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Autore: 09Chia    21/10/2019    2 recensioni
Purtroppo per me, quando frugo tra gli armadi di casa non ritrovo manoscritti seicenteschi da cui ricavare best seller mondiali, ma scatole di braccialetti di perline che risalgono ad almeno quindici anni fa.
Eppure, un'idea è arrivata comunque: realizzare un nuovo braccialetto, ma questa volta di "perline narrative". Storie brevi, semplici, varie, divertenti; piccoli squarci di quotidianità da portare al polso tutti i giorni, da prendere in mano per strapparsi un sorriso quando la giornata si fa un po' troppo grigia.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rosa rosa…

… e scampoli di utopia

 

Una ragazza occupa il posto vicino al finestrino. Il treno sfreccia in mezzo al buio, le luci della periferia disegnano strisce gialle e bianche che spiccano sul nero. Il cappotto scuro, le scarpe di vernice, l’orologio sottile, un filo di trucco. I capelli acconciati le regalano un paio di anni in più.  Dalla borsa spuntano un’agenda e l’angolo di un computer. Ogni tanto messaggia al telefono. Sulle gambe ha un libro chiuso, tra le braccia un mazzo di piccoli boccioli rosa, che sfiora sovrappensiero. Ha l’aria stanca, ma felice. Forse torna dal lavoro, forse invece ha accompagnato qualcuno che è partito, o rientra da una visita: torna a casa con un mazzo di boccioli di rosa da mettere in un vaso nel suo microscopico soggiorno, ricordo profumato di un sentimento che abita in un’altra città. Forse, ancora, sono stati un dono inaspettato, consegnato a distanza con la follia che possono avere solo gli innamorati, e sul binario li mostrerà, con un sorriso misto di esasperazione e dolcezza, a qualcuno che la aspetta. Forse.

 

 

Che se poi il regionale una volta ogni due settimane fosse in orario, magari il venerdì sera, quando già sei un po’ sul mood del weekend, sai quanto migliorerebbe la vita dei pendolari? Già tra esame e segreteria oggi è stata una giornata d’inferno: sveglia, fatti presentabile perché a un esame non si può andare in tuta, treno, ore di attesa, esame, biblioteca, segreteria, corse verso la stazione; soddisfacente, certo, ma mi sembra di aver corso la maratona di New York, invece che aver passato una giornata a Milano. Guardo fuori dal finestrino le luci fredde della periferia e rispondo al messaggio di mamma che mi chiede a che ora dovrei arrivare. I fiori presi per il compleanno della nonna -boccioli piccoli, rosa chiaro, come piacciono a lei - si appoggiano un po’ sofferenti al manuale di letteratura che ho sulle gambe, chiuso. È troppo ingombrante perché ci stia nella borsa.

Sto per lasciarmi scappare uno sbuffo, annoiata, quando incrocio lo sguardo di una signora: mi rivolge un’occhiata complice e maliziosa, fa un cenno ai miei fiori e mi indirizza un’espressione ammirata. Mi vedo, in un fotogramma, con i suoi occhi: una ragazza con un mazzo di rose che occupa il posto vicino al finestrino e ha la testa troppo occupata dai suoi pensieri per riuscire a leggere.

Sorrido alla signora, il mio imbarazzo sembra solo confermare la sua espressione complice. Stringo un po’ di più i fiori e appoggio la testa al vetro freddo.

Forse dovrei spiegare alla signora tutta la verità, non confermarle il suo errore con il mio silenzio, non fingere di essere qualcuno che non sono.

Ma perché privarmi di una mezz’ora di utopia?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccoci alla fine del braccialetto. Per qualche motivo, è diventato difficile raccogliere “perline” di realtà quotidiana: mi sono ritrovata ad inventare e modificare la verità.

Quindi, direi che possiamo prendere il filo, chiudere il tutto con un nodino e mettere il braccialetto al polso. 

Spero vi piaccia!

 

   
 
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