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Autore: Newmoon    05/10/2019    3 recensioni
Sasuke è finalmente tornato a Konoha e chiede a Sakura di partire con lui per la ricerca di un fiore particolare. Fanfiction ispirata a tutto ciò che manca della coppia Sasusaku in Naruto.
Tratto dalla storia:
"Arrivarono prateria sconfinata. Il sole stava tramontando e, per quanto si sforzasse, Sakura non riusciva a vedere la fine dell’orizzonte. Un po’ di vento scombinava i capelli di entrambi ma non faceva affatto freddo, anzi.
“Ci sono pochi fiori qui” annunciò la ragazza “Dev’essere perché l’autunno è alle porte..”
Sasuke attivò lo Sharingan.
“Trovato”"
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karin, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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"I'm back"




**********************

“Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin"  "Driiiiiiin... Driiiiin”
Erano circa le 8:30 di sera a Konoha quando il campanello di casa Haruno iniziò a suonare insistentemente.

“Un attimo arrivo!! Maledizione!” Sakura Haruno aveva da poco smontato da un turno molto faticoso in ospedale e con la televisione impostata su una commedia romantica strappalacrime aveva deciso di mettersi comoda, preparando il suo thè preferito e un bel po’ di fazzoletti per rimediare ad eventuali pianti.
 
“Driiin”
“Arrivo, accidenti, ma che avete da suonare così fort...”

le parole le morirono in gola quando dopo aver aperto la porta si trovò davanti un giovane alto, moro, con un ciuffo che copriva metà del volto e un mantello nero, che la guardava con aria apatica.
Non era sicuramente uno sconosciuto.

“Sa….sa-ske kun…”

Il cuore si fermò completamente, sentì una vampata di calore percorrerle le gote e la tazza che aveva in mano cadde a terra, rotta in mille pezzi.

Crash.

Indietreggiò lentamente di due passi.

“Sono tornato”

Sasuke Uchiha, quel Sasuke Uchiha che per anni aveva rincorso, era lì che bussava alla sua porta.
Rimase immobile, ancora paralizzata dallo stupore.

Il ragazzo guardò i cocci della tazza sul pavimento e da galantuomo, qual era sempre stato, si abbassò a raccoglierli.
Sakura trasalì.

“No aspetta, cosa fai, ci penso io” 
si affrettò a dire, ripresasi solo parzialmente da quello stato di trans.

Le loro dita si toccarono. Se possibile il volto di Sakura divenne ancora più rosso.

“Posso entrare o devo trovarmi un’altra sistemazione per stanotte?”  le disse lui rialzandosi lentamente.

Un’altra sistemazione? Stava ovviamente scherzando. Se avesse potuto lo avrebbe legato lì nello scantinato per sempre.

“Ah! Ma certo che puoi entrare, Saske-kun... Sono solo un po’ sorpresa di vederti così all'improvviso..”  ancora non riusciva a credere che fosse davvero lui.

Si spostò delicatamente per lasciargli modo di passare. Appena fu dentro Sasuke iniziò a scrutare l'ambiente mentre Sakura cestinava ciò che restava della stoviglia ormai perduta.

La casa di Sakura non era molto grande ma era confortevole e ben ordinata. 
Gli era sempre piaciuto questo aspetto di lei; anche lui era una persona molto sistemata, a differenza di un certo ninja eccentrico dai capelli biondi.

Il suo sguardo cadde sul pacco di fazzoletti posto sul divano, accanto ad un cuscino verde, e poi sulla vergognosa trasmissione che la sua ex compagna di squadra stava probabilmente guardando.
Alzò un sopracciglio. In fondo, in fondo, non era cambiata poi molto.

“AAAAhh”  accortasi della situazione, Sakura arrossì di nuovo e, pronta, si parò davanti al televisore, spegnendolo di soppiatto.

“Ehehe, non farci caso, è tutto un po’ in disordine ecco..”si affrettò a dire cercando malamente di cambiare discorso.

“Comportati normalmente con me” 

Sasuke la richiamò. Gli dava sui nervi quando si atteggiava ad oca senza cervello. Eppure lei era una ragazza così intelligente.

Sakura divenne seria. 

“Hai ragione, è che davvero mi hai preso alla sprovvista…Come..come mai sei qui se posso chiedertelo?”

“Te lo avevo detto, no?” La guardò come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “Domani all’alba partiamo, spero tu abbia fatto le valigie”


….Eh?!. La Sakura interiore, quella con lo sfondo nero, rimase di soppiatto. Se n’era andato per tre anni, non si era degnato neanche di farsi sentire, tornava così all’improvviso, si metteva a dare ordini e poi si aspettava anche che lei avesse lì le valigie pronte ad aspettarlo?

“Allora è deciso, domattina all’alba partiamo!”

Quella notte Sasuke dormì sul divano verde del soggiorno mentre Sakura nella sua stanza non riuscì a chiudere occhio.
Davvero Sasuke era di là che dormiva in casa sua? E le aveva chiesto di partire con lui? Era successo tutto così in fretta.. Si diede un pizzicotto per assicurarsi di essere sveglia e quello che ne derivò fu solo una guancia dolente ed arrossata.

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“Sakura! Sakura! Sveglia!” Sasuke la stava scuotendo per una spalla.

“Mmm?”
Accidenti si era addormentata. E Sasuke era lì che la guardava ancora stordita nel letto, in pigiama. Che vergogna.
E non aveva neanche più fatto le valigie!

“Ti aspetto fuori, muoviti” sentenziò lui andandosene, dopo essersi accertato di averla svegliata del tutto.

Panico.
Si alzò velocemente, prese le prime cose che trovò, le buttò velocemente in una sacca, si fece una doccia veloce e si vestì mentre afferrava qualcosa per fare colazione. Chiuse velocemente la porta e dopo mezz’ora buona fu un giardino dove Sasuke la aspettava visibilmente spazientito.
Si sentì terribilmente in colpa. Se continuò così, non mi porterà mai più con lui…shannaroo!

Lasciarono la città passando per la porta principale, non aveva neanche avvisato che non sarebbe andata a lavoro oggi e per i prossimi giorni, accidenti un vero macello! E la colpa di tutto questo di chi era?

“Sono sulle tracce di una pianta particolare” La voce di Sasuke attirò la sua attenzione.   
                 
Stringeva tra le mani il ritratto di un fiore dai petali rosa, un rosa che ricordava molto quello dei suoi capelli. 
Sotto c’era scritto: Echinacea purpurea.

“E’ una pianta con proprietà mediche, tu sarai sicuramente più esperta di me in materia”

La ragazza guardò la foto di nuovo. Aveva una vaga idea di dove potesse trovarsi.

“Da quel che ne so è una pianta che cresce nelle praterie in primavera, non so se di questi tempi riusciamo a trovarne qualcuna”

Sasuke corrucciò lo sguardo. 

“Ma possiamo provarci!” Gli sorrise di rimando lei.

“Dove dobbiamo andare quindi?”

"Beh... direi di provare al Paese delle Onde. E’ un arcipelago, è verde, pianeggiante…Mi sembra la zona migliore per dei fiori di questo tipo”
 
E così il viaggio iniziò. 
Saltavano di ramo in ramo, lei lo seguiva a poca distanza contemplandone il mantello.


Il Paese delle Onde era lo stesso luogo dove il team 7 aveva svolto la sua prima missione contro Zabusa. 
Sakura sorrise dolcemente al ricordo. Ed era anche dove credeva di aver perso per davvero Sasuke. 
L’immagine del suo corpo freddo e senza vita le causò una stretta al cuore così forte che fu costretta a fermarsi.

“Va tutto bene?” Anche Sasuke si fermò.

“S-si”

Sorrise di nuovo. Ora Sasuke era con lei, finalmente e dopo tanto tempo. Non doveva preoccuparsi.

Arrivarono al porto e presero una piccola barca per giungere a destinazione.
Il volto di Sasuke era come sempre inespressivo e se ne stava lì, a distanza da lei, con lo sguardo rivolto verso il mare.

“Ti ricordi questo post..”

“La nostra prima missione insieme, si” La interruppe.

Allora qualcosa di quegli anni gli era rimasto.

“Qui c’è anche quel ponte a cui diedero il nome di quel perdente di Naruto. Ci sono venuto ultimamente con un membro della squadra di Orochimaru”

“Ah.. Io invece manco da allora” abbassò lo sguardo.

Un membro della squadra di Orochimaru? Chi poteva essere?
Mica per caso quella ragazza dai capelli rossi che aveva incontrato quella volta che Sasuke aveva cercato di ucciderla? E cosa ci erano venuti a fare qui loro due da soli?

Sentì un tremore risalirle per tutto il corpo. Gelosia. 
Aveva capito fin da subito che quella donna era innamorata di Sasuke. E se tra loro ci fosse stato qualcosa?

La barca attraccò e il moro lesto scese e senza aspettare che scendesse anche lei si incamminò.

Sakura lo raggiunse e lo affiancò.

“Seguimi, andiamo di qua”

Arrivarono prateria sconfinata.
Il sole stava tramontando e, per quanto si sforzasse, 
Sakura non riusciva a vedere la fine dell’orizzonte. Un po’ di vento scombinava i capelli di entrambi ma non faceva affatto freddo, anzi.

“Ci sono pochi fiori qui” annunciò la ragazza “Dev’essere perché l’autunno è alle porte..”

Sasuke attivò lo Sharingan.

“Trovato”

“EH?? Come?? Di già?” lo guardò stupita. Pensava sarebbe stato almeno un poco più difficile.

“Questo tipo di fiore emana una corrente di chakra, con lo Sharingan non è stato difficile capire dov’era”

Accidenti, lo Sharingan era davvero portentoso.

Il ragazzo si allontanò per raggiungere un’alta roccia, posta all’ingresso di una caverna, la raggirò, poi si
Inginocchiò dietro di essa e raccolse un fiore identico a quello del ritratto.

“Arg”

Sakura scattò. “Sasuke! Cosa c’è?”

“Niente, non ti preoccupare.”

Sakura osservò attentamente. 
C’era un fiore violaceo, probabilmente aveva toccato quello per sbaglio.

“Fa vedere”

Lui le porse la mano. C’era un piccolo segno di contatto con qualche sostanza corrosiva ma probabilmente non era niente.

“Mettiamo un po’ d’acqua”

“Ti ho detto che non è niente” ribatté lui convinto.

Ripresero la barca per tornare verso Konoha. Lungo il viaggio Sakura iniziò a raccontare del suo lavoro in ospedale, di come le cose fossero cambiate a Konoha mentre lui non c’era, di Naruto, di Ino, di Shikamaru e del resto dei loro compagni.
Sasuke ascoltava rispondendo di tanto in tanto. Non era una persona di molte parole.

Arrivati al porto si era ormai fatta notte.

“Accidenti com’è buio” disse lei guardando il cielo scuro e nuvoloso.

“Seguimi”

Con una mossa rapida Sasuke svanì e lei lo seguì senza indugiare.
Giunsero in una specie di accampamento, vicino un fiume, formato da due tende e quella che doveva evidentemente essere una specie di cantina.

“Passeremo qui la notte” disse lui dirigendosi verso una delle tende.

“E’ qui che stai di solito?” Si guardò intorno. Non era poi così male.

Per tutta risposta il ragazzo buttò un ammasso di legna poco distante da lei e, dopo aver eseguito i segni con una sola mano, evocò l’arte del fuoco.

Katon: Gokakyu no justu. 

Ah quel jutsu. Lo ricordava bene. Era ciò che contraddistingueva il clan Uchiha e, tra loro, lui era l’unico in grado di farlo.

“Resta qui, vado a prendere le provviste” 

Tornò con due grosse fette di carne e, dopo aver improvvisato una specie di griglia, iniziò a cuocerle.

Il fuoco scoppiettava tra lei e Sasuke.
Erano stati insieme tutto il giorno eppure ancora non era riuscita a capire qual era il vero motivo per cui lei fosse li.

Solo una promessa che andava mantenuta? Aveva bisogno di lei per sapere dove si trovava quel fiore? E a cosa gli serviva poi?

“Se non lo metti in un vaso morirà” gli disse all’improvviso.

Lui annuì, cogliendo al volo il riferimento al fiore raccolto.

Il suo sguardo era come al solito impenetrabile.

D’un tratto lui si alzò. “Andiamo ti preparo una tenda”

“Aspetta Sas’ke-kun…” lo richiamò visibilmente imbarazzata.

Due tende separate
Sarebbero andati a dormire come se ognuno fosse stato a casa propria e domani sarebbe stato tutto come prima. No, doveva cogliere l’occasione.

Si alzò anche lei e gli si avvicinò, guardandolo dritto negli occhi. 
Lui rimase fermo sostenendo il suo sguardo.

“Dimmi la verità..” fu lei ad abbassare lo sguardo 
“Dimmi la verità, Sasuke. Sei qui per mantenere la promessa che mi hai fatto perché ti faccio pena! O perché mi sei riconoscente per ciò che ho fatto per te?!”

Dove aveva trovato quel coraggio? Doveva essere stata la frustrazione di tanti anni persi ad aspettarlo senza nessuna sicurezza. Doveva essere stato il fatto che ancora lui si ostinava a trattarla come se niente fosse.

Sasuke chiuse gli occhi.

“Rispondimi! Mi hai detto che non c’era niente di me che ti piaceva…mi hai sempre detto che sono fastidiosa... dimmi la verità.. sei qui solo per riconoscenza e perché ti faccio pena…”

Lo guardava quasi tremando ma lui non accennava risposta. Avrebbe davvero voluto prenderlo a schiaffi.

Sasuke si voltò dandole le spalle.

“Non è come pensi”

Detto questo si diresse, a passo lento, verso la sua tenda senza darle altre spiegazioni. 
Ma lei le spiegazioni questa volta le voleva eccome.

“E com’è, Sas’ke-kun? Com’è? Dimmelo, ti prego”

Sentiva le lacrime all’angolo degli occhi verde smeraldo. 
Non doveva piangere, questa volta non doveva piangere.

“Vai a dormire, Sakura” questa fu la sua risposta.

Una risposta che non era una risposta. Va a dormire.
Sei una stupida mocciosa che non è degna neanche di una spiegazione.
Non riuscì a trattenere le lacrime. 
Scorrevano sul suo volto copiose e lei era di nuovo impotente.
Se con lei ci fossero stati Naruto o il maestro Kakashi probabilmente l’avrebbero consolata… no! Ma che stava dicendo, maledizione!
 
Lei non era più quel tipo di persona. Lei non era più una debole donna.
 
Strinse i pugni. Guardò un’ultima volta la tenda dove era entrato Sasuke, dopodichè, afferrata la sua sacca, si diresse verso il ponte che collegava le due sponde del fiume e, superatolo, la sua immagine si perse tra le foglie dei rami del bosco.



To be continued........



ANGOLO DELL'AUTRICE:

In questa fanfic ho intenzione di mettere tutti i missing moment ingiustamente negati sulla coppia SasuSaku!
Il prossimo capitolo sarà molto interessante, non solo per la ship eheh

Adios

NB: non sono un’esperta di piante, ho fatto qualche mini ricerca solo per scrivere questa fanfic, se ho sbagliato nomi, proprietà ecc non me ne vogliate
  
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