giovane a metà tra l’imbarazzato e il malinconico. Quindi non era davvero la sua casa, ma solo un posto in cui si nascondeva. Malgrado il suo aspetto innocuo, quella consapevolezza fece sentire Itsuki ancor meno sicura nei suoi confronti.

 

“Grazie di tutto, ma devo proprio andare”, disse la ragazza finendo le uova e poggiando il piatto sul divano per poi alzarsi.

 

“Aspetta, prima voglio farti delle domande. Come sei apparsa in un lampo blu?”, chiese Haruka provando a fermarla, ma Itsuki se lo scrollò di dosso.

 

“Haruka, grazie davvero per avermi raccolto e aiutato, ma odio farmi toccare dai ragazzi senza consenso. Appena torno a casa ti mando un regalino”, disse sincera pensando di fargli mandare un po' di soldi appena contattato l'ammiraglio. Dopotutto le condizioni in cui viveva non le avrebbe augurate nemmeno ai suoi peggiori nemici, eccetto Astaroth probabilmente.

Quando si girò verso la porta, però, qualcosa di molto strano attaccato alla suddetta entrò nel suo campo visivo... un calendario con scritto 2018. Cosa?


“Oh, ti sei calmata?”, chiese il ragazzo.

 

“Ha-Haruka, perché su quel calendario è scritto 2018? Mancano ancora quattro anni.”

 

“Di che parli? Siamo a settembre 2018. Non è che hai le allucinazioni? Forse non ti senti ancora bene?”

 

“No, no”, rispose la ragazza dirigendosi verso quella che identificò come la porta d’entrata. Doveva andare subito a cercare le sue compagne per capire cosa fosse successo dopo lo scontro con Diablo. Almeno lei, a differenza di Martina, avrebbe potuto contattare subito la flotta… peccato che qualcuno avesse differenti piani per la guerriera di Giove, presentandosi sotto forma di uno schianto dalla finestra.

 

Il responsabile era una grossa creatura umanoide simile a un riccio ma con lunghe zanne che decisamente non potevano appartenere a un erbivoro, occhi folli quanto certi demoni affrontati dalla ragazza e placche ossee dall'aspetto vagamente metallico che ricoprivano muscoli imponenti. Senza dar loro tempo di reagire in alcun modo, il mostro lanciò un aculeo contro Haruka inchiodandolo al muro e si gettò poi su Itsuki, che si ritrovò schiacciata sotto 100 chili di puri muscoli e spine.

 

“Levati di dosso, lurido...!”, gridò la ragazza divincolandosi, ma ottenne solo un ringhio inquietante unito a della bava sputata sulla sua faccia, che puzzava tremendamente di topi morti. “E va bene, l’hai voluto tu! Iuppiter Patrem Spiritum! Mihi Virtutem Tuam!”, gridò trasformandosi e scatenando una scarica di saette contro il suo assalitore, che finì scagliato nel salotto. Itsuki lo seguì e fu sul punto di scagliargli una folgore come colpo di grazia, ma venne preceduta: una mano nera dotata di artigli affilatissimi trapassò l'essere da parte a parte, trasformandolo in una poltiglia nera che spruzzò anche su Itsuki.

 

La mano apparteneva ad una figura in armatura verde dall'aspetto vagamente simile ad un mix tra un rettile e un insetto. La corazza era composta per lo più da varie placche color verde smeraldo ricoperte da linee rosse, mentre il pettorale e addominale erano gialli, con stivali e guanti artigliati neri, ulteriormente arricchiti da degli aculei dall'apparenza letale che spuntavano lateralmente. Intorno alla vita presentava una cintura con un’enorme fibbia simile ad un volto rettiliano stilizzato, con tanto di occhi rossi e due maniglie laterali che sembravano formare una sorta di manubrio. L'elmo presentava delle creste analoghe a quelle di certe lucertole, lenti oculari cremisi identici a quelle della cintura e la parte a protezione della bocca era color platino. Il nuovo arrivato e la guerriera si guardarono dritti negli occhi, con un misto di curiosità e sospetto.

 

“Sembra...che abbiamo entrambi qualcosa da nascondere, eh?”, commentò il nuovo arrivato con la voce di Haruka, sorprendendo la guerriera di Giove.

 

“H-Haruka, sei tu?”, chiese questa, chiedendosi chi l'avesse davvero salvata, e facendo sprizzare scintille dalle dita. “Devo preoccuparmi?”, chiese infine, avvertendo la sua aura.

 

“Di me? Parecchio, ma non c'è tempo per le domande. Quell'Amazon non era solo, l'intera casa è circondata”, disse l'altro indicando la finestra. Pur non abbassando la guardia, Itsuki si affacciò e, accorgendosi solo allora che quella casa si trovava nel mezzo di una foresta, poté in effetti constatare che il perimetro dell’edificio si stava rapidamente riempiendo di decine di ibridi tra uomo e animale, ognuno che rilasciava versi rabbiosi ed era ormai a pochi metri dall'abitazione, muovendosi piano ma con costanza e prudenza.

 

“Perché ci stanno minacciando?”, chiese Itsuki, confusa. “Cercano uno di noi?”

 

“Temo di sì. Cercano me…e te, Itsuki-san.” La ragazza lo guardò sorpresa e Haruka proseguì a spiegare: “Quando ti ho trovata priva di sensi, diversi Amazon ti avevano già circondata e si stavano avvicinando. Ho dovuto ucciderli tutti per portarti via, ma non li avevo mai visti agitarsi tanto per un’unica persona, quindi immaginavo che ti avrebbero cercata ancora. E per quanto riguarda me…diciamo che ho anche troppi precedenti con loro.”

 

“Hai un modo per scappare?”

 

“Una moto, l'ho usata anche per portarti qui. Dovrebbe essere abbastanza veloce per andarsene, ma non ci lasceranno in pace. Quindi...”

 

“Usiamo le maniere forti?”

 

“Ah, saresti andata molto d'accordo con una persona che conoscevo. Andiamo, ma sta’ attenta”, si raccomandò a Itsuki, la quale ricoprì le braccia di elettricità pura in risposta. I due saltarono fuori dalla finestra e, in quel momento, le creature cominciarono subito il loro attacco.

La Warrior le combatté utilizzando uno stile da street fightning potenziato dalla sua elettricità, che sembrava provocare gravi danni agli avversari, e lanciando a volte potenti folgori contro quelli più lontani.

Lo stile di Haruka era invece un misto di normali arti marziali e movimenti quasi animali, che colpivano con un misto di eleganza, tecnica e incredibile ferocia. I suoi artigli e gli aculei su braccia e gambe scavavano nei corpi degli avversari causando fiotti di sangue nero, o mozzando arti senza problemi. Sembrava quasi il cattivo di certi film slasher, ma ciononostante non lasciò mai il fianco di Itsuki, continuando a difenderla da qualsiasi mostro le arrivasse troppo vicino.

Alla fine, nel giro di pochi minuti, lo spiazzo davanti la casa era stato completamente liberato da ogni nemico. Con un certo disgusto di Itsuki, i cadaveri delle creature si sciolsero rapidamente in dense pozzanghere di liquido nero simile a catrame.

 

“Per il momento dovremmo essere tranquilli, ma temo ne arriveranno altri”, disse Haruka annullando la trasformazione; Itsuki non mancò di notare che l’espressione del giovane era visibilmente più disturbata di prima. “Sarà meglio allontanarci da qui e alla svelta.”

 

“Aspetta”, lo fermò la Warrior, annullando a sua volta la propria trasformazione ma mantenendo una chiara espressione sospettosa nei confronti dell’altro. “Che cos’erano quelle creature?”

 

“Si chiamano Amazon. Il disgraziato risultato di passate ricerche e manipolazioni genetiche per ‘aiutare’ l’umanità.” Haruka sottolineò il verbo aiutare con un tono palesemente disgustato. “Credevo fossero ormai tutti morti, ma a quanto pare non è così. Ti spiegherò il resto non appena saremo al sicuro, ora dobbiamo muoverci.” Si avvicinò poi ad una moto parcheggiata poco lontano; aveva un aspetto incredibilmente tecnologico, ma la sua superficie ricordava vagamente la pelle della metamorfosi di Haruka, tranne per il colore, rosso a strisce gialle, e la parte frontale in particolare assomigliava molto al suo volto, presentando perfino un paio di lenti verdi simili a occhi. Montandoci sopra, il ragazzo prese due caschi e ne porse uno a Itsuki: “Fidati di me. Andiamo.”

 

Seppur non del tutto convinta, la ragazza annuì e, indossato il casco, montò dietro di lui, il quale diede subito gas e partì sfrecciando attraverso il bosco. La potenza della moto e la facilità con cui attraversava l’irregolare terreno forestale la sorpresero, tuttavia trattenne i suoi dubbi in attesa di quando si sarebbero fermati.

Una manciata di minuti dopo, i due si arrestarono nei pressi di un’ampia radura con al centro un laghetto dalle acque limpide; una volta scesa, Itsuki si avvicinò e sfiorò con una mano la superficie per poi raccogliere una manciata d’acqua e sorseggiarla. Fresca e limpida, una manna.

 

“Come avrai capito, non sono una che si fida facilmente del prossimo, Haruka. Nemmeno se sembra un tipo gentile e altruista come te”, iniziò la ragazza in tono pacato, prima di guardarlo. “Ma mi hai aiutata sia prima che adesso, quindi voglio provare a fidarmi… Però devi dirmi la verità su cosa sta succedendo.”

 

“Comprendo”, rispose Haruka senza scomporsi. “Tuttavia, vorrei che allora anche tu rispondessi alle mie domande, Itsuki-san. Dopotutto è chiaro che entrambi vogliamo saperne di più l’una sull’altro.”

 

“E sia, è giusto così”, approvò Itsuki. “Allora dimmi prima di tutto: che anno è questo? E dove siamo?”

 

“Il 2018 e qui siamo in un bosco a circa 20km da Nozama City, in Giappone.”

 

Quelle parole sconvolsero ulteriormente Itsuki: non solo era in un’altra città, tra parentesi mai sentita prima, del Paese, ma era pure in un anno completamente diverso. Che fosse dunque finita nel futuro? O in un’altra dimensione?

In quel momento, si ricordò improvvisamente del momento in cui, dopo la sconfitta ad opera di Tsukasa, Diablo aveva tentato di fuggire tramite un portale dimensionale e Shizu l’aveva attaccato con la piena potenza del Moon Infinity per fermarlo, ma l’arma aveva apparentemente finito per distorcere il portale e creare così una specie di buco nero che aveva risucchiato lei e compagne. Dev’essere così per forza…

 

“E tu invece, Itsuki-san? Non ti ho mai vista prima, ma mi è più che chiaro che non sei di queste parti e, considerando come sei arrivata, comincio a pensare che tu non sia nemmeno di questo mondo… Da dove vieni e chi sei?”, le domandò intanto Haruka in tono inquisitorio ma non scortese.

 

Prendendo un profondo respiro, Itsuki raccontò al ragazzo della sua vera identità come Warrior Iupiter, delle sue compagne, del loro mondo e del loro dovere verso la Luce, per poi concludere con la descrizione dello scontro con Diablo e di che cosa le fosse successo nelle ultime ore, comprese le teorie che aveva elaborato a riguardo. L’espressione di Haruka passò di continuo dallo stupito all’incredulo mentre ascoltava, tuttavia, quando la ragazza ebbe finito, per sorpresa di lei annuì pensieroso.

 

“Ora è tutto chiaro. La tua storia è a dir poco incredibile, ma visto come sei arrivata e i poteri che hai dimostrato, non posso che crederti. Inoltre, penso che tu abbia visto giusto, Itsuki-san: se i film di fantascienza mi hanno insegnato qualcosa è molto probabile che tu sia finita in un’altra dimensione. Lo spazio-tempo del portale dev’essere stato squarciato nel momento in cui è stato colpito e questo deve aver causato di conseguenza un risucchio verso altre realtà parallele. Può darsi che anche alle tue amiche sia successa la stessa cosa.”

 

“Probabile. Spero solo che stiano bene…”

 

“Hai un qualche modo per contattarle?”

 

“ Speravo di tornare a casa mia, e da lì chiamare la flotta lunare, ma ormai è chiaro che né l'una né l'altra esistono in questo mondo.” Lo sguardo di Itsuki si fece speranzoso. “Haruka, per caso tu sei un Kamen Rider? La tua trasformazione assomiglia molto a quelle di Diablo e Tsukasa, dopotutto.”

 

“Un…Kamen Rider? Intendi come loro? Beh, ecco…in realtà, no…”, rispose l’altro con voce tra l’imbarazzato e il malinconico. Quelle parole e la sua espressione furono sufficienti a far capire alla ragazza che il giovane uomo davanti a lei non era davvero uno di coloro di cui parlava Tsukasa, né la persona che sperava fosse. Una fitta di delusione le trafisse il cuore per un istante.

 

“Ho capito. Non importa, non preoccuparti…”, fece, seppur chiaramente poco convinta. Poi, di colpo, il suo volto si fece perplesso: “Ma allora chi sei tu? Come fai ad avere quei poteri? E…cos’erano esattamente quelle creature che ci hanno attaccati?”

 

Haruka sospirò tristemente prima di parlare: “Come ti ho già detto, si chiamano Amazon. Sono organismi simili agli umani creati in laboratorio dalla Nozama Pharmacy, la più grossa compagnia farmaceutica del Giappone. Ancora oggi mi chiedo quale fosse il reale scopo della loro creazione, ma posso riassumertelo nel desiderio degli scienziati umani di creare degli esseri con cellule evolute che potessero poi essere riutilizzate in un’ampia varietà di settori e usi. Purtroppo, l’esperimento rivelò presto una grave falla: le cellule degli Amazon, per quanto versatili ed evolute, non erano in grado di produrre proteine e di conseguenza essi erano costretti a nutrirsi costantemente di carne e altre fonti proteiche per sopperire a tale mancanza.” La sua espressione divenne ancor più depressa. “E la fonte preferita di proteine di quasi ogni Amazon si rivelò essere…la carne umana.”

 

Itsuki non seppe trattenere uno spasmo di sorpresa mista ad orrore. Dunque quelle creature erano state create in laboratorio per ‘aiutare’ l’umanità…ma erano invece risultate essere predatori di esseri umani. -È rivoltante…- non poté non pensare, anche se non sapeva se si stesse riferendo più agli Amazon o ai loro creatori.

 

“Non è tutto qui”, proseguì Haruka. “A seguito di un incidente alla Nozama Pharmacy risalente ormai a 10 anni fa, i 4000 Amazon sperimentali che erano tenuti rinchiusi al suo interno fuggirono e si sparsero per tutta la città e le aree vicine, incominciando ben presto a mietere diverse vittime man mano che la loro natura predatoria si risvegliava. La compagnia reagì alla minaccia creando dei corpi di caccia specializzati con lo scopo di sterminare tutti gli Amazon fuggitivi e insabbiare al tempo stesso la propria responsabilità nella loro creazione.”

 

“Usare la scusa di mettere in sicurezza la città mentre invece è tutta una montatura per pulirsi la coscienza e salvarsi il culo al tempo stesso…”, mormorò Itsuki sempre più nauseata. “Sono i momenti come questo che mi fanno quasi odiare l’umanità…” Prendendo un profondo respiro, la ragazza tornò a rivolgersi al compagno: “Continua, per favore.”

 

“Non c’è molto altro da dire. La caccia agli Amazon è stata spietata e implacabile per 9 anni, finché non sono stati tutti sterminati. O almeno così credevo fino a poco fa, quando ti ho trovata e mi sono trovato quasi subito circondato da nuovi Amazon che sembravano appunto puntare su di te. Vorrei poter dire che la loro unica ragione per volerti aggredire fosse la fame, ma so per certo che non è così: quelli non erano affatto Amazon normali, non quelli che ricordo almeno. Erano qualcos’altro di molto simile e nel contempo molto diverso.”

 

“La tua capacità di osservazione è sorprendente come sempre, Mizusawa-kun. Del resto, ho sempre saputo che eri un tipo sveglio.”

Quella nuova voce fece voltare entrambi di scatto. A breve distanza da loro era comparso quello che sembrava un nuovo Amazon, solo molto diverso dai precedenti: dal corpo umanoide, era ricoperto di robuste placche nere e verdi su tutto il corpo, con alcune rosse sul petto. Possedeva larghi spallacci formati da più parti sovrapposte e grossi artigli scarlatti sulle mani adunche, mentre la testa era rivestita da protuberanze che si allungavano su tutta la testa a spirale fino al davanti del volto, dove si protendevano a formare una sorta di grossa trivella. La cosa più inquietante, però, era che sembrava ricoperto da capo a piedi da strisce e macchie di quello che doveva essere sangue nero rappreso e da inconfondibili cicatrici da gravi ustioni, come se fosse appena uscito da un violento incendio.

Itsuki si mise in guardia, ma con la coda dell’occhio notò che Haruka pareva paralizzato sul posto: il suo corpo era rigido e i suoi occhi erano sbarrati da quello che riconobbe come un misto di incredulità e paura.

 

“M-Mamoru-kun…”, balbettò a fatica. “Impossibile… T-tu…sei morto…”

 

“Cosa?! Come sarebbe a dire che è morto?!” La risata del nuovo arrivato non le permise di avere una risposta.

 

“Diciamo che sono tornato dalla tomba per sgranchirmi le ossa… E per rivederti, Mizusawa-kun. Dopotutto…come posso dimenticare chi ha giocato un ruolo chiave nello spedire me e chissà quanti altri Amazon all’altro mondo? Vero, traditore?” E senza aggiungere altro si scagliò in avanti, attaccando entrambi con violente artigliate. Itsuki riuscì ad evitarle con rapidi ed eleganti movimenti, ma Haruka, per qualche motivo, sembrava totalmente spaesato e fu in grado solo di schivarli a malapena. Più volte i suoi abiti vennero lacerati dagli attacchi del nemico e la sua carne rischiò la stessa fine altrettante volte.

 

“Mamoru-kun, aspetta! Che sta succedendo?! Come puoi essere ancora qui?!”, domandò Haruka afferrando un braccio dell’Amazon e provando a tenerlo fermo, ma questi si liberò con un mero strattone dalla sua presa e sferrò un manrovescio che lo spedì a terra.

 

“Non c’è nulla da dire, Mizusawa-kun. Sono tornato per vendicare me e la mia gente, ecco tutto!”, replicò l’altro caricandolo, ma un fulmine scagliato da Itsuki lo costrinse ad arretrare, salvo poi trovarsi incalzato dalla Warrior, la quale lo attaccò con un’abile serie di calci avvolti nell’elettricità, riuscendo a mandarne a segno più d’uno e facendo indietreggiare il nemico ancora di più.

 

“Ti consiglio di lasciarlo stare, o il prossimo fulmine ti farà molto male”, disse la ragazza preparandosi ad attaccare ancora.

 

“Non credo ti convenga sottovalutarmi”, rispose l’Amazon prima di evitare suddetto fulmine nel modo più inaspettato possibile: scavando istantaneamente una profonda buca nel terreno e infilandocisi dentro. Colta di sorpresa, Itsuki fece in tempo solo a guardarsi un po’ intorno prima che il terreno sotto di lei esplodesse e una nuova figura spuntasse da sotto di esso per colpirla con un violento colpo alla schiena, che la mandò a rotolare lungo il suolo e le lasciò anche una profonda ferita sanguinante.

Quando voltò lo sguardo verso il suo aggressore, la ragazza si sorprese nel vedere non l’Amazon di prima, ma un altro completamente diverso che ricordava vagamente la forma trasformata di Haruka: alto e ben piazzato, aveva un corpo umanoide rivestito da una corazza a placche grigio argentee attraversate da numerose protuberanze allungate e punte aguzze. Le dita delle mani terminavano in lunghi artigli affilati e la testa era rettiliana con tre creste, una alla sommità e le altre due ai lati, mentre gli occhi erano due globi viola luminosi. Anche tutto il suo corpo era ricoperto di nero sangue rappreso e una grossa cicatrice spiccava al centro del suo torso, talmente intrisa di liquido scuro da sembrare ancora trasudante. Qualcuno doveva averlo trafitto in quel punto.

 

“E tu…chi diavolo sei?!”, ringhiò Itsuki mettendosi a fatica in piedi.

 

“Sigma”, rispose semplicemente l’altro. “Non ti serve sapere altro, visto che stai per morire, umana.” E partì all’attacco, salvo trovarsi stavolta bloccato da Haruka.

 

“Stalle alla larga!”, gridò girando una delle maniglie della sua cintura. “AMAZON!”

“Omega: Evolu-E-Evolution!” Con quell’annuncio metallico, la metamorfosi del giovane si materializzò in un’esplosione di rovente energia verde che costrinse l’ora nominato Sigma a indietreggiare, prima di essere attaccato da Haruka. Questi pareva ora più furente che sconvolto o spaventato.

 

“Tu non sei davvero Mamoru-kun o Sigma, vero?!”, ringhiò facendosi più aggressivo. Tuttavia l’avversario non parve scomporsi, anzi sembrava solo più divertito.

 

“Hai indovinato, Mizusawa Haruka. Sono solo la tua coscienza sporca!”, disse sadico prima di incrociare i propri artigli con quelli del guerriero in verde. Haruka dovette trattenere il braccio dell'avversario per svariati secondi prima di perdere apparentemente la presa e lasciarlo avvicinare al suo viso, per poi dargli un calcio dritto allo stomaco.

 

“La mia coscienza?! Sono sicuro che, se anche fossi una parte di me, non useresti mai il loro aspetto!”, affermò il giovane, apparentemente infuriato, ma persino Itsuki poté avvertire una strana nota nella voce. Questo non gli impedì comunque di tirar fuori dalla cintura metà del manubrio che la decorava, rivelando agli occhi della ragazza una mini falce dall'aspetto rozzo.

 

Si gettò quindi sul misterioso Sigma mulinando con destrezza l'arma e obbligandolo a bloccare più volte coi gomiti mentre cercava di trovare un'apertura per attaccare, ma Itsuki riusciva a sparargli contro le sue saette a ogni tentativo, stando ben attenta a non prendere Haruka. Vedendo che con questa strategia non avrebbe ottenuto risultati, l'essere decise di tornare a bersagliare psicologicamente quest'ultimo.

 

“Dici che non posso essere la tua coscienza, Mizusawa Haruka? Allora come potrei non sapere di come ti sentivi ogni volta che affrontavi Takayama Jin? L'uomo che ti aveva insegnato tutto, dandoti la forza per combattere...e che impazzì. L'ammiravi e l'odiavi più di chiunque altro”, disse tronfio causando l’arresto sul posto improvviso di Haruka. L’avrebbe poi sicuramente colpito con un'artigliata sul collo, se Itsuki non si fosse messa in mezzo afferrando il braccio di Sigma e torcendoglielo per poi incanalarvi un fiotto di elettricità, riempiendo l'aria con odore di sangue bollente e carne grigliata di scarsa qualità.

 

“Ma tra tutte voi guerriere proprio te dovevi capitarmi?”, si lamentò la creatura afferrando i capelli di Itsuki e tirandoli. La Warrior emise qualche lamento sentendo quella presa e vedendo gli artigli dell'essere avvicinarsi via via ai suoi occhi, ma strinse i denti e aumentò ancora il voltaggio, facendo urlare di dolore il combattente argentato.

 

“Oh, l'elettricità non ti piace? Buono a sapersi!”, esultò la biondina liberandosi e dando un potente pugno avvolto di fulmini sul muso di Sigma, prima di rivolgersi ad Haruka, ancora bloccato: “Haruka, che cazzo, DATTI UNA MOSSA!”

 

Il ragazzo si sembrò riscuotere finalmente alla voce tonante di Itsuki e vide Sigma a terra, tenendosi un occhio rotto dal colpo di prima. Reinserì la falce nel Driver prima di risfoderarla, prendendo in mano stavolta una frusta metallica molto lunga e flessibile.

 

“Perdonami, Itsuki-san, ho avuto un piccolo blackout. Ma non gli permetterò più di farti del male.”

 

I due attaccarono Sigma con un potente attacco a base di fulmini e diverse frustate, ma quando il polverone creatosi si diradò non c'era niente. Un ronzio entrò però nelle loro orecchie e, alzando lo sguardo, videro l'ennesima trasformazione dell'essere.

 

Il suo aspetto era diventato quello di una formica umanoide con piccole ali sulle spalle, speroni ricurvi sul dorso delle mani e un elmo che ben poco aveva di umano, distorto com'era in una bocca decorata da denti aguzzi. Nel suo torace si trovava un enorme foro, a prima vista causato da una lancia, con gocce nere che colavano sulla sua armatura lucida.

“Mio fratello aveva ragione, voi Kamen Rider e Warrior Planet siete davvero una seccatura”, disse formando una sfera di pura energia oscura in mano e lanciandola senza perdere tempo contro il confuso duo. Itsuki si fece in avanti e fortunatamente creò uno scudo di saette che parò il colpo diretto, tuttavia l'onda d'urto spinse indietro sia lei che Haruka.

 

“Persino lei? Ma non hai la minima vergogna a utilizzare l'aspetto dei morti?!”, gridò quest'ultimo infuriato e roteando la sua frusta in aria per colpire l'essere.

 

“Beh, se non ricordo male, Omega-kun, è quando hai affrontato me e i miei soldatini che hai abbracciato la tua natura come Amazon, almeno per combattere”, rivelò infine scioccando Itsuki, che guardò stupefatta Haruka. Il ragazzo che l'aveva soccorsa quand'era indifesa era una delle creature che egli stesso combatteva?

 

Ma c'era un'altra cosa che si insinuò molto più a fondo nella sua mente. L'avversario che stavano combattendo aveva appena usato attacchi basati sull'oscurità, si era trasformato in creature diverse, una delle quali simile a un Kamen Rider, e aveva appena detto 'mio fratello'? Un pensiero inquietante si formò in lei, prima che puntasse un dito accusatorio verso il suo avversario.

 

“Tu vieni dal mio mondo, vero? Devi essere un demone, ma riesci a trasformarti come faceva Diablo. Chi sei in realtà?!” La creatura si fermò a mezz'aria sentendo il nome del Kamen Rider demoniaco.

 

“Se proprio vuoi un nome, Warrior Iupiter, puoi chiamarmi Kage, ma non saprai altro”, affermò con un tono incredibilmente gelido per poi creare altre sfere di tenebra da scagliare contro la combattente in blu, ma Haruka ne approfittò per colpire.

 

“Violent Slash!”, emise la cintura del ragazzo quando questi girò la seconda maniglia del manubrio e la sua frusta si illuminò di una potente luce smeraldina prima di centrare l'avversario a mezz'aria con forza tale che diversi alberi vicini si piegarono per lo spostamento d’aria. L'essere provò a stare in volo qualche altro secondo per attaccare nuovamente, ma Haruka non perse tempo a saltargli addosso e inchiodarlo a terra con gli artigli estremamente vicini al collo.

 

“Ti faccio la stessa domanda della mia amica, e ti conviene rispondere sinceramente”, intimò il combattente in verde, raggiunto rapidamente da Itsuki, ricopertasi di un'aria elettrica dalla forza palpabile per prepararsi a un contrattacco. Sembrava una divinità furiosa con quelle scintille azzurre davanti agli occhi, ma l'essere che li aveva tenuti impegnati negli ultimi minuti, seppur ricoperto di sangue e alla loro mercé, rivolse loro solo una piccola risata, come se Haruka gli avesse appena detto una barzelletta molto divertente.

 

“Ve l'ho detto. Sono la coscienza sporca di questo fratricida ipocrita, unita all'odio dei suoi vecchi amici e delle sue vittime. C'è anche la piccola Muku, qui, sai?”, disse beffardo picchiettandosi la testa. Il suo attuale carceriere, nel sentire quell'ultimo nome, ringhiò come mai prima di allora e mosse rapido le dita artigliate verso il collo del suo prigioniero col chiaro intento di decapitarlo. Era purtroppo caduto in una trappola e Kage riuscì a spingerlo via con un calcio prima di alzarsi nuovamente in volo.

 

“Ehi, torna qui e combatti da uomo!”, gli gridò dietro Itsuki sparandogli contro una raffica di sfere d'elettricità, parate con una certa difficoltà da una barriera della creatura, che indietreggiò comunque di qualche metro.

 

“Omega, Warrior Iupiter, finiremo questo scontro un'altra volta. Penso che l'orfanotrofio della sua amichetta sia un teatro più che adatto…”, minacciò la creatura prima di svanire in uno sbuffo di fumo viola, lasciando i suoi avversari stanchi e confusi. Itsuki si accasciò a terra tornando normale e fissò Haruka, a sua volta privo dell'armatura.

 

“Haruka, era vero quanto Kage ha detto? Sei un'Amazon?”

 

“Sì, sono un'Amazon. Per nove anni ho ucciso o provato a proteggere i miei stessi fratelli in preda a uno stupido idealismo. E fin troppi ne hanno pagato il prezzo”, confessò lasciando cadere il capo a terra.

 

Ci volle qualche secondo prima che la confessione del giovane si rendesse totalmente chiara a Itsuki. Aveva visto cosa quelle creature erano e potevano fare, la natura di Haruka era decisamente incredibile e forse pericolosa. Ma dopotutto aveva dato il beneficio del dubbio a Hermanas in passato, quindi poteva farlo pure con lui. Anche perché era l'unico per il momento che poteva aiutarla.

Prima che i due guerrieri potessero anche solo sfiorare l'idea di riposarsi, sentirono il rumore di alcuni camion, che si fecero vedere poco dopo. Da essi scese subito un largo plotone di soldati, che si schierarono in cerchio intorno ai due ragazzi.

 

“Ehi, Haruka-chan, non sapevo ti piacessero le ragazzine. Quanti anni ha quella?”, disse quello che sembrava il loro capo, un moro dall'espressione tronfia e armato con un mitra piuttosto inquietante. Nel vederlo, la Warrior si mise in guardia, pronta a trasformarsi.

 

“Che diavolo vuoi, Kurosaki?! Pensavo avessimo una tregua!”, gridò Haruka visibilmente inferocito. Non che Itsuki fosse da meno, quel tipo l'aveva praticamente definita una escort.

 

“L'altra sera, qualcuno che ben conosciamo ha mandato un messaggio per te. Qualcuno che credevamo morto. Mamoru.”

 

“L'ho già incontrato, ma non era lui. Era solo un impostore che ha preso il suo posto.”

 

“Era un demone”, disse Itsuki, che cominciava a innervosirsi davvero per quella situazione. Era abituata a combattere, ma era la prima volta che uomini (persone apparentemente del tutto normali) puntavano dei fucili contro di lei e qualcuno a lei vicino e il tono di quel Kurosaki non le piaceva per niente.

 

“Squinzia, sta al tuo posto ed evita le cazzate”, le intimò quello in tono annoiato.

 

“SQUINZIA?!”, esclamò Itsuki rilasciando inavvertitamente alcune scintille, che spaventarono i soldati.

 

“È UN'AMAZON!”, urlarono quelli piazzandosi davanti alla Warrior con i fucili spianati.

 

“Che?! Non ho niente a che fare con quei cosi!”, protestò Itsuki.

 

“Lasciatela in pace”, s'intromise all'improvviso un uomo facendosi strada tra i soldati. Era leggermente più anziano degli altri soldati e aveva l'aria del classico soldato veterano e dotato di una certa leadership, infatti non ci pensarono due volte a obbedire. Lo seguivano tre soldati che sembravano essere gli unici a loro agio vicino a lui: un uomo alto dai corti capelli neri e l’espressione seria che portava un paio di occhiali da vista e un fucile da cecchino in spalla, un altro più giovane con barba e baffi e un’espressione rilassata e giocosa, armato con un fucile a pompa, e infine una donna dai lineamenti belli ma induriti dal suo atteggiamento da maschiaccio (un atteggiamento che Itsuki conosceva molto bene) e armata con un mitra e diversi coltelli da combattimento attaccati alla cintura. Itsuki sentì che le era già simpatica quella tipa.

 

“Scusi, comandante”, fece Kurosaki, incredibilmente educato, rivolto al soldato più anziano.

 

“Shido-san, Fukuda-san, Misaki-san, Nozomi-san, non sapete quanto sia bello rivedervi”, disse invece Haruka andando dai quattro, visibilmente sollevato.

 

Quelli lo salutarono tutti con un sorriso, tranne quello chiamato Misaki che invece gli batté amichevolmente una mano in petto. “Bentornato tra noi, signorino! Sai, dovresti tornare alla civiltà! Sentiamo così tanto la tua mancanza…” In quel momento si accorse di Itsuki accanto ad Haruka e trasalì sorpreso. “E lei chi è? La tua nuova ragazza?! Haruka, non credevo ti piacessero così giovani! Ahiahi, la signorina non ne sarà affatto contenta…”

 

“Non sono la sua ragazza!”, sbottò nervosamente Itsuki. “Lo sto solo accompagnando e aiutando con-”

 

“Aspetta…accompagnando? Sei forse-”, azzardò Misaki, venendo subito interrotta dalla ragazza, comprensibilmente irritata.

 

“Ma perché pensate tutti la stessa cosa?! Non sono una escort, imbecilli!”, urlò la Warrior sprizzando ancora più scintille e scariche elettriche dal corpo, suscitando l’immediata paura e nervosismo dei soldati, che riavvicinarono le mani alle armi.

 

“Calma! Calma! Non è una nemica, ve lo giuro! Mi sta solo aiutando con un problema attuale, uno in cui c’entrano gli Amazon e anche qualcosa di peggio…”, esclamò Haruka facendosi avanti e cercando di riportare la pace. Le sue parole, però, resero Shido solo più preoccupato.

 

“Dalle tue parole, Haruka, posso dire che abbiamo molto di cui parlare. Anche riguardo la signorina qui con te, suppongo.”

 

“Sì, Shido-san. Ah, a proposito, lei si chiama Fukuda Itsuki, le spiegherò dopo chi è. Itsuki-san, ti presento Shido Makoto-san, comandante di una delle vecchie squadre di sterminio degli Amazon. E loro sono la sua squadra: Fukuda Kota-san, Misaki Kazuya-san e Takai Nozomi-san. Sono tra le poche persone di cui mi fido.”

 

“Molto piacere”, disse solo Itsuki, ancora parecchio nervosa e scocciata. I quattro ricambiarono il saluto, prima di tornare a parlare col giovane Amazon.

 

“Haruka, ascolta: poche ore fa uno strano Amazon è apparso in centro città e ha fatto un'autentica strage, continuando a dire che voleva che tu venissi ad affrontarlo. La cosa più strana è che continuava a cambiare aspetto, da Mamoru a molti dei tuoi vecchi avversari”, lo informò Shido.

 

“L'ho già incontrato. I bambini e Mizuki stanno bene? Quell'essere, Kage, ha detto che sarebbe andato all'orfanotrofio.”

 

“Ho sentito Mizuki pochi minuti fa, stanno tutti bene.”

 

“Allora sbrighiamoci.”

 

Il viaggio in camion fu abbastanza cupo. Haruka restò continuamente accanto a Itsuki, mentre lei raccontava la sua storia sotto lo sguardo stupefatto dei soldati, sebbene il loro sguardo non le piacesse per niente. Raccontò anche al comandante del loro mondo, nonostante non fosse sicura se le avesse creduto o meno.

In circa due ore di viaggio arrivarono davanti a un grande edificio in un altro bosco, dove si trovavano un gruppo di bambini vestiti di bianco e, unica adulta tra loro, una giovane donna dai corti capelli neri e il fisico snello e allenato, che guardavano i nuovi arrivati con evidente ansia. Pur avendo un viso molto gentile, la ragazza non era vestita in maniera molto diversa dai soldati che avevano scortato Haruka e Itsuki fin lì, con un giubbotto antiproiettile e un fucile decisamente troppo grosso per essere stato progettato per uccidere persone normali.

 

“È questo l'orfanotrofio di cui parlavate?”

 

“Esatto, la direttrice...non ufficiale è una mia carissima amica. Praticamente una sorella.”

 

“È un bel posto. Io e le ragazze non avevamo così tanto spazio all'epoca. La signora White impazziva continuamente”, disse Itsuki ripensando quasi con nostalgia ai tempi della sua infanzia, i giochi con le sue amiche in attesa che una mamma e un papà arrivassero anche per loro, sotto la tutela della donna da cui Shizu aveva preso parte del suo nome di battaglia.

 

“HARUKA!”, salutò la ragazza saltando al collo del giovane, che ricambiò calorosamente, accompagnata dai bambini, i quali salutarono il castano come fosse il loro eroe.

 

“Mizuki, non sai quanto sia felice di essere qui”, mormorò Haruka con voce piena d’affetto.

 

“Posso immaginarlo”, commentò Mizuki prima di notare Itsuki. “…E tu saresti…?”

 

“Piacere, Fukuda Itsuki. Mi sono ritrovata mio malgrado invischiata in questa faccenda degli Amazon. Ma tranquilla, sono più che capace di aiutare Haruka.”

 

“Grazie per il tuo aiuto. Io sono Mizusawa Mizuki, ex-membro del 4C e amica di questo cretinetto.”

 

“Mizusawa? Aspetta, è davvero tua sorella allora?”, domandò Itsuki rivolta ad Haruka, il quale sembrò leggermente a disagio.

 

“Non nel sangue”, disse infine. “Sua madre mi ha adottato e dato il suo cognome, dopo avermi-”

 

“Ragazzi, perdonatemi, ma tenete i convenevoli per dopo. Portate al riparo i bambini e organizzate un perimetro”, li interruppe Shido dando ordini ai suoi uomini, che eseguirono immediatamente.

 

Pochi minuti dopo, Itsuki, Haruka e Mizuki osservavano i ragazzi entrare via via in un rifugio sotterraneo scavato poco lontano dalla tenuta.

“Nel caso accadesse il peggio contro quel Kage, c'è un tunnel che li porterà lontano. Ce la faranno”, disse Mizuki nel tentativo di alleviare le preoccupazioni dei suoi compagni, Haruka in particolare.

 

“Meglio così. Se è come temo, tra poco qui non sarà più posto per dei bambini”, commentò Itsuki prima di rivolgersi ad Haruka: “Allora, che stavi dicendo prima? Come sei diventato parte della famiglia di Mizuki? E chi sei tu davvero? Insomma, io ormai ti ho detto quasi tutto di me, ma tu invece non mi hai nemmeno ancora rivelato di persona la tua vera natura.”

 

“Hai ragione, Itsuki-san, e ti chiedo scusa per la mia reticenza. Com’eravamo d’accordo, risponderò a tutto.” Il giovane sospirò prima di proseguire: “Come ormai avrai già sentito, sono anch'io un Amazon, ma non uno normale. Per la precisione, fui il terzo esemplare ad essere creato e fu la madre di Mizuki, Mizusawa Reika, a farlo inserendo DNA umano all’interno di cellule Amazon. Sono praticamente un ibrido umano-Amazon, un esperimento unico e come tale fui tenuto sotto controllo per diverso tempo. Quando mi decisi a scappare fui invischiato proprio nello scontro tra una delle squadre di sterminio degli Amazon contro un loro obbiettivo...e Takayama Jin”, concluse usando un tono riverente quando disse quel nome, seppur malinconico. Itsuki non ci mise molto a capire che doveva trattarsi di qualcuno che Haruka aveva rispettato e che probabilmente non c'era più. E più che mai sentì il senso di colpa che sembrava attanagliare il suo nuovo amico da quando avevano incontrato Kage.

 

“Lui era uno degli scienziati che contribuì al progetto”, proseguì Mizuki lasciando entrare l'ultimo bambino e dirigendosi poi insieme ai due compagni verso l'orfanotrofio “e nel tentativo di rimediare al male che gli Amazon avrebbero potuto fare, si trasformò egli stesso in un Amazon fondendo le proprie cellule con le loro e creò l'Amazon Driver per poter usare i suoi nuovi poteri senza perdere il controllo. Voleva distruggere tutti quelli che riteneva mostri, ma è andato troppo oltre, quasi quanto la Nozoma Farmacy. E stiamo parlando di un branco di bastardi che non si fece problemi a rianimare dei cadaveri con le cellule che loro stessi hanno creato.”

 

“Che successe?”

 

“Ebbe un figlio con la donna che amava, un bambino ibrido umano-Amazon che cresceva a velocità spropositata. Era talmente ossessionato dalla sua crociata contro la nostra specie che decise di uccidere anche lui”, continuò Haruka. “Nel frattempo, io mi ero messo a proteggere piccoli gruppi di Amazon decisi a non mangiare carne umana. Ci scontrammo diverse volte nel corso degli anni, ma non ebbi mai il coraggio di ucciderlo. Continuavo a considerarlo come un amico e suo figlio, Chihiro, pagò il prezzo della mia stupidità. Andò fuori controllo e io e Jin non avemmo altra scelta che fare quanto andava fatto.”

 

Itsuki era considerata dalle sue amiche come una vera tosta, col sangue che le ribolliva in ogni momento, che fosse per una battaglia o per la prossima cena a bordo di Xana. Aveva l'atteggiamento spensierato di una teppista e combatteva col coraggio di un vero banchou. Ma neanche lei potesse restare indifferente di fronte a quella storia straziante di sangue che combatte il proprio sangue.

 

“Oh mio... M-Ma come può un uomo arrivare a tanto?”

 

“Jin-san non era un uomo malvagio, Itsuki-san. Voleva davvero aiutare le persone, ne sono sicuro...ma non permise a niente e nessuno di stare sulla propria strada. Per poco anche i bambini che hai appena visto non hanno rischiato il peggio.”, spiegò malinconico Haruka, facendo venire un atroce dubbio alla Warrior.

 

“Aspetta, volete dirmi che sono...?”, boccheggiò indicando il rifugio in cui avevano appena rifugiato i ragazzi, ricevendo come risposta un cenno di assenso dall’altro.

 

“Amazon come me, nati proprio dal sangue di Jin dopo che l'avevano catturato. Vennero creati per essere carne da macello, nel senso letterale della parola. Bestiame per il benessere del Giappone, affidati a un pastore ancora più folle di loro padre. Ed è qui che pensavo fosse finito tutto. Qui finalmente presi la sua vita con le mie stesse mani e poi partii, sperando di lasciarmi tutto dietro.”

 

“Haruka, non è stata colpa tua...”, provò a convincerlo Mizuki, dando all'amico il suo sorriso più confortante, ma Haruka si sentiva solo vuoto...o meglio, vuoto se non fosse stato per il senso di colpa che lo riempiva.

 

“Davvero? Ho provato a difendere entrambi i lati, umani e Amazon, ed ecco il risultato. Diversi dei miei migliori amici sono morti, ho le mani sporche di sangue, ho dovuto divorare una bambina e ora il passato è giunto a tormentarci per i miei sbagli!” Si rivolse direttamente alla sua nuova amica: “Mi spiace, Itsuki-san. Tu sei finita qui con la speranza di trovare qualcuno che possa aiutarti, ma io non sono come quei Kamen Rider. Non sono nemmeno degno di essere paragonato a loro!”

 

“E allora io non sono degna del titolo di Warrior!”, gridò Itsuki, stanca di quel discorso così desolante.

 

“Che vuoi dire, Itsuki-san?”, domandò Mizuki, stupefatta da quello scatto d'ira. La guerriera di Giove si fece forza e cominciò a spiegare, confessando qualcosa che non aveva mai detto neanche alle sue compagne.

 

“Io non sono una brava persona. Ai tempi dell'orfanotrofio, alle elementari e così via tante persone hanno bullizzato me o le mie amiche...e non mi sono fatta problemi a vendicarmi quando ho potuto. Li ho trovati e li ho picchiati a sangue, più di un ragazzino è addirittura finito in ospedale.”

 

“Ok, non è esattamente un grande esempio di moralità, ma l'hai fatto per difendere le persone che amavi.”

 

“Loro neanche sanno che è successo, sono sempre riuscita a tenere la cosa nascosta a tutti. E spesso tratto questi poteri più come un gioco, che come un mezzo per proteggere la Terra”, sospirò prima di scuotere la testa. “Quello che voglio dire, Haruka, è che tutti commettiamo errori. Soprattutto quando ci sono cose che sfuggono al nostro controllo. Ma ci sono ancora persone che contano su di noi, e che a loro volta meritano la nostra fiducia. Per loro dobbiamo continuare a combattere e rimediare il più possibile ai nostri sbagli. Anche e soprattutto quando essi verranno a cercarti.”

 

Haruka guardò quella ragazza, che nonostante tutti i suoi errori stava cercando di rimediare e soprattutto fare del suo meglio per ritrovare le proprie compagne di battaglia e tornare a casa. “E va bene, Itsuki-san, farò del mio meglio per non deluderti.”

 

In quel momento, sentirono un enorme boato proveniente dalla casa, seguito da un ruggito e una lunga serie di spari. Itsuki e Haruka si trasformarono subito e corsero verso il luogo dove provenivano i rumori, seguiti a ruota da Mizuki, e trovarono un vero caos al loro arrivo.

 

Kage, nuovamente con l'aspetto di Sigma ma con gli artigli di Mamoru in aggiunta e accompagnato da un esercito di finti Amazon che nascevano da un liquido scuro che gli trasudava da tutto il corpo, si muoveva come una scheggia tra gli uomini di Shido e Kurosaki, tagliando armi e menando colpi che senza alcun dubbio lasciavano le ossa completamente distrutte accompagnate da fiotti di sangue e urla di dolore. Le creature da lui create si erano unite alla battaglia e stavano massacrando diversi soldati con la stessa brutalità.

 

Il demone, in particolare, rideva come un pazzo scagliando in aria i suoi avversari e rompendo le loro armi come fossero giocattoli, fino a quando non afferrò un uomo per il collo e avvicinò la bocca con intenti decisamente chiari a chi aveva avuto già esperienza con gli Amazon.

 

Anche Itsuki non ci mise comunque molto a intuire quello che avrebbe fatto Kage e caricò un fiotto di energia tra le mani prima di scagliarlo dritto dove si trovava la spina dorsale del demone, che lasciò andare istantaneamente andare la sua preda per il dolore e venne quindi placcato da Haruka. Mentre questi allontanava l’avversario principale dagli altri falsi Amazon insieme alla Warrior, Mizuki corse invece a dare supporto agli uomini del 4C e, impugnato il suo mitragliatore, iniziò subito a fare fuoco sul nemico più vicino mostrando un’incredibile maestria con l’arma.

 

“Oh, Mizusawa-kun, sei finalmente venuto a confrontare i tuoi peccati? Ci stai rendendo il lavoro molto facile”, lo schernì Kage prendendo l'aspetto di una sorta di ibrido uomo-scoiattolo e iniziando a riempirgli di pugni la faccia, mentre evitava al tempo stesso le sue artigliate. “Riconosci quest’aspetto, vero? Ricordi la piccola Muku, vero? Così gentile e piena di voglia di vivere…finché TU non l’hai DIVORATA!”, lo attaccò psicologicamente insieme ad un violento calcio che lo buttò a terra.

 

Itsuki guardò sconvolta Haruka. Allora davvero l’ha fatto?!, pensò allarmata osservandolo rialzarsi a fatica; anche se l’espressione del volto del giovane non era visibile sotto la maschera della sua trasformazione, le fu fin troppo chiaro che stava soffrendo.

 

“Non l’ho dimenticata”, mormorò Haruka a testa bassa. “Come potrei? Quel giorno sacrificai qualcosa e qualcuno di molto importante per me e varcai anche una linea che avevo giurato di non varcare. Qualunque fosse il motivo, non mi sono mai perdonato per le mie azioni…e non so se lo farò. Non so come posso perdonarmi, né se posso anche solo perdonarmi…”

 

“Haruka…”, disse Itsuki a bassa voce. Quanti peccati ti porti addosso? Quanti pesi ti sei caricato sulle spalle?, aggiunse poi tra sé e sé con un moto di tristezza e compassione. Anche se lo conosceva da poco, le era fin troppo chiaro che quel ragazzo, o Amazon, portava con sé un peso terribile, forse superiore a quello di tutte le Warrior.

 

“Povero, dolce Mizusawa Haruka. Hai sofferto tanto, vero?”, fece Kage in tono fintamente affettuoso e comprensivo, avvicinandosi a lui. “Tutto questo dolore, questa responsabilità…sono così pesanti da portare. Ti capisco bene, sai? E per questo ti farò il dono di LIBERARTI PER SEMPRE DA QUESTI PESI!” Alzò una mano sulla quale si formarono gli artigli ricurvi di Mamoru e sferrò un colpo diretto al volto di Haruka, ma, per sorpresa sua e di Itsuki, la mano dell’altro scattò afferrandogli il polso a mezz’aria e, con un movimento fulmineo, lo colpì con l’altro braccio al ventre per poi calciarlo violentemente via come poche ore prima. Kage rotolò per terra, ferito visibilmente all’addome.

 

“Tuttavia…ho compreso che, se non riuscissi a confrontare i miei peccati...i veri Mamoru-kun e Muku non mi perdonerebbero mai! Perciò non illuderti di potermi fermare coi tuoi trucchi da strapazzo! Tu non sei loro! Sei solo un imitatore scadente e completamente pazzo!”, affermò Haruka rimettendosi in posizione di guardia e lanciandosi ad artigli sguainati contro il demone.

 

Nonostante il duro colpo subito, Kage si rialzò subito fingendo di ripulirsi dalla polvere e, mentre la ferita si richiudeva velocemente, assunse un nuovo aspetto e si girò in tempo per schivare l'assalto. La sua nuova armatura era molto simile a quella di Haruka, ma blu a strisce rosse, con gli occhi insettoidi arancioni, svariate parti di corazza metallica su tutto il corpo e un bracciale sul braccio destro, da cui usciva una specie di lunga lama piatta simile ad una spada.

 

“C-Chihiro...”, disse Haruka con un sussurro. Nonostante la sua ultima affermazione, quella nuova forma parve turbarlo visibilmente.

 

“Mhh, allora vediamo come te la cavi col tuo nipotino, zio Haruka!”, esclamò Kage con una risata dirigendosi verso l'Amazon, ma stavolta venne bloccato da Itsuki, la quale da una parte aveva compreso di non doverlo fare avvicinare ad Haruka al momento e dall’altra voleva fargliela pagare per tutto il dolore che stava causando.

 

Così, ricoperti i pugni con dei globi elettrici, iniziò a parare i fendenti del demone e, sfruttando la sua maggiore velocità concessagli dai suoi poteri del fulmine, a colpirlo dritto nel petto con essi, facendo volare pezzi di armatura, schizzi di sangue e pezzetti di materia organica in tutte le direzioni. Ad ogni impatto, Kage gemeva e sembrava arrancare per resistere all’offensiva.

“Confermato: voi Amazon odiate i fulmini. Beh, anche vero che non sei davvero un Amazon, ma le tue caratteristiche fisiche sono le stesse. Gran bel colpo di culo che proprio io sia arrivata qui!”, commentò sarcastica la bionda caricando ulteriormente d'energia il proprio corpo.

 

Seppur ferito dai fulmini di Itsuki, Kage si rialzò velocemente e sembrò solo più arrabbiato di prima per effetto di quegli attacchi. “Goditi la tua piccola vittoria, Warrior Iupiter…perché tra poco sarò io a ridere!”, ringhiò per poi scagliarsi su di lei e cercare di colpirla con la lama sul braccio destro.

 

La ragazza, tuttavia, evitò gli attacchi con facilità e caricò una nuova scarica elettrica nella mano, pronta a colpire ancora. Schivata la lama nemica con un giro su sé stessa, protese il braccio e colpì in pieno petto il nemico con il palmo, trasmettendogli l’elettricità col diretto contatto e causando un violento shock che spinse indietro il demone e gli distrusse pure parte della corazza pettorale, facendo sgorgare sangue nero pece. Tossendo, quest’ultimo crollò in ginocchio.

 

“Sarai anche l’autoproclamato fratello di Diablo, ma rispetto a lui sei solo chiacchiere”, lo derise Itsuki puntandogli contro la mano di nuovo carica di fulmini. “Sparisci per sempre!”

 

L’urlo successivo, però, non fu di Kage: “ITSUKI-SAN! ALLONTANATI!”

La voce di Haruka fece appena in tempo ad essere registrata dal cervello della ragazza che una serie di lunghi tentacoli simili a fili esplosero dal corpo del nemico, facendo saltare i pezzi di corazza e pelle da cui emergevano e dirigendosi contro di lei. La Warrior balzò indietro incrociando d’istinto le braccia a difesa, ma diversi tentacoli la colpirono, frustandola e ferendola in più punti; con un gemito, Itsuki rotolò a terra, sanguinante e senza fiato.

 

“Mi sottovaluti troppo, umana… E hai commesso un grave errore: non osare mai più…PARAGONARMI A QUEL MALEDETTO DIABLO!”, ruggì furente Kage per poi scagliare altri tentacoli contro di lei. Questi furono fermati dall’intervento di Haruka, il quale si mise in mezzo e usò gli aculei sulle braccia per respingere i colpi, anche se alcuni tentacoli riuscirono a passare causandogli ferite superficiali su braccia e fianchi. Il giovane ringhiò per il dolore, ma non vacillò.

 

“Sta’ lontano da lei!”, urlò arrivandogli di fronte e cercando di colpirlo con una serie di pugni e calci, ma il demone respinse tutti i colpi e lo attaccò poi con la sua lama. Haruka bloccò a sua volta i colpi e, afferrato il braccio dell’altro, lo tirò a sé per colpirlo al volto con i suoi spuntoni.

 

Ma, proprio in quel momento, accadde l’inaspettato: a mutare fu la sola testa di Kage che, anziché diventare un altro volto mostruoso o inumano, divenne un volto umano. Un volto femminile, per la precisione, di una giovane ragazza di non più di 15 anni con lunghi capelli lisci neri e un’eterocromia negli occhi: nero il destro, dorato il sinistro.

 

“Haruka-san”, lo chiamò con voce gentile piegando le labbra in un sorriso.

 

“I-Iyu…?!”, mormorò l’altro fermando il suo arto a pochi centimetri dal nuovo volto. L’istante successivo, però, un dolore lancinante si espanse dal suo addome e, abbassando lo sguardo, si accorse che Kage aveva approfittato del suo attimo di esitazione per affondargli la lama fino al polso in mezzo al ventre.

 

“Così prevedibile, Haruka-san”, disse il volto dell’ora nominata Iyu, sempre con lo stesso sorriso e tono. “Dici che vuoi affrontare i tuoi peccati, ma la verità è che non ne sei ancora capace. Puoi dirti tutti i bei discorsi che vuoi, ma il tuo senso di colpa è ancora troppo grande e, per questo, non sei assolutamente capace di poterti anche solo perdonare. Tantomeno vuoi farlo!”

 

Con un bagliore di luce, il demone mutò in un nuovo Amazon, completamente nero e dalla corporatura snella ma robusta, con un ampio collare di piume intorno a petto e collo che si estendeva fin oltre la spalla sinistra a formare una rudimentale ala. Il volto e la corporatura complessiva dell’essere ricordavano vagamente quelle di un corvo umanoide. Così mutato, strappò brutalmente la lama dall’addome di Haruka e lo spedì poi al suolo con un calcio rotante incredibilmente rapido; il giovane tossì tenendosi la profonda ferita sanguinante.

 

“Haruka!”, gridò Itsuki rimessasi in piedi, per poi guardare con odio Kage. “Tu, maledetto! Lo stai ancora attaccando psicologicamente, vero?! Perché non la smetti di nasconderti dietro questi stupidi travestimenti e non combatti con la tua vera, brutta faccia?!”

 

“Hahahah! E perché mai dovrei farlo, di grazia, Warrior Iupiter? Giocare con le debolezze altrui è troppo divertente e vantaggioso per smettere! Inoltre, non faccio altro che usare tutte le armi e le strategie a mia disposizione, non è ciò che fate anche voi protettrici della galassia?”

 

“Tsk! Non mi servono di certo simili trucchetti per prendere a calci in culo un vigliacco come te!”, ribatté la ragazza sprigionando scintille dalle dita. “Fulgur mortem!”

 

Un fulmine azzurro particolarmente intenso partì dalla sua mano, ma Kage lo evitò balzando da una parte all’altra del colpo con un’agilità impressionante e le arrivò davanti in un istante. Seppur sorpresa, Itsuki non si fece trovare impreparata e avvolse di nuovo i suoi arti con l’elettricità per poter contrastare gli attacchi dell’avversario.

 

La nuova velocità ottenuta da Kage gli permise di evitare la maggior parte dei colpi della Warrior e infliggerle nel contempo delle poderose artigliate, ma la debolezza ai fulmini non era svanita e quei pochi colpi che Itsuki riuscì a mandare a segno indebolirono il demone tanto quanto lei. Così, pochi minuti dopo, quando si allontanarono l’uno dall’altra, entrambi ansimavano stremati e sanguinanti.

 

“Non ti basta ancora?”, chiese Itsuki in tono provocatorio, ripulendosi il sangue dal labbro e ricoprendo nuovamente le mani con varie scariche, ognuna con la forza di una vera tempesta.

 

“Ho appena cominciato!”, fu la replica di Kage mentre il suo corpo mutava ancora una volta. Il nuovo aspetto sorprese più di qualunque altro la Warrior, visto che il demone si era trasformato in un altro Amazon che assomigliava terribilmente ad Omega e Sigma, ma col corpo completamente rosso e a strisce verdi. I ben definiti muscoli pettorali e addominali erano argentei e ricoperti di cicatrici e mani e piedi erano avvolti in una corazza nera da cui spuntavano lunghe lame simili a pinne; infine la testa era rettiliana, con occhi verde brillante e una curiosa antenna al centro della fronte. Pareva quasi il perfetto opposto di Haruka.

 

“Quell’aspetto…è forse…?!”, domandò Itsuki al compagno, il quale si stava intanto rialzando.

 

“Esatto. Quello è Takayama Jin. Il creatore di tutti gli Amazon e l’Amazon Alpha”, confermò Haruka, la voce piena di rabbia e sdegno. “Maledetto bastardo… Come… COME RIESCI A TRASFORMARTI IN TUTTI LORO?! COME FAI AD AVERE I LORO POTERI?!”

 

In quel momento, Itsuki sembrò avere un’illuminazione: “Diablo ha detto che è stato creato come un cacciatore di Kamen Rider, con lo scopo di assorbire il loro potere e diventare così un essere perfetto…e nel duello con Hongo Takeshi aveva effettivamente acquisito il suo potere dopo averlo sconfitto e l’ha poi usato contro di noi insieme a quello di molti altri Rider… Tu dici di essere suo fratello…possibile allora che tu abbia i suoi stessi poteri? È così, vero? Hai assorbito il potere dei vecchi nemici e compagni di Haruka e li stai usando a tuo piacimento!”

 

Il volto mutato di Kage non poteva certo mostrare i cambiamenti di emozione, eppure sia Itsuki che Haruka ebbero l’impressione che il demone fosse passato dalla sorpresa ad una sorta di…amarezza?!

 

“Voi Warrior siete davvero perspicaci, o forse tu, Warrior Iupiter, lo sei in particolare”, disse infine. “Hai indovinato, ti faccio i miei complimenti. Vedi, originariamente Diablo non era la sola creazione programmata, bensì era soltanto parte di un progetto ben più grande. Il Progetto Demon Rider.”

 

“Demon…Rider?”, mormorarono confusi Haruka e Itsuki all’unisono.

 

“Voi Warrior Planet non siete mai state il solo obiettivo di Lord Astaroth. Il mio signore aveva sempre avuto un particolare interesse anche per i guerrieri che combattevano in varie parti della Terra o dimensioni alternative per proteggere la libertà delle altre creature, tra cui i famigerati Kamen Rider. Arrivò presto a desiderare di fare propri quei guerrieri e i loro poteri, così da potersi creare il più potente degli eserciti, ma sapeva anche che non sarebbe mai riuscito a corromperli come chiunque altro. Ogni Kamen Rider ha ottenuto il suo pieno potere accettando ogni suo lato, sia quelli positivi che quelli negativi, per questo sono sostanzialmente immuni alla seduzione dell’oscurità, a meno che non si proceda per vie complesse e intricate che possono portare all’alterazione della realtà stessa” emise una risata lugubre, come se stesse pensando a una barzelletta che conosceva solo lui “e, detto tra noi, si era già stufato di simili mezzi dopo aver inseguito un obbiettivo che gli è sempre sfuggito. Così Lord Astaroth avviò questo progetto, con cui prevedeva di creare un esercito di demoni che fossero capaci di rubare e assorbire i poteri dei Rider per renderli propri, divenendo così dei veri Demon Rider, opposti infernali degli ormai svuotati Kamen Rider. Per creare me, Diablo e i nostri fratelli, mise insieme i corpi di numerosissimi demoni e componenti di varia natura provenienti dai mondi dei Rider e dai resti dei loro nemici che possedevano poteri simili, in modo che avessimo la capacità e la compatibilità per acquisire quei poteri e usarli appieno… Ma le cose non andarono come sperava.” Più Kage parlava e più la sua voce sembrava riempirsi di emozioni complesse e cupe. Sembrava quasi ingoiare un boccone amaro ad ogni parola. “In origine, dovevamo esserci tanti futuri Demon Rider quanti i Kamen Rider, ma gli esperimenti si rivelarono più complicati e fallimentari del previsto. Più di metà dei miei fratelli perirono prima ancora di prendere vita e l’altra metà si rivelò formata da creature incomplete e difettose, capaci sì di assorbire i poteri dei Kamen Rider ma in modo imperfetto e, soprattutto, dotati di una brevissima durata vitale, limitata a massimo una settimana di vita e dimezzata in caso di assorbimento eccessivo di un potere esterno. Me compreso, naturalmente. Anch’io sono solo uno dei prodotti fallimentari di Lord Astaroth, come tutti i miei altri fratelli…ad eccezione di Diablo.”

 

“Diablo è il fratello perfetto, vero?”, chiese Itsuki, che ormai iniziava a tirare facilmente i fili dell’intera storia, scoprendosi disgustata da un simile modo di trattare la vita altrui. “Ho visto la sua forza e le sue abilità: nessun ‘prodotto fallimentare’” sottolineò quelle parole facendo delle virgolette con le dita, “come dici tu, potrebbe avere poteri tanto potenti e complessi senza alcuna ripercussione. Scommetto che lui è stato l’unico a risultare completo, giusto?”

 

“Bravissima. Hai indovinato di nuovo, Warrior”, rispose incolore Kage. “Sì, è proprio così. Diablo fu l’unico di noi a nascere completo e privo di difetti, anzi risultò essere pure di più: non era in grado di assorbire i poteri di un solo Kamen Rider, ma di tutti. Era compatibile con qualunque potere e poteva usarli anche tutti insieme, andava oltre ogni più rosea previsione di Lord Astaroth e così divenne immediatamente il suo preferito, anzi il suo unico figlio e soldato perfetto. Il prescelto per assorbire i poteri di tutti i Kamen Rider e della Croce di Fuoco e diventare l’unico e solo Demon Rider supremo, il guerriero più potente al servizio del signore dell’oscurità. Tutti noi invece siamo diventati banali scarti, semplici tramiti per catturare i poteri dei Rider e consegnarli a lui prima di essere eliminati per sempre. Ecco perché lo odio, perché tutti noi lo odiamo… PERCHÉ LUI CI HA PORTATO VIA TUTTO!” La rabbia del demone esplose in una fortissima emanazione di energia che fece indietreggiare Haruka e Itsuki e diede fuoco a qualunque pianta e materiale secco nel raggio di 50 metri. Poi parve calmarsi, continuando a spiegare mentre la sua corazza veniva illuminata dalle fiamme: “Tuttavia, abbiamo anche noi una possibilità: nel caso dovessimo riuscire nell’impresa di prendere i poteri dei Kamen Rider ed eliminare nel processo anche voi Warrior Planet, Lord Astaroth ci ricompenserà con una vita nuova, una vita vera e completa! Potremo finalmente essere veri demoni con una propria identità unica! Ed è questo che io bramo davvero. Questo è il motivo per cui combatto e per cui vi ucciderò!”

 

“Tsk! E tu credi davvero alle parole di un essere malefico come Astaroth? Sei più stupido di quanto pensassi!”, sbuffò sprezzante Itsuki sputando a terra. “Il tuo caro signore ti sta solo usando per i suoi scopi, ho visto come tratta chi lo delude! Tu non sei niente per lui, niente più che un prototipo del suo figlioletto preferito! Non sprecherebbe mai i suoi poteri per te e, anche volesse farlo, non potrebbe perché nemmeno lui ha questa capacità! Apri gli occhi, Kage: sei solo una marionetta del suo teatro, un burattino!”

 

“FA’ SILENZIO, MOCCIOSA!”, urlò in rimando Kage assumendo una posizione aggressiva. “Tu non sai niente di lui e di certo non sei lui! Perché mai dovrei ascoltarti?! Ti dirò di più: anche non ricevessi niente, combatterei comunque: uccidendo te e Omega e prendendo i suoi poteri, proverò non solo al mio signore, ma soprattutto a me stesso che posso essere più di un banale errore di produzione! Che io sono un individuo vero e vivo, un demone autentico!”

 

Anche lui. Anche lui vuole solo vivere…, pensò mestamente Haruka. Che si trattasse di umani, Amazon o demoni, sempre quella era la storia. Tutti volevano solo vivere, ma c’era sempre qualcosa che glielo impediva o si opponeva alle loro esistenze. Poi un interrogativo lo folgorò di colpo: “Ma perché io? Perché i miei compagni e avversari morti? Io non sono un Kamen Rider! Nessuno di noi o loro lo è! Allora perché ci avete presi di mira? Cosa c’entriamo noi?”

 

“Invero. Tu non sei un Kamen Rider, Mizusawa Haruka. O meglio, non ancora.” Il tono di Kage si fece malizioso e falsamente solenne. “Tra i primi sette Showa Rider, i cosiddetti Rider leggendari, ve n’era uno noto come Kamen Rider Amazon, una probabile versione di te o di uno del tuo mondo appartenente ad una realtà alternativa. Tu gli somigli molto e per questo hai il potenziale per diventare tu stesso un Kamen Rider. Ecco perché sono qui, per realizzare il mio desiderio e impedirti di realizzare il tuo destino! Anche se…” La sua voce prese una nota beffarda. “…a quanto pare non serve il mio intervento per quest’ultimo impegno. Uno come te, così pieno di colpe e crimini, non potrà mai diventare un Kamen Rider! Sei e resterai sempre una semplice fiera braccata!”

 

Quelle parole furono come frecce alla coscienza di Haruka, il quale crollò su un ginocchio stringendosi la mano destra alle lenti oculari. Aveva ragione. Aveva maledettamente ragione! Come poteva perdonarsi dopo tutto quello che aveva fatto? Come poteva anche solo sperare di poter diventare come quei Kamen Rider, quegli eroi che proteggevano la pace e la libertà dei mondi?! Cos’era lui, dopotutto? Un esperimento di laboratorio scappato e andato fuori controllo, un assassino, un mostro! Ecco cos’era!

 

“Fai silenzio, bastardo schifoso!”, urlò Itsuki, avvolta in un velo di pura e furiosa elettricità azzurra. “Chi sei tu per giudicarlo?! Chi sei tu per dire chi è davvero?! Tu! Una cavia da laboratorio fallita che piange perché il suo creatore l’ha rinnegato! E che si è fatto abbindolare da quello stesso creatore e si fa ora sfruttare come schiavo! Altro che demone! Sei la brutta copia del mostro di Frankenstein al massimo! Haruka avrà fatto tanti errori, ma ha sempre agito cercando di portare giustizia a chi soffriva! Non hai nemmeno il diritto di parlare di lui, tantomeno di insultarlo!”

 

“Lurida sgualdrina!”, ruggì furente Kage, scagliandosi su di lei. Itsuki non si fece indietro e lo accolse anzi a braccia aperte emanando un potente fulmine dalle mani contro di lui. Per sua somma sorpresa, però, il demone non evitò l’attacco, bensì lo ricevette in pieno, urlando di dolore e bruciandosi la carne nel ricevere quelle scariche elettriche, eppure non si fermò. Anche davanti a tutta quell’energia prodotta, continuò ad avanzare fino ad arrivare davanti alla Warrior, sconvolta da quella resistenza innaturale. “La vuoi sapere una cosa…divertente?”, parlò a fatica Kage, beffardo. “Sai perché…solo Diablo risultò…perfetto? Perché…per crearlo…Lord Astaroth ha usato il sangue…DELLA VOSTRA AMATA SERENITATIS!”

 

Quelle parole scioccarono Itsuki a tal punto che si paralizzò per un istante, sufficiente a Kage per respingere il fulmine e arrivarle proprio di fronte.

Lì vicino, malgrado il suo conflitto interiore, Haruka era rimasto concentrato sulla battaglia e riconobbe subito quell’avanzata implacabile e la posizione di attacco che stava assumendo. È proprio come…Jin-san…, pensò osservando con orrore il demone alzare il braccio sinistro, su cui la lama andò a drizzarsi come una cresta, divenendo ancora più ampia e affilata. No. NO!

 

“Violent Slash!”, ringhiò Kage sferrando il colpo su Itsuki. La Warrior si liberò dallo stupore ed emanò uno scudo elettrico all’ultimo istante per proteggersi, ma la lama del demone riuscì a penetrarlo, seppur a costo di gran parte del braccio; ciò che rimaneva fu comunque sufficiente per ferire gravemente la ragazza, la quale crollò a terra tenendosi il petto sanguinante e rantolando di dolore. Staccandosi e gettando via i resti dell’ormai distrutto braccio sinistro, Kage alzò poi il destro, che mutò in un arto avvolto in scaglie verde scuro e corazzato sull’avambraccio con placche metalliche, che si modellarono a loro volta per assumere la forma di una motosega sormontata da una mitragliatrice gatling.

 

“Ora…MUORI!”, urlò il demone puntandole contro l’arma, il cui carrello multiplo iniziò a ruotare paurosamente. Itsuki chiuse gli occhi, attendendo impotente la raffica di proiettili.

 

Gli spari furono però seguiti da un urlo inaspettato che la costrinse ad aprire gli occhi e si ritrovò ad osservare sconvolta la schiena di Haruka, balzato davanti a lei per proteggerla, mentre veniva crivellato brutalmente dai proiettili dell’arma in una pioggia di sangue. La gatling tuonò assordante riempiendo di buchi sanguinanti il torso del giovane, ma questi resistette al dolore e lentamente iniziò a rialzarsi.

 

“Q-Quella…è l’arma…di Mido…”, mormorò ricordando con rabbia l’autoproclamato Neo Alpha, colui che aveva cercato di usare gli Amazon come cibo per gli umani, capovolgendo il loro stesso ruolo primario. Sfruttando quel furore, Haruka sopportò la scarica e allontanò il braccio dell’altro con un pugno, per poi attaccarlo con un doppio gancio che il demone evitò prima di attivare stavolta la motosega e sferrare un fendente ascendente che Omega intercettò chiudendo il piatto dell’arma tra i palmi delle sue mani. “Come hai ottenuto…quei poteri? Hai detto che…potete assorbire il potere…dei Rider e di esseri…simili a loro…ma come…COME li assorbite?”, domandò sforzandosi per tenere la lama attiva lontana da sé.

 

Lo sguardo di Kage incrociò quello di Haruka e quest’ultimo fu sicuro che l’avversario stesse ghignando sotto il volto di Alpha. “Se proprio vuoi saperlo, in vari modi, ma nel mio particolare caso… Io sono nato da vari esperimenti genetici su DNA e cellule e prendo potere tramite essi, perciò diciamo che il mio modo di assorbimento…è esattamente come il vostro di nutrimento!”

 

“I corpi di Jin-san…Mamoru-kun…Chihiro…Iyu…Muku…li hai…LI HAI…!”, gridò Haruka allontanando con un violento movimento la motosega da sé e facendo barcollare Kage, poi afferrò la manovella sinistra della cintura e la girò una volta.

 

“Violent Punish!”, provenne dal Driver mentre le lame sul braccio destro di Haruka

diventavano più grandi e affilate e si scagliava sul demone, il quale si limitò invece a brandire ancora la sua motosega. Con un doppio urlo, i due si colpirono nello stesso istante, le lame di Haruka affondarono in profondità nel petto di Kage mentre la motosega del demone si piantava nella spalla sinistra dell’Amazon e cominciava a scavare attraverso tessuti e ossa, facendo schizzare sangue e brandelli di carne ovunque. Lì vicino, Itsuki osservò disgustata e sconvolta quella scena raccapricciante e, poco lontano, anche un’altra persona, accortasi di quell’ultimo attacco incrociato, impallidì prima di urlare:

 

“HARUKA!” Mizuki si liberò con una raffica di mitragliatore dell’Amazon fasullo che le stava di fronte e corse verso il suo fratello adottivo, decisa ad aiutarlo. “HARUKA!”

 

“M-Mizuki…?! Stai lontana…!”, le gridò dietro Haruka quando la vide correre verso di lui, ma così commise l’errore fatale di distrarsi e Kage ne approfittò immediatamente: con un gesto secco e brutale, affondò ancora di più la motosega nella spalla del giovane per poi tirare verso di sé. La lama attiva penetrò fino al pettorale sinistro prima di uscire dalla ferita e tirarsi dietro un grosso pezzo di carne e ossa del suo corpo, facendo schizzare sangue scarlatto nell’aria; allo stesso tempo, come effetto collaterale, anche Haruka strappò via violentemente le sue lame dal petto di Kage, lasciando un profondissimo squarcio dal quale sgorgava copioso sangue nero. I due avversari indietreggiarono all’unisono, ma Haruka era ferito ben più gravemente e crollò prono a terra, perdendo nel contempo la trasformazione e ritrovandosi nella sua forma umana.

 

Quasi metà della sua spalla sinistra era stata strappata via, esponendo i tessuti e le ossa sottostanti, anch’esse seriamente danneggiate; la ferita perdeva sangue a fiumi ed era un miracolo che il suo braccio fosse ancora attaccato al corpo, seppur solo per una scarsa porzione di carne e ossa. Un umano normale sarebbe quasi istantaneamente morto con una simile ferita, ma anche con la sua fisiologia Amazon non sarebbe sopravvissuto a lungo.

 

“HARUKA! Mio dio, Haruka! Ti prego, resisti! RESISTI!”, gemette disperata Mizuki inginocchiandosi accanto a lui. Alla vista della terribile ferita, non riuscì a trattenere un gridolino terrorizzato e calde e salate lacrime cominciarono a colare dai suoi occhi. “Non morire, ti prego! DEVI RESISTERE!”

Lì vicino, anche Itsuki cominciò a trascinarsi a fatica verso i due. Non poteva abbandonarli, ora meno che mai.

 

“Così…debole. Così…vulnerabile”, disse Kage indietreggiando ancora per rimanere in piedi, ansimante per il petto squarciato ma trionfante. “Non te l’ho già detto…Mizusawa Haruka? Tu non hai il diritto di essere un Kamen Rider e nemmeno hai il diritto di vivere! Guardati! Cos’è stata la tua vita se non un gigantesco insieme di errori, fallimenti e omicidi? Hai lottato e ucciso quelli della tua stessa specie per proteggere gli umani e loro ti hanno rifiutato e braccato come un cane rabbioso! Hai tentato di far convivere gli Amazon con gli umani per permettergli di continuare a esistere e loro ti hanno rinnegato e reso un emarginato! Non sei mai riuscito a fermare Takayama Jin se non quando ha passato il punto di non ritorno perché ti sei ostinato a cercare in lui qualcosa che ormai non esisteva più da tempo! Hai spezzato continuamente vite per sopravvivere e ovunque sei passato hai portato solo disgrazie a coloro che ti stavano a cuore! Mamoru, Iyu, Chihiro, Nanaha, Jin…tutti loro sarebbero stati meglio se tu non fossi mai esistito!”

 

Nell’udire quelle parole e la successiva risata sprezzante del demone, Haruka, seppur intontito dalla forte perdita di sangue e dallo shock causato dal dolore, non riuscì a trattenere le lacrime. In quello stesso momento, le nuvole che si erano nel frattempo accumulate in cielo, tuonarono e una fitta pioggia iniziò a precipitare pochi secondi dopo. È vero, poté solo pensare mentre piangeva silenziosamente. Io sarei dovuto morire tanto tempo fa… Anzi no, ha ragione: non sarei mai dovuto nemmeno nascere. Sono stato solo una disgrazia per chiunque m’incrociasse e non ho mai ottenuto niente nella mia breve e inutile vita. Come ho potuto essere tanto arrogante e ingenuo da pensare di poter essere come quegli eroi di cui parlavano? Io non sono come loro. Non sono niente, soltanto un…

 

“NON È ASSOLUTAMENTE VERO!” Quell’inaspettato, fortissimo urlo fu di Mizuki, ora drizzatasi a sfidare apertamente il nemico, lo sguardo bruciante di determinazione e sicurezza. “Haruka non è affatto come lo descrivi tu! Pur essendo un Amazon, lui non ha mai smesso di combattere per coloro che amava! Pur continuando ad essere odiato, cacciato, ferito…lui non si è mai arreso e ha sempre lottato per ciò che riteneva essere giusto! Con tutto quello che gli è successo, avrebbe avuto più diritto di chiunque altro di abbandonarci e andarsene per la sua strada, invece non l’ha mai fatto! Al contrario, ha sempre agito per il bene di entrambe le specie, umani e Amazon a pari merito, e li ha difesi entrambi con la sua stessa vita! Lui è la persona più buona e generosa che io conosca e la sua nascita, la sua sola esistenza…sono state le più grandi benedizioni della mia vita!” Si voltò verso l’incredulo Haruka. “Tu non sei una disgrazia, Haruka, né un errore o un malvagio! Sei la persona più importante della mia vita e senza di te non sarei mai arrivata dove sono ora! Tu mi hai salvata innumerevoli volte e mi hai fatto vedere il vero volto del mondo e di questo ti sarò sempre grata! E sappi che io non sono l’unica!”

 

Haruka vide Mizuki voltare lo sguardo verso destra e la seguì d’istinto, solo per rimanere ancor più sconvolto: anche con la vista annebbiata dal dolore, dalla perdita di sangue e dalla pioggia, vide chiaramente le sagome di tutti i bambini Amazon dell’orfanotrofio, raccolti ai limiti della radura in cui si svolgeva la battaglia, i quali lo incitavano e lo guardavano con lo stesso sguardo che gli avevano sempre rivolto: uno sguardo carico solo di ammirazione, gratitudine e calore.

 

“Non te ne sei accorto perché stavi combattendo, ma loro sono tornati per te, per sostenerti. Tu hai messo continuamente in pericolo la tua vita per noi, senza mai pensarci due volte, perciò ora tocca a noi farlo per te. Tu sei il nostro eroe, Haruka, lo sei sempre stato e sempre lo sarai. E anche se dovessi perderti lungo la via, se dovessi cadere nell’oscurità…” Sorridendo gentile, Mizuki s’inginocchiò davanti a lui e gli prese il volto tra le mani, accarezzandoglielo dolcemente. “…io ci sarò sempre per aiutarti a ritrovare la strada di casa. Per tornare da noi. Da me.”

 

La luce parve tornare negli occhi di Haruka, il quale, anche se ancora ferito gravemente, trovò la forza per alzare almeno un po’ il busto e stringere una delle mani di Mizuki con la sua unica ancora funzionante, rivolgendole un sorriso grato e commosso. L’unico per nulla toccato era Kage, che puntò la sua gatling contro la schiena della ragazza. “Quante parole stucchevoli e amorevoli…siete davvero troppo teneri. Mi date il voltastomaco”, disse con voce nauseata. “Ma se davvero tu significhi tanto per quei pargoli, Mizusawa Haruka…allora dovrei ricompensarli, non credi?!” E spostò la sua arma contro i bambini per poi fare fuoco.

 

“Non provarci nemmeno!” Una barriera di fulmini si frappose tra Kage e i bambini, disintegrando i proiettili in scoppi di scintille. Subito dopo, fu Itsuki a mettersi tra loro e il demone, fissando quest’ultimo con un’espressione più determinata che mai. La ferita sanguinava ancora, eppure la Warrior non sembrava badarci più, anzi la sua aura brillava più forte che mai. “Amazon o no, non ti permetterò di toccare quei bambini e i miei amici, tantomeno Haruka. Ho sentito abbastanza stronzate dalla tua bocca, ma ora basta. Tu non sai davvero nulla di lui e non ti permetterò di sputare ancora sulla sua anima. Se Mizuki e quei bambini proteggeranno il suo cuore, sarò io a proteggere il resto da te!” In quel momento, un fulmine discese dalle nubi temporalesche soprastanti e andò a colpire in pieno il corpo della Warrior, ma quest’ultima, invece di subire danni, assorbì completamente la scarica elettrica caricando ancora di più la sua energia; allo stesso tempo, la sua ferita smise di sanguinare e parve rigenerarsi quasi del tutto.

 

“Assorbimento d’energia…”, fece Kage con un misto di sorpresa e rabbia.

 

“L’hai forse dimenticato, stronzetto? Io sono Fukuda Itsuki, Warrior Iupiter e sovrana dei fulmini!” Nuovi lampi illuminarono le nuvole soprastanti e diversi fulmini caddero circondando la figura dell’eroina, la quale ora pareva quasi una divinità come quella da cui prendeva il suo titolo. “Questo temporale sembra un segno del destino, non ti pare? A quanto pare i cieli non sono dalla tua parte!”

Una raffica di scariche elettriche azzurre partì dalle sue mani contro Kage, il quale dovette necessariamente schivare correndo di lato per poi puntare la gatling e fare fuoco, ma ancora una volta una barriera respinse ogni suo proiettile. Itsuki scattò in avanti con le mani avvolte nei fulmini e intercettò il demone con una serie di pugni e calci che l’altro schivò o parò a fatica con la motosega del braccio rimanente, tuttavia la nuova carica elettrica non solo lo danneggiò lo stesso, ma protesse anche la ragazza dalla lama dentata dell’arma.

 

Appurato che il nemico era momentaneamente impegnato, Mizuki si rigirò verso Haruka e prese un contenitore cilindrico di metallo che le pendeva dal fianco.

 

“Vorrei chiederti più di ogni altra cosa di non combattere mai più…ma so che non puoi e non vuoi farlo. Ora meno che mai”, gli disse aprendo il contenitore e rivelando, per sorpresa dell’altro, diverse uova sode al suo interno. “Perciò mangia, Haruka. E combatti. Non per noi stavolta, ma per te stesso.”

 

“Fagli vedere chi sei, Haruka-niichan!”, urlò uno dei bambini. “Sei tu il più forte!” E subito tutti gli diedero man forte con gli incitamenti.

 

“Li senti, Haruka? Non ti ho mentito quando ho detto che sei un eroe per noi”, gli sorrise Mizuki. “Forse hai commesso dei peccati e degli errori, ma hai sempre lottato per coloro che amavi e questa è sempre stata la tua più grande forza. Noi non potremmo mai odiarti, perciò…è ora che anche tu perdoni te stesso.”

 

Perdonarsi? Dopo tutto quello che aveva fatto? Poteva davvero riuscirci?

Haruka guardò prima i bambini e poi dritto negli occhi Mizuki e, istintivamente, si ritrovò a ricambiare la stretta della sua mano sulla propria, piegando infine la bocca in un sorriso. Sì, per loro posso farlo. Devo farlo, pensò afferrando le uova e mangiandole una dopo l’altra, masticandole con l’intero guscio ancora addosso. Le forze iniziarono a tornargli rapidamente e la tremenda ferita a rigenerarsi con incredibile rapidità, mentre si sforzava per rimettersi prima in ginocchio e poi in piedi. Anche se a fatica, riuscì a rialzarsi e, preso l’ultimo uovo, si diresse verso i due duellanti, completamente assorbiti nel loro feroce scontro.

 

Non posso cancellare ciò che ho fatto, ma devo accettare che l’ho fatto perché era l’unica soluzione possibile per proteggere le persone che amavo e per salvare la vita di molti altri. Il passato ormai è passato, ora devo guardare solo al futuro. E intendo continuare a vegliare su di loro. Forse la mia è ingenuità o solo arroganza…ma è ciò che voglio davvero. Per questo, almeno per oggi, anche se dovesse essere solo per un giorno, voglio essere degno del nome di Kamen Rider!, dichiarò mentalmente prima di ficcarsi l’uovo in bocca, masticarlo vigorosamente e ingoiarlo in un sol boccone. Le proteine del cibo vennero subito assorbite dalle sue cellule e la ferita si richiuse quasi completamente; il dolore non era ancora del tutto svanito, ma il braccio era di nuovo sensibile e le sue energie si erano ampiamente ristabilite. Flettendo le dita e l’avambraccio per verificarne la funzionalità, Haruka trasformò poi la camminata in una corsa e approfittò della distrazione di Kage per colpirlo al fianco con un poderoso calcio che lo mandò a rotolare per terra.

 

“Ma guarda…il nostro Omega si è fatto crescere una spina dorsale, dunque?”, chiese sarcastico Kage rialzandosi. “Davvero un branco di mocciosi inumani e una ragazzina appena uscita dall’adolescenza sono bastati a farti dimenticare i tuoi peccati? Alquanto superficiale, non trovi? Forse-”

 

“Non ho dimenticato un bel niente. Mai potrei dimenticare”, lo interruppe Haruka ponendosi al fianco di Itsuki. “Ma non permetterò mai più al passato di frenarmi, tantomeno di lasciare che un essere spregevole come te resti a piede libero! Per Mizuki, i bambini e tutti coloro che sono morti in questi anni, io ti fermerò!”

 

“E io ti darò una mano!”, fece Itsuki guardandolo soddisfatta e battendogli una mano sulla spalla. “Sarà un piacere eliminare questo demone insieme a te! Il suo modo di fare è tra quelli che più odio!”

 

La risolutezza nei loro sguardi fece inferocire il suddetto demone, dal corpo del quale iniziò a fuoriuscire un fumo nero e denso che avvolse del tutto la sua figura.

 

“Allora così sia. La mia esistenza non finirà qui, non per mano di due sedicenti paladini della giustizia come voi”, disse la sua voce, di colpo divenuta più profonda e inquietante. “Voi Amazon non siete nuovi al concetto, dopotutto, vero? Vogliamo tutti vivere alla fine della fiera… Dunque che il diritto di vivere di uno di noi sia scelto da questo scontro all’ultimo sangue!”

 

Un’esplosione di energia oscura seguì quelle parole e fece disperdere il fumo, rivelando la nuova figura di Kage ai suoi avversari: un amalgama di tutte le sue forme precedenti. Le gambe erano quelle di Sigma, mentre il corpo era quello di Jin/Alpha ma con una corazza come quella di Chihiro e Mido, una finta ala di piume nere intorno alla spalla sinistra come Iyu e un grosso spallaccio simile a quelli di Mamoru sulla spalla destra; la testa era anch’essa quella di Jin/Alpha, seppur con l’aggiunta di scaglie verdi, di un paio di placche metalliche ai lati e di una bocca aperta piena di denti aguzzi. Aveva sei braccia delle quali le prime erano quelle di Chihiro a destra, con tanto di lama estesa, e Jin/Alpha a sinistra, le seconde erano la motosega/gatling di Mido a destra e il braccio nero di Iyu a sinistra e le terze erano entrambe quelle di Sigma ma armate con gli artigli di Mamoru. Infine, dalla schiena gli spuntavano le ali da insetto della regina formica Amazon e numerosi e lunghi tentacoli che si agitavano nell’aria, simili a quelli di Chihiro ma ricoperti di aculei. Le precedenti ferite erano sparite.

 

“Andiamo, Itsuki-san”, disse Haruka girando una delle maniglie del suo Amazon Driver. “Amazon!”

“Omega: Evolu-E-Evolution!”, provenne dalla cintura mentre una potentissima aura verde esplodeva dal suo corpo e lo trasformava di nuovo nella sua forma da battaglia. Anche le sue ferite erano completamente scomparse.

 

“Andiamo, Haruka”, ripeté Itsuki con un forte cenno del capo, venendo subito avvolta da ancora più scariche elettriche, al punto che sembrava quasi indossare un’armatura di fulmini.

 

A un comando non udibile, tutti e tre attaccarono. Kage scagliò i suoi tentacoli spinosi contro Haruka e Itsuki, ma questi corsero in avanti evitandoli o respingendoli con rispettivamente gli aculei sulle braccia e barriere elettriche. Giunti di fronte al nemico, i due lo attaccarono poi con una combinazione di pugni e calci, rapidi e potenti da parte di Itsuki e più violenti e feroci ma non incontrollati da parte di Haruka, che costrinsero Kage a difendersi con le sue molteplici braccia per poi contrattaccare: la lama estesa di Chihiro si mosse contro Itsuki mentre il braccio di Sigma e Mamoru cercò di artigliare all’addome Haruka, ma entrambi le bloccarono.

 

La motosega di Mido scattò allora insieme al braccio armato di lama di Jin verso i due, tuttavia stavolta fu Itsuki a coglierlo di sorpresa usando la sua presa sul braccio di Chihiro per trasmettere attraverso di esso una fortissima scossa elettrica a tutto il resto del corpo del demone, che si ritrovò preso a urlare di dolore e coi centri nervosi paralizzati. A quel punto intervenne Haruka, il quale prese una delle maniglie della cintura e la estrasse rivelando attaccata ad essa una spada corta, che usò subito per vibrare due potenti fendenti che prima tagliarono via il braccio di Jin dal demone e poi gli aprirono un profondo squarcio nel petto.

 

Il dolore riscosse Kage, il quale ruggì di rabbia e usò i suoi tentacoli per afferrare i due avversari e scagliarli via, dopodiché le sue mani di Sigma e Mamoru iniziarono a concentrare una grossa quantità di energia oscura che scagliò sotto forma di sfere. Haruka e Itsuki schivarono agilmente i colpi per poi ripartire all’attacco: quando altri tentacoli di Kage li assalirono, la Warrior usò stavolta un potente fulmine per disintegrarli, mentre Omega estraeva un’altra spada dalla maniglia rimasta del Driver e la usava insieme all’altra per tagliarli via. Alcuni riuscirono a passare e a ferirlo, ma il giovane non ci badò nemmeno. Si sentiva più forte e determinato che mai e non sarebbero certo stati due graffi a fermarlo.

 

“Sempre così voi eroi della luce… Ma perché non vi decidete una buona volta a piegare la testa e arrendervi?!”, gridò esasperato Kage caricando altra energia oscura e scagliando stavolta da tutte le braccia una serie di raggi nero pece che impattarono più volte sui due, scagliandoli a terra. Né la Warrior né Omega, però, rimasero a terra, anzi si rialzarono rapidamente, gli sguardi di entrambi più determinati che mai.

 

“Noi non ci arrenderemo mai a uno come te! Né tantomeno al tuo padrone Astaroth!”, replicò Itsuki creando una barriera per difendersi dai raggi, seppur a fatica. “Abbandonare la Terra e gli altri pianeti nelle mani di pazzi assetati di potere come voi…? Mai e poi mai!” E scagliò un fulmine più veloce e carico degli altri che prese in pieno petto il nemico, facendolo indietreggiare.

 

“Come ho già detto…se ti permettessi di vincere, dopo quello che hai fatto ai loro corpi…non solo Mamoru-kun e Muku, ma anche Iyu, Chihiro e Jin-san non me lo perdonerebbero mai! Per questo, ti sconfiggeremo, Kage!”, urlò invece Haruka evitando i raggi, dopodiché, sfruttando l’apertura fornita dalla compagna, rinfoderò le due spade e riestrasse una delle due maniglie svelando stavolta una lancia nera.

“Violent Break!”, emise il Driver mentre il giovane scagliava con tutta la sua forza l’arma, mandandola a trapassare l’addome del demone con un orrendo rumore di metallo, carne e ossa sfondate. Quello gemette e si portò le mani restanti al petto per strapparsi via la lancia, ma crollò poi in ginocchio per la gravità della ferita.

 

“Adesso! Andiamo!”, urlò Itsuki scattando verso l’avversario, subito seguita da Haruka. Kage si rimise in piedi a fatica e tentò di nuovo di colpirli con le sue braccia multiple, ma l’arroganza e la rabbia avevano ottenebrato la sua mente e, nella fretta di usare più potere per eliminare i suoi nemici, non aveva considerato gli aspetti negativi della sua nuova forma.

 

Le braccia multiple erano utili per attacchi a ripetizione e a distanza, ma in difesa avevano una minore capacità mobile a causa del fatto di essere tutte diverse tra loro: cercando di difendersi e contrattaccare allo stesso tempo, per di più da due direzioni opposte nello stesso tempo, riusciva a compiere solo movimenti impacciati e così finiva per scoprirsi spesso ai loro attacchi.

E difatti, dopo alcuni scambi, Itsuki riuscì ad afferrargli il braccio di Iyu in una presa di karate e, con un pugno caricato di fulmini, gli fece esplodere il gomito staccandogli così l’arto di dosso.

 

Dall’altra parte, Haruka era riuscito invece a bloccare la motosega di Mido tra gli aculei di entrambe le braccia e, prima che Kage potesse aumentare la velocità della lama o azionare la gatling, tirò alle estremità opposte strappando via la catena dentata dall’arma e piegandone la lama, dopodiché, accortosi stavolta del braccio armato di Chihiro che scendeva su di lui, lo fermò afferrandolo a mezz’aria e, puntellandosi con un piede al petto ferito del demone, tirò fino a staccarglielo. Rimasto con sole tre braccia, di cui una quasi inservibile, e grondante sangue nero da tutto il corpo, Kage indietreggiò barcollando vistosamente.

 

“Arrenditi, è finita!”, gli intimò Itsuki ricevendo in risposta solo un ringhio furente.

 

“Non è finito niente finché sono vivo!”, ribatté prima di sprigionare altro potere oscuro dal suo corpo. I tentacoli sulla schiena raddoppiarono improvvisamente di numero e le spine che li ricoprivano divennero più lunghe e appuntite per poi coprirsi a loro volta di un’energia negativa. Con un urlo bestiale, Kage vibrò una serie di frustate contro Haruka e Itsuki, sfondando stavolta le loro difese e barriere e ferendoli su tutto il corpo. I due crollarono a terra per i colpi, ma i tentacoli non si fermarono e si avvinghiarono intorno a loro per poi sollevarli in aria; sia la Warrior che Omega urlarono nel sentire le spine lacerare e scavare nella loro carne. “Siete voi che non riuscirete a sconfiggermi! È inutile che insistete!”

 

“Non importa…quante volte…ci atterrerai…”, disse tra i denti Itsuki, sopportando il dolore e richiamando il suo potere.

 

“Finché…avremo fiato…nei nostri corpi…”, continuò Haruka, muovendosi forzatamente e afferrando i tentacoli che lo stringevano.

 

“NOI COMBATTEREMO SEMPRE!!”, conclusero in coro. In quel momento, Itsuki richiamò un nuovo fulmine dal temporale soprastante che andò ad illuminare la sua figura di puro potere e disintegrò i tentacoli che la tenevano stretta. Dall’altra parte, Haruka ruggì a pieni polmoni e, in un bagliore di calda luce verde, dal suo corpo si allungarono una miriade di spuntoni che strapparono e fecero a pezzi i tentacoli che invece bloccavano lui. I due precipitarono verso terra e riuscirono ad atterrare in piedi, ma la ragazza riuscì a rimanere eretta, mentre il giovane Amazon si dovette accovacciato per le ferite riportate con l’ultima azione.

Quella vista rese Kage ancora più furioso e disperato, ma prima che potesse attaccare ancora, fu la Warrior ad anticiparlo poggiando le mani a terra ed emanando scariche elettriche attraverso il terreno fradicio. Un campo di elettricità statica si generò sotto i piedi del demone, il quale si ritrovò paralizzato sul posto.

 

“Tocca a te”, disse poi Itsuki afferrando la mano destra di Haruka. Questi rimase sorpreso nel sentire un’incredibile energia attraversarlo da capo a piedi, concentrandosi infine nel Driver. Gli occhi da rettile sulla cintura brillarono di blu elettrico e le lame sulle braccia e le gambe di Omega si avvolsero nei fulmini della Warrior. “Non otterremo nulla continuando a colpirlo con attacchi ripetuti ma inconcludenti”, continuò lei. “È ora di un bell’attacco finale! Usa pure il mio potere e dagli il colpo di grazia, Haruka!”

 

“Va bene, Itsuki-san!”, annuì lui rialzandosi e allargando le braccia in una posizione di attacco. Dopodiché scattò in avanti contro il demone, immune al campo elettrico ancora attivo grazie al potere passatogli dalla Warrior.

Kage, seppur paralizzato nel corpo, riuscì a muovere almeno i tentacoli rimastigli contro di lui, ma nonostante l’aura oscura che li permeava e potenziava, Haruka li respinse e distrusse tutti con movimenti secchi delle sue nuove lame elettriche, senza rallentare minimamente la sua corsa. Il demone urlò disperato unendo i moncherini dei tentacoli in un'unica, enorme punta affilata che scagliò verso il giovane Amazon, il quale controbatté tirando indietro il braccio destro e poi portandolo in avanti in un poderoso pugno avvolto dai fulmini.

 

““IUPITER FINAL PUNISH!””, urlarono all’unisono le voci di Haruka e Itsuki mentre il colpo distruggeva il pungiglione gigante di Kage e continuava la sua strada fino al corpo del nemico, sfondandogli completamente l’intero torace e tutti gli organi interni da sotto il collo fino agli addominali. Il demone emise degli spasmi strozzati e fece qualche passo indietro prima di crollare finalmente al suolo, sconfitto e agonizzante.

 

In quel momento, tutti i falsi Amazon rimanenti, ancora impegnati contro la squadra del 4C, si bloccarono di colpo e crollarono a terra, sciogliendosi nel giro di pochi secondi in una disgustosa poltiglia scura simile ad un misto tra fango e catrame. Anche lo strato superficiale del corpo di Kage e tutte le sue parti Amazon iniziarono a sciogliersi a loro volta e, sotto di essi, si palesò agli occhi di Haruka e della sopraggiunta Itsuki una nuova, inaspettata forma.

 

“Ma che cosa…? Sarebbe questo…il tuo vero aspetto?!”, fece il primo, sconvolto almeno quanto la compagna.

Un manichino, fu il loro primo pensiero e non era nemmeno tanto lontano dalla realtà. Aveva un aspetto umanoide ma con il corpo completamente nero e liscio, come se fosse stato avvolto in una tuta aderente, privo di particolari ad eccezione di un paio di piccoli spallacci incrinati e dei gambali di metallo anch’essi rotti. La testa era pelata e il volto non aveva alcun tratto distintivo se non un paio di occhi rossi e una bocca sottile. Era un essere talmente anonimo che, se non fossero stati consapevoli della sua vera natura, non avrebbero mai detto che fosse un demone.

 

“Ma cosa sei?”, chiese Itsuki.

 

“Non ve l’avevo già detto prima? Niente di più di un esperimento fallito”, rispose Kage in tono amareggiato. “Tuttavia potremmo dire che, persino tra i miei fratelli, io sono uscito particolarmente male. Più debole di chiunque altro, sono stato incapace di assumere persino una forma definita o di acquisire e mantenere i poteri assorbiti. Ho bisogno di nutrirmi e assimilare una fonte fisica per usarne le capacità poiché non sono in grado di assorbire tramite l’energia diretta, anche per questo ero particolarmente sensibile ai tuoi attacchi, Warrior Iupiter. Ero talmente deludente al momento della mia nascita che il mio signore non si curò nemmeno di darmi un nome, bollandomi subito come fallimento completo. Il nome ‘Kage’ me lo sono scelto io proprio per definire appieno ciò che sono: niente più che un’ombra, qualcosa che si vede per un momento e l’istante dopo è sparita, lasciando appena un senso di deja vù. Avevo preso di mira te, Mizusawa Haruka, perché non eri ancora un vero Kamen Rider e dunque pensavo che, anche con le mie abilità limitate, tu fossi il mio bersaglio ideale…ma a quanto pare mi sbagliavo.” La sua voce divenne ancora più mesta, mentre anche il suo corpo reale iniziava a sciogliersi come cera al sole. “Così è questo il mio destino. Morire poco dopo la mia creazione, privo sia di un’esistenza con un qualche senso che di un’identità… Sono nato un nessuno e morirò come un nessuno… Che vita patetica…”

 

Nel guardarlo, Haruka si sentì un nodo alla gola. Quante volte aveva visto individui combattere solo per sopravvivere? E quante volte la loro vita aveva dovuto invece essere stroncata prematuramente? Alla fine, anche lui è come me…come noi… Quando finirà questa storia?, si domandò, pur sapendo già la risposta: non sarebbe mai finita.

 

“Hai detto che Diablo ha il sangue di Serenitatis dentro di sé”, disse di colpo Itsuki. “Perché Astaroth l’ha fatto? Non è stato solo per creare il suo guerriero ideale, vero? Cosa spera di ottenere con un simile abominio ai suoi ordini?”

 

“Serenitatis ha passato millenni sigillata in un luogo indefinito contenendo dentro di sé la più terribile fonte di potere oscuro mai esistita. Letteralmente ha tenuto dentro di sé l’incarnazione stessa dell’oscurità”, rispose Kage. “Questo ha reso la sua carne e il suo sangue particolarmente adatti a contenere e sfruttare sia i poteri della luce che quelli dell’oscurità e, così, non solo ha reso il corpo di Diablo più forte e compatibile coi poteri di entrambi i mondi dei Kamen Rider, ma virtualmente l’ha reso anche capace di assorbire e sfruttare i poteri della Croce di Fuoco stessa.”

 

“La Croce di Fuoco?”

 

“Proprio così. Una straordinaria quanto misteriosa fonte di energia primordiale che si vocifera sia anche l’origine da cui sono derivati i poteri di tutti i Kamen Rider e dei loro rispettivi nemici. Una massa di puro potere costituita da un perfetto connubio tra luce e ombra, come mai se ne sono viste nell’intero Universo dai tempi della sua nascita e forse è addirittura più antica. Lord Astaroth ritiene che ci sia anche la possibilità che possa persino essere un'entità senziente, che ha generato sia i Kamen Rider che i loro nemici per farli combattere tra loro e sfruttare l’energia prodotta dalle loro battaglie per supportare l’equilibrio del creato stesso, impedendo ad uno dei due lati di luce e ombra di prevalere del tutto sull’altro. Qualunque sia la vera natura della Croce di Fuoco, comunque, l’obiettivo finale di Lord Astaroth è il medesimo: nutrire Diablo coi poteri di tutti i Rider e dei loro nemici in modo da renderlo sufficientemente forte e resistente da poter raggiungere e assorbire la Croce stessa, trasformandolo così nella sua incarnazione vivente. Un essere potente oltre ogni comprensione esistente e suo campione nella lotta contro la luce. L’invincibile combattente dell’oscurità. Il Supremo Demon Rider.”

 

A quella rivelazione, sia Haruka che Itsuki sbiancarono. Quest’ultima divenne particolarmente agitata: “Questa è pazzia! Pura follia! Come può Astaroth non rendersi conto che un simile essere è una minaccia all’esistenza stessa di entrambi i lati?! Se andasse fuori controllo, potrebbe minacciare non solo noi e i suoi nemici, ma lui stesso! Potrebbe rivoltarsi e annientare pure lui prima di distruggere l’intero Universo!” S’inginocchiò accanto al demone afferrandolo per le spalle. “Dove si trova questa Croce di Fuoco? Dov’è? Non possiamo permettere la creazione di un simile abominio!”

 

L’unica risposta di Kage fu però una risatina priva di sentimento.

 

“Spiacente, Warrior Iupiter. Io non so nient’altro, dovrai trovarti da sola le tue risposte. Sempre se farai in tempo, è chiaro.” Il suo corpo continuò a liquefarsi e la ragazza fu costretta a lasciarlo e allontanarsi. Gli occhi del demone si spostarono poi su Haruka. “Mi hai sorpreso, Mizusawa Haruka. Forse hai davvero le qualità per essere un Kamen Rider…ma mi chiedo se sarai in grado di dare alla tua vita un vero significato prima della battaglia finale. Chissà…eheheh…” E con quell’ultimo sghignazzo, la testa di Kage si sciolse insieme a ciò che restava del corpo, ponendo fine alla sua vita.

 

“Dannazione!”, ringhiò Itsuki scagliando un fulmine per terra nel vano tentativo di sfogare la frustrazione. Senza dire nulla, Haruka le mise una mano sulla spalla in un silenzioso conforto e l’altra, seppur ancora furiosa, lo accettò di buon grado iniziando presto a rilassarsi. E mentre l’adrenalina scemava, la fatica dovuta al durissimo scontro si fece subito sentire. “D-Diamine, credo di non essermi mai spinta così in là coi miei poteri”, commentò ansimante crollando sulle ginocchia, mentre Mizuki e il resto della squadra correvano da loro.

 

“Ragazzi, state bene?”, chiese preoccupata ad Haruka, affiancandosi a lui per aiutarlo a sostenersi, mentre i suoi compagni facevano lo stesso con Itsuki.

 

“Tranquilla, Mizuki. Un po' di riposo e sarò in forma come sempre. Itsuki-san ha bisogno di aiuto più di me”, disse Haruka, ma la ragazza si limitò a scrocchiarsi il collo.

 

“Non ce n’è bisogno, sto bene. Se quanto Kage ha detto è vero, ora la priorità è raggiungere le ragazze e gli altri Kamen Rider.”

 

“Ma dove sono? E soprattutto COME ci arriviamo?”, domandò Haruka.

 

Fortunatamente il cielo era finalmente dalla sua parte quel giorno e gli mandò un piccolo aiuto.

 

“A questo possiamo pensare noi”, disse una voce all'improvviso. Voltandosi i tre videro nientepopodimeno che Kadoya Tsukasa, sempre con la sua espressione da schiaffi ma conciato decisamente male rispetto all’ultima volta che Itsuki l'aveva visto, con più di un graffio su guancie e collo e la camicia strappata, mentre al suo fianco c'era...

 

“Angelica?!”, esclamò Itsuki correndo verso la futura custode delle dimensioni, attualmente nella sua divisa dell'accademia Moon Space. Una giacca a maniche lunghe bianca, con gonna fino alle ginocchia e sulla cintura l'emblema del regno di Moon White: uno spicchio di luna dorato.

 

“Ciao, Itsuki, scusa il poco preavviso, ma questa è una parte dello spazio-tempo molto delicata”, salutò la castana abbracciando l'amica e rivolgendosi poi a tutti i presenti. “È un piacere conoscervi. Io sono Angelica Mary Earth, mentre lui è Kadoya Tsukasa, alias Kamen Rider Decade.”

 

“Sono comunque felice di vederti. E anche te, mr. Distruttore di mondi”, rispose Itsuki dando al Rider dimensionale uno sguardo quasi tagliente, sebbene Haruka e gli altri stessero usando un atteggiamento un po' più cauto e rispettoso. “Sbaglio o ti hanno pestato di brutto di recente?”

 

“È del sarcasmo quello nella tua voce? Non mi sembra che tu stia tanto meglio. Il tuo completino è alquanto stracciato”, replicò Tsukasa con lo stesso tono, condito con un’ulteriore nota di scherno che fece strizzare infastidita gli occhi alla Warrior.

 

“Ehm, tu saresti quel Decade di cui parlava Itsuki, giusto?”, chiese lievemente timoroso Haruka, sia per curiosità che per fermare il confronto tra i due.

 

“Esatto, invece Angelica viene spesso dal futuro a farci visita. È anche una delle ragazze più enigmatiche che conosco”, gli rispose Itsuki.

 

“Già, proprio io. E tu devi essere il giovane Amazon Omega-kun. Sei fortunato, siamo qui per farti un regalo”, disse Tsukasa prendendo il suo Driver.

 

“Davvero?” Haruka era decisamente confuso ora.

 

“Prima che cominciamo, Itsuki, Athena mi ha detto di salutarti. E' in missione, altrimenti sarebbe venuta di persona.”, li interruppe Angelica, nominando la figlia di Itsuki, una ragazza tutto pepe e a volte anche piuttosto violenta.

 

“Sta bene?”


“Dovresti chiederlo ai mostri che deve affrontare”, disse ironica Angelica, ben conscia di cosa potesse fare la compagna in certe situazioni…

 

 

Roma, 2998

 

La città eterna non se la passava bene negli ultimi vent'anni, da quando la regina Gaia Aurora sembrava essere impazzita e aveva dichiarato guerra al resto della sua famiglia. Quasi tutti i civili erano stati evacuati dalla flotta lunare, e a riempire le strade vi erano soltanto mostri di ogni forma e dimensione... anche se quella notte qualcun altro aveva osato sfidare la sorte nella capitale del pianeta.

 

Nei pressi della zona che un tempo fu il Vaticano, fulmini verdi si alzavano verso il cielo insieme a varie creature che tentavano di raggiungere la creatrice dei suddetti. Una ragazza dell'apparente età di sedici anni, dai capelli verdi raccolti in una coda di cavallo lunga fino alle gambe, con un vestito da combattente dello stesso colore e uno sguardo quasi psicotico.

 

“AHAHAHA! Avanti, bestiacce, provate pure a toccarmi!”, gridò Athena Santarossa, nome in codice Moon Storm, distruggendo il cranio di un mostro avvicinatosi troppo con un semplice calcio e poi causando un'esplosione, prima di tornare a ridere con una folle gioia che avrebbe inquietato lo stesso Lucifero.

 

 

2018

 

“Già, immagino”, commentò la guerriera di Giove, felice che la figlia desse comunque onore alla propria eredità, mentre Tsukasa osservava divertito il quadretto. Si schiarì poi la voce per riprendere l'attenzione di tutti.

 

“Comunque, come sapete già, il tempo è agli sgoccioli, quindi dobbiamo assolutamente fare una cosa. Henshin!”, disse inserendo una carta nel Driver e assumendo la propria forma base; in quel momento però, Angelica gli attaccò sul petto un fermaglio identico a quello che portava lei sulla gonna, facendo diventare la sua armatura tutta argentata.

 

“Era proprio necessario?”, fece seccato Tsukasa indicando la spilla a forma di falce di luna appena messagli addosso dall'amica.

 

“Tradizioni, Tsukasa, tradizioni…”, lo incitò la principessa in tono birichino. Il povero Kamen Rider si mise esasperato una mano sulla fronte, prima di fare cenno ad Haruka di inginocchiarsi, lasciando l’Amazon completamente spaesato e confuso.

 

“P-Perché?”, riuscì solo a chiedere.

 

“Non c’è tempo ora per lunghe spiegazioni, ma diciamo che, dopo la tua ultima battaglia, io e Angelica riteniamo che tu abbia soddisfatto appieno i requisiti per poter essere un Kamen Rider”, spiegò Tsukasa sconvolgendo Haruka. “Sei una gemma ancora un po’ grezza, ma il tuo bagliore è già accecante, il che dimostra il tuo valore. Hai combattuto per la libertà e la vita di coloro che ami e questo ti rende onore e meritevole del nostro titolo. La tua forza ci servirà sicuramente contro Diablo e Astaroth, quindi non tentennare e inginocchiati.”

 

Haruka rimase per un attimo come paralizzato, insicuro sul da farsi, ma Mizuki e Itsuki gli misero ciascuna una mano sulla spalla e gli sorrisero, incoraggiandolo silenziosamente ad accettare quell’onore imprevisto. Annuendo, il giovane Amazon decise di non esitare e, fattosi avanti, s’inginocchiò davanti al Rider dimensionale.

Tutti mantennero il fiato, era come se fossero improvvisamente piombati in un film medioevale e sentissero un'atmosfera quasi cavalleresca.

 

“Mizusawa Haruka, in nome della regina Gaia Aurora, della regina Siren Moonacre e di tutti i nostri compagni di ogni generazione di Kamen Rider, ti nomino seduta stante Kamen Rider Omega”, recitò solenne Tsukasa, come un cavaliere dei tempi antichi, posando la spada prima su una spalla poi sull’altra del giovane, che alla fine si alzò orgoglioso. Non era solo a causa dell'investitura, si sentiva davvero un uomo nuovo. Il suo Amazon Driver parve rispondere al suo stato emotivo perché gli occhi brillarono di smeraldo per un istante.

 

“G-Grazie, Tsukasa- san. Farò del mio meglio per essere all'altezza della vostra eredità”, affermò Haruka, più che determinato a dimostrarsi degno dell'onore appena fattogli dai due viaggiatori dimensionali.

 

“Non ringraziarmi ancora, Omega-kun. Prima...”, lasciò in sospeso Tsukasa convertendo la spada nella sua forma di pistola e sparando apparentemente verso il nulla. Sorprendentemente, però, i proiettili impattarono davvero contro qualcosa di invisibile a lato della radura. Il punto colpito da Tsukasa cominciò quindi a colorarsi di nero e viola, rivelando piano piano un'ala da pipistrello e il suo possessore... Diablo in persona. “Sentivo che c’era un imbucato a questa cerimonia.”

 

“Oh, scusate l'intrusione, Decade-senpai, Omega-senpai, ma non mi sarei perso un simile evento per nulla al mondo”, disse ghignante il Rider demoniaco per poi ampliare la sua aura, facendo cadere a terra tutti gli umani presenti. Persino Haruka ebbe problemi a stare in piedi, stanco com'era. Poteva avvertirlo: quell'essere era proprio come Kage l'aveva descritto: un autentico predatore il cui unico obbiettivo era prendere i poteri degli altri Kamen Rider. E aveva tutti i mezzi per riuscirci.

 

“Diablo...”, sussurrò Itsuki, il suo sguardo perso per un momento prima che diventasse un dipinto di pura di ferocia e la figura della ragazza si trasformasse caricando l'aria di elettricità pura. “ORA FACCIAMO I CONTI, STRONZO!”, gridò prima di venire però fermata da Angelica, messasi davanti a lei.

 

“No, Itsuki, non sei ancora abbastanza forte per competere con lui. Lascia fare a Tsukasa”, insistette la figlia del fuoco, riuscendo a calmare la biondina, mentre il suddetto Rider incrociava la sua spada con quella di Diablo. “Mi raccomando, conto su di te!”, gli gridò.

 

“Ovviamente. Santo cielo, ma perché devo sempre fare tutto io?”, ribatté sarcastico Tsukasa generando un portale dimensionale accanto a sé e Diablo, il quale sembrò sorprendersi per quella mossa improvvisa. “Haruka, Itsuki, ci rivedremo a Osaka, ma dovete partire al più presto!”, gridò afferrando con forza l’avversario affinché non scappasse e buttandosi insieme a lui nel portale, richiudendolo subito dopo. Haruka e Itsuki tornarono quindi col fiato corto da Angelica.

 

“D-Dove sono andati?”, chiese Haruka, impressionato e allo stesso tempo terrorizzato da quanto visto.

 

“Dove sono andati loro non ha importanza. Quello che importa è dove andrete voi”, disse Angelica, creando un portale identico a quelli di Tsukasa. “Questo varco vi porterà nel mondo degli altri Kamen Rider. Le altre Warrior sono con loro. Riposate e poi raggiungeteli. Ah, Haruka, tieni anche questo.”, disse la giovane (per modo di dire) custode delle dimensioni prima di prendere un nuovo Driver, simile a quello di Haruka, ma con l'effigie decisamente più piccola e metallica, di colore rosso e argento e con un unico occhio dorato al centro.

 

“Il mio Neo Driver?! Come l'hai avuto?”, esclamò Haruka stupefatto, riconoscendo la cintura che aveva usato per raggiungere la propria forma finale, fino a quando non venne distrutta da quello psicotico di Mido.

 

“L'ho ricostruito personalmente, non è stato troppo difficile con l'aiuto delle mie compagne”, gli rispose Angelica sorridendo e mettendolo tra le mani dell'appena nominato Kamen Rider. “Scoprirai che è un po' più stabile rispetto all'altra versione. Temo che non potremmo rivederci prima della fine di quest'avventura, quindi vi auguro di sfondare un bel po' di demoniache chiappe.”, concluse la principessa prima di sparire in un lampo cremisi.

 

“Uff, come al solito devi tirarle qualsiasi informazione con le pinze. Decisamente non ha preso da Reiko”, borbottò Itsuki.

 

“E io che pensavo di avere amici strani”, ridacchiò Haruka prima di dirigersi con lei e gli altri verso l’orfanotrofio.

 

*****

 

Il giorno dopo i due si erano preparati alla partenza, con zaini carichi di roba da mangiare e oggetti vari. La sera prima avevano anche ricevuto il messaggio di Martina alle altre Warrior e Rider ed erano più che ansiosi di raggiungere il resto della loro brigata per partecipare a quello che speravano essere l'ultimo scontro contro le forze di Astaroth. Il varco creato da Angelica si trovava ancora lì, oggetto di paura e speranza al tempo stesso da parte della nuova coppia di partner.

 

“State attenti, sarebbe una vergogna se due ragazzi così coraggiosi incontrassero la loro fine tanto presto”, disse loro Shido in tono paterno, dando una pacca sulle spalle ad Haruka.

 

“Tranquillo, comandante, siamo sopravvissuti a peggio. E quando torneremo, troveremo un posto veramente sicuro per tutti i piccoli”, lo rassicurò Itsuki.

 

“Dici sul serio, Itsuki-san?”, chiese speranzosa Mizuki.

 

“Non dovrebbe essere un problema con l'Arcadia a disposizione. Un bel pianeta con tanta roba da mangiare per questi bambini ci sarà sicuramente”, spiegò Itsuki abbracciando l'ultimo dei marmocchi Amazon, venuti a salutare il loro fratellone e la loro nuova amica.

 

“Sei una ragazza coraggiosa, Itsuki-san, sono certa che un giorno riuscirai a confessare tutto alle tue compagne e perdonarti”, le disse la ragazza abbracciandola a sua volta.

 

“Grazie, ma per ora la destinazione è Osaka”, rispose lei, lasciandole spazio per abbracciare e salutare anche Haruka.

 

“Aspetterò il tuo ritorno, Haruka”, gli disse dolcemente. “Sempre.”

 

“Tornerò presto. Te lo prometto”, replicò lui con altrettanto calore, per poi salire in moto insieme alla nuova amica ed entrare nel portale con un colpo di gas. Dopo un momento in cui non videro altro che grigio, si trovarono accanto a un'autostrada che Itsuki riconobbe immediatamente.

 

“Uh, ho fatto questa strada decine di volte. Sembra che i nostri mondi non siano poi così diversi”, commentò Itsuki mentre Haruka rimetteva in moto.

 

“Allora meglio sbrigarsi, non vedo l'ora di conoscere i nostri nuovi compagni.”

                                                                                                                        *****

Haruka Mizusawa, aka Amazon Omega, aka Kamen Rider Omega (story exclusive): protagonista indiscusso della serie Kamen Rider Amazonz, spin-off e reboot  fatto durante l’era Heisei (= post 2000) della serie dell’era Showa (=  pre 2000), Kamen Rider Amazon. Creato durante il progetto Amazon della compagnia Nozoma Pharmacy, Haruka fu il terzo esemplare a venire creato e si distinse dagli altri della sua specie in quanto venne generato tramite l’inserimento di DNA umano all’interno di cellule Amazon. Tenuto inizialmente rinchiuso a causa del suo temperamento aggressivo, a seguito della fuga degli Amazon dall’istituto di ricerca, venne preso dalla direttrice Reika Mizusawa, colei che aveva anche donato il DNA umano necessario per la sua creazione, sotto la sua supervisione e adottato da lei come un figlio. Per i successivi due anni, Haruka visse segregato nella casa di Reika, tenendo sotto controllo il suo lato Amazon con degli inibitori farmaceutici e stringendo un forte legame con la figlia biologica della direttrice, Mizuki, la quale era anche l’unica vera compagnia del giovane e l’unica sua fonte di intrattenimento e interesse, vista la sua vita reclusa. Col tempo, però, la natura soppressa e i flashback del periodo in gabbia del giovane Amazon lo spingono sempre di più a ribellarsi finché, un giorno, dopo aver segretamente smesso di prendere gli inibitori, il lato Amazon di Haruka si risvegliò e, trasformatosi nella sua vera forma, attaccò degli Amazon impegnati in battaglia con una squadra del 4C (forza speciale assunta dalla Nozoma Pharmacy per eliminare gli Amazon fuggitivi) e qui entrò anche in contatto per la prima volta con Jin Takayama, creatore degli Amazon stessi e Amazon Alpha. Questi lo sopraffò e portò via con sé per metterlo al corrente della sua vera natura e la sua compagna, Nanaha, fornì ad Haruka l’Amazon Driver, permettendogli di trasformarsi senza perdere il controllo. Da quel momento, per soddisfare la sua natura predatrice e combattente da sempre repressa, Haruka divenne parte della squadra del 4C capitanata da Makoto Shido per cacciare ed eliminare gli Amazon che minacciavano gli umani. Col tempo, però, Haruka iniziò a sentirsi combattuto tra le sue due nature, in particolare dopo la scoperta che molti Amazon non volevano mangiare gli umani e desideravano solo sopravvivere e vivere in pace come gli umani, fino al punto in cui decise di distaccarsi da tutti e proteggere sia gli umani che gli Amazon bisognosi di aiuto, arrivando così a separarsi dal 4C e Mizuki e a scontrarsi ripetutamente con Jin, deciso invece ad eliminare ogni Amazon esistente. Il giovane portò avanti questa crociata personale per più di 5 anni, finché, dopo la morte di alcuni tra i suoi più cari amici e quella per mano sua e di Jin del figlio di quest’ultimo, Chihiro, decise di non combattere mai più e si mise a scappare dal 4C, ormai intenzionato a distruggere del tutto gli Amazon. Riunitosi e fuggito anche grazie a Mizuki( unitasi nel frattempo al 4C nella speranza di rivedere il giovane Amazon), Haruka incappò in un orfanotrofio di bambini Amazon vegetariani, dove strinse amicizia con una bambina di nome Muku. Dopo un primo momento sereno, però, scoprì che si trattava in realtà di una fattoria per creare e crescere Amazon grazie alle cellule di Jin, lì tenuto prigioniero, i quali erano poi usati come cibo per gli umani. Inorridito e furioso, Haruka ingaggiò un duello terribile con il direttore Mido, in realtà un Amazon come lui, ma ne uscì pesantemente sconfitto e Jin riuscì a scappare approfittando della fuga dei bambini. Muku, anche lei ferita a morte, chiese ad Haruka di mangiarla per riprendersi e sopravvivere e questi, seppur riluttante, eseguì per poi inseguire Jin, che intanto aveva ucciso Mido e intendeva fare lo stesso coi bambini. Haruka affrontò così Jin in un ultimo violentissimo e sanguinoso duello da cui emerse vincitore dopo aver finalmente ucciso il suo vecchio mentore, amico e rivale. Da quel momento si mise in viaggio, in cerca di una sua identità e di un nuovo scopo, nonché del perdono per il suo passato, con la promessa implicita a Mizuki, diventata la responsabile dell’orfanotrofio, di tornare da lei. All’inizio, Haruka è un tipo molto mite e calmo, odia la violenza e ha una passione per i pesci e gli acquari, tuttavia si sente anche frustrato per la sua vita di reclusione in casa Mizusawa e l’uso forzato dei farmaci inibitori; nonostante tutto rispetta la sua madre acquisita Reika e ama molto la sorella acquisita Mizuki, sua unica amica. Dopo la manifestazione del suo lato Amazon, tuttavia, inizia a diventare molto più audace e aggressivo, soprattutto in battaglia contro altri Amazon, pur sentendosi spesso in conflitto con sé stesso per la caccia ai suoi simili; col tempo quel conflitto scaturì in uno sconvolgimento interiore quando realizzò che umani e Amazon avevano i medesimi desideri e provavano le medesime emozioni, così decise di lasciare la squadra di sterminio e proteggere tutti coloro che riteneva essere meritevoli di vivere in pace. Anni dopo, Haruka dimostra due personalità distinte: una più gentile, generosa e protettiva verso i suoi cari e una fredda, decisa e combattiva verso i suoi nemici, tuttavia il conflitto interno ed esterno tra le sue due nature ha finito per renderlo un emarginato tra gli Amazon e un ricercato tra gli umani, rendendolo anche parecchio frustrato e triste, con la sensazione di non avere un posto in cui tornare. Questi sentimenti divennero disperazione e depressione dopo la morte di Chihiro e Iyu e l’uccisione di Muku e Jin per sua mano, al punto da fargli desiderare la morte stessa; solo il pensiero e il supporto di Mizuki gli permisero di andare avanti. In battaglia, all’inizio, vista la sua mancanza di esperienza combattiva, Haruka si affida solo alle capacità sovrumane, all’istinto e alla ferocia del suo lato Amazon e dunque risulta molto forte e violento ma anche impacciato e inesperto. Col tempo e numerosi scontri con nemici anche molto più forti di lui, però, acquista una capacità combattiva invidiabile e discrete abilità marziali che, combinate con la sua volontà ferrea e i poteri datigli dall’Amazon Driver e dal suo lato Amazon, gli permettono di tenere anche testa a combattenti ben più esperti e abili come Jin, arrivando addirittura a sconfiggere quest’ultimo dopo un durissimo duello all’ultimo sangue.
 
 
 

                                                                                                                                     *****

Salve a tutti, speriamo che il nuovo capitolo sia stato di nostro gradimento, per noi è stato molto divertente scrivere e leggere di questo bellissimo spin off della serie principale, con tanto dei vari dettagli (psicologici e materiali) più macabri. Se volete ancora scontri più realistici come in questo capitolo, non avete altro da fare che chiedere, speriamo intanto di postare uno o due ulteriori capitoli prima di fine anno, se la situazione ci sarà favorevole. Intanto grazie a tutti i nostri recensori, continuate a seguirci.

Cogliamo inoltre l'occasione per dirvi che l'era Reiwa, iniziata questo primo Maggio per il Giappone in generale, ora è ufficialmente cominciata anche per i Kamen Rider. L'ultima serie Heisei, Zi- O, che io e Xephil volevamo ' festeggiare' con questa storia in quanto essa stessa un crossover tra le altre stagioni, è finita un paio di settimane fa( e per di più l'ultimo Kamen Rider secondario a essere introdotto aveva proprio un tema lunare, guarda la coincidenza) e ora comincia Zero- One, il primo Reiwa Rider. Il nome di questo nuovo periodo del Giappone dovrebbe significare 'Era dell'armonia' e sicuramente tutti speriamo che sia tale per tutto il mondo, ma almeno per il momento limitiamoci a godere le avventure di questi eroi, che uno scontro dopo l'altro cercano di insegnare a chiunque li guardi appunto i principi di fratellanza, pace e libertà. Come dice appunto Zero- One, ' A jump to the sky turns to a Rider Kick'. Personalmente voglio vederlo come un segno di speranza.

Prossimo capitolo: " Warrior Mars e lo stregone della speranza, Wizard!"

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: fenris