Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h.
Ricorda la storia  |      
Autore: karter    05/10/2019    1 recensioni
[Sequel della mia fanfiction "Ricordi Lontani" della quale si consiglia la lettura per poter comprendere meglio alcune dinamiche]
[Storia partecipante al #Writober20019 di Fanwriter.it]
Dal testo:
L'essere la guardiana del cuore le aveva distrutto la vita, come poteva accettare che sua figlia seguisse le sue orme? Come poteva pretendere che dopo ventisei anni in cui l'avevano costretta a fingersi morta per ristabilire una sorta di equilibrio, dovesse tornare indietro. Non ce la vedeva proprio a piazzarsi davanti a quelle che un tempo erano le sue compagne dicendo “Ehi, ciao, come state? Sapete, ventisei anni fa sono morta, ma il "Cuore" mi ha riportata in vita e dopo due anni di coma mi sono svegliata a Kandrakar dove mi hanno detto che avrei dovuto continuare a fingermi morta. Sapete per preservare l’equilibrio dell’universo”.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 
Storia partecipante al #Writober20019 di Fanwriter.it
Prompt: Fantasma
Parole: 3112
 
Sequel della mia fanfiction "Ricordi Lontani" della quale si consiglia la lettura per poter comprendere meglio alcune dinamiche.
 














Un fantasma del passato
 
 



 


«Che diavolo significa?»
Una donna dai lunghi capelli vermigli e due intensi occhi nocciola entrò con furia nella sala di ritrovo della congrega di Kandrakar.
Non poteva credere a ciò che il “Cuore” le aveva detto poche ore prima, era per quello che, appena lasciata la figlia a scuola, aveva aperto un varco per raggiungere l’unica persona che avrebbe potuto darle conferma di ciò che stava accadendo davvero.
L’Oracolo sospirò. Sapeva che sarebbe arrivato quel giorno, ma aveva sperato fosse più lontano. Con quale coraggio poteva dirle che Kandrakar pretendeva ancora i suoi servizi dopo il sacrificio cui l'aveva costretta? E soprattutto come farle accettare che quella bambina, l’unica luce in fondo al tunnel che per tanto tempo era stata la sua vita, avrebbe dovuto seguire le sue orme. Si sarebbe opposta con tutte le sue forze e aveva ragione. L'essere la guardiana del cuore le aveva distrutto la vita, come poteva accettare che sua figlia seguisse le sue orme? Come poteva pretendere che dopo ventisei anni in cui l'avevano costretta a fingersi morta per ristabilire una sorta di equilibrio, dovesse tornare indietro. Non ce la vedeva proprio a piazzarsi davanti a quelle che un tempo erano le sue compagne dicendo “Ehi, ciao, come state? Sapete, ventisei anni fa sono morta, ma il "Cuore" mi ha riportata in vita e dopo due anni di coma mi sono svegliata a Kandrakar dove mi hanno detto che avrei dovuto continuare a fingermi morta. Sapete per preservare l’equilibrio dell’universo”.
Sarebbe stata davvero dura quella volta,  perché davanti a lei non c’era una ragazzina di sedici anni sconvolta per la morte del suo migliore amico. Davanti a lei vi era una donna in carriera, una madre, una compagna, che, sull’imposizione che le era stata data, si era costruita una vita e nonostante tutto era felice.
«Gli equilibri del mondo sono di nuovo in pericolo» iniziò con voce grave tentando di farle capire il perché avevano cercato nuove guardiane «C’è bisogno di qualcuno che compia quella missione che a suo tempo è stata tua e delle Witch» aggiunse vedendola stringere i pugni talmente tanto da farli sbiancare «E il "Cuore" ha fatto la sua scelta»
«No» la interruppe con occhi fiammeggianti la più giovane «Sono ancora io la sua custode del e mi rifiuto di cedere il testimone a delle ragazzine» continuò facendo specchiare le sue iridi in quelle della maggiore e sfidandola con la sola forza dello sguardo «Non vi sono bastate le lezioni precedenti? Perché dovete condannare delle quindicenni? Ok, sono più grandi di quanto lo fossimo noi, ma non mi importa. Non vi permetterò di distruggere altre vite così come avete fatto con la mia» urlò facendo cessare tutto il chiacchiericcio che si era sollevato loro intorno «Chi sarà la prossima cui imporrete un sacrificio tale? Mia figlia? Quella di Irma? O magari di Cornelia? No, forse quella di Taranee? Perché non la bambina di Hay Lin?» chiese abbandonandosi ad una risata derisoria che fece scorrere un brivido lungo la schiena di tutti i presenti.
Nessuno sarebbe intervenuto in quella discussione. Lo avevano imparato a loro spese che mettere il naso tra le due donne era altamente pericoloso. La custode tendeva a lasciar fluire i suoi poteri quando era infuriata e ammettevano che mai l’avevano vista fuori di sé fino a quel punto. Avrebbe lottato con le unghie e con i denti per far valere le sue ragioni, ma alla fine si sarebbe dovuta arrendere. Willhelmina Vandom stava per fare il suo ritorno dal mondo dei morti e chissà se la sua apparizione, tipo fantasma, non vi avrebbe fatto finire qualcuna delle sue ex compagne?
 
 
 
◇◆◇
 
 
 
Un mese dopo...
 
«Credi sia la scelta giusta?»
Una donna dai lunghi capelli corvini guardava preoccupata la sua compagna. Da quendo si era recata a Kandrakar il mese precedente, Will non era più stata la stessa e Katy aveva impiegato poco per capire il motivo di quel cambiamento. Sarebbe dovuta tornare a casa, avrebbe dovuto affrontare quelle che un tempo erano le sue migliori amiche e avrebbe dovuto essere una guida per Zoe e le altre ragazzine. Non era una cosa facile da accettare.
«No» rispose onestamente la rossa specchiandosi nelle iridi azzurre della donna che amava «Ma non mi hanno dato scelta. Saranno delle guardiane che io lo voglia o meno. A questo punto preferisco essere al loro fianco per aiutarle» aggiunse con un sospiro stanco prendendo un sorso dalla sua tazza di caffè prima di comandare, telepaticamnte, alla macchinetta di prepararne un altro.
Katy sospirò. Kandrakar l’aveva di nuovo svuotata. Le sembrava di ritrovarsi davanti la stessa ragazzina che aveva conosciuto più di vent'anni prima e non poteva accettarlo. Peccato lei fosse una semplice umana senza potere decisionale, altrimenti ne avrebbe dette quattro a quella branca di idioti capaci solo di pretendere e far star male la sua 'Mina.
 
 
 
◇◆◇
 
 
 
«Quindi questa è la scuola che hai frequentato anche tu?»
Zoe si guardava intorno curiosa. Sua madre non amava parlare del suo passato e poteva capirla, ma il giorno in cui era tornata da Kandrakar con gli occhi spenti e le mani strette a pugno tanto da far sbiancare le nocche, le aveva raccontato ogni cosa. Ed era rimasta a bocca aperta. Sapeva che la sua mamma fosse speciale. Nessuno dei genitori dei suoi amici parlava con gli elettrodomestici e per quanto fosse una cosa che le metteva soggezione aveva iniziato a capirne l’utilità quando era accaduta la stessa cosa a lei. Ricordava ancora gli occhi della madre riempirsi di lacrime prima di correre ad abbracciarla come se potesse scomparire da un momento all’altro. All’inizio non aveva compreso quel comportamento, ma dopo aver ascoltato la verità, aveva capito. Sua madre aveva paura che le fosse imposto il suo stesso sacrificio e non poteva accettare un simile destino per lei.
«Già» rispose la donna parcheggiando l’auto per poi prendere un profondo respiro e scendere insieme alla figlia «Spero che vi ti troverai bene come fu per me» aggiunse posandole un braccio sulle spalle e stringendola a sé.
Non poteva credere a ciò che stava per succedere, ma si fidava della sua bambina.
 
 
 
◇◆◇
 
 
 
Zoe si osservò intorno con espressione curiosa. Quella scuola era completamente diversa da quella frequentata fino al giorno prima, a partire dal numero degli studenti. Decisamente di più pensò cercando di non arrossire davanti a tutti quegli sguardi curiosi puntati su di lei.
«Ciao a tutti» iniziò quando il professore le disse di presentarsi alla classe «Mi chiamo Zoelle Susanne Vandom-Parker, ma tutti mi chiamano Zoe» disse con un sorriso osservando le facce dei suoi compagni alla ricerca di qualcuno che fosse sobbalzato al sentir pronunciare il suo primo cognome, ma rimase delusa quando vide che l’unico ad averlo fatto era stato il suo professore di scienze «E spero che diventeremo amici» continuò ignorando le battute maliziose dei ragazzi e prendendo posto come indicato dal professore, accanto ad una ragazza dal caschetto violetto e due intensi occhi neri che la osservava con un sorriso.
«Ciao, io sono Mary» si presentò porgendole la mano che Zoe subito strinse.
Era bello vedere qualcuno che non la guardava in modo strano. Quella ragazza le piaceva.
«Non badare a questa branca di idioti. Sei la novità, quindi per un poi sarai sulla bocca di tutti, ma non temere passerà presto» le disse facendole un occhiolino che le strappò un vero sorriso «Comunque le tre tipe che prendono appunti davanti a noi sono le mie migliori amiche. La bionda è Ellie. Ha l'aria di una persona estremamente snob ed effettivamente lo è, ma è una grande amica. Al suo fianco vi è Lydia. È un dannato genio, se hai dubbi su qualsiasi cosa, lei è la persona giusta. L’ultima, ma non per importanza, è Cassidy. Se sei giù di morale è la persona più adatta a risollevarlo. E poi ci sono io che, da come avrai notato, sono un terremoto» concluse riuscendo a strapparle una risata.
Sì, quella ragazza le piaceva, sperava davvero di poter diventare sua amica.
 
 
 
◇◆◇
 
 
 
Will camminava per i corridoi della sua vecchia scuola con sguardo stanco. Non sarebbe stato facile riconquistare la fiducia delle altre, specie dopo tutti gli anni di menzogne.
Sospirò. Anche se non era stata una sua scelta, sapeva che non le avrebbero mai potuto perdonare quel silenzio. Sperava solo che almeno loro riuscissero a far ragionare i saggi di Kandrakar.
Stava passeggiando davanti a quella che un tempo era la loro aula di storia quando un tonfo alle sue spalle la fece sobbalzare. Spaventata si voltò in quella direzione e sentì i battiti del suo cuore accelerare. Davanti a lei stavano quelle che un tempo erano le sue migliori amiche che rimproveravano Irma per essere la solita sbadata. Ma la castana pareva non ascoltarle. I suoi occhi erano fissi sulla figura della donna davanti a loro.
 
«Sì può sapere che ti prende?» chiese Cornelia esasperata portandosi una ciocca bionda sfuggita alla crocchia con la quale aveva raccolto i capelli, dietro le orecchie.
«Sembra quasi tu abbia visto un fantasma!» la prese in giro Hay Lin notando il volto dell’amica sbiancare leggermente e il suo braccio destro sollevarsi.
«Non dire assurdità, sarà l’ennesimo scherzo degli studenti» si intromise Taranee sistemandosi meglio gli occhiali sul naso, prima di voltarsi nella direzione indicata dall'amica per dimostrare la sua teoria.
Peccato rimase a bocca asciutta. Davanti a loro vi era solo una donna. Aveva lunghi capelli rossi, una paio di occhiali scuri a coprirle gli occhi, una giacca a vento verde, sotto la quale si intravedeva un maglione bianco e dei jeans scuri. Ma ad attirare la sua attenzione furono i piedi, o meglio la loro posizione. Conosceva una sola persona capace di star ferma in quel modo. Che fosse?
«Abbiamo perso anche Tara» sospirò la bionda cercando appoggio nella cinese, ma non ricevendone.
Era rimasta incantata anche lei a osservare altre sue spalle. Irritata la donna si voltò nel preciso istante in cui la figura davanti a loro si liberò degli occhiali e non poté che restare anche lei a bocca aperta.
«Sembra quasi abbiate visto un fantasma!» disse provando a prendere la situazione con il sorriso.
Sapeva che stava per scatenarsi una tempesta, ma non era certa di avere la forza per affrontarla.
 
 
 
◇◆◇
 
 
 
«Com’è possibile?»
Irma osservava la figura di quella che da ragazzina era la sua migliore amica con aria diffidente. Non poteva credere che fosse davvero lei, non dopo tutti quegli anni. Se Will fosse stata viva non avrebbe fatto passare un giorno senza cercarle.
Taranee era scettica. Non poteva credere a ciò che i suoi occhi le mostravano. Loro l’avevano seppellita, ventisei anni prima. C’erano due tombe in suo onore.
Cornelia era furiosa. Aveva voglia di prendere quella che una vita prima era una delle sue migliori amiche e sbatterle la testa contro il muro fino a farla rinsavire. Come aveva osato sparire per più di vent’anni e poi tornare come se niente fosse? Come aveva potuto mentire loro? Come era riuscita a sopportare di infliggere loro quel dolore?
Hay Lin era incerta su ciò che provava. Era felice che l’amica stesse bene (perché lei non aveva dubbi, quella era la loro Will, anche se non aveva più l’aspetto della ragazzina che conoscevano, ma non lo avevano neppure loro) e furiosa perché aveva fatto credere loro di essere morta.
Will sospirò massaggiandosi le tempie. Era certa sarebbe stata una lunga discussione.
«Grazie e a lui» spiegò la custode sfilandosi un ciondolo dal collo e mostrandolo loro «È stato il "Cuore" a riportarmi in vita, anche se ci sono voluti due anni» iniziò tornando con la mente a quel lontano giorno in cui tutte le sue certezze erano crollate e un nuovo destino le era stato imposto.
A quelle parole, le altre sobbalzarono. Era strano trovarsi di nuovo davanti la fonte dei loro poteri, poteri che avevano perso con la fine della battaglia.
«Non so bene cosa successe quel giorno. L’ultima cosa che ricordo è un’esplosione fin troppo vicina e poi buio, fino al giorno del mio risveglio a Kandrakar» continuò raccontando dettagli di quel passato che faceva male anche solo ricordare, ma che a loro doveva spiegare.
Aveva bisogno che si fidassero di nuovo di lei se voleva poter aiutare le nuove guardiane. Un sospiro le abbandonò le labbra a quel pensiero. Quanto odiava quella situazione nessuno avrebbe mai potuto capirlo. Aveva una dannata paura di perdere quelle ragazze, ma non poteva fare nulla per proteggerle, se non offrire il suo aiuto. Sperava solo l’ascoltassero o sarebbe stato davvero difficile far funzionare le cose.
«La nonna non avrebbe mai permesso una cosa simile»
Fu Hay Lin la prima a riprendersi dalle parole appena udite e Will non riuscì a rimanere sorpresa della sua reazione. A suo tempo nemmeno lei avrebbe creduto che quella che era stata la loro guida avrebbe potuto imporle un tale sacrificio.
«'Mina non mente»
La vermiglia sbarrò gli occhi nel percepire quella voce. Cosa ci faceva lì?
«Quando ci conoscemmo, aveva vent'anni all’incirca e lo sguardo di chi aveva perso tutto senza poter fare nulla» iniziò Katy avvicinandosi alla sedia dov’era seduta la sua compagna e sedendosi sulle sue gambe per osservare meglio le quattro donne davanti a loro.
Nonostante fossero passati anni dall’imagine che Will custodiva nella loro camera, impiegò poco a riconoscerle.
«Era distrutta e non voleva essere aiutata. Credeva che l’autodistruzione fosse la giusta soluzione per essere sopravvissuta e ci è andata vicino voi nemmeno potete immaginare quante volte, ma puntualmente i soccorsi arrivavano in tempo. Non avevo mai capito come fosse possibile prima di scoprire i suoi poteri. Non era mai stata lei a chiamare i soccorsi, ma il suo telefono faceva tutto da sé» sorrise al ricordo della prima volta che l’aveva vista litigare con la lavatrice.
Se all’inizio ne aveva avuto paura con il tempo aveva capito. Will non era una minaccia, era speciale e aveva deciso che avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutarla.
«Impiegai parecchio ad ottenere la sua fiducia, ma con il tempo diventammo amiche e anche i suoi tentativi di strapparsi la vita diminuirono, specie quando Zoe entrò nella sua vita» continuò pensando alla ragazzina che entrambe amavano come una figlia e che era piovuta nel loro quotidiano come un piccolo miracolo.
Non avrebbe mai ringraziato abbastanza chiunque l’avesse lasciata sulla strada della sua donna quindici anni prima. Quella bambina era riuscita a salvarla come mai lei sarebbe stata in grado di fare.
«Con lei cambiò tutto. Will sembrava rinata, il suo scopo era non permettere che a quello scricciolo mancasse nulla e ci è riuscita alla grande»
La custode strinse le braccia attorno alla vita della donna posandole il capo sulla schiena. Non era fiera di ciò che aveva fatto negli anni bui dopo il suo risveglio, ma non avrebbe mai smesso di ringraziare Katy per non aver mollato con lei. Non aveva idea di cosa ne sarebbe stato della sua persona se la corvina non fosse stata al suo fianco.
Le quattro rimasero in silenzio a quelle parole. Era difficile metabolizzare tutte quelle informazioni eppure non riuscivano a cogliere menzogna dietro gli occhi chiari della nuova arrivata. Possibile che non fossero state loro le uniche a soffrire, ma che anche quella che un tempo era la loro leader lo avesse fatto?
«Perché sei tornata, ora?» chiese Cornelia non riuscendo a digerire tutte quelle informazioni.
Will prese un profondo respiro a quella domanda, cercando la forza per rispondere nella vicinanza con Katy. L'avrebbero odiata nello scoprire perché era lì.
Irma osservava in silenzio i gesti di quella che un tempi era la sua migliore amica e non riuscì ad impedire al sorriso di nascerle sulle labbra. A quanto pare quella donna aveva salvato la loro amica in più di un modo.
«Gli equilibri dell’universo sono nuovamente in pericolo» iniziò puntando lo sguardo fuori dalla finestra «C’è bisogno nuovamente delle guardiane»
Le quattro donne sussultarono. Come osava anche solo pensare, Kandrakar, che sarebbero state disposte a tornare a rischiare la vita dopo ciò che avevano fatto loro? Era mostruoso!
«Il "Cuore" ne ha scelte di nuove e sono qui perché il mio compito è istruirle ed aiutarle dato che tra noi sono l’unica ad avere ancora i poteri» interruppe sul nascere le loro proteste mentre un sorriso amaro le dipingeva le labbra «Ammetto di non essere d'accordo, di aver odiato l’Oracolo e tutti gli altri quando ho scoperto la verità, ma come al solito non mi hanno dato scelta. Saranno guardiane anche senza il mio consenso, quindi ho deciso di aiutarle. Non voglio si verifichino nuovamente i fatti di ventisei anni fa» concluse osservando le amiche con espressione stanca.
Perché per quanto si manteneva giovane esteriormente, Will aveva lo sguardo di una donna vissuta, quello di una persona che nella vita ne aveva viste troppo senza poter far nulla.
«Ha scelto loro, vero?» chiese la preside e non ci fu bisogno di fare nomi.
Avevano notato tutte i primi avvisi di quei poteri che un tempo erano stati loro.
Will si limitò ad annuire lasciandosi andare contro lo schienale prima di riprendere il discorso.
«So che è difficile da accettare» si intromise nuovamente Katy capendo che la compagna non aveva più le forze per andare avanti «Ma dovete fidarvi di 'Mina e affidarle le ragazze. Credo che tutte ricordiate quanto sia stato difficile imparare a controllare i vostri poteri senza l'aiuto di nessuno»
Le quattro sbarrarono gli occhi. Quella donna sapeva ogni cosa, Will non aveva taciuto nulla. Se inizialmente la cosa le infastidí poi capirono. La rossa era sola in un luogo sconosciuto, al suo posto anche loro avrebbero avuto bisogno di qualcuno con cui parlare.
«Non mi piace» iniziò il discorso Taranee stringendo le braccia al petto prima di sospirare sconsolata «Ma, se non si ha scelta,  preferisco che Lydia abbia una guida e per quanto possa essere arrabbiata con te, sei la migliore che potesse capitare loro» aggiunse facendo strabuzzare gli occhi all'amica.
Mai avrebbe immaginato di sentire tali parole dalla razionale Taranee.
«Vedi di fare in modo che non ricapiti una cosa simile, né a Mary, né alle altre» l’ammonì Hay Lin dandole la sua benedizione.
«E vedi di non sparire di nuovo, i fantasmi non piacciono neanche a Cassidy» si accodò Irma dedicandole un sorriso.
«Ma soprattutto» si inserì Cornelia con il suo sguardo più serio, prima di sciogliersi in un sorriso  «Ben tornata a casa» aggiunse immaginando già la reazione di Ellie a ciò che stava per accadere, sua figlia le somigliava forse troppo.
Will sentì le lacrime premere per abbandonarle gli occhi. Non avrebbe mai immaginato che le cose si sistemassero in quel modo. Certo c'erano ancora molte cose da chiarire, ma l’inizio era stato dei più promettenti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




 
Dopo diversi anni eccomi qui con il sequel della mia OS "Ricordi Lontani".
Avevamo lasciato Will, a quindi anni dalla sua presunta morte, che andava a visitare la sua tomba per la prima volta ripensando alle amiche di sempre.
Nel finale si scopriva che aveva una figlia e una coinquilina che ritroviamo qui nuovamente.
Ebbene sì, abbiamo conosciuto Zoe che ormai è una quindicenne e si appresta a prendere il posto della madre, e Katy che con il passare degli anni è diventata la compagna di Will.
Ammetto che era parecchio che non scrivevo su questi personaggi, che in questo racconto sono ormai cresciuti e si sono costruiti una famiglia e non so bene cosa possa venirne fuori.
Spero che il testo vi sia piaciuto e grazie davvero per essere arrivati fino a questo punto nella lettura.
A presto

karter
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h. / Vai alla pagina dell'autore: karter