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Autore: ValeS96    10/10/2019    2 recensioni
«Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un’altra.» Italo Calvino.
Questa raccolta di drabble, ispirata a "Le città invisibili" di Italo Calvino, è un viaggio nel Mind Palace di Sherlock, ma non nelle stanze in superficie, quelle in cui stanno numeri, identità, nomi, mappe: sarà un viaggio “in secretum”, in quelle stanze chiuse a chiave in cui raramente si osa addentrarsi.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: Questa raccolta è un esperimento che spero possa proseguire per un po’. Il desiderio di scrivere qualcosa partendo da Le città invisibili di Italo Calvino mi ronza in testa da molto tempo, quindi ho pensato di provare a farne venire fuori qualcosa.
Ogni drabble sarà collegata per ispirazione alla città di cui porta il titolo e per ognuna di queste città verrà riportata una citazione dal romanzo. Non seguirò l’ordine di Calvino e non c’è nessun legame cronologico tra le singole drabble, semplicemente è un passaggio da una stanza all’altra di questi “sotterranei” immaginari.
Mi sono permessa di escludere le citazioni dal conteggio delle parole, altrimenti diventa impossibile rientrare nei numeri ristretti di una drabble.
Ovviamente consiglio a chi non lo ha mai fatto di dare anche solo un’occhiata a Le città invisibili: ha una magia e una poesia che a mio parere sono meravigliose.
Grazie per l’attenzione e buona lettura.







CLOE



 
 
 
«Una vibrazione lussuriosa muove continuamente Cloe, la più casta delle città.
Se uomini e donne cominciassero a vivere i loro effimeri sogni […] la giostra delle fantasie si fermerebbe».
 


 
 


Giunsi allora in una stanza,
in cui tutto intorno pulsavano ripetitivi i secondi, dove gocce martellanti sui vetri scandivano le nostre lunghe giornate di pioggia. Ticchettavamo io e te a un metro di distanza, ticchettavamo in sincrono, ticchettavano i miei secondi le dita frenetiche sulla tastiera, ticchettavano i tuoi secondi le dita nervose sulla poltrona. Noi, bombe in attesa di esplodere, scandivamo gli attimi impiegati a non parlarci, zittivamo le sillabe strabordanti nella metrica ben scandita della nostra esistenza. Noi, divisi da un metronomo in mezzo alla stanza, oscillanti ora a destra ora sinistra per riuscire a guardarci negli occhi.

[100 parole]








 
  
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