Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: Elgas    01/10/2019    10 recensioni
[Secondo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC Re:Mind)
Crossover: personaggi tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
+++
Capitolo 1:
Nel dolore nacque la Luce, una Luce sporca, la luce di un cielo gravido di nuvole, ove una
pioggia nera batteva su una città in rovina. In mezzo a palazzi distrutti, avvertì l’odore della morte,
l’odore pungente del sangue. Nel crescente terrore lo vide; in agguato sulla cima di una parete,
un orrore né Heartless né Nobody; una carcassa animata, putrefatta.
Capitolo 2:
« [...] Luxu...mai e poi mai dovrai desiderare il Kingdom Hearts. Ancora poco e la Guerra dei
Keyblade scoppierà; ancora poco e tutte queste persone , nel bene e nel male, si ritroveranno
a bramarlo. Ma ai Fyrir non servono cuori avidi di potere, nell’Oltre si può far appello solo a se
stessi... e al proprio pastore. »
Capittolo 3:
Quando la felicità si rompe c’è sempre odore di sangue.
Capitolo 4:
Pensieri rivolti agli amici di sempre, agli amici nuovi e a quelli ritrovati, a Kairi, soprattutto a Kairi;
alla felicità, alla sua gioia nel vederlo tornare.
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Aqua, Axel, Luxord, Sora, Xigbar
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
7. Misting up my Heart



« Ho sbagliato… ho sbagliato tutto… »
Una sentenza che giunse inaspettata e maledetta mentre la pallida luce del mattino filtrava
attraverso la tenda alle loro spalle. Parole pronunciate dopo un giorno di silenzio.
Non disse nulla Kairi, poggiando il vassoio sul pavimento e sperando con tutta se stessa di aver
udito male. Osservò Riku avvolto al sacco a pelo; ne scrutò l’ampia schiena, le bende a fasciarne
il busto; ne osservò il capo rivolto verso la parte lignea, immutato da quando la Maestra Aqua
aveva ultimato le cure la notte precedente. In basso, il vassoio traboccava di leccornie; brioche
calde ripiene di marmellata, un succo di frutta, una ciotola di latte affiancata da cereali.
« Dovresti mangiare qualcosa… ieri non hai toccato quasi nulla. »
Parlò tentando di consolarlo, o forse nell’illusione d'allontanare la verità dietro tali parole.
Illusione, poiché Riku parlò, immobile a fissar la penombra o le tenebre dentro se stesso.
« Quell’uomo poteva mozzarmi un braccio se avesse voluto… io… quest’odio… è bastata
un’ inezia ed eccomi come due anni fa… un moccioso incapace di ascoltare… »
« No… n-no Riku…! Non potevi fare altro…! Loro »
« Non ci sono giustificazioni Kairi…! Non ci sono… non posso esistere... »
La verità sgusciò fuori, un verme da un uovo marcio; era sola, perché al contrario il suo Cuore
non rinnegava nulla, non avrebbe smesso di provar odio verso la realtà, il futuro che l’avrebbe
divisa da Sora, ancora una volta; verso giorni scanditi dall’ennesima, lunga e pericolosa attesa.
Il conforto divenne un lontano ricordo, ricordo imprigionato in Cuori divisi.
Un giorno. Tanto era bastato a rovinare il legame di una vita, come sabbia spazzata dal vento.
Con quel pensiero uscì, senza voltarsi, senza salutare. La tiepida luce del mattino l’accolse,
all’orizzonte il sole brillava baciando il mare. Sotto, i resti del falò vicino alla cascata; attorno,
Sora, Donald, Goofy e Mickey stavano mangiando in compagnia Luxord e Askin. Forse doveva
ringraziare gli uomini per le brioches finemente preparate; forse, approfittandone, parlargli e
non limitarsi a un freddo saluto, forse… forse nulla. Si poggiò alla balaustra, stringendosi le spalle
per scacciare i brividi portati dalla brezza.
« Ehi! Così ti ammalerai Principessa…! »
Un tessuto l’avvolse. Una felpa nera seguita dagli occhi di Lea.
Lea… quante volte l’aveva chiamata? Per mostrarle la nuova casa a Radiant Garden, per
annunciare il lavoro alla Biblioteca del Castello, tante altre solo per chiacchierare… e mai,
mai lo sguardo era mutato; allegro, espressione di rinascita e legami ritrovati.
« Perdonami Lea, ero sovrappensiero. Grazie… »
« Se è così occorre una medicina…! Coraggio, vieni! »
Decisione a cui non riuscì a ribattere tanto era l’entusiasmo. Delicato egli la prese per mano
guidandola lungo sentieri conosciuti, ma che ora le apparivano come sabbie mobili. Minuti
trascorsero sospesi, fin quando la sua voce la riportò al presente.
Avevano raggiunto la spiaggia dove crescevano le grandi palme; lì, Riku aveva costruito la zattera,
Sora raccolto i materiali per rifinirla e le scorte di cibo per un fantomatico viaggio tra i Mondi, lei
fatto dono di un portafortuna. Ora non c’era più nulla; non ci sarebbe stato più nulla.
Ad accoglierla il suono del mare e Isa intento ad allenarsi in mezzo all’esotica boscaglia, i riflessi
di Lunatic a scandire i colpi.
« Abbiamo cominciato all’alba, ma…! Ho interrotto per allenarmi con te! Come ai vecchi tempi! »,
esclamò Lea cogliendola di sorpresa « Forza, evoca il Keyblade! », e Flame Liberation apparve, la
fiamma luminosa come non mai.
Fece lo stesso e in quel semplice gesto tutto cambiò. Mai Destiny’s Embrace era apparso così
freddo, così pesante; i fiori, dono di sublime bellezza, spenti e senza vita. Un Keyblade corrotto
dal Cuore, da dubbi, odio, da un futuro nebuloso difficile; futuro accettato da tutti nel bene e nel
male... specialmente da Sora.
« Kairi… stai bene? »
Ecco le mani tremare, lacrime a solcare il viso; ecco il Keyblade a terra e il corpo accasciarsi sotto
il peso di un’unica e oscura domanda.
« Come fate?! Spiegamelo Lea! »
Lo chiese senza guardarlo, lo sguardo fisso sulla sabbia, quasi l’altrui sicurezza fosse diventata
altrettanto insostenibile. Ma lui si avvicinò, nonostante la rabbia, inginocchiandosi come un
cavaliere al trono di una principessa. A lungo vi furono soltanto il suono delle onde e i fendenti
di Lunatic attraverso la brezza.
« Una volta, un’amica mi disse non trattenerti…», rispose infine, « … un po’ ti somigliava sai?
Spesso mi capita di rifletterci… su questa e altre cose, come la notte in cui Malefica conquistò
Radiant Garden. Non trattenerti… conserva i ricordi e guarda avanti. Non reprimere le emozioni.
Io… non posso dirti come accettarlo, la risposta deve venire dal tuo Cuore. Al contempo non ti
biasimo, ne biasimerò la tua rabbia... forse anche Axel si sarebbe infuriato. Solo ti prego... non
smarrire il sentimento che ti lega a Sora. » (1)
L’amore.
Una piccola Luce fiorì nelle Tenebre; piccola… eppure bastò a illuminar l’unica via possibile.
Nell’amore, la Principessa versò nuove lacrime stringendosi al Cavaliere.
« Grazie… grazie infinite Lea…! Ora... aiutami a cercare delle conchiglie di Thalassa...! »
« Ehi! Non scordare i doveri, Principessa…! Prima finiamo l’allenamento! »

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

- Cerchi Kugo? Dovrebbe essere nel vano macchine…! -

Nell’istante in cui varcò il portellone inferiore, le parole di Askin si offuscarono. Non era mai stata
appassionata di tecnologia e l’unico mezzo che guidava con disinvoltura era il Glider scaturito
da Rainfell; forse per questo l’interno della Fenris le apparve una piccola meraviglia. Il metallo
si presentava scuro, tappezzando le pareti e il pavimento con una liscezza perfetta; le uniche
imperfezioni risiedevano nella scalinata e nella ringhiera a protezione della balconata, dove si
apriva l’entrata al resto del veicolo. Il soffitto invece era un groviglio di tubi; piccoli di ottone,
grandi d’acciaio e altri materiali sconosciuti; elettricità e chissà quali energie scorrevano in essi,
scandite da un rumore sordo e continuo. Sottili solchi nel metallo si diramavano nelle pareti
illuminando l’ambiente di una luce verdognola.
« In effetti…. è molto diversa da una Gummiship », commentò tra se la giovane Maestra.

- Aqua no...! Hai fatto molto… per tutti… per noi…! Non devi -
- È una sua decisione Ven. -

Dalla stiva, i passi riecheggiarono lungo un corridoio. La struttura non era cambiata, se non fosse
stato per zone scoperte e masse di fili disseminate qua e là. Seguendo le indicazioni, svoltò al
primo incrocio. Il corridoio si fece ripido, più scuro e intricato; assieme a spessi cavi, disposti
come liane in una giungla, ecco macchine dalle forme più diverse e contorte; accanto numeri e
lettere, scritte in un alfabeto ignoto, scorrevano sopra piccoli schermi. Lo scorrere di liquidi
dentro stantuffi, uno scoppiettare elettrico; rumori a scandire il tempo e il respiro di una bestia
dormiente. Poco dopo il corridoio si biforcò in un incrocio a T, aprendosi in un ampio ambiente
dove ingranaggi, pompe e turbine lavoravano a ritmo lento e costante. Si trovava nella zona più
interna della Fenris, il reticolo vitale in grado di collegare ogni cosa, simile alle arterie nel
corpo umano. E come in un corpo, ecco il Cuore, o almeno così lo identificò appena lo sguardo
cadde, incantato, sul grande cristallo sospeso a mezz’aria; di una tonalità azzurrina, pulsava di
una luce calda e i numerosi cavi collegati a esso terminavano nella fascia superiore appena sotto
il soffitto.
« Si chiama Adnexio. Amplifica e trasmette l’energia magica a tutta la Fenris. » (2)
Una risposta schietta, distaccata; una voce a cui si sarebbe abituata, nel tempo di quell'imminente
e pericoloso viaggio. Si guardò intorno, certa di vederlo sbucare da una rientranza.
« A destra, vicino alla cassetta degli attrezzi. »
Lo ritrovò, in basso, celato in parte da una rientranza al livello inferiore; sul pavimento, una
scatola piena di cacciativi, bulloni, trapani dalle forme esotiche.
« Passami la chiave ottagonale, quella nera. »
Lo disse senza guardarla Kugo, un braccio teso verso di lei, l’altro puntato in avanti a stringere
qualcosa nascosto alla vista. Fece quanto detto Aqua, solo allora notò quanto grande fosse la mano
rispetto alla sua...

- Non ho nulla da biasimarti. -
- Terra… -
- Non si tratta soltanto della Missione o del dovere in quanto Custodi. È come un richiamo… -

… poi s’inginocchio e attese. Restò così, ad ascoltare quel susseguirsi di suoni, ascoltarli e farli
propri; a osservare quella schiena tendersi sotto di se. Ripensò ai recenti eventi, eventi che
avevano segnato il Destino di tutti. Ripensò alla forza dei Fyrir e a un passato amaro ed ironico;
dove guerrieri immortali avevano atteso l’arrivo dei Custodi, di loro, uomini effimeri e fragili,
combattendo e salvando l’universo dalla minaccia più temibile di tutte.
Eppure non erano soltanto tali certezze ad averla spinta fin lì.

- Un richiamo? -
- Per me lo furono al tempo le Tenebre, ma… credo si possa vivere una sensazione simile
anche nella Luce. -

« Ti sei incantata? »
Lo ritrovò vicino, troppo vicino. Nell’evidente intento di uscire dalla nicchia, si era sollevato,
le braccia ora tese, le mani premute sul pavimento. Troppo vicino, giacché finalmente li scorse;
occhi di un lupo, occhi di un uomo, scuri come il mare in tempesta, lontano e irraggiungibile.
« Ah…! Scusami… »
Una volta in piedi, lo vide raccogliere la cassetta e avviarsi all’uscita. Indossava un paio di
scarponi e una tuta pesante, usata, a giudicar dall’usura, quando le riparazioni lo richiedevano.
Pochi passi e gli fu subito dietro.
« Non vuoi sapere »
« Sei qui. Basta e avanza. »
Poche parole. Essenziali e lampanti.
Non occorreva altro in effetti; non lì, non con lui, non dopo quei gesti. (3)

- È giusto sia tu a partire. -

- Sei forte Aqua, la più forte. Non arrenderti, promettimelo. -
- Sì… te lo prometto. Grazie, Terra. -

Un’eco metallico e ritrovò il Fyrir a scrutarla, immobile dopo aver riposto la cassetta in un
armadietto adiacente il muro. Erano fermi, nel tratto fra la sala macchine e il corridoio principale;
Fermi in uno spazio stretto, dove il bagliore artificiale delineava i loro contorni e il groviglio di
fili; dove la presenza dell’uomo bastò a trasformarlo nella tana di un lupo. Ma Aqua rimase lì, né
vacillò quando lui si chinò, il respiro a sfiorarle ancora una volta la pelle.
« Sì… sono qui. »
Una frase. Una certezza. E un lume scaturì .
In mezzo a loro un piccolo cristallo levitava, una goccia scarlatta racchiusa all’interno.
« Un frammento della mia anima. Da questo momento sarò… la tua guida, sarò il tuo protettore.
Accetti questo patto, Aqua? »

Possa il Cuore mostrarti la Via.

Un richiamo… nient’altro che un richiamo.
Con le mani a circondarlo, lo accolse dentro di sé; né osservò il bagliore spegnersi sopra il petto…
ma nulla accadde. Nessun cambiamento, nessun calore portato dalla luce. Come nulla fu la
reazione del Fyrir che, giratosi, proseguì diretto alla stiva.
« E ora? », chiese una volta superata la soglia.
« ...Prima stavo riparando l’impianto del forno. Quei due l’avevano fatto saltare a furia di
brioches. Forse è stato un bene, ho ricontrollato i parametri e tu dovrai mangiare. Preferenze? »
« Pre-Preferenze?! Mi piace tutto, tranne i cibi piccanti! »
« ...Sai cucinare? »
« In verità fu Maestro Eraqus a provvedere a me, Terra e Ven. Ora beh… ci arrangiamo. »
« Uhm… per ora meglio non farti toccare dai fornelli. »
Era strano parlar così; approfittando dell’ampio spazio, Kugo avanzava spedito costringendola ad
affrettare il passo; com’era insolito parlare di argomenti tanto leggeri e piacevoli. La bizzarria
assunse un nuovo volto appena raggiunta la spiaggia. Un’aeronave in procinto di atterrare vicino
al molo. Grande la metà della Fenris, possedeva linee eleganti e sinuose, ma a incuriosire e
preoccupare molti furono i movimenti, gli stessi compiuti da un veicolo in avaria.
« Il pilota…! Forse si è sentito male…! »
« No, è normale... », Kugo incrociò le braccia fissando avanti, « ...almeno è arrivato. Il motivo per
cui abbiamo ritardato la partenza. »
A interrompere sul nascere ogni domanda fu l’arrivo di Askin che salutandoli, si posizionò
accanto al compagno mentre la nave si stabilizzava pronta all’atterraggio. L’improvvisa vicinanza
la fece indietreggiare, quasi la presenza minasse un momento intimo e gioviale tra i due.
« La tua migliore Sacher che sceglie te », scommise il Lupo.
« Il contrario per il tuo miglior ramen », ribatté l’altro ironico. (4)
Alla stranezza si aggiunse l’imbarazzo quando, appena il portellone fu abbassato, Kugo finì a terra.
A incollarlo al suolo, una donna. Aqua non riuscì a soffermarsi sui dettagli, tanto equivoca era la
posizione; solo la chioma rossa entrò di sfuggita nel campo visivo.
« Ah! Ah! Hai perso…! Gioite gente! Stasera ramen per tutti! » esultò Askin.
« Scordatelo...! »
« Lui dov’è? », il tono perentorio della sconosciuta zittì entrambi per un’istante.
« Mephisto? Tornato ai Confini, o meglio scappato con la coda fra le gambe sentendoti arrivare. »
« Nnoo…! Blutto basstardo…! », biascicò lei fra gli evidenti postumi dell’alcool, « Mi è sfuggito di
nuoovo! Non potrò peeestarlo come shi deve… »
« Ha capito, forse è avanzato un po’ di sakè », commentò il Lupo senza muoversi « allora… com’è
andato il rientro, Shura? Sei passata da Ed e Winry? »,
« … ma almeno ora potremo divertiiiirci tanto tanto! »
« Ritiro… uff... mancava la scenetta shonen-ecchi in questa fic. »
La risata dell’amico s’interruppe appena venne trascinato e bloccato da un potente abbraccio.
Dal canto suo la Maestra riuscì soltanto a udire le voce sconnessa di Shura...
« Mi shiete mancati, teste di cavolo…! Dopo qualche sssecolo lo spazio diventa freddo…! E ogni
volta mi sento coshi sssola! Ogni tanto… scendo a trovare... il brusco Ed, la dolce Winry e quei tre
bastardi…! Però non posso mai strapazzarvi come shi deve! Ora… ora shi… sono soddissfatta! »
… e a chinare il capo. Simili imbarazzi era stati raggiunti poche volte, al pari di quando Zack le
aveva chiesto un appuntamento dopo l’avventura al Monte Olimpo. Desiderò tornare indietro,
alla quiete della sala macchine. Eppure così com’era apparso, altrettanto velocemente si attenuò;
complici le battute di Askin, le risate alticce di Shura, forse anche Kugo rise. Parole scaturite da
una profonda e sincera amicizia.
Tornata a guardarli vide la piccola folla poco distante, i Fyrir seduti in maniera composta, esclusi
i capelli scompigliati e la sabbia sparsa sugli abiti. Shura era lì, ciondolante tra le gambe del Lupo,
un’espressione soddisfatta, portata dall’ebbrezza alcolica e chissà cos’altro. Possedeva una
bellezza provocante, risaltata dai capelli rossi con riflessi biondi; curve accentuate da un top
aderente e shorts di jeans. Era, in apparenza, l’esatto opposto di lei, Kairi o le altre Principesse.
« Lasciate vi presenti Shura Kirigakure! », annunciò Askin, « Una dei nostri miglior piloti! Setaccia
l’Oltre attorno ai Confini Imperituri e… rullo di tamburi! Sarà lei la guida di Sora e Cloud! »
« Piashere a tutti…! Oh…! Quanti ragazzi carini… veedo puure degli animaletti? »
Nello stupore, l’esclamazione generale probabilmente arrivò fino a Yen Sid.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Spesso gli eventi prendono una piega inaspettata; anche se in quel caso la piega era decisamente
inaspettata. Aveva fantasticato spesso sul quel momento; magico, così l’aveva definito Luxord
durante le partite a carte del pomeriggio, particolare secondo la Maestra Aqua; il momento in
cui il Fyrir sanciva il legame con Prescelto tramite il frammento dell’anima. In cuor suo, aveva
sperato fosse Winry o perché no anche Edward, magari lì, ai Confini Imperituri dove tutto era
cominciato. Invece il sogno si era infranto nel più becero e banale dei modi:

- Ecco…! Fanne quel che vuoi…! -

Così Shura aveva donato il proprio, con la stessa verve con cui una madre mette i munny in mano
al figlio al solo scopo di allontanarlo. Perché? Perché legare con una donna che, tolti i momenti
imbarazzanti, pareva oltremodo superficiale?
Seduto sul bordo del porticciolo, scrutava il piccolo oggetto mentre il sole volgeva al tramonto
tingendo il cielo di suoi colori caldi. Lo Shrapenl si presentava come una sferetta di vetro,
rivestita in alcuni punti da una polvere rossastra.
« E io… dovrei… dovrei…! »
Senza la presenza di Donald e Goofy avrebbe già perso la pazienza da tempo. Donald e Goofy,
inseparabili compagni, loro... che non avevano giudicato nessuno, erano lì, vicino a lui. Fu
proprio un loro gesto a cambiar tutto, a trasformare l’irritazione e lo sconforto in pura magia.
« Sora! Il Re ha dato il suo benestare… verremo con te! Dovrai cacciarti a calci nel sedere per farci
rimanere…! »
« Tre mezze calzette, fanno una calzetta…! Yuk! »
Lo dissero poggiando una mano sopra la sua. Uno per tutti, tutti per uno. Sempre.
Ma accanto alla felicità, la certezza portò turbamento; verso se stesso, là dove aveva creduto,
forse un po’ egoisticamente, di partire assieme a Cloud e al Fyrir guida; verso il Destino, poiché i
Consiglieri di Corte non erano designati a partire, né i Fyirir li avevano mai menzionati. Si chiese
se fosse possibile cambiar le carte in tavola e un futuro già deciso. Si chiese se la forza di Donald e
Goofy fosse sufficiente a superare i pericoli dell’Oltre. Nonostante i dubbi, mai Speranza nacque
più forte, perché insieme loro tre avevano compiuto l’impossibile, più e più volte.
« Grazie ragazzi…! Ma come vedete abbiamo solo un frammento. Occorre legarsi a un Fyrir per
affrontar le minacce che ci attendono. »
« Se lo dividessimo? », propose Goofy grattandosi la nuca vicino al cappello.
« Non è così semplice! », s’intromise subito il papero, « Si tratta di un oggetto magico molto
potente! »
« Potente? Questa sferetta? »
« Esatto, zuccone! In quanto mago percepisco la potente magia di cui è intrisa! Gli incantesimi
sono di due tipologie. Costruiti tramite la componente fonetica, ovvero su parole scelte
attentamente per determinare natura e scopo… oppure su legami, come in questo caso. Provare a
romperla senza il consenso del fautore, porterà a terribili conseguenze, persino a maledizioni! »
« Quindi… per farlo occorre il suo consenso? », chiese Sora andando al succo del discorso.
« Esattamente! », confermò lui orgoglioso.
« Gosh! Potevi farla più breve Donald! »
« Sono stato il più sintetico possibile se non l’hai notato! »
« Allora, coraggio! Andiamo! »
Il trio partì, ancora una volta verso un viaggio inaspettato e irto di pericoli; proprio come allora,
quando si erano uniti sotto il cielo della Città di Mezzo.

Dall’arrivo, i due uomini avevano trascorso gran parte del tempo assieme a Shura; un arrivo
portatore di giovialità e allegria, persino nel taciturno Lupo. Eppure Sora non riuscì a frenar
la malinconia appena il campo allestito sull’isolotto del paopu fu visibile. I Fyrir erano immortali;
emozioni e sentimenti risuonavano in loro come echi di una canzone perduta, giacché la scena gli
apparve sfumata, come avvolta da una nebbia misteriosa. Una nebbia che si augurò un giorno
di riuscir a dissipare. Shura sedeva accanto ad Askin, poco distante Kugo fumava una sigaretta,
avvolto in un' amaca. Ancora una volta, la situazione prese una svolta decisamente inaspettata;
esposto il piano per poco Askin non soffocò nella birra, mentre la donna scrollò le spalle. Non capì
se il gesto fosse dettato dal disinteresse o altro.
« Coff! Vi… vi rendete conto di cosa diamine »
« Askin… », interruppe Shura per dopo scolarsi il fondo della lattina, « … dimmi qualcosina in più
su questi due. »
Lui scosse un poco la testa, nel tentativo di ricordare e allontanar i leggeri fumi dell’alcool.
« Donald Fauntleroy Duck ha... lanciato una Zettaflare. »
« Cioè? »
« Un incantesimo... abbastanza potente. »
« E il cane? »
« Ah… Goofy è un buon combattente, possiede scudi indistruttibili, utili anche per uno slalom tra le
montagne. »
« Ehi! Sarete pure fortissimi, ma noi non siamo da meno! », protestò il Capo della Guardia.
Al contrario Sora non si offese; su talune questioni i Fyrir ragionavano in maniera fin troppo
analitica e oggettiva, ma da un lato questo aveva permesso di escludere Kairi e Riku; cuori corrotti
da sentimenti negativi, un succulento pasto per i Hwergh.
Col tempo capiranno aveva detto Luxord. Col tempo… perché finora nulla si era mosso; Riku
rimaneva a riposo nel rifugio; Kairi portava i pasti, da sola o insieme a Lea e Isa. Avrebbe avuto
occasione di parlarci prima della partenza, di placarne il crescente buio?
« Okay facciamolo…! »
La frase di Shura fu come un fulmine a ciel sereno; un fiume d’entusiasmo invase il trio, in
opposizione all’incredulità del compagno, a cui la donna ribatté sagace;
« Ho già legato con Cloud! Insomma… che male ci sarebbe a dividere questo? », schioccando le dita
fece tornar lo Shrapenl in mano sua.
« Kugo... aiutami! »
« Non mi interessa….! », ribatté l’altro con un gesto poco elegante, « Cavoli suoi se le crepano sulla
nave…! Però… almeno potrei cucinare una succosa anatra all’arancia. »
Donald accolse malissimo la frecciatina, fortuna venne prontamente bloccato da Shura.
« Sedetevi teste calde! »
Così fecero, Sora e i consiglieri, osservandone l’espressione mutare; le iridi lampeggiarono di una
luce sconosciuta, eco di antichi incantesimi; e parole risuonarono, parole in grado d’incidere la
realtà, creare meraviglie, distruggere la Vera Oscurità.
« Sono sicura. Tu... Kugo... sapete bene quanto i cammini possano mutare, nel bene e nel male »,
il frammento iniziò a lievitare sopra il palmo, « esistono eventi che neppure l’Oracolo può
prevedere. »
La malinconia attraversò lo sguardo di Askin; sentimento che passò fugace negli occhi viola, come
se l’anima avesse rinnegato un ricordo sgradito. Sospirando, egli pose infine la mano parallela
all’altra, in modo il frammento si trovasse bloccato da entrambi i lati.
« Se è questo il tuo volere… allora è deciso. »
« Secondo i poteri concessi dal Seiðr, io, Shura Kirigakure, divido il mio Shrapenl in tre parti.
Sora, Donald Fauntleroy Duck e Goofy… saranno d’ora in avanti legati a me. Così sia…! »
Pronunciano all’unisono le ultime parole, lei, Askin e Kugo, avvicinatosi silenziosamente ai
compagni, le dita tese verso la sfera. Fu un suono cristallino a scandirne la rottura. Tre spicchi
identici apparvero innanzi ai Prescelti; a quel punto ogni cosa divenne chiara, come la luna piena
in una sera d’estate. Mani a racchiudere un tesoro prezioso, a farne scomparire il bagliore dentro
di se. Nel miracolo Sora posò l’attenzione ora sulla propria guida, ora sugli altri Fyrir.
« Perdonami… ti avevo giudicato male, Shura. »
« Nah…! Tranquillo! Non sei il primo e non sarai l’ultimo! »
« E… non mi aspettavo intervenissi Kugo. »
« … Non fraintendere. I sentimenti, gli amici, sono la tua forza. È giusto ti accompagnino. »
« Sora! »
A coronare la magia fu una voce, la sua voce.
In piedi sul ponte Kairi lo attendeva, gli occhi velati di serenità e tristezza. La raggiunse e Kairi lo
prese per mano, con la dolcezza riservata a lui e lui soltanto. Passo dopo passo percepì l’intensità
di attimi destinati a trasformarsi in preziosi ricordi; avvertì la Speranza illuminarla, come la
Rabbia a macchiar un Cuore un tempo puro. Sensazioni che lo trafissero una seconda volta
quando Riku gli apparve davanti. Si trovano nel rifugio in cima al grande albero; da piccoli erano
soliti passare lì le torride giornate estive, dormire e leggere favole: ora, uniti nell’amore e
nell’amicizia, divisi da sentimenti contrastanti, si accingevano a iniziare l’avventura più grande
e pericolosa di tutte.
« Per… Perdonatemi. Sono stato egoista, accettare tutto questo… insomma… »
« Ma tu l’hai fatto... », lo interruppe Riku deciso « … più di altri hai accettato l’impossibile, hai
fatto l’impossibile… per me, per Kairi, per tutti. E indovina? Non hai mai sbagliato un colpo.
Riponi fiducia nei Fyrir e noi, memori di questo, accettiamo la tua partenza. Al contempo vorrei...
vorrei comprendessi il nostro odio. Li perdoneremo un giorno, ma non adesso, non subito. »
Parole nate dal Cuore, atte a costruire ponti lungo sentieri via via più distanti.
« Grazie. Grazie, Riku. »
Si strinsero la mano, forti di un legame eterno e al contempo diverso. Dopo di che Kairi si fece
avanti, le mani raccolte attorno a un oggetto. Un portafortuna a forma di stella, formato da gusci
di Thalassa. Sora lo vide, vide lei e l’amore risplendere nello sguardo gentile.
« Che tu possa tornare... »
L’abbracciò versando nuove lacrime.
Lacrime d’amore.
Lacrime a racchiudere una nuova promessa.
Mentre Kairi ricambiava, celando il viso nel suo petto.





(1) Non trattenerti. Frase detta da Xion a Axel durante il loro scontro in 358/2 Days.

(2) Adnexio; latino, in italiano collegamento.

(3) In riferimento anche alla scena presente nel Capitolo 5

(4) Head-canon personali.
Tratti da Bleach. Kugo si presenta per la prima volta ad Ichigo con una ciotola di ramen. Askin
adora fare i picnic e bere caffellatte in mezzo al campo di battaglia ( e in alcune fanart su Twitter
lo si vede cucinare ).
Sviluppati in Ikiru Riyu; entrambi sanno cucinare molto bene. Inoltre… odoro scrivere di uomini
maestri nei fornelli. Non potevano non farli tornare qui. <3




Angolo Autrice

Un capitolo più leggero e simpatico del solito. In effetti ci voleva dopo il mattone precedente. Shura ricalca molto il personaggio originale e nel prossimo capitolo, aspettatevi chicche interessanti sul passato dei Fyrir, altra lore <3 Luxu farà il suo dovere eh eh!

Anche scrivere un dialogo il nostro simpatico trio è stato divertente e spero sia venuto bene, perché… questa è la prima volta che faccio parlare Donald e Goofy. ^^”

Anche certe battute di Kugo ricalcano… forse più lo humor del personaggio originale di Bleach che quello delineato nel mio Finale Alternativo…! MA! A tutto c’è una spiegazione, prossimo capitolo per ogni risposta o quasi. <3

Detto questo come sempre vi ricordo; se vi è piaciuto il capitolo inondatelo di like, inserite la storia nelle categorie per rimanere sempre aggiornati, recensite per farmi sapere la vostra.

Ps. Mancano solo due Capitoli alla Conclusione del Secondo Atto. Cosa succederà? Pss. Segnatevi la parola Oracolo, che insieme a cadere… avrà una cruciale importanza.
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Elgas