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Autore: LorasWeasley    28/09/2019    3 recensioni
AU [Spamano|FrUK|PruCan| Accenni Gerita]
"-Va bene, sei ufficialmente il nostro nuovo coinquilino, finché non ci tiri brutti scherzi.
Antonio non poté fare a meno di sorridere –Ho 25 anni, direi che sono abbastanza grande per gli scherzi.
...
-Quindi sei uno spagnolo che sta andando ad abitare con un tedesco, un inglese e un italiano, sembra l’inizio di una barzelletta."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Bad Friends Trio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci qui alla fine di questa storia.
Non ho molto da dire, questo è una specie di epilogo di due anni dopo, scritto dal punto di vista di Antonio (perché avevo iniziato con lui e dovevo anche finirla) ma spunteranno tutte le coppie.
Mi sono divertita un sacco a scrivere questa storia e sappiate che ho in mente già molte altre storie di questo fandom (alcune proprio già scritte) quindi spero che continuerete a seguirmi.
Trovate tutto sul mio profilo.
Se siete arrivati fino a qui inoltre vorrei ringraziarvi per la pazienza, per avermi seguito e gradierei tantissimo, se lo volete, qualche commento o recensione.
Alla prossima storia!
Deh
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32.Antonio

*due anni dopo*
 
Strinse di più la mano di Romano, per riscaldarsi dato il gelo che c’era fuori mentre camminavano lungo il marciapiede di quella strada abbastanza affollata e piena di lucine natalizie.
Erano le cinque di pomeriggio ma era già buio pesto, aveva nevicato da poco, a terra c’era uno strato di neve fresca, ma questo non aveva impedito le persone di uscire di casa per fare le ultime commissioni della vigilia di Natale.
-Mi amor- iniziò Antonio cautamente, perché conosceva troppo bene il carattere del suo fidanzato e non gli sembrava il caso litigare la vigilia di Natale –è inutile ricordarti che se arriviamo tardi alla prima del film di Gilbert non potrò più definirlo il mio migliore amico?
Quasi gli sembrò di veder spuntare un sorrisetto sadico sul volto dell’italiano, ma non ne fu sicuro perché scomparve subito per rispondere –E credi davvero che il vostro divorzio sia un qualcosa di negativo?
Antonio sospirò, nonostante fossero passati due anni i suoi migliori amici ancora non andavano a genio a Romano, certo, loro che tendevano a stuzzicarlo in ogni occasione non miglioravano di certo la situazione.
-Dai Roma, non…
Ma fu interrotto dall’altro che gli parlò sopra, senza neanche guardarlo, troppo concentrato a camminare spedito e ad evitare le persone.
-Stai zitto, siamo praticamente arrivati. Prima devo darti il tuo regalo di Natale, poi facciamo tutto quello che vuoi. È importante.
-Non potevi darmelo domani come fa tutto il resto del mondo?
-Con il pranzo di Natale che abbiamo preparato io e Feliciano ci siederemo a tavola alle 11 e ci alzeremo alle 19. Smettila di lamentarti, siamo praticamente arrivati.
-Ma…
-Eccoci!- esclamò soddisfatto Romano fermandosi nel bel mezzo del marciapiede, senza essere arrivato in nessun posto in particolare.
Antonio si morse il labbro, era diventato troppo stupido o non si capiva davvero quale doveva essere il suo regalo?
Andò per gradi e prima di far presente che non ci stava capendo più nulla seguì lo sguardo del suo ragazzo, al lato del marciapiede stava un locale che doveva ormai essere chiuso da parecchio tempo, dalle scritte che Antonio poté intravedere all’interno doveva essere un ristorante cinese.
-Volevi portarmi  a mangiare cinese? Penso che questo si…
Romano non lo lasciò concludere, al limite dell’esasperazione sbuffò e praticamente gli urlò contro –è questo il tuo regalo!- e per enfatizzare di più la situazione iniziò a gesticolare verso il locale, come un bravo italiano.
Antonio strabuzzò gli occhi e boccheggiò incredulo, pian piano tutto stava prendendo forma nella sua mente, ma non poteva essere davvero quello, no…?
-Sei impazzito? Che diavolo stai dicendo Romano…
L’italiano sbuffò nuovamente –Hai sempre voluto un ristorante tutto tuo no? Eccolo qui.
-Non posso accettarlo, è troppo, non potrò mai accettare una cosa del genere- la sua voce era meno di un sussurro, era così stordito da non rendersi davvero conto di quello che stava succedendo.
-Si che accetterai, perché è una cosa che ho fatto anche per me. E inoltre non posso di certo tornarlo indietro, ormai è tutto firmato.
Antonio aveva gli occhi spalancati, leggermente lucidi, li aveva appena spostati dal negozio al volto del suo ragazzo.
Romano aveva il volto rilassato, un principio di sorriso sul volto, era soddisfatto e per nulla pentito di quello che aveva fatto, poi decise di spiegarsi meglio.
-Io e Feliciano ne abbiamo parlato molto. Abbiamo deciso di usare tutta l’eredità di nostro nonno per crearci il futuro, ce la siamo divisi in parti uguali, Feli ha usato la sua per aprirsi la galleria d’arte che ha inaugurato due settimane fa. Io ho comprato questo ristorante- si morse il labbro –So che ne hai sempre voluto uno tutto tuo, pensavo però che magari ti poteva andare bene lavorare insieme qui, nel nostro ristorante, potremo vendere cucina tipica italiana e spagnola… che ne pensi?
Una singola lacrima scese lentamente sulla guancia dello spagnolo, Romano però non fece in tempo a preoccuparsi per quella reazione perché si ritrovò stretto fra le sue braccia in un abbraccio che a stento lo fece respirare.
Ci mise così tanta enfasi Antonio che lo alzò anche da terra facendogli fare dei giri sul posto.
Rideva, quando lo rimise giù aveva un sorriso così luminoso che Romano ne rimase folgorato.
-Sei tutta la mia vita, ovvio che voglio aprire un ristorante con te- gli accarezzò una guancia, rossa dall’imbarazzo nel sentire quelle parole, con il pollice –Sei così speciale che a volte penso proprio di non meritarti- sussurrò infine.
Romano gli diede un pugno sul braccio facendo un grugnito –Non dire cose senza senso- distolse lo sguardo –Quindi ti piace come regalo?
-Lo adoro- lo fissò intensamente –Ti amo alla follia.
Lo baciò intensamente, non gli importava che fossero nel bel mezzo di una strada affollata e che magari stava anche dando spettacolo, tutto era scomparso, c’era solo Romano.
Fu proprio quest’ultimo a tirarsi indietro dopo diversi minuti, mantenne però le mani strette contro il suo petto, aveva il volto rossissimo –Dovremo andare, o faremo davvero tardi.
Antonio rise, gli lasciò un ultimo bacio a stampo e stringendoselo contro si avviarono verso casa.
 
Quando arrivarono a casa Feliciano e Ludwig erano già fuori quindi Antonio non ci pensò due volte ad afferrare il suo ragazzo e ringraziarlo facendo l’amore con lui.
Al diavolo la prima del film del suo migliore amico o qualsiasi altra cosa, aveva già tutto quello che aveva bisogno tra le braccia e non aveva nessuna intenzione di lasciarlo andare.
Mentre Romano si allacciava la cravatta davanti lo specchio Antonio lo raggiunse da dietro e lo abbracciò, lasciandogli un bacio sul collo, poi, mentre lo fissava negli occhi dal riflesso dello specchio disse serio –Casa te la regalo io però.
Romano corrugò la fronte –Quale casa?
-Quella dove andremo a vivere solo noi due- sorrise –O vuoi per caso vivere per sempre con tuo fratello?
Romano ci pensò seriamente su –Non vorrei mai abbandonare Feliciano, ma non penso che riuscirei a resistere tutta la vita con quel crucco tra i piedi.
Antonio rise di nuovo, gli girò il viso per baciarlo nuovamente, poi lo lasciò andare per permettergli di finire di vestirsi.
Ormai era quasi un anno che in quella casa i coinquilini erano diventati lui, Romano, Ludwig e Feliciano. Quest’ultimo si era trasferito dopo aver concluso la triennale al college d’arte nella vecchia stanza di Arthur. L’inglese si era trasferito con Francis al piano di sotto, nella vecchia casa di Matthew quando questo era andato a vivere da Gilbert, quasi costretto dopo le diverse insistenze da parte del tedesco.
Romano prese il cappotto e si avviò all’ingresso aprendo la porta, sbuffò mentre Antonio recuperava le chiavi della macchina e il portafoglio e commentò –Muoviti, che se quell’altro crucco del tuo amico se la prende con me per questo ritardo gli tiro un pugno.
Antonio rise, ma si affrettò fuori dall’appartamento, perché sapeva che quando Romano faceva minacce del genere non stava di certo scherzando.
Arrivarono al cinema che erano già tutti li, il film non era ancora iniziato, la gente non era neanche in sala, ma erano molto più in ritardo rispetto all’orario che aveva dato Gilbert.
Non appena entrarono notarono subito il gruppo formato da Matthew, Ludwig, Francis, Arthur e Feliciano semplicemente perché quest’ultimo stava sventolando le mani in aria per farsi notare mentre urlava –Vee, fratellone, siamo qui!!
Li raggiunsero e prima che ancora potessero aprire bocca per salutare, il più piccolo degli italiani si aggrappò al braccio del fratello per attirare la sua attenzione –Ve! Gli è piaciuto il regalo al fratellone Antonio?
Aveva iniziato a chiamare “fratellone” anche Antonio quando aveva stabilito che ormai faceva ufficialmente parte della loro famiglia.
Romano sorrise, poi si girò a fissare il suo ragazzo –Bè, ti è piaciuto?- domandò nonostante già sapesse la risposta.
-Sai benissimo che l’ho amato, ti ho anche ringraziato in modo abbastanza eloquente, altrimenti non avremo fatto questo ritardo.
Ludwig e Francis risero cogliendo la frecciatina, Feliciano si limitò a inclinare la testa di lato, però poi sorrise, felice anche lui che suo fratello lo fosse a sua volta.
-Che regalo?- domandò a quel punto Francis curioso.
Antonio divenne rosso per l’imbarazzo, si grattò la testa e rispose –Mi ha regalato un ristorante.
Sia Matthew, che Francis che Arthur strabuzzarono gli occhi increduli, Ludwig doveva già essere al corrente della cosa invece.
Romano si intromise –Si bè, è anche mio, faremo sia cucina italiana che spagnola- si strinse contro il fianco del suo ragazzo mentre mugugnava –Bastardo, nell’insegna la bandiera e il nome italiano verranno prima.
Antonio soffocò una risata e baciandogli la testa rispose –Tutto quello che vuoi.
Nel frattempo, dopo essersi ripresi dallo shock Arthur si era girato verso il suo ragazzo francese e non si era fatto problemi a picchiarlo con uno schiaffo sul braccio.
-Loro si regalano ristoranti e tu mi fai giorni di casino perché ti pago due miseri mesi di affitto!?
Non si era fatto problemi a uscire l’argomento, ormai tutti sapevano di quando Francis aveva avuto i suoi problemi economici in famiglia, Arthur era quello che l’aveva aiutato più di tutti nonostante Francis non aveva mai accettato questa cosa e se n’era sempre lamentato.
Odiava così tanto che Arthur si fosse messo in testa di pagargli l’affitto che gli era andata bene solo quando erano poi andati a vivere insieme, almeno così l’inglese non avrebbe pagato due affitti e in ogni caso l’altro gli ripeteva ogni giorno che gli avrebbe restituito tutto quanto.
Francis lo fissò e facendo un sorrisetto decise di cambiare argomento –Mon amour, hai ripreso a parlarmi?
Arthur assottigliò le labbra infuriato, poi incrociò le braccia al petto e gli diede le spalle, ricordandosi di avercela con lui.
Antonio, continuandosi a stringersi Romano al petto mentre gli accarezzava i capelli, domandò in un sospiro –Per cosa avete litigato questa volta?
Fu Feliciano a rispondere –Sembra che una stilista che lavora nella stessa agenzia di Francis ci provi spudoratamente con lui.
Antonio portò lo sguardo sul suo migliore amico e fece un nuovo sospiro –Sempre quella?
Francis annuì quasi depresso, Arthur non vide la risposta del suo ragazzo ma la domanda di Antonio lo fece incazzare ancora di più.
Iniziò a inveire contro di lei mentre diventava tutto rosso per la rabbia –Questa è una troia che non capisce qual è il suo posto, mi sta facendo uscire fuori di testa, ogni volta che vado a prenderlo o semplicemente a trovarlo in agenzia fa di tutto per farmi impazzire. Lo fa di proposito! AH! Ma non me ne frega nulla se è una donna, io la metto sotto con la macchina un giorno, oh si, la…
Venne interrotto da Francis che lo strinse da dietro in un abbraccio dolce e gli poggiò un mano sulla bocca per farlo stare in silenzio –Amore, stai dando troppo spettacolo.
Arthur si liberò della mano sulla bocca, poi si rigirò nel suo abbraccio cercando di farlo staccare senza grandi risultati –Non me ne frega nulla se sto dando spettacolo- rispose piccato, ma abbassò la voce rispetto a prima –E puoi star certo che non me la prenderò solo con lei, tu non sei di certo un santo, tu, stupido coglione francese, devi smetterla di…
-Di amarti incondizionatamente nonostante tutto? Di continuare a vedere sempre e solo te ignorando tutto ciò che mi circonda di superfluo?
Arthur rimase con la bocca socchiusa, non sapeva rispondere a tutto quello, Francis continuò sorridendo dolce –Amo solo te, come te lo devo far capire?
Non era una domanda che richiedeva davvero una risposta, ma Arthur comunque parlò di getto facendo ammutolire tutti quanti –Sposami.
Francis strabuzzò gli occhi azzurri, non chiese conferma di quello che aveva appena sentito, non domandò di conseguenza “cosa?” “come?” “stai scherzando?”, semplicemente si limitò a scrutare gli occhi verdi del suo ragazzo, vide tutta la determinazione nel suo sguardo e, sorridendo leggermente e stringendoselo più contro disse –Va bene.
-Bene- fece Arthur annuendo forse più a se stesso che a l’altro.
-Bene- ripeté nuovamente il francese, poi lo baciò.
Il primo a riprendersi fu Feliciano, che iniziò a urlare parole indefinite eccitato per la situazione e per i suoi amici.
Ludwig, ridendo, cercava di calmarlo perché ormai troppe persone si erano girate a guardarli.
Matthew sorrideva dolce felice per loro, ormai faceva parte del gruppo da così tanto tempo che si era affezionato a tutti loro.
Romano fece una faccia disgustata e fece finta di vomitare, poi divenne completamente rosso e spinse via Antonio quando questo gli sussurrò all’orecchio –Non farai mica quella faccia anche quando te lo chiederò io, no?
Vennero interrotti da Gilbert che li raggiunse quasi di corsa, mise un braccio intorno alle spalle del suo ragazzo e si rivolse a tutti loro –Cosa diavolo ci fate ancora qui? A momenti inizia! Muovetevi!
Si trascinò Matthew prendendolo per mano e non si girò per controllare che anche gli altri fossero dietro, dava per scontato che li stavano seguendo.
E così infatti era, tranne che prima sia Francis che Antonio bloccarono gli altri e dissero –Non dite a Gilbert di questa cosa del matrimonio per oggi, sapete che vuole sempre essere al centro dell’attenzione, non possiamo rovinargli la sua giornata.
E tutti annuirono, credendo che si riferissero al fatto che stava per uscire il suo primo film.
Ma capirono a cosa si stavano davvero riferendo i due migliori amici del tedesco quando, dopo il film, mentre gli attori e i registi parlavano e commentavano in sala il film questo attirò tutta l’attenzione su di sé, com’era sempre bravo fare.
Prese il microfono e ringraziò il suo ragazzo, facendolo anche illuminare con un occhio di bue, Matthew era così imbarazzato che Antonio, che era seduto alla sua destra, sentiva il calore del suo corpo nonostante li distanziassero diversi centimetri.
Gilbert lo ringraziò, dicendo che se non fosse stato per lui non sarebbe mai arrivato a quel punto, disse che lo amava e, mentre la sala si scioglieva per quel romanticismo, concluse inginocchiandosi e chiedendogli di sposarlo.
E Matthew, dopo aver risposto con voce super flebile e balbettante svenne per il troppo imbarazzo.
-Gliel’avevo detto io che non era una buona idea- commentò divertito Francis mentre Feliciano e Ludwig si affrettavano a soccorrere il canadese.
Arthur gli fece notare –Bè, almeno ha risposto di si prima di collassare.
E Romano aggiunse –Di questo passo però non so se ci arriva vivo al matrimonio.

[Fine]
  
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