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Autore: jaykayess    19/10/2019    2 recensioni
Freezer è stato sconfitto, Namecc è stato ripristinato, e finalmente Goku fa la sua rimpatriata dopo quasi un mese di assenza.
Ma qualcosa, all’improvviso, cambia nella vita del nostro eroe. E, inevitabilmente, anche nella vita di chi lo circonda.
Genere: Azione, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bulma, Gohan, Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gli aveva sputato in faccia una frase che nemmeno lui riteneva reale. Si era lasciato trasportare dal momento, dalla rabbia verso sé stesso, e dalla rabbia verso di lui che non gli aveva dato il tempo di spiegare le sue vere intenzioni. Ed aveva fatto un disastro. Un disastro completo.

Chichi aveva osservato la situazione a bocca aperta, mentre Bulma e Radish avevano iniziato a scambiarsi sguardi più che eloquenti. Il silenzio, nella stanza, era diventato così pesante che i presenti quasi credevano di poterlo toccare. E Goku si vergognava di sé stesso.

Non aveva avuto il coraggio di seguirlo. E d’altronde, perché avrebbe dovuto farlo? Vegeta non avrebbe ascoltato scuse da parte sua neanche in un altro universo. Non dopo quello che gli aveva detto, non dopo avergli ampiamente dimostrato di non amarlo-o almeno, quello era ciò che il principe aveva potuto capire dalle sue parole. Ma Goku lo amava. Era innamorato di lui come non lo era mai stato di nessuno, e non avrebbe mai dovuto pensare, neanche per un momento, che ciò che gli aveva detto la sua ex moglie fosse cosa buona e giusta: suo figlio sarebbe cresciuto con tutto il suo amore. Con o senza matrimonio.

Ed ora si ritrovavano di nuovo separati. Uno opposto all’altro, mentre l’uno piangeva e l’altro si sentiva morire.

 

Mentre si guardava intorno attonito, assolutamente incapace di muovere anche soltanto un muscolo, il giovane super saiyan si ritrovò a chiedersi quella stramba fiaba che fine avesse. Perché sì, lui stava vivendo una fiaba... una fiaba fatta di amore, odio, guerra e vendetta. Una fiaba chiamata vita reale. Quella che non aveva mai potuto vivere a causa della sua unica concentrazione sui combattimenti.

E adesso che si ritrovava a vivere quella che era la realtà in prima persona, si trovava completamente impreparato: aveva sempre pensato che una normalissima vita sulla Terra fosse completamente diversa da quello. Pensava che l’amore fosse soltanto felicità ed armonia... ma stava imparando a sue spese che non era così.

Era una storia infinita... una storia continua che non aveva una fine. Ed in quel momento avrebbe tanto voluto mettere quella parola in fondo al libro di quella storia d’amore durata troppo poco.

Ma le cose si sarebbero potute sistemare.

Ma come, se aveva osato sputare in faccia a Vegeta quelle parole così dure? Come, se neanche lui sapeva come muoversi in situazioni simili?

 

«Goku...» ebbe ad un certo punto il coraggio di esordire Bulma, con voce fievole, quasi impaurita di spezzare in cocci il suo fragile migliore amico «Goku, si può sistemare tutto. Non fare così... seguilo. Parlaci.»

 

Ma Goku non rispose. Non ebbe il coraggio di frenare ulteriormente quei minuti infiniti di silenzio gelido, nel quale i presenti non avevano fatto altro che puntare gli occhi, pieni di disappunto, su Chichi. Ma anche lei era ormai incerta sui propri comportamenti... non aveva idea se avesse fatto la scelta giusta, a raccontare in quel modo la verità al suo ex marito.

Probabilmente no.

Aveva sempre visto Vegeta come un mostro senza cuore, qualcuno che non avrebbe mai avuto il coraggio né la forza di amare. Eppure, vedendolo scappare con le lacrime agli occhi, aveva capito quanto in realtà fosse stata cieca e stupida. Aveva capito quanto fosse stata cattiva, perché aveva preso con leggerezza quello che era un amore... l’amore che lei e Goku non avevano mai potuto avere, e mai avrebbero potuto.

Perché glielo leggeva negli occhi, a Goku... leggeva nel suo sguardo tutto l’amore e tutta la delusione del mondo. E lei non sapeva se sentirsi male o lasciare che le lacrime rigassero anche il suo volto pallido.

 

«Credo... credo che-»

 

Ma Goku non fece in tempo a finire la frase. Goku non fece in tempo neanche a farsi udire dalla gente che era con lui in quel momento, perché proprio nell’istante in cui aveva provato ad aprire bocca, un fiotto di sangue caldo e gelido allo stesso tempo fuoriuscì dalle sue labbra, ed il fantomatico dolore al petto che l’aveva tormentato per giorni, forse settimane, iniziò ad aumentare. Sempre più forte, sempre più terribile.

Sentì il muscolo più importante del suo corpo compiere delle violente capriole all’interno dello stesso, per poi fermarsi per un istante, arrestando la sua disperata corsa.

E, proprio in quel momento, le forze dell’eroe che aveva più volte salvato il mondo vennero meno, e Goku si ritrovò steso a terra, privo di sensi, gli sguardi attoniti di tutti posati sul suo corpo esanime.

 

*

 

«No.»

 

Avrebbe voluto ucciderlo con le sue stesse mani, avrebbe voluto strozzarlo, per poi farlo saltare in aria assieme al suo stupidissimo ed inutile pianeta.

Già, avrebbe voluto fino a qualche istante prima.

Prima che potesse percepire quell’aura da lui tanto odiata ed amata affievolirsi sempre più velocemente, fino a sparire completamente. 

E fu in quel momento che Vegeta, il grande Vegeta, il principe di tutti i saiyan, si sentì un grande idiota. Un cretino che non era riuscito a stare accanto alla persona che amava più di qualsiasi altra in quell’inutile universo neanche quando quella persona ne sentiva più il bisogno. E tutto per colpa di una stupida lite. Una lite che si sarebbe potuta sistemare in pochi minuti.

Vegeta si sentiva un completo idiota.

E si sentì ancora più idiota nel momento in cui spiccò il volo alla velocità della luce, in direzione di quella casa che aveva lasciato con tanto astio nel cuore soltanto pochissimi attimi prima.

In un attimo, tutti i momenti passati al fianco di quell’idiota gli si presentarono davanti come prova della sua idiozia. A partire da quel fatidico primo scontro, fino ad arrivare al loro ultimo bacio. Quello che gli aveva noiosamente concesso durante la tarda mattinata. Un bacio che nel momento in cui era stato dato probabilmente aveva significato poco, ma che in quel momento, in quel preciso istante, stava assumendo un’importanza quasi rara.

Si sentiva in trappola. Catturato in una morsa dalla quale non sarebbe mai potuto uscire.

La morsa del fatto che si riversava contro di lui per ogni brutta azione compiuta. La morsa del karma.

Raggiunse la Capsule Corporation in relativamente pochi minuti. Pochi minuti che a lui, anima in pena che stava subendo il peggiore dei destini, erano sembrati un’eternità.

Non fece caso nemmeno a chi si ritrovò di fronte. L’unica persona a cui pensava, in quel momento, era Kaharoth. Era Goku. Era quell’idiota che, una volta fatta irruzione in quella che fino a quel pomeriggio era stata la loro stanza, trovò disteso sul letto, senza sensi, blu in viso, con le coperte tirate fin sopra il petto.

 

«No.»

 

Sentì i suoi occhi scuri riempirsi nuovamente di lacrime amare e salate. Lacrime che non era mai stato abituato a versare, né a mostrare agli altri.

Ma in quel momento, come anche negli istanti precedenti, se ne fregava di chi lo stesse guardando con sguardo dispiaciuto. Se ne fregava di tutto e di tutti, perché l’uomo che per un breve ma infinito periodo di tempo l’aveva fatto sentire amato, l’uomo che stava imparando ad amare con tutta la sua anima, in quel momento non c’era più.

Ignorando completamente gli sguardi spaventati e dispiaciuti dei presenti nella stanza, si precipitò da lui, inginocchiandosi affianco al letto, con le mani strette alla collottola di quella stupidissima tuta arancione che tanto odiava.

Era arrabbiato, Vegeta. Arrabbiato con sé stesso, con gli altri, ma soprattutto con Goku. Perché quello stupido non era riuscito a reggere. Non era riuscito a combattere quel male che probabilmente soltanto a lui sarebbe mai potuto venire.

Lo strattonò, Vegeta. Lo strattonò fino a quando non dovette intervenire Radish a cercare di farlo smettere, a cercare di spiegargli che comportarsi così non serviva a nulla.

 

«Lasciami stare!» aveva sbottato, a denti stretti «Lasciatemi stare tutti quanti! Uscite di qui! Adesso! Tutti! Levatevi dal cazzo!»

In risposta non ricevette nulla. Soltanto lo sguardo comprensivo della bella Bulma che, con le lacrime agli occhi, trascinava Radish fuori dalla stanza, trattenendolo per il possente braccio.

Persino Chichi, presa dallo shock più totale, decise di abbandonare la stanza. Non si sarebbe mai aspettata che quella situazione potesse prendere una simile piega.

 

Ma Vegeta decise di non disperarsi. Non ancora, almeno.

Doveva provarle tutte. Doveva tentare il tutto per tutto per salvare l’idiota riverso su quel letto troppo freddo.

Così, cercando di far ammenda a tutte le sue forze per non impazzire, lo sollevò di peso e, fregandosene della finestra chiusa, vi passò attraverso ad una velocità esorbitante, spaccandone i vetri. Poco importava se gli stessi gli avessero appena ferito una guancia. Poco importava se avrebbe sprecato soltanto energia. Lui doveva provarci.

Così, senza ulteriori indugi, fece rotta verso il palazzo del Supremo, sperando che Dende, con i suoi poteri curativi, potesse fare qualcosa. O anche solo che Balzar potesse dargli un Senzu. Qualsiasi cosa sarebbe andata bene, pur di salvare quel decerebrato.

 

«Ti prego.» si ritrovò a mormorare, mentre volava verso la sua meta «Ti prego, non lasciarmi.»

 

Il tramonto autunnale, con tutte le sue sfumature gialle ed arancioni, si specchiava perfettamente nei suoi occhi color pece. Occhi che in quel momento vedevano nero, mentre raggiungeva spossato il palazzo, sempre perfettamente visibile all’orizzonte.

Una volta raggiunto il grande piazzale sospeso ed adagiato il corpo senza sensi del povero super saiyan malcapitato, corse in direzione di Mr Popo, che lo aveva raggiunto velocemente vedendolo arrivare.

Il principe non ci pensò due volte prima di scrollarlo violentemente per le spalle, ringhiando in modo dannatamente rumoroso, facendosi quasi del male ai denti.

 

«Dende!» ringhiò, con furia «Chiama Dende! Dov’è?! Dov’è il Supremo?!»

«Calmati, Vegeta.» cercò di ammansirlo il gentile uomo di colore, perfettamente comprensivo, data la situazione «Io e Dende sappiamo già tutto.»

«E?!» inveì nuovamente contro di lui il principe dei saiyan «Che state facendo?! Perché non viene a curarlo?! Per-»

«Vegeta.» Popo gli mise entrambe le mani sulle spalle, sospirando pesantemente «Non c’è nulla da curare. Goku... il nostro Goku è...»

«No.» 

Non poteva crederci. Non ci avrebbe creduto finché non l’avrebbe visto con i propri occhi. Non ci avrebbe creduto finché non avesse constatato di persona che i poteri di Dende fossero completamente inutili in quella situazione.

Non poteva essere... non era possibile che il super saiyan della leggenda, colui che era riuscito a sconfiggere un mostro come Freezer, si fosse lasciato sconfiggere da uno stupido malore. Non poteva esistere una cosa del genere.

Eppure, il volto di Goku era cianotico. Il suo cuore non batteva, i suoi muscoli non si muovevano, le sue mani erano fredde, e non c’era alcun accenno di emozione su quel volto fino a poco tempo prima sempre insopportabilmente sorridente.

 

«Kaharoth.»

 

Si accucciò accanto a lui, osservandolo mentre non faceva altro che nulla. Nulla, perché ormai non c’era più. Nulla, perché l’unico tentativo che c’era di salvarlo era stato vano. Nulla, semplicemente perché Vegeta non era arrivato abbastanza in tempo per aiutarlo.

E si sentiva tremendamente in colpa.

Lo afferrò per le spalle e, sollevando di poco il suo busto, se lo portò accanto, stringendolo, senza dire un’altra parola, perché sarebbe stato inutile.

 

Vegeta si limitò a piangere. A piangere sulla spalla di quell’uomo il cui cuore non sarebbe mai tornato a battere. 

 

~~~

 

Ok.

Non uccidetemi proprio ora che sono riuscita-finalmente, o purtroppo- ad aggiornare questa storia, alla quale mi sto fin troppo affezionando. 

Mi sta prendendo male sia per quello che ho scritto, sia perché oggi, cadendo dalle scale, mi sono rotta una mano! xD per lo meno è la mano buona, ho una scusa per stare a riposo per un po’! 

E sì, in questo momento sto scrivendo con la sinistra, e nonostante io sia “diciamo” ambidestra, sto comunque facendo una gran fatica, essendo che uso sempre e quasi solo la destra! Un applauso alla mia imbranataggine! 

 

Tornando a noi... beh, sì. Goku è morto.

Non credo ci sia da aggiungere altro, giusto? 

Però ci sono ancora molte cose di cui si dovrà parlare, come per esempio Cooler, Freezer, Paragas, il suo piano, Broly, Gohan e Jinjer... insomma, ci sarà da parlare comunque, anche senza il nostro stolto eroe.

Anche se *sigh* si sentirà la sua mancanza T.T

 

Ps: Ho scritto questo capitolo ascoltando Heartbeat dei BTS, una canzone dolcissima che vi straconsiglio(sempre se ancora non siate fan e non la conosciate ;;)

 

Beh, io a questo punto vi mando un bacio e alla prossima!

 

-JAY

   
 
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