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Autore: Mercurionos    27/09/2019    4 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 2 – L’Invasione di Luud – Dicembre 748
 
“Ehi, Pump! Dove sei?” La porta della casetta cilindrica si spalancò di scatto e Radish entrò nel salotto con una cesta di vimini piena di radici bianche e succose che appoggò vicino all’ingresso. Negli anni trascorsi in compagnia dei Luud, Radish era cresciuto parecchio: i suoi capelli parevano allungarsi senza sosta, e il duro lavoro nei campi aveva esaltato il suo fisico da saiyan. Lo stesso era successo alla sua coinquilina. Pump scese dal foro nel soffitto: la ragazza di sedici anni era sudata e pareva stanca. La minuta bambina si era evoluta in una prestante atleta dei campi: abbronzata, mostrava gli arti e la pancia allenati portando dei robusti pantaloncini e un top di pelle.
 
Il caldo pianeta Luud, nonostante le elevate temperature, nascondeva un terreno fertile adatto alla coltura di radici e verdure. “Ra-Ra!” La ragazza atterrò delicata sul terreno, si asciugò il sudore dalla fronte e alzò lo sguardo verso Radish: “Sono appena tornata anche io: i pomacsi arancioni sono già maturi.” “Bene – si avvicinò alla ragazza – così possiamo ricavarci qualcosa dai mercanti di Dantwin e…” Radish si accorse di essere di fronte alla giovane, che lo guardava con occhi vispi e lucenti, e ammutolì arrossendo.
 
Il ragazzo si girò e riprese in mano la cesta di radici. Pump lo guardava confusa, ma sorrise e prese da una cassa due piatti di terracotta, e preparò la tavola per la cena. “Dopo possiamo allenarci un po’?” Chiese la saiyan all’altro, che la guardò sbigottito: “Hai ancora così tanta energia? Perché vuoi allenarti?” “Siamo saiyan! E poi ogni volta miglioro un pochino, così un giorno sarò forte come te!” Pump strizzò gli occhi e sorrise all’amico, che arrossì di nuovo, ma ancor più intensamente di prima.
 
“Haah!” Pump fece una doppia giravolta e scagliò la gamba destra verso la faccia di Radish, che alzò il braccio e parò il colpo: “Ahi! Questo l’ho sentito… Huh?” La ragazza scomparve dalla vista del giovane, lanciandosi a velocità supersonica dietro alle gambe di lui e colpendole velocemente con entrambe le tibie, girando su se stessa. Prima ancora che Radish cadesse a terra, la saiyan si era già proiettata alla sua destra, aveva tirato la gamba sopra alla testa disegnando un ampio arco e la aveva velocemente abbassata sulla pancia dell’amico.
 
Per quanto il costante lavoro degli ultimi anni avesse temprato il fisico della ragazza, il suo corpo era ancora molto flessibile. Radish piombò rovinosamente sul terreno, incastrandosi nel suolo. Ansimando, Pump lo guardò velocemente, sorrise, e gli tese la mano; lui scosse la testa per riprendersi e accettò l’aiuto dell’amica. “Direi che per oggi può bastare, Pump.”
“Anf… anf… va bene…”
“…Cos’hai? Sembri strana.”
“Mi è venuto in mente… ieri sono passati otto anni da quando siamo venuti a vivere qui…”
“Davvero? Otto anni dalla… scomparsa del nostro pianeta…”
“Quasi nove.”
“…”
“Dove saranno gli altri? Il principe Vegeta…”
“Che scemo. Potevamo stare insieme.” Ammise Radish, visibilmente stizzito.
“…Già.”
“…”
“Come sei silenzioso! Andiamo a casa, dai. Stavolta te le ho date per bene!”
“Sei veramente veloce... E io non sono lentissimo!”
“Già!”
 
Qualche giorno dopo, al mattino.
“RADISH! PUMP! SVEGLIATEVI!” I ragazzi si svegliarono di colpo, alzandosi dai loro letti di scatto. Radish si lanciò alla finestra: “Mutchi! Cosa succede?” Il luud che aveva accolto i due saiyan anni prima era pallido e spaventato. E perdeva copiosamente sangue da un braccio. “È Freezer! Sono qui… Sono qui gli assalitori dell’Imp – il luud non terminò la frase: un raggio di energia luminescente gli trapassò il busto. L’alieno si accasciò per terra, senza vita. Due altri alieni, in uniforme da combattimento, abbassarono i blaster: “Ce ne sono altri nella casa!”
 
Radish si rituffò nella camera da letto; “Pump! Dove sei?” Si sentì un’esplosione al piano inferiore. Radish volò di sotto: Pump aveva fatto saltare in aria il pavimento del salotto e scoperto le due sfere d’attacco che avevano usato otto anni prima per giungere su Luud. “Nelle M.U. ci sono delle vecchie tute da combattimento da adulti! Dobbiamo metterle e combattere!”
“…”
“Cosa c’è? Dobbiamo proteggere la nostra casa! E la nostra identità!”
“NO!”
“Cosa?”
“Devi stare attenta. Promettimelo.”
“Che…?”
“PROMETTIMELO!”
“Va bene. …Mettiti questa.”
 
I due saiyan uscirono dalla loro casa camminando nella polvere e nel fumo. La cittadina vicina a loro era devastata da un denso incendio. L’odore di sangue e fumo riempiva la gialla alba del pianeta, al quale continuavano ad avvicinarsi navette dell’esercito imperiale. “Ehi! Ma siete dei nostri?!” I due assalitori avevano notato i due ragazzi uscenti dalla bruma: “Aspetta… Hanno la coda! Sono…”  Ma Radish era già davanti a loro, e tendeva i palmi aperti verso le loro teste: “Saiyan. Buona giornata, signori.” Un’esplosione purpurea tranciò di netto i capi degli alieni, che si accasciarono per terra, senza vita. “Radish.” Pump si era avvicinata al ragazzo: “Stai attento anche tu.”
 
La battaglia infuriava impari nella città. I Luud erano commercianti di verdure, e solo in pochi possedevano vere armi per il combattimento. Le squadre d’assalto dell’esercito penetravano lente ma distruttive verso il centro dell’insediamento, da ogni direzione. L’incendio che divampava nella periferia rendeva impossibile la fuga ai Luud, che non sapevano né volare, né controllare il ki. Le poche perdite dell’esercito di Freezer non erano neanche lontanamente paragonabili alla strage che questi provocavano tra gli indigeni.
 
I due saiyan piombarono dal cielo nel distretto commerciale, tra casse rovesciate e mercati distrutti, dietro ad una rudimentale barricata occupata da pochi Luud armati. “Pump! Radish!” “Siete arrivati!” “È Freezer! Ci hanno…” I combattenti, stremati e feriti, sembravano improvvisamente risollevati. I Luud sapevano certamente della forza innata dei saiyan, i combattenti più temuti dell’universo. “Andate a cercare un riparo. Qui ci pensiamo noi.” I Luud non ci pensarono certo due volte, e si precipitarono verso le case che stavano difendendo. Solamente con uno sguardo i due ragazzi, rimasti soli dietro alla catasta di legna, si intesero sul da fare, e si lanciarono in aria tra gli spari degli assalitori.
 
Rapida e silenziosa come un fantasma, la ragazza scomparve dallo sguardo dei nemici, spostandosi alle loro spalle: piroettando veloce spezzò numerosi colli con invisibili calci, mentre Radish affrontava tutti gli altri avversari. Contemporaneamente. Lo squadrone di assalitori venne massacrato in fretta, ma i ragazzi non ebbero il tempo di rallegrarsi della temporanea vittoria. Una tremenda esplosione sconvolse il piccolo pianeta: l’aria e la fragile terra di Luud tremarono impaurite, almeno quanto Pump e Radish.
 
La ragazza si abbassò e raccolse uno scouter dal terreno e se lo mise all’orecchio. Il modello era moderno, ma la funzione di ricerca funzionava come una volta. Ed individuò l’artefice del disastro. “Radish… Guarda.” Pump gli lanciò lo scouter. Radish impallidì: “Cinquemila…? Chi hanno mandato su questo pianeta minuscolo?” Il ragazzò si alzò in cielo, ricercando l’origine del potenziale combattivo, ma lo scouter non servì molto: “Pump! Vieni quassù.” Uno scenario terrificante si presentò di fronte ai ragazzi: un pezzo del pianeta era scomparso.
 
I due stavano sfrecciando nell’aria verso il luogo dell’esplosione. “Cosa vuoi fare, Radish?”
“Dobbiamo fermare la distruzione del pianeta!”
“Ma come vuoi farlo? Ho guardato il tuo livello, era poco più alto di seicento! Se mi impegno, insieme arriviamo forse a milleduecento, ma quello là ha cinquemila!”
“Lo so! Ma forse riusciamo a rallentarlo...”
“Non è uno degli altri soldati con neanche trecento punti!”
Il pianeta era stato sconvolto da quell’esplosione. Ora assomigliava ad un croissant spaziale. E GT fa pure schifo. I ragazzi atterrarono nel polverone, che continuava a salire dal terreno, alle spalle del nemico.
 
“Ehi, qui ci penso io. Tornate alla vostra zona.”
“Bastardo! Come osi distruggere il nostro pianeta?” Radish era furioso, e lo scouter del nemico emise un suono: “Cosa? Quanto…? Non siete dei nostri!” “YAAH!” Radish sì lanciò alla carica, fulmineo; Pump era già sopra al nemico e lo stava per colpire con una gomitata. Ma quello era veloce, e anche molto più forte di loro: parò entrambi gli attacchi, e subito dopo respinse i due con un’onda di energia. Pump e Radish caddero a terra, e la polvere si diradò. Finalmente poterono vedere il loro avversario, che li stava minacciando puntandoli con le braccia tese: era un umanoide con i capelli lunghi e indossava un’uniforme dell’esercito di Freezer; e aveva la coda. “Chi siete? Perché avete rubato delle Battle Suit?”
“Vegeta?” Radish lo aveva riconosciuto.
“Principe!” Anche Pump, i cui ormoni cominciarono lentamente ad ingranare.
“Che? Radish, sei tu?” Vegeta abbassò le mani, e guardò confuso il ragazzo. Si voltò e guardò anche Pump: “Ci sei anche tu, quella di otto anni fa…” Confuso, il giovane principe toccò il suo scouter due volte: “Pronto? Dodoria, vieni qua. Ho trovato dei tizi interessanti.”
 
“Quindi siete davvero arrivati e rimasti qua fino ad adesso?” I ragazzi in pochi minuti avevano riassunto a Vegeta la loro storia. Nonostante l’atmosfera del dialogo fosse tesa, Pump pareva un po’ più rilassata di Radish, anche se entrambi tenevano ancora i pugni stretti. Vegeta aveva ascoltato con noncuranza: “Io sono finito per qualche mese su Zoon e altri pianeti simili, dove la gravità è pari a quella del vecchio Vegeta. Non mi sono certo indebolito come voi.”
“Abbiamo visto, pazzo.” Radish replicò in fretta, a denti stretti.
“Stai attento a come parli, feccia. Sono ancora il vostro principe, e fra poco anche… Uhm? – Vegeta girò il capo, seguendo una freccetta comparsa sul suo scouter – Si è degnato di arrivare, la cicciona.”
 
Un alieno corpulento, dalla pelle rosa e spinosa, scese dal cielo, piombando sul terreno accanto a Vegeta. Seguito da alcuni soldati di scorta, Dodoria si guardò intorno, osservando la distruzione causata dal ragazzo. Sorridendo, si avvicinò lentamente a Vegeta, e gli scagliò un pugno poderoso sulla guancia. Il principe cadde a terra rovinosamente, scivolando per alcuni metri prima di rialzarsi con il labbro spezzato, sputando sangue.
 
“Ma sei scemo? Quelli continuavano ad attaccarmi in massa! Ho solo cancellato una città che tanto era da radere al suolo!” Dodoria assunse una smorfia contrariata: “Stai zitto, Vegeta! Hai visto che cosa hai fatto al pianeta? Lord Freezer ti aveva anche detto di trattenerti su un pianeta così poco resistente! Cosa pensi che ci ricaviamo da un pianeta tanto danneggiato, eh?” Deglutì, poi volse lo sguardo agli altri due ragazzi, che tremavano impauriti dalla violenza di Dodoria: “Voi siete saiyan! Cosa ci fate qui? Vegeta! Perché hanno le armature?” A questo punto, Pump prese parola: “Siamo giunti qui dopo l’esplosione di Vegeta. Il pianeta intendo, non lui… Noi due viviamo qui!”
 
“Beh, non più. – Dodoria interruppe la ragazza – Voi venite con noi adesso. All’esercito servono sempre buoni combattenti.” “E se noi non volessimo seguirti?” Radish si mise davanti all’amica, quasi come per proteggerla. Dodoria, per tutta risposta, aprì la bocca e sparò un raggio di energia contro i ragazzi, che furono sbalzati dall’esplosione. “Vi ammazzo. Vegeta, portali subito alla nave madre. E se ti azzardi a parlarmi di nuovo senza il dovuto rispetto, ti faccio saltare in aria.” Dodoria e la sua scorta presero il volo e svanirono all’orizzonte. Quando Radish si alzò, trovò accanto a sé Vegeta, che gli pose una mano sulla spalla, con un’espressione crucciata: “Bentornati nell’Esercito Imperiale di Freezer.”
 
Nota dell’Autore:
Sì, GT fa schifo. Si noti il fatto che hanno tagliato i capelli a Vegeta solo per mettergli dei baffi. E grazie alla figlia di Toriyama ce li siamo levati. È proprio per questo motivo che ho scelto il pianeta Luud, comparso nella prima saga di GT, come scenario di questo capitolo: solo per il gusto di distruggerlo.
 
Come avete potuto constatare, otto anni passati in compagnia di Nappa non hanno di certo giovato al giovane Vegeta, che qui sfoggia la sua radiosa e simpaticissima personalità. Ma a noi (e alla vedi a caso adolescente Pump) piace così.

 
   
 
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