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Autore: Sarah_lilith    01/10/2019    2 recensioni
-Lan Zhan, ma tu lo sai che sapore hanno i fiocchi di neve?-
-Ora lo so- sussurra al cielo.
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Storia ambientata in un momento imprecisato del soggiorno di Wei WuXian ai Meandri della Nuvola, durante il suo addestramento da adolescente.
Momento tenero tra lui e Lan Zhan, nient'altro da dire, solo DOLCEZZA.
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[WangXian]
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa storia a Athelye che ha apprezzato (e mi ha aiutato con la correzione) la storia Di anno in anno, grazie tesoro.
Ora soffrirai ancora :) TVB-IC (aka: ti voglio bucherellare il cuore)

 

 

 

 

Everything that kills me makes feel alive…
Lately, I've been, I've been losing sleep 
dreaming about the things that we could be.
But baby, I've been, I've been praying hard. 
Said, no more counting dollars 
we'll be counting stars

(Counting Star - One Republic)

 

 

 

 

-Lan Zhan, ma tu lo sai che sapore hanno i fiocchi di neve?- 

Sono le due di notte, ai Meandri della Nuvola. Tutti dormono, il silenzio regna sovrano da ormai parecchie ore, quando il coprifuoco ha costretto i discepoli nelle loro camere. 

Wei WuXian si è trattenuto, come al solito, nella stanza dell’amico. Sembra intenzionato a parlare tutta la notte.

Inizialmente, allo scoccare delle nove, Lan WangJi si era disteso sul letto, ignorando l’intruso con la sua espressione più fredda e tentando di prendere sonno. Le chiacchiere dell’indesiderato ospite, però, gli impediscono ancora di riposare.

-Wei Ying, dobbiamo dormire- cerca di convincerlo con voce inflessibile, senza aprire gli occhi per guardare il diretto interessato. A parte questa mancanza, che sicuramente il suo maestro gli avrebbe rimproverato, si è espresso con gentilezza nonostante l’esasperazione.

Ne segue un’attimo di silenzio. L’infinito secondo di immobilità che si è creato viene poi spezzato da un sospiro e dal tonfo di un corpo che cade su una superficie solida. Lan Zhan si issa a sedere per capire cos’è successo e si trova ad osservare un Wei WuXian disteso su pavimento freddo, il braccio destro a coprirgli gli occhi chiari.

-Oggi è il giorno in cui è morta la mia mamma- spiega in un sussurro il ragazzo di Yunmeng, facendo sussultare Lan WangJi per la sorpresa.

Non se l’aspettava. Come avrebbe potuto, d’altro canto?

Wei Ying non sembra tipo da confessioni profonde. Discorsi divertenti e senza peso gli appartengono di più. Eppure, ora che gli sta aprendo il cuore, forse cercando conforto nel suo compagno di addestramento, Lan Zhan non sa che dire.

-Io…- le parole gli scappano di bocca prima che possa fermarsi -…ho perso mia madre anche io- finisce per dire.

Nessun “mi dispiace per la tua perdita” o inutili “passerà”. Perché la Seconda Giada del Clan Lan sa che il dolore non scemava con tempo, veniva semplicemente seppellito dalla quotidianità o da altre sofferenze e lutti.

E guardando Wei WuXian disteso a terra come un bimbo che non capisce cos’ha sbagliato nel suo tentativo di camminare, si ricorda di una frase. Un’aforisma che davvero non avrebbe voluto leggere, perché non se lo scorderà mai.

L’amore è castigo: veniamo puniti per non aver saputo restare soli

E comprende che potrebbe fare molte cose, in quel momento. 

Potrebbe dirgli che lo capisce, che anche lui si domanda spesso perché il mondo sia così crudele da portare via solo le persone belle, mentre quelli che si meriterebbero la tomba vivono fin troppo a lungo.

Potrebbe scendere dal letto e stringerlo a se, prendergli le mani per confortarlo dicendogli che non è solo, tra la gente, e che ci sarà sempre per lui nei momenti di bisogno.

Potrebbe dirgli che sente la necessità fisica di averlo vicino, perché a volte fa un incubo in cui se lo vede sgretolarsi davanti agli occhi e non può sopportare oltre quell’angoscia.

Ma le uniche cose che riesce a dire sono inutili parole vuote e senza senso. Una frase di cortesia più che scontata.

-Vuoi parlare di qualcosa?- sussurra chiudendo gli occhi, impressionato dalla sua stessa codardia.

Wei WuXian sbuffa il fiato come se lo avesse trattenuto fino a quel momento, poi si muove, anche se Lan Zhan non può vederlo.

Il candido discepolo sente qualcosa che scosta le coperte alla sua sinistra e si accoccola vicino a lui. Poi una mano lo afferra e intreccia forte le dita con le sue, stringendo disperatamente la presa.

-Voglio parlare, si. Ma solo di cose leggere- Lan WangJi si volta verso il suo ospite e intravede il suo sorriso nel buio della stanza. Uno scintillio di denti nell’oscurità -Mi piace fare domande, posso?- chiede.

-Non so se potrò darti tutte le risposte- controbatte l’erede dei Lan, ricambiando la stretta delle dita e facendo scorrere ritmicamente il pollice sulla pelle liscia del dorso dell’altro.

Sente una risata tremula che scuote tutta la struttura di legno del letto, poi un sospiro strozzato di chi cerca di trattenersi dal ridacchiare oltre.

-Lan Er gege, non si fanno domande per sapere le risposte- si sente mormorare addosso -Non sempre, almeno- e avverte il calore del fiato di Wei Ying sul collo, poco sopra la spalla.

-Dimmi, allora- trova il coraggio di replicare. Avverte le orecchie farsi calde al pensiero del corpo dell’altro così vicino, mentre il suo cuore comincia a battere all’impazzata.

-Ci sono pesci nel cielo?- 

-No-

-Voi del Clan Lan usate anche la voce per fermare i cadaveri?-

-Si, raramente-

-Cos’è la mancanza?-

-È il desiderio di avere qualcuno vicino, anche se questa persona non c’è più-

-Se ti chiedessi di dormire qui anche altre notti, quando ho gli incubi, mi lascerei restare?-

-Si-

-Le farfalle bianche sono le anime dei bambini che vogliono tornare dalla propria mamma?-

-Non lo so, ma credo sarebbe bello, se fosse così-

-Un fiore non ancora sbocciato può appassire?-

-Si-

-La prima volta che mi hai visto, cos’hai pensato?-

-Che stessi infrangendo le regole-

-Mi odi?-

-No-

-Si può morire per la nostalgia?-

-Si, credo che si possa-

-Ma sono i mostri a fare la guerra o è la guerra che fa i mostri?-

E qui Lan WangJi si blocca, le labbra aperte ma nessuna parola pronta. Non sa davvero come replicare, perché non comprende come Wei WuXian possa volere davvero una risposta, ad una domanda del genere.

Vorrebbe dirgli si, i mostri creano le guerre perché gli piace veder soffrire la povera gente, ma allo stesso tempo sa che non è giusto classificare tutti coloro che hanno cominciato un conflitto come delle cattive persone, perché avrebbero potuto nascondere i più nobili obbiettivi.

-Entrambe le cose, credo- si ritrova a balbettare, mentre sente la voce spezzarsi e gli occhi bruciare. Non si aspettava che quel semplice gioco avrebbe potuto fare così male.

-È dolorosa, vero?- gli chiede l’altro, muovendo le labbra a contatto con la sua gola e bagnandogli il collo di lacrime. Non è riuscito a trattenerle, o forse non ha voluto.

-Cosa?- è la laconica risposta.

-La verità- e il tono della voce di Wei Ying lo fa sentire un pò uno stupido, perché infondo è così ovvio. La verità fa male perché è concreta, talmente effettiva da distruggere ogni speranza a cui la gente si ancora per non annegare nella disperazione.

È per questo che una bella bugia è apprezzata più di una dolorosa realtà. L’illusione che supera le apparenze, le fattezze oggettive del mondo, cercando di mascherare l’oscurità che cela l’universo.

Anni dopo, si chiede ancora come sia possibile sopravvivere in quel modo, sul bordo di una lama affilata, pronti a scivolare nel buio da un momento all’altro. Si domanda cos’abbia fatto di male per essere abbastanza intelligente da capire cos’è il dolore.

-Ora lo so- sussurra al cielo, sollevando una mano e lasciando che vi ci si posi sopra un batuffolo bagnato -I fiocchi di neve sanno di quello in cui speri quando li guardi sciogliersi-

 

 

 

 

ANGOLINO D’AUTRICE
Questa storia, che non avrei dovuto scrivere perché devo finire tipo altre 4-5 cose (Deb perdonami, giuro che sto andando avanti anche con la nostra), è ambientata prima della Guerra coi Wen… in un’ipotetico momento non specificato dell’addestramento a Gusu.
Non ha molto senso come storia, però ho voluto scrivere perché adoro i dialoghi e ce ne sono troppo pochi ovunque, quindi ecco qui.
Niente da dire, spero vi sia piaciuta. Io piango, forte.

Baci a tutti, Sarah_lilith

P.S: non pensate anche voi che la canzone Counting Stars sia perfetta per la WangXian? Vi prego rifletteteci.

   
 
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