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Autore: Believer98    21/09/2019    2 recensioni
Storia nata per rimediare alla severità di zia Row con Draco e i Serpeverde.
Serie di tre storie, ognuna dedicata a un anno di Draco ad Hogwarts. Questa prima è dedicata al suo quinto anno. Seguiranno "Draco Malfoy e L'Ordine del Basilisco", e infine "Draco Malfoy e il Segreto di Salazar Serpeverde".
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Dove gli eroi non sono i protagonisti, dove i Serpeverde non sono quello che sembrano.
Dove non esiste il "ragazzo cattivo" ma esistono persone che vagano fra il nero e il bianco, nessuno è totalmente bianco e altrettanto nessuno è completamente nero (eccetto Voldemort, il male assoluto).
Dove Draco inizia a ricordare i dettagli più oscuri del suo passato, un passato che credeva di aver rimosso.
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DracoxGinny
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Serpeverde, Sorelle Black | Coppie: Bill/Fleur, Draco/Ginny, Harry/Luna, Ron/Hermione, Severus/Narcissa
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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11. Pericolo


 

Ovviamente Katie si era resa disponibile a trascorrere un pomeriggio insieme a Hogsmeade, dove Ginny avrebbe esternato tutti quei dubbi che le arroventavano la testa da una giornata intera.
Tuttavia non voleva sostituire Luna, né tanto meno farla sentire in quella maniera, dato che Luna era e sarebbe sempre stata la sua migliore amica, e di conseguenza invitò anche lei a Hogsmeade.
Dopo il bacio con Malfoy, Ginny era tornata nel proprio dormitorio, circondata da ragazze del suo anno con cui non aveva legato molto. Aveva finto non fosse accaduto nulla, sorriso educatamente e infine scambiato quattro chiacchiere con due di loro, Mariah White e Priscilla Stone, ancora sveglie al ritorno di Ginny dalla Torre. Solo a luci spente, quella notte, aveva liberato i propri sentimenti, realizzando quello che lui aveva iniziato.
E che tu hai continuato, aveva sussurrato una voce burlona nella parte posteriore della sua testa.
Ginny era arrossita nel buio della camera e poi si era portata una mano sulla faccia per testarne il calore.
Ho ricambiato, constatò poco dopo. Perché? Quello era il problema che non riusciva a sbrogliare.
Non solo non si era opposta, ma si era anche lasciata trascinare dalla foga del bacio, come se nulla fosse. Come se lui non si chiamasse Malfoy, come se le loro famiglie non fossero nemiche, come se i loro padri non si odiassero.
Forse mi sono lasciata intenerire dalla storia della violenza, ragionò più tardi. Dannato furetto, per lui non ero solo una pezzente, un traditrice del suo sangue? Cosa gli è saltato in mente?
Perché li aveva messi in quella situazione? Le domande continuavano ad aumentare e Ginny non sapeva come interfacciarle. Solo il sonno era riuscito a liberarla dai pensieri, e il giorno dopo neanche ricordava cosa avesse sognato. Sapeva solo di aver sognato la Torre di Astronomia.
Ginny si sentiva tremendamente in colpa, non era giusto, era fidanzata. A colazione Michael era passato da lei per un saluto e Ginny si era accorta che non riusciva a guardarlo, anzi aveva tenuto gli occhi puntati sul proprio pasto, tutto il tempo con un groppo in gola. Non voleva vedere Malfoy, non voleva vedere Michael. Si sentiva malissimo.
Ovviamente sia i gemelli che Hermione e Neville se ne erano resi conto e avevano chiesto se fosse accaduto qualcosa la sera prima. Ginny per poco non si versò il succo di zucca addosso, poi realizzò che i ragazzi si riferivano alla punizione. Quindi preferì negare, attribuendo il suo stato d’animo alla stanchezza.
« Tranquilla, manca ormai pochissimo alle vacanze di Natale » aveva sottolineato Fred con uno sguardo apprensivo sulla faccia.
« Avrai tempo per riposarti » confermò George, anche lui apparentemente preoccupato. « Le lezioni dell’Esercito sono terminate » aggiunse, il tono della voce ridotto a un sussurro. Cercavano di sollevarla, ma Ginny odiava essere un peso, così li ringraziò e finse per il resto del tempo di sorridere.
Le lezione dell’Esercito di Silente … Ecco un altro problema. L’ultima lezione, con il saluto di Harry, era stata seguita da una notizia. Ron si era avvicinato ai gemelli e a Ginny, sorridendo maliziosamente, e aveva detto che Harry e Cho si erano baciati. George aveva guardato sua sorella, prima aveva assestato una gomitata a Ron. La gomitata di Fred era arrivata subito dopo e Ron se ne era andato via lamentandosi.
« Non preoccupatevi, ragazzi, va tutto bene » li aveva tranquillizzati Ginny. Non voleva essere vista come una debole, ultima ruota del carro, soprattutto non dai suoi fratelli.
Successivamente si era lasciata andare, dimostrandosi delusa e triste. Le piaceva da tanto tempo Harry, e ora sapere che aveva baciato una Cho Chang qualsiasi restava una grossa delusione, nonostante Ginny fosse fidanzata con Michael.
Il suo vero grande problema era il tempo libero, che sarebbe stato inesistente fino alle vacanze. L’Esercito di Silente, lezioni, allenamenti di Quidditch, e anche lontana da Hogwarts avrebbe dovuto continuare a pensare a tutte e tre i fattori. Poi si intromettevano i pensieri personali: era impegnata in una relazione che non sapeva come mandare avanti, il ragazzo per cui aveva una cotta da sempre si era scambiato un bacio appassionato con un’altra ragazza, lei stessa aveva condiviso un bacio probabilmente ancora più appassionato con il loro avversario. La sua vita era un vortice di dubbi, impegni e pressioni, di certo non poteva essere rilassata.
La sera, invece, doveva scontare la solita punizione, che giorno dopo giorno perdeva senso e Ginny non ne capiva il motivo.
Quella sera arrivò tardi nello studio della McGranitt, in maniera abbastanza svogliata, anche se tendeva a celare un velo di disagio. Non riusciva a immaginarsi nella stessa stanza con Draco, non più, perché quella che era iniziata come una tregua ora le faceva sudare i palmi delle mani.
Tuttavia Ginny si fece forza, entrò e salutò i presenti, andandosi a sedere a due posti di distanza dal ragazzo. Draco subito notò il tentativo di mettere distanza, perché emise una piccola risatina e scosse la testa, atteggiamento che Ginny finse di ignorare. Non avrebbe potuto sedersi vicino a lui comunque, non dopo quello che era accaduto una sera prima. Non aveva dato ancora un nome a quelle sensazioni, quindi non era pronta a riviverle, anzi era abbastanza saggia da evitarle.
Dopo cinque minuti Minerva McGranitt si alzò e annunciò di doversi assentare per il resto della durata della punizione, così i due studenti assicurarono di comportarsi bene e la lasciarono uscire. Ormai sia Draco che Ginny si erano convinti che quella donna lo facesse apposta, poi, ripensandoci, sembrava troppo assurdo per essere vero.

La McGranitt era uscita ormai da tempo e i due ragazzi in punizione avevano continuato ad ignorarsi, anche se Ginny era più tesa. Aveva qualcosa da dire, in effetti.
Non aveva dimenticato della cena, di quando si era avvicinato Piton chiedendo spiegazioni sugli avvenimenti del pomeriggio. Qualcuno aveva denunciato una certa Greengrass, qualcuno che non poteva essere un Grifondoro. Quelli della sua stessa Casa, prima di tutto non si sarebbero rivolti a Severus Piton e poi, anche se ci avessero provato, non sarebbero stati ascoltati né tantomeno esauditi.
Doveva essersi trattato di un Serpeverde, di quello che Ginny aveva più vicino.
« Sei stato tu a denunciare Astoria? » domandò tutto d’un, tirando un sospiro di sollievo poco dopo. Ecco, aveva parlato. Non c’era nulla da temere.
« Non ti sento da lì in fondo » ironizzò Draco, pungente.
La ragazza si mosse sulla propria sedia e si girò a guardare il ragazzo, che scoprì già voltato verso di lei. I loro occhi si incrociarono per la prima volta da quando erano tornati nella stanza, quella stanza che ormai era a entrambi così familiare. « Andiamo, Draco. »
« Non so di cosa stai parlando » insistette lui, tornando con gli occhi sul proprio banco.
« Lo prenderò come un sì, non può essere stato nessun altro » concluse Ginny, a braccia conserte. Anzi più passava il tempo e più si convinceva che doveva trattarsi per forza di Draco. Eppure ancora una volta i moventi di lui erano sconosciuti, ambigui. Perché, per esempio, aveva denunciato un Serpeverde a rischio e pericolo della propria Casa, e tutto per una Grifondoro? Ovviamente Piton gli avrà dato delle garanzie, probabilmente neanche avevano perso punti, Astoria era semplicemente stata messa in punizione. Ginny era abbastanza intelligente da concepire questa possibilità. Tuttavia il gesto di Draco era comunque un gran gesto, qualcosa che Ginny non credeva fosse da lui.
L’ha fatto per te, sussurrò una vocina nella sua testa, che ovviamente Ginny represse. « Grazie, davvero » esclamò, sciogliendosi un poco e smettendo di essere totalmente rigida nella propria seduta. Non sarebbe accaduto niente fra lei e Draco.
Il ragazzo alzò un attimo lo sguardo e squadrò Ginny dalla testa ai piedi. Grazie, davvero. Ginevra Weasley era tremendamente orgogliosa, ma riusciva sempre a riconoscere il momento di chiedere scusa e di dire grazie, capacità che li aveva riuniti più di una volta in quella lunga e imprevedibile tregua. Tuttavia, proprio conoscendo il livello di orgoglio di Ginny, era difficile immaginare quanto costasse metterlo da parte, soprattutto con lui che non poteva negare di essersi comportato sempre in un certo modo con i Weasley.
« Sembri stanca, Weasley » osservò poco dopo.
« Non mi riposo bene da parecchio. »
« Non mi stupisco che quello scimpanzé di tuo fratello non se ne sia accorto, ma i due gemelli non ti dicono niente? »
« Di solito cerco di tenere tutto per me, non voglio che loro mi vedano come un peso » ammise lei, con un sorrisino stanco. Non aveva  bisogno di nascondersi, Draco ci era già arrivato in tempi non sospetti.
Il biondo, infatti, si limitò ad annuire. « L’ho detto sin da quando litigammo e venimmo messi in punizione dalla McGranitt, che ti senti ultima ruota del carro. »
« Così non mi aiuti » lo rimproverò Ginny. « Non puoi capire, ci sono troppi confronti, continue pressioni a cui far fronte. »
« Non posso capire? » domandò lui, incredulo.
« Scusami » sussurrò Ginny a occhi bassi. Certo, lui aveva suo padre, era pieno fin sopra ai capelli di pressioni. Della competizione che sentiva con Harry, invece, neanche a parlarne. « Forse Draco Malfoy è paradossalmente e inaspettatamente quello che può capire e forse non siamo così forti come crediamo di essere. »
Draco esitò un attimo, prima di rispondere: « L’importante è non dimostrarlo, giusto? »
Ginny annuì. « Sai, credo che io e te abbiamo qualcosa in comune » ragionò, al che il ragazzo sollevò un sopracciglio, scettico. « No, davvero. Siamo molto bravi a tenerci i nostri pensieri, a nascondere cosa proviamo. »
Draco era d’accordo con lei ovviamente, una delle sue specialità era proprio quella di non lasciar trasparire i propri punti deboli, anche se non ci teneva a dirlo a voce alta perché avrebbe implicato che lui avesse delle debolezze.
Contrariamente non pensava che Ginny fosse brava quanto lui a nascondere i propri sentimenti, anzi spesso era come un libro aperto, o almeno a lui sembrava facile leggerla.
La cosa sospetta che gli faceva muovere qualcosa nello stomaco, però, era proprio quella: il fatto che a lui interessassero gli stati d’animo di Ginny.
Ovviamente prima della decisione di quella dannata professoressa e della di lei punizione, non gli era mai interessato nulla di nessuno fuori dei propri migliori amici e della propria famiglia. Evidentemente, però, in Ginny c’era qualcosa che non lo lasciava indifferente. In realtà era più di un qualcosa, si trattava di lei, il suo modo di essere e di fare, i capelli rossi e il profumo inebriante alla vaniglia, gli occhi nocciola e il suo maledetto carattere forte e orgoglioso, che tuttavia celava velata femminilità e grande dolcezza.
Mi sto rincretinendo, si rimproverò improvvisamente, strofinandosi gli occhi con pollice e indice. Devo farmi assegnare qualche pozione da Severus se non voglio uscire completamente fuori di testa.
La sua attenzione fu richiamata da un movimento fuori campo: Ginevra si era alzata in piedi e ora si stava avvicinando alla finestra che dava sulla Foresta Proibita.
« Dove vai ora? »
« Hai saputo che i gemelli e Pansy sono stati mandati nella foresta? Sono con Hagrid che è appena tornato. Piton li ha incaricati di cercare qualcosa. » Adesso guardava fuori, verso quella macchia oscura, un insieme compatto di alberi che sembrava occultare delle forze maligne, antiche creature.
La Foresta era un posto inquietante, Draco ci era stato da ragazzino e gli era bastata come esperienza.
« In realtà credo sia un semplice giro di supervisione » precisò il Serpeverde, alzandosi a sua volta e accostandosi cautamente a lei. Ginny gli lanciò uno sguardo veloce e deglutì, i pugni stretti in grembo, tesa a causa dell’improvvisa vicinanza.
Draco aveva una sorta di carisma, un fascino che forse Ginny non aveva visto in nessuno della loro età. Ci aveva pensato dopo il bacio e, da allora, il pensiero non era più passato di mente.  Insomma Draco aveva una sorta di aura misteriosa e profumava di sottobosco, un odore forte e pungente, e i suoi occhi freddi erano in grado di muovere un calore nello stomaco di Ginny. Erano occhi grigi e metallici e a Ginny ricordavano il cielo che si prepara a una tempesta, il suo cielo preferito. Gli occhi di Draco avevano delle sfumature particolari, aveva notato poco prima del bacio. Le ricordavano il mare agitato, onde e cavalloni che scrosciavano fin sulla riva e si infrangevano prepotenti sulla battigia.
« Eccoli » sussurrò, tornata a concentrarsi sulla foresta. Draco guardò nella stessa direzione e, in effetti, i due gemelli e altre persone si stavano dirigendo alla Foresta Proibita. In loro compagnia c’erano Pansy e Hagrid, ma non solo … « C’è anche Astoria » constatò Ginny, con non troppo dispiacere. La mora era a braccia conserte e seguiva Pansy con passo strisciato, come se si opponesse alla punizione.
Quando il gruppo di cinque fu sparito tra gli alberi e confuso con il buio sullo sfondo, Ginny tornò ai pensieri di poco prima. « Possiamo parlare di ieri sera? » domandò, riferendosi chiaramente al bacio che lei e Draco si erano scambiati nella fredda notte, sulla Torre di Astronomia.
« Non so a cosa ti stia riferendo » replicò il biondo, improvvisamente rigido come il ghiaccio.
« Al bac … »
« Taci, Ginevra » sbottò Draco, come se dire quella parola a voce alta avrebbe reso il tutto più reale. Ginny capì di non essere solo lei, quella spaventata dagli ultimi avvenimenti. Tuttavia se Draco si fosse rifiutato di parlarne non avrebbero mai affrontato il problema.
« Stai facendo finta di niente, come sempre. »
« Dovresti farlo anche tu, sai si vive più leggeri. »
« Ieri sulla Torre … »
« Ancora? »
Ginevra sbuffò e si portò una mano sulla fronte. « Fammi finire » ordinò, il tono autoritario. « Stavo dicendo, sulla Torre ho incontrato un elfo domestico, si chiama Dobby. Credo lavorasse per voi. Lo hai incrociato anche tu? »
Draco si mosse a disagio. « Non mi interesso di elfi domestici. »
« Hermione dice che dovrebbero essere tutti liberi, credo prima o poi aprirà un partito in favore » ragionò Ginny con tono divertito.
In un primo momento Draco pensò di offendere Hermione, poi preferì virare su una battuta per non litigare con Ginevra. « Sarò il primo iscritto, in prima fila a tutti i comizi » scherzò, infatti.
« In mano un cartellone con su scritto ‘elfi liberi per un mondo migliore’. Sì, ti ci vedo già. »
Le loro risate si spensero con il silenzio pesante di Ginny che ora fissava il ragazzo di sottecchi. Dalla sua espressione, Draco capì immediatamente che c’era una qualche lezione morale in arrivo da brava fidanzatina di Potter.
« Forza parti con una delle tue massime, non aspettavo altro. »
« Non esistono esseri inferiori, siamo tutti uguali » dichiarò, come previsto, lei, gli occhi umili e pensierosi.
« Ecco che viene fuori Santa signora Potter. »
« E inoltre non dovresti farti rispettare solo da chi ritieni inferiore, il rispetto si guadagna. Devi farti rispettare da chi credi che ti sia superiore. »
Per un attimo calò un silenzio agghiacciante fra di loro. « Di chi parli? » chiese Draco per spezzare il silenzio, a disagio, anche se sapeva benissimo a chi si riferisse lei. Parla di mio padre, pensò.
« Oh Merlino! La vedi anche tu quella cosa? » gridò Ginny, puntando un dito contro il vetro della finestra e riferendosi a un punto preciso accanto ai primi alberi. Draco seguì la traiettoria indicata e vide un’ombra scura muoversi ai margini della foresta, qualcosa di alto e scheletrico, coperto da una mantello lungo e nero che oscillava traballante nella notte. « Dissennatori! Dissennatori nella Foresta Proibita! I miei fratelli sono in pericolo, e anche Pansy e Astoria. »
Draco deglutì. « I-io cerco qualcuno, Severus o la professoressa » balbettò distrattamente.
« Non c’è tempo, Draco, dobbiamo avvertirli prima che sia troppo tardi! » esclamò Ginny, ora in piedi mentre andava a recuperare il proprio mantello sulla sua sedia. Con un movimento fulmineo, lo indossò e spostò i capelli sopra il tessuto.
« Dobbiamo? »
L’incertezza di Draco – tipo di un Serpeverde – spazientì Ginny. C’erano delle persone in pericolo, non era il momento di farsi domande, ma di agire. « Senti, fai come vuoi, io corro da loro » gridò e, con un paio di scatti, fu fuori dalla porta dello studio.
« Non sono un maledetto Grifondoro tarato di mente, io resto qui » sbottò lui di rimando, il tono alto che mascherava un velo di indecisione.
« Bene, vado da sola » replicò Ginny ormai già prossima alle scale, mentre iniziava a scendere i primi gradini.
Così Draco rimase solo nella stanza, ancora accostato alla finestra. Fuori non c’era più nessun Dissennatore. Che fosse solo o in compagnia, il mostro si era già inoltrato nella foresta, dove c’era i gemelli, Astoria … e Pansy. Pansy era amica di Draco e poi … presto ci sarebbe andata anche Ginny. Non gli andava di restare lì da solo, aspettando un suo ritorno con mani in mano.
« Ginevra, aspetta! » esclamò, salvo poi inseguire Ginny giù dalle scale. Non aveva neanche indossato il proprio mantello e si diede dello sciocco per questo. Quella Weasley gli stava rivoltando ogni briciolo di sanità mentale, pensò.
I corridoi di Hogwarts erano molto bui, ma a Draco bastò seguire il baluginare rosso dei capelli della ragazza. In poco tempo furono fuori, tanto era veloce la loro andatura, e una volta fuori neanche si preoccuparono di non dare nell’occhio. O meglio Draco se ne preoccupava parecchio: si muoveva ai bordi della scena, restava basso; Ginny, invece, sprezzante dei pericoli e delle regole scolastiche, correva a perdifiato a campo aperto. Draco borbottò uno “sciocca Grifondoro” più di una volta. « Che cosa stai facendo? Sono entrati almeno dieci minuti fa, non li troveremo tanto facilmente » mormorò a bassa voce, una volta che furono vicini, presso i margini della Foresta Proibita.
« Non eri obbligato a venire con me » replicò Ginny, quando ormai furono dentro alla boscaglia, anche se non poteva nascondere di essere un filo lusingata perché era stata seguita da Draco, un Serpeverde che probabilmente avrebbe preferito restarsene al caldo e al sicuro.
In effetti Draco aveva pensato più di una volta di tornare indietro, spesso si era anche fermato e guardato alle spalle, ma in realtà non poteva andarsene una volta lì. E più andava avanti, più si convinceva che era troppo tardi per tornare nello studio della McGranitt.
Camminavano ormai da tempo, quando Draco indicò un punto in mezzo a due alberi. « Vedo qualcosa che si muove, lì infondo. » Dal punto indicato sbucarono due teste, una rossa e una mora.
Quello che Ginny distinse come George in compagnia di Pansy camminava verso di loro, stupito di vederli lì. George era molto più alto di Pansy e lei si muoveva principalmente alle spalle del ragazzo, timorosa.
« Cosa ci fate voi qui, fuori dallo studio della McGranitt? » chiese quando fu abbastanza vicina a Draco e Ginny. Guardava entrambi con sospetto, soprattutto Draco, e con gli occhi cercava spiegazioni da lui.
« Ci sono Dissennatori nella Foresta » spiegò frettolosamente Ginny. « Abbiamo pensato che dovevate esserti avvertiti. »
Hai pensato, corresse Draco nella propria mente. Tuttavia si sentiva sollevato constatando che Pansy fosse viva e piagnucolante come sempre, quindi un lato positivo c’era per aver seguito Ginny.
« Che cosa? » domandò George, che sembrava più confuso dalla presenza di Malfoy che dal pericolo dei Dissennatori.
« Li abbiamo visti poco fa dalla finestra, ora dobbiamo andarcene. Dov’è Fred? »
« Con Astoria » rispose Pansy.
« Riguardo Astoria, potevi dirmi quello che era successo oggi pomeriggio » osservò George, guardando sua sorella con cipiglio contrariato. Amava Ginny e voleva sapere sempre quando era in difficoltà. Ora, però, c’era qualcos’altro a cui pensare. « Non importa, voi andate via prima che la McGranitt si accorga della vostra scomparsa, e grazie per aver avvertito. »
« No, voglio aiutarti a cercare Fred » replicò Ginny.
« Sorellina, grazie davvero, ma non servi in questo momento » ribatté duramente George, che era agitato al pensiero del suo gemello nella foresta con un Dissennatore.
Draco si voltò verso Ginny giusto in tempo per notare uno sfarfallio di emozioni, tra cui delusione e tristezza. Il modi bruschi di George l’avevano ferita.
« Io vengo con voi! » esclamò Pansy, come se avesse visto un barlume di luce in fondo al tunnel, cogliendo un’occasione al volo. Ovviamente non voleva restare nella Foresta Proibita, quel luogo faceva già paura di per sé e ora, come se non bastasse, era infestato da uno o più Dissennatori.
« No, tu aiuti me, cara Pansy, oppure dico a Piton che ci hai lasciati prima. » Detto questo George si voltò e fece per inoltrarsi nel fitto della foresta.
« Dannato Weasley » Pansy mugugnò, ma fu costretta a seguire il rosso, lasciando così Draco e Ginny di nuovo soli.
I due ragazzi si guardarono e, alla fine, decisero di tornarsene nel castello, con enorme gioia e sollievo da parte di Draco.
Avevano appena iniziato a camminare nella direzione corretta quando Ginny si bloccò, paralizzata, e indicò un punto alla sua sinistra. Il suo dito era tremolante, i suoi occhi spalancati.
« Draco » sussurrò, attirando l’attenzione del Serpeverde. « C’è qualcosa che si muove lì » continuò, sempre indicando il punto tra due alberi molto grossi, antichi.
Draco si voltò verso il posto indicato da Ginny. Non era facile vedere attraverso il buio, anche perché i due alberi erano grandi e intricati fra i rami, quindi costituivano un ottimo nascondiglio per cose oscure.
Effettivamente nello spazio tra di essi c’erano due figure che si muovevano, il loro manto nero ondeggiava flessuoso, e solo allora Draco notò quanto facesse freddo.
Le due figure emisero un suono agghiacciante e lentamente iniziarono ad emergere dall’oscurità. Erano due Dissennatori, forse quelli che Ginny aveva visto al limitare della Foresta Proibita.
Draco per poco non urlò alla loro vista e subito si diede alla fuga, salvo poi accorgersi che Ginny era rimasta indietro, paralizzata nel punto in cui li aveva avvistati.
« Stupida Grifondoro, corri! » gridò il Serpeverde, tornando indietro e afferrando una mano della ragazza. Era fredda, proprio come tutto il resto.
Ginny non emise un lamento e cominciò a correre insieme a lui, superando alberi e scavalcando fossi, mano nella mano. Purtroppo, a causa del buio, non era possibile vedere tutto il percorso e Ginny inciampò, andandosi a schiantare contro un albero. Immediatamente Draco la ritirò a sé, quindi ripresero la volata verso il castello. I Dissennatori erano molto vicini, troppo, i due ragazzi riuscivano quasi a percepire un senso di vuoto. Fu allora che Draco capì cosa doveva fare, o meglio dire. « Accio Firebolt » gridò.
Continuarono a correre ma il tragitto fu breve, perché dopo circa un minuto una scopa spuntò davanti a loro. Era quella di Draco, che si limitò a prenderla e a salirci, seguito subito dopo dalla rossa, che si reggeva il fianco con espressione dolente.
La coppia prese il volo sulla nuova Firebolt di Draco e in meno che non si dica furono lontani dalla Foresta Proibita, sempre più vicini all’ingresso della scuola.
Ovviamente erano entrambi scioccati e ci misero un poco a riprendersi, mentre correvano di nuovo nello studio della professoressa, sperando di non venir beccati.
Per fortuna, al caldo nello studio, riuscirono a sedersi e a riprendere fiato e della McGranitt ancora nessuna traccia. Erano salvi, in tutti i sensi.
« Cosa hai lì? » chiese Draco, avvicinandosi a Ginny, che ora ansimava, seduta svogliatamente sulla sedia. Draco sollevò leggermente il maglioncino della rossa: il suo fianco era raschiato e arrossato, segni della semi caduta nella foresta. La ferita, inoltre, perdeva abbastanza sangue. « Oh Salazar, Ginevra! »
« Devo andare in infermeria. No, non voglio farmi scoprire dalla McGranitt. » Ginny era pallida in viso e guardava la ferita con dubbio misto a confusione.
« Non sia mai prolunghi questa nostra punizione » concordò sarcasticamente il ragazzo, continuando a fissare il sangue che sgorgava. Dopodiché si decise e agì: strappò parte della propria camicia e bloccò il flusso viscoso con il tessuto pulito. « Tieni premuto e quando arriva lei fai finta di niente, ce ne occuperemo usciti da qui » ordinò, mantenendo calma e sangue freddo.
« Noi? »
La domanda di Ginny non trovò risposta, siccome Draco strisciò velocemente verso il proprio banco. Effettivamente in lontananza si sentivano i rumori delle scarpe della McGranitt, che fece il suo ingresso poco dopo e, con molta flemma, tornò alla propria cattedra. Prima di sedersi, però, lanciò uno sguardo ai due ragazzi, assicurandosi che fosse tutto in ordine. Ginny fu brava a nascondere il dolore, in effetti.

Terminata la punizione, entrambi vennero congedati dalla professoressa e Draco prese Ginny per un polso, non come nella foresta, in cui si erano tenuti mano nella mano. « Vieni con me e non fiatare, non fare domande » sussurrò lui, scortandola fra i corridoi e poi giù non sotterranei. La Grifondoro scelse di fidarsi e non fece obbiezioni. Alla fine si fermarono davanti allo studio del professor Piton e qui Draco bussò. « Severus, sono io. Possiamo entrare? »
La porta si aprì poco dopo e ne emerse un Severus Piton in divisa da notte, sempre nera ma abbastanza diversa da quella giornaliera. Il professore notò subito Ginny e le lanciò uno sguardo confuso, salvo poi accorgersi che era ferita. « Prego » mormorò, facendo spazio ai ragazzi per entrare. « Signorina Weasley, si accomodi » suggerì immediatamente e, a seguito, indicò una sedia alla ragazza.
« Grazie, professor Piton. » Quando Ginny fu a posto, Draco si allontanò e iniziò a frugare tra alcune fiale sullo scaffale di Severus Piton. La rossa constatò, stupita, che il Serpeverde non aveva neanche dovuto chiedere il permesso. Ovviamente Piton è il suo padrino, ragionò.
« Siete rimasti nello studio della professoressa da bravi e obbedienti studenti, vero? »
Ginny era pronta a inventarsi una scusa, una qualsiasi, ma Draco fu più veloce a confessare: « C’erano un paio di Dissennatori nella Foresta, siamo solo andati ad avvertire quelli che hai mandato in punizione. »
Il professore si lasciò scivolare sulla poltroncina con nonchalance, completamente tranquillo di lasciare i suoi effetti personali nelle mani del giovane Serpeverde. « Si sono messi in pericolo da soli, quando hanno scelto di comportarsi da idioti. D’altronde della Greengrass mi hai avvertito tu, dovresti saperlo. »
Le sue ultime parole furono accompagnate da un sorrisino beffardo e una sorseggiata di un liquido che non poteva essere idromele.
Anche Ginny sorrise: ora sapeva per certo che era stato Draco a denunciare quella pazza di Astoria; il problema era che non sapeva come sentirsi né tanto meno come agire a riguardo.
Draco, invece, non lasciò trapelare alcuna emozione, anzi iniziò a mischiare un paio di ingredienti e poi si avvicinò alla rossa. « Stenditi e solleva meglio il maglioncino » ordinò e, quando lei obbedì, iniziò a spalmarle una sostanza verde e densa sulla ferita. Il contatto con la mano fredda di Draco fece rabbrividire Ginny dalla testa ai piedi. In un certo senso era anche un contatto piacevole. La prima e ultima volta che si erano toccati risaliva alla serata precedente, al bacio, come entrambi ricordavano bene.
Piton ormai non stava più neanche guardando fortunatamente per Draco, dato che, in caso contrario, senza dubbio il padrino avrebbe notato la tensione nel braccio del suo figlioccio.
Ora Draco poteva toccare Ginny, tastare il candore della sua pelle calda e liscia, reale, non una menzogna. Per un attimo provò persino un impellente desiderio di esplorare più su, e poi più giù, di scoprire posti dove neanche Corner era ancora arrivato. Di darle il suo primo piacere, magari …
« Blaise mi ha invitato da parte di sua madre a casa loro. Ci sarai anche tu, giusto? » domandò Severus, mettendo fine alla tensione invisibile, ma palpabile che c’era tra i due studenti.
Draco annuì e si schiarì la voce, cercando di riprendere il controllo mentre continuava a stendere il magico unguento. Diavolo, c’era anche Severus lì con loro e per fortuna. « Sì, e ai miei farebbe piacere vederti. »
Severus annuì a sua volta. « Ti ho preso un regalo che credo potrebbe piacerti » dichiarò, posando il bicchiere da cui aveva sorseggiato. « Penso sia una cosa utile. »
« Si tratta di un oggetto piccolo, o di qualcosa di grande? » investigò Draco, provando a concentrarsi su quella conversazione, invece di fare pensieri  impuri sulla pelle di una Weasley. Grazie a Salazar che Severus è qui con me, pensò con enorme gratitudine.
« Enorme » annunciò semplicemente il professore. Dopodiché Draco terminò il suo processo e Piton aiutò Ginny a rimettersi in piedi. Si avvicinò a un armadietto e ne estrasse una pozione, che in seguito prestò alla ragazza. « Weasley, applicaci questo domani mattina e vedrai che passerà. Avete fatto benissimo a venire qui, non credo alla McGranitt avrebbe fatto piacere, anzi temo avrebbe rimandato il termine della punizione. »
« E-era quello che temevamo » balbettò lei, tesa come una corda di violino, mentre stringeva il pugno attorno alla fiala donatale.
« Immaginavo. Ora tornate nei vostri dormitori, si è fatto tardi. »
« Grazie e buona notte, professor Piton » salutò Ginny, prima di uscire dello studio in compagnia di Draco. I due studenti percorsero un ultimo e necessario corridoio insieme, prima di separarsi doverosamente. « Sembra che abbiate un bel rapporto voi due » osservò lei, ripensando alla naturalezza con cui Draco si muoveva in presenza di Piton. Una naturalezza che un Grifondoro non poteva neanche concepire.
« Severus è tipo un terzo genitore » ammise il Serpeverde, senza alcuna difficoltà.
« Inoltre ho trovato il lavoro che potresti svolgere da adulto. Guaritore. »
« Molto spiritosa » ridacchiò Draco, prima di rendersi conto che lei non stava assolutamente scherzando. Le era partita una rotella, senza dubbio. « Quello è un lavoro per Tassorosso, Weasley! »
« Guarda che è una bellissima sensazione, aiutare gli altri. »
« Mio padre ti riderebbe in faccia, ringrazia di essere con me e non con lui. »
Fortunatamente non sono mai stata con tuo padre, appuntò Ginny mentalmente. Tuttavia dovevano parlarne, a proposito di Lucius Malfoy, delle cattiverie psicologiche che aveva riservato a suo figlio negli anni. Inoltre Ginny non sapeva se e quando si erano fermati gli episodi di violenza. Ci aveva provato più di una volta ad aprire gli occhi di Draco, e ora era arrivato il momento di provarci più intensamente.
« Lui non ti rispetta, Draco, non ti ha mai rispettato come persona se ha cercato di plasmarti in qualcuno che non sei. Tu non sei quello che se ne va in giro a insultare i Grifondoro. »
« Come lo sai? Abbiamo iniziato a conoscerci da un mese e già credi di sapere chi sono. Come osi? »
« E in questo mese ho capito più di Lucius Malfoy. Ho visto il vero te. Il vero te che non mi chiama pezzente, ma Ginevra. Il vero te che mi lasciata passare quando ha visto che ero ferita. Il vero te che mi ha difesa da Astoria, che mi ha preso per mano quando eravamo in pericolo e non mi ha lasciata indietro. Il vero te che mi ha curata. Forse è vero, non ci conosciamo bene noi, ma ho visto che c’è altro. »
Draco strinse i denti. C’era un meccanismo nella sua testa che non riusciva a procedere, come se un passaggio fosse bloccato, come se una serratura non riuscisse a fare il click necessario. Suo padre non alzava una mano contro di lui da almeno cinque anni … La Weasley non doveva osare. « Venti punti in meno a Grifondoro, Weasley » dichiarò fermamente e freddamente.
Ginny non riuscì a credere alle proprie orecchie, anzi rimase a bocca aperta. « Come prego? »
« Ieri sera eri sulla Torre di Astronomia, fuori dal Coprifuoco. »
Ora lei si sentiva decisamente sotto shock. « Ero con te … Avevi detto che non mi avresti tolto punti … Non puoi … »
« Posso eccome, sono un Prefetto Serpeverde » concluse il biondo, duro come non mai. Purtroppo il suo fare composto fu spazzato via dalla borsata che gli assestò Ginny. « Ahia! Sei impazzita? »
« Mi rimangio tutto quello che ho appena detto su di te, io ... stammi lontano! » gridò lei, rossa in viso e, prima che potesse sparire dalla sua vista, Draco giurò di aver visto un paio di occhi lucidi. L’aveva ferita. Ottimo lavoro Draco, pensò amaramente mentre tornava nei sotterranei, dentro il petto uno strano vuoto.
Quella notte un piccolo elfo domestico iniziò a saltellare nei sogni di Draco, istigandolo con una canzoncina che ripeteva sempre i versi Cosa ha guadagnato Draco Malfoy?  Il suo orgoglio si sente meglio? Riceverà un premio dall’amorevole paparino?







Piccole note:

Rieccomi!
Ciao, prima di tutto ringrazio chi continua a seguire questa storia, il numero di visualizzazioni è rimasto abbastanza regolare. Ringrazio chi segue, preferisce o ricorda, dato che siete aumentati dopo il capitolo precedente. Ringrazio molto Mary Raven che ha recensito.

Vi invito a farmi sapere cosa ne pensate, anche scrivendo solo "Mi piace, continua" nei messaggi privati oppure "Dovresti cambiare questo e questo". Non voglio recensioni, voglio opinioni, capire se procedo nel verso giusto.

Allora questo è il capitolo più lungo che ho scritto fin ora. Il rapporto tra Ginny e Draco è ormai stabile e, proprio ora, subisce uno scossone.
Le intenzioni di Ginny sono buone, vuole che Draco apra gli occhi su suo padre, ma per lui forse è ancora troppo presto.
Nei prossimi due capitoli inizieranno le vacanze natalizie e qui verremo a sapere quanto Severus, Narcissa e gli amici di Draco sanno o non sanno sulla storia della violenza.
Un bacio e a presto, xo

  
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