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Autore: Menade Danzante    06/10/2019    5 recensioni
[Hogwarts!AU | Crossover | Raccolta]
# Where you ought to be: "«Senti, tu ci vai a Hogsmeade questo fine settimana per Halloween?» chiese Crowley di punto in bianco, la faccenda del compagno di squadra sul lettino d'ospedale archiviata.
Aziraphale strabuzzò gli occhi, preso in contropiede. «Sì, devo andare in cartoleria: ho finito le pergamene»
La Serpe annuì. «Anch'io dovrei andare. Che ne dici di prenderci una Burrobirra, eh?»"
# Nella tana del Bianconiglio: "«Eri contento quando te l'ho proposto la settimana scorsa, angelo.»
Era vero, ma quando Crowley aveva lanciato l'idea di osservare il Lago Nero da un'altra prospettiva, Aziraphale non aveva messo in conto che avrebbe dovuto infrangere le regole della scuola. Soprattutto, non aveva immaginato che l'altra prospettiva fosse nella Sala Comune di Serpeverde."
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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potter

Where you ought to be








La partita non stava andando benissimo per i Corvonero, Aziraphale ne era consapevole, ma nulla gli impediva di continuare a tifare con gioia per la sua squadra dagli spalti bronzo-blu.

Non poteva dirsi un esperto delle dinamiche del gioco: non era particolarmente infervorato per il Quidditch, ma quello era uno dei pochi momenti in cui sentiva di appartenere alla sua Casa in modo empatico e completo. Si sentiva partecipe anche quando permetteva ai Corvi di guadagnare punti grazie alle sue risposte corrette in classe e quando riuscivano a vincere la Coppa delle Case. Erano momenti piuttosto rari e non se li faceva sfuggire per niente al mondo.

Purtroppo, la situazione era quasi drastica: i Serpeverde avevano un vantaggio di trenta punti (Dagon era imbarazzante come Portiere di Corvonero) e del Boccino ancora non v'era traccia. Per ben due volte Uriel aveva rincorso il Cercatore Crowley in quella che si era rivelata in entrambi i casi una Finta Wrosky1 e alla seconda Uriel aveva seriamente rischiato di cadere dalla scopa. Aziraphale non aveva idea di come spiegarselo, ma Crowley aveva lo straordinario dono di essere spericolato in campo e soltanto all'ultimo secondo tirava al petto il manico per invertire la rotta della sua Tornado Uno2 e farla schizzare in direzioni imprevedibili: girava voce che fosse una Tornado truccata, nonostante superasse sempre i controlli del caso, perché non si era mai vista una scopa così attempata sfrecciare con le stesse prestazioni di una Nimbus2001.

Ma non era Crowley l'unico problema: Anathema Device erano il nome e il cognome dell'altro, la spietata Cacciatrice dei Serpeverde che riusciva sempre – sempre – a distrarre i Cacciatori avversari con la Manovra di Porskoff3. Aziraphale era dell'idea che ormai fosse così ovvio il tentativo di depistaggio da essere estremamente prevedibile, ma a quanto pareva così non era per la squadra in campo.

In capo a mezz'ora la situazione era pressoché invariata, a eccezione di Michael che aveva cominciato a perdere le staffe e ad aumentare la potenza dei suoi colpi. Gabriel continuava a pararne la maggior parte, ma la dedizione della Serpe non riuscì ad evitare che un paio di gol andassero a segno per i bronzo-blu.

«Vai, Michael! Forza!» esclamò Aziraphale tra la folla agitando un pugno in aria. Se solo ne avesse segnato un altro...

Fu allora che vide Crowley schizzare verso l'alto – questa volta sembrava vero a tutti gli effetti – e Uriel stargli dietro a fatica. L'unica speranza di vincere era che Uriel prendesse il Boccino prima del rosso, cosa alquanto improbabile. Sarebbe stato già abbastanza soddisfacente ridurre quanto più possibile la distanza dalle Serpi, ma come? Anche Gabriel aveva notato l'avanzata inesorabile di Crowley: non faceva altro che disegnare un otto intorno agli anelli come un forsennato per far perdere la concentrazione a Michael.

E se...?

Aziraphale ebbe un'idea folle e geniale allo stesso tempo. Illegale, anche, ma questo passò improvvisamente in secondo piano di fronte alla possibilità di fare del bene ai Corvonero. In fondo, Gabriel era un giocatore più che capace: non rischiava di essere sbalzato dalla scopa per una accidentale virata.

Accadde tutto molto velocemente.

«Confundus» sussurrò Aziraphale con la bacchetta ben nascosta dalle maniche della divisa puntata contro il Portiere. Questi, all'improvviso, perse l'equilibrio come vittima di un mancamento e cominciò a precipitare verso il basso incapace di riprendere il controllo della scopa.

«O Cielo. O Cielo, no!» esclamò il biondo, portandosi la mano libera alla fronte. Che cosa aveva fatto? Gabriel non riuscì a raddrizzare la sua Firebolt e finì a terra con un sonoro schianto che fu coperto dalle urla combinate dei tifosi di Corvonero e Serpeverde: Michael aveva indisturbatamente piazzato la Pluffa nell'anello centrale due secondi prima che Crowley afferrasse il Boccino, decretando la fine della partita.




L'Infermeria era gremita di sostenitori Serpeverde e degli ammiratori di Gabriel. Questi era steso sul letto con una dose di Ossofast sul comodino e raccontava a tutte le orecchie disponibili di come il troppo girare intorno agli anelli per difendere il titolo e l'onore dei verde-argento gli avesse fatto perdere l'equilibrio e lo avesse condotto verso la caduta ineluttabile. Ma quello non doveva spaventare nessuno: nella vita come nel Quidditch l'importante era rialzarsi e lui, come specificava a tutti, in Infermeria ci era arrivato con le sue gambe. Le ossa rotte, infatti, erano quelle del braccio destro.

«Stupido e pure pallone gonfiato»

Aziraphale sussultò nel sentire una voce accanto a sé. Aveva creduto di essere l'unico in quell'angolino lontano dalla ressa, ma si era sbagliato: appoggiato allo stipite della porta e con le braccia incrociate al petto c'era Crowley.

«Come dici?» fece il Corvonero.

«Dico che è stupido e pure pallone gonfiato. Ma sentilo: si crede un eroe di guerra». Crowley scosse la testa. «È solo caduto dalla scopa, ma lo racconta come uno che è sopravvissuto al bacio di un Dissennatore»

Aziraphale annuì piano, una morsa allo stomaco che lo divorava dall'interno.

«Perché tu sei qui?» gli chiese il Cercatore. «Rischi il pestaggio appena Sandalphon smette di pendere dalle labbra di quel deficiente»

Il biondo fece una faccia terrorizzata. «Davvero? E perché mai?»

«Stavo solo scherzando» fornì l'altro, ghignando.

Aziraphale alzò gli angoli della bocca in un mezzo sorriso incerto. «Tu, piuttosto, perché non sei al capezzale del tuo compagno?»

«Bah!». Il viso del rosso trasudò schifo per un momento. «Mi ci vedi a stare lì a sentirlo blaterare tutte quelle fandonie?»

In effetti, Crowley era atipico per essere un giocatore di Quidditch. Era stimato in tutta Hogwarts per la sua bravura nel ruolo che ricopriva, ma lui e la fama non andavano d'accordo. Aziraphale non sentiva mai di pettegolezzi su Crowley, né lo vedeva spesso in mezzo al branco Serpeverde. Il ragazzo era sì noto, ma nessuno sapeva mai davvero cosa facesse per esserlo, a parte l'evidente contributo nella squadra della Casa.

Il Corvo scosse la testa, stavolta con un sorriso più pronunciato.

«Eppure c'è qualcosa che non torna» ponderò il rosso, spostando leggermente il peso da una gamba all'altra. «Lui è stupido, ma non così stupido... Come ha fatto a cadere nella sua mossa migliore?»

Aziraphale sentì di nuovo il peso della colpa adagiarsi sul suo stomaco.

«Tu eri negli spalti, ti ho visto: posizione d'onore, visuale ottima...» riprese l'altro, guardandolo con quei suoi occhi gialli. «Hai visto bene l'azione, per caso?»

Poteva dirlo forte: l'aveva provocata. Il biondo deglutì a vuoto un paio di volte senza riuscire a dire niente.

«Allora?» incalzò Crowley, un sopracciglio sollevato in modo dubbioso.

Per Merlino, come ho potuto?

«Io l'ho Confuso» confessò Aziraphale di botto a mezza voce, il viso ridotto a una maschera di colpevolezza.

«Tu cosa?!». Crowley era basito, la bocca spalancata in quello che ad Aziraphale sembrava sia un Oh che il principio di una risata colossale.

«L'ho Confuso» ribadì sull'orlo delle lacrime. «Volevo aiutare la mia squadra e non volevo farlo cadere. Solo spostarlo. Mi dispiace tantissimo, devi credermi»

Crowley, inaspettatamente, rise di gusto. «Questa giornata migliora di minuto in minuto»

Aziraphale non fu contento del modo in cui venne fuori quella frase: non era un teppista, lui.

«Non volevo farlo, ti ho detto!» specificò di nuovo, nel caso non fosse stato recepito il concetto.

«Certo certo, ti credo». Crowley si mise una mano sul petto e ad Aziraphale bastò quello per non sospettare minimamente la canzonatura dietro quelle parole.

«Ah!» fece il rosso dopo qualche secondo. «Aziraphale, l'angioletto di Hogwarts, lo studente modello che Confonde i giocatori avversari»

«Oh, Crowley, smettila», supplicò il biondo. «E comunque invece di prendermi in giro dovresti essere arrabbiato»

«Nah! Non ho mai affatturato nessuno per aver riportato il punteggio in parità. E poi il Boccino l'ho preso io»

Aziraphale annuì mogio. «Lo dirai a Madame Tracy, vero?»

Crowley lo guardò stralunato. «Perché dovrei dirlo alla mia Responsabile?»

Per il biondo la risposta era ovvia: aveva barato ai danni dei Serpeverde e tutti sapevano quanto fosse competitiva la corsa alla Coppa del Quidditch, anche quelli che se ne interessavano poco.

I suoi pensieri furono evidentemente visibili sulla sua faccia, perché il rosso fece svolazzare una mano noncurante.

«Sciocchezze! Hai fatto bene i conti: è facile farsi girare la testa con la Double eight loop4, per di più non c'era nemmeno una punizione, l'ha fatta a caso, senza motivo. È passato praticamente inosservato il tuo giochetto». Crowley gli fece l'occhiolino. «Sei al sicuro. Tu non andarlo a raccontare in giro, però, come hai fatto con me, se no Sandalphon ti trasfigura veramente in un Bolide e ti sgonfia a suon di mazzate»

La prospettiva non allettava minimamente il Corvonero, che annuì, deciso a tenere la bocca chiusa. Tornò al suo silenzio, rannicchiato nell'angolo a torcersi le mani in grembo roso dal senso di colpa. Se non altro, non avrebbe subìto alcun tipo di ripercussione. Era già qualcosa.

«Senti, tu ci vai a Hogsmeade questo fine settimana per Halloween?» chiese Crowley di punto in bianco, la faccenda del compagno di squadra sul lettino d'ospedale archiviata.

Aziraphale strabuzzò gli occhi, preso in contropiede. «Sì, devo andare in cartoleria: ho finito le pergamene»

La Serpe annuì. «Anch'io dovrei andare. Che ne dici di prenderci una Burrobirra, eh?»

Aziraphale aggrottò la fronte: per tutti gli Avvincini, aveva Confuso un giocatore della sua squadra e a Crowley davvero non importava un bel niente? Quello sì che era un atteggiamento particolare e il biondo non era sicuro che gli piacesse.

«Per fraternizzare con il nemico?» ribatté, cercando di mantenere una certa distanza. Fu comunque costretto a ridacchiare subito dopo, trovando a dir poco comica l'espressione imbronciata dell'altro. «Se insisti... D'accordo»

Crowley scosse la testa e con un colpo di reni si staccò dallo stipite della porta.

«Allora a sabato» rimarcò e fece per andare via, ma ci ripensò all'ultimo: con un ghigno si voltò di nuovo verso Aziraphale. «Angioletto»

Il biondo prese un bel respiro: aveva fatto già abbastanza danni per un giorno solo, non aveva la forza di piazzarsi sulla coscienza anche una Fattura Orcovolante.



-



«Salve, Aziraphale!»

Il Corvonero si voltò in tempo per vedere Crowley aggirarlo con mosse sinuose poco dopo essere disceso dalla carrozza arrivata ad Hogsmeade.

«Sei già passato da Scrivenshaft?» continuò il rosso senza aspettare saluti.

Aziraphale fu colpito dal fatto che il Serpeverde ricordasse quel particolare. Sorrise e fece di no con la testa. «Vuoi venire?»

«Non è il mio negozio preferito, ma va bene. Solo se poi tu vieni da Zonko»

Ecco, quella era una cosa per cui Crowley era famoso: gli stupidi scherzi che di tanto in tanto rifilava agli studenti.

«Mi sembra ragionevole»

Si avviarono lungo High Street camminando l'uno di fianco all'altro fino a fermarsi davanti alla vetrina della cartoleria.

Aziraphale sperava che una presenza intorno a sé gli avrebbe impedito di comprare tutto quello che realmente desiderava. Un pacco di pergamene e basta, si era ripromesso. Invece Crowley non aveva fatto altro che incoraggiarlo a comprare tutte le cose che avevano attirato la sua attenzione, con il risultato che tra le braccia aveva quattro tipi di inchiostri diversi - «Studio meglio quando posso cambiare il colore delle cose che scrivo» e Crowley aveva annuito comprensivo, tentatore -, due piume d'aquila, una penna Prendiappunti e ben tre pacchi di pergamene. Valutò per un attimo di prendere anche un taccuino che si apriva solo rispondendo alla voce del proprietario, ma fu distratto dall'unico acquisto di Crowley, improvvisamente incantato dal modellino astronomico che rappresentava il sistema solare in quel preciso momento dell'anno.

Da Zonko, invece, Aziraphale fu piuttosto silenzioso. Si limitò a stare dietro a Crowley che gli spiegava il funzionamento di tutti i giochi e la storia del negozio. I Tiri Vispi di Diagon Alley avevano dato del filo da torcere a Zonko, ma l'attività era stata rilevata dopo la morte dello storico proprietario e aveva ripreso a fare affari soprattutto con gli studenti di Hogwarts, per la gioia del Custode.

Uscirono da lì con quattro Caccabombe e un paio di Tazzine da tè mordinaso.

«Andiamo ai Tre Manici di Scopa?» propose il rosso fregandosi le mani tra loro. Era solo ottobre, ma il ragazzo sembrava soffrire il freddo molto più di Aziraphale: era comprensibile che volesse andare in un posto caldo.

Il Corvo fu subito accolto dall'odore di dolci e zucchero delle specialità di Madame Rosmerta. Lo inspirò a pieni polmoni, già pregustando le prelibatezze che avrebbe mangiato di lì a poco. Si lasciò guidare da Crowley ad un tavolo per due dove sistemarono i pacchetti accanto alle sedie. Ordinarono subito due Burrobirre per riscaldarsi e Aziraphale aggiunse anche un piattino di dolcetti assortiti del locale. La locandiera non li fece attendere che un paio di minuti.

«Come sta Gabriel?» chiese il biondo mangiando un cioccolatino con fare vagamente pentito.

Crowley fece una smorfia. «È ancora vivo. Puoi essere più preciso la prossima volta?»

Aziraphale lo rimproverò con lo sguardo: le battute macabre non gli erano mai piaciute, non ne capiva proprio la comicità.

«Che c'è di male a sperare?» si giustificò il rosso allargando le braccia. «È insopportabile. Ha sempre ragione lui ma in realtà non sa niente, pensa di poter comandare tutti a bacchetta e si crede il migliore... E poi è troppo ambizioso»

Aziraphale aggrottò la fronte. «Non è questa la vostra caratteristica principale? Tu non sei ambizioso?» fornì, una punta di superbia nella voce, cosa che non sfuggi all'altro.

«Oh, andiamo» ribatté Crowley, punto sul vivo. «Non con queste storie, angelo»

Il biondo cercò di ignorare lo stupore nel sentirsi chiamare con quel nomignolo. Nessuno si rivolgeva a lui così, non aveva proprio idea da dove Crowley avesse preso quell'espressione. «Veramente lo dice il Cappello Parlante tutti gli anni, caro mio» precisò.

«Il Cappello Parlante non ne sa un bel niente»

Aziraphale fu colpito da quella osservazione. «Metti in dubbio che riesca a capire la migliore Casa per gli studenti appena arrivati?»

«Ci puoi scommettere»

Quello era semplicemente ridicolo. Il Cappello Parlante sapeva perfettamente cosa fosse meglio per gli undicenni che entravano a Hogwarts. «Io sto benissimo in Corvonero» asserì con convinzione, prendendo un sorso di Burrobirra. «È la Casa in cui primeggia l'intelletto e io... beh...»

Crowley rise di fronte al suo rossore. «Se fossi stato pure modesto saresti finito in Tassorosso, eh?» scherzò, bevendo a sua volta. Questo non rassicurò del tutto Aziraphale – non gli piaceva apparire poco umile agli occhi degli altri –, ma gli strappò comunque un sorriso.

«Quello che voglio dire è che il Cappello ha dato rilievo alle mie peculiarità» specificò quando sentì il calore scemare via dalle guance. «Sono studioso, leggo, apprendo... Sono un Corvonero a tutti gli effetti»

Il rosso annuì: «Te lo concedo: hai ragione su questo». Repentinamente si sporse sul tavolo con fervore: «Ma non è questo quello che voglio dire io. Tu consideri i Corvonero la tua casa? Una famiglia

Aziraphale deglutì forzatamente. «S-Sì, certo»

Crowley roteò gli occhi al cielo. «Non hai mai pensato – mai – che quelli della tua Casa non fossero la compagnia adatta a te? Non hai mai pensato che fosse ingiusto essere costretti a stare con delle persone solo perché uno stupido vecchio Cappello ti ha detto che siete compatibili?». Sputò fuori l'ultima parola con disprezzo.

Il Corvonero non si era accorto di aver sgranato gli occhi per tutto il discorso. Solo l'urgenza di sbattere le palpebre gliene diede una vaga idea. Aveva mai pensato almeno una di quelle cose? La parte più ligia della sua mente gli diceva di no, che lui stava bene esattamente dove stava, senza cambiamenti di sorta, ma quella più recondita, che di solito metteva abilmente a tacere, non era dello stesso parere.

Per cominciare, aveva desiderato molte volte di non dover fare i compiti in Sala Comune dove poteva essere bersaglio delle facili critiche di Uriel, che non smetteva mai di rimarcare quanto lui pensasse troppo, o degli sguardi implacabili di Michael che lo vedeva come un fallimento per la Casa perché non solo non faceva parte della squadra di Quidditch, ma nemmeno se ne curava più di tanto ad eccezione delle partite di Campionato. Persino Dagon lo prendeva in giro per il disordine con cui teneva gli appunti. Ma ogni volta che queste cose accadevano, Aziraphale minimizzava e faceva finta che non esistessero. Lo aveva fatto per cinque anni, anche quando la sua brillante prova di Incantesimi ai G.U.F.O. gli aveva fatto guadagnare le occhiate invidiose di tutta la banda. Si diceva che andava tutto bene, che erano ragazzi, in fondo, e quelle erano cose normali tra adolescenti.

Di certo non si era mai permesso il lusso di riflettere sulla questione negli stessi termini in cui ne parlava Crowley, anche perché onestamente non vedeva una singola alternativa. La decisione del Cappello, innanzitutto, era irrevocabile, ma se anche fosse stato possibile scegliere una Casa diversa da Corvonero, in quale sarebbe andato? Non aveva l'ambizione Serpeverde, non era modesto come un Tassorosso e sicuramente non era coraggioso come i Grifondoro. Quello di cui aveva veramente bisogno, di fatto, era una Casa a parte, tutta sua, e quello era proprio fuori discussione.

Quando si riscosse dai pensieri con un brivido non seppe dire quanto tempo fosse passato, ma di certo il suo silenzio era stato più che eloquente, suo malgrado. Fu Crowley a riprendere a parlare.

«D'accordo, vogliamo dire che sono ambizioso? Diciamolo pure, mi sta bene» alzò le mani ed esibì un'espressione comprensiva sul volto. «Ma non paragonarmi mai alle altre Serpi solo perché il Cappello Parlante ha dato la stessa etichetta a tutti quanti»

Aziraphale sentì il cuore accelerare i battiti per la vergogna di aver provocato nel suo compagno di bevuta una reazione come quella. «Hai ragione. Perdonami» tentò, spingendo il piattino dei dolci verso Crowley come concreto segno di scuse.

Il rosso ghignò. «È tutto a posto. Mangiali tu: piacciono più a te che a me, angelo»

Aziraphale lasciò il piatto tra loro per un tempo sufficientemente lungo perché Crowley potesse ripensarci, ma quando non avvenne alcun cambiamento decise di non negare l'evidenza e di ammettere che sì, quei biscotti piacevano più a lui che a Crowley: li spazzolò via fino all'ultima briciola in cinque minuti.



Fecero un salto da Mielandia come ultima tappa della gita a Hogsmeade e ne uscirono con un pacchetto di Api Frizzole per Aziraphale e uno di Gelatine Tuttigusti+1 da dividere per il viaggio di ritorno.

Il biondo si stupì, una volta giunto davanti al portone della scuola, di sentire un vago senso di dispiacere al pensiero che di lì a poco lui e Crowley si sarebbero separati per raggiungere i rispettivi dormitori. Doveva ammetterlo: la compagnia del rosso era stata piacevole e stimolante, e Aziraphale non era sicuro di aver provato mai tanta gioia nel trascorrere il pomeriggio a Hogsmeade invece che in Sala Grande a fare i compiti. Visualizzò mentalmente la Bacheca in Sala Comune per ricordare se fosse stato già appeso l'avviso con la data del prossimo fine settimana nel villaggio dei maghi, ma era troppo presto perché i professori l'avessero già stabilito. Se voleva passare altro tempo insieme al Serpeverde doveva agire più in fretta, senza far conto sull'organizzazione di Hogwarts.

Gli venne un'idea.

«Mi chiedevo...» cominciò, lanciando uno sguardo di lato senza voltare la testa. Crowley aveva ruotato la sua per dedicargli un'espressione interrogativa. «Mi chiedevo se avessi già fatto il tema per Difesa Contro le Arti Oscure» concluse Aziraphale, con finta casualità.

Crowley gli restituì l'occhiata più incredula che Aziraphale gli avesse mai visto fare. «Era alcolica quella Burrobirra? Secondo te io faccio i compiti con tre giorni di anticipo?! Shadwell lo vuole per martedì!»

«Sì, ma sessanta centimetri sugli incantesimi di difesa non verbali sono tanti» raziocinò il biondo, candido.

«E quindi?»

Aziraphale scosse il capo con noncuranza. «Io pensavo di cominciare a lavorarci da domani»

«Buon per te» sbuffò Crowley, allibito.

Il Corvonero dovette arrendersi all'evidenza: quell'idiota di una Serpe non collaborava. Si sentì in vena di specificare: «Stavo pensando che potremmo vederci domani in Biblioteca per farlo, se vuoi»

Crowley alzò le sopracciglia e schiuse la bocca in un atto di muto stupore. Recuperò le sue proprietà di linguaggio per esclamare scandalizzato: «Tre giorni di anticipo, Aziraphale!»

«Due» corresse il Corvonero, sorridendo affabile allo sbuffo del Cercatore. Crowley reclinò la testa all'indietro ed emise un suono agonizzante, affondando le mani nelle tasche del mantello.

«E va bene» si arrese alla fine. «Ma solo per questa volta, angelo»

Aziraphale sorrise trionfante prima di sventolare una mano in segno di saluto e imboccare la strada per raggiungere la Torre Ovest: era stata davvero una bella giornata.
















Note:
[1]: Nella finta Wrosky il Cercatore di una squadra vola in picchiata verso il basso per abbindolare il Cercatore avversario, facendogli credere di aver avvistato il Boccino d'oro.
[2]: La Tornado Uno viene messa sul mercato dai fratelli Ollerton nel 1926. La Bentley che guida Crowley nel canone è il modello del 1926.
[3]: Con la manovra di Porskoff un Cacciatore si fa inseguire verso l'alto mentre lancia la Pluffa a un altro Cacciatore della stessa squadra più in basso.
[4]: La Double eight loop è l'azione messa in atto da Gabriel e che consiste nel volare a otto rovesciato davanti agli anelli per confondere il Cacciatore avversario che entra in area di rigore. Di solito si usa per le punizioni.
Il titolo è un verso della canzone del Cappello Parlante.






Angolino di Menade Danzante:

Spiegone! Per i vecchi, Cristina. (Boris stile di vita). No, scherzo, è per tutti, me in primis: mi preme fare qualche considerazione sulle scelte che ho fatto nella storia perché siano più chiare anche per me.
Se la Casa dei protagonisti è praticamente ovvia (Crowley è collegato al serpente, Aziraphale è, come viene specificato apertamente nel libro, intelligentissimo), quella degli altri personaggi potrebbe non essere altrettanto lampante. Ho deciso di non dividerli per Case in base alle fazioni di Good Omens perché, come ci ha teoricamente insegnato l'opera, non sono affatto diversi tra loro: Paradiso e Inferno si equivalgono, perciò ho preferito puntare sulle caratteristiche più evidenti per affibbiare loro una Casa (anche perché ho citato personaggi che non fanno parte di Paradiso e Inferno e se avessi mantenuto una divisione netta tra le due parti avrei indebitamente coinvolto nella faida anche persone come Anathema, Madame Tracy e Shadwell).
Il Confundus (per cui si ringrazia Hermione Granger) non è minimamente forte come l'atto di donare la spada di fuoco agli umani. Il problema con l'AU in cui angelo e demone sono mortali è proprio l'impossibilità di mettere a tema molti snodi della storia originale in cui il loro essere creature soprannaturali fa vedere molti atti da loro compiuti in modo più incisivo e straordinario. Mi è sembrato comunque un buon compromesso tra Aziraphale Guardiano del Cancello Orientale e Aziraphale Corvonero.
Un altro problema è la contrapposizione Bene-Male che ha una valenza fondamentale nella storia. Di nuovo, la discriminazione dei Serpeverde non è ugualmente potente, ma avendo contestualizzato il tutto dopo la Seconda Guerra Magica e giudicando l'idea di Aziraphale razzista come una delle cose più OOC in cui mi sia mai imbattuta, questa è stata l'unica soluzione plausibile. Anche far fare Dio al Cappello Parlante è indegno, ma, oltre ad avermi fatto ridere più del dovuto, è stata davvero l'unica possibilità a mia disposizione nel mondo di Harry Potter.
Spero che la storia vi sia piaciuta e che i personaggi siano stati sufficientemente coerenti con gli originali nonostante l'universo alternativo in cui li ho piazzati. Non escludo di poter tornare in questo universo in futuro, ma per ora eccoci qua!
Alla prossima!

Menade Danzante

   
 
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