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Autore: DavideWolfstar    04/10/2019    0 recensioni
Dal testo: "Avrebbe vinto un bacio, se solo fosse stata brava abbastanza avrebbe vinto un bacio. Suo papà le dava sempre i baci quando era brava, e anche la sua mamma. Se fosse stata brava quel giorno avrebbe vinto un bacio. Eppure, mamma e papà non c’erano quel giorno"
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Questa storia partecipa al #writober di Fanwriter.it.  Il prompt da cui nasce la storia è "bacio". 


5 settembre 1997

Avrebbe vinto un bacio, se solo fosse stata brava abbastanza avrebbe vinto un bacio. Suo papà le dava sempre i baci quando era brava, e anche la sua mamma. Se fosse stata brava quel giorno avrebbe vinto un bacio. Eppure, mamma e papà non c’erano quel giorno. Clara aveva otto anni e aveva il saggio di danza, ma di mamma e papà neppure l’ombra. Dovevano venire. Nonna Augusta le aveva detto che non sarebbero potuti venire, ma lei non ci aveva creduto. Loro venivano sempre. C’erano sempre stati. Non potevano essere assenti quel giorno. C’era il saggio di danza e lei era stata brava, la più brava di tutto il corso. I suoi genitori dovevano ancora venire, sicuramente stavano tardando. E anche se avessero perso l’esibizione, lei avrebbe vinto il suo bacio da papà e il suo bacio da mamma. Erano due settimane che non vedeva i suoi genitori, ma lei sapeva che quel giorno li avrebbe visti. Come potevano perdersi la loro bambina che faceva il saggio di danza?  Due settimane prima a casa sua era venuta la polizia, c’era nonna Augusta a casa. Tutti erano così tesi dalla mattina. E mamma e papà quel giorno erano usciti con i poliziotti. Erano usciti e non erano più tornati. Sono in viaggio per lavoro, aveva detto la nonna. Forse non sarebbero venuti, forse erano ancora in viaggio. Ma perché i poliziotti erano venuti a casa loro quel giorno? Forse mamma e papà lavoravano di segreto come poliziotti. Forse dovevano fare qualcosa di segreto con loro. Nonna stava registrando tutto con la telecamera, dunque quando sarebbero tornati avrebbero visto la cassetta. Doveva andare ora, era il suo turno. Ma forse non era andata bene, perché i genitori non tornarono. Voleva solo vincere il loro bacio.


11 settembre 2006

«Me lo dai un bacetto, psicopatica?» Rodolfo non era il peggior coglione della scuola, era solo un deficiente. Amava prenderla in giro chiamandola psicopatica, ma quando lo diceva lui era diverso da quando lo dicevano tutti gli altri. Rodolfo in fondo era un tipo a posto. Non le rompeva i coglioni, non le chiedeva come fosse avere quei genitori, non le chiedeva niente. La chiamava psicopatica da quando un giorno lei stessa aveva urlato alla sua classe del cazzo. «Ok, coglioni avete ragione voi, sono una cazzo di psicopatica, ma ora lasciate in pace, va bene?»  Quel giorno l’unico a starle vicino, come al solito, era proprio Rodolfo, le si era avvicinato all’intervallo e le aveva sussurrato. «Ma quindi è vero che sei una psicopatica, ed io che iniziavo a temere che fossi noiosa come tutte le altre!» Aveva questo modo di scherzare e di farla ridere che nessun altro aveva avuto mai. Però Rodolfo era un deficiente, mai nessuno, nessuno poteva chiederle di baciarla. «Fanculo», era stata la risposta a quel bacetto. «Ehi calma Clara, calma. Mica ti chiedevo di limonarmi, dicevo così per scherzare, un bacio tra amici sai, sulla guancia.» Sì, era proprio un caso perso, era proprio un deficiente. Lei non avrebbe mai più dato o ricevuto un bacio sulla guancia in vita sua, mai.


5 settembre 2008

Erano passati undici anni dal saggio di danza. Clara aveva imparato a badare a se stessa. Aveva capito che nella vita nessuno ti regala niente, che anche quando sudi, ti impegni e fatichi non ci sono ricompense. Aveva imparato a non affidarsi agli altri, che tanto prima o poi tutti la deludono. Si era fidata di poche persone nella sua vita. Si era fidata di mamma, di papà e questi non si erano rivelati altro che due assassini, due pazzi. Si era fidata di sua nonna e quando le serviva di più anche nonna Augusta era morta lasciandola sola, ad appena diciotto anni a gestire la sua vita, certo aveva avuto una buona eredità ma gli era bastata solo per finire gli studi. Si era fidato di Rodolfo, ma quello l’aveva delusa quando le aveva chiesto di diventare la sua ragazza. Clara aveva imparato a non fidarsi di nessuno ormai. Adesso viveva per i cazzi suoi, non aveva il lavoro più bello del mondo, e sicuramente i suoi vecchi compagni di classe sarebbero stati felici di sapere che faceva la vita. Clara aveva imparato la lezione più importante ormai, se intanto la vita è un bacio di Giuda, l’importante è vivere questa consapevolezza con trasparenza. Ora lei sapeva chiaramente che i suoi clienti non volevano lei, non volevano baciarla per premio, a loro interessava solo fotterla. E lei di contro li fotteva prendendo i loro soldi di merda. 
 
Buonasera, non so bene come mi sia venuta questa storia dal risvolto amaro e molto cinico, spero che vi sia piaciuta!
   
 
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