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Autore: RMSG    29/07/2009    7 recensioni
Raccolta partecipante al concorso "Rainbow Challenge" indetto da Fanword.it;
Sette storie tante quanti sono i colori dell'arcobaleno;
Sette storie per rappresentare piccole scene di quotidianità di Roy ed Edward.
Avvertimenti: Possibile OOC.
Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: OOC, What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Glitter Words
 
 
 
Erano ormai le ventitré di sera quando Roy entrò nel bar di Madame Christmas: camminava lentamente e aveva gli occhi tristi, mentre teneva il capo chino. Si andò a sedere al bancone e solo una volta accomodatosi, alzò il capo incontrando gli occhi piccoli piccoli di Madame Christmas."Ehi, Roy... quanto tempo..." poggiò le braccia incrociate sul bancone di legno del locale e si perse nello sguardo triste di Roy.
"Eh... sì, è un bel po' che non ci vediamo..." il militare chinò sempre di più il capo, lentamente, fino a far toccare alla fronte la superficie il legno.

"Che hai? La fidanzata ti ha lasciato?" Roy sospirò, triste e sconsolato.
"Una cosa del genere..." sussurrò.
"Vuoi raccontarmi?" gli chiese, con grande stupore del Generale.
Aveva sempre provato un grande rispetto per Madame Christmas... era una donna forte e carismatica e dallo sguardo intenso. E, oltretutto, spesso, quando Edward cercava ancora la pietra filosofale, lo aveva aiutato con qualche sotterfugio.
Oh, no... ecco di nuovo il magone:
Edward... il suo Edward...
Era incazzato con lui. Oddio, non che fosse una novità, questa cosa... però stavolta era veramente incazzato.
Perché? Sinceramente ancora non lo aveva capito, Roy... ma l'unica cosa che aveva compreso è che era colpa sua. Decisamente.
Nella testa intanto gli rimbombava la voce di Ed "Non hai fiducia in me! Sei troppo geloso!".
Lui geloso!? Ma scherziamo!?
Aggrottò stizzito le sopracciglia. Lui non era geloso! Voleva soltanto che Edward fosse tutto suo!
Ed ecco un altro stralcio della loro litigata passargli per la mente "... e sei possessivo! Dio, non sono un pupazzo!".
Mmmh... ok, forse era un po' possessivo... e leggermente geloso! Ma non così tanto da...
Sospirò nuovamente.
"Allora Roy? Vuoi dirmi che è successo?".
Alzò il viso leggermente "Sono troppo geloso..." borbottò, quasi arrossendo. Che vergogna doverlo ammettere!
Madame Christmas ridacchiò, divertita "Mio caro... se sei innamorato è ovvio che tu sia geloso... specie tu!" annuì, convinta delle sue stesse parole.

La guardò attentamente "Perché, specie io?" l'argomento si stava facendo interessante... e chissà, magari, dai commenti e dalle opinioni di Madame Christmas, avrebbe potuto tirar fuori qualcosa di utile per migliorarsi... anche se lui era perfetto!

"Perché non sei mai stato impegnato seriamente. Perché non sai cosa significa avere un rapporto serio e aver fiducia dell'altro! Tu credi che chiunque, prima o poi, ti pugnalerà le spalle, Roy..." guardò Mustang come se la sapesse lunga su di lui.

"... non sarei ciò che sono adesso se non fossi così attento nei riguardi delle persone!" ribatté, stizzito. Negava spudoratamente, cercava di giustificarsi... ma era tutto vero, in effetti.

"Piantala di fare il bambino..." lo riprese proprio come avrebbe fatto sua madre. "Datti una regolata! Quella povera ragazza..." Roy la interruppe, correggendola sul genere della parola, proprio come se fosse una cosa normalissima.

"Ragazzo...".

La donna tacque un istante solo per poi ricominciare a parlare "... quello che è! Insomma... se quel ragazzo ti ama e tu lo ami... c'è bisogno di essere così possessivo, geloso, appiccicoso e altro?!" sollevò un sopracciglio castano.

Roy la guardò "Madame... ma per caso il mio fidanzato le ha parlato?" anche lui inarcò un sopracciglio "Perché mi sembra tanto una congiura contro di me..." borbottò.

"Non è una congiura, è così. Hai torto, mio caro Generale quasi Furer!" esclamò, con tono quasi malizioso.

"Ma come...?" stupito, l'osservò "Come fa a saperlo!? Me l'hanno detto ieri!".

"Io so tutto, Mustang..." stancamente si lasciò cadere su uno sgabello lì vicino "Ti offrirei qualcosa da bere ma... oggi hanno fatto piazza pulita di ogni tipo di bevanda!" scuoté il capo, divertita.

"Peccato... avevo bisogno di tanto alcool, stasera... decisamente" sospirò, sconsolato. Ora che aveva capito di aver torto, voleva tornare a casa loro e chiarire con Edward... ma molto probabilmente avrebbe rischiato la morte, la cosa migliore era lasciargli sbollire l'arrabbiatura e poi parlarne con calma domani mattina.

"Aspetta, credo che..." si alzò e si avvicinò alle mensole dei liquori "Ecco! Grappa ai mirtilli!" e gliela posò davanti agli occhi.

"... ai mirtilli?" la guardò scettico: ai mirtilli?

"Sì, esatto! E' l'unica cosa che non hanno richiesto stasera... anche se di solito è la prima a sparire dalla credenza..." fece l'occhiolino a Roy "Sai com'è... è leggermente modificata da me" e rise.

Il militare osservò la bottiglia con fare incuriosito: ogni cosa modificata leggermente da Madame Christmas era altamente alcolica.

"Mi dia un bicchiere, Madame..." sospirò "Mi accontenterò... d’altronde, è molto tardi... e non c'è più nessuno oltre me".

La donna sorrise e si allungò per prendere un bicchiere basso e dal vetro leggermente appannato. Si sedette di fronte a Roy e gliene versò un'abbondante quantità, aggiungendo tre cubetti di ghiaccio subito dopo.

A Mustang scappò una risatina "Ma è viola!" non aveva mai visto un liquore viola!

"Beh... è ai mirtilli! E credo che l'aggiunta di molto alcool l'abbia inscurito maggiormente!" annuì.

"Devo fidarmi? Non mi fido molto a bere questa cosa...".

"Chiamo il tuo fidanzato e gli dico che ti stai per ubriacare..." lo minacciò e Roy non se lo fece ripetere un'altra volta ancora, prese il bicchiere e buttò giù il liquido tutto in una volta.

Rimase un secondo col capo inclinato, godendosi il gusto dolciastro dei mirtilli unito a quello forte della grappa.

"Fantastico..." sorrise, mettendo la testa dritta e versandosene dell'altro.

"Visto? Ma dico... quando ti fiderai dei tuoi conoscenti, Roy?" lo prese in giro, ricordandogli anche di Edward.

Fece una smorfia e bevve di nuovo, per poi versarsene ancora.

"Lasciamo perdere, Madame..." sospirò e bevve ancora.

Erano le ventitré in quel locale quando Roy Mustang aveva cominciato a bere quel delizioso liquido viola.

Da lì uscì solo alle due del mattino... conscio che si sarebbe preso un gran bel cazziatone da Ed.

"Grazie Madame... è stata molto..." barcollò leggermente, mentre usciva dalla porta: non riusciva a trovare il termine giusto. Buffo! Roy Mustang senza parole! "... molto qualcosa che ora non riesco a dire..." la salutò con una mano, sventolandola in aria e uscendo dal locale. La testa gli girava tantissimo e aveva le guance completamente rosse.

Tenendosi il capo con una mano, cominciò a percorrere le strade di Central City che conducevano – o perlomeno così gli sembrava – a casa sua.

Si ritrovò davanti al portone della sua villetta e sospirò sollevato: era arrivato. Messe le mani in tasca e trovate le chiavi, le infilò nella toppa; era chiusa con la doppia mandata… Ed non c’era?

Aprì la porta ma non fece in tempo a metter piede dentro casa che la voce del compagno lo richiamò all’ordine.

“ROY!” urlò, avvicinandosi a lui con un’espressione tra il preoccupato e l’arrabbiato.

“Ed…” mormorò, confuso dal vederlo lì, sveglio, a quell’ora.

“Dove cavolo eri finito!? Ti sono venuto a cercare! Mi hai fatto preoccupare!” esclamò e ora sul suo viso prese il sopravvento la preoccupazione. “Non ti trovavo da nessuna parte…” si avvicinò a Roy, prendendogli il volto tra le mani. Si accorse solo ora del suo odore, del suo viso, arrossato e accaldato e dei suoi occhi, languidi e lucidi per l’alcool.

“Roy… puzzi di alcool…” ed ecco che la sua espressione preoccupata andava via, lasciando il posto a quella arrabbiata. “TI SEI UBRIACATO!?”.

“N-no…” distolse lo sguardo da quello dorato e incavolato di Edward.

“Ah, no!? Quello che sento non è profumo di rose!!” gli urlò contro. Abbassò il capo, Roy.

“Stavo male..." sussurrò, discolpandosi.

"E perché diavolo non sei tornato da me!?" lo rimbeccò.

Roy lo guardò stupito, alzando la testa per guardarlo. "Oh, Ed..." lo chiamò, dispiaciutissimo. Lo abbracciò stretto e lo baciò dolcemente.

Edward mugugnò contrariato, infastidito dal sapore amarognolo e, soprattutto, anomalo: non l'aveva mai sentito. Gli circondò il collo con le braccia, ricambiando il bacio. Fu il primo a staccarsi per guardarlo e parlare.

"Che cos'è questo sapore?" fece una smorfia leggera.

"Beh... Grappa ai mirtilli..." sussurrò, un pochino imbarazzato e divertito.

Edward lo guardò confuso "Ai mirtilli?" sbuffò "Roy eri proprio disperato, eh?" lo prese in giro.

"Credevo che..." non riuscì a terminare la frase che Edward lo aveva baciato di nuovo.

"Ti amo, idiota..." sorrise a Mustang, facendolo arrossire leggermente.

"Anche io... tanto" lo strinse a sé.

"Su, entriamo in casa..." suggerì il biondo, precedendolo nell'abitazione.

Roy lo seguì subito dopo, contento di aver fatto pace e, soprattutto, conscio di ciò che sarebbe accaduto da lì a qualche minuto. Gli sfuggì un sorriso malizioso.

Sorriso che, non appena Ed si fu girato con a sua volta un sorriso - molto malefico a suo dire - sparì dalla circolazione.

"Amore... quando mi porti dai tuoi?" Mustang sollevò un sopracciglio. Erano le due e mezzo del mattino, era completamente sbronzo e a malapena riusciva a seguire i discorsi e a reggersi in piedi. E perché, dunque, il suo adorabile fidanzato aveva deciso di aprire ORA quell'argomento in quella situazione e in quelle condizioni?

Roy sospirò, comprendendo solo dopo il significato nascosto delle parole di Edward "Cos'è, una punizione per la mia colossale sbronza?" incrociò le braccia e si appoggiò al muro, con finta nonchalance: la testa gli girava sempre più e da un momento all'altro sarebbe crollato a terra come un fesso.

"Può anche darsi..." Ed si avvicinò subito a lui, abbracciandolo e reggendolo. Alzò il viso per guardarlo, divertito  "Quindi se non mi porti dai tuoi, io non ti perdono... e di conseguenza, se non ti perdono, tu vai in bianco per il resto dei tuoi giorni!" e fu data la sentenza.

Calò il silenzio tra di loro.

"Hai vinto tu... domani chiamo mia madre, e ci andiamo a pranzo insieme..." sospirò, ripetendo poi "Hai vinto tu...".

Edward sorrise, smagliante.

"Grazie, amore!" sorrise e cercò di cambiare discorso. "Allora... com'era la Grappa ai Mirtilli?" domandò.

Roy lo guardò, sospirando "Viola...".

 

   
 
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