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Autore: Sognatrice Realista    15/09/2019    3 recensioni
Plot twist?
Diversità. Imbarazzo.
Isolata tra i tuoi coetanei, non sei abituata ad esprimerti liberamente, oppressa dal giudizio impendente degli altri.
A volte ti chiedi se ai tuoi amici sia chiara la tua identità. Dovrebbero saperlo, no? Forse non tutti. Forse con alcuni non l’hai “sottolineato” abbastanza – perché dovresti? –, forse sono anche piuttosto distratti loro, sei certa di averlo menzionato in almeno un’occasione. Non è un segreto, anche se non lo gridi al mondo.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Vengo fuori




Diversità. Imbarazzo.

Ti trovi di fronte a una situazione, reagiresti in un certo modo o diresti una certa cosa: le gote infiammate, non lo fai, perché sai chi hai intorno a te. Gente che si crede tanto aperta, magari, ma che – in buona parte – quelli come te li considera sciocchi a prescindere, ignoranti, indegni di essere considerati: all’università, quantomeno, non dovreste esserci. Si stupiscono nello scoprire che non è proprio così.

Isolata tra i tuoi coetanei, non sei abituata ad esprimerti liberamente, oppressa dal giudizio impendente degli altri.

Sai perché la parola con cui ti definisci è associata all’ignoranza. Ne sei tristemente consapevole, e in parte capisci anche: come in qualsiasi altro gruppo, ci sono estremisti che si allontanano anche di molto dal nucleo originale, persone che purtroppo sono quelle su cui più cade la luce dei riflettori. Persone che fanno perdere il rispetto dell’intera categoria, identificandosi nell’immaginario di chi non si preoccupa di andare un minimo a fondo con l’intero insieme, ben più variegato di così. In ogni gruppo ci sono persone che si ostinano a definirsi aderenti, fraintendendo completamente quel che dovrebbe essere il reale significato di esso.

Sei abituata, comunque. Vent’anni di vita ti hanno decisamente vaccinata, quasi resa immune al diffuso disprezzo per quelli come te: guardi e passi, se riesci neanche guardi più. Fa male, ma non importa – puoi capire.

Quando la ferita viene da persone amiche, però, fa molto peggio.

A volte ti chiedi se ai tuoi amici sia chiara la tua identità. Dovrebbero saperlo, no? Forse non tutti. Forse con alcuni non l’hai “sottolineato” abbastanza – perché dovresti? –, forse sono anche piuttosto distratti loro, sei certa di averlo menzionato in almeno un’occasione. Non è un segreto, anche se non lo gridi al mondo.

La ferita in questione viene da post condivisi sui media: sciocchezze, in pratica. Lo sai benissimo, che non li hanno condivisi pensando a te, che non si sono neanche sognati che una cosa del genere avrebbe potuto ferirti. L’hanno fatto “ingenuamente”, non è contro di te.

Eppure fa male, fa così tanto male vederti screditata da persone a cui vuoi bene. Da persone che sai che ti vogliono bene a loro volta. Persone che però, evidentemente, non ti hanno mai capita davvero.

Fa male che nel tuo paese, fra i tuoi coetanei soprattutto, si scherzi su e si sminuisca una parte così importante della tua identità, quasi più per abitudine che per altro.

Fa male che anche persone generalmente sensibili, attente a rispettare tutti – com’è giusto che sia –, nei confronti di persone come te non si pongano il minimo problema: siete voi a sbagliare, chi vi ha detto di essere così?

Inezie del genere fanno male, rendono più difficile mostrare chi si è davvero.

Tuttavia tu sai chi sei, e non te ne vergogni. Non più. Sei più forte delle maldicenze, non ti interessa cosa pensa il mondo. Se vogliono etichettarti come folle, va bene.

Non vuoi più doverti vergognare di chi sei, di ciò in cui credi. Perché non è giusto.

Ti alzi, una nuova luce negli occhi, decisa a non lasciare più che i pregiudizi degli altri ti opprimano, neanche se sono – o dovrebbero essere – tuoi amici.

Ti affacci alla finestra, la luce invade le strade. È bello.

«Io sono cristiana».
   
 
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