Anime & Manga > Inuyasha
Ricorda la storia  |      
Autore: xingchan    29/10/2019    3 recensioni
“Inuyasha aveva imparato a proprie spese che l'amore non conosceva limiti o distanze, vita o morte, epoca o natura, umani o demoni.”
Prompt 1. Pioggia di foglie
[Questa storia partecipa alla “Ottobre Challenge: Trick or Treat?” indetta sul gruppo facebook “Il Giardino di Efp”]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Rin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prompt 1. Pioggia di foglie







Human nature







Inuyasha aveva imparato a proprie spese che l'amore non conosceva limiti o distanze, vita o morte, epoca o natura, umani o demoni.

Lo stava sperimentando ogni singolo giorno senza Kagome, relegata nella sua epoca dopo la disfatta di Naraku, e quella fievole speranza che si presentava ad ogni alba che si affacciasse sul villaggio di Musashi di rivederla anche soltanto un'ultima volta non faceva altro che acuire quel dolore, infliggendogli tante pugnalate da mozzargli il respiro.

Ogni cosa era stata salvata, ma allo stesso tempo - per lui - tutto ciò di cui realmente gli importasse era perduta.

Gli altri membri della sua strana compagnia erano andati avanti con la loro vita: avevano trovato un luogo stabile, avevano generato dei figli. Avevano amore, serenità. Avevano anche tanti problemi quotidiani, ma che potevano condividere con il proprio compagno traendone conforto. Avevano sostegni attorno a loro a cui aggrapparsi nei momenti più difficili.

C'era chi aveva trovato la propria strada da percorrere, seguendo le orme paterne, e che comunque si fermava spesso al villaggio per dimostrare che di loro - anche di lui - non si era dimenticato nemmeno per un solo giorno.

C'era chi continuava la propria vita consacrata agli altri, facendo del proprio meglio per migliorare la vita della gente con erbe ed esorcismi.

C'erano queste e molte altre vite pulsanti attorno a lui che amavano, odiavano, piangevano, ridevano, mangiavano, cantavano, lavoravano, che provavano ogni sorta di sentimento rilasciando degli odori che Inuyasha si fermava spesso ad assaporare per provare a sentirsi nuovamente vivo.

E poi, c'era chi come lui attendeva il proprio momento, il compimento della propria felicità nonostante non avesse una certezza definitiva; e come lui aveva in sé quello stesso devastante dolore al petto che si risvegliava troppo spesso ma del quale sarebbe stato impossibile disfarsi, anche solo per un semplice senso di amor proprio.

Rin attendeva il ritorno di Sesshomaru con un atteggiamento sempre vivace e allegro ma l'immenso dolore che nascondeva era un odore che qualche volta diventava insostenibile perfino per lui.

Da quando Rin aveva messo radici a Musashi, Inuyasha aveva preso a sorvegliarla spesso dal momento che qualche abitante del villaggio l'aveva definita strana e compagna dei demoni prendendo a perseguitarla con scherzi e dispetti di cattivo gusto; e nel frattempo aveva capito quasi immediatamente che i suoi sentimenti nei confronti di Sesshomaru, non erano semplicemente i capricci di un cucciolo d'uomo.

Inuyasha camminò per un po' seguendo la scia del suo odore, prima di trovarla ai piedi di un albero mentre cercava dei funghi che Kaede le aveva insegnato a riconoscere, acquattata con una espressione di puro interesse a solcarle le guance arrossate per la contentezza. Fece un balzo che lo portò sul ramo più robusto dell'albero, notando che il tempo ormai aveva tinto le foglie di colori di ogni sorta.

Quello era il primo autunno di Rin al villaggio, e Inuyasha si sorprese a pensare che ce ne sarebbero stati molti altri lì, in attesa, e che avrebbe percepito la sua angoscia ancora per molto.

“Inuyasha!”

Inuyasha le lanciò una occhiata incuriosita, notando che la ragazzina aveva raggruppato i suoi funghi all'interno di un pezzo di stoffa bianco che sicuramente avrebbe portato a Kaede per cucinarli insieme a lei. Lo guardava torva, come se la sua presenza fosse una fonte di disturbo. Ma Inuyasha si rese conto che aleggiava su di lei un odore colmo di tristezza che lei stava trattenendo deliberatamente.

“Perché mi segui sempre?”

“Perché sei solo una mocciosa e potresti farti male.”

“Vattene!” rispose lei, senza molti giri di parole. “Voglio restare sola!”

Antipatica.

Rimase lì fermo, accucciato sul quel ramo, cercando di non fare rumori che potessero in qualche modo indurla nuovamente a cacciarlo via; così Rin si sedette su una radice sporgente e improvvisamente Inuyasha sentì l'odore salato di una lacrima. Colse un movimento del suo braccio che si affrettava ad asciugarla con la manica del kimono, e ancora una volta Inuyasha sentì di non poter fare altro che prendere su di sé quella tristezza, di non poter far nulla per alleviarla, e che il suo silenzio non avrebbe fatto che bene alla piccola Rin.

Avendo la medesima situazione, sapeva che al suo posto nessuna parola avrebbe potuto arrecargli conforto; o perlomeno nessuna parola che non avesse già detto.

Percepire gli odori dei sentimenti degli altri lo metteva in condizione di comprendere come, quando e in quale misura la sofferenza di Rin si espandesse a dismisura a discapito di ciò che mostrava agli altri.

Talvolta però, sembrava che Rin volesse cercare di dimenticarla senza mai volerla abbandonare del tutto.

La osservava aiutare Kaede nelle sue mansioni quotidiane con entusiasmo, mettendoci un impegno che Inuyasha non aveva mai visto impiegare da una bambina così piccola. Nemmeno da Kaede stessa all'epoca del suo apprendistato per diventare sacerdotessa.

La vedeva affaccendarsi per questioni adulte senza il benché minimo problema, tuffandosi in argomenti che sarebbero risultati dal carattere fortemente complesso anche per la sua mente longeva, e lo faceva sempre con quella cadenza di infantile innocenza che spesso lo lasciava perplesso.

Di tanto in tanto la vedeva alzare lo sguardo verso il cielo, e provare ad annusare l'aria - esattamente come faceva lui stesso, come faceva Sesshomaru - nonostante ciò le fosse precluso a causa della sua natura completamente umana.

Quando accadeva, Inuyasha non poteva essere più d'accordo con Kaede: Rin aveva vissuto a lungo in una dimensione che non le apparteneva, preferendo i demoni ai suoi simili nonostante fosse lei stessa un essere umano.

Quando scendeva la sera e gli animali notturni cominciavano a cantare le loro nenie, anche lei prendeva a cantare; e per Inuyasha sarebbero state semplici canzoncine melense che perlopiù parlavano di fiori appena sbocciati e di montagne coperte di soffice neve se non fosse che in tutte, nessuna esclusa, campeggiava il nome di Sesshomaru e talvolta anche quello di Jaken e Ah-Uhn.

Anche ora, sembrava tremendamente difficile per Inuyasha pensare che un essere umano potesse avere una qualsivoglia connessione diretta con Sesshomaru. Ancora più sconcertante era pensare che fosse anche proprio Sesshomaru a volere questa connessione, a desiderarla, a provare sentimenti di dolore e paura nel momento in cui questa veniva troncata, anche solo per qualche tempo.

Inuyasha ricordò di aver visto il fratello, fermo al limitare del villaggio di Musashi il giorno della sua partenza con una esplicita quanto imperturbabile minaccia di morte negli occhi che tradiva un senso di mortificazione, la quale trascendeva qualsiasi cosa simile Inuyasha avesse mai annusato prima.

Aveva preteso che, una volta tornato, Rin fosse lì ad attenderlo, viva e in salute, e che avrebbe sterminato il villaggio se quella che aveva tutta l'aria di una imposizione non fosse stata esaudita. Il tutto mentre il pianto di Rin in lontananza fosse così dannatamente udibile per entrambi.

In altri tempi, Inuyasha non avrebbe mai potuto credere che un giorno, ad accomunarlo a quel fratellastro freddo e distante sarebbe stata la natura umana, e non quella demoniaca; che li avrebbe accomunati l'amore, e non l'odio, seppure in un modo completamente diverso da quello anche solo puramente immaginato.

Una foglia d'oro si stagliò nel mezzo dell'erba ai piedi dell'albero, e Inuyasha osservò la bambina ancora per un po' prima di alzarsi, sorridere con uno sguardo saccente e cominciare a scrollare i rami per far cadere le foglie già morte.

Sapeva che queste cose, a Rin piacevano.

Caddero le prime foglie e Rin alzò lo sguardo affranto e lucido, assumendo subito una espressione di interesse e poi di meraviglia. Lasciò la presa sul sacchetto di funghi e si alzò, e con uno sguardo riconoscente e felice iniziò a ballare nel mezzo della pioggia di foglie finché anche l'ultima non atterrò al suolo.

Inuyasha udì ancora per molto le risate e lo scricchiolio delle foglie schiacciate dai piedi di Rin, prima di pensare che proprio grazie a quella umana Sesshomaru si era guadagnato - forse senza volerlo, né saperlo - anche la sua forza e la sua spada.











NDA

Se ci sono errori, ignorateli o segnalateli, vedete voi. Non l'ho ricontrollata prima di pubblicare, e chiedo scusa in anticipo. Ma devo andare a mangiare u.u

So che dovrei continuare le long in corso e lasciare perdere le challenge, ma alcuni prompt di questa mi piacevano e mi sono messa a scrivere due cavolate - questa è la terza ff che scrivo in merito.

Spero vivamente di rifarmi viva - ahahaha, ma che sto a di'? - e di continuare con le long, tempo permettendo.

Alla prossima! <3







   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: xingchan