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Autore: Ladyhawke83    01/10/2019    5 recensioni
Questa raccolta di drabble/one shot partecipa al #Writober2019 indetto da #Fanwriter.it
Inizierò diverse raccolte, ognuna per il fandom in cui svilupperò i diversi Prompt.
1 ottobre: missing moment
2 ottobre: bacio
3 ottobre: lenzuola
9 ottobre: bosco
10 ottobre: What if?
14 ottobre: Soulmate AU! Storia partecipante al contest “My beloved villian” indetto da Dark Sider sul forum di efp.
19 ottobre: Lupo solitario
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bishop, Etienne Navarre, Imperius, Philippe Gaston
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Writober 1 ottobre

Prompt: missing moment

Fandom Ladyhawke 

 

How to cage a Wolf

 

“Vi insegnerò io, sciocchi, a catturare un lupo...” 

questo aveva detto il capitano Navarre rivolto a Philippe, mentre lo stringeva affettuosamente per il collo e le spalle, come a scusarsi di averlo ferito coi suoi artigli d’animale, mentre il povero ragazzo, poche ore prima, cercava solo di trarlo in salvo evitandogli di morire annegato nell’acqua gelida. 

Non era stato per niente facile, anzi, piuttosto rischioso sia per il ladruncolo che per il vecchio prete.

Avere a che fare con un lupo, seppur solo a metà, significava esser svelti e non indugiare, mai.

“Philippe attento! Chiudi, chiudi la gabbia! Presto!” Aveva gridato Imperius, non appena Isabeau si fu spostata dall’esca.

Il giovane Gaston aveva esitato, gli occhi fissi sul muso, le zanne, il ringhio arrabbiato di chi detesta stare in cattività, ed esitando aveva quasi rimediato un morso alla mano.

“Ah! Maledetta bestiaccia! Potevi staccarmi un dito!” Gridò Philippe, dimenticandosi con chi aveva a che fare...”

“Ragazzo! Non imprecare, e ricordati che il lupo sente... Navarre sente... vieni qui davanti al carro ora, dobbiamo affrettarci, abbiamo poche ore per raggiungere Aguillon, e dobbiamo arrivarci col favore della notte altrimenti...”

“Perdonatemi padre, e anche voi mia Signora... non intendevo mancare di rispetto al Capitano... è stato il dolore a far parlare la mia bocca...”

“Vieni qui piccolo topo, fammi vedere la mano...” disse Isabeau, girandosi la mano del ragazzo tra i palmi, scrutando il taglio in maniera acuta e precisa.

Philippe abbassò lo sguardo imbarazzato, mentre la donna gli fasciava il dorso con delle pezze di fortuna.

Non sembrava adirata con lui, penso solo molto preoccupata. E come darle torto? Stavano tornando ad Aguillon, là da dove era fuggita per non divenire la conquista di quel folle del vescovo, da sempre invaghito di lei, ossessionato in modo morboso e inquietante.

Il carro trainato dal muso Abraham si muoveva lento e dava parecchi scossoni su quella terra battuta e dissestata, quella età l’unica strada sicura che portava ad Aguillon, ve ne erano altre, ma non erano certo raccomandabili per un vecchio prete, una giovane contessa, un ladruncolo magrolino e un lupo imprevedibile in gabbia.

Navarre dal canto suo si comportò bene chiuso com’era nella gabbia, forse troppo piccola per un lupo della sua stazza, forse l’animale sentiva la vicinanza e la preoccupazione della sua amata e questo lo rendeva quieto, ma anche mesto, come se si fosse rassegnato.

“Separiamoci qui” disse ad un tratto Imperius, scorgendo le mura di Aguillon in lontananza, Flebili fiaccole illuminavano quel cielo freddo e opprimente.

“Oh! Ricordati: il vicolo cieco, sotto le mura, a nord” sussurrò Imperius.

“Sì, sì, vicolo cieco, mura a nord. Via, via, via, su.” Il ragazzo spronò Abraham e sparì nella nebbia della notte.

“Fate passare!” Gridò una delle guardie ai cancelli.

Siamo al punto di partenza, o Signore. Vorrei credere che c'è un significato più alto in tutto questo. Di certo ritornerebbe a tuo onore.” Pronunciò Philippe più per se stesso, che per Nostro Signore.

Isabeau guardò Imperius e poi abbassò lo sguardo sulle proprie mani, coperte dal lungo mantello color porpora.

“Se non dovessimo farcela? Se ci fermassero le guardie? Io... non posso separarmi da lui...”

“Non accadrà, il Signore mi ha parlato in sogno e io ho fiducia che andrà tutto bene, lascia parlare me e non mostrare il volto, se puoi...” Le consigliò Imperius, poco prima di varcare le porte di Aguillon.

Isabeau calcò la cappa sopra la testa e si ritrovò a recitare una preghiera silenziosa, come non faceva da tempo.

Imperius sospirò e spronò il mulo su per la salita, il carro cigolò, scricchiolò e il lupo emise un debole guaito, ridestandosi dal sonno.

Isabeau guardò in alto verso il torrione illuminato e difeso dagli arcieri del Vescovo, all’improvvisò si sentì invadere la bocca dal sapore amaro e infido della paura, si umettò le labbra nervosa.

Una guardia in livrea rossa e nera, venne verso di loro, con la spada a mezz’aria, la donna trattenne il fiato e strinse la mano di Imperius. Non le restava altro da fare, che fidarsi di colui che in passato li aveva traditi e ora stava cercando di fare ammenda.

   
 
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