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Autore: hinata 92    21/10/2019    1 recensioni
Ventitreesimo secolo, la microcontrazione ha bloccato i viaggi temporali rendendo il Razziatore disoccupato, ma con più tempo libero da dedicare al figlio Trip. Com'è possibile che allora quest'ultimo scompaia... in un viaggio nel tempo?
Con l'aiuto di Odin Eidolon, il più grande esperto di viaggi temporali di quell'epoca, il Razziatore si troverà ad affrontare un viaggio che metterà in gioco le sue certezze, i suoi segreti e i suoi affetti in nome di quel grande mistero chiamato Tempo.
La storia si basa sui numeri 33, 34 e 43 di PKNA, tuttavia è godibile anche senza averli letti, conoscendo giusto un minimo il Razziatore e Odin Eidolon.
Buon impossibile viaggio nel tempo a tutti!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Odin Eidolon, Razziatore, Trip
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Trip in Time

 

Un tesoro perduto

 

La sedia scricchiolò, mentre si lasciava cadere pesantemente su di essa. Dopo aver preso i fogli che aveva ripiegato in malo modo in tasca, li guardò nuovamente con aria preoccupata. Se qualcuno lo avesse visto in quel momento, lo avrebbe scambiato solamente per un genitore preoccupato, e non per il più pericoloso cronocriminale esistente. Ma al Razziatore tutto questo non importava al momento. Ciò che lo impensieriva erano proprio quei disegni, quei fumetti che da un po’ di tempo a quella parte il suo piccolo Trip aveva la mania di disegnare. Era stato avvertito anche dall’omninsegnante, ma aveva pensato che non ci fosse nulla di male. Almeno finché non li aveva visti.

Nelle vignette che aveva fra le mani era rappresentato un incubo ricorrente del suo ragazzo. Gliene aveva anche accennato una mattina, ma ci aveva prestato scarsa attenzione. Vederli disegnati, però, era tutta un’altra cosa.

Era la stessa storia, raccontata da due punti di vista differenti. In una lui, il Razziatore, moriva in un incidente e l’Organizzazione adottava Trip, crescendolo e facendolo diventare un cronocriminale di nome Grifone, intenzionato a vendicarsi di Pikappa, responsabile, secondo lui, della sua dipartita.

Nell’altra versione, invece, Trip era ancora bambino e veniva portato in salvo dal famoso Odin Eidolon prima che l’Organizzazione lo andasse a prendere, trascinandolo nel ventesimo secolo e affidandolo proprio a Paperinik. Lì, però, l’avrebbe raggiunto anche il Grifone…

Il Razziatore alzò un sopracciglio, preoccupato. Storia originale, sicuramente nel ventesimo secolo avrebbero anche pubblicato un fumetto con quella trama. Il problema erano proprio i disegni. Erano troppo precisi.

Che Trip avesse visto da qualche parte un’immagine di Odin Eidolon e l’avesse riprodotta gli poteva star bene, ma come aveva fatto a disegnare con così tanta precisione i tre capi dell’Organizzazione e persino Pikappa, che non aveva mai conosciuto?

Una spiegazione c’era, e il Razziatore la conosceva bene.

Paradossi temporali.

Una volta, il suo pane quotidiano.

Già, era difficile giocare con il tempo, perché non sempre le cose andavano come previsto. Se si venivano a creare paradossi particolarmente significativi, spesso nel giro di poco le persone coinvolte dimenticavano gli episodi riscritti. Ma non accadeva sempre: lui e Pikappa ricordavano bene di aver cambiato la storia di Paperopoli con la faccenda del Sole Freddo, e come loro la Tempolizia. Eppure, bastava che una sola delle persone dimenticasse l’episodio perché, in un effetto a cascata, tutti quelli che erano coinvolti lo scordassero. Era necessario per mantenere l’equilibrio temporale e per non impazzire, ricordando eventi mai avvenuti. E allora perché Trip ricordava un evento sconosciuto a tutti gli altri? Non aveva risposte e non poteva chiederle a nessuno, soprattutto ora che era disoccupato a causa della microcontrazione.

Il Razziatore ripiegò nuovamente il foglio in tasca. Era meglio non far vedere al figlio che aveva razziato anche quello.

Poco dopo Trip entrò nella stanza sbadigliando rumorosamente.

«Ciao

«Ciao Trip!»

Il ragazzino si sedette per fare colazione. Il Razziatore si rese subito conto che era più pallido del solito.

«Stai bene?»

Trip si strofinò gli occhi: «Sì, ma ho fatto di nuovo uno strano sogno…»

Il genitore lo guardò preoccupato, ma Trip era ancora troppo addormentato per accorgersene: «Cosa hai sognato?»

Trip si scompigliò i capelli: «C’è sempre questo strano vecchio che blatera da solo roba incomprensibile, tipo che ora il tempo è di nuovo sotto il suo controllo e bla, bla, bla. Una volta, più o meno quando hai perso il lavoro, mi ha proprio stufato e l’ho preso a calci nel sedere.»

Il Razziatore ridacchiò: anche nei sogni suo figlio sapeva come imporsi!

Trip continuò: «Da quella volta sembra essersi accorto di me, ora mi parla tutte le notti. Continua a invitarmi ad andare con lui, mi porta in giro per la storia. Stanotte mi ha accompagnato dagli antichi romani e mi ha persino regalato una spada. Solo che lui la chiamava gladio.»

Il Razziatore sospirò: «Probabilmente sarà perché alla Pivù parlano troppo di questa storia della microcontrazione. Adesso preparati, è tardi!»

«Sì, ma…»

«Niente storie, ti voglio pronto fra cinque minuti per andare alla tecnoscuola

Trip si morse il becco, come se volesse ancora aggiungere qualcosa, poi ubbidì quasi senza replicare. Il Razziatore, preso da mille pensieri, non notò la stranezza e chiuse lì la conversazione.

Senza sapere che sarebbe stata l’ultima per molto tempo…

 

«Trip, sono a casa! »

Nessuna risposta, ma la cosa non preoccupò troppo il Razziatore. Prima, quando il figlio aveva a disposizione la cronovela da polso tarata su quindici minuti, avrebbe potuto impensierirsi un po’, ma l’unico vantaggio della microcontrazione era che finalmente Trip poteva spostarsi solo nello spazio e non più nel tempo.

«Frau Frida, dov’è mio figlio?»

Una voce metallica gli rispose: «Il signorino è in camera a studiare.»

Il Razziatore alzò gli occhi al cielo. Studiare, che parolone! Al massimo, forse, lo avrebbe trovato a disegnare…

Spalancò la porta di scatto, pronto a cogliere in fallo il figlio, ma inaspettatamente trovò la camera vuota.

«Frau Frida, ve lo ripeto: dov’è Trip?»

«In camera.»

«Venite a vedere con i vostri occhi sintetici… qui mio figlio non c’è!»

Il droide entrò nella stanza e si aggirò perplessa: «Non capisco… i miei sensori non ne segnalano l’allontanamento…»

Il Razziatore sospirò: «Fate un diagnostico completo, non sarebbe la prima volta che Trip vi manomette i circuiti…»

Dopo qualche secondo, l’automa dichiarò: «Diagnostico completato. Nessuna anomalia rilevata. Il signorino deve essere in camera.»

«Stupidi aggeggi incapaci di andare oltre la vostra programmazione…»

Il Razziatore cercò di darsi una calmata. Dopotutto, non era niente di insolito. Trip era sempre stato una peste, cosa c’era di così strano se aveva deciso di farsi una passeggiata senza permesso? Era pur sempre suo figlio, era normale che fosse un po’ allergico alle regole! Ma era davvero già così abile da poter sgattaiolare fuori di casa senza manomettere Frau Frida?

No, ne dubitava seriamente.

«Signorina Frau Frida, lasciate stare, me ne occuperò io. Personalmente.»

 

«Buongiorno. Come posso aiutarla?»

Una strana voce distorta le rispose in malo modo: «Fatti da parte, bambola sintetica, che oggi è tutto fuorché un buon giorno.»

«Come… ehi, dove va? Quella è zona riservata, fermo!»

«Allarme sicurezza! Allarme sicurezza!»

Una mano premette un pulsante.

«Cosa sta succedendo?»

«Signore, c’è un intruso che sta bruscamente superando ogni linea di difesa…»

Un sospiro.

«Penso di sapere di chi si tratta. Fatelo passare. Tanto, anche se glielo impediste, lui entrerebbe comunque.»

«Vedo che mi conoscete bene, signor Eidolon

Il papero alzò lo sguardo, per nulla stupito di vederlo lì.

«Meglio di quanto crediate, signor Razziatore. Tuttavia non abbastanza per intuire il motivo della vostra visita…»

Il Razziatore si limitò a gettare un oggetto sulla scrivania di Odin Eidolon.

Il papero alzò un sopracciglio: «Non capisco perché tanta fretta per mostrarmi un souvenir di uno dei vostri viaggi temporali… a meno che non vogliate costituirvi per i vostri crimini passati, ma in tal caso dovreste rivolgervi alla Tempolizia, non a me.»

Il Razziatore lo fissò con una serietà che difficilmente aveva sfoderato prima: «Analizzatelo.»

«È un pezzo originale, lo vedo da me.»

«Fatelo.»

Odin sospirò, poi si alzò dalla poltrona per prendere un analizzatore. Prima di utilizzarlo, però, rivolse ancora lo sguardo al suo ospite, cercando una qualche emozione che potesse tradire il vero motivo della sua visita. Non riuscendoci, si dedicò all’analisi che gli era stata richiesta.

Il Razziatore attese, in silenzio. Era questione di secondi, un evento così macroscopico non poteva certamente sfuggire a un eminente studioso come lui. Come non era sfuggito a lui, poco prima.

 

 

Il Razziatore non riusciva a spiegarsi in alcun modo l’improvvisa scomparsa del figlio. Anzi, ad essere sinceri una spiegazione istintivamente gli era venuta, ma era assolutamente illogica, assurda, e scientificamente impossibile. Eppure, per quanto ci pensasse, era l’unica idea che gli martellasse continuamente il cervello.

Più per scrupolo che per vera convinzione, il Razziatore andò nella sua stanza a prendere un oggetto che fino a quel momento aveva creduto di poter utilizzare solo come strambo contenitore per il cachet.

Con un profondo sospiro, accese nuovamente la sua amata cronovela. Non poteva più utilizzarla per viaggiare nel tempo, ma forse riusciva ancora a rilevare eventuali tracce tachioniche residue…

Non appena premette il pulsante, il falco si diede dell’idiota da solo. Sapeva benissimo che con la microcontrazione ogni viaggio temporale era impossibile. E allora perché stava ancora perdendo tempo a…

Una lucina lampeggiò, facendolo trasalire.

 

 

«Tracce tachioniche di… meno di quattro ore fa?»

Il Razziatore sorrise soddisfatto. Né più, né meno la reazione che aveva avuto solo un’oretta prima.

 

 

Il Razziatore si sedette sul letto del figlio, incredulo. Impossibile, semplicemente impossibile. La microcontrazione gli impediva di compiere viaggi nel tempo da ben cinque mesi. Come poteva essere avvenuto un viaggio nel tempo proprio nella camera di Trip solo tre ore prima?

Aveva bisogno di una boccata d’aria. Alzandosi, tirò un calcio a un oggetto sotto il letto che tintinnò con un rumore metallico. Incuriosito, il Razziatore si chinò per vedere cosa fosse.

 

C’è sempre questo strano vecchio …

 

Le parole che Trip gli aveva detto quella mattina gli risuonarono nella testa come un eco, mentre le gambe gli cedevano, schiacciate da un immenso senso di vuoto.

 

Stanotte mi ha portato dagli antichi romani e mi ha persino regalato una spada.

 

Solo sogni, solo stupidi sogni. Non gli aveva forse risposto così?

 

Solo che lui la chiamava gladio.

 

Sì, quello che aveva fra le mani era indubbiamente un gladio romano. Impossibile non riconoscerlo, era uno dei suoi periodi storici preferiti.

Era in perfette condizioni, neanche un filo di ruggine, quasi come appena forgiata.

La sua fresca fonte di tachioni.

Il Razziatore si rialzò, tenendo il gladio in mano e cercando contemporaneamente di armeggiare con la sua cronovela.

Forse la microcontrazione era finita, forse poteva andare a riprendersi suo figlio…

Con un profondo sospiro, si risedette, sconsolato.

No. Bonaccia tachionica assoluta, come quella volta alla camera blindata nel ventesimo secolo, durante il suo primo scontro con Pikappa.

Quella volta si era trattato solo di lavoro. Questa volta la posta in ballo era molto, molto più preziosa.

«Frau Frida, vado a cercare Trip. Non aspettatemi per cena.»

E si chiuse la porta alle spalle senza sentire l’eventuale risposta.

Per quanto gli scocciasse ammetterlo, aveva bisogno di aiuto. E c’era una sola persona di suo conoscenza in grado di darglielo.

 

 

Il Razziatore guardò negli occhi la sua unica speranza: «Sono riuscito ad attirare la vostra attenzione?»

Odin Eidolon sospirò: «Direi proprio di sì, signor Razziatore. Ma, per quanto la scoperta sia senza dubbio eccezionale, ancora non comprendo il motivo di tanta premura… tenete così tanto alla vostra vecchia attività?»

Il Razziatore si appoggiò sul tavolo, per poter avvicinarsi il più possibile al volto del suo interlocutore: «Vedete, quella è l’unica traccia lasciata da un ladro che ha osato rubare in casa mia… e non posso proprio lasciar correre la cosa. Immagino che capiate, deontologia professionale… mai rubare qualcosa a un altro ladro, una vecchia regola che non muore mai.»

Odin Eidolon restituì l’occhiata penetrante, incrociando le dita sotto il mento: «E si può sapere cosa vi avrebbero rubato?»

«Tutto e niente, il mio passato e il mio futuro.»

«Risposta poetica, ma un po’ aleatoria…»

«Non vi interessa sapere nulla di più, signor Eidolon. Quello che vi offro è solo una proposta di affari.»

Il Razziatore allungò una mano: «Mettiamola così: io vi metto a disposizione la mia esperienza di cronoviaggiatore e, soprattutto, l’unico indizio attualmente esistente nel ventitreesimo secolo per risolvere il problema della microcontrazione e ottenere probabilmente un Nobel per la fisica; in cambio voi mi aiutate a recuperare ciò che mi è stato rubato. Siamo d’accordo?»

Odin osservò a lungo sia il volto che la mano del falco, prima di decidersi a stringerla.

«D’accordo. Mettiamoci al lavoro.»

 

 

Rieccomi qua! È da un bel po’ che non pubblico nulla, purtroppo sono per vari motivi in una fase di blocco, ma rispolverando la chiavetta ho ritrovato questa storia un po’ vecchiotta che mi ero dimenticata di pubblicare… e allora perché no? In attesa che la situazione si calmi a sufficienza da poter ritrovare la concentrazione per nuove storie, vi lascio questa vecchia avventura da leggere… ma vecchia o nuova non ha importanza quando si parla di viaggi nel tempo, no?

I fumetti di Trip a cui mi riferisco sono quelli a cui dedicarono un’intera miniserie negli ultimi numeri di PKNA, dove lui interpreta un supereroe sullo stile di Pikappa. Trip inizia a disegnarli a partire dal numero 34, in cui è presente tutta l’avventura del Grifone che ho riassunto. Inoltre nel numero 43, Tempo al tempo, c’è davvero la personificazione del Tempo che parla e Trip che gli tira un calcione nel sedere.

Questi sono gli spunti da cui parlo, per il resto la storia è totalmente originale e non vi serve altro per comprenderla.

Vi auguro buona lettura, al prossimo capitolo!

 

Hinata 92

  
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