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Autore: Melisanna    01/10/2019    3 recensioni
Ho sempre creduto che quello spazio nero non fosse vuoto, ma traboccante di melodia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Allora, vediamo un po', mi sono messa in testa di provare a fare questa cosa del writober. Dato che me ne ero scordata di brutto fino ad oggi e che mi sono liberata solo ora e ho giusto, giusto un racconto breve mai pubblicato che si adatta al tema. Il che è completamente fuori dal senso del gioco che dovrebbe essere una scusa per scrivere ogni giorno, ma vabbè. I prompt li ho pescati da Fanwriter.it ma siccome sono io, poi farò comunque i fatti miei...
 
Prompt 1 #missingmoments Ho messo l'avvertimento "missing moments", ma ovviamente questa è un original! Per cui sono declinati in modo diverso da quello che è comunemente inteso.
 
L'ASTRONAUTA
 
Ho passato intere notti estive da ragazza, distesa sull’erba umida di rugiada a fissare il cielo trapuntato di stelle. Mi immaginavo come sarebbe stato essere lì, in quello spazio nero traboccante di melodia. Volevo poterla sentire con le orecchie e non solo con l’anima. Ho continuato a volerlo sempre, anche se sapevo che nello spazio non poteva esserci altro che il silenzio assoluto. Ma ero certa che tu avresti suonato la tua musica per me. Per me soltanto.
Quanti anni ho passato china sui libri, in stanze chiuse senza poter vedere la tua accecante nitidezza? Quante ore ho perso senza ammirare il moto variabile del tuo spirito? Eppure ogni volta che alzavo lo sguardo verso di te, attraverso lo spicchio di una finestra, sapevo che ogni sforzo era ripagato, perché tu mi aspettavi, per accogliermi nel tuo abbraccio vellutato, trapuntato di astri.
 
Tu avevi l’odore delle pagine dei libri e il sapore del sudore. Eri la fatica e l’impegno e il desiderio. Eri la rinuncia e il dolore, la mancanza, la solitudine e la nostalgia. Eri il traguardo da raggiungere a ogni costo. Eri l’ossessione.
Un giorno avrei fluttuato fra le stelle e ascoltato la tua melodia.
 
Ci sei agli allenamenti? Sì, finisco qui e scendo. Ti aspettiamo giù. Hai un bel servizio e vai bene nel palleggio, un buon occhio, istinto. Ti metto tra le titolari, ti va? Sì, certo che mi va. Un errore su un muro: due dita rotte e la paura. La paura di perderti. Un incidente più grave, un ginocchio, una caviglia e avrei dovuto rinunciare per sempre alla tua melodia. Alla mia ossessione.
 
Ci sei agli allenamenti? No. Oggi no. E domani? Nemmeno.
 
Ho riso mentre prendevamo un caffè insieme. Era cortese e timido, alto e ossuto, con occhi gentili dietro gli occhiali e belle labbra. Non si lamentava quando rifiutavo di vederlo perché dovevo studiare e non si è lamentato quanto sono partita per Cambridge. Era paziente, molto paziente, ma un giorno si è stancato di essere sempre il secondo, perché il primo eri tu. Tu che mi promettevi la tua musica e mi sfuggivi sempre, sereno e lontano e inconoscibile.
 
Mi chiamavano su Skype, tutte le sere, mentre erano a cena. A volte c’era anche mia sorella. Quasi mai però, sempre meno. Un giorno si è trasferita da Adriano e da allora non c’è più stata. Ci siamo scritte un poco, mail brevi e vuote. Poi ha cominciato a chiamare solo papà. Mamma è stanca diceva. Non è una buona giornata, oggi. Domani andrà meglio. Quando chiamava anche lei, aveva gli occhi rossi e le labbra secche. Quando sorrideva sembrava doloroso. Non va male, diceva, non va male. Passerà. Pensa a studiare.
 
Quando ho preso l’aereo per tornare era tardi. Quattordici ore di volo. Sono poche rispetto a una vita intera, troppe per chi ha già aspettato tanto. Ma avevo un esame il giorno prima e mi avevano detto che la situazione non era così critica.
 
Me l’avevano detto. Ci ho creduto o ci ho voluto credere.
 
Ci sono voluti quindici giorni per sistemare tutto, poi ho lasciato il resto in mano a papà e Alessandra e sono ripartita. Mamma avrebbe voluto così anche lei. Non potevo perdere il semestre.
 
Non l’ho perso. Non ho perso un mese, un giorno, non ho perso un minuto. Ho dedicato ogni secondo a raggiungerti, per immergermi nella tua melodia.
E ora sono qui e la terra è verde e blu e intorno è nero e le stelle sono sempre lontane e il cielo vellutato.
Mi avvolge il silenzio. Soltanto il silenzio. Dov’è la tua melodia? La mia ossessione?
 
Guardo fuori dall’oblò, nelle tue profondità specchianti e vedo solo me stessa.
 
E tutti quei momenti che non ci sono stati.
#fanwriterit #writober2019 #halloween2019 #missingmoments
 
  
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