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Autore: vale ronron    26/10/2019    1 recensioni
La storia narra di come Katniss ha preso consapevolezza di ciò che prova realmente per Peeta.
Testo tratto dal primo capitolo:
“vuoi una dichiarazione scritta?” gli chiese Katniss, con finto tono scocciato.
“non sarebbe male!!” rispose il ragazzo con un sorriso.
“io Katniss Everdeen, prometto di mangiare autonomamente, e di non trascurami, fino alla fine della tormenta!!” affermò in tono solenne.
“…fino alla fine della tormenta!?” ripeté divertito Peeta.
“eh sì, la mia scorta di focaccine e biscotti non durerà in eterno!!”
“mi sembra giusto!!” Katniss percepì la risata di Peeta e spontaneamente sorrise di ricambio.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di raggiungere la porta un odore intenso di vernice la travolse.

La ragazza intuì che quella fosse la stanza della Pittura, Peeta gliene aveva parlato.

Quella era il luogo dove si rifugiava quando dopo un incubo vari dubbi e paure si insinuavano in lui, così per estraniarli ed elaborarli lui li dipingeva sulla tela.

Katniss era abbastanza certa che Peeta non avrebbe voluto che lei  entrasse in quella stanza, ma lei aveva bisogno di assicurarsi che lui stesse bene, così senza alcun tentennamento raggiunse la porta a la aprì del tutto.

“Peeta!!” urlò spaventata.

Il ragazzo era steso per terra, sotto una grande tela tenuta sospesa sopra un cavalletto, ed una coperta era malamente tirata sopra di lui.

“Peeta!!” lo chiamò la ragazza raggiungendolo.

Lo scosse violentemente, continuando a chiamarlo, ma lui non si svegliò.

“Peeta, ti prego svegliati!!” gridò Katniss in lacrime.

Si avvicinò al suo petto e percepì che il corpo di Peeta era scosso da violenti tremori, da un lato  ciò la tranquillizzava, perché  significava che Peeta era ancora vivo.
Era arrivata in tempo, poteva ancora salvarlo penso Katniss sollevata, anche se ancora molto preoccupata per la salute del panettiere.

“Peeta, cerca di svegliarti !!” lo pregò, mentre con mani tremanti gli sollevò la testa per fargliela appoggiare sulle sue gambe.

Iniziò ad accarezzarlo con mani tremanti.

Il ragazzo aveva la fronte che scottava, il volto arrossato e sudato, le labbra viola e screpolate, continuava a tremare terribilmente e ai richiami di Katniss rispondeva solo con lamenti e borbottii incomprensibili.

Peeta era conciato male ma per Katniss il solo fatto che fosse vivo era un grande sollievo anche se il ragazzo sembrava non riuscire a svegliarsi.

La ragazza, ricordandosi di esserci già passata, si fece coraggio.

Si rimembrò il ricordo della grotta dei settanquatresimi Hunger Games, quando Peeta era in balia della febbre alta provocata dalla ferita alla gamba provocatagli da Cato.

Lo aveva già curato e accudito in passato, poteva rifarlo,anche perchè stavolta era in una casa non in un’arena, inoltre, aveva i medicinali a portata di mano e non avrebbe dovuto partecipare a nessun festino alla cornucopia per prendergli il farmaco, inoltre questa volta Peeta non aveva nessuna ferita mortale, non rischiava l’avvelenamento del sangue...lei avrebbe potuto salvarlo.

Infondo aveva solo una brutta febbre.
 
Per un attimo le ritorno in mente l’incubo della sera prima e affiancò, per un secondo, il Peeta del suo sogno a quello che aveva adesso tra le sue braccia.

Si ripeté fra sé che era in tempo, Peeta era ancora vivo...

Era tra le sue braccia, come nel suo incubo, ma non era freddo, pallido e immobile, non era morto…era vivo, e poteva ancora essere salvato.

Katniss si alzò, appoggiò la testa del ragazzo su una scatola di scarpe, che trovo lì per terra, a quanto pare Peeta la utilizzava come porta pennelli.

Dato che da sola  non sarebbe mai riuscita a trascinarre Peeta in una delle camere dotate di letto,  in fretta andò a prendere delle coperte e dei cuscini e usò quelli  per fare un piccolo materasso di emergenza nella stanza della pittura.

Ci fece rotolare Peeta con quanta più delicatezza possibile, dopodiché lo coprì con tutte le coperte che era riuscita a trovare e gli fece appoggiare la testa su un morbido cuscino.

Dopodiché corse in bagno, prese una bacinella la riempi d’acqua e agguantata una pezza incominciò a fargli gli impacchi di acqua fredda e aceto sulla fronte al fine di fargli abbassare la temperatura corporea.

Lasciandogli la pezza sulla fronte incominciò a rovistare nello zaino, e prese una complessa di un medicinale che sua madre chiamava tachipirina, era una medicina molta costosa infatti, prima degli Hunger games, non avrebbero mai potuto permettersela.

Sciolse la pastiglia in un bicchiere d’acqua e sollevando la testa di Peeta gliela fece bere mentre era ancora incosciente.

Sapeva che Peeta non sarebbe stato d’accordo, ma adesso il parere del ragazzo non era importante, lui era svenuto e toccava a lei prendere le decisioni, proprio come aveva fatto nella grotta, solo che stavolta non aveva avuto bisogno di rifilargli un sonnifero, con l’inganno, per farlo addormentare, perché questa volta era svenuto da solo.

Fatto ciò, andò in cucina per fargli una zuppa calda.

Tornò su e piano piano gliela imboccò, anche se era ancora incogliente, doveva pur mangiare, altrimenti non si sarebbe ripreso.

Il ragazzo continuava ad avere una brutta cera e la sua espressione era sofferente.

La preoccupazione di Katniss cresceva sempre più e raggiunse il culmine quando Peeta, all’improvviso, incominciò ad agitarsi.

Katniss, inizalmente, credette che stesse per svegliarsi, quindi lo chiamò con cautela, cercò di utilizzare un tono dolce per evitare di spaventarlo, in fondo lei non avrebbe dovuto essere lì, con lui.

Il ragazzo iniziò ad agitarsi maggiormente, continuando a tenere gli occhi chiusi.

“no, no, no…” incominciò a borbottare spaventato.

“Peeta, sta tranquillo, va tutto bene!!” cercò di tranquillizzarlo Katniss con tono rassicurante.

“no!!...lasciatemi, lasciatemi andare!!” urlò il ragazzo nel sonno.

“Peeta, cosa succede?” borbottò Katniss spaventata.

La ragazza aveva dormito spesso con Peeta e non le era mai capitato di vederlo agitarsi e parlare nel sonno. 
Solitamente il ragazzo reagiva agli  incubi restando immobile nel letto o avendo un episodio dopo essersi svegliato. 

Invece, questa volta, stava reagendo agli incubi nello stesso modo in cui reagiva Katniss, agitandosi e urlando nel sonno.

“dove l’avete portata??, dove sono??, lasciatemi andare!!” strillò dimenandosi tra le braccia di Katniss.

Con orrore la ragazza capì che Peeta stava sognando o per meglio dire stava ricordando…episodi orribili…

“vi prego, basta, non sappiamo niente, lasciateci stare, basta violenza, basta vi prego!!” urlò in preda alla disperazione.

Il ragazzo borbottava affannosamente, si agitava e scuoteva la testa. 

Un profondo panico cominciò a diffondersi in Katniss.

“Peeta, svegliati, Peeta!” la ghiandaia, cercò di scuoterlo in preda al panico, nessuno meglio si lei sapeva quanto fosse orribile restare bloccata dentro un incubo senza potersi svegliare.

“dov’è Katniss?!... cosa le avete fatto?!, chi l’ha presa!?, dove l’hanno portata?!, e ancora viva?!”

“Peeta, sono qui!!” urlò disperata Katniss,.

“Peeta apri gli occhi, sono qui!!” lo incitò la ragazza scossa ormai dai singhiozzi.

“ci uccideranno, moriremo tutti... vi prego, basta violenza, basta punizioni!!” il panettiere cominciò a piangere nel sonno.

“Peeta, ti scongiuro apri gli occhi!!” urlò Katniss disperata, non soppoartava di vedere il ragazzo in quelle condizioni. 
Desidera aiutarlo con tutta se stessa, ma non sapeva come tranquillizzarlo, Peeta stava rievocando chissà quali orrende torture fatte a lui  e ad altri.

Lei non voleva che lui rivivesse tutto ciò e poi se stava ricordando tutto quello che aveva subito a Capitol  avrebbe inevitalbilmente rimembrato anche il depistaggio.

“no, ti prego no!!” urlò Katniss con tono terrorizzato.

La ghiandaia, non poteva permetterlo, non poteva permettere che le immagini false di lei si insinuassero nella  mente di Peeta confondendolo, di nuovo.

Ipotizzò, che fosse tutta colpa della febbre alta, questa infatti, lo aveva fatto cadere in una sorta di trans, qualcosa di simile ad un dormiveglia.

Praticamente era a metà tra la realtà e l’incoscienza, la febbre, in parole povere, gli stava facendo lo stesso effetto del veleno.

Ma Katniss non avrebbe permesso che succedesse una seconda volta, così disperatamente, spinta dal terrore  di poter perdere, di nuovo, il suo ragazzo del pane iniziò a cantare.

Per prima cantò la canzone della valle, era la preferita di Peeta.

All’inizio il ragazzo continuò a delirare, agitandosi come un forsennato.

Ma la ragazza non si diede per vinta, continuò a cantare  e ad accarezzargli il viso, inoltre, alla fine di ogni strofa prese a dargli un bacio in fronte, per trasmettergli conforto.

Il ragazzo, piano piano incominciò a divincolarsi di meno, e dopo un arco di tempo, che a Katnissa sembrò infinito, prese a borbottare il nome della ragazza.

“sono qui Peeta, sono qui con te, non sei solo, ti proteggerò io!!” gli disse dolcemente, dandogli un bacio sulla fronte e stringendolo fra le sue braccia.

Fu questa la frase che la ragazza gli ripeté, fino allo sfinimento, ogni qual volta lui interrompeva i suoi canti sussurrando il suo nome.

Dopo un paio di canzoni Peeta non si agitò più, tremava ancora a causa della febbre, ma il peggio oramai era passato.

Ogni tanto borbottava il nome della ragazza e Katniss gli rispondeva con parole dolci e di confronto.

“va tutto bene, Peeta, sei a casa, al distretto 12, sei al sicuro, siamo insieme, andrà tutto bene, insieme siamo più forti, lo siamo sempre stati, noi due ci proteggiamo a vicenda è questo quello che abbiamo sempre fatto e sempre faremo!!”.

Le ore passarono e Katniss cantò tutto il suo repertorio.

Peeta sembrava essersi addormentato ma lei non voleva rischiare che entrasse di nuovo in trans così continuò a cantare e a fargli gli impacchi in fronte con l'acqua.

 Decise di dargli un po’ di sciroppo, quest’ultimo oltre ad abbassargli la febbre e a dargli sollievo alla gola gli avrebbe favorito anche il sonno.

La ragazza, non si accorse nemmeno di farlo ma si addormentò con ancora addosso i vestiti bagnati dalla neve, sdraiata sul pavimento accanto al corpo di Peeta con una delle sue mani appoggiata sulla fronte del ragazzo.

“Katniss!!” sentì chiamarsi la ragazza fra la nebbia dell'ncoscienza.

“Katniss!” 

La ragazza si sveglio di soprassalto.

Non appena aprì le palpeble si ritrovò due occhioni blu arrossati e preoccupati a fissarla.

“Peeta!!” sussurrò rincuorata, alzandosi di scatto.

“sei sveglio!!” constato sollevata.

“ma che, che ci fai qui?!” chiese il ragazzo debolmente con tono sconvolto e un con un filo di voce.

“come stai?” chiese la ragazza con urgenza, sorvolando la domanda del ragazzo.

“io, credo di stare meglio adesso, ma non capisco, quando sei arrivata?!” domandò confuso, tossendo e schiarendosi la voce più volte.

“qualche ora fa, quando sono arrivata eri svenuto, ti ho trovato sdraiato sul pavimento di questa stanza!!” gli spiegò la ragazza che con sguardo attento cercava di sondare se nel ragazzo ci fosse qualcosa che non andava.

“io non ricordo di essere entrato qui!! Ma tu come hai fatto a venire, c'è ancora la tormenta fuori!” sussurò con fatica il ragazzo.

La ragazza volse lo sguardo verso la finestra per fortuna almeno quella era chiusa ma il rumore della tempesta si sentiva forte e chiaro.

“Sono entrata dalla finestra della tua camera!!” ammise Katniss, volgendo lo sguardo verso il ragazzo giusto in tempo per vedere la sua espressione sconcertata.

“c...che…co…cos’hai fatto tu?” chiese debolmente, con tono palesemente sconvolto.
“sono entrata dalla finestra della tua stanza, a tal proposito come ti è saltato in mente di tenerla aperta, per fortuna ti eri spostato dalla camera da letto altrimenti saresti già morto congelato da un pezzo, la camera è gelida e la neve si è insinuata fin sotto il letto!!” lo rimproverò la ragazza con sguardo truce.

“non posso credere che tu l’abbia fatto davvero!!, sei un irresponsabile!! ti saresti potuta fare male, oppure saresti potuta volare via chissà dove, in balia della tempesta!” la riproverò il ragazzo tra uno starnuto e l’altro. " e poi guardati sei tutta bagnata finirai per prenderti un malanno, togliti questi vestiti umidi da dosso!!" aggiunse canzonatorio.

“fino a prova contraria quello che si è preso un malanno sei tu!! e poi, io, sarei un irresponsabile!! e tu allora!?...Dimmi la verità, ti sei messo a dormire con la finestra aperta nonostante il raffreddore e la febbre,  non è vero?!” lo rimproverò guardandolo con sguardo truce.

“non cambiare discorso!! e togliti quel cappotto bagnato!!” le rispose debolmente Peeta .

“sei tu che lo stai cambiando, non hai nemmeno idea delle condizioni in cui ti ho trovato, eri svenuto e non riuscivo a svegliarti, mi hai fatto morire di paura!! E poi quando finalmente hai incominciato a parlare ti sei messo a urlare agitandoti come un forsennato, eri totalmente in balia degli incubi e dei ricordi, borbottavi cose orribili e nonostante ti abbia urlato contro e scosso con tutte le mie forze non ti sei svegliato!!”

“io…” tentò di difendersi il ragazzo.

“tu niente, non ti azzardare mai più a farmi uno scherzo simile, mi hai terrorizzata, ho dovuto cantare più volte l’intero repertorio dei canti di mio padre per tranquillizzarti!!” continuò imperterrita Katniss.

“avevo il terrore che iniziassi a ricordare cose non vere!! non volevo che succedesse di nuovo, stavi rievocando  tutte le cose orribili che ti hanno fatto a Capitol  e non volevo che rivivessi anche il depistaggio, non sapevo come aiutarti, poi mi sono ricordata che ti piaceva la mia voce così mi sono messa a cantare, come un idiota, nella speranza che ritrovassi la lucidità aggrappandoti al mio canto invece che alle immagini false di me che ti hanno impiantato in testa, ma avevo paura che non stesse funzion…”

La mano del ragazzo, all’improvviso, ma con delicatezza  tappò la bocca della ragazza.

“puoi…puoi stare zita un attimo!?” le chiese Peeta, guardandola allibito.

La ragazza approfittandosi della debolezza del ragazzo si tolse con facilità la sua mano dalla bocca e riprese a parlare con la stessa velocità e potenza con cui scorre un fiume in piena.

 “no, non sto zitta!!, io sono furiosa con te!!, non deve succedere mai p…”
La ragazza fu interrotta di nuovo, ma stavolta non fu la mano del ragazzo a bloccarle la bocca, ma furono le labbra del panettiere ad arrestare il flusso incessante di parole.

Katniss, all'inizio, presa alla sprovvista rimase sconvolta dal gesto del ragazzo, ma poi ricambiò il suo bacio con tutta sé stessa.

Quella situazione l’aveva stremata, era sollevata di vederlo tranquillo, lucido e cosciente ma  la paura che aveva provato era ancora dentro le sue ossa e dentro il suo cuore, tutto quello che era successo in quel'arco di ore l’aveva destabilizzata parecchio.

Aveva provato paura nel vederlo incosciente per terra, poi aveva provato terrore puro nel vederlo sofferente in balia dei ricordi, ma il vero orrore gli era venuto al solo pensiero che lui si risvegliasse odiandola, di nuovo.

Lei non avrebbe retto, non avrebbe sopportato di rivedere lo sguardo d’odio di Peeta diretto a lei, non avrebbe tollerato le orribili parole del Peeta depistato, non avrebbe tollerato la vista di un Peeta che non l’amasse.

 Non avrebbe accettato di non essere ricambiata, perché ora lo sapeva, l’aveva finalmente capito, lei amava Peeta con tutta sé stessa e non poteva più nascondere la verità agli altri men che meno a sé stessa.

Tutto ciò che era accaduto da quando aveva varcato la porta della stanza della pittura fino a quel preciso istante era servito a sbattergli in faccia la verità.

 Katniss Everdeen aveva tre paure:

-Aveva paura che Peeta morisse e che lei sopravvivesse alla sua morte.
-Aveva il timore che lui la odiasse.
-Aveva il terrore che lui non ricambiasse il suo amore.

In definitiva Katniss Everdeen era totalmente e incondizionatamente innamorata di Peeta Mellarck.

Katniss in quel preciso istante si chiese quando fosse successo.

Lei stessa non sapeva se l'amore per il panettiere fosse nato dopo la guerra, o prima della rivoluzione o se si fosse innammorata di Peeta già dal giorno del lancio del pane davanti alla panetteria, ma forse non era poi così importante saperlo,.

“ti sei calmata adesso?” le chiese con un filo di voce Peeta, interrompendo il bacio e appoggiando la sua fronte in quella di Katniss.

La ragazza ripresasi dallo stordimento del bacio, lo guardò truce.

“mi dispiace averti fatto preoccupare!!” si scusò il ragazzo rivolgendole un sorriso timido.

Katniss istintivamente alzò la mano e delicatamente gli sposto il ciuffo che gli ricadeva sugli occhi!!

“stai meglio adesso!!” affermò la ragazza, con tono palesemente sollevato, ricambiando il sorriso del ragazzo.

“sì, e ti ringrazio per tutto quello che hai fattoper me!!... ma sono comunque arrabbiato per il fatto che ti sei lanciata giu da una finestra!!” la rimproverò con voce flebile guardandola serio.

“è colpa tua, se avessi risposto alle mie chiamate non l’avrei fatto!” si giustificò la ghiandaia.

“mi hai chiamato al telefono?” chiese rattristito.

La ragazza annuì guardandosi intorno curiosa.

“mi dispiace non averti risposto, credo di essere svenuto in balia della febbre alta!!” borbottò starnutendo.

Lo sguardo della ragazza vagando per la stanza  finì inesorabilmente per cadere sulla tela, posta accanto a loro.

Rimase basita.

Per Katniss fu come rivivere la scena che il quadro raffigurava per la seconda volta.

La spiaggia, il mare che si infrangeva sulla battigia, la brezza marina, il calar del tramonto, loro due seduti per terra e Peeta che le passava il medaglione con le foto di Prim, Gale e sua madre, dicendole che avrebbe dovuto essere lei a salvarsi dall’arena dei settantacinquesimi Hunger Games.

Perché a casa ad aspettarla c’era la sua famiglia, che aveva bisogno di lei, mentre lui non aveva nessuno che aspettasse il suo ritorno.

Risentì, chiaramente, nella sua mente la frase che, all'epoca, pronunciò il ragazzo:
-Non c’ è nessuno che abbia davvero bisogno di me -

E fu in quel momento, che lei gli rispose che invece c’era qualcuno che aveva bisogno di lui e quel qualcuno era proprio la sottoscritta.

-io sì…io ho bisogno di te-

La ragazza, nel profondo, sapeva gia nell'arena dei settantacinquesimi se non addirittura in quella dei settantaquattresimi Hunger Games che la morte del panettiere l'avrebbe distrutta irreparabilmente.

“La situazione non è per niente cambiata!!”  pensò ad alta voce Katniss.

“quale situazione!!?” Chiese Peeta che nel frattempo aveva appoggiato il capo sul cuscino socchiudendo gli occhi.

“Ho ancora bisogno di te!!” sussurrò guardandolo negli occhi.

Il ragazzo ricambiò lo sguardo della ragazza con un espressione a metà tra lo scioccato e il sorpreso.

Senza smettere di guardarlo intensamente  Katniss gli  si avvicinò per baciarlo.

Come nelle precedenti volte, nella grotta e in spiaggia, sentì qualcosa muoversi dentro di lei. Percepì del calore irradiarsi dal petto e diffondersi in tutto il suo corpo. La fame là assalì, il bacio che Peeta le stava dando non la sfamava anzi le invogliava maggior desiderio. Le fiamme divamparono in lei. Ma non erano fiamme rivoluzionarie e pericolose, erano fiamme che sapevano di casa, di calore di amore.
 
 I ragazzi smisero di baciarsi ma non interruppero il contatto fra i lori corpi.

Rimasero abbracciati l'un l'altro con le fronti unite e gli occhi chiusi, fino a quando fu il ragazzo ad interrompere il momento di intimità.

"adesso penso che sia arrivata l' ora che tu vada in camera a cercare dei vestiti asciutti da poter indossare!!" gli disse premurosamente accarezzandole una guancia "seriamente non voglio che ti ammali anche tu!!"

"d'accordo!!" 
rispose la ragazza con tono scocciato, alzando gli occhi al cielo.

Come sempre, la priorità di Peeta Mellarck, era la salute di Katniss Everdeen.
 
Fu questo che pensò Katniss, con un sorriso mal celato, mentre, seppur controvoglia, si separò dal ragazzo, per andare a cambiarsi.


 
 
 
  
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