Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Saeko_san    13/10/2019    2 recensioni
[Crossover multiverso]
Due amici d'infanzia, provenienti da una terra lontana, si ritrovano nella necessità di cominciare un lungo viaggio per salvare il padre di lui e il villaggio in cui vivono. Il loro viaggio li catapulterà ogni volta in diverse dimensioni, in cui conosceranno Harry Potter e Nihal della Terra del Vento, viaggeranno su Xorax la Sesta Luna, combatteranno a fianco di Eragon e Lily Quench, voleranno assieme a Peter Pan, solo per scoprire nuovi mondi mai nemmeno immaginati.
Lo scopo? Trovare la cura alla Grande Malattia, che Pedro e Taishiro dovranno sconfiggere prima che possa distruggere tutto ciò che hanno conosciuto sino al momento della loro partenza. Avete dunque mai immaginato di viaggiare saltando da una pagina all'altra dei vostri romanzi preferiti? Di volare oltre i confini del mondo e di sconfiggere finalmente le vostre paure di bambini?
Forse siete nel posto (o racconto) giusto: Pedro e Taishiro saranno i compagni di viaggio perfetti per voi e le vostre avventure.
| written between 2005 and 2008 |
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Libri
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2:
Il morbo di Gerard
 
Abbiamo sin’ora parlato prettamente di Taishiro e del suo carattere impetuoso, così contrapposto a quello di Pedro; cosa ne è del loro aspetto?
Pedro era un ragazzo allampanato, alto, con i capelli corti e lisci, di un color biondo cenere, che risplendeva nelle giornate più assolate, e aveva gli occhi verdi come smeraldi; il viso era a tratti spigoloso ma nel suo complesso equilibrato; nonostante i suoi diciassette anni, ancora non si vedeva nemmeno un pelo di barba sulla sua pelle chiarissima. Taishiro, di carnagione olivastra, era minuta ma, rispetto all’amico, era tonica e agile, quasi muscolosa; portava i capelli neri come l’ebano lunghi sino alla zona lombare della schiena e i suoi occhi color nocciola risplendevano di luce propria.
 
Abbiamo nominato i genitori della ragazza, due calzolai piccoli e forzuti in stretti rapporti con gli impresari di Batauni, nel cantone Sud; Taishiro viveva con loro assieme ad un gatto rosso a tre code; fino a qui dunque ci si sarà chiesti: e la famiglia di Pedro? Il ragazzo era purtroppo orfano di madre e viveva solo con il padre, che invece faceva (come accennato in precedenza) il mercante di liquori ed era specializzato in partite di idromele speziato.
 
Il padre di Pedro si chiamava Gerard, un uomo dai capelli scuri e arruffati e gli occhi verdi (Pedro aveva ereditato il colore di capelli dalla madre); egli era piuttosto giovane quando i sintomi della Grande Malattia lo colpirono come un fulmine a ciel sereno.
Era il giorno dopo il solstizio d’estate e pioveva; Pedro era a casa di Taishiro a studiare per la preparazione del suo ultimo anno d’istruzione, prima dell’avvio dell’anno di formazione utile a scegliere la sua futura carriera, e Gerard stava leggendo il giornale delle 13:50[1]. Si era acceso la pipa e, mentre aspirava il buon sapore del tabacco, seduto sulla sua poltrona in soggiorno, sentì un dolore acuto all’addome e nello stesso momento un dolore terribile e lancinante si diramò per tutto il cranio, provocandogli degli spasmi incontrollabili; a causa di questi, tentò invano di alzarsi dalla poltrona per prendere un calmante, senza mai arrivare alla cassetta del pronto soccorso, poiché cadde con un tonfo sul pavimento. Davanti ai suoi occhi vedeva passare lampi d’ogni colore; gemeva così forte quasi da gridare. Il dolore era così intenso che smise di pensare lucidamente, dimenticò persino di avere un calmante di qualche genere in casa, per un attimo dimenticò addirittura di essere in casa. Come si poteva sopportare un dolore del genere?
Poi, come se nulla fosse, si calmò e riprese fiato; sentiva solamente un forte fischio all’orecchio sinistro. Ansimando, tentò di rimettersi sulla poltrona, per tornare presente a se stesso e chiamare il medico. Purtroppo, proprio quando era riuscito a rimettersi in piedi, con le gambe tremolanti, svenne, cadendo nuovamente a terra, mentre sui polsi e sul collo comparivano delle strane macchie blu.
 
Pedro tornò a casa verso le cinque del pomeriggio e trovò il padre a terra, privo di sensi e con i polsi e il collo quasi interamente bluastri.
Il ragazzo lasciò cadere per terra la borsa di filo e, mentre i libri caracollavano su loro stessi al suo interno, si precipitò dal padre, inginocchiandosi a terra e prendendogli la testa. Attorno al corpo di Gerard aleggiava un leggero olezzo molto sgradevole, un misto di uova andate a male e pesce affumicato; un odore assai insopportabile. Pedro tirò fuori da una tasca dei suoi calzoni un fazzoletto, se lo mise su bocca e naso, girò di schiena il padre e vide che sul suo volto erano comparse alcune bolle giallastre e gli occhi erano spalancati, le iridi verdi si erano fissate in qualche punto a lui ignoto.
Fa che sia ancora vivo” pensò ansioso e poi gli controllò il polso: nonostante fosse debole, il battito era presente e, ad un’occhiata più attenta, Pedro si accorse che il padre respirava ancora. Riuscì rimettere, con non poca fatica, l’uomo sulla sua poltrona e corse a chiamare Taishiro, che viveva nell’abitazione accanto alla sua; giunto lì, spalancò la porta della casa e, trovandola intenta a calzare le sue scarpe di tela, le spiegò in fretta e furia la situazione, visibilmente in preda al panico; Taishiro gli disse di chiamare il dottore, che certamente avrebbe saputo come fare. Ma certo, il dottore! Pedro, nella foga e nella paura, si era dimenticato che a Tabauni c’era il dottore-capo del cantone Nord, il migliore di tutti. Senza nemmeno salutare, uscì dalla casa dell’amica e corse da Matishia, il medico di Tabauni.
Intanto Taishiro, pensando che sarebbe potuto esser d’aiuto, visto che non tutti i mali si manifestano tramite macchie bluastre sui polsi e sul collo, andò a chiamare Ryuso, che abitava dall’altro lato del villaggio. Lo stregone non sembrava essere in casa, quando lei arrivò.
L’edificio si presentava all’esterno come una casa in legno vecchia e malandata, ma al suo interno tutto cambiava; lo stregone lasciava sempre la porta aperta, poiché essendo lo stregone-capo di un villaggio-capitale, chiunque poteva recarsi da lui in qualsiasi momento per richiederne l’aiuto, dagli apprendisti stregoni alle persone comuni, dagli uomini di potere ai semplici contadini.
A Taishiro quella casa era sempre piaciuta: sembrava il Negozio delle Spezie di Kitasuni[2], ma più grande, più profumato, più bello. La luce era fioca ma accogliente al suo interno e, sebbene da fuori fossero visibili finestre, coperte da tende blu e rosse, all’interno dell’abitazione non era possibile vedere il mondo fuori (tant’è che ci si poteva chiedere da dove arrivasse la luce), per cui, una volta entrati, sembrava di mettere piede in un altro universo.
Alle pareti erano appesi ninnoli, tappeti e arazzi d’ogni genere e colore, armi provenienti da ogni dove, dipinti tanto veri da sembrare delle porte su altri mondi (e forse lo erano). L’attenzione della ragazza fu attirata da un cristallo che mandava balugini verdi, blu e rossi, posto su un tavolino di legno scuro al centro del salotto (o quello che lei aveva sempre creduto essere il salotto – era difficile identificare la funzione delle stanze in quel luogo); in cima a questo cristallo v’era incastonato un anello d’oro, spesso e con delle strane incisioni. Taishiro, curiosa come una bambina di cinque anni, nonostante ormai fosse più che maggiorenne, lo toccò e una forte scossa le attraversò il corpo, lasciandola confusa. In quel momento dalla soglia di una camera comparsa d’improvviso (Taishiro era sicura di non averla vista, appena entrata), si affacciò Ryuso.
Lo stregone, che non aveva un singolo capello sulla testa, ma in compenso una folta barba nera a incorniciargli il viso, puntò i suoi occhi azzurri sull’ospite e, entrando nella stanza, la fece accomodare su un divano verde che si trovava vicino ad un arazzo blu, dal lato opposto della sala rispetto a dove si trovava il tavolino con il cristallo.
 
 -Non ti consiglio di toccare ancora quell’anello- disse, con fare accondiscendente -La prima era solo un avvertimento, ma la seconda scossa ti ucciderà-
 -Mi dispiace, non volevo, ma attirava la mia attenzione; ero curiosa di sapere cosa fosse e cosa significassero quelle strane incisioni. Sono in un’altra lingua, vero?- rispose la ragazza dopo essersi ripresa dallo shock.
 -Quante domande tutte insieme! La curiosità è una cosa buona ma bisogna fare attenzione a come si usa e cosa comporta, come la verità-.
 -Sì, certo- dissi lei di rimando, muovendo la mano vicino al suo volto, come a voler scacciare un brutto pensiero -Sono venuta per ...-.
 -Sei venuta per dirmi che Gerard, il padre di Pedro, si è sentito male; lo so. Stavo guardando la lastra di cristallo quando sei arrivata. Andiamo a casa del tuo amico a vedere cosa è successo-.
 
Aveva uno sguardo molto preoccupato che al tempo stesso tentava di infondere tranquillità, un atteggiamento che nei confronti di Taishiro funzionava più che bene. Sì, so che è una cosa quasi impossibile a vedersi, ma in quel momento lo sguardo di Ryuso si presentava esattamente così.                                           
Camminarono l’uno a fianco dell’altra. Taishiro approfittò del momento di calma per chiedere nuovamente:
 
 -Cosa volevano dire quelle incisioni sull’anello? Cosa fa? A cosa serve?-.
 
Sembrava ancora una bambina di cinque anni, quando faceva domande del genere; forse era la presenza dello stregone, e non solo la sua casa, a renderla così.
L’uomo fece una piccola risata, come fosse stato un ghigno, come se si aspettasse quelle domande.
 
 -Lo saprai a tempo debito, quando ci sarà anche Pedro e nell’istante giusto; ora non è il momento-.
 
Arrivarono a casa di Pedro che ormai si erano fatte le sei e mezzo e il sole, che aveva fatto capolino oltre le nuvole, dopo la giornata di pioggia, cominciava a gettarsi dietro i monti a ovest di Tabauni, che segnavano il confine tra il cantone Nord e il cantone Ovest. Pedro, ancora preso dall’emozione, si gettò praticamente tra le braccia di Taishiro.
 
 -Dove sei stata tutto questo tempo? Il dottore sta ancora visitando papà. Cominciavo a pensare che fosse successo qualcosa anche a te-.
 -Non ti preoccupare, Pedro, la tua amica era con me- disse Ryuso con semplicità, entrando in casa subito dopo.
 
Pedro lo guardò storto. Era stupito, un po’ per la sorpresa e un po’ per il disprezzo: la famiglia dei Lahir aveva sempre amato la vita tranquilla e pacata, senza problemi e pensieri, e, a detta loro, i maghi erano soliti rendere l’esistenza di chiunque quasi impossibile. Ecco perché suo padre non andava tanto d’accordo con Ryuso; molto spesso attaccavano briga nella piazza centrale del villaggio, la domenica, anche battibeccando sugli argomenti più stupidi. Il medico interruppe quel momento di disagio.
 
 -Gerard è stato contagiato dalla Grande Malattia; non so come sia possibile, poiché le ultime notizie di contagio riportano un focolaio al confine con il cantone Est, a Litouni. Al momento, per la sicurezza di Tabauni consiglio di isolarlo qui, per evitare problemi. Purtroppo non conosco nessun rimedio a questi sintomi sconosciuti, altrimenti avrei curato il paziente in un baleno-. Poi rivolgendosi a Ryuso, disse: -Dobbiamo cominciare a pensare di studiare il morbo, soprattutto dobbiamo recuperare altre notizie in merito ad ulteriori focolai scoppiati nelle vicinanze. Pensi tu ad avvertire gli altri stregoni?-.
 
Ryuso annuì gravemente, mentre Pedro sbiancava. Non voleva perdere suo padre, poiché aveva già perso la madre; Chihiro Lahir era morta per mano dei banditi provenienti dalle caverne dell’Ombra (nel punto più a nord del cantone Nord – scesero a Tabauni e la passarono in una notte e un giorno) e il marito non si era più risposato, avendola pianta per molto tempo. Tre anni prima di morire, Chihiro aveva dato alla luce Pedro. Mentre questi pensieri si affollavano nella mente del ragazzo, Matishia si congedò, rivolgendo a Ryuso una richiesta di allerta della popolazione, e lasciò soli lo stregone, la ragazza e il ragazzo.
Dopo un attimo di pausa, Taishiro abbracciò più forte l’amico per consolarlo; mentre lo lasciava riprendersi dallo spavento, le venne in mente una cosa: Ryuso era lo stregone-capo e quindi poteva certamente aiutarli a trovare una cura per la Grande Malattia e, mentre si divincolava dall’amico che non voleva lasciarla andare, glielo disse. Solo allora si accorsero entrambi che lo stregone se n’era andato.
Uscirono fuori cercarlo e lo trovarono a casa sua, che in quel momento sembrava invece una stamberga uggiolante, a causa del vento che si era alzato. Il tramonto stava per finire e nel cielo era comparsa la prima stella; le nuvole di quella uggiosa giornata erano ormai sparite. Entrarono in casa sua e lo trovarono a bere il tè. Scalpitarono e lo tormentarono perché li aiutasse, anzi, è più corretto dire che Taishiro scalpitò, mentre Pedro rimase appena in disparte, incerto se fidarsi o meno di quell’uomo così strano che litigava sempre con il padre.
Ma egli disse:
 
 -Vi dirò cosa fare dopo il Giorno della Civetta, ma fino ad allora non tormentatemi. La lastra di cristallo deve ancora indicarmi a dovere la direzione-.
 
I loro sguardi si rattristarono, mentre lo stregone, senza altra parola, svaniva dietro una tenda color porpora, che conduceva ad una delle tante stanze della sua dimora.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
[1] I giornali nella Terra di Tsagumi vengono pubblicati ogni tre ore a partire dalle ore 7:50 sino alle 22:50, per cui l’edizione che sta leggendo Gerard è la terza edizione della giornata; la particolarità di questi giornali è che vengono prodotti dalla forza magica che regola le leggi di Tsagumi e distribuiti direttamente davanti ad ogni porta di ogni casa presente nei villaggi e nei villaggi-capitale.
[2] Un piccolo villaggio, di secondaria importanza, nel cantone Ovest, tuttavia famoso per detenere il più alto numero di spezie provenienti non solo dalla Terra di Tsagumi, ma anche dalle regioni vicine.








 

Note di Saeko:
Buonasera a chiunque sia arrivato sin qui! Questo capitolo era inizialmente più corto, in quanto meno esplicativo. Gli eventi erano narrati nudi e crudi, non vi erano descrizioni di sorta, poiché nella mia testa di bambina tutta era enormemente ovvio e chiaro. Rileggendolo, mi sono resa conto che mancano le descrizioni fisiche dei personaggi; anche l’ambientazione della casa di Ryuso era appena accennata.
Spero che, almeno ora, quanto presente nella mia testa sia stato reso in maniera quanto meno intellegibile; nota particolare sull'anello: per citare Topolino "è un importante oggetto che ci servirà dopo".
Non ho molto altro da dire in merito; se avete domande o curiosità o critiche, vi aspetto nella sezione recensioni.
Buona serata e buon inizio settimana (purtroppo il lunedì arriva per tutti).
 
Saeko’s out!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Saeko_san