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Autore: Sax_n_Jazz    25/10/2019    1 recensioni
Aveva un tremendo desiderio di dormire.
Per lei era già tutto deciso, non si sarebbe più fatto sentire.
Sta solo pensando a come dare un senso a quel rapporto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiuse gli occhi, si portò una mano alle labbra e scosse la testa.
- Ma non ci posso credere, è davvero capitato di nuovo? - pensò.
Rimase con gli occhi chiusi per un tempo indefinito mentre un’infinità di immagini scorrevano nella sua mente.
Si sentiva smarrita, in un vortice di incertezze.
- Sono così cretina? –
- Ma poi, perché devo sentirmi sempre in colpa? -
E non c’era nessuno che avrebbe potuto consolarla, tanto per cambiare, perché non c’era nessuno con cui poter condividere questi pensieri e tutte le conseguenti amarezze.
Tra le mille immagini, i ricordi dell’adolescenza, risvegliati dalla solitudine.
Beata solitudine.
 
I'll stop loving you only when a deaf painter manages to paint the noise of a rose petal falling on a glass floor of a castle never existed.
Rivide se stessa in treno, le cuffie con il walkman a palla, che probabilmente suonava i Doors e proprio Jim cantava con voce seducente le sue poesie ineguagliabili, mentre scriveva e disegnava quella citazione con precisione e qualche effetto artistico in una pagina del diario di scuola. Si isolava ogni tanto dai soliti compagni di treno – non c’era nessuno di interessante - e dalla confusione. Non c’era mai abbastanza tempo per scrivere, disegnare, ascoltare musica e soprattutto per sognare.
Non c’era proprio nessuno al quale dedicare quell’utopia, né quel giorno né nei successivi anni.
Non amava nessuno, amava solo sognare. Sogni fantastici, le venivano una meraviglia!
 
Scostò la testa dal cuscino e prese in mano il cellulare per controllare l’ora. Aveva un tremendo desiderio di dormire.
Dormire dormire dormire.
- Fatemi dormire! -
Dormire significava far scorrere il tempo senza dover pensare, di notte, e senza dover vivere una routine che in quel momento non aveva voglia di vivere, di giorno.
Dormire anche di giorno, perché no. Se dormi non pensi, non mangi, non devi parlare con nessuno, non devi rispondere male a qualcuno. Ma era impossibile. La sua vita era troppo impegnata e non poteva permettersi fragilità, incertezze e incomprensioni con chi stava accanto a lei tutti i giorni.
 
Ripensò a quel pomeriggio, a quella discussione di nuovo con lui. L’amicizia, un argomento sempre in continua discussione. Sì perché lei non era stata attenta. Lei voleva solo la sua attenzione. Non ha chiesto altro che la sua maledetta attenzione. Quel pomeriggio salì in auto con le lacrime e le parole di lui in testa.
Che si erano anche trasformate, peggiorando.
“Sei una rompiscatole: non farti più sentire”
Ecco, questo era esattamente quello riecheggiava da quel venerdì 17 alle ore 17.17.
Neanche a farlo apposta. Non è superstiziosa. Ma insomma, un po’ di coincidenza doveva esserci!
Quel rimbombo di parole riaprirono una vecchia ferita e l’unica cosa che voleva dopo aver messo in moto l’auto era andarsene molto lontano, a sanguinare.
 
Per lei era già tutto deciso, non si sarebbe più fatto sentire.
Poteva evitarlo? Voleva evitarlo?
C’era sempre qualche maledetta cosa in lui, qualcosa che la teneva legata e sapeva che non voleva rinunciarci.
E ormai da tempo sapeva di avere tutto sotto controllo, nonostante qualche momento di voglia di lui – ma non tanto sognando di andarci ancora a letto – sì, era sicura che il loro rapporto aveva raggiunto un certo equilibrio. E’ vero, non era quello che si definisce un classico rapporto di amicizia, ma dove sta scritto che due persone non convenzionali, debbano avere un’amicizia normale?
- Sei una donna non convenzionale -
Fu così che lui l’aveva definita poco dopo essersi conosciuti.
E anche lei poco dopo si accorse che quell’uomo fuori dall’ordinario la stava travolgendo. Meravigliosamente.
 
I suoi occhi ancora chiusi. Ricordava la notte in cui si era conosciuti meglio come fosse ieri. La prima lunga conversazione notturna.
“Dottore, avrei bisogno di una visita” scrisse lei
“Si spogli!” rispose lui
Il viso di lei diventò improvvisamente viola. Da quel giorno per un lungo periodo, quell’effetto e altre sensazioni stupende e da tempo ormai sconosciute, diventarono quotidiane.
Si svegliava alla mattina dicendo - Si farà sentire anche oggi? -
In così poco tempo non era più solamente un nuovo amico. Era un sogno. Un sogno in cui si rifugiava violentemente ad ogni possibile occasione.
Era tutto vero ma folle, pericoloso, euforico ed inconsulto. E non si era mai sentita così bene.
 
Si girò prona e affondò la faccia nel cuscino.
La confusione di immagini che scorreva nella sua mente, si soffermò su quelle che erano ormai indelebili.
Tutti quei bei ricordi e il suo sogno non erano durati a lungo, ma il tempo sufficiente per capire che con quell’uomo non era solo chimica, non era solo divertimento, non era solo svago, non era solo simpatia. Se fosse stata del tutto onesta con lui all’epoca, e anche con se stessa, gli avrebbe dovuto confessare l’infinita voglia di stare con lui.
Stare. Viaggiare. In aereo, auto, moto. Ascoltare musica. Guardare un film sul divano. Raccontarsi cavolate o parlare seriamente guardandosi negli occhi. Cucinare tante altre volte assieme. Ed era terribilmente cafone, anche nei suoi sogni. Si comportava proprio da cafone: lei un po’ adorava anche quello. Ad un certo punto si rese conto che erano molto più realizzabili sogni come una Maserati nel suo garage, una Birkin nel suo guardaroba, un Patek Philippe al polso o suonare l’organo come Manzarek, che stare assieme a lui.
 
E niente, neanche se lui glielo avesse detto guardandola negli occhi, le toglie dalla testa che per lui è stata solo chimica. Ci sono parole dette e scritte nella sua testa e nel suo cuore, incancellabili.
 
Un giorno gli aveva scritto che lei non l’avrebbe mai sposato. E non mentiva: una parte di lei era certa che sarebbe stato fantastico vivere ed avere accanto un uomo come lui – e a questo si aggiungeva il pensiero di trovarselo tutte le sere a letto; l’altra parte era quasi certa che sentimenti come insicurezza e paura non sarebbero mancati con uno stronzo come lui. Sposarlo mai. Viverci insieme, forse no, ma solo per non ricominciare il sogno.
A sogno archiviato, era rimasto un uomo fantastico, per lei. Sempre sul suo piedistallo. Il suo idolo in tutto. Ma tanto volubile con i suoi malumori che a volte incidevano su lei.
 
Ed era bello. Maledettamente bello. Nudo, vestito. Col giubbetto in pelle o in camicia. Mentre nuotava, mentre camminava. Quando rideva e quando corrugava la fronte mentre ti ascoltava.
Le immagini si spostarono violentemente sull’espressione che faceva durante certi momenti. L’espressione più sexy e intrigante che lei avesse mai visto.
L’ha guardato ed è stata con lui come con nessun altro. Nel modo in cui si sentiva felice e soprattutto se stessa. Aveva solo sognato per troppo tempo.
E si era risvegliata con la consapevolezza e la certezza che del sogno era rimasto un grande amico e una grande persona su cui contare.
 
Ora sta solo pensando a come dare un senso a quel rapporto che ancora esiste, che aveva un suo equilibrio ma che è stato di nuovo messo in discussione. E da cosa? Ancora a chiedersi cos’è l’Amicizia?
A friend is someone who gives you total freedom to be yourself
Il profeta della libertà, poeta, autore, un’icona che aveva scoperto piacere ad entrambi.
Era alla fine in quel modo lei si sentiva amica di lui perché è raro trovare una persona con cui riuscire ad essere completamente se stessi. Perché mai perderla?
 
Quest’estate per ringraziarlo, anche se non ricordava bene per cosa, gli aveva scritto una poesia. Non era proprio sull’Amore, era una diversa forma di Amore. Amore per una persona che si ha avuto la fortuna di conoscere, anche in intimità, e per la quale si nutre profondo rispetto.
 
Amo il tuo modo di scrivere da pseudo-intellettuale con quel pizzico di divertente volgarità
Amo i tuoi momenti di disperazione che sfociano sempre in commedia
Amo quando mi cerchi ma anche quando ti allontani per tanto o per poco, per quello che andava bene a te, che hai sempre diretto l’orchestra del nostro rapporto
Amo come mi scuoti senza toccarmi
Amo come sai farmi male solo perché io mi voglia più bene
Amo come illumini la mia mente
Amo la fame di sapere quando mi parli
Amo i miei pensieri fatti e i miei racconti frutto della fantasia che sfrena da che ti conosco
Amo tutte le sensazioni che si scatenano quando ti provoco
Amo il ricordo di ogni secondo trascorso ad esplorare il tuo corpo
Amo la certezza che comunque andrà questo bizzarro rapporto senza nome, non te ne andrai mai dal mio cuore
 
Niente, non riuscì più ad addormentarsi, si infilò gli indumenti da running, le cuffie dell’iPhone e andò a correre.
 
“Con me non esiste vergogna” le aveva detto una volta.
E infatti non l’aveva mai fatta sentire a disagio.
Poteva raccontargli o scrivergli tutto quello che le passava per la mente. Tutto. Non c’era pari. Lui per lei era unico.
 
Alzò il volume quando iTunes iniziava The Crystal Ship.
When we get back, I’ll drop a line
Magari gli scrivo due righe - pensò correndo.
E le scrisse.
   
 
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