Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Flos Ignis    14/10/2019    4 recensioni
Storia partecipante al contest "Tattoo Studio", giudice Juriaka, indetto sul forum di EFP.
Ambientato alla fine della quarta stagione.
La scoperta di un piccolo segreto dell'unico consulente investigativo al mondo porta a galla sentimenti che da anni cercavano un modo per emergere.
Tratto al testo:
Finalmente i loro occhi si incontrarono di nuovo, azzurro cielo e blu mare. Poi Sherlock sospirò, ricordando a sé stesso che si era ripromesso di non mentire mai più al suo buon amico.
-L'ho fatto fare subito dopo il mio funerale.-
"Un ultimo miracolo, per me. Non essere morto", così avevo chiesto. E lui mi ha sentito. E poi si é fatto fare un tatuaggio...
-Fammi vedere.-
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era una sera qualunque a Backer Street, le brave persone che vivevano in quella zona sapevano che nulla poteva nuocerli, non finchè gli inquilini del 221 B fossero rimasti a vegliare sulla città di Londra.

Certo, si ritrovavano spesso a borbottare, almeno chiudano le finestre mentre litigano a qualunque ora del giorno o della notte... O che risolvano la loro tensione in una camera d'albergo, buon Dio, ma che li lasciassero riposare!

-Cristo, Sherlock, vuoi stare fermo un minuto?-

-Sei sempre così melodrammatico, John, é solo un graffio.-

-Il proiettile di quel delinquente ti avrà anche preso solo di striscio, ma era un colpo a bruciapelo e devo disinfettartelo.-

-Ti preoccupi troppo, dottore. Gli ho deviato il braccio in tempo, non mi sono fatto nulla.-

-Va bene, mettiamola così allora: se non mi fai controllare che la tua spalla sta bene, non posso stare tranquillo mentre prendi in braccio Rosie.-

Sherlock fulminò con lo sguardo il suo amico, mostrando la sua espressione più indignata. John capiva di esserci andato pesante dal fatto che i suoi occhi mostravano un pizzico di sincera offesa, ma a volte doveva usare quella carta in suo possesso per vincere certe battaglie con il suo testardo migliore amico.

-Sai che non la metterei mai in pericolo, se ti dico che sto bene, sto bene!-

-Fammi contento e dimostramelo. Togliti la camicia, adesso.-

Sherlock sbuffò, ma John era irremovibile. Era quasi ora di preparare la cena, doveva ancora andare a riprendersi sua figlia dalle amorevoli cure della signora Hudson e aveva un detective testardo da curare.

A volte é più difficile prendersi cura di lui che di Rosie. E lei non ha nemmeno due anni.

Fece un gesto impaziente con le mani, ma vedendo l'altro esitare ancora sbottò, un po' per l'impazienza e un po' per la preoccupazione.

-Se non ti sbrighi, te la strappo io con le mie mani!-

Sherlock si voltò di scatto, quindi John non si accorse di un improvviso rossore su quelle guance pallide, ma poi lo vide sbottonare la camicia bianca e lasciarla cadere leggermente fino a metà della schiena.

-Non staresti più comodo a toglierla del tutto? Tanto ormai é da buttare questa, non conviene tenerla.-

-Va bene così. Sbrigati, John, abbiamo ancora molto da fare.-

-Il caso ormai é risolto, stai tranquillo.- gli rispose distrattamente, studiando la ferita del suo amico. Era davvero solo un graffio per fortuna, non necessitava di punti, ma doveva disinfettarla immediatamente considerando il fatto che aveva corso per diversi vicoli mentre sanguinava.

-Ma devo ancora scoprire il modo in cui il trafficante ha modificato quella droga, la ricerca di quello spacciatore e killer part-time mi ha tolto tempo per le mie ricerche.-

-Potrai farlo dopo che avremo messo a letto Rosie, ma se prima non mangi come si deve farò fare una brutta fine al tuo microscopio.-

Sherlock si girò velocemente per guardare inorridito il suo amico.

-Non oseresti!-

-Mettimi alla prova! Sono giorni che butti giù solo thé caldo, perciò ora che il colpevole é nelle mani di Lestrade non hai più scuse.-

Sherlock sbuffò, ma non replicò. John si godette quella piccola vittoria, applicando un cerotto su quella pelle d'alabastro dopo aver pulito per bene quel graffio e le bruciature intorno. Gli diede un colpetto sul braccio per dirgli che poteva andare, ma facendolo la manica scivolò un po' più in giù, rivelando un segno nero.

Il detective si ricompose subito, ma ormai John aveva visto...

-Da quando hai un tatuaggio?-

John quasi urlò a vedere il suo amico con la pelle sfregiata da un disegno nero: non aveva fatto in tempo a capire di cosa si trattasse, ma l'avambraccio destro di Sherlock era inequivocabilmente ed eternamente dipinto di nero.

-Non sapevo avessero reso i tatuaggi fuori legge, John.-

-Cos... ma certo che no!-

-E allora non capisco perché tu sia così sconvolto.-

-Scusami tanto Sherlock se mi stupisce il fatto che l'uomo meno materialista che io conosca abbia perso tempo e denaro per starsene fermo immobile per chissà quanto tempo solo per farsi disegnare sul corpo! Non eri tu a dire: "i criminali che si tatuano sono i più noiosi di tutti, si rendono troppo riconoscibili"?-

-Non mi risulta di essere un ricercato.-

-Oh buon Dio, non era questo che intendevo!-

-Perdonami John, anche dopo tutto questo tempo temo di non capire l'assurdità di certe tue affermazioni.-

Il biondo dottore stava veramente per farsi scoppiare una coronaria, ma poi notò qualcosa che lo calmò all'istante. Sherlock non era l'unico ad aver imparato a conoscere l'altro nel corso dei lunghi anni di amicizia e collaborazione.

-Perché non mi guardi negli occhi?-

Era vero: l'uomo riccioluto non gli aveva rivolto lo sguardo fin da quando aveva calato solo a metà un indumento che solitamente avrebbe strappato con indignazione dopo averne visto lo stato pietoso. Cosa che non aveva fatto perché, evidentemente, cercava di coprire qualcosa. E ora, John sapeva anche cosa.

-Quando te lo sei fatto? E perché hai fatto di tutto per tenermelo nascosto?-

-Non essere sciocco.-

-Mi tratti come tale, se davvero pensi che lasci perdere.-

Finalmente i loro occhi si incontrarono di nuovo, azzurro cielo e blu mare. Poi Sherlock sospirò, ricordando a sé stesso che si era ripromesso di non mentire mai più al suo buon amico.

-L'ho fatto fare subito dopo il mio funerale.-

"Un ultimo miracolo, per me. Non essere morto", così avevo chiesto. E lui mi ha sentito. E poi si é fatto fare un tatuaggio...

-Fammi vedere.-

Acconsentì, un po' restio ma ormai rassegnato alla curiosità senza limiti di John, appurata da troppo tempo per sperare di aggirarla.

Di nuovo vicini e uno di fronte all'altro, allungò il braccio destro verso di lui e poi ruotò l'avambraccio per mostrargliene la parte interna: una sottile ed elegante linea nera lo attraversava per tutta la sua lunghezza circondata da un ramo rampicante, la punta sul polso copriva una vecchia cicatrice orizzontale e due piume eleganti circondavano l'intera giuntura del gomito dando l'impressione di una presa salda.

John ne accarezzò i tratti, sorridendo appena nel constatare che l'eleganza innata e distratta di Sherlock si sposava bene con quel disegno semplice ed elegante.

-Perché proprio una freccia? Mi sarei aspettato altro, che so... un teschio, una pistola, una provetta, la formula chimica dell'eroina...-

-Molto spiritoso.-

-Sul serio, perché mai me l'hai nascosto? E buon Dio, come ci sei riuscito per tutto questo tempo?-

-Non mi sono più fatto curare da te da quando sono tornato dalla missione per distruggere la rete di Moriarty, o almeno, non sulle braccia e quel paio di volte che mi hai curato la schiena da quando sei tornato a vivere qui sono riuscito a nasconderlo.-

-A questo punto temo di doverti dare ragione quando mi dici che guardo ma non osservo.-

-Io ho sempre ragione.-

John lo guardò male, ma segretamente stavano sorridendo entrambi. 

-Allora, ora mi dici perché te ne vergognavi tanto?-

-La vergogna non é un sentimento che mi si addice.-

-Eppure sei comunque imbarazzato. Perché?-

-Non si tratta di questo.-

-Parla, Sherlock.-

Si sedette con grazia sulla sua poltrona, invitando il dottore a fare lo stesso di fronte a lui al solito posto, cosa che fece in fretta. Sembrava che finalmente avesse deciso di confidarsi.

-Non aspettarti chissà quale segreto, ma considerando il momento in cui me lo sono fatto fare volevo evitare di ricordarti quegli eventi. Nulla di più. Mi é sembrata una gentilezza.-

-Nel tuo modo contorto... sì, lo posso capire. Ti ringrazio.-

-Prego, John.-

-Ancora non mi hai detto tutto però.-

-Come fai a sapere che c'é altro?-

-Per favore, Sherlock. Ti conosco: perché una freccia? Non é nel tuo stile.-

-Si é trattato di un caso, se vuoi la verità. Mi trovavo in uno stato emotivo piuttosto unico e insolito, avevo appena assistito al mio funerale e avendo detto a tutti, o quasi, di essere morto, mi trovavo da solo contro il mondo intero. Era un caso assolutamente eccitante, una novità assoluta, ma al tempo stesso non ero tranquillo a lasciarvi tutti senza la mia protezione e la mia fondamentale presenza. Insomma John, le tue parole di quel giorno erano piuttosto esplicative di quanto aveste bisogno di me, anche se in effetti avevo richiesto a Mycroft una rete di sicurezza inespugnabile intorno a tutti voi per tutto il periodo della mia assenza, che però non sapevo quanto sarebbe durata, di conseguenza...-

-Sherlock?-

-Se mi interrompi, John, non posso spiegarti.-

-Stavi straparlando.-

-Sciocchezze.-

-Ho comunque capito il succo del discorso: ti sentivi in colpa per averci causato sofferenza e avevi paura di non tornare, di morire sul serio e ti sentivi smarrito a essere di nuovo solo come non eri più da tempo.-

-Non ho detto...-

-Sono io, Sherlock. Smetti di indugiare e rispondi alle mie domande. Non c'é assolutamente niente di male a fare l'essere umano emotivo, di tanto in tanto.-

-Come dici tu, John. In ogni caso, quel giorno mi sono trovato davanti il negozio di un tatuatore che mi doveva un favore, mi ha invitato a entrare per offrirmi da bere quando gli ho detto che dovevo partire per un lungo viaggio. Appese alle pareti c'erano foto dei suoi lavori e lui ha iniziato a parlare di tutti i significati che c'erano dietro i suoi disegni. Non so come, ma mi sono ritrovato a chiedergli: "c'é qualcosa che mostri il desiderio di guardare solo in avanti?" e lui allora mi ha fatto vedere qualche scatto, e tra questi c'era anche la freccia che ho deciso di farmi tatuare.-

-Perché?-

-La didascalia ne raccontava i vari significati: il fatto che a volte la vita ti tira indietro giusto prima di darti una spinta in avanti, riferimenti a qualche idolo religioso dei popoli antichi, un’azione che non é possibile cancellare, oppure la volontà di andare verso nuovi obiettivi. Può indicare una direzione stabilita da raggiungere ad ogni costo, uno scopo ben preciso che un uomo é pronto a tutto pur di vedere realizzato.... alla fine, c'era la frase che riassumeva tutto questo e ammetto che mi ha colpito: ora non hai tempo per pensare a ciò che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che c’é.–

-Insomma, non rimuginare sul passato e guarda al futuro? Avanti, mai indietro?-

-In un certo senso sì.-

-E tu? Il tuo obiettivo, lo scopo a cui hai mirato, lo hai raggiunto. Hai distrutto Moriarty.-

-Sì, la mia risoluzione ha battuto la sua vasta rete di contatti. Non era solo quello il mio obiettivo, però.-

-Cos'altro?-

-Dimmelo tu se sono riuscito a raggiungere il mio scopo finale.-

John aggrottò la fronte, confuso.

-Come potrei saperlo io?-

-Ti riguarda.-

-A cosa ti riferisci?-

-Sono riuscito a farmi perdonare? A ricambiare l'affetto che mi dimostri, a sostenerti come il tuo ricordo ha fatto per tutto quel tempo lontano da casa? Lo scopo finale di quella missione era mettervi tutti al sicuro... proteggere te.-

John si sentì avvampare, incredulo nell'ascoltare quelle parole. Mentirebbe se dicesse che non aveva mai sperato in qualcosa del genere, che non ci aveva almeno un po' creduto, specialmente da quando Sherlock lo aveva definito parte della sua famiglia mentre urlava contro il suo stesso fratello, facendogli quasi venire un infarto per la gioia nonostante la situazione della folle Eurus Holmes. Però, sentirselo dire così, all'improvviso...

-Mi stai prendendo in giro?-

-Per quale motivo dovrei?-

-Sherlock, ho bisogno di chiarezza da te. Devi essere sincero mentre rispondi a questa domanda, ne va della mia sanità mentale: stai suggerendo qualcosa che io non riesco ad afferrare con la mia mente limitata?-

Sherlock aprì la bocca per mentire, era evidente, ma poi la richiuse, deciso a rispettare quel voto che aveva fatto a se stesso tanto tempo prima: basta bugie a John. E a domanda così diretta non voleva non rispondere. Era stanco del non detto e del sottinteso tra loro.

-Probabilmente sì. Credo che tu sappia a cosa mi riferisco.-

Sì, John lo sapeva. Ma le parole non gli sarebbero bastate, non quella volta.

-Dimostramelo.-

-Come?-

-A te la scelta: puoi venire qui e avere il coraggio di baciarmi, oppure io adesso vado di sotto, prendo mia figlia e torno qui, ma in questo caso non ne parleremo mai più. Abbiamo questa occasione, poi basta. Se ancora non siamo pronti, dubito lo saremo mai.-

Ma entrambi sapevano che ormai erano più che pronti, che non c'era più paura nei loro cuori.

Sherlock infatti si alzò con uno scatto felino e si avvicinò a John, bloccandolo sulla sua poltrona con le braccia ancora nude che appoggiò accanto alla sua testa, la freccia sul braccio destro di Sherlock che spiccava al confine del campo visivo di John. Sherlock lo fissò negli occhi un minuto, poi il dottore decise di aiutarlo aggrappandosi con una mano ai ricci scuri del consulente investigativo alla base della nuca, spingendolo un po' verso di sé. 

Fu tutto l'incoraggiamento di cui Sherlock ebbe bisogno, perché poi gli sorrise e lo baciò.

E gli anni di attesa e brama inconsapevole divamparono in passione, per poi lasciare il posto a un calore benigno che li scaldava e li rendeva più felici che mai, finalmente insieme, come erano sempre stati ma con l'ultimo anello della catena che li teneva uniti finalmente svelato.


  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Flos Ignis