Crossover
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Autore: Saeko_san    26/10/2019    1 recensioni
[Crossover multiverso]
Due amici d'infanzia, provenienti da una terra lontana, si ritrovano nella necessità di cominciare un lungo viaggio per salvare il padre di lui e il villaggio in cui vivono. Il loro viaggio li catapulterà ogni volta in diverse dimensioni, in cui conosceranno Harry Potter e Nihal della Terra del Vento, viaggeranno su Xorax la Sesta Luna, combatteranno a fianco di Eragon e Lily Quench, voleranno assieme a Peter Pan, solo per scoprire nuovi mondi mai nemmeno immaginati.
Lo scopo? Trovare la cura alla Grande Malattia, che Pedro e Taishiro dovranno sconfiggere prima che possa distruggere tutto ciò che hanno conosciuto sino al momento della loro partenza. Avete dunque mai immaginato di viaggiare saltando da una pagina all'altra dei vostri romanzi preferiti? Di volare oltre i confini del mondo e di sconfiggere finalmente le vostre paure di bambini?
Forse siete nel posto (o racconto) giusto: Pedro e Taishiro saranno i compagni di viaggio perfetti per voi e le vostre avventure.
| written between 2005 and 2008 |
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Libri
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5:
La Terra del Mezzo
 
Quando Taishiro riprese conoscenza, si trovava sotto le alte fronde di un albero, che riconobbe: una betulla in piena stagione primaverile, con le piccole foglie verdi danzanti al ritmo della brezza leggera che spirava in quel momento e le ombre delle stesse che si proiettavano sul tronco grigio e delicato.
 
 -Benvenuta nella Terra del Mezzo, dormigliona. Ce l’hai fatta a svegliarti. Mi hai fatto prendere un bello spavento; pensavo che lo schianto con il terreno ti avesse uccisa, invece eri solamente svenuta- disse una voce familiare, venata di un palpabile sollievo.
 
Era Pedro, che la guardava con i suoi pungenti occhi verdi, in attesa di una risposta; aveva le gote leggermente colorite. Con un sospiro, Taishiro si alzò a sedere e il suo stomaco brontolò rumorosamente: aveva fame ed era da un giorno e mezzo che non toccava cibo; un leggero dolore alla testa le offuscò la vista per un attimo.
Dopo che i due ragazzi ebbero fatto colazione con le provviste che avevano portato da Tabauni, Pedro le raccontò cos’era successo.
Quando era uscito fuori bordo, era stato scaraventato in un turbine di colori, lo stesso in cui si era ritrovata Taishiro. Poi aveva visto accanto a pochi centimetri dal suo corpo l’Ilv e lo aveva afferrato in fretta e furia, guidato dal puro e semplice istinto di sopravvivenza. Da quel momento il vortice di luci era andato diminuendo d’intensità e la velocità con cui cadeva si era attenuata, permettendogli di vedere l’entrata per la Terra del Mezzo.
Tutto ciò era avvenuto solo grazie al bastone magico. Dopo esser atterrato dolcemente sull’erba, si era guardato attorno e aveva visto tanti cuscini colorati, sopra ai quali tanta gente atterrava con grazia; a quanto pare Ryuso non aveva dato loro una postazione precisa.
Comunque, dopo che i suoi piedi ebbero toccato terra, lui si era spostato verso la betulla e Taishiro era caduta al suo posto, svenendo per il contraccolpo; allora Pedro aveva cercato di svegliarla, ma era stato inutile. Evitando di parlare con qualcuno, come aveva detto Ryuso, aveva preso in braccio Taishiro e l’aveva portata sotto quell’albero.
Quando ebbe finito il suo racconto, Pedro chiese:
 
 -E ora che si fa?-
 -Beh, da quello che ci ha detto Ryuso, dobbiamo trovare la lista dei luoghi magici. Ma non saprei dove cercare-
 -Neanche io- disse l’amico, sospirando.
 
Cominciarono a guardarsi intorno, incerti sul da farsi; che dovessero cercare fisicamente la lista in quel luogo? Oppure avrebbero dovuto chiedere a qualcuno? Erano convinti che lo stregone avrebbe anche potuto dar loro egli stesso la lista o come minimo istruirli meglio su come trovarla, dato che la immaginavano scritta su un fogliaccio con un po’ d’inchiostro; in ogni caso non riuscirono a trovare nulla, né tra i cespugli, né sotto le radici divelte di alcuni alberi; nemmeno attaccata alla corteccia della betulla; e figuriamoci se poteva magicamente trovarsi nella loro bisaccia. Mentre continuavano a cercare, notarono che la gente che atterrava sui cuscini si salutava e si parlava, come si faceva nella Terra di Tsagumi, quando si incontrava una carovana proveniente dal villaggio vicino a quello di partenza. Dunque, quando furono molto vicini a due donne, ne sentirono un brandello di conversazione:
 
 -...Ho sentito molto parlare della vecchia Kim, la strega della foresta della Terra del Mezzo, ma non so che cosa faccia- disse la prima, che si chiamava Gertrude.
 -Oh, io lo so!- disse la seconda, che si chiamava Guendalina. Aveva una voce molto acuta e stridente, di quelle insopportabili, che fanno sembrare le donne delle oche starnazzanti.
 -Davvero?! E cosa sai?-
 -So che è molto vecchia e che vive nella foresta da anni. Inoltre so anche che lei è un’ottima guaritrice, una delle migliori in circolazione, forse, e anche che è in comunicazione con tutti gli stregoni di tutti i mondi. Mi hanno detto che ultimamente, uno stregone le ha detto che avrebbe avuto visite da alcune persone, provenienti dalla terra di... ehm... non sono mai stata brava a ricordarmi i nomi difficili- disse Guendalina con una punta di imbarazzo.
 -Oh, ti verrà in mente, maledizione. Voglio sapere che terra è!- disse Gertrude, con voce burbera e mascolina.
 
Il pettegolezzo era troppo succulento per lasciarselo scappare.
 
 -Era qualcosa molto simile a... a Taugumi, Legumi, o forse era Tsugumi o qualcosa del genere-
 -Ma Tsugumi non esiste. Quella che tu intendi deve essere la Terra di Tsagumi-
 -Ecco, era proprio Tsagumi!-
 -Sai dove si trova questa Kim?- chiese Gertrude, ancora più curiosa.
 -Oh sì. Si trova dall’altra parte della foresta, poco prima dell’Erba Infinita, partendo proprio da questi cuscini. Ma lo sai che il suo nome è anche citato in un libro di erboristeria?- disse Guendalina
-Ma dai, non mi dire!-
-Eh già, proprio così! Sembra sia stata in grado di guarire dall’arteriosclerosi un povero piccione rosso di Belzebù con una fava piccante-
-Che cosa incredibile!-.
 
Siccome ai nostri due amici (e a noi con loro) non interessava il resto della conversazione da pollaio, sarà bene andare avanti con il racconto.
I due lasciarono sole le due donne e si infiltrarono nel folto degli alberi. Non avevano mai visto un sottobosco così pulito: non c’era neanche un foglia sul manto erboso e gli alberi sembravano finti, silenziosi e privi di vita. Non c’era nemmeno la presenza di un qualche animale. Quel silenzio di tomba metteva inquietudine, che si stendeva sulle spalle dei due ragazzi come un tetro sudario. Sembrava spettrale, nonostante ci fosse molta luce; era forse uno dei luoghi più luminosi e dai colori più sgargianti che avessero mai visto. Dopo all’incirca mezzogiorno, sentirono un rollio insolito, che non parve a nessuno dei due di aver mai sentito prima. Quando ebbero attraversato gli ultimi cespugli, sbucarono sulla cima di una cascata; magica, a quanto pare, perché non v’erano fiumi di sorta a farne avvertire la presenza; la cascata sembrava generarsi da appena un paio di metri dal dirupo; che si trattasse di un fiume invisibile? Di un incanto? Loro di certo non sapevano. Ciò che era certo era che quello fosse il punto più alto della foresta. Dietro di loro si estendeva tutto il piccolo bosco e si potevano scorgere anche il paio di cuscini da cui erano partiti Pedro e Taishiro; in lontananza erano visibili le altre postazioni e, forse, la betulla vicino alla quale i due amici erano arrivati. Davanti c’era invece l’Erba Infinita, quella nominata dalle due donne pettegole: era un’enorme distesa erbosa, senza alberi o case. Questo voleva dire che si trovavano dall’altra parte della foresta, ma della casa della strega Kim non v’era traccia.
Allora dov’era? Dopo aver bevuto un po’ d’acqua, attinta da un rivoletto lì accanto, si rilassarono e iniziarono a ragionare. La casa non poteva trovarsi giù, ai piedi della cascata, perché non v’era traccia di un fondo o di una riva. Non era nemmeno lì dov’erano loro, perché di case non se ne vedevano e la sporgenza, da cui magicamente partiva la cascata d’acqua, era troppo piccola per poterne anche solo contenerne mezza. All’interno della rupe, dietro al muro d’acqua, non poteva esserci alcuna abitazione, altrimenti lo sciabordio di falda sarebbe stato amplificato dalla cavità, quasi a sembrare un rombo di tuono. Mentre Pedro e Taishiro si spremevano le meningi, sulle loro teste cadde un gatto grigio; guardarono in alto e videro un comignolo svanire. Quindi la casa, come tutto lì intorno, doveva essere magica, ed era probabilmente sospesa a mezz’aria; i due amici si guardarono e scossero la testa, come a dire che non avrebbero mai compreso le regole magiche del loro stesso mondo.
Dovevano trovare il modo di raggiungere l’abitazione, nella speranza che fosse quella della strega Kim. Taishiro ebbe l’idea di lanciare delle pietre nella direzione in cui avevano visto sparire il comignolo e, anche se Pedro non era d’accordo, era l’unica soluzione; l’unica era attrarre l’attenzione in quella maniera. Dopo aver scagliato una decina di pietre, si aprì una porta di legno chiaro e vi apparve una vecchietta, tutta ricurva su se stessa, con i capelli, che una volta dovevano essere rossi, un po’ ingrigiti.
 
 -Chi siete voi, che lapidate la mia casa?- chiese
 -Siamo i due ragazzi mandati da Ryuso, Taishiro Mihira e Pedro Lahir- disse Taishiro –e non stavamo lapidando la tua casa!- aggiunse, indispettita.
 -Oh, siete i ragazzi mandati dal mio caro marito; prego entrate- disse Kim, buttando giù una scaletta di corda.
 
I due salirono stupiti. Ecco perché Ryuso spariva sempre dal villaggio, in inverno; eppure, come poteva essere un uomo giovane come Ryuso, essere sposato con una vecchina come quella donna?
Entrati in casa, notarono una piccola sala con un camino, un tavolo con quattro sedie e un’enorme poltrona a due posti; una piccola libreria era stipata vicino ad una porticina, che con molta probabilità conduceva alla stanza da letto della strega. Tutto era intagliato nel legno chiaro, che rifletteva la luce naturale proveniente dalle finestre alte e rettangolari che correvano per tutta la sala.
 
 -Vedo, dal vostro stupore, che Ryuso non vi ha mai parlato di me. Maledetto disgraziato. Non vuole parlare mai di me, per evitare polemiche-.
 
Qualcosa, nella sua voce, lasciava intendere dell’altro; i due amici, vista la natura spiccia della donna, non aggiunsero altro e la guardarono preparare una teiera, mentre un gatto a due code dal manto nero le passava la schiena incurvata vicino alla gamba.
 
 -Allora, scommetto che siete venuti per la lista-
 -Sì- risposero i giovani
 -Bene. Ve la darò; ma ad una condizione: dovete saper rispondere correttamente, secondo il mio giudizio e la vostra sincerità, a queste domande:
se doveste scegliere tra la vita senza un amico e la morte con un amico, cosa scegliereste? Se durante il vostro viaggio trovaste dei tesori e, per averli dovreste lasciare il vostro compagno d’avventure nella terra sperduta, cosa fareste: lascereste il vostro amico e partireste con il tesoro, oppure rinuncereste al tesoro e rimarreste col vostro compagno?
Ora rispondete, ma badate che siano le giuste risposte, e, che queste risposte, siano dettate dal cuore-.
 
Lo sguardo della strega era profondo e severo, illuminato dai suoi ardenti occhi viola, che creavano un contrasto vistoso con i suoi lunghi capelli grigi striati di rosso.
Quello che chiedeva Kim aveva colto leggermente di sorpresa i ragazzi, che non si aspettavano nessuna domanda o prova. Per di più, il fatto che la risposta dovesse essere giusta secondo il giudizio della strega, la sincerità dei ragazzi e la dovesse provenire dal loro cuore, era alquanto strano, se non quasi paradossale.
Tuttavia ci misero poco per pensarci e risposero insieme:
 
 -Alla prima rispondiamo preferiamo morire con l’amico e alla seconda preferiamo rimanere con l’amico-.
 -Bene, molto bene. Avete dato le giuste risposte. Ma sapete che non sono scontate? Il nostro mondo non è così puro e giusto come voi pensate-.
 
Ci fu un attimo di silenzio e Kim versò il tè in tre tazze che aveva preparato nel frattempo.
 
-Ora, Taishiro, vieni vicino a me-.
 
Taishiro si avvicinò timorosa alla vecchia, che le disse in un orecchio:
 
 -Devi giurarmi che qualunque cosa accada, rimarrai vicino al tuo amico-.
 -Lo giuro- disse Taishiro, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Che voce profonda, che ha” pensò la ragazza.
 -Ora avvicinati tu, Pedro-.
 
Il ragazzo si avvicinò cauto: in fondo era sempre una strega, la moglie di Ryuso, per di più! La sua sfiducia verso qualunque essere magico era sempre stata fervida, eppure la strega Kim aveva un ché di magnetico nel suo sguardo violaceo, che lo metteva in soggezione; la donna mise una mano a coppetta davanti alla bocca e sussurrò nel suo orecchio:
 -So che ami Taishiro, mio caro Pedro, si vede alla prima occhiata e l’unica a non accorgersene è proprio lei-.
 
Pedro, sorpreso, sospirò all’ultima constatazione.
Quant’era vero ciò che aveva appena detto!
 
-Perciò devi giurarmi che se la ami veramente non la deluderai mai e la proteggerai a dovere. E che terrai per te quello che ti ho detto-
 -Lo giuro- rispose Pedro, molto sicuro, mantenendo lo sguardo fermo. Taishiro era il suo unico punto fermo, era ovvio che non l’avrebbe mai delusa e che l’avrebbe sempre protetta.
 -Bene, ora so che posso affidare la lista in mani sicure-.
 
Nel dire ciò, il suo sguardo si era addolcito. Molto probabilmente quei due ragazzi le ricordavano lei e Ryuso i primi tempi di innamoramento. I tre bevvero il tè senza aggiungere altro, mentre la luce solare cambiava posizione all’interno della stanza in cui si trovavano.
Poi agitò la mano e comparve, sospeso nell’aria, un foglio d’oro con delle scritte d’argento; lo prese con delicatezza e lo consegnò ai due amici.
Era veramente fatto d’oro, il metallo era freddo al tatto, e le letterine d’argento sporgevano leggermente, fredde come la lamina su cui erano state vergate. Eppure era leggera, quella lamina d’oro magica, come un pezzo di carta. Pedro la pose all’interno della sua borsa con particolare cura.
 
 -Ora, quando uscirete dalla soglia della mia dimora- disse la strega -Troverete un paio di cavalli ad attendervi. Il maschio è bianco e si chiama Acum, mentre la femmina è nera e si chiama Whailida. Una volta montati a cavallo dovrete dirigervi verso l’Erba Infinita. Quando troverete davanti a voi una Luce Viola, che si presenta come un fascio di luce che parte dalla terra e squarcia il cielo, vorrà dire che sarete arrivati; puntatevi al suo centro il bastone con l’anello e urlate all’unisono la frase che vi ha certamente insegnato Ryuso; poi pronunciate  il nome del primo paese della lista e chiudete gli occhi. Buon Viaggio e partite con la mia benedizione- disse Kim, raccogliendo le tazze del tè e aprendo la porta di casa sua con un gesto della mano.
 
La scala di corda sospesa nel vuoto ricomparse magicamente e prima che Pedro e Taishiro potessero avvicinarsi, rientrò di corsa il gatto grigio che era caduto sulle loro teste proprio poco prima di individuare quella strana abitazione.

















Note di Saeko:
Buongiorno a chiunque sia arrivato sin qui e grazie. Questa volta ho pubblicato di sabato, poiché ieri è stata per me la giornata di una ricorrenza piuttosto triste e non ero molto in vena di scrivere, nonostante avessi più tempo. Non so se domani riuscirò ad aggiornare. Che ne pensate della storia sin qui?
Questo capitolo mi ha sempre divertito molto, soprattutto per la presenza delle due donne pettegole che Pedro e Taishiro incontrano (no comment sui nomi, avevo dodici anni e non sapevo cosa inventarmi; ho deciso di lasciare comunque Gertrude e Guendalina perché erano comunque poco utili alla trama e quindi ancora più divertenti).
Sperando di tornare presto, vi ringrazio ancora per essere arrivati sin qui e buon fine settimana.

Saeko's out!
  
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