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Autore: Padme_90    23/10/2019    2 recensioni
[ OS facente parte della raccolta Saiyan Plasure]
Tratto dal testo : “ Mi dispiace padre, non ti disobbedirò più!”
“ Allontana ogni debolezza dal tuo animo figlio mio, e induriscilo affinchè nessuno possa ferirti!”
“ Perchè allora sei sempre triste e nascondi la tua sofferenza?”
“ Perchè la mia debolezza mi ha spezzato il cuore! Vedi Vegeta” Sollevò l’indice e lo puntò sul quarto di luna che si intravedeva dalla finestra “Ognuno di noi è come la luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro ed il nostro non è quello malvagio, bensì forse, il migliore che abbiamo!”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Re Vegeta, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Saiyan Plasure'
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[ OS facente parte della raccolta Saiyan Plasure]
 
Ci sono notti in cui la luna; da brava compagna fedele che non va mai via; sempre di guardia e risoluta , produce bianco nettare per i sogni o amaro fiele fatto di solitudine e silenzi.
Guida e madre per il fiero popolo saiyan, veglia su di loro e ad essa fanno affidamento ogni istante della vita.
 
Sebbene abitasse da anni sulla Terra, Vegeta sentiva ad ogni plenilunio un irrefrenabile richiamo, così forte, che quell’indole aggressiva e passionale tipica del suo popolo, si svegliava violenta confluendo in un punto ben preciso del  corpo, ancora giovane nonostante i cinquant’anni.
La cicatrice rimasta al posto della lunga coda bruciava fino a stordirlo e perciò volava in lande desolate per restare in solitudine con lo sguardo rivolto al cielo ad ammirare la sua bella, sola e unica padrona: la luna.
Tuttavia, quella volta non riuscì a spiccare il volo e si rigirò qualche istante tra le lenzuola prima di poggiarsi su un fianco a guardare Bulma accanto a lui, beatamente addormentata e così bella da levargli il fiato. Qualche lembo di lenzuolo la copriva ed il resto delle sue carni era illuminato dalla luce di residui di candele profumate, ancora accese e sparse qua e là. Gli venne da ridere appena il penetrante odore di vaniglia si insinuò tra le narici e constatò che, dopotutto, le donne terrestri non erano così diverse da quelle saiyan quando volevano dell’intimità.
Non che sul suo pianeta ci fossero candele, ma ripensò ai bracieri d’incenso di cui spesso da bambino non capiva il significato e che aveva visto in molte stanze del palazzo; nello specifico, quelle in cui si era soliti trascorrere la notte.
Il desiderio si accese di nuovo e anche abbastanza in fretta nonostante avesse dato già parecchie volte sfogo alla passione,  ma per un uomo della sua razza lo sfinimento e la fatica erano ben altri, soprattutto quando doveva trattenersi e doveva farlo con la luna piena  alta nel cielo che ne risvegliava la vera indole.
Si mise in piedi e camminò verso la cameretta dell’ultima arrivata in casa Brief, anche lei insonne nella sua culla, ma silenziosa con il ditino in bocca a guardare le stelline fluorescenti attaccate al soffitto.
“ Non dormi?” Le chiese come se potesse rispondere e si chinò per guardarla meglio, mentre sul dolcissimo viso di porcellana di Bra si aprì un gioioso sorriso.
Alzò il braccino e strinse con la sua tenera manina di bambina il dito di Vegeta, soddisfatto della sua salda presa nonostante fosse solo una neonata.
“ Sei proprio mia figlia, hai la forza della nostra famiglia” e provò ad accarezzarla, tuttavia il gesto si bloccò prima che fosse compiuto, come se il timore di farle male gli impedisse di andare avanti.
Non sapeva come comportarsi con i neonati e non era di certo nell’indole dei padri saiyan elargire affettuosi gesti alla prole, ma lui  era cambiato e aveva fatto sua quella tenerezza imparata dalla permanenza sulla Terra.
La scelta di dividere la sua vita con una donna; di creare con lei una famiglia arrivando addirittura a sacrificarsi, lo aveva reso un uomo migliore, ma spesso, come accadeva soprattutto nelle notti di luna piena in cui il Principe dei Saiyan lottava semplicemente con Vegeta, arrivava a chiedersi cosa fosse davvero quel famoso uomo migliore.
 
<< Ognuno di noi è come la  luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro ed il nostro non è quello malvagio, bensì forse, il migliore che abbiamo. >>
 
Una voce, come un eco oramai lontano e chiuse gli occhi cercando di ricordare dove ,e soprattutto chi, avesse pronunciato quelle parole.
Si fece coraggio e prese in braccio la bambina avvicinandosi lentamente alla finestra del terrazzo e uscì per godere del fresco venticello che raffreddava le torride serate estive.
Di primo istinto e per il richiamo del loro sangue saiyan, entrambi alzarono la testa ed i rispettivi occhi furono riempiti dall’immensità dell’argentea bellezza della luna, che li tenne immobili e stregati come sotto un incantesimo.
In silenzio, concentrati ed ammirati la guardarono: innanzi a loro, la più bella delle meraviglie brillava maestosa nel cielo nero puntellato di stelle e fu allora che Vegeta si ricordò di qualcosa che credeva  oramai dimenticato.
 
Pianeta Vegeta -  Anno 762

“ Un maschio vostra altezza!”
“ Bene” La voce apparentemente calma del re sembrava  mascherare l’agitazione del momento ed infatti iniziò a rimestare senza un reale motivo e con le mani tremanti come mai ricordava nella vita, alcuni rapporti sull’enorme tavolo di marmo della sala del Consiglio.
“ Livello combattivo?”
“ Cento mio signore, mai piccolo saiyan era nato con tale potenziale latente!”
“ Tsk, non mi sorprende! Il mio è il sangue dei migliori guerrieri. La regina?”
“ Sta bene; è nei suoi appartamenti con il principino. Volete vederli?”
“ Non ce ne sarà bisogno! Ho altro da fare e Freezer mi aspetta per un’udienza!”
“ Ma…”
“ Hai qualcosa da obiettare Zorn?” Re Vegeta era sì rabbioso, ma non per l’insolenza di uno dei suoi sottoposti, quanto piuttosto perchè avrebbe dovuto rimandare la conoscenza di suo figlio a causa della prepotenza del tiranno spaziale, ma purtroppo non c’era alcuna possibilità di opporsi e lui non poteva farci niente.
Dalla prima contrazione della sua sposa aveva fremuto e lontano dagli occhi del resto della corte, aveva percorso avanti e indietro, facendo sventolare  la coda, il perimetro della sala del consiglio, nervoso come ogni padre per la nascita del  primogenito.
Cercò di fare più in fretta che potè, e ritornato nel cuore della notte, varcò silenziosamente le colonne che davano nelle stanze della regina, profondamente addormentata a causa della stanchezza. Nel sonno si era  scoperta e con una premura estranea a quella che per tutti sembrava la sua vera indole, le poggiò con delicatezza la pesante coperta attorcigliata ai suoi piedi. Le accarezzò addirittura i lunghi capelli neri che le incorniciavano il viso e dopo averle anche sorriso, si girò in direzione dei vagiti provenienti dalla culla poco distante.
Sporse timoroso il capo e deglutì per il respiro che gli serrò la gola, quasi sul punto di soffocarlo: due occhietti neri e truci continuavano a fissarlo e l’insistenza con cui il cucciolo ciucciava il ditino, preannunciava l’impellente bisogno di soddisfare quel piccolo, ma altrettanto famelico appetito saiyan.
“ Non dormi?
Il neonato sventolò la codina e come se l’avesse immediatamente riconosciuto; la strinse al polso del padre, tanto forte da renderlo già orgoglioso solo per quello.
“ Sei proprio mio figlio: hai la forza della nostra famiglia!” E lo guardò ancora non riuscendo a fare altro che ammirarlo.
Dovette respirare più di una volta per farsi coraggio e scrutò intorno a lui per sincerarsi che nessuno lo vedesse; lo strinse e lo sollevò tenendolo con premura tra le braccia.
Pensò di fare qualche passo verso il terrazzo per respirare un pò di aria frizzante della notte, ma d’istinto, entrambi alzarono gli occhi in direzione del quarto di luna alto nel cielo e lo guardarono in silenzio, ammirati ed estasiati.
“ Vegeta…” un tocco delicato alle spalle del sovrano ed un dolce profumo che lo fece sorridere ancor prima di girarsi.
 
“ Vegeta…”
Il Principe si voltò e vide Bulma, la cui voce  lo aveva riportato alla realtà dopo un sogno così reale da sembrare tangibile.
“ Non riesci a dormire tesoro?” Gli chiese con dolcezza e gli cinse il torace dalle spalle, poggiando la testa sulla sua forte e larga schiena, le cui cicatrici ben visibili, erano indelebili testimoni di tutte le battaglie combattute.
Non rispose alla sua domanda, piuttosto abbassó la testa su Bra e gli venne naturale l'istinto di accarezzarle il visino con la coda, come ogni saiyan faceva con i propri figli nei momenti di intimità, ma negli anni aveva perduto anche quella, iniziando così l'allontanamento dalla sua natura.
“ Le piace la luna!”
“ Beh è normale, o no? Mi hai sempre detto che voi saiyan ne siete terribilmente attratti e questa piccolina non fa eccezione, vero pasticcino?”
Bulma le pizzicò le guance con il dito e Bra ricambiò il sorriso della  mamma chiudendo gli occhietti, azzurri come i suoi, euforica per la presenza di entrambi i genitori.
Vegeta si sentì in imbarazzo come sempre quando sua moglie si lasciava andare a gesti troppo espliciti e soprattutto quando si trattava dei suoi figli, così sdolcinati, o almeno a lui sembravano esagerati.
Divenne immediatamente silenzioso, più del solito e addirittura non riuscì a trattenere un sospiro distogliendo lo sguardo per poi sollevarlo verso la sua argentea signora.
“ Qualcosa non va tesoro?” Gli chiese con la voce bassa, e per aumentare il suo già crescente imbarazzo, gli baciò addirittura la guancia, ma lei era fatta così e a differenza sua non aveva mai paura di dimostrare quanto lo amasse, anche con gesti espliciti.
Dopotutto, non erano state quella tenacia; quella testardaggine; quell’immenso coraggio ad aprire il suo cuore a un mostro, a farlo innamorare di lei?
Innamorare; una parola che non conosceva; sentita per la prima volta sulla Terra e messa in pratica negli anni in cui aveva pian piano abbandonato la corazza da fiero Principe dei Saiyan per indossare quella di uomo, marito e padre.
Non era stato facile; non per lui cresciuto nel dolore, nella violenza e soprattutto nella solitudine; abituato a pensare a se stesso e mai agli altri; arrivato addirittura a cedere al male sacrificarsi per il bene della sua famiglia.
Perché lì dove Bulma e Trunks, le sue ragioni di vita, erano orgogliosi, lui sentiva ancora un terribile tormento?
Ed in notti come quella; al pari di  un ferro rovente conficcato proprio nella cicatrice simbolo del suo appartenere ai guerrieri più forti dell’universo, la Luna non gli dava tregua e quella bestia nera tenuta sempre a bada con le catene nelle profondità più nascoste del suo animo, tentava di emergere aggressiva facendosi spazio con le unghie e i denti.
“ Vegeta, hai memoria di tuo padre?”
“ M-mio padre?”
Come facesse Bulma a conoscerlo così bene, per lui restava ancora un mistero e ancora una volta, era arrivata direttamente al punto, lì dove lui avrebbe ancora dovuto tormentarsi un po’ prima di capire.
“ Non me ne hai mai parlato. Com’era? Che rapporto avevate?”
“ Era come me, o almeno così ricordo, ma aveva i capelli di un colore diverso ed era solito portare la barba” Sospirò, ma non smise di raccontare “ Non avevamo un rapporto particolare; lo vedevo poco e mi rivolgeva la parola solo per istruirmi sul mio ruolo di principe e quando mi ha insegnato a combattere! Noi saiyan non siamo legati ai nostri parenti, lo sai…”
“ Ah no?” Bulma incrociò le braccia al petto per provocarlo, in quel modo tutto suo quando era contrariata e si preparava ad una delle sue crisi isteriche.
“ Non cominciare! Intendo dire che non è la stessa cosa di quello che succede sulla Terra. Anche il modo in cui tu coccoli i nostri figli; le madri saiyan sono diverse!”
“ Vorresti dire che la tua non ti ha mai sorriso? Non ti ha mai stretto tra le sue braccia o detto qualche carineria? Andiamo Vegeta, è un istinto!”
“ Il fatto è che…” si bloccò; non riuscì a terminare la frase e quel nodo alla gola percepibile quando Bulma si dedicava a Bra e Trunks, iniziò a stringere “…non mi ricordo di mia madre; morì quando ero piccolo!”
Mentì spudoratamente; nella sua mente erano ancora vividi quegli insoliti occhi verdi, i lunghi capelli neri sempre sciolti fino al fondoschiena e l’espressione diversa rispetto alla maggior parte delle guerriere saiyan, sempre accigliate, arrabbiate e terrificanti. La regina, contrariamente a quanto  potesse sembrare, aveva un viso tondo e le guance rosse su cui spuntava qualche lentiggine.
 
Pianeta Vegeta - Anno 767

“ Sai madre, oggi ho distrutto in un colpo solo tutti i Saibaim che Nappa mi aveva sguinzagliato contro. Quella stupida zucca pelata si ostina a opinarmi allenamenti troppo facili, ma io sono forte e sono sicuro di poter fare ancora meglio!”
Vegeta saltellava in lungo e largo nella camera da letto della regina curiosando di qua e di là, come ogni cucciolo saiyan di cinque anni quando qualcosa ne attirava le attenzioni.
Lo faceva tenendo tra le dita il gioiello che, come il re, era solita portare al collo e ogni tanto lo avvicinava al nasino percependone il buon profumo.
“ Spero di essere all’altezza di combattere con mio padre ; voglio che sia fiero di me. Anche se a volte non lo capisco!”
Attirato dalla voce proveniente da una stanza, oramai chiusa a chiave da quasi due anni e attaccata alla sua, il re ne varcò a passo svelto e anche piuttosto infuriato la soglia, con il desiderio di punire chi avesse osato trasgredire ad una sua regola riguardo gli appartamenti della regina.
Quando scoprì il colpevole, abbracciato ad un cuscino e con lo sguardo rivolto ad una pietra verde tra le sue piccole dita, concentrato a parlarci come se la legittima proprietaria fosse in carne e ossa avanti a lui, rimase in silenzio ad ascoltarne le parole.
“ Papà mi dice  solo che devo diventare forte e smettere di piagnucolare come un poppante : al principe dei saiyan non può mancare la mamma…ma allora, perché da quando tu non ci sei più, lui è sempre triste?”
Poche e semplici parole, ma così pungenti e affilate, che persino l’oramai cuore di pietra di sua maestà re Vegeta III ne fu trafitto da parte e parte, tanto da lasciargli cadere pesantemente le braccia lungo i fianchi.
Il piccolo Vegeta si girò immediatamente ed ebbe seriamente paura quando gli occhi neri e severi del genitore si posarono nei suoi. Scese di corsa dal letto;  lo stesso dove cinque anni prima aveva visto la luce, e nascose il gioiello della madre dietro la schiena, nella speranza che il re non se ne fosse accorto.
“ Perché sei entrato qui dentro? Lo sai che nessuno può farlo!”
“ Io volevo solo…perdonami padre.”Abbassò  tremante la testa, come un condannato in attesa della pena.
“ Da quando vieni qui di nascosto Vegeta?”
Temeva di dargli una risposta, e come potergli dire che da quando Freezer aveva barbaramente trucidato sua madre, ogni giorno trascorreva diverse ore nella sua stanza a raccontarle quello che gli succedeva?
Come poter spiegare al padre che gli aveva disobbedito su tutto, ed in particolar modo sull’ordine impartitogli di smetterla di rimanere attaccato al fantasma di una persona che non c’era più?
Gli ripeteva sempre che doveva abbandonare i sentimentalismi ed indurirsi senza lasciare che quelle stupide debolezze lo rendessero vulnerabile in un mondo in cui avrebbe avuto tanti, troppi nemici.
Lì dove il cuore conosceva il sentimento, quella era la fine di ogni saiyan e lui lo aveva provato a sue spese, in un modo così brutalmente crudele, che non avrebbe mai voluto per nessuna ragione che suo figlio ne assaggiasse nemmeno un pezzetto e allora era suo compito di padre indurirlo anche facendolo soffrire, ma il suo cuore andava salvato.
Avanzò facendo sventolare il lungo mantello e rimase innanzi al cucciolo guardandolo dall’alto della sua maestosa, quanto imponente figura.
Sollevò un braccio ed il piccolo indietreggiò per proteggersi, terrorizzato al pensiero di sentire la forza del genitore.
Invece, non fu il dolore o il sonoro rumore di uno schiaffo a diffondersi nella stanza della oramai defunta regina , piuttosto , Vegeta sentì per la prima volta nella sua giovane vita il calore di una carezza e non una qualsiasi: quella di suo padre.
“ Mi dispiace padre, non ti disobbedirò più!”
“ Allontana ogni debolezza dal tuo animo figlio mio, e induriscilo affinchè nessuno possa ferirti!”
“ Perchè allora sei sempre triste e nascondi la tua sofferenza?”
“ Perchè la mia debolezza mi ha spezzato il cuore! Vedi Vegeta” Sollevò l’indice e lo puntò sul quarto di luna che si intravedeva dalla finestra “Ognuno di noi è come la  luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro ed il nostro non è quello malvagio, bensì forse, il migliore che abbiamo!”
 
“ Bulma…” deglutì e strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche, poi si girò e guardò seriamente sua moglie “…tu credi che io sia un debole?”
“ Un debole? Tu? E perchè?”
“ Perchè ho lasciato che il mio cuore provasse dei sentimenti, sentimenti dai quali mio padre mi ha sempre tenuto lontano per proteggermi. Lui si è fatto scudo della sua forza, del suo orgoglio,della sua severità ed è riuscito a guidare il suo popolo fino alla fine, nonostante la morte di mia madre lo avesse distrutto.”
“ E tu pensi di averlo disonorato per l’uomo che sei adesso?” Lo disse con un sorriso e gli accarezzò anche una guancia, così dolcemente, che solo quel tocco lenì già buona parte dei suoi tormenti “Ascolta Vegeta, tu sei il figlio di tuo padre, non sei lui. Hai vissuto per tutta la vita seguendo i suoi insegnamenti e devi esser fiero di te perchè hanno contribuito all’uomo meraviglioso che sei ora. Io e te apparteniamo a due mondi evidentemente diversi e ciò che per me è assurdo per te non lo è e viceversa, ma con questo abbiamo imparato a convivere già da molto tempo. Ai miei occhi, tu sei diventato molto di più di quello che rappresenti e sinceramente, sei quel figlio di cui anche un uomo come il re dei saiyan potrebbe essere orgoglioso!”
Bulma ci riusciva sempre e bastavano poche semplici parole a dipanare quel costante groviglio di fili che intasava la sua mente. Per metà delle loro giornate era una donna odiosa, petulante, isterica, ma in quei momenti tirava fuori tutta la parte migliore di se per supportarlo e aiutarlo a capire lì dove lui da solo non ce la faceva.
“ Sei sempre combattuto tra quello che vorresti essere e quello che saresti dovuto essere ed il più delle volte non lo sai nemmeno tu. Mi hai detto che Freezer ha ucciso tua madre e che da quel giorno, tuo padre è cambiato. Sai una cosa Vegeta? Tu e lui siete proprio uguali, solo che forse è più facile per te ammettere il contrario, come lo era per lui pur di non far vedere agli altri di avere un cuore!”
“ Che vuoi dire?”
“ Che il tuo lato oscuro, mio bel principe, non è quello malvagio, piuttosto il migliore di te ed è tale perchè lo nascondi bene. Ma a me va benissimo perchè le cose preziose vanno tenute al sicuro e ben celate in un mondo che non ne sa cogliere il valore.”
   
 
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