Crossover
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Autore: Saeko_san    18/10/2019    2 recensioni
[Crossover multiverso]
Due amici d'infanzia, provenienti da una terra lontana, si ritrovano nella necessità di cominciare un lungo viaggio per salvare il padre di lui e il villaggio in cui vivono. Il loro viaggio li catapulterà ogni volta in diverse dimensioni, in cui conosceranno Harry Potter e Nihal della Terra del Vento, viaggeranno su Xorax la Sesta Luna, combatteranno a fianco di Eragon e Lily Quench, voleranno assieme a Peter Pan, solo per scoprire nuovi mondi mai nemmeno immaginati.
Lo scopo? Trovare la cura alla Grande Malattia, che Pedro e Taishiro dovranno sconfiggere prima che possa distruggere tutto ciò che hanno conosciuto sino al momento della loro partenza. Avete dunque mai immaginato di viaggiare saltando da una pagina all'altra dei vostri romanzi preferiti? Di volare oltre i confini del mondo e di sconfiggere finalmente le vostre paure di bambini?
Forse siete nel posto (o racconto) giusto: Pedro e Taishiro saranno i compagni di viaggio perfetti per voi e le vostre avventure.
| written between 2005 and 2008 |
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Libri
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3:
Il Giorno della Civetta e le memorie del villaggio
 
Il Giorno della Civetta cadeva l’ultimo giorno dell’estate ed era il giorno più importante dell’anno, a Tabauni come negli altri villaggi-capitale, perché gli abitanti ricordavano tutto quello che era successo durante la loro vita; era dunque un importante giornata dedicata alla memoria e al mantenimento vivo della storia.
A partire dal giorno precedente a questa importantissima ricorrenza, si riversavano nei quattro villaggi-capitale di Tsagumi tutti gli abitanti dei villaggi dei quattro cantoni; venivano quindi allestite vere e proprie tendopoli per permettere a tutte le persone accorse all’evento di sostare nelle capitali. Quel giorno, chissà perché, sembrava durare più degli altri e, forse, durava effettivamente più degli altri giorni. Ryuso affermava che ciò accadesse perché la loro terra era regolata dalla magia; nessuno gli dava mai credito e le persone dicevano che doveva trattarsi per forza di un antico volere degli antenati[1]; stranamente, nessuno si sognava mai di guardare un calendario segna-tempo[2], durante il Giorno della Civetta, giusto per verificare che effettivamente lo stregone non dicesse corbellerie. I festeggiamenti iniziavano la mattina all’alba, con il suono di una tromba; poi gli abitanti di Tabauni e i loro ospiti si alzavano e, quando uscivano dalle loro case, potevano ammirare decorazioni e festoni d’ogni genere, da quelli che producevano luci e suoni a quelli che avevano vita propria, colorare ogni singolo edificio e tenda sia dentro che fuori del villaggio. Si poteva avvertire, insieme al fruscio degli alberi, una melodia bassa, che diveniva man mano sempre più alta, finché non si potevano percepire anche le parole di una canzone:
 
 
                   L'ultimo giorno d'estate verrà
                   La festa più grande sarà
                   I colori e i fuochi
                   Gli stendardi e le luci
                   non son pochi
                   i ricordi alla luce verranno
                   e i presenti
                  la loro storia diranno

 
Questo ritornello si ripeteva per almeno una decina di volte, sino a che tutti i partecipanti all’evento del Giorno della Civetta non si erano sistemati nella piazza principale del villaggio-capitale; come apertura definitiva dell’evento, sulle note della canzone che aumentava di intensità, i bambini di cinque anni appartenenti al villaggio-capitale eseguivano un piccolo balletto di benvenuto agli astanti.
 
Anche Pedro e Taishiro avevano preso parte a quella piccola danza; Taishiro si era divertita tantissimo, ma Pedro non era riuscito a svagarsi, perché pensava che quel ballo fosse, oltre che inutile, troppo fuori tempo.
 
Dopo la musica, la canzone e la danza, si faceva colazione con uno splendido banchetto, le cui pietanze venivano servite in ciotole di legno levigato; queste ciotole avevano la facoltà di volare direttamente nelle mani dei partecipanti e si riempivano dei cibi di cui essi avevano più voglia in quel momento. Dopo questo ricco pasto, si andava nel tempio del villaggio, costruito sul limitare del suo perimetro nord[3], a ricordare i propri antenati, poi ci si spostava nuovamente nella piazza e ci si sedeva su cuscini color porpora, preparati apposta per l’occasione.
 
Iniziavano a ricordare sempre i più piccoli (almeno, quelli che sapevano parlare) fino all’ora di pranzo, che, a differenza della colazione, veniva servito ognuno a casa propria, da miriadi di piccole fatine brillanti e colorate. Dopo il pasto si tornava in piazza e ed erano gli adulti a parlare fino al tramonto, dopodiché ricordavano i ragazzi tra i tredici anni e i venticinque, fino all’ora di cena, che avveniva verso le dieci. Taishiro e Pedro parlavano delle loro memorie assieme poiché la maggior parte della loro vita l’avevano appunto trascorsa insieme (e non erano gli unici a farlo). Poi si cenava tutti assieme, nuovamente serviti da ciotole volanti che facevano comparire pietanze magnifiche e succulente al volere dei consumatori.
 
Infine, dopo la cena, erano gli anziani e gli stregoni a riportare alla luce le loro memorie. Fu proprio in questo momento, a Tabauni, che Ryuso prese da parte Pedro e Taishiro; il grande falò che illuminava i volti delle persone che ascoltavano quelle storie incredibili sino a notte fonda mandava balugini inquietanti, mentre i genitori di Taishiro confabulavano sul fatto che Ryuso avesse allontanato i ragazzi proprio in uno dei momenti più importanti del Giorno della Civetta.
 
Lo stregone li portò nella sua casa e li fece dormire lì, in una stanza piena di arazzi blu e verdi, in maniera tale che il giorno seguente fossero svegli e si sentissero riposati a dovere.
Quando il sonno lasciò il posto alla veglia, al mattino, Ryuso li fece mangiare in maniera parca e veloce (d’altronde, dopo tutto quello che avevano mangiato il giorno precedente, non avevano estremo bisogno di rimpinzarsi di cibo) e poi disse loro, dopo aver esordito dicendo di avere un rimedio per Gerard:
 
 -Ora vi darò il mio bastone da passeggio... ecco, prendete-.
 
Ryuso diede loro un bastone intagliato finemente, con un incavo sulla cima.
I due ragazzi si guardarono, indecisi se ridere o meno davanti ad un’affermazione così semplice e vaga.
 
 -Ma cosa dovremmo farci con questo bastone?! Non aiuterà di certo mio padre...- cominciò Pedro, dando voce ai pensieri di entrambi.
 -Ha ragione- disse Taishiro, che era rimasta un po’ delusa.
 -Invece ha torto- disse lo stregone, sbuffando sonoramente. Non capiva come quelle due teste vuote non vedessero un disegno in quello che stava facendo.
Ryuso, come tutti gli stregoni e le streghe di quella terra, non aveva più dimestichezza con la vita normale degli esseri umani, per cui non comprendeva più come fosse possibile che ciò che a lui sembrava ovvio, non lo fosse in realtà per chi non era avvezzo alla magia.
 
-Perché su questo bastone metterò l’anello magico con cui Taishiro si è presa la scossa il giorno in cui Gerard si è ammalato- aggiunse dopo un attimo di pausa.
 
Così dicendo, prese l’anello dal cristallo in cui era incastonato e lo mise senza altri preamboli nell’incavo del bastone, mentre il ragazzo guardava con occhi spalancati la propria amica; perché non gli aveva detto nulla di quello che aveva visto in quella casa? Vero era che quel giorno era sconvolto per ciò che era accaduto a suo padre, ancora chiuso in isolamento dentro casa sua (Pedro in quelle settimane aveva dormito a casa di Taishiro e solamente Matishia e lo stregone si erano recati a casa sua per monitorare Gerard), però avrebbe gradito essere ragguagliato su ciò che la ragazza aveva visto o su cosa si era detta con il mago. Ryuso si schiarì la gola e disse:
 
 -Ora imparate a memoria questa frase:
 
    “un anello per domarli, un anello per trovarli,
   un anello per ghermirli e nel buio incatenarli[4]”.
 
Questa frase vi servirà per andare da un mondo all’altro...-.
 -Ma cosa diamine dovremmo fare?- sbottò Pedro, irritato; non gli stava piacendo per niente la piega che quella storia stava prendendo. Odiava i maghi, li odiava proprio, con tutto quel loro fare misterioso.
 -Dovrete viaggiare da un mondo magico all’altro per trovare il frutto che servirà a guarire Gerard; ne ho parlato con Matishia e con gli altri stregoni e medici provenienti dai villaggi vicini a Tabauni; non ci sono cure tra quelle conosciute contro la Grande Malattia, e pare che dei focolai isolati si stiano accendendo anche negli altri cantoni. Alcune notizie esterne riportano di contagi anche nelle Terre di Kotobuni. L’unica speranza è questa cura di cui vi sto parlando: questo frutto è una leggenda, al momento, ma ci sono buone probabilità che si possa trovare in uno dei mondi di cui vi farò avere una lista-.
 
Pedro provò ancora una volta a fermare tutto quello che stava dicendo, che alle sue orecchie suonava sono come un discorso pieno di idiozie. Taishiro invece, con gli occhi illuminati di una luce nuova, pendeva dalle sue labbra, come se in quel momento non esistesse altro. Ryuso fermò Pedro con un gesto e proseguì.
 
-Alcuni studi ne riportano menzione come di un frutto miracoloso che compare e scompare a seconda delle necessità; poiché il nostro mondo è regolato da altre leggi magiche ed è un mondo dove, quando le cose avvengono, si riversano su altri mondi, ma non può accadere il contrario, è di grande importanza che voi riusciate nella missione-.
 
Pedro sbuffò ancora, ma non provò più a fermare lo stregone; forse complice il fatto che Taishiro gli aveva dato una gomitata ben assestata su un fianco.
 
-Ogni volta che pronuncerete la frase che vi ho insegnato- proseguì il loro interlocutore -Vi troverete in un mondo magico; ma per arrivarci dovrete partire dalla Terra del Mezzo, dove troverete la lista dei mondi magici-.
 -Ma come arriveremo alla Terra del Mezzo[5]? E’ lontanissima da qui, è oltre il mare!- dissero Pedro e Taishiro.
 -Vi ci manderò io con la mia magia. Dovete stare attenti a non parlare con nessuno, una volta lì, perché la Terra del Mezzo, come ben sapete è il luogo di interscambio tra i vari mondi. Quindi potrebbe essere pieno di gente onesta, ma potrebbe anche risultare il contrario, perciò fate attenzione! La vigilanza è tutto, in certi casi-.
 
I ragazzi alzarono gli occhi al cielo. Sembrava che ormai tutto fosse deciso. Pedro si stava chiedendo perché una responsabilità così grossa dovesse ricadere proprio su di lui e sulla sua amica; anche se in realtà, l’idea di salvare il padre lo stava spingendo ad accettare quanto Ryuso stava lasciando sulle loro spalle.
Una volta concluse queste decisioni, i ragazzi cominciarono a raccattare le loro cose e di andarsene di lì; Ryuso li fermò un attimo prima che varcassero la soglia:
 
-Ricordatevi del nome di Malina. Vi servirà, se le cose non dovessero andare come sperato-.
 
I due amici sospirarono ancora e uscirono. Fuori era già pomeriggio inoltrato e le rimanenze della festa del Giorno della Civetta erano già sparite da un pezzo; non c’era nulla da fare: la casa di Ryuso era davvero una porta per un universo parallelo.
 
Ryuso avvertì il villaggio della partenza dei due ragazzi e delle motivazioni del loro viaggio, dunque dell’importanza della missione. Ci furono ovvie polemiche da parte dei genitori di Taishiro, che non capivano perché la loro figlia dovesse gettarsi a capofitto in un’avventura dalla quale poteva non esserci ritorno, pur se fosse stato per salvare il padre di Pedro, Gerard, pur se loro fossero stati amici di famiglia; ovviamente essi erano preoccupati, erano pur sempre genitori, sebbene non si rendessero conto che ormai la loro figlia, essendo più che maggiorenne, era libera di scegliere qualsiasi cosa ritenesse giusta per se stessa.
 
 -Voglio aiutare Pedro, visto che è il mio migliore amico e Gerard è l’unica famiglia che gli è rimasta. Che male c’è?- rispose Taishiro, stizzita.
 -E’ da quando ti abbiamo detto che presto avresti avuto delle avventure che non fai che buttarti in cose pericolose. Anche sapendo di avere una possibilità, come pensate di aiutare il padre di Pedro, se passati i dieci anni e arrivati all’età della maturità non avete ancora dimostrato nessun potere magico con cui difendervi? E’ fuori discussione!- disse Coira, la madre di Taishiro, rossa in viso.
 
Si trovavano sul patio della casa dello stregone e attorno a loro vi erano anche gli abitanti del villaggio, accorsi per apprendere la notizia. Baluard, il padre della ragazza, era indeciso se intervenire o meno: la moglie sembrava una divinità infera, da quanto era arrabbiata.
 
 -Ma Pedro ha bisogno di me-.
 -Lasciate stare questa ragazza!- urlò Ryuso, con un tono rabbioso che nessuno gli aveva mai visto usare.
Tutti rimasero così stupiti tanto che Taishiro smise di scalciare, Coira lasciò il braccio della figlia e le cicale smisero di cantare.
 -Questa ragazza, ha scritto il destino- riprese Ryuso con più calma –Vivrà un viaggio fantastico assieme al suo amico Pedro e se glielo impedirete, Tabauni verrà messa a ferro e fuoco dalla Grande Magia, come dice la scrittura sacra di pietra, posta al centro del Mondo. Perché la vita di Tabauni, e degli altri villaggi della Terra di Tsagumi, dipende da questo. Inoltre, il rischio di contagio è enorme e, non essendoci cura alla Grande Malattia, questa è l’unica strada che abbiamo-.
 
Da quel momento non ci furono più problemi né discussioni di sorta.
Quando furono pronti per partire, un paio di settimane dopo, mentre Taishiro rassicurava nuovamente i genitori, che sembravano non volersi staccare da lei, Pedro chiese allo stregone:
 
 -Dove hai preso quella frase che ci serve per andare da un posto all’altro? Perché io l’ho già sentita da qualche parte-.
 
Era ovviamente una bugia bella e buona, visto che Pedro non leggeva libri di magia, men che mai conosceva altri maghi all’infuori di Ryuso; tuttavia, gli avrebbe fatto piacere sapere da dove proveniva tutto ciò che probabilmente lo stava mandando a morte.
 
 -L’ho ereditata da un mio vecchio conoscente cantastorie, tanto tempo fa. Il mio amico stregone Gandalf il Grigio era sempre con lui; gli rubai il ricordo dell’Anello sui c’erano incise quelle rune, ma non se ne accorse mai. Mi ci vollero tre anni per tradurre le rune e un altro anno per capirne il significato; altri due anni per riprodurlo e infondergli un nuovo potere magico. Alla fine guardai nella lastra di cristallo e vidi il vostro futuro-.
 -Il nostro futuro... ?- disse Pedro, facendo finta di non capire, anche se aveva capito benissimo.
 -Ma sì, il futuro tuo e di Taishiro-.
 
Aveva forse inteso ciò che Pedro non voleva nemmeno dire a se stesso?
 
-Allora- continuò Ryuso –Ho rimodellato la magia dell’Anello perché facesse quello che doveva fare. E così eccovi qua, pronti per partire per la più grande delle vostre avventure- concluse, con un sorriso sghembo.
 
Era questo il motivo per cui a Pedro non piacevano gli stregoni: mettevano in subbuglio la vita altrui in tutti i modi possibili e immaginabili.
Comunque il giorno della partenza, dopo che Pedro aveva lasciato alla cassetta della posta del padre delle lettere di commiato, nella speranza di rivederlo vivo al suo ritorno, i due amici si misero al centro della piazza, con in mano il bastone di Ryuso, che avevano deciso di chiamare “Ilv”[6].
Assieme ai genitori di Taishiro, erano venute poche altre persone: era una mattina di inizio autunno e si addensavano le prime nubi di stagione all’orizzonte.
Lo stregone si avvicinò a loro e pronunciò ad alta voce una frase incomprensibile, nella lingua che solo chi possedeva poteri magici poteva comprendere e parlare. Dopo che l’ultimo suono fu pronunciato, un lampo di colore viola, seguito un lampo di colore bianco illuminarono la piazza e poi venne il buio. I ragazzi chiusero gli occhi e si tennero per mano, mentre un sonno incantato scese su di loro.          

            
 
 

[1] Come si può ben notare, la gente di Tabauni (e in generale gli tsagumini) è ossessionata dagli antenati.
[2] Una specie di moderno orologio, apposto alle pareti di tutte le case degli tsagumini, in cui si segnava automaticamente giorno e ora a seconda del cambiare della luce durante la giornata.
[3] A Tabauni. Negli altri villaggi-capitale, i templi sono costruiti in corrispondenza degli altri tre punti cardinali; per cui a sud a Batauni (cantone Sud), a est a Masauni (cantone Est) e a ovest a Uamauni (cantone Ovest).
[4] NdA: so perfettamente che questi due versi provengono dalla Poesia dell’Anello de “Il Signore degli Anelli” di J.R.R. Tolkien; il suo utilizzo qui, così come quello dell’anello, sono puramente figurativi; DISCLAIMER: TUTTO CIO' CHE RIGUARDA "IL SIGNORE DEGLI ANELLI" DI J.R.R. TOLKIEN NON MI APPARTIENE.
[5] La Terra del Mezzo (da non confondere con la Terra di Mezzo narrata da Tolkien) è un luogo di interscambio tra i vari mondi magici; il suo nome gioca sulla parola “Mezzo” che è sia intesa con l’accezione di “metà”, quindi a metà tra i mondi, sia con l’accezione di “maniera”, quindi come mezzo e strumento effettivo di interscambio. Se ne parlerà meglio nel capitolo 5.
[6] Nella lingua arcaica di Tsagumi la parola “ilv” significa appunto “viaggio”.





















Note di Saeko:
Ed eccoci qui, dopo una settimana dalla pubblicazione del primo capitolo. Sono abbastanza soddisfatta della revisione di questo terzo capitolo, in cui ci si addentra di più nella storia. La difficoltà principale è consistita nel descrivere gli avvenimenti del Giorno della Civetta, in cui non avevo fatto altro che fare un enorme elenco delle cose che la gente se magnava a sbafo durante la festa; abbastanza noioso in effetti! Spero che il risultato sia abbastanza chiaro e più descrittivo degli effettivi avvenimenti e non solamente del cibo.
Se avete domande, chiarimenti o critiche, vi aspetto!
Buona serata a chiunque sia arrivato sino a qui.

Saeko's out!


 
  
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