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Autore: Isidar27    22/10/2019    2 recensioni
"...ma Loki adesso era lì con lui, niente sbarre a dividerli e una possibilità per entrambi di un futuro insieme… ora i giochi erano fatti e non restava che vedere cosa sarebbe successo". Immaginario post The Avengers (2012). Dopo la battaglia di NY Thor riporta Loki su Asgard perché venga giudicato per le sue azioni. Temendo però di perderlo nuovamente è il Dio del Tuono a proporre ad Odino una punizione per il fratello. Così Loki viene esiliato senza poteri sulla Terra e con lui deve esserci anche Thor per tenerlo sotto controllo. Col passare del tempo il legame tra i due tornerà a saldarsi andando ben oltre l'antico amore fraterno. Infatti nascerà (letteralmente) qualcosa di più importante che spingerà i due a lasciare da parte le ambizioni sul trono per una storia destinata a durare nel tempo.
Un tuffo nel passato con una Thorki senza troppe pretese per tutti coloro che come me amano questi due personaggi! Buona lettura!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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Cronache della famiglia Odinson


«KATEEEE! Ridammi immediatamente il mio pupazzo! PAPÀ Kate mi nasconde il mio pupazzo.»

«NON È VERO!»

Le tapparelle erano ancora abbassate nella loro camera e loro dormivano serenamente sotto le coperte. Era pieno autunno e si stava così bene in quel calduccio a parte per un dettaglio.
Loki sbuffò e si girò tra le coperte verso il compagno che dormiva profondamente “3,2,1…”.
La porta della stanza si spalancò.

«PAPÀ! Per favore!» Fred entrò sull’orlo delle lacrime seguito da un’altra presenza «non vuole ridarmelo!» La sorellina lo superò e balzò sul letto dei genitori direttamente sulla pancia di Thor il quale si svegliò di colpo annaspando.

«Papà» disse angelicamente la bambina rivolta al biondo «Fred dice le bugie.»

Lo guardò coi suoi occhioni azzurri identici ai suoi: aveva i capelli di un biondo castano come la nonna, ma i lineamenti e il colorito della pelle erano quelli di Loki.
Thor cercò di riprendersi mentre Loki teneva gli occhi chiusi, immobile. 

«Non è vero! Mi ha nascosto il mio gattino e non vuole ridarmelo! È cattiva!»

«Non è vero!»

«INVECE SI»

«INVECE NO»

«SI»

«NO»

«Bambini vi prego» fece allora Thor esasperato. Ma i due sembravano non voler demordere. Il biondo guardò implorante il compagno che però non aprì occhio.

«E va bene allora! Me lo cerco da solo, ma di addio alle tue armi!»

«Fred devi solo provarci!»

Ma il bimbo era già uscito dalla stanza e la piccola, scesa con poca delicatezza dal papà, lo seguì sbattendosi dietro la porta. Thor ricadde esausto sul letto e solo allora Loki aprì gli occhi puntandoli al soffitto.

«Le 8.15 di domenica mattina?.»

Thor afferrò la sveglia sul comodino, la guardò e lo imitò.

«Le 8.15 di domenica mattina»

Loki sorrise «Precisi come due orologi.»

«Si, ma una domenica ogni tanto non mi dispiacerebbe dormire di più! In ogni caso… »

Aggiunse voltandosi verso il compagno «Buongiorno amore!»

«Thor ti prego!» fece Loki fingendosi esasperato mentre l’altro iniziava a baciarlo sul collo e lo stringeva a sé.

«Che c’è ormai siamo svegli, posso approfittarne per farti qualche coccola.»

Loki lo spinse via e si coprì con le coperte dandogli le spalle «Tu e il tuo alito state lontani da me!»

«Ah è così? In questo caso ti farò sentire qualcos’altro» fece scorrere una mano sotto la coperta e portandola sulla schiena dell’altro iniziò ad accarezzarla. 

«Mmm Thor sei sleale.»

«Non sto facendo nulla di male» aggiunse iniziando a baciargli il collo dall’attaccatura dei capelli.

L’altro reagiva al suo tocco con piccoli brividi.

«Thor lasciami dormire ti prego» ansimò con poca convinzione.

«Dopo, magari, forse, non ne sono sicuro…»scherzò il biondo contro il suo orecchio.

Anche se non voleva ammetterlo Loki adorava quelle attenzioni che Thor gli riservava ormai quasi tutte le domeniche mattine da non sapeva più nemmeno lui quanto tempo.
Gestire i bambini, lavorare, la casa…era bello avere qualche momento per loro almeno una mattina, certo ovviamente fino a che…

«Tocca la spada e ti assicuro che puoi dire addio alla tua colonia di formiche.»

«Non lo faresti mai! L’ho fatta con papà!»

«Scommettiamo?»

«PAPÀ!»

Loki si costrinse a ridestarsi dal suo stato di quiete e si girò verso il compagno.

«Thor dobbiamo fermarli prima che sveglino di nuovo tutto il vicinato.»

«Lo so, lo so…però prima voglio un bacio.»

Loki lo guardò negli occhi e vi si perse per un istante. Accostò il volto al suo e gli diede un bacio delicato e dolce. 

«Buongiorno Dio del Tuono.»
 

Quando i due scesero in salotto trovarono Kate che in piedi sul divano reggeva la colonia di formiche di Fred, mentre il maggiore la minacciava con la sua stessa spada di legno.

«Ultima possibilità» disse la bimba guardandolo con aria di sfida.

«Avanti Thor» disse Loki sorridendo al compagno.

«Nessun problema. Bambini…» ma fu assalito da Fred che gli si aggrappò ad una gamba con occhioni imploranti.

«Papà Kate vuole distruggere la colonia delle formiche del dottor Pym.»

«Kate tesoro metti giù…» tentò Thor. 

«Papà Fred vuole rompere la mia spada.»

«Tu hai nascosto il mio pupazzo!»

«Non è vero!»

«Piccoli per favore…»

Gettò un’occhiata a Loki che buttò gli occhi al cielo e scosse la testa, ma sorrise.
Mosse la mano in aria e la teca si sollevò dalle mani della bambina per finire in braccio a Fred, poi fece altrettanto con la spada della piccola. 

«Kate, restituisci a tuo fratello il suo pupazzo! Sai quanto ci tiene.» Disse con tono calmo, ma fermo. 

«Ma papà io non…»

Il moro alzò un sopracciglio.

«Vuoi davvero mentire a me signorina?»

La piccola abbassò lo sguardo. 

«È nella lavanderia.» Ammise alla fine.

«Ah-ah lo sapevo!» disse Fred e corse al piano di sopra superando i genitori.

Loki sospirò. 

«Kate devi smetterla di fare i dispetti a tuo fratello.»

«Si papà però…» 

«Però cosa?»

La bimba alzò gli occhi gonfi di lacrime «Tu lo difendi sempre!»

«Lo farei anche con te se Fred ti facesse i dispetti, peccato che tuo fratello non combina mai un solo guaio!»

«Ma io volevo solo giocare con lui. Lui invece preferisce i suoi libri e le sue formiche.»

Loki le si avvicinò e le sollevò il mento: i lunghi capelli biondi le incorniciavano il visino.

«Perchè non provi a proporgli tu un gioco?»

«L’ho fatto, non vuole giocare alla guerra con me.»

«Che ne diresti di un gioco che potrebbe piacere a tutti e due? Magari potreste giocare agli esploratori che cercano animali selvaggi e vengono attaccati da una tribù cannibale. E tu potresti difendere Fred.»

La bimba ci pensò su.

«Si mi piace vado a dirglielo.»

Sorrise a suo padre e lo abbracciò. Poi scese di corsa dal divano e quasi arrivata alle scale tirò il pigiama di Thor che si chinò verso di lei; la piccola gli diede un bacio sulla guancia e poi corse di sopra. Loki si diresse in cucina e fece per tirare fuori dal frigo delle cose per la colazione, ma fu bloccato da Thor.

«Ci penso io tesoro, è il minimo dopo che mi hai salvato anche questa mattina dalla furia dei nostri figli.»

«Thor guarda che posso preparare i pancakes anche da solo.»

«Si certo amore, ma che ne diresti invece di buttarti sul divano mentre ti preparo il tuo tè?»

Loki si bloccò.

«Thor è un modo carino per dirmi che non so cucinare?»

«Ma-ma no amore che vai pensando?»

Loki lo fissò un attimo.

«Meno male che nostra figlia ha preso da te la capacità di mentire.»

«Ehm grazie? E poi tu sei bravissimo in tante altre cose per esempio…» prese il compagno per la vita e se lo tirò contro; guardandolo lo trovò bellissimo «Come ci riesci?»

«A fare cosa?»

«Come riesci a sapere sempre la cosa giusta da fare con loro?»

«Oh avanti Thor, non è poi tanto difficile» gli si avvicinò fino all’orecchio e sussurrò «mi basta fare tutto il contrario di quello che faresti tu.»

«Ehi!»

Il moro gli sorrise. «Vedrai che un giorno capirai anche tu che non puoi solo viziare i nostri figli.»

«Uhm, ma posso viziare almeno te?»

«Questo te lo concedo» e gli diede una bacio intenso e dolce mentre si stringeva a lui.

«Papàààà insomma!» Esordirono Kate e Fred all’improvviso.

Thor si staccò e li guardò «Che c’è? Non posso nemmeno baciare vostro padre adesso?»

«Si, ma i baci sono delle smancerie» fece Fred arrossendo un po’. 

«Giusto!» lo assecondò Kate poi aggiunse piano «Cos’è una smanceria Freddi?»

I genitori scossero la testa.

«Comunque noi andiamo a giocare» se ne uscì Kate.

«No piccoli adesso facciamo colazione» tentò Thor.

«Ma Papà!!» Si lamentarono i due in coro. 

Thor stava già per cedere, ma stavolta Loki gli venne in soccorso.

«Thor che ne diresti di darmi un altro bacio prima di preparare la colazione?» 

Al che i due bambini si guardarono «In effetti abbiamo proprio fame» disse Freddi prendendo Loki per una mano.

«Papà posso cucinare con te?» aggiunse Kate aggrappandosi a Thor.

I genitori si sorrisero complici e decisero di concedersi a quel momento con la loro famiglia. Il loro bacio poteva aspettare…un pochino.

 

La settimana dopo arrivò Halloween e come ogni anno era prevista l’uscita per dolcetto o scherzetto. Loki e Thor avevano scoperto quell’usanza grazie a Tony e Steve, ma dopo aver partecipato un paio d’anni Loki si era stufato e lasciava che fosse Thor ad accompagnare Steve ,Tony e i bambini per case e negozi, ma quell’anno…

«Come avete la febbre?! Tutti e due?»

«Si mi dispiace» fece Steve dispiaciuto al telefono.

«Vuoi venire qui a misurarcela?!» aggiunse Tony in lontananza.

«Ma non potete prendervi un’aspirina?» insistette Loki.

«Noi veramente… Tony ma che fai?» Loki capì che Tony doveva avergli strappato il telefono.

«Grazie del tuo interessamento Loki, sono commosso! E comunque no! A quanto pare quest’anno dovrai occuparti tu dei tuoi figli per Halloween! Come fanno tutti i genitori! Perciò buona serata paparino!» e gli riagganciò il telefono.

Loki buttò il cellulare sul divano scocciato.

«Quindi?» gli chiese Thor dalla cucina.

«Quindi quest’anno mi avete incastrato.»

«Ahah eddai tesoro, vedrai che non sarà così male.» disse il biondo andandogli vicino e prendendolo per la vita.

«Uhm.»

«E poi se fai il bravo magari un dolcetto te lo do anche io.» disse posandogli dei baci leggeri sul collo.

«Dovrebbe interessarmi Dio del Tuono?» rispose suadente Loki.

«Preferisci venire fuori senza nessun premio? Ok» e si staccò da lui, ma il moro lo trattenne per il maglione bordeaux e lo guardò intensamente.

«Però sia chiaro niente travestimenti per noi due.»

Thor sorrise.

«Sicuro? Nemmeno da te stesso con elmo e tutto?»

«O certo sei il re del passare inosservato Thor!»

Il biondo lo abbracciò «Sarà bello averti con noi tesoro.»

«VIENE ANCHE PAPÀ??» esordì Kate con un costume da zucca completo di cappellino col picciolo dalle scale.

«Si, piccola quest’anno viene anche papà» le rispose Loki dolce.

«EVVIVA!»

In quel mentre scese anche Freddi vestito da esploratore con un pappagallo di peluche sulla spalla destra e un cappellino a tesa larga.

«Papà» disse rivolgendosi a Thor «ma il tuo costume?»

Loki fulminò il compagno con lo sguardo.

«Ehm per quest’anno niente costume per me bambini.»

«Ma è Halloween!» si lamentarono i bambini.

«Ma vedete bambini…papà» e gettò un rapido sguardo verso Loki che si sentì subito colpito alle spalle.

«Papà insomma dovete travestirvi! Gli zii lo fanno sempre ed anche papà lo fa!» Insistette Kate.

«Assolutamente no».

I bambini misero il broncio, ma sembrava impossibile convincere loro padre. Thor provò un’altra strada.

«Eddai Loki, potresti almeno cambiare forma magari…»

Il moro ci pensò su un momento «Uhm questo si può fare.»


Più tardi una zucca, un’esploratore ed un cacciatore si incamminarono per le strade di NY.

«Non potevi scegliere un altro costume? Dovevi proprio vestirti come un selvaggio?» sussurrò il pipistrello sulla spalla di Thor.

«Beh almeno io non sono piccolo ed inafferrabile. Quando ho detto che volevo passare la serata con te non pensavo che mi avresti usato da sedile per tutta la sera.»

«Vedi che sei limitato? La mia è una trasformazione funzionale. Posso volare e vedere dove sono i bambini. Ed intanto posso scompigliarti i capelli come tutti i pipistrelli normali senza destare sospetti.»

«Tocca i miei capelli e potrei dimenticare che sei il padre dei miei figli!» disse il Dio del Tuono a voce un po’ troppo alta. Una mamma con dei bambini gli passò accanto in quel momento e lo guardò di traverso. «Ehm cioè io parlavo a…»

«Fossi in te abbasserei il volume Thor, potrebbero scambiarti per pazzo lo sai?»

Il biondo lo guardò di sbieco e tornò a concentrarsi sui suoi figli.

«Però guarda Kate come si diverte ha già il cestino pieno» rise Thor.

«Si Thor, ma non vedo Fred!» disse Loki-pipistrello sbattendo le ali. 

«Nemmeno io, ma era lì…» 

Si guardarono intorno, ma non trovandolo si gelarono.

«Tu guarda nostra figlia, io cerco Fred!» sentenziò rapido Loki ed alzatosi in volo iniziò a sorvolare le strade che avevano percorso fino ad allora. Il cuore gli batteva all’impazzata. Per circa otto anni aveva affidato i suoi figli a Steve e Tony ed era sempre andato tutto bene e lui si era già perso suo figlio?! “Fred dove sei?”.

Fred sentì quel verso vicino ai bidoni: si avvicinò e si chinò. Scostò la spazzatura e le cartacce e lo vide. I suoi occhi brillarono per un momento «Non ti farò del male» disse piano avvicinando la mano, ma l’altro lo graffiò «Ahi, non devi aver paura voglio essere tuo amico» avvicinò di nuovo la mano e stavolta riuscì a toccarlo tranquillo «ecco, vieni qui. Penserò io a te da oggi.»

Loki continuò a sorvolare ogni angolo, ogni strada, ogni negozio. Stava per ritrasformarsi ed andare dalla polizia quando lo vide uscire da un vicoletto non lontano da dove aveva lasciato Thor e Kate. Si buttò in picchiata e lo raggiunse; non badò a se avesse intorno persone e si ritrasformò afferrandolo per le spalle. 

«Fred dov’eri? Ti ho cercato dappertutto!»

«Papà sto bene.»

Loki lo abbracciò forte.

«LOKI» lo chiamò Thor poco distante mentre lo raggiungeva con Kate tra le braccia. 

Il moro si staccò dal bimbo e lo guardò apprensivo e leggermente scosso «Non farlo mai più hai capito?»

«Mi dispiace papà non volevo farvi preoccupare.»

«Freddi stai bene?» Chiese Thor facendosi vicino a Loki e appoggiando Kate a terra.

«Si sto bene davvero.» Teneva il cappello stretto contro la pancia.

«Perchè ti sei allontanato? E questo graffio?!»

«Ehm veramente» scostò appena il cappello e mostrò il suo tesoro. «Non avere paura, è la mia famiglia.»

«GUARDA PAPÀ FREDDI HA TROVATO UN GATTINO!»

Il micino fece capolinea dal cappello e finì occhi negli occhi con Loki: era piccolissimo, magro e nero con gli occhioni verde chiaro. 

«L’ho sentito piangere e sono andato a cercarlo, era tutto solo e abbandonato.»

«Oh Freddi» disse Loki fissando il micio e poi suo figlio «avresti potuto chiamarmi.» 

«Si, ma tu stavi parlando con papà e così… insomma ho pensato che non vi sareste spaventati» disse il piccolo con lo sguardo ai piedi.

«POSSIAMO TENERLO PAPÀ, EH POSSIAMO?» disse Kate strattonando Thor.

«Certo teso…» ma si beccò un’occhiataccia da Loki «cioè se a papà va bene ovviamente» si corresse subito.

Loki spostò lo sguardo su suo figlio. Fred lo guardò supplichevole. 

«Per favore papà è tutto solo. E poi ormai siamo amici vedi?» 

Loki allora lo guardò dolce: sapeva quanto Fred amasse gli animali ed ormai era grande abbastanza  per imparare ad occuparsene.«Te ne occuperai?»

«SI» risposero gli altri in coro, Thor compreso.

Loki sospirò e scosse la testa rassegnato. 

«E va bene allora avete vinto voi.» 

«YUUUH» esultò Kate e corse da Fred.

«Ma se è davvero tuo amico devi dargli un nome» continuò Loki. 

«Beh in realtà visto che è Halloween e lui sembrava indifeso, ma si è difeso più che bene» disse guardandosi il graffio «penso che il nome adatto sia…Trick.»

«Ottima scelta Freddi.»

«Ehm Freddi posso tenerlo anche io?» chiese timidamente Thor. Loki lo guardò alzando un sopracciglio. «Che c’è non mi hai mai permesso di avere animali in casa scusa…»

Loki scosse la testa. 

«Possiamo andare a farlo vedere agli zii? Siamo qua vicino!» esordì Kate.

«Gli zii hanno la febbre.»

«Per favore!» continuò la bambina.

«Siamo pieni di dolci Loki e sai quanto Steve adori la cioccolata. Saranno contenti.» 

«Ok, ma se i tuoi figli prendono i germi di Tony Stark te li curi tu.»

«Ci sto.» E presa sua figlia a cavalcioni sulle spalle si avviò verso la Tower.

Loki invece diede la mano a Fred «Papà» disse il bambino.

«Si?»

Il bimbo gli fece cenno di chinarsi. Loki si inginocchiò e quando fu alla sua altezza il bimbo lo abbraccio.

«Ti voglio tanto bene papà.»

Il cuore di Loki si sciolse «Anche io Freddi.» Disse abbracciando il suo bambino. Poi gli sorrise ed insieme si diressero alla Tower.
Quando Tony Stark aprì la porta sembrava parecchio trafelato «Shhh! Ma siete impazziti a suonare a quest’ora!» esordì mentre Thor gli sorrideva allegro.

«ZIO TONY VI ABBIAMO PORTATO LA CIOCCOLATA!» gridò Kate felice.

«Grazie piccolina, ma ti scongiuro parla piano!» 

«Stark, ma non avevi la febbre?» Disse Loki osservandolo bene: non sembrava stare per niente male.

«Io ehm veramente.»

«Tony…» fece Steve raggiungendolo alle spalle «che succede?»

«Ecco, loro, veramente…io non c’entro nulla.»

«Siamo venuti a farvi conoscere Trick!» disse Fred allegro e gli mostrò il gattino.

«E A PORTARVI LA CIOCCOLATA PER FARVI STARE MEGLIO!»

«Shhh Kate tesoro ti prego parla piano» la pregò Tony.

Loki lo guardò perplesso «Stark cosa c’è che non va? Steve è sveglio, allora perché…»

«Papi» una vocina interruppe le sue parole, ma non erano stati i suoi bambini a parlare, ma un bambino coi capelli castani e il faccino assonnato. 

«Cazzo lo sapevo!»

«Linguaggio Tony!» fece Steve dirigendosi dal piccolo e prendendolo in braccio.

«No, ma sei serio Cap?!» gli disse dietro Stark, poi si voltò verso gli altri che lo fissavano interrogativi «Beh tanto vale ormai» e aprì del tutto la porta facendoli entrare.

I quattro entrarono puntando gli occhi sul bambino che si strinse a Steve «Chi sono papi?»

«Gli zii piccolo sai il Dio del Tuono e il Mago di cui ti ho parlato? E loro sono i tuoi cuginetti. Ragazzi lui è Mickey ehm…nostro figlio. Saluta piccolo.» Le guance del Capitano arrossirono mentre sorrideva agli amici. I quattro li fissarono sbalorditi.

«Ehm così è per questo che non potevi uscire stasera Stark?»

«Però sicuro di non essere anche il Dio dei Cervelloni Loki?»

«Signor Iron-man sono suoi amici?» fece il piccolo.

Tony sospirò «Te l’ho detto Mickey, anche papà va bene.»

«Ci stiamo ancora assestando, Mickey è con noi solo da qualche giorno e stasera non se la sentiva di uscire a fare dolcetto o scherzetto. Non va matto per i mostri.»

La famiglia Odinson si guardò un momento contemporaneamente, poi Kate parlò. «Ah ok…e invece i gattini gli piacciono? Vuoi vedere quello che ha trovato mio fratello?» fece la bimba sorridente.
Fred si avvicinò allo zio e mostrò il gattino a Steve.
Il bimbo sorrise e si protese verso il cucciolo «Miao!»

«Vuoi vederlo da vicino Mickey?»

«Si» il piccolo si fece scendere e si avvicinò agli altri due.

«Ciao io sono tua cugina Kate e lui è Fred, quanti anni hai?»

«Q-Quattlo » fece il piccolo con la manina, ma si sbagliò e mostrò cinque dita.

«No guarda si fa così» gli fece vedere Kate gentile «io ne ho cinque e Fred otto. Ti piacciono i dolcetti? Guarda quanti ne abbiamo trovati stasera e Fred ha trovato Trick.»

Il bimbo accarezzò il micino e sorrise. I tre bambini si misero a giocare insieme mentre Steve raggiunse gli altri grandi. 

«Ma… da quando?» boccheggiò Thor.

«Ecco, l’altra sera eravamo al supermercato e il piccolo Mickey ci si è avvicinato. Aveva riconosciuto Tony dalla tv. Ha detto di essersi perso e ci ha dato un indirizzo. Lo abbiamo accompagnato ed era di un orfanotrofio. Mickey è cresciuto lì da che ne ha memoria. Co-così abbiamo pensato di portarlo a casa con noi ecco.» 

Loki li fissò un momento in silenzio. 

«Ah ecco questo spiega tutto» se ne uscì Thor, ma Loki lo guardò con rimprovero.

«Questo non spiega tutto Thor! Perché non ce lo avete detto subito?!»

«Perchè Dio dei Rompiscatole…»

«Signor Iron-man» lo chiamò il piccolo con in braccio il gattino invitandolo ad avvicinarsi.

«Oh no tesoro io non amo i…» ma Steve gli diede una spallata «ok vengo a giocare col micino, Thor vieni con me?»

I due si diressero dai bambini e Loki ne approfittò per parlare con Steve.

«E così alla fine è successo?» fece indifferente.

«Credimi ve lo avremmo detto» iniziò Steve «ma l’orfanotrofio si prende un periodo di prova e se non lo superi beh…non volevamo dare la bella notizia prima che tutto sfumasse.»

Loki annuì appena.

«E così Tony Stark si è convinto.»

«Veramente è stato lui a convincere me.» Loki lo guardò interrogativo «Vedi ho cercato per anni di convincere Tony ad adottare un bambino, ma come sai “lui è Iron-man” e non voleva avere figli per diventare come suo padre.»

“Uhm mi ricorda qualcuno” si disse Loki.

«Poi un giorno mi sono svegliato ed ho deciso che non potevo più farcela e lui mi ha proposto così di punto in bianco che sarebbe stato bello avere una famiglia. Credo che c’entri un po’ quel ragazzo sai Peter?»

«Il ragazzo ragno?» chiese Loki.

«Si, penso che abbia risvegliato in lui una sorta di istinto paterno e così abbiamo fissato un colloquio, ma anche se sei Iron-man o Capitan America per adottare c’è una fila lunghissima. E poi abbiamo incontrato Mickey: era già grandicello e nessuno lo voleva con sé per questo, ma Tony l’ha adorato fin da subito. Purtroppo Mickey lo vede come Iron-man e trova ancora qualche ostacolo a chiamarlo papà…Tony ci sta un po’ male, ma hanno detto che a volte ci vuole tempo.»

Loki sorrise prima nella direzione del gruppetto intento a giocare poi verso Steve.

«Beh pare che finalmente Iron-man abbia trovato qualcuno da amare più grande del suo ego, senza offesa Capitano.»

I due risero e anche quella strana serata fatta di sorprese inaspettate passò piacevolmente. Una volta giunti a casa i piccoli erano entusiasti e non volevano saperne di dormire così i genitori fecero non poca fatica a metterli nel letto a castello in legno bianco della stanza che condividevano.

«Papà posso portare Trick da Mr.J domani per farglielo conoscere?» Chiese Fred con Trick in braccio  dal lettino di sotto.

«Papà possiamo invitare Mickey a dormire a casa nostra?» fece Kate dal lettino di sopra. 

«E in caffetteria?»

«Papà se Fred ha un gatto io posso avere un cane?»

«Per stasera basta richieste per voi due, adesso è ora di dormire.» Ripose Loki dando un bacio ad entrambi ed un grattino a Trick. Poi anche Thor si avvicinò. 

«Notte papà» disse Kate buttandogli le braccia al collo. 

«Notte piccola guerriera…»

«Notte papà!»

«Notte maghetto e notte anche a te palla di pelo» il micino gli soffiò contro appena poi si acciambellò tra il collo e la spalla di Fred. 

I genitori uscirono spegnendo la luce. 

«Papà ehm potresti?» chiese Fred rivolto a Loki.

Il moro sorrise e lanciò un incantesimo: dei pappagalli di polvere verde iniziarono a volare per tutta la stanza poi, quando cadevano in picchiata, diventavano dei pesci. Il bimbo sorrise guardando quelle illusioni viventi e lentamente crollò addormento come la sorellina e il suo nuovo amico.

«Beh pare sia ora di dormire anche per noi» disse Thor chiudendo la porta dei bambini alle sue spalle e avvicinandosi a Loki.

«Si e poi mi è preso una specie di mal di testa.»

«Il piccolo Mickey aveva davvero la febbre sai? Me l’ha detto Tony.»

«Uhm vedrai che mi basterà un incantesimo e domani sarò come nuovo.»

«Lo spero anche perché ti devo un dolcetto no?» scherzò Thor.

Loki gli diede un bacio veloce.

«Domani Thor domani.»

L’indomani era domenica e puntualmente alle 8.15…

«Papà Fred fa l’antipatico e non mi lascia vedere i cartoni!»

«A quest’ora c’è il documentario dei giovani esploratori!»

«Antipatico!»

«Strega!»

Thor si girò nel letto e si avvicinò a Loki.

«Buona domenica amore.»

«Uhm» mugnò l’altro.

«Tesoro stai bene?»

Loki si girò: era uno straccio. 

«No, ho la febbre! Non ho chiuso occhio e non riesco a curarla maledizione.»

Thor gli posò un bacio sulla fronte.

«Forse hai preso freddo mentre eri un pipistrello?» provò Thor.

«Forse i germi di casa Stark hanno attentato alla mia vita?! Ti ricordo che non ho problemi col freddo io!»

Thor rise.

«Oh avanti! Adesso riposati. Vado a farti un tè caldo» e si alzò.

Loki si sentiva a pezzi e voleva solo dormire, ma avvertì dei piccoli passi sul letto e si ritrovò il volto di un micio a pochi centimetri dal suo.

«E tu che ci fai qua? Vorresti giocare?»

Ma il piccolo si fece spazio nelle coperte accanto a lui.

«Ah ho capito stai scappando dai terremoti viventi, però questo è il mio letto» il micio iniziò a fargli le fusa contro il collo e si acciambellò. «Uhm e va bene per oggi passi, ma se vuoi vivere in questa casa sei avvisato: la sveglia è alle 8.15 tutte le domeniche, nessuna esclusa!»

 

Passarono gli anni e i loro figli crebbero. Mentre su Asgard Thor e Loki ci avevano messo diversi secoli per diventare anche solo adolescenti sulla Terra, Fred e Kate, crebbero in men che non si dica.
Erano figli di due semidei potenti, ma ci volle comunque del tempo perché i genitori intuissero le loro capacità.
Entrambi avevano conosciuto fin da piccoli le arti magiche grazie a Loki e alla nonna: Kate si destreggiava con gli incantesimi, ma Fred era più bravo! D’altro canto per volere di Odino anche l’arte della guerra era stata insegnata loro e a nulla erano valse le lamentele di Loki: Fred se la cavava, ma Kate era più brava!
Altrettanto facile non fu intuire i loro poteri innati: se Fred piangeva si scatenava una bufera di neve (anche in pieno agosto) se Fred rideva troppo si fulminavano le lampadine di casa come per un sovraccarico!
Se Kate era arrabbiata lampi e tuoni squarciavano il cielo, se iniziava a canticchiare allegra non era raro che nevicasse in casa.
I genitori non sapevano proprio come raccapezzarsi, ma non dovettero attendere troppo. A dieci anni entrambi i figli iniziarono a manifestare le loro potenzialità.
Il primo a scoprirle ovviamente fu Fred.
Un pomeriggio di dicembre la famiglia aveva deciso di fare un viaggio in Canada.
Era ormai da molto tempo che Mr.J. voleva mostrare loro la piccola foresta di aceri che circondava la casa di Mrs. Steven e quella parve loro l’occasione adatta. Thor in perfetto completo da taglialegna decise di portare Fred in giro per i boschi.
Ad un certo punto però i due scrutarono due cacciatori intenti a tenere sotto mira un alce con intenzioni tutt’altro che buone. Ma inaspettatamente, davanti agli occhi del padre, Fred aveva alzato le mani e innalzato un muro di ghiaccio in difesa di quella creatura permettendole di darsi alla fuga mentre i due cacciatori erano corsi via spaventati. Il bimbo aveva ancora le mani sollevate e faceva respiri profondi quando Thor posò lo sguardo su di lui stupefatto.
Appoggiò una mano sulla sua spalla; il bambino allora alzò lo sguardo e gli sorrise.
Il Dio del Tuono capì all’istante che suo figlio sarebbe diventato un signore del ghiaccio e ne fu felice.

Per Kate fu diverso: era estate e dopo le insistenti richieste dei bambini Loki si era convinto ad affittare una casa al mare. Mentre Fred si perdeva per ore nell’acqua alla ricerca di qualunque cosa di interessante, Kate preferiva tentare di fare amicizia.
Un giorno però la piccola non venne invitata al compleanno di un’amichetta e la cosa la ferì molto.
Entrò in casa di corsa e Loki fece appena in tempo a vederla mentre usciva sul retro, ma era pur sempre suo padre e non gli sfuggirono le sue lacrime.
Sarebbe uscito per consolarla, ma la osservò mentre raggiungeva il litorale. La bambina sollevò lo sguardo verso il cielo e chiuse gli occhi. Il cielo, terso fino ad un minuto prima, si oscurò di colpo e tutt’intorno si fece grigio. Una danza di fulmini iniziò a scendere dall’altro, circondando la piccola, ma senza farle alcun male: al contrario fu come se quei fulmini la stessero proteggendo da qualcosa.
Loki la fissava spaventato e ammirato allo stesso tempo. Dopo pochi istanti Kate aprì gli occhi e sollevate le braccia ricacciò i fulmini verso il cielo che tornò terso. La bimba si girò ed inspirò profondamente.
Loki capì che sua figlia sarebbe diventata una signora delle tempeste e ne fu felice, ma al contempo spaventato.  
Se non fosse riuscita a  controllare l’oscurità e fosse accaduto come a lui forse…
La bambina alzò lo sguardo e lo vide sulla porta; Loki allora si piego sulle ginocchia ed aprì le braccia. La piccola gli corse incontro e suo padre la strinse forte a sé; no, a sua figlia non sarebbe toccata la sua stessa sorte. Non lo avrebbe mai permesso. 

I ragazzi crebbero anche nell’aspetto e nelle loro passioni.
Fred divenne un giovane alto e forte come Thor, ma per niente borioso. Era anzi un po’ timido, tranquillo e per inclinazione amava studiare e qualsiasi cosa riguardasse la natura.
Poteva passare intere giornate ad osservare delle formiche costruire un formicaio o semplicemente guardare le foglie che cadevano dagli alberi. Se non fosse stato per i genitori avrebbe passato ore solo sui libri e quando alla fine lo obbligarono a scegliere uno sport trovò che il nuoto avrebbe fatto al caso suo. 

Kate invece divenne bella quanto forte. Agli occhi di tutti poteva sembrare una giovane indifesa coi suoi occhioni azzurri e i lineamenti fini ed eleganti di Loki. Ma la ragazza era in tutto e per tutto una guerriera, amava gli sport e primeggiava in tutti!
Aveva una schiera di ammiratrici ed ammiratori al seguito e le piaceva stare al centro dell’attenzione. Quanto allo studio beh… il fratello bastava per entrambi. 

Era un pomeriggio di maggio quando Fred entrò in camera sua sbattendo la porta.
Trick si tirò su dal letto guardandolo severo.

«Scusami» disse il ragazzo avvicinandosi al letto, poi sedendosi iniziò ad accarezzarlo «sono un po’ nervoso oggi, colpa di Kate…diciamo». Il suo amico lo guardò coi suoi occhioni verdi ed iniziò a fare le fusa poi gli si avvicinò e si acciambellò su di lui. Fred sorrise: Trick capiva sempre quando aveva bisogno di conforto.

Gli anni erano passati anche per lui e non possedendo la semi-immortalità di Fred era poco a poco invecchiato mentre Fred era diventato un giovane forte e bello. I capelli biondi e lisci tagliati poco sopra le spalle gli ricaddero in avanti, se li scostò sfiorandosi il leggero strato di barba che aveva iniziato a ricoprigli il mento e le guance.
Nel fisico ricordava in tutto e per tutto Thor, ma non negli occhi. Quegli stessi occhi velati in quel momento da una sorta di tristezza.
Di lì a qualche mese avrebbe compiuto diciotto anni e quello era il suo ultimo ballo di fine anno, ma non era questo a preoccuparlo; solo la sorella e il suo micio sapevano il perché.
Mentre se ne stava immerso nei suoi pensieri qualcuno bussò delicatamente alla porta.

«Entra pure papà.» Avrebbe riconosciuto quel tocco ovunque, del resto viveva con due veri e propri terremoti viventi, ma quello era completamente diverso. 

«Sei a conoscenza del fatto che se rompi la porta della tua stanza farai lavoretti finché non l’avrai ripagata interamente vero?» Chiese Loki entrando nella stanza, ma non era arrabbiato piuttosto gli sorrideva. 

«Scusa sono solo molto nervoso» rispose il figlio continuando ad accarezzare il suo micio. 

«Oh lo vedo. Stai accarezzando il povero Trick come se volessi strappargli via il pelo» e si sedette accanto a lui sul letto. 

«Lo accarezzo sempre così.»

«Oh in questo caso come se non avessi detto nulla.» Suo figlio rise. «Che c’è Freddi?»

Il ragazzo abbassò lo sguardo: una cosa c’era, ma non se la sentiva in quel momento. 

«È per la storia della festa» mentì. 

«Che c’è che non va?»

«È solo che i miei amici vogliono convincermi ad invitare qualcuno per stasera, ma io vorrei solo andare a divertirmi con loro»  scusa ridicola, l’avrebbe sicuramente beccato, pensò. 

«E tu vai con loro e portati tua sorella.»

«Eddai papà Kate è al suo primo anno di liceo…»

«Tua sorella non si farà di certo problemi a fare amicizia con ragazzi più grandi se è questo che temi.»

Fred sorrise «Si in effetti Kate non è certo tipo da farsi problemi.»

«Sicuro che non ci sia altro?» indagò suo padre.

«Sicuro» rispose il figlio sorridendogli. Il padre lo guardò un momento. 

«E va bene, allora credo che dovresti iniziare a prepararti, se tua sorella ti occupa il bagno non riuscirai nemmeno a farti una doccia.» disse alzandosi ed andando verso la porta.

«Si adesso vado.»

“Non ci credo che se l’è bevuta davvero” pensò il ragazzo.

«Ah e Fred » il ragazzo alzò la testa «qualunque cosa ti preoccupi, per davvero intendo,» 

“Ecco appunto”

«sai che puoi parlarmene quando vuoi» e sorridendo uscì. 

“Non credo sarà così facile stavolta.”

Loki sospirò mentre scendeva le scale e scosse la testa. Stava diventando difficile aiutare i suoi figli quando non gli raccontavano la verità, ma sapeva anche che Fred alla fine gli diceva sempre tutto.
Arrivato a metà scale vide la porta di casa aprirsi e Thor entrare col cappuccio tirato sulla testa.

«Ehi sei andato dal parrucchiere allora? »

Il biondo sbuffò qualcosa e si diresse al frigo.

«Ehm ok» scese le scale e lo raggiunse «hai deciso di far piovere in casa o vuoi toglierti il cappuccio? Ti si rovinerà la piega Dio del Tuono» ma Thor si girò senza sorridergli, tutt’altro era tremendamente arrabbiato.
«Thor che c’è?»

«Non andrò mai più dal parrucchiere.»

«E perché?»

«Oggi non c’era il figlio, mi è toccato il padre, un vecchietto che fa anche il barbiere.»

«E quindi?» Continuò Loki avvicinandosi e indagando con lo sguardo.

«Quindi…» sospirò il biondo e si tolse il cappuccio provocando un attentato alla mandibola di Loki. 

I suoi bellissimi capelli lunghi erano diventati… corti!

«Thor che hai fatto ai capelli?» boccheggiò Loki.

«Avevo detto solo una spuntatina, maledizione a quel vecchietto da strapazzo! Ha detto “Sei un uomo o una barbie?” E così me li ha rapati» abbassò lo sguardo «sono terribili vero?» 

Loki cercò di recuperare un contegno «Beh non sono i tuoi capelli» Thor mise su una faccina tristissima, ma l’altro rimediò subito. «Però» disse avvicinandosi sensuale e portandogli le mani dietro la testa «trovo che tu sia comunque molto sexy.» Ed iniziò a carezzarlo dietro la nuca.
Thor allora sorrise come uno scemo…letteralmente. 

«Si, in effetti non sono poi così male» aggiunse mentre se lo tirava contro per i fianchi. «Allora» disse guardandolo «non me lo dai un bacio per dimostrarmi che mi ami anche con questi capelli?»

«Ogni scusa è buona non è vero?» gli sorrise lui e si avvicinò per baciarlo, ma in quel momento le scale tremarono.

«Papà secondo te quale vestito…OH MIEI DEI! Papà cos’hai fatto ai capelli?»

Loki guardò la figlia severo per la “troppa delicatezza” mentre Thor si rattristò di nuovo.

«Kate tesoro che c’è?»

«Oh giusto, quale vestito devo mettere secondo te?» chiese Kate con due vestiti tra le mani, uno azzurro e uno giallo. 

Loki si allontanò appena dal compagno e guardò la figlia «Kate, me lo hai già chiesto almeno cinque volte, perché non metti quello arancione che ti ha regalato Nat?»

«Perché non riesco a trovarlo.»

Il moro sospirò.

«Hai guardato nell’armadio?»

«Ma certo.»

«Anche sotto la montagna di vestiti che hai detto che avresti stirato…il mese scorso?!»

La ragazza fece per rispondergli poi si bloccò e si diede una pacca sulla fronte.

«Ma certo! Grazie papà sei un genio!» salì qualche gradino e si bloccò «Ma vi stavate baciando di nuovo come due ragazzini?»

I genitori ancora vicini arrossirono di botto e balbettarono qualcosa di incomprensibile. 

«Vabbè vabbè io vado a vestirmi, ah papà comunque ti stanno bene i capelli» e corse di sopra mentre Thor tornò d’improvviso di buon umore, poi si rivolse al compagno. 

«Senti tesoro, ma noi che facciamo stasera?» Chiese suadente.

Loki sorrise.

«Veramente avrei in mente qualcosa, ma te lo dico più tardi.» E dopo avergli dato un bacio veloce si diresse in salotto. 


Qualche ora più tardi la famiglia arrivò davanti alla scuola in auto.
«Mi raccomando ragazzi!» fece Loki alla guida: in diciotto anni aveva imparato a guidare molto bene mentre Thor… 

«Papà stiamo andando al ballo della scuola non a combattere una battaglia col nonno.»

«In che senso Kate, di che battaglia parli scusa?» chiese Loki voltandosi all’improvviso.

«Ehm»

Ma Thor le venne in soccorso.

«Divertitivi ragazzi e Fred mi raccomando non fare strage di troppi cuori.»

«No certo papà» disse Fred imbarazzato.

Loki si sbatté una mano in faccia mentre Thor sorrideva orgoglioso. I ragazzi scesero dalla macchina e li salutarono.

«Fred» chiamò Loki, il ragazzo si girò. Per un attimo a Loki mancò il fiato, gli sembrò di rivedere Thor secoli prima, ma con due occhi diversi «divertiti mi raccomando» gli disse gentile.

Fred sorrise e raggiunse la sorella che intanto si stava sbracciando «Mickey! Sono qua!» Urlò rivolta al cugino più piccolo che se ne stava seduto sulle scale evidentemente ad aspettarla. Era una scuola che aveva sia le classi delle medie sia delle superiori e così i ragazzi potevano partecipare alla festa  tutti insieme.
Il ragazzo salutò gli zii che contraccambiarono il saluto dall’auto. 

«Bene i ragazzi li abbiamo lasciati. Allora cos’è che vorresti fare adesso?» disse Thor avvicinandosi suadente a lui. 

«Sai non mi dispiacerebbe fare qualcosa di diverso stasera» disse seguendo con lo sguardo i figli che entravano nella scuola. 

«Sarebbe?»

Loki si girò e lo guardò con un sorrisetto. 

«Che ne diresti se andassimo a divertirci un po’?»


Qualche ora dopo Thor e Loki fecero ritorno alla scuola.

«Ti sei divertito?»

«Si ci voleva qualcosa di diverso dalle solite serate a cena fuori.»

«Stai dicendo che trovi noioso uscire a cena con me?» lo rimbeccò Loki

«N-no non volevo dire questo…O guarda ci sono i ragazzi.» I figli erano seduti sulle scale ad aspettarli.

«Strano che i ragazzi siano già fuori, siamo noi quelli in anticipo» osservò Loki facendo cenno ai suoi figli.

«Si tesoro però voltati un attimo.» 

Loki si girò verso di lui e Thor ne approfittò per dargli un bacio dolce, ma sensuale.

«Avevi dei cristalli di zucchero sulle labbra» gli disse in un soffio. Loki arrossì, ma cercò di ridarsi un contegno perché in quel mentre i ragazzi aprirono le portiere e salirono in auto.

«Com’è andata ragazzi?» Chiese schiarendosi la gola. 

«Bene» risposero i figli all’unisono, ma non sembravano troppo convinti. I genitori si accorsero che qualcosa non quadrava, ma si scambiarono uno sguardo d’intesa e fecero finta di nulla.

«E va bene allora andiamo a casa? Sarete stanchi dopo una serata così divertente e i vostri vecchi hanno bisogno di dormire perciò…» disse Loki riaccendendo la macchina.

«E voi?» Chiese Kate

«Noi cosa?» Disse Thor.

«Che avete fatto stasera? »

«Oh abbiamo passato una serata noiosissima, sapete com’è …vero Loki?»

La figlia non sembrava molto convinta; sniffò un po’ l’aria dentro la macchina.

«Noiosissima…papà c’è odore di zucchero filato e pop-corn» fece notare la figlia.

«Davvero?Strano» aggiunse Thor.

Fred non proferiva parola e teneva lo sguardo fuori dal finestrino. 

«E questo pupazzo?» fece Kate sfilando un elefantino di peluche da sotto il sedile «Maledetti! Siete andati al luna park senza di noi, vero?!»

«Forse» fece Loki alzando le spalle.

«Siete ingiusti, da quando ci lasciate indietro per andare a divertirvi senza di noi?» 

«Aspetta aspetta, ma non vi stavate divertendo ad una certa festa voi due?» aggiunse Loki guardando nello specchietto retrovisore. Fred continuava a guardare fuori. 

Kate stette in silenzio. 

«Quindi?» provò Thor. 

La ragazza non riuscì a trattenersi oltre e scoppiò. 

«È stata tremenda! La musica terribile, cibo pessimo…Mickey invece si è divertito, credo …ah e gli amici di Fred sono degli stronzi.»

«KATE!» la sgridò a quel punto il fratello.

«Oh andiamo hanno provato tutta la sera a spingerti tra le braccia di quella Nancy solo perché volevano provarci con le sue amiche. Non so proprio come sopporti di stare con dei tipi così Fred. E poi… che avevi stasera?»

«Zitta Kate!»

Thor intervenne. «Ragazzi potevate chiamarci.»

«Oh avanti papà cosa dovevamo fare, farci venire a prendere come due marmocchi? Non siamo più bambini!»

«Beh se la pensi così, magari i vostri papà potrebbero portarvi a casa e tornare a godersi la serata. Mi stavo divertendo a vincere qualche peluche per vostro padre» aggiunse il biondo facendo una strizzata d’occhio al compagno che alzò gli occhi al cielo. 

Kate spalancò gli occhi. 

«Hai giocato ai tiri a segno senza di me? Papà quello lo facciamo insieme da quando sono piccola!»

«Ma hai appena detto che non sei più una bambina.» 

La ragazza ci pensò e si avvicinò al padre alla guida.

«Papà possiamo andare al luna park? Così posso dare una lezione a papà.» Fece angelicamente.

Loki sorrise.

«E va bene Kate, ma ti prego… evita di riempirmi casa di orsi di peluche come l’ultima volta! Ho dovuto regalarli ai clienti della libreria come omaggio per San Valentino.»

«Non posso promettertelo, ma ci proverò!»

«Ok, andiamo allora.» Loki e Thor si sorrisero: una l’avevano sistemata, adesso mancava Fred.

Appena arrivati al Luna Park Thor e Kate si fiondarono fuori dall’auto e corsero verso le giostre. Loki e Fred restarono indietro: il ragazzo sembrava molto pensieroso. 

«Fred vuoi parlarne?»

«No.»

«Fred» tentò di nuovo suo padre. 

«Papà non mi va ok? Non adesso almeno.»

«E va bene, allora quando te la sentirai, hai molto a cui pensare in questo periodo con la fine della scuola, i progetti.…» sorrise «sai quando sei nato tuo nonno voleva subito parlare del tuo futuro, mi ricordo che mi arrabbiai tantissimo. Gli dissi che avevi tutta la vita per decidere chi diventare e in realtà lo penso ancora Fred.»

Il figlio lo guardò, il padre aveva gli occhi leggermente lucidi.

«Scusa dev’essere che è la sera del tuo ultimo ballo, ma non è il momento giusto per pensarci!»

Non avrebbe retto oltre. Doveva dirglielo in quel momento o mai più; prese coraggio «Papà io…» iniziò, ma un grido in lontananza lo interruppe. 

«Ehi, ma non venite?» li richiamò Kate che ancora in abito da festa teneva in mano un fucile a pallini «Coraggio Fred se mi fai un sorriso ti vinco un peluche a forma di gatto!»

Loki sorrise a suo figlio.

«Che ne dici di lanciare qualche incantesimo sui giochi a cui si sfideranno quei due e divertirci un po’?»

«Per gli dei papà sei terribile…» disse il figlio maggiore scuotendo la testa, poi ci ripensò; dopotutto un po’ di svago gli serviva. Decise che la sua confessione poteva aspettare «In fondo… perché no?»

I due si sorrisero ed insieme si diressero dal resto della loro famiglia.

 

Qualche ora più tardi in auto…

«Non è possibile non ho vinto nemmeno un premio!»

«Thor tesoro tu non dici nulla?»

«Uhm!» sbuffò il biondo.

«Come?» riprovò Loki.

«Beh papà anche tu stasera sei stato sfortunato.» Continuò Kate.

I due avevano tentato ogni sorta di gioco a premi, ma quella sera avevano fallito in pieno: sbagliavano la mira coi fucili, i birilli non cadevano e Kate non aveva fatto nemmeno un canestro.
Certo se anziché guardare con sguardo omicida i giostrai si fossero girati avrebbero notato che gli altri due se la ridevano sotto i baffi.

«Oh avanti Thor può succedere di avere sfortuna!» insistette Loki.

Ma il compagno incrociò le braccia e messo il broncio fissò lo sguardo in avanti.
Arrivati a casa i ragazzi salirono al piano di sopra salutando i genitori mentre Thor e Loki rimasero al piano di sotto. Loki pensò fosse il caso di far sorridere di nuovo il compagno.

«Tesoro mi prepareresti una cioccolata calda?»

Thor lo guardò interdetto.

«Ma amore è maggio» gli guardò un momento la pancia «ma non è che?»

«Non aspetto un altro figlio se è questo che ti stai chiedendo Thor! Miei Dei! Come sai essere limitato. È solo che mi è venuto freddo e vorrei qualcosa di dolce. Certo sempre che tu sappia ancora preparare la cioccolata meglio di come tiri al bersaglio» fece dispettoso. 

«Questo è un colpo basso» gli disse Thor guardandolo «è assurdo riesco sempre a vincere ed anche nostra figlia e stasera invece solo un misero pupazzetto a forma di elefante ad iniziò serata.»

«Oh avanti Thor non si può sempre vincere nella vita lo sai!»

Il biondo alzò le spalle.

«Che giornataccia!» poi guardò il compagno «Se hai freddo perché non vai a fare un bagno caldo? Ti porto la cioccolata di sopra.»

«Se insisti» il moro gli diede un bacio veloce sulla guancia e si defilò al piano di sopra. 

Dopo circa un quarto d’ora Thor entrò in camera e gli porse la sua tazza di cioccolata con gli immancabili zuccherini a forma di cuore che ormai Loki conosceva bene. Era rimasta una cosa loro. 

«Grazie» gli disse Loki dolce ancora avvolto nel suo accappatoio verde scuro, i cappelli appena umidi. 

«Uhm però mi dispiace non averti vinto qualcosa di più di quell’elefantino»

«Thor sei ancora lì, davvero?» e si sedette sul letto iniziando a bersi la cioccolata calda. 

Il biondo si grattò in testa con fare pensieroso. 

«È solo che era così strano. Per esempio col fucile a pallini. Io prendevo al mira, ma i proiettili andavano da tutt’altra parte come-come…»

«Come una magia?» gli fece Loki suadente.

«Si esatto come…» Thor si bloccò e fissò il compagno «un momento…siete stati voi!»

«Non so di cosa parli.» 

«Giuro che mi vendicherò.»

Il compagno appoggiò la tazza sul comodino, si alzò e gli si fece vicino provocante.

«Voglio proprio vedere come tu e il tuo nuovo taglio pensate di riuscirci.»

Così da vicino Thor lo osservò bene. Loki non sembrava invecchiato di un giorno da quando era nato Fred. Certo i lineamenti di entrambi erano ormai più maturi, ma anche se erano passati gli anni il tempo era stato clemente con loro…del resto erano pur sempre due semidei. Il biondo non resistette oltre e lo bacio intensamente.

«L’hai voluto tu» e  continuando a baciarlo lo sollevò; l’altro si allacciò a lui sorridendo contro le sue labbra.  

Tentò di stringergli i capelli, ma erano davvero troppo corti e non ci riuscì «Maledizione» sbuffò frustrato. Thor rise e lo fece ricadere sul letto.

«Pare che io abbia trovato un modo per vendicarmi su di te anche senza volerlo»

Disse chinandosi su di lui ed iniziando ad allentargli l’accappatoio.

«Conserva il fiato Thor, ti servirà, del resto…non sei più giovane come una volta.» Aggiunse Loki mefistofelico. 

«Adesso hai detto troppo» e gli tolse il fiato con un bacio. 


Intanto Kate bussò col suo tocco “leggero” alla porta aperta della camera di Fred. Ormai erano troppo grandi per condividere la stanza e così Thor aveva costruito un muro e diviso le stanze, ma entrambi avevano comunque abbastanza spazio. 

«Ehi Kate, non vai a dormire?» disse il ragazzo mentre si infilava una maglia e si metteva seduto sul letto. 

«Stavo andando.» disse la ragazza e accarezzò Trick che se ne stava sul letto a guardare Fred «L’hai detto a papà?»

«Tu che dici? Nessun cataclisma, il Ragnarok non si è verificato per cui…no, non ancora.»

«Sai che devi farlo, il diploma è alle porte.»

«Lo so Kate, ne abbiamo parlato anche oggi no?… Domani lo farò, ok?»

La sorella sospirò e gli si sedette accanto. «Hai paura di cosa penserà?»

«No Kate so esattamente cosa penserà e credimi mi andrà bene se non mi tramuterà in un oggetto da arredamento.» 

«Mi dispiace per stasera immagino che ci tenessi a distrarti un po’.»

Il fratello fece spallucce «Non più di tanto e poi diciamo che mi sono rifatto vedendo te e papà che tentavate di vincere ad ogni costo.»

«Mi ci sono rimessa la paghetta accidenti! Era proprio strano, era come se fossimo sotto una sorta di…incantesimo» rise poi ci pensò e guardò il fratello «un attimo, tu e papà non avete fatto nemmeno una giostra ed eravate sempre lì con noi.»

«Davvero?» Fece Fred con poca convinzione.

La ragazza divenne livida di rabbia.
Trick intuì la tempesta imminente ed abbandonò il letto di corsa.

«Fred! Siete stati voi non è vero?»

A quel punto il fratello esplose in una fragorosa risata. 

«Ahah avresti dovuto vedere la tua faccia Kate.»

«Io ti distruggo Fred! PAPÀ! Fred mi ha fatto qualche incantesimo al parco giochi! Papà!»

«Sei la solita piagnucolona Kate, mai una volta che non chiami i papà! Altro che guerriera! É un bene che il nonno non ti abbia portata in battaglia quel giorno a Vanaheim, avresti di certo chiamato i nostri genitori anche lì!» disse Fred prendendola in giro. 

La ragazza, ferita nell’orgoglio,  balzò in piedi fissandolo minacciosa, piccole scintille uscirono dalle sue mani.

«Questa la paghi Fred Odinson!»

Il ragazzo fece altrettanto e la guardò con occhi di sfida.

«Fatti sotto sorellina» disse mentre lentamente diventava blu. 


Erano ormai finiti sotto le coperte quando, avvertendo urla e grida di battaglia, i genitori si fermarono e si guardarono. «Dici che dovremmo andare di là?»

Thor guardò la porta poi guardò il compagno.«Naaah ormai sono grandi possono vedersela da soli.»

«Ah perché quando erano piccoli ci pensavi tu vero?» rise il moro «forse dovrei rinfrescarti la memo…mmm Thorrr»

Il biondo si stava muovendo sensuale sopra di lui «Magari dopo ok? »
Il moro si zittì e lasciò che il compagno lo baciasse e si dedicasse a lui, ma Thor si bloccò e lo guardò negli occhi 

«Loki» gli sussurrò.

«Si?»

«Ti amo.»

Loki gli sorrise. «Lo sai detesto quando mi guardi così.»

«Perché?» 

«Perché non riesco a tirare fuori nessuno dei miei inganni e io ne sono il Dio!» si sorrisero poi Loki aggiunse dolcemente «…Ti amo anch’io Thor Odinson.»
E senza badare alla battaglia che stava infuriando nell’altra stanza e avrebbe di certo provocato danni alla casa, si rifugiarono semplicemente in quel momento tutto per loro.


L’indomani era una bella domenica di sole, Fred scese in cucina e vide i suoi genitori intenti a far colazione «Papà» esordì il ragazzo.

«Ehi Freddi 10.35 oggi? Una volta tu e tua sorella eravate molto più mattinieri.»

Scherzò Thor sorridendo complice al compagno. Intanto anche Kate scese le scale e sbadigliando con poca grazia si sedette su una delle sedie alte  attorno all’isola della cucina.

«Buongiorno piccola guerriera» disse il biondo seduto vicino alla figlia.

«Yaaawn giorno»

«Però Kate quanta grazia» la riprese il fratello.

«Ma sta zitto Freddi» ed iniziò a dedicarsi ai suoi cereali.

«Credevo che dopo la lezione che ti ho dato ieri sera avresti dormito tutto il giorno.»

«Intendi dopo che ho fatto piovere in camera tua e ti sei lamentato come un ragazzino? Si in effetti mi è costato qualche energia, ma non più di tanto.»

«No, intendevo quando ti ho letteralmente congelato i piedi nel bel mezzo del corridoio e tu hai iniziato a sbraitare che ti sarebbe venuta la febbre per colpa mia.»

«Non mi sembra proprio!»

«Ah si? Chiediamolo ai papà allora, voi non l’avete sentita? Gridava come un’aquila!»

I genitori si scambiarono uno sguardo veloce: no, in effetti in quel momento erano leggermente impegnati in altre occupazioni.

«Che programmi hai per oggi?» domandò Loki al figlio maggiore troncando sul nascere quella domanda.

«Ehm nulla di speciale penso che studierò un po’…e voi?»

«Lo zio Steve ci ha invitati tutti per pranzo così possiamo  passare un po’ di tempo con loro.»

«Ah bene, mi andava proprio di vedere Mickey, lui si che sarebbe un ottimo fratello» disse Kate guardando male Fred.

Il ragazzo sorrise, dopotutto si divertiva un mondo a bisticciare con sua sorella e tanto alla fine non erano mai vere litigate.
Poi d’improvviso si fece serio ed iniziò a giocare con le uova che aveva nel piatto sotto al naso. Loki lo notò.

«Freddi tutto ok?» 

Il ragazzo prese un respiro.

«Io ehm… veramente vorrei parlarvi dei miei piani per dopo il liceo.» 

Kate mandò un boccone giù a fatica. 

«Oh grandioso maghetto» Fred buttò gli occhi al cielo, anche se aveva quasi diciotto anni suo padre lo chiamava ancora come quando era bambino «a che hai pensato? Aspetta non dirmelo, vuoi andare a studiare zoologia marina o una cosa così al college di San Francisco vero?» provò Thor con la bocca piena di bacon.

«Veramente…»

«Oh avanti Thor può andare a studiare dove vuole. Lo avevamo detto! Anche in Europa! Ci sono ottime scuole a Cambridge con corsi di scienze naturali!»

«Papà…»

«Loki, Cambridge? È lontanissimo.»

«O per l’amor di Odino Thor! Non è mica piccolo da dover rimanere vicino casa. Tornerà a trovarci!»

«Parli tu che quando era piccolo non riuscivi nemmeno a lasciarlo a Capitan America in persona  per uscire una sera a cena.»

«Colpo basso Thor! E poi aveva solo due anni!»

Quel battibecco sarebbe durato ore se Fred non avesse fatto sentire improvvisamente la sua. 

«Io non voglio andare al college!»

I genitori si voltarono verso di lui e lo fissarono.

«Come scusa?» chiese Loki.

«Oh avanti Fred certo che vuoi andare al college! Da quando sei nato vivi di libri e di animali e di … animali e libri e… natura!» insistette Thor. 

«Appunto la natura! È proprio questo che mi manca! Studio da anni e sapete quanto io ami le scienze, ma ho capito che voglio studiarle da vicino con delle… esplorazioni!»

Loki lo guardò tranquillo.

«Beh allora hai pensato all’Australia? È pieno di animali meravigliosi da studiare e potresti andare con Bruce quando torna da uno dei suoi viaggi in India. Oppure potresti partire con gli studi del Dottor Pym» disse Loki iniziando a raccogliere i bicchieri e le tazze vuote dal tavolo per portarle nel lavandino.

«No io, io conosco già molte delle specie in natura sulla Terra…ecco io vorrei studiare qualcosa di nuovo. Di diverso e sconosciuto per documentarlo…e vorrei…vorrei partire da Jotunheim.»

Le tazze scivolarono nel lavandino cozzando l’una con l’altra, poi calò il silenzio nella stanza.

«Non se ne parla» disse Loki con tono fermo dopo un momento. 

Thor che aveva quasi rischiato di strozzarsi con del bacon lo guardò apprensivo «Loki…»

«Papà perché?»

«È fuori discussione, non sai di cosa parli Fred…» e si mise a raccogliere i pezzi di una tazza che si era rotta poco prima.

«Papà quel regno è pieno di creature ancora sconosciute, lo ha detto anche la nonna. E poi sono le mie origini è mio diritto sap…»

«Le tue origini? LE TUE ORIGINI? Se fosse stato per le tue origini non saresti nemmeno venuto al mondo Fred ed io di certo non sarei qui.»

«Ma tu mi hai già portato su Jotunheim.»

«Si è vero. Con tuo nonno! Sai il Padre degli Dei che tutti temono? E c’è andata fin troppo bene. Hai visto cosa sarebbe potuto accadere con quella bestia!»

«Si, ma non è successo! Perché? Papà io voglio sapere! E non posso farlo studiando solo su vecchi libri della biblioteca di Asgard!»

«Papà» provò Kate «forse dovresti ascoltarlo, sai quanta passione dedica Fred a…»

«Silenzio Kate sto parlando con tuo fratello» disse suo padre autoritario.

Kate si ammutolì. Suo padre non si arrabbiava mai, ma se lo faceva…nemmeno il Dio del Tuono incuteva tanto timore. 

«Credi che la tua vita conti così poco Fred? Che io ti lasci andare così in un posto che ti condannerebbe a morte certa?!»

«Tu non puoi decidere cosa fare della mia vita.» si scaldò il ragazzo alzandosi «Posso scegliere da solo! Ho i miei poteri a difendermi!»

«Oh in questo caso te li puoi anche scordare» e alzò una mano verso il figlio. 

«LOKI FERMO!» Tentò Thor, ma ormai l’incantesimo era stato lanciato. 

Fred per un attimo si sentì debole poi triste come se qualcosa gli fosse stato portato via togliendogli una parte di sé stesso; gli ci volle un attimo per capire cosa fosse successo.

«Mi-mi hai tolto i poteri.» Fece incredulo. 

«Si e sarà così fino a che le tue scelte non saranno più ragionevoli.»

«Ragionevoli?» disse il ragazzo con le lacrime che affioravano «Ragionevoli?! Parli tu?» era fuori di sé dalla rabbia e dalla delusione «Tu che di scelte ne hai fatte quante ne hai volute?! Tu che con le tue scelte hai fatto del male? Credi che sia stupido papà? Credi che non sappia cosa hai fatto?»

Quello che avvenne dopo nessuno se lo sarebbe aspettato.
Fred non badò al rumore o al dolore, ma avvertì il bruciore sulla pelle. Quel bruciore che poteva voler dire una sola cosa: quello era il primo e solo schiaffo che avesse mai ricevuto da suo padre.
E sentì male, ma non sulla pelle.
Loki dal canto suo guardò la mano con cui aveva colpito suo figlio e la ritirò di colpo come terrorizzato da sé stesso.
Fred scosse la testa, le lacrime a gonfiargli gli occhi e si voltò.

«Fred»

Lo chiamò Loki, ma il ragazzo lasciò la stanza di corsa. Thor si avvicinò a Loki e lo prese per le spalle.

«Tesoro» ma Loki si divincolò e uscì dalla porta di casa sulla piccola veranda. Rimasti soli in cucina padre e figlia si guardarono.

«Vuoi che ce li dividiamo? Io provo con Fred e tu con papà?» disse Kate incerta. 

Thor si grattò in testa e sospirò.«Non credo avremo molta fortuna Kate»

«E quindi che si fa?»

«Finisci la colazione tesoro» le disse il padre gentile «vedrai che ci inventeremo qualcosa.»

La ragazza annuì, ma alzò lo sguardo apprensiva verso il piano di sopra.
A pranzo bussò alla porta del fratello, ma il ragazzo non le rispose.

«Freddi noi stiamo andando dagli zii, tu non vieni? Fred?» il ragazzo se ne stava sdraiato sul letto con Trick stretto accanto a lui. Non si mosse.

«A-allora a dopo» disse la sorella, la sentì scendere le scale. La guancia bruciava ancora. Lo sapeva, sapeva che sarebbe andata così, era per questo che aveva atteso così tanto per parlarne col padre. 

Sapeva che non lo avrebbe mai accettato, ma era la sua vita accidenti!…Ma sapeva anche che aveva sbagliato a dirgli quelle cose.
Suo padre era sempre stato sincero con lui su tutto. Gli aveva raccontato delle proprietà degli jotun addirittura di come lui non si aspettasse di poter avere bambini e che anche Fred aveva di certo quella capacità.
Poi c’erano alcune cose che gli aveva solo accennato perché in fondo se ne vergognava, ma lui infine le aveva scoperte, come anche Kate a suo tempo: ci era rimasto male a sapere quanto dolore avesse provocato Loki, ma conosceva suo padre. Sapeva che non era l’uomo che gli era stato descritto, non più almeno.
E lui invece? Fred gli aveva sempre detto tutto, i suoi segreti, le sue paure, le sue emozioni. Se c’era qualcuno che lo conosceva davvero per quello che era, quel qualcuno era Loki.
E allora perché si sentiva così incompreso e ferito proprio dalla persona che lo conosceva meglio di chiunque al mondo?
Trick miagolò e lo guardò coi suoi occhioni. Ma il ragazzo non sorrise né si sentì consolato dall’amico stavolta; era come se dentro qualcosa si fosse rotto. 

«No scusa dov’è che vuole andare?!» chiese Tony.

«Su Jotunheim» rispose Thor.

«Assolutamente no!» fece Cap «é troppo pericoloso!»

«Oh avanti Cap in fondo è uno Jotun pure lui!»

«Cresciuto sulla terra e con una natura buona, non selvaggia Tony! Senza offesa Loki» si corresse subito Cap.

«No Steve hai ragione, quella razza non sa cosa sia la civiltà lo ucciderebbero in men che non si dica.»

Thor lo guardava apprensivo, anche Kate alzò lo sguardo su suo padre, poi Mickey gli fece cenno di uscire dal salone. Lo seguì in cucina.  

«Hai parlato con Fred?»

«No, si è chiuso in camera sua. Vorrei aiutarlo, ma non so come fare. Non ho mai visto papà così arrabbiato. Gli ha tolto i poteri!»

«Accidenti! Ma ….Vedrai che si chiariranno Kate, dagli tempo.»

Kate sorrise: al contrario delle aspettative non era diventato il figlio figo di Tony Stark, ma un ragazzo timido e studioso. Suo cugino poi voleva davvero bene a lei e a Fred ed anche ai suoi genitori, anche se non erano davvero parenti.

«Allora com’è stato il tuo ballo di fine anno?»

«Oh mi sono divertito parecchio si, mi è dispiaciuto non vedervi dopo però!»

«Si siamo andati via presto e poi ci siamo dedicati a delle… attività di famiglia ecco.»

Intanto Mickey aveva tirato fuori dal freezer una vaschetta di gelato e aveva dato un cucchiaio alla cugina. I due adoravano mangiare dolci di nascosto, lo facevano da quando erano piccoli ormai.

«Per esempio? Giochi da tavola?» disse il più piccolo tirando su una cucchiaiata di gelato al cioccolato. 

«Beeeeh si una cosa così.» Lo seguì a ruota la cugina. 

 

Quella sera Fred  rimase in camera sua. Loki dal canto suo non toccò cibo né proferì parola, ma si diresse a letto molto presto. Non parlò  nemmeno quando Thor gli si fece vicino e lo strinse forte.
Passò quasi una settimana in cui padre e figlio a malapena si incrociavano.
Nessuno dei due cercava il dialogo con l’altro e per Thor e Kate stava diventando difficile  vivere in quelle condizioni del tutto estranee per la loro famiglia. 

Freddo, ghiaccio e neve. Qualcuno lo inseguiva, un mostro, un mostro gigantesco. E lui correva, correva più veloce che poteva fino a trovarsi in trappola. Si fermò ai piedi di una montagna: un corso d’acqua di fianco e nessuna via di fuga. Vi osservò il proprio riflesso, no, non il suo, ma quello di suo figlio e poi si girò e «NOOO!» Loki si risvegliò gridando e completamente sudato. 

«Amore che succede?» disse Thor accendendo la luce.

«Thor, Fred e quella bestia…»

«Tesoro era solo un incubo, va tutto bene Fred è di là che dorme» gli disse per tranquillizzarlo. 

Il sudore gli imperlava la fronte mentre lentamente cercava di recuperare il respiro. 

«È tutto a posto amore» disse mentre lo stringeva a sé «tutto a posto» aggiunse guidandolo con lui sui cuscini e stringendoselo al petto.

Loki si aggrappò alla sua maglia e respirando profondamente chiuse gli occhi.
Il giorno successivo era sabato ed arrivò presto sera: Fred uscì senza cenare e a nulla valsero le richieste di Thor di rimanere a casa. Non era da lui comportarsi così, ma del resto…
Il ragazzo salutò il padre e la sorella e non considerò minimamente Loki mentre si chiudeva la porta alle spalle. Il moro per tutta risposta cenò in silenzio, si chiuse in bagno un’ora e dopo un lungo bagno caldo  si buttò a letto e si chiuse nel suo silenzio al buio.
Thor decise che quella situazione era durata abbastanza ed entrò piano in camera. 

«Loki» lo chiamò. L’altro era sveglio, lo sapeva, ma stava in silenzio. «Sei ancora spaventato per l’incubo di stanotte? Guarda che era solo un incubo, solo…finzione» disse sedendosi accanto a lui. 

«No. L’ho vista Thor, ho visto quella bestia di quel giorno su Jotunheim, ho visto Fred correre, no anzi ero Fred e avevo…paura! Ho provato la sua stessa paura!»

«Sei solo molto in ansia Loki. Non ti fa bene stare così.»

«Tu non lo sei?»

«Si certamente» Thor si sdraiò alle sue spalle ed iniziò a posarvi dei leggeri baci, poi passò al collo «ma adesso non pensiamoci…» il moro si girò sul fianco ed incontrò le sue labbra in un bacio lento ed intenso.

Thor lo tirò a sé portandoselo sul petto senza staccarsi un solo istante da lui. 

«Mmm Thor….io.»

«Era solo un incubo tesoro, solo un bruttissimo incubo. Adesso devi rilassarti ok?»

Una mano a tenergli il viso, l’altra a scorrergli lungo la schiena. 

«Thor ti prego…»

«Si in effetti mi manca sentirmi pregare da te…» gli sussurrò ad un orecchio sorridendo.
Avrebbe dovuto allontanarlo, come faceva a non essere preoccupato quanto lui? Ma in quel momento si ritrovò ad aver bisogno di tutto l’amore del compagno come non mai. Lasciò che Thor lo baciasse e  semplicemente… si lasciò andare.

Erano le 7.00 di domenica mattina quando rientrò. Era tornato a casa alla fine. La sera era uscito in auto con l’intento di andare lontano, dove non lo sapeva nemmeno lui. Poi mentre si lasciava la città alle spalle si era detto che non avrebbe trovato conforto di notte guidando verso chissà quale meta ed era tornato indietro.
Si era fermato ad osservare il mare e lì era rimasto per ore fino a che non si era sentito un po’ più in pace ed aveva deciso di rientrare.
Una settimana, una settimana che non parlava con suo padre: francamente la cosa iniziava a farlo soffrire parecchio: in fondo amava troppo i suoi genitori e quel silenzio lo stava distruggendo. Ma cosa poteva fare? Per la prima volta non aveva voglia di trovare compromessi perché sapeva che non ce ne sarebbero stati.
Non avrebbe rinunciato al suo sogno anche se avesse voluto dire far soffrire i suoi.
Ma quell’idea era davvero dura…
Entrò cercando di fare meno rumore possibile, non voleva che i suoi genitori si accorgessero che era stato fuori fino a quell’ora.
Si ricordò di una volta in cui era egualmente entrato di soppiatto in casa accompagnato da Mr.J. Era il suo sesto compleanno e stava giocando a nascondino con gli zii e con i genitori.
Loki doveva trovarli tutti e aveva già fatto un egregio lavoro, mancavano solo loro due. 

“Fa piano ragazzo” gli aveva detto Mr.J, ma improvvisamente un rumore era arrivato dalle scale: Mr.J. lo aveva spinto dietro all’isola della cucina prima di venir scoperto da Loki.

“E Fred?” Aveva chiesto suo padre.

“Io proprio non l’ho visto.”

Fred doveva trovare una via di fuga. Chiuse gli occhi.
Suo padre intanto si era avvicinato alla cucina, aveva girato l’angolo dell’isola e…non l’aveva trovato. 

“Uhm, mi sono sbagliato” e un attimo dopo si era sentito un “TANA” echeggiare per tutta la casa. Loki era corso al piano di sopra e aveva trovato Fred che, liberati tutti, aveva vinto la partita. 

“Ma non è possibile ero sicuro che fossi…”

“Ma guarda” aveva iniziato Tony “il Dio dell’Inganno è stato ingannato?”

Il bambino  intanto gli era corso incontro e lo aveva abbracciato.

“Papà mi sono smaterializzato è stato fortissimo, sono stato bravo papà?” Loki lo aveva guardato a bocca aperta mentre Thor si avvicinava con Kate ancora piccolina tra le braccia.

“Che ne dici di un’altra partita? Stavolta vi cerco io!”

“Ci sto Thor!” Aveva esordito Mr.J. “Ma che ne dite di mangiare prima la torta, ho come l’impressione che Loki e Fred saranno piuttosto bravi a non farsi trovare.” E così era stato perché a Thor ci erano volute cinque ore per trovarli. 

Erano passati quasi dodici anni e tante cose erano cambiate. I suoi zii avevano adottato Mickey, lui aveva trovato Trick, aveva scoperto i suoi poteri e avevano vissuto mille avventure, suo padre dirigeva la libreria e Mr.J….lui si era trasferito su Asgard e viveva in una piccola ala del palazzo dedicandosi ai suoi libri. Lì sarebbe invecchiato più lentamente passando il resto della vita nell’eterna primavera.
Sorrise a quel ricordo poi avvertì che qualcuno stava scendendo le scale proprio in quel momento. Come da piccolo si nascose dietro all’isola e si concentrò, ma… “Maledizione senza poteri non posso fare nulla!”
Erano le 7.00, chi poteva essere sveglio a quell’ora? E poi…

«Vieni qui» la voce di sue padre lo colse di sorpresa, ma mai quanto quello che sentì dopo.

«Thor parla piano, i ragazzi dormono» ansimò l’altro suo padre. 

«Appunto dormono…vedi di fare piano e non svegliarli!»

Thor prese il compagno di peso e si buttò con lui sul divano, mentre Fred si stava facendo il più piccolo possibile. Oh come avrebbe voluto dormire in quel momento!
Poco distante intanto i genitori non si erano accorti di nulla e avevano preso a baciarsi con foga, ma dolcemente.
Loki indossava dei pantaloni del pigiama, ma nessuna maglia, solo una morbida vestaglia nera e dorata gli ricopriva il petto lasciando appena scoperto il collo sui cui ricadevano i lunghi capelli neri.
Thor approfittò di quella parte esposta e prese a baciarla sensuale. 

«Thooor insomma non erano questi i patti…Avevi detto che mi avresti preparato la colazione.»

«E ne ho tutte le intenzioni, ma prima voglio qualche attenzione.»

«Non te ne ho date abbastanza stanotte?» Rispose l’altro provocante.

Fred sentì che probabilmente stava diventando più rosso del mantello di suo padre, ma cercò di trattenersi ed attendere. 

«Si, ma non mi basti mai e poi ultimamente è di nuovo difficile distrarti.» Parola sbagliata. 

«Ah è così allora, vuoi distrarmi e basta» e dicendo questo si sfilò da sotto di lui leggermente infastidito. 

«Loki..sai che non è quello che volevo dire.»

«Cos’è adesso fai l’amore con me per distrarmi?»

«Stai esagerando e comunque beh un po’ si…sei preoccupato e non ce n’è motivo.»

«Ah quindi tu sei tranquillo a lasciar andare nostro figlio a Jotunheim?!» Nonostante la situazione Fred si mise in attento ascolto. 

«Certo che no, ma non vedo perché devi reagire così.»

«È mio figlio posso reagire come voglio!»

«Oh andiamo Loki cosa ti aspettavi che nostro figlio avesse una vita normale? Che andasse al college come tutti gli altri ragazzi e tornasse a casa per le feste?»

«Cosa vuoi dire? »

«Voglio dire che è nel suo istinto cercare delle avventure, Loki lui è come te! Certo nell’aspetto non posso dire di non aver contribuito più che bene.»

Loki alzò gli occhi al cielo, Fred alzò gli occhi al cielo. 

«Ma quando guardo nostro figlio io rivedo te. Curioso e con una sete di sapere oltre ogni dire e  tu…viaggiavi e viaggiavi; credi non mi ricordi quando sei partito per le terre del buio e sei tornato a casa tre mesi dopo? Stavo per venire a cercarti ed eri solo un ragazzo!»

Loki abbassò lo sguardo e sospirò.

«Thor era diverso…io…io non sono cresciuto con l’amore di mio padre e tu eri un guerriero, non esisteva tutto questo…una casa, una famiglia, la colazione della domenica tutti insieme…»

«E ti perdoneresti di negargli la sua vera natura? Ciò che lo rende speciale?» Loki abbassò lo sguardo, Thor gli si avvicinò e gli passò un braccio dietro la vita. «Loki è da quando è nato che Fred è destinato a questo. Amava la natura e gli animali…ti ricordi quando voleva un serpente?» gli sorrise Thor.

«Ha provato anche con un lupo se è per questo…»

«Direi che è stata una fortuna che si sia fermato a Trick» gli sollevò appena il mento «andrà tutto bene, devi fidarti di nostro figlio» gli posò un bacio leggero sulle labbra. 

Loki lo guardò negli occhi.

«Io mi fido di nostro figlio Thor, è solo che ho paura. Non voglio rischiare di perderlo ancora.»

Fred si lasciò sfuggire una lacrima.

«Andrà tutto bene Loki.» Thor lo strinse e Loki lo lasciò fare, poi si staccò con gentilezza e si diresse verso la cucina. 

Fred capì che l’avrebbe trovato, questa volta non aveva nessuna via di fuga, ma…

«Che ne dici di aspettarmi di sopra, ti porto la colazione a letto» Loki  guardò il compagno ed annuì e dopo un rapido bacio andò verso le scale. Thor lo guardò apprensivo. Fred invece respirò profondamente, avrebbe resistito ancora un po’ e sarebbe sgusciato fuori piano…

«Se esci da lì magari ti offro un waffle» beccato! Si alzò lentamente .

«Credevo fossi a letto da un pezzo, meno male che tuo padre non se n’è accorto» se quella era tutta la sfuriata che avrebbe ricevuto gli era andata fin troppo bene. Guardò verso le scale.

«Papà…sta bene?»

«Oh fa incubi di notte e sta in ansia di giorno, sembra tornato a quando avevi due anni e non voleva lasciarti mai da solo, ma…starà bene ne sono certo.» Disse porgendogli una tazza di caffè. Osservò suo padre un uomo alto quasi due metri, muscoloso e forte che cucinava waffle per l’uomo che amava. Sorrise pensando a quelle piccole attenzioni.

«E tu invece non sei preoccupato?»

«Veramente si, ma sai sei mio figlio e circa al corrispettivo della tua età ero occupato a farmi esiliare da tuo nonno per aver quasi scatenato una nuova guerra con Jotunheim perciò…un po’ ti capisco. Ma lascia che ti dica una cosa Fred» lo guardò negli occhi serio come non mai «Quando sarai a Jotunheim noi non potremo fare nulla per aiutarti. Sarai da solo e se fossi in pericolo forse potremmo non fare in tempo. Sei disposto a correre il rischio?»

Fred lo guardò, ci aveva pensato eccome se ci aveva pensato, ma il desiderio era stato troppo forte anche più della paura stessa. 

«Si»

Thor gli sorrise. «Bene, allora non ti resta che parlare con tuo padre. Credo di averti facilitato un po’ le cose»

Fred non disse nulla: era ancora leggermente scosso da quello che aveva sentito poco prima. Non aveva mai visto Loki così fragile  come quella mattina.
Gli aveva insegnato tutto quello che sapeva, lo aveva amato dal primo istante e con l’altro suo padre gli aveva dato una vera famiglia. Sapeva che avrebbe sofferto, ma aveva anche capito che comunque la sua famiglia gli voleva bene e lo avrebbe comunque supportato anche a costo di rischiare di perderlo. Sorrise rivolto a Thor.

«Credo di sapere come fare.»

Loki se ne stava sdraiato sul letto, gli occhi gonfi di lacrime che cercava di ricacciare. Thor aveva ragione, ma…qualcuno bussò. «A-avanti»
Fred entrò con un vassoio per la colazione.

«Fred» fece Loki mettendosi seduto e asciugandosi gli occhi. «Che succede? E perché sei vestito?» disse osservandolo bene.

«Beh sono le 8.15 di domenica papà» gli sorrise Fred. Gli occhi di Loki divennero se possibile  ancora più lucidi di come già non fossero, ma sorrise ed annuì. 

«Ti va di fare colazione insieme?»

«Certo Fred vieni qui.»

Fred si avvicinò ed appoggiò la colazione sul comodino del padre.

«Papà io volevo chiederti scusa, sai per le cose che ti ho detto.»

«No Fred avrei dovuto…»

«No, ti prego! Io voglio davvero fare questa cosa e so che sei preoccupato, ma te lo prometto papà andrà tutto bene e ti renderò fiero.» 

Loki lo osservò e gli sorrise «Io sono già molto fiero di te Freddi» e finalmente lo abbracciò. Fred lo strinse a sua volta e solo dopo un po’ i due si staccarono. 

«Ma che ci facevi già sveglio?»

«Beh veramente, che-che ne dici se ne parliamo mentre facciamo colazione?»

Passò più di un’ora in cui i due parlarono: sembravano passati mesi e non solo pochi giorni, poi Thor entrò «Scusate non voglio fare il guastafeste, sparisco subito» e si diresse in bagno per fare una doccia.
I due sorrisero «Vi lascio soli, vado a riposare un po’» disse Fred. Diede un bacio sulla fronte di Loki e lasciò la stanza.
Loki sorrise e si alzò poi si diresse in bagno. Thor indossava ancora solo i pantaloni del pigiama mentre la doccia si riscaldava un po’.

«Allora… la normalità potrà finalmente tornare in casa nostra? Niente più muri di silenzio?»

«Così pare.»

«Sono felice che sia tutto apposto.» Gli sorrise e si avvicinò stringendoselo contro. 

«Non avrei mai pensato di dirlo, ma a quanto pare eri tu quello a sapere la cosa giusta da fare fin dall’inizio.»

Thor lo guardò un momento.

«Che vuoi ho fatto esattamente l’opposto di quello che hai fatto tu.»

Loki gli sorrise stupito ricordando le sue stesse parole di un giorno lontano.
Si appoggiò a lui e gli posò un bacio sulle labbra; lo sguardo di Thor cadde sull’anello che gli aveva regalato anni prima.

«Sai io sto ancora aspettando che tu mi dica “si”»

Loki lo guardò e gli sorrise malizioso «Vedremo…»

«Beh è la risposta migliore che tu mi abbia dato dopo quasi vent’anni insieme e due figli.»

«Ma sta zitto» e gli si strinse contro. 

«Tesoro?» fece Thor poco dopo. 

«Mmm?»

«Io però qualche attenzione la vorrei ancora» disse baciandogli piano la testa. 

«Ah si?» chiese l’altro malizioso alzando lo sguardo su di lui «E cosa vorresti sentiamo?»

Thor fece finta di pensarci su. 

«Beh potresti sempre venire a tenermi compagnia nella doccia.»

«Mmm, si potrebbe anche fare» sorrise l’altro sensuale poi aprì la vestaglia che gli scivolò lungo le braccia e cadde a terra lasciandogli il busto scoperto; poi senza staccare gli occhi da lui, lo spinse ad indietreggiare. Thor lo lasciò fare.  

«Ma…prima le signore» e con poca grazia lo spinse nella doccia. 

«Ahia il pied…accidenti è bollente!»

Il moro fuori dalla doccia ghignò ed incrociò le braccia «Così impari a fare il maniaco» e si voltò scuotendo la testa.
Ma Thor, con la pelle quasi ustionata, riemerse dalla doccia e lo afferrò da dietro per la vita. 

«Questa me la paghi» e senza fare complimenti se lo tirò dietro.

«AH THOR! Scotta! Giuro che questa ti costerà cara!» gli ringhiò contro Loki mentre l’acqua bollente lo inzuppava. 

Ma Thor lo fece voltare verso di sé. Il moro allora posò lo sguardo su di lui osservando come le gocce d'acqua gli scendevano lente lungo il collo; l’altro intanto lo guardava sorridendo.

«Scommettiamo?» gli disse. 

Poi fece passare una mano tra i capelli lunghi e ormai fradici di Loki e avvicinò il viso al suo.
Il moro sentì tutta la sua determinazione abbandonarlo mentre l’altro avvicinava le labbra alle sue. Smise di fare il sostenuto e chiuse gli occhi, ma il bacio non arrivò. Li riaprì piano: Thor si era fermato a pochi centimetri da lui e lo fissava sorridendo compiaciuto. 

«Cosa c’è?» sussurrò Loki. 

«Anche dopo tutti questi anni trovo che tu sia lo spettacolo più bello di tutti i Nove Regni» Loki arrossì di botto, poi il biondo si avvicinò al suo orecchio e sussurrò «ed è molto appagante sapere che riesco ancora a far crollare così la tua forza di volontà.»

«Fulminati Thor!» Fu tutto ciò che riuscì a dire prima che il biondo lo stringesse e finalmente gli rapisse le labbra in un bacio. 

 

Qualche mese più tardi

«Hai tutto?»

«Si papà.»

«E se hai bisogno chiama subito Heimdall.»

«Si.»

Erano passati tre mesi, tre mesi in cui aveva compiuto diciotto anni e festeggiato il diploma; ora Fred era finalmente in partenza. 

«E prendi questo. È un amuleto, non devi toglierlo mai! Se sarai in pericolo io lo saprò.»

Fred osservò la pietra verde scuro che il padre gli aveva appena dato: era legata ad un cordino e poteva sembrare una pietra comune.

«Come?» chiese il figlio.

«È collegata al mio anello, se sarai in pericolo la mia pietra brillerà ed io verrò subito da te!»

I due si guardarono, poi il ragazzo lo abbracciò. 

«No scusa hai stregato il mio anello Loki?» esordì Thor sullo stipite della porta. 

«Fred hai preso la pelliccia che ti ha mandato la nonna?» chiese invece Kate.

«Sai Fred quasi quasi vengo con te» scherzò Loki.

Il ragazzo si girò verso Trick che lo guardava triste, era sempre stato un gatto intelligente; lo prese in braccio «Mi mancherai amico mio! Non posso portarti con me stavolta, scusa» e dopo aver appoggiato la testa alla sua delicatamente lo diede in braccio a suo padre; anche Loki aveva uno sguardo triste. 

«Andrà tutto bene e ci rivedremo presto papà.»

«Un anno non è così presto Fred» gli rispose Loki malinconico.

Thor gli si avvicinò.

«Vedrai tesoro che volerà.»

La famiglia scese le scale ed uscì in strada, Fred era pronto a partire.

«Non farti mangiare mi raccomando» gli sussurrò Kate abbracciandolo, poi fu la volta di Thor.

«A presto maghetto.» Fred buttò gli occhi al cielo poi andò da suo padre, Loki diede Trick in braccio a Kate e poi strinse suo figlio.

«Ti voglio bene papà, ci vediamo presto» si staccò dal padre e gli sorrise.

Thor si avvicinò a Loki e gli circondò le spalle con un braccio mentre con l’altro strinse Kate.
Fred intanto si portò sul marciapiede e sorrise alla sua famiglia. Sembrava una normale famiglia americana, ma non era per niente una famiglia normale…quella era la sua famiglia.
Si mise al collo l’amuleto. 

«HEIMDALL» chiamò. Il raggio arcobaleno si materializzò sul marciapiede e lo avvolse. In un attimo sparì.  

«Ci vediamo presto Freddi» sussurrò Loki. 

 

Natale di quello stesso anno

«Papà mi passi le decorazioni?»

«Certo Mickey! Allora» chiese Tony mentre allungava al figlio alcune palline per l’enorme albero piazzato nel salotto della baita che avevano affittato per le vacanze invernali «nessuna notizia da Fred?»

«No, non conosco un incantesimo per mettermi in contatto con lui senza sapere esattamente  dove si trovi. Però l’anello non si è mai illuminato perciò…»

«Certo che potrebbe almeno tentare di dare un segno di vita» insistette il miliardario «Non capisco proprio come…»

«Tony puoi venire un momento?» chiamò Steve dalla cucina.

«Arrivo Capitan pan di zenzero, Loki puoi aiutare tu i ragazzi?»

Mickey alzò gli occhi al cielo, mentre Kate emerse da dietro l’albero.

«Ma non è un po’ troppo sdolcinato?»

«E non li hai visti a San Valentino!» Rispose Mickey. 

Il miliardario  intanto lasciò la stanza e raggiunse la cucina. 

«Che c’è Steve?» disse vedendo il compagno che con  tanto di grembiule infornava biscotti. 

«Ti sembrava il caso di fare una domanda del genere a Loki?! Il primo Natale in cui non c’è Fred?!» disse poi dando le spalle alla porta.

«Steve…»

«Niente Steve! Loki ci sta malissimo è evidente e Thor…»

«Steve…»

«Anche se non lo dimostra ci sta male anche lui. Possibile che tu sia così insensibile?»

Ma in quel momento Thor entrò  in cucina e presa una birra dal frigo uscì.
Steve chiuse gli occhi e sospirò. 

«Era dietro di me non è vero?»

«Già» gli rispose il miliardario. 

«Che figuraccia» disse il Capitano buttandosi lo strofinaccio su una spalla. 

«Tranquillo Cap sono sicuro che ti rifarai risollevando gli animi coi tuoi biscotti» disse Tony infilando una dito nella ciotola dell’impasto e beccandosi un’occhiataccia da Steve. 

Thor intanto aveva preso la birra e si era diretto nel piccolo salotto della baita. Era in legno e mattoni e al centro della stanza, come ogni volta che festeggiavano un Natale con Steve e Tony, c’era un enorme albero di Natale.
Quell’anno Thor, Loki e Kate con tanto di Trick, che in quel momento se ne stava acciambellato davanti al caminetto, si erano fatti convincere ed avevano raggiunto i tre per le vacanze scolastiche dei ragazzi. Kate e Mickey erano una bella squadra e trovavano sempre il modo di divertirsi o al limite Mickey, nonostante fosse più piccolo, aiutava Kate con lo studio. Thor osservò i cugini che facevano l’albero insieme poi lo sguardo gli cadde su Loki che quel pomeriggio indossava un maglione rosso evidentemente troppo grande per lui.
Infatti era di Thor, ma era stata la prima cosa che Loki aveva preso sotto mano e per pigrizia non gli andava di toglierselo…o almeno così gli aveva detto, ma a Thor non sfuggiva che ogni tanto il moro vi si stringeva e ne inspirava il profumo sorridendo. La cosa lo fece sorridere.
Loki incontrò un attimo il suo sguardo e Thor non poté non leggervi un lieve velo di malinconia.
Poco più tardi Steve annunciò che la cena era quasi pronta e Loki si diresse un istante in camera per prendere il regalo di sua figlia. Prese il pacchetto tra le mani e lo guardò.
Una strana malinconia lo avvolse e sospirò. 

“Chissà che stai combinando Fred” si chiese, si sedette sul letto appoggiandovi il regalo e chiusi gli occhi provò a ripetere quell’incantesimo che aveva provato tante volte. Cercava una connessione col figlio, ma non riusciva a trovarla: era come se il ragazzo si stesse proteggendo da qualsiasi cosa a lui esterna.

Era una mossa saggia in una terra straniera, soprattutto come Jotunheim, ma dopo tutti quei mesi Loki iniziava a sentire la mancanza del figlio davvero troppo.
E dopo aver tentato di distruggere Jotunheim anni prima non poteva certo presentarvisi ed andarlo a cercare.
Provò a concentrarsi e chiuse gli occhi: tutto si fece buio “Fred, Fred se mi senti…magari non mi sentirai, ma ci manchi molto. È il primo Natale che passiamo senza di te e, non pensavo che sarei arrivato a dirlo per una festa di Midgard, ma è strano che tu non ci sia. Ci manchi, manchi a me…ma so che sta andando tutto bene e che starai vivendo tante avventure. Volevo comunque dirti…Buon Natale Freddi”.

«Papà non vieni?» Loki riaprì gli occhi di colpo, Kate lo stava chiamando dallo stipite della porta. 

«Ma certo tesoro» si alzò e le si avvicinò.

Le circondò una spalla con un braccio sorridendole.

La ragazza lo abbracciò «Manca anche a me» disse lei.

Il moro la guardò e le posò un bacio sulla testa. Con Fred aveva sempre avuto quei momenti di dolcezza, Kate invece raramente si concedeva a quei piccoli gesti: era pur sempre una guerriera come si definiva lei, ma la verità era che adorava quando i suoi genitori la spupazzavano un po’. 

«Avete finito l’albero?» le chiese Loki quando la ragazza si staccò. 

«Si papà ha provato ad aiutarci con le luci, ma ha perso la pazienza con i fili annodati e le ha mezze fulminate tutte….»

«Tipico di tuo padre» scherzò Loki e si avvicinò al letto per prendere il suo regalo.

«Quello è per me?»

«Forse» 

La ragazza sorrise fingendo disinteresse.

«Ah papà pensavo che potrei andare a provare a fare dei fuori pista…» la ragazza continuò a chiacchierare fino a che i due raggiunsero il salotto insieme. 

Dopo una cena consistente e qualche gioco insieme tutti andarono nelle loro stanze. Tutti tranne Kate, Mickey e ovviamente Tony che volevano fare l’appostamento ai regali fino a mezzanotte. 

«Allora» disse Thor prendendo Loki da dietro una volta in camera mentre il compagno si guardava nello specchio posto sopra un grosso cassettone «Come stai?» 

«Sto bene Thor» disse il moro girandosi e buttando le braccia al collo dell’altro. 

«Sicuro?» chiese Thor apprensivo.

«Sicuro» disse Loki e gli diede un bacio dolce «E tu?» 

Il biondo sospirò «Mi manca Fred, e se avesse bisogno di noi?» disse abbassando lo sguardo. 

Loki lo guardò e lo strinse appoggiandosi col viso al suo petto «Tranquillo per quanto io odi ammetterlo nel fisico ha preso da te quindi sono sicuro che è perfettamente in grado di difendersi.» Scherzò facendo sorridere Thor. Poi si staccò appena «Manca anche a me, ma sono sicuro che sta bene.»
Il biondo sorrise e se lo strinse di nuovo contro. 

«Aspetta ho qualcosa per te» esordì poi Thor inginocchiandosi per aprire l’ultimo dei cassetti.

Loki sorrise e girò appena lo sguardo verso lo specchio, poi lo rigirò di colpo con gli occhi sgranati…

Thor lo notò «Tesoro, tutto bene?» 

«Mi era sembrato…» guardò meglio lo specchio, ma vide solo il suo riflesso. Che strano avrebbe giurato di aver visto… «Mm non importa.» 

Thor si rialzò e gli diede un pacchetto avvolto in una carta argento. Il moro lo aprì. 

«Sali da bagno?»

«Si, questi mesi e il pensiero di Fred ti stanno preoccupando è evidente. Ho pensato di fare qualcosa che ti distendesse un po’, così quando sei stanco puoi scioglierli nell’acqua e farti un bagno rilassante».

Il moro gli sorrise. 

«E compreso c’è anche un buono per un massaggio alla schiena fatto dalle mie mani divine» scherzò Thor.

«Che stupido» scosse la testa Loki.  

«E per me? Sono sulla lista dei cattivi quest’anno?» disse il biondo posandogli qualche bacetto sul collo. 

Il moro si sfilò un pacchettino da sotto il maglione e lo diede a Thor.

«Un paio di guanti in pelle…ehm proprio quello che volevo tesoro» disse Thor un po’ interdetto da quello strano regalo. 

Il moro sorrise «Veramente ho pensato che…» e gli bisbigliò qualcosa all’orecchio. 

«Ah ecco… interessante lo facciamo subito?»
 

Qualche istante dopo scesero in salotto  in punta di piedi per non farsi scoprire. 

«Dove pensate di andare voi due?!» la voce di Tony, che riemerse dal divano, li colse di sorpresa. 

«Noi veramente…» provò Thor.

«Mm papà sei bardato da capo a piedi, un momento…stavate uscendo per giocare a palle di neve?» se ne uscì Kate.

Loki guardò Thor e alzò le spalle «Beccati.»

«Zii possiamo venire anche noi?» chiese Mickey rivolto ai due semidei.

«Si papà non vogliamo lasciarvi tutto il divertimento.» Fece Kate scavalcando il divano e correndo a mettere le scarpe seguita da Mickey. 

«Mickey io vado a tirare tuo padre “delicatamente” giù dal letto e vi raggiungo.» Disse Tony facendosi leva sulle braccia.

«Papà lo ucciderà» scherzò Mickey mentre metteva la giacca. 

I quattro intanto uscirono. La luna illuminava il paesaggio circostante e anche se era buio la neve sembrava brillare.
Iniziarono a giocare e subito si formarono delle specie di squadre ovvero tutti contro Tony ovviamente in armatura da Iron-man. 

«Ok basta mi arrendo» disse ad un certo punto Tony in ginocchio alzando le braccia. Steve gli si avvicinò «Cap direi che mi merito un bacio prima della resa non credi?» Ma Steve gli lanciò in faccia una palla di neve. 

«Questo per avermi tolto le coperte per svegliarmi.» Tutti risero e poi Mickey guardò l’orologio che portava al polso. 

«Accidenti, ma è mezzanotte!»

«Papà andiamo ad aprire i regali» fece Kate entusiasta prima di iniziare a correre verso la baita col cugino.

Steve intanto aiutò Tony ad alzarsi e si incamminò con lui. «Devo ammettere Cap che mi hai davvero colto di sorpresa.» 

«Uhm è vero ho fregato Tony Stark!»

«Ma…» disse Tony poi si bloccò «Ma luce dei mie occhi ti sei dimenticato di Iron-man» ed attivato un pulsante lo sommerse con una scarica di palle di neve.

Quando Steve riemerse dal cumulo di neve la prima cosa che disse fu «TONY!!!» prima di rincorrerlo ed inseguirlo fin dentro casa.
Loki invece restò un attimo ad osservare il paesaggio attorno a lui fino a che Thor non gli si avvicinò; aveva le guance rosse per il freddo.

«Rientriamo anche noi?» gli chiese poi. 

Il moro annuì, ma prima che potesse fare un passo Thor lo circondò con le braccia e lo baciò. 

«Buon Natale Loki» gli disse poi guardandolo nei suoi meravigliosi occhi verdi.

Allora anche le guance di Loki divennero rosse e il moro sorrise «Buon Natale» gli sussurrò sulle labbra. 

 

Molti mesi dopo…

Traffico, rumore e troppe curve, ecco com’era San Francisco. Aveva sbagliato di parecchio; era evidente che l’incantesimo andava migliorato ancora. 

“E adesso?” pensò, fece un passo verso la strada, ma…

«TOGLITI DI Lì!» per poco non fu investito. Non era più abituato alle persone, tantomeno alle auto. 

Respirò profondamente “Beh come bentornato non è dei migliori, ma dovevo aspettarmelo” .
Tirò fuori il cellulare “Vediamo se funzioni ancora” incredibilmente si accese, ma la batteria era  bassissima. Cercò rapidamente un numero in rubrica e chiamò «Zio Tony ciao ehm ho bisogno di un favore. Ah si, sono Fred!».

 

Poco più tardi…

«Avresti potuto avvisare che tornavi! Potevi chiamarmi!»

«Scusa è che volevo fare una sorpresa a casa e poi il cellulare non funziona lassù!»

«Mmm ah certo è vero! Attento rondini!»

«Grazie! Beh comunque ci vediamo da noi stasera! Avvisa anche lo zio Steve e Mickey.»

«Va bene, dovresti arrivare in trenta minuti. Mi spiace non essere potuto venire di persona» disse Tony allo schermo «Se lo avessi saputo  avrei almeno mandato un auto a prenderti» 

«Tranquillo zio Tony anche così va benissimo! Te la restituisco stasera!» la conversazione si interruppe.

«Bene vediamo quanto velocemente sai andare!» Disse cliccando un pulsante. Subito l’armatura dentro cui stava volando aumentò la velocità «YU-UUUUUH ARRIVO PAPÀ»


Atterrò ventotto minuti dopo sul retro. La finestra di camera sua era aperta, si guardò intorno un istante poi, come fosse la cosa più naturale del mondo, si arrampicò con agilità. Entrò nella sua camera, ma qualcuno non fu tanto d’accordo «MAOOOOOO» fece Trick soffiando rabbioso, Fred si girò e gli sorrise.

«Sono io amico, sono tornato!» il micio si calmò e saltò in braccio a Fred «Ah Trick mi sei mancato» disse coccolandolo mentre il gatto faceva le fusa. Si guardò intorno: la sua camera era in perfette condizioni. Era dovuto stare via qualche mese in più, ma era come se i suoi l’avessero tenuta pronta per il suo ritorno in qualsiasi momento. «Vieni amico mio andiamo dai papà.»

Uscì piano dalla sua camera. La casa era avvolta nel silenzio; scese piano le scale «Pare che non ci sia nessuno è Trick?» Arrivò in cucina e prese un bicchiere di succo dal frigo. Si soffermò a guardare la casa. Non era cambiato nulla: i mobili erano sempre di legno chiaro come l’isola. Si avvicinò ad uno dei piani della cucina dove si trovava appoggiata una scatola di latta con un tappo di legno e l’aprì: dentro c’erano gli zuccherini a forma di cuore che suo padre usava per la cioccolata, ne prese qualcuno. Si mosse verso il salotto e sfiorò il divano, non resistette e praticamente vi si lanciò sopra: ah quanto gli era mancato. Pochi istanti dopo avvertì dei rumori in veranda e si alzò dal divano; la porta di casa si spalancò. 

«Quella ragazza mi farà impazzire!» esordì suo padre entrando furioso in un elegante completo nero da giorno.

«Eddai Loki, 5 è un voto vicino al 6» lo seguì Thor che indossava una semplice felpa bordeaux  e dei jeans. 

«Davvero Thor sei serio o…» si voltò e lo vide in piedi davanti al divano.

«Ciao Papà» Loki si paralizzò un attimo. «Papà tutto ben…?»

Loki avanzò veloce verso di lui e lo strinse forte, forte come mai aveva fatto. Il ragazzo lo contraccambiò con un abbraccio dolce. Si era fatto più grande e la stazza era quella di Thor, ma era gentile e delicato.

«Papà mi-mi soffochi così» disse piano il ragazzo.

«Non osare lamentarti mentre ti abbraccio.»

Il ragazzo guardò Thor oltre la spalla di Loki e gli sorrise, poi sempre col sorriso sulle labbra si rivolse di nuovo a suo padre «Sissignore!»

Quando Loki si staccò da lui rimase qualche istante ad osservarlo. 

«Fred che hai fatto ai capelli?» disse osservando la lunga treccia in cui erano raccolti, la barba appena più folta di come lo aveva lasciato. 

«Non ti piacciono?»

«No, è che sono molto lunghi, ti stanno bene.»

Thor allora si avvicinò «Bentornato maghetto» disse abbracciandolo. Suo padre, che aveva mantenuto i capelli corti, un po’ invidiò quelli del figlio. 

«Fred hai fame? Vuoi qualcosa da bere?» chiese subito Loki dirigendosi in cucina.

«Sono apposto papà. Credevo di trovarvi a casa.» Disse seguendolo e sedendosi su una sedia dell’isola. 

«Eravamo a scuola per parlare coi professori di tua sorella.»

«Mmm quanto male?» chiese Fred incerto.

«Malissimo! Non vuole proprio applicarsi! E il problema è che non le importa!»

«Dov’è adesso?»

«Conoscendola a correre, sarà qui da un momento all’altro vedrai. Intanto però voglio sapere tutto del tuo viaggio.»

E infatti poco dopo mentre chiacchieravano….

«Sono a casaaaa!» 

«Si questo l’hanno notato tutti Kate» esordì Fred sorridendole.

«FREEEED!» La ragazza gli corse incontro e lo abbracciò. «Sei tornato e accidenti sei un vero figo!»

«Mi sei mancata anche tu Kate, ma sei tutta sudata!»

«Disse quello che ha vissuto nelle terre selvagge di Jotunheim per più di un anno!»

Loki incrociò le braccia fissandola severo.

«Signorina hai preso un 5! Di nuovo!»

«Ma papà è vicino al 6 e poi sai che la matematica non è il mio forte!»

«Nemmeno la storia» aggiunse Fred.

«Nemmeno tutto il resto!» puntualizzò Loki.

«Lo sport ti riesce bene però» fece Thor sorridendo, ma si beccò un’occhiata di rimprovero dal compagno e abbassò lo sguardo. 

«Oh andiamo volete davvero parlare di me oggi? Il vostro amato Freddi è tornato dopo più di un anno tutto solo tra i ghiacci di Jotunheim e voi parlate di me?! Scusali Fred non è facile essere la figlia preferita a volte!» 

«Kate avevi promesso di impegnarti!»

«E l’ho fatto papà, ho anche studiato da una tipa.»

«Intendi Molly? Quella che ha chiamato l’altra sera dicendo “Kate è in casa? Sono la sua ragazza.”»Puntualizzò Loki.

«Primo non è la mia ragazza, io sono bella ed inafferrabile. Secondo, TU hai detto di studiare da una persona non che quella persona doveva insegnarmi la matematica.»

Fred buttò gli occhi al cielo mentre Thor si intromise.

«Ma avete studiato e basta vero?»

Loki invece restò serio. 

«Sei in punizione» aggiunse infine.

«Cosa?! Ma non è giusto! Sei un tiranno.» 

«Credevi di vivere in una democrazia? Non finché vivi sotto il mio tetto. E adesso fila a studiare!»

La ragazza sbuffò, ma corse al piano di sopra.

«Salgo anche io, ho bisogno di una doccia! Ma stasera cena in famiglia ok? Ho invitato anche gli zii!»

Loki lo guardò sorridendo mentre saliva le scale, Thor lo raggiunse e lo abbracciò da dietro «È  più sereno non trovi?»

«La solitudine ha molti risvolti: può renderti chiuso oppure desideroso del resto del mondo e poi noi siamo la sua famiglia.»

«Sei contento?» chiese il biondo posandogli un bacio sulla nuca.

«Si Thor» disse l’altro rilassandosi tra le sue braccia. Il biondo lo strinse.

«Tesoro secondo te Kate ha solo studiato da quella ragazza vero?»

«Thooooor!»

La sera a cena Fred rivide Steve e Tony e Mickey che era anche lui un po’ cresciuto soprattutto nel portamento che era quello del Capitano Rogers. 

«E la popolazione?»

«Per lo più selvaggia, ma seguono il loro re! Si chiama Helblindi e papà ecco sarebbe…tuo fratello.»

Il moro apprese la notizia tranquillo con un «Oh» mentre Thor… «Fratello? Quale fratello? Io sono suo fratello.»

«Thor ti rendi conto di quanto possa suonare strana questa frase dopo tutti questi anni vero?»

«Si, ma solo io posso essere tuo fratello!»

«Thor!»

Fred raccontò loro delle sue avventure, tralasciando ovviamente i dettagli più pericolosi, e la serata passò fino a che fu ora di andare a dormire. Erano mesi che agognava un letto: ormai dormiva su giacigli di paglia da troppo tempo e all’inizio era stato difficile abituarvisi tanto quanto procacciarsi il cibo.
Indossava già i pantaloni e stava per mettere la maglia quando Loki entrò «Fred ti ho portato un pettine di tuo padre per…Fred cosa sono quelle?» disse notando delle cicatrici sul torace del figlio.

«Oh queste? Nulla papà tranquillo.»

«Chi te le ha fatte?»

«Papà è tutto…»

«FRED!»

Il ragazzo abbassò lo sguardo.

«La popolazione di Jotunheim non è molto amichevole con gli stranieri e così mi ci è voluto un po’ per passare inosservato. Ma ho imparato e adesso è tutto ok.»

Loki gli si avvicinò e sfiorò le cicatrici che al suo tocco sparirono una dopo l’altra.

«Però! Sarebbe stato utile impararlo prima di partire» scherzò, ma suo padre lo guardava serio. 

«Non devi preoccuparti papà davvero.» 

Il moro sospirò. 

«Quanto ti fermerai?»

«Almeno un mese o due, devo riorganizzare gli appunti e le informazioni, non ho potuto farlo mentre cercavo di ambientarmi e passare inosservato. Mmm però ora sono davvero stanco. Ti dispiace se vado a dormire?»

«Certo che no Fred»

«Bene ah e magari mi insegni a migliorare l’incantesimo di trasporto tra i mondi? Ho sbagliato in pieno oggi e la prossima volta non vorrei ritrovarmi su qualche pianeta sconosciuto anziché a San Francisco.»

«Ahah certo Freddi.»

Il ragazzo lo abbracciò: in fondo gli era mancato parecchio «Ti voglio bene papà». Il moro semplicemente  lo contraccambiò e si godette quel momento. 


Dopo un bel giro di corsa dell’isolato Thor entrò in camera, Loki era a letto col suo immancabile libro «Beh sembra felice» esordì il Dio del Tuono.

«Mmm-mm»

Il biondo si fece appena pensieroso.

«Dovremmo informarlo di quella cosa…»

«Lo faremo Thor.»

Il biondo annuì «Credi che dovrei farmi ricrescere i capelli?»

«Thor sul serio?!»

«Va bene, va bene scherzavo. In fondo… a te piacciono anche così vero?»

Loki alzò lo sguardo dal volume sospirando rassegnato.

«Diciamo che ormai il taglio corto non mi dispiace…» fece sorridendogli.

Il biondo sorrise compiaciuto «Mm si in effetti questo taglio mi dona proprio.» E si girò verso il bagno prendendosi una cuscinata volante alle spalle dal compagno. 

 

Passò qualche settimana e Fred si riabituò alla civiltà.
Aveva veramente tanto da scrivere e disegnare e a volte si stufava di rimanere da solo a casa perciò prendeva e si dirigeva in caffetteria da suo padre concedendosi qualche dolcetto.
Ma non gli dispiaceva nemmeno passare un po’ di tempo in libreria: quello per lui era un luogo magico fin da quando era piccolo ed ormai molti clienti li conosceva bene, per cui non gli dispiaceva fermarsi per fare due chiacchiere.
Un sabato mattina però la famiglia ricevette una visita inaspettata almeno per qualcuno…«Nonna che ci fai qui?» Chiese Fred abbracciando Frigga mentre la faceva entrare.

«Oh Freddi tesoro! Come ti sei fatto bello! Vorrei sapere tutto del tuo viaggio, ma prima devo parlare con…»

«Madre che succede?» chiese Thor raggiungendoli seguito da Loki. 

La donna inspirò «Ragazzi noi dobbiamo parlare…»
Poco più tardi tutta la famiglia si ritrovò seduta in salotto. 

«Figli miei vostro padre sta raggiungendo la fine della sua vita come-come già sapevate» i ragazzi guardarono i genitori interrogativi, Thor e Loki invece tennero lo sguardo fisso sulla madre. «Il sonno gli ha permesso di recuperare molti anni, ma ormai è veramente troppo stanco, non credo che gli rimanga molto tempo.» Sospirò poi guardò entrambi i suoi figli « È arrivato il momento.» 

Thor e Loki restarono un momento in silenzio, poi Thor prese la mano dell’altro; i due si guardarono un istante poi Thor si rivolse alla madre «Siamo pronti!»


«Un attimo volete dire che ci trasferiamo ad Asgard?!» esordì Kate quando ebbero salutato Frigga e rimasero solo loro quattro e Trick in casa.

«Noi dobbiamo andare ragazzi, vostro padre è il legittimo erede» disse Loki in piedi appoggiato all’isola della cucina.

«E tu il mio consorte» continuò Thor seduto dietro di lui sorridendogli e circondandogli  la vita con un braccio.

«Sappiamo che è un enorme cambiamento e non prendetevela se abbiamo aspettato ad informarvi, ma non volevamo darvi pensieri in più» disse guardando verso Fred che intanto accarezzava Trick. 

Kate sospirò. «Già un grosso cambiamento… Vabbè …allora vado a fare le valigieeee!!!» Aggiunse esultante. 

«Kate, ma che dici?» chiese Fred.

«Beh come te lo spiego genietto niente più scuola, ma allenamenti, arena, baldoria sfrenata, una stanza enorme tutta per me e… niente più scuola! Insomma è un sogno che si avvera.»

«Già dimenticavo che hai delle priorità» disse il ragazzo buttando gli occhi al cielo. 

«Non ho finito signorina.» Aggiunse Loki «Noi dobbiamo trasferirci ad Asgard perché è nostro dovere, non voi…»

«Ma papà scusa…»

«Fred è abbastanza grande per decidere da solo e potrà raggiungerci quando vorrà» sorrise Loki al figlio maggiore «ma tu devi finire la scuola.»

«Oh certo Freddi può fare quello che vuole ed io cosa dovrei fare?! Fare la pendolare tra un mondo e l’altro?»

«No, ma  desidero che tu finisca almeno il liceo. Abbiamo già pensato al da farsi.»

«Papà di questo passò non finirò mai il liceo!» Fece la ragazza esasperata.

«Beh allora vorrà dire che la tua preparazione da guerriera dovrà aspettare.» Aggiunse infine Loki. 

La ragazza sgranò gli occhi e fece per rispondere poi ci ripensò. Sapeva di avere la capacità di peggiorare la situazione e voleva evitare che suo padre la esiliasse sulla terra a vita «Cos’avreste in mente?» chiese titubante. 

«Ti trasferirai da Steve e Tony e Mickey.»

«Posso sul serio stare dagli zii?!» chiese la ragazza incredula. 

«Certo, magari la presenza di Mickey ti ispirerà ad applicarti un po’ di più»

«No, scusate volete dire che io non sono abbastanza bravo come fonte d’ispirazione?» fece Fred ferito nell’orgoglio.

«Ma tu sei mio fratello! Non posso farmi ispirare da te! Tra noi deve regnare della sana competizione per guadagnarci l’amore dei papà.»

Thor guardò Loki «Uhm mi ricorda qualcosa.»

«Ma papà e la libreria e il caffè?» chiese Fred apprensivo.

«Marcus sta già cercando qualcuno che mi sostituisca» gli rispose Thor.

«Ed io lascerò la libreria a Steve, se ne occuperà lui almeno fino che non troveremo un’altra soluzione.» 

«E la casa?»

Thor e Loki si guardarono.

«Veramente vorremmo tenerla. Ogni tanto magari potremmo fare una visita su Midgard per cui…» fece Loki cercando di sembrare indifferente.

«Già» continuò Thor «e poi vostro padre non se la sentiva di lasciare la casa in cui siete cresc…ahi» ma si beccò una tirata di capelli dal compagno. 

Poi tutti tacquero ed infine Kate parlò «Quindi quando andiamo?»

«Partiremo nei prossimo giorni.»

«Bene allora ehm se è tutto…vado ad avvisare Mickey!»

E corse su per le scale. 

«Fred tutto bene?» chiese Loki vedendolo pensieroso.

«È davvero un grosso cambiamento…e poi» disse guardando verso il suo micio «come facciamo con te amico?»

Loki gli si avvicinò «Sta tranquillo io e tuo padre lo porteremo con noi su Asgard.»

«Come?»

«Non preoccuparti, starà bene e tu potrai venire a trovarlo su Asgard quando vorrai». Fred guardò suo padre e il suo sorriso lo rassicurò. «Sarà meglio che vada a preparare anche le mie cose allora.»

Quando anche Fred ebbe lasciato la stanza fu Thor a parlare.

«Ti senti pronto?»

Loki gli si avvicinò e si fermò davanti a lui che se ne stava ancora seduto «A diventare il signore assoluto di Asgard ed essere acclamato ed osannato da tutti? Sinceramente penso sia sempre stato il mio destino.» Thor alzò un sopracciglio.«Basta che ci sia tu al mio fianco.» Aggiunse poi sorridendo.

Thor gli sorrise e appoggiò la testa al suo ventre mentre gli circondava la vita con le braccia. «Qualcuno deve pur tenerti d’occhio.»

«E vorresti pensarci tu Dio del Tuono?» Disse Loki guardandolo ed accarezzandogli la testa. 

«Ci proverò e dopo tutti questi anni di pratica credo anche di avere delle buone probabilità di riuscita.» E si strinse a lui. 

I due rimasero in silenzio pensando cosa quel cambiamento avrebbe voluto dire per il loro futuro e per la loro famiglia, ed anche se erano un po’ spaventati sapevano che avrebbero comunque potuto contare l’uno sull’altro.
Perché una cosa era certa: avrebbero governato insieme!
Poi Loki alzò il capo continuando comunque a stringere il compagno.

«Sai Thor però pensandoci bene potrei anche regnare da solo. Sono più bravo di te a dare ordini e probabilmente diverrei un re magnanimo e molto più amato di te.»

L’altro sospirò esasperato «Lokiiiii!» 

 

Due mesi e due incoronazioni dopo. 

Il tramonto in quell’eterna primavera era uno spettacolo indescrivibile. Un cielo aranciato si estendeva a perdita d’occhio ed era attraversato solo da qualche lieve nota di caldo rosso. Loki si affacciò al balcone della stanza e osservò il panorama tenendo le mani dietro la schiena. Poi chiuse gli occhi per godersi i profumi di Asgard e la quiete. Thor gli si avvicinò.

«A che pensi?»

«Beh a dirla tutta pensavo che il vecchio ci ha messo quasi vent’anni a lasciare il suo trono.»

«Loki sei tremendo!»

«No nel senso…Forse un sonnellino come il suo farebbe bene anche a noi, se questi sono i risultati.»

Thor scosse la testa e lo osservò.
Portava una veste verde con ghirigori d’oro aperta sul davanti. Sotto una tunica verde scuro. Anche il Dio del Tuono era particolarmente elegante quel giorno: come il compagno indossava una lunga veste color dell’oro e con ghirigori rame anch’essa aperta sul davanti; sotto una maglia e morbidi pantaloni color rame.
Il biondo sospirò e guardò verso l’esterno.

«E pensare che avrei potuto essere re molti anni fa.»

Loki per un attimo lo guardò trattenendo il fiato; si chiese se il compagno non avesse qualche rimpianto, ma…

«Per fortuna non è successo e ho potuto passare una vita meravigliosa con te e la nostra famiglia.»  E avvicinandosi lo prese per la vita.

«Sei il solito sentimentale.» Fece Loki sorridendo e appoggiandogli le mani sul petto.

«Credevo che dopo tutti questi anni ti fossi abituato.» 

Loki gli sorrise prima di avvicinare il volto al suo e baciarlo.
Un istante dopo qualcuno bussò leggermente alla porta; Fred si affacciò alla loro camera «Ehi ma non venite? Vi aspettano tutti.»

Loki si voltò e sorrise a suo figlio «Arriviamo Freddi.» Il ragazzo contraccambiò il sorriso ed uscì. «Pare sia ora di andare ad assolvere ai nostri doveri.»

«Pare di si» gli rispose Thor prima di prenderlo per mano e seguirlo fuori dalla stanza. 

I due re fecero il loro ingresso nella sala del trono, trono che ormai era stato adattato con due sedute.

«Era ora! Vi siete appena sposati! Avete tutta la notte per divertirvi!»

«Cazzo» fece Steve che a quelle parole si era quasi strozzato con la birra rovesciandosene addosso mezzo boccale.

Il genio, miliardario, playboy, filantropo, nonché padre di famiglia non perse tempo «Capitano! Misericordia linguaggio!»

«Ragazzo!» Loki che era vicino a Fred si girò notando che Mr.J. gli si avvicinava appoggiandosi ad un bastone che egli stesso aveva intagliato e rifinito in oro. «Stavo pensando che alla biblioteca mancano libri su alcuni pianeti: per Midgard nessun problema ovviamente, ma come si fa per gli altri Regni?» 

«Tranquillo Mr.J. credo che il nostro Fred ci darà una mano coi suoi viaggi» rispose Loki mentre Fred gli sorrise. 

Kate intanto stava parlando con Sif  «Ok nell’arena, a tra poco!» le bisbigliò infine. 

«Dov’è che vorresti andare tu?» chiese Thor alle sue spalle. 

«Pa-papà tranquillo vado solo a divertimi un po’» fece la ragazza sorridendo e tentando di sembrare innocente prima di voltarsi e dirigersi all’uscita. 

«Fandral tu resti qui!» disse Thor all’amico, evidentemente intenzionato a raggiungere le ragazze nell’arena, ed afferrandolo per una spalla. 

«Ehi, ma dov’è Mickey?» se ne uscì Tony.

«Oh avanti Tony sarà con Kate, lascia che si divertano! Tu piuttosto vieni a ballare con me» disse Steve afferrandolo per una mano e trascinandolo con sé. 

«Io non ballo! Aiuto il mio Capitano mi ha preso in ostaggio. Ehi Banner sarebbe comodo che ti trasformassi tipo adesso e mi salvassi da questa follia!»

Ad un certo punto Fred, che per un anno aveva pur sempre vissuto per lo più in solitaria tra i ghiacci, sentì il bisogno di allontanarsi, seppur non di molto, dalla folla in festa.
Si mosse elegantemente nel suo abito verde acqua scuro con rifiniture color argento; la lunga treccia bionda, anch’essa decorata con fermagli argento, gli ricadeva dietro le  spalle. Sul petto invece portava l'amuleto di suo padre.
Di lì a qualche settimana sarebbe ripartito per continuare le sue esplorazioni e la nuova metà era Vanaheim: era quasi tutto pronto, ma non sarebbe mai potuto mancare a quell’evento speciale con la sua famiglia.
Si portò vicino ad un’alta colonna o per meglio dire quasi vi si nascose, ma fu scoperto subito «Mao» Trick spuntò all’improvviso e gli andò vicino.
I genitori avevano mantenuto la promessa, l’avevano portato ad Asgard con loro e il micio si era subito ambientato bene nelle stanze reali di Fred: anche perché aveva latte e cuscini in abbondanza.
Fred gli grattò l’orecchio e si mise ad osservare quello che accadeva intorno a lui in quella sala che, dall’infanzia, conosceva bene.
Mr.J. accanto a Marcus, che non era nuovo del posto, gli raccontava come fare del buon idromele, Bruce osservava le navicelle asgardiane nel cielo cercando di capirne i meccanismi, Frigga sorrideva allegra, Tony (che aveva smesso subito di protestare) e Steve ballavano in mezzo alla folla felici, e Kate…

«Che combini fratello?»

La ragazza gli era spuntata alle spalle. Fred la osservò nel suo vestito scarlatto con intarsi d’oro che lei aveva voluto corto per poter muoversi meglio e poter combattere… in fondo non si poteva mai sapere!

«Mi godevo la scena, ti credevo nell’arena.» 

«Oh si, ma volevo portare un po’ di sidro e stavo cercando di non farmi vedere dai nostri genitori, Mickey è già là che mi aspetta…» La ragazza si zittì e sorrise fissando un punto davanti a sé. Fred incuriosito seguì il suo sguardo e quella che vide fu l’immagine più bella di tutte. 

Thor, attraversata la sala in vesti regali, si era avvicinato a Loki e l’aveva condotto con sé tra due colonne vicino ad una grande finestra.
I figli si sporsero per vedere meglio: i due re erano fermi l’uno davanti all’altro, occhi negli occhi, il verde che si mischiava con il blu. Fred osservò l’anello di suo padre che, come da usanza degli umani, aveva fatto spazio anche ad un altro fine e di oro satinato. Thor prese il marito per la vita e si avvicinò al suo orecchio come se stesse per dirgli un segreto.
Non seppe perché, ma Fred non poté resistere e in un attimo lanciò un incantesimo su sé stesso e Kate: i rumori della sala divennero per loro solo un lieve brusio di sottofondo mentre fratello e sorella sentirono distintamente, come se i genitori fossero accanto a loro, quelle parole.

«Quindi si può dire» disse Thor «che ho fatto bene a fidarmi del tuo amore?»

Loki dapprima lo baciò dolcemente e sorrise contro le sue labbra poi appoggiò la fronte alla sua e lo guardò di nuovo negli occhi prima di sussurrargli la risposta.  

«Hai fatto bene…»

 

Fine.

 




 

Note:

Ciaoooo a tutti!
Purtroppo siamo alla chiusura =(
Ma come vi avevo preannunciato nelle note precedenti, una sorpresa c’è!
Per ragioni tecniche non potevo allungare ancora questo capitolo, ma ho dovuto saltare molti, molti anni e molte avventure!
Tipo la storia della bestia di Jotunheim, chi ha visto Loki nello specchio, la battaglia di Vanaheim di Kate etc. etc.…Se siete curiosi ed anche voi vi siete affezionati un pochino a tutti questi personaggi vi invito a leggere tattaratatta: “I diari “segreti” di casa Odinson”.
Sarà una nuova FF che si dividerà in più raccolte ed inizierà proprio con qualche avventura del nostro Fred! Portate pazienza perché ho veramente poco tempo a disposizione per scrivere, ma aggiornerò il più velocemente possibile!
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno seguito e commentato questa storia, spero di aver trasmesso anche a voi un po’ della mia passione per i nostri protagonisti.
Ci rivedremo presto, perciò… alla prossima storia!

   
 
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