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Autore: Kurrin Bright    29/09/2019    1 recensioni
{FE3H | Dimitri/Byleth | Post finale di Azure Moon | Settimo e ultimo giorno della Dimileth week | Prompt: Mani & Ballo}
«Adoro le tue mani: per quanto siano minute in confronto alle mie, sono state loro a salvarmi e a insegnarmi tante volte…»
«Sai che anche a me piacciono tanto le tue? Sono così grandi e robuste, quando mi toccano mi sento al sicuro» bisbigliò.
«Con le mie e le tue mani, costruiremo un futuro meraviglioso!»
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Byleth Eisner, Dimitri Alexander Blaiddyd
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Doverosa (ma neanche tanto) premessa
Ma salve! Ho sfortunatamente perso la buona abitudine di appiccicare le famose Note dell’autrice meretrice nelle mie storie, ma non è mai troppo tardi per riprendere.
Inizio col dire che, dopo il delirio angosciante e lussurioso dell’ultima volta, avevo bisogno di scrivere qualcosa più arcobaleni/luce/unicorni. Dunque, io ho saputo della Dimileth week su Twitter l’altro ieri e mi son detta “Vabbuon, conoscendomi se caccio fuori una Drabble è già tanto”, invece sono riuscita a tirare fuori qualcosa in più. Perché scrivere un pochino tutti i giorni quando esistono i picchi d’energia impetuosi e improvvisi non appena si trova una nuova OTP e si pensa solo a questa?
Il prompt dell’ultimo giorno è libero e così ho deciso di combinare due dei miei preferiti riguardo a questa coppia: le mani e il ballo, quest’ultimo protagonista del venerdì della Dimileth week. Non male l’idea di riprenderne uno per compensare la mia sbadataggine e accidia. 
Non nego che ho impiegato un bel po’ a decidere che titolo dare a questo delirio: alla fine ho optato per una parte del testo della canzone È una storia sai di Chissà quale classico Disney; essa si riferisce alla loro nuova vita, sicuramente più sfarzosa di quella vissuta all’accademia o in guerra: stesso sentimento, nuovo contesto.
Buona lettura!




Nella loro stanza da letto, il re e la sua sposa si esercitavano a danzare in occasione del ballo che si sarebbe tenuto la sera stessa. I loro movimenti erano sospesi tra una forzata leggerezza e una confusione grottesca; i loro sguardi, desiderosi d’incontrarsi, si appoggiavano istintivamente sul pavimento nel tentativo di evitare incidenti poco eleganti.
Bastò una minima distrazione del sovrano per far sì che il suo piede precipitasse sulla caviglia di Byleth. Se non fosse stato per le sue forti braccia a cingerla, sarebbe crollata a terra.
«Dimitri, stai attento!» strillò l’arcivescova. «Se i tuoi piedini fossero quelli di una principessa, sarebbe molto più semplice…»
«Perdonami, amore mio» mormorò Dimitri mortificato. «È la prima volta che cerco di ballare dopo tanto tempo.»

«Non è troppo diverso dalle battaglie, se ci pensi» affermò la consorte, staccandosi leggermente dal suo amplesso con un respiro profondo.
«C’è da dire che non abbiamo molto spazio in cui muoverci, non sarebbe meglio andare in giardino?» Propose.
«Non se ne parla! Non voglio ricevere occhiatacce…» sussurrò, nervoso, il re.
«Vorrei ricordarti che stasera gli occhi di tutti saranno puntati su di noi…» rammentò Byleth. «Tu sei il Re Salvatore, io la tua consorte e Annette mi ha detto che il popolo non fa altro che parlare del nostro matrimonio…»
Dimitri sospirò rassegnato. 
«Sarà divertente, fidati di me!» Esclamò Byleth, accarezzandogli una guancia. Dimitri lasciò che le sue labbra disegnassero un sorriso, mentre la sua mano raggiungeva quella dell’amata: la raccolse, per portarla davanti a sé e osservarla inclinando la testa. Con l’altra mano, iniziò ad accarezzarla con tenerezza, notando quanto quella della donna apparisse piccola rispetto alle sue. Lo sguardo della regina si fece presto interrogatorio.
«Ti chiedo scusa, mia adorata…»
Le guance del re vantavano una deliziosa sfumatura rosata.
«Adoro le tue mani: per quanto siano minute in confronto alle mie, sono state loro a salvarmi e a insegnarmi tante volte…» sussurrò, mentre le sfiorava con una delicatezza decisamente insolita per un guerriero. Gli occhi di Byleth luccicavano di gioia.
«Sai che anche a me piacciono tanto le tue? Sono così grandi e robuste, quando mi toccano mi sento al sicuro» bisbigliò. 
Un dolce tremolio le invadeva tutto il corpo, ma riuscì a domarlo con la sicurezza delle parole che di lì a poco avrebbe pronunciato.
«Con le mie e le tue mani, costruiremo un futuro meraviglioso!»
Dimitri annuì chinando un paio di volte il capo, tenendo strette le mani della sposa: le baciò una alla volta con gentilezza e portamento. Byleth non seppe più contenersi: allungò le braccia dello sposo verso di sé e i due sfociarono in un abbraccio affettuoso; entrambi ridacchiavano teneramente. Restarono intrappolati l’uno nell’altra per diversi istanti, fino a quando l’arcivescova non alzò il capo cercando il suo sguardo. Dimitri chinò delicatamente il capo, rivolgendosi verso la sua regina, la quale alzò la sua bocca verso quella dell’amato: si baciarono dolcemente, ripetendo con lentezza i movimenti delle labbra. Si separarono con la stessa delicatezza con cui si erano incontrati.
«Ora però, pensiamo a stasera» ammonì. «Ricominciamo!»

 

Le serve vestivano la loro signora con un abito bianco dalle trame floreali, ricamate con fili verdini che ricordavano il colore dei suoi capelli e dei suoi occhi: il più bello che avesse mai indossato. Le diedero inoltre dei gioielli d’argento, impreziositi ulteriormente da minuziosi smeraldi. Non amava truccarsi ma, come era già successo al suo matrimonio, concese a un’ancella di incipriarle il viso e di colorare, con un pennellino, le sue guance e le sue labbra di un rosa principesco.
Inizialmente si sentiva spaesata: non aveva ancora avuto molte occasioni per agghindarsi in modo così sfarzoso. Chi mai avrebbe detto che una mercenaria si potesse trovare nelle vesti di una regina?
Tutte le presenti nella stanza squittivano gioiose alla vista del loro lavoro portato a termine.
«Vi ringrazio.» Disse con un sorriso, ricordandosi tuttavia che ancora non avevano finito di aiutarla: la accompagnarono infatti a percorrere il corridoio e a farle scendere le scale, mentre cercava di non far sfigurare l’abito lungo con la sua camminata sobria.

Dimitri, così come gli invitati, la aspettavano con impazienza; non appena la scorsero sulle scale, restarono tutti a bocca aperta. Percorrendo la stanza antecedente la sala del trono, tutti si inchinarono al suo passaggio. Il re non fece eccezione, ricordandosi di ripetere il nobile gesto di quel pomeriggio; una volta che si alzò in piedi, potè dare inizio alle danze.
Dimitri, i cui folti capelli erano accuratamente pettinati e ordinati, appoggiò una delle sue grandi mani sul fianco dell’amata, restando ben salda; l’altra incontrò quella di Byleth all’altezza degli occhi di lui. Sorrisero non appena i loro sguardi si incontrarono, per poi procedere all’unisono: egli aveva imparato a muoversi più lentamente e a evidenziare i passi in modo preciso; allo stesso tempo, tuttavia, non scordò di guardare solo e unicamente l’amata nella sua grazia. La mancanza dell’occhio destro non era certo una preziosa alleata, motivo per cui vi era una certa distanza tra le due teste per far sì che Dimitri la vedesse interamente. Byleth sapeva però come coordinarsi a lui, mantenendo i suoi movimenti discreti ma costanti.

Per quanto fossero in molti ad aver già iniziato a danzare, non furono in pochi a distrarsi guardando il sovrano e l’arcivescova. Parecchio stupore vi era soprattutto per l’inaspettata leggiadria del guerriero, il quale, una volta raggiunta una gran sicurezza e motivazione, riuscì ad allungare un braccio per far roteare Byleth e infine recuperarla nella sua stretta protettiva.
«Posso dirti una cosa?» Bisbigliò la donna in un orecchio di Dimitri, il quale annuì con un rumore monotono della bocca.
«Quando all’Accademia ho visto quella ragazza che ballava con te… volevo darle qualcosa in cui credere.»
I due innamorati ripresero quindi a danzare, continuando a ridere di gusto.

   
 
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