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Autore: DarkYuna    01/11/2019    1 recensioni
(Seconda parte di "Ricama il mattino con i fili della notte")
Dal nono capitolo:
"La luce opalescente del giorno vicino alla morte si riverbera suggestiva nei suoi occhi
e le iridi trasparenti albeggiano su un cuore che si strugge, nella forza tragica,
di un amore non corrisposto.".
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Evans, Nuovo personaggio, Sebastian Stan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11.










I peggiori inverni sono quelli del cuore.
Lì non esiste un fuoco abbastanza caldo per sciogliere il ghiaccio dell'anima, né un riparo dalla neve o dallo sferzare del vento gelido, sei in balia del freddo e puoi solo sperare di non morire.


Il cervello funziona più rapidamente da quando mi hanno tolto gli antidolorifici, c'è più reattività ai pensieri e un trambusto disorganizzato non fa altro che scalciare, mescolandosi con i sentimenti.
Solo ora capisco perché la mente ed il cuore non possono andare d'accordo, la prima riflette con razionalità, il secondo ci infila dentro passioni deleterie... e non riesco a dar credito alla prima, senza che il secondo mi metta i bastoni tra le ruote.


Mia madre sta dormendo beatamente sulla sedia sdraio che ha portato papà, mentre io non riesco a chiudere occhio. Scendo piano dal letto, mi aiuto con le stampelle, le aggiusto meglio il plaid che la copre per evitare che senta freddo, poi esco a passo felpato dalla camera.


So per certo che Sebastian non è più qui, mio padre gli ha parlato, chiedendogli gentilmente di andarsene. L'ho avvelenato con una ignobile bugia, perché ora sa che niente ci lega più e che ho perso il bambino nell'incidente.
La colpa mi sta uccidendo, la rabbia per quello che è accaduto tra lui ed Andria sta scemando, anche se lo squarcio sul cuore è vivido e pulsante e non smette di sanguinare. L'unica cosa che vorrei stanotte, a dispetto di ogni ruolo recitato, di ogni messinscena e finzione è poterlo abbracciare così forte da fondermi con Sebastian per sempre.
Ho bisogno di lui, come l’ossigeno, ne ho bisogno così tanto da soffocare, perché da quando se n'è andato, io ho smesso di respirare.
Buffo, perché il dolore che volevo infierirgli, in realtà, lo sto compiendo solo su me stessa... se lui soffre, soffro anche io.
Volevo fargli male, pugnalandomi.


Striscio piano per i corridoi bui e deserti dell'ospedale, fatico ad usare le stampelle per via del bruciore insopportabile dettato dai punti chirurgici sul ventre, sto andando verso l'atrio dove c'è la grande statua della Madonna, alla quale, molto tempo prima, avevo chiesto un segno su come dovessi comportarmi.


Svolto nell'androne in penombra, l'unica luce è data dalle numerosissime candele in dono alla statua con il suo bellissimo bambino che stringe affettuosa a sé. Sto per sussurrare qualcosa che assomiglia ad una preghiera, quando i miei occhi slittano sulla sinistra, nel raggruppamento ordinato di tre file da sei sedie plastificate, in cui c'è coricato qualcuno.
Impiego qualche secondo per discernere i tratti rigidi e familiari di Sebastian, dorme in posizione fetale, ha solo la sua giacca a coprirlo e trema visibilmente.
È rimasto qui, nonostante tutto... nonostante sia stato invitato ad andarsene, nonostante io non l'abbia voluto vedere, nonostante la mostruosa menzogna... è rimasto qui.
Un nodo d'acciaio si stringe in gola, talmente tanto che neppure le lacrime che sto versando riescono a scioglierlo. Mi ripeto che dovrei essere arrabbiata, che amo una persona che esiste solo nella mia testa, che è inutile rincorrere chi non vuole fermarsi, eppure, nonostante continui ad apostrofarmi rudemente, mi avvicino silenziosa e con non poche difficoltà a causa del ginocchio rotto, mi siedo sul pavimento freddo.


Accarezzo amorevole i capelli spettinati, le palpebre abbassate, il profilo del naso, la barba ricresciuta in abbondanza, la forma della bocca. La pelle gelida è rischiarata in parte dalla luce delle candele.
Da quanti giorni è qui? Da quanto tempo non mangia e dorme in questa maniera disumana?
Una sequela di riflessioni si sparpagliano chiassose nel cervello, riguardano la sua solitudine... in tanti sono venuti per me, ma nessuno è qui per lui, per confortarlo, per indurlo a tornare a casa, per dargli l'appoggio morale che necessita qualcuno che ha appena perso un figlio... nessuno, neppure la sua amata Andria.


<< Elaine... >>, sussurra tormentato ad un certo punto, agitandosi in un incubo terribile. << N-nostra... figlia. >>. Poi spalanca gli occhi nel vuoto.


Increspo le sopracciglia, una pugnalata mi trafigge da una parte all'altra del torace.
"Nostra... figlia.".
Non smetto di accarezzargli il volto per calmare il brusco risveglio.
<< Era solo un brutto sogno. >>, mormoro con dolcezza, fin quando mi considera stravolto, mettendomi a fuoco.


<< Elaine! >>, sbotta a soqquadro, balzando rapidamente in piedi. Ha di nuovo quello sguardo di puro supplizio che gli distorce i lineamenti bellissimi, accentuando le occhiaie profonde. Desidero alleviare le sue pene, con tutta me stessa.


Schiudo la bocca, non penso oltremodo cosa sto per dirgli... sto male, ho uno squarcio sulla pancia, un ginocchio rotto, l'anima stanca, il cuore in tumulto... stanotte non indosserò maschere, sarò io, completamente nuda da armature e prigioni, solo io, inerme davanti a lui.
<< Io ti amo. >>, confesso ad un certo punto sincera, fissandolo dritto in quegli occhi portentosi, non ha più senso celare ciò che provo. Deglutisco appena e tiro di lato l'angolo della bocca, la voce è calma e bassa, non voglio litigare. << Ed è stupido oramai sperare ed insistere qualsiasi cosa da parte tua, accetto che non si può amare a comando, accetto che quello che provi per l'altra è più forte di qualsiasi cosa tu possa pensare di sentire per me. Non sono arrabbiata con te... non ha senso che tu resti qui: torna a casa. >>.


Resta fermo ad osservami in un silenzio carico di attese, le spalle si curvano all'ingiù sovrastate da un peso invisibile, si inginocchia come un automa tra le mie gambe, inaspettatamente si chiude a riccio sul mio petto e scoppia in una crisi di pianto instabile.
<< Tu non capisci. >>, blatera più e più volte, tra i singhiozzi sconquassanti e i gemiti che lo fanno tremare da capo a piedi.


<< Cosa non capisco? >>, domando falsamente calma, ma sconvolta dalla reazione.


<< Tu... t-tu, tu sei la mia casa. >>, annuncia, annientandomi in una maniera tale da mandarmi sotto shock. << Come... perché non vuoi capirlo? Perchè? Perché tutto questo dolore? Come siamo arrivati a tutto questo? >>. Le braccia mi stringono forte in vita, procurano una fitta alla ferita sulla pancia, eroicamente stringo i denti e non mi lamento nemmeno una volta. << Hai ridato vita a me stesso il giorno in cui mi hai sorriso per la prima volta. Tutta quella luce che irradi che mi scalda così profondamente, che ne sono divenuto dipendente... illumini la mia oscurità e il mio pensarti in continuazione, mi spaventa a morte, mi fa perdere il controllo. Ho creduto che restando con te, ma illudendo entrambi che fosse solo sesso, avrei potuto farcela: non mi sarei privato di te, ma avresti pensato che non c'era altro... ma poi ho visto l'amore nei tuoi occhi. >>. Ed è fuggito perché c'era dentro fino al collo, solo che non ha messo in conto una gravidanza a sorpresa.


Batto più volte le palpebre, i lucciconi mi annebbiano la vista, non c'è niente che possa obbligarlo a mentirmi: siamo alla verità.
<< A cosa è servita questa guerra, se non a farci soffrire? >>.


Alza la testa, gli occhi sono cristalli bagnati, la sclera è arrossata, la tempesta è solo agli albori.
<< Io non avrò mai perdono per quello che è successo... ma tu non mi hai dato tempo di spiegare... ho capito di aver smesso di amare Andria quando sei entrata nella mia vita, lei ha lasciato una cicatrice indelebile, sono sincero e, forse, una parte di me amerà per sempre il ricordo che ho di lei. Sono andato alla libreria per chiederle di darti qualche giorno di riposo, perché tu non l'avresti mai chiesto e abbiamo litigato, assolutamente convinta che ti stessi prendendo in giro... I-io volevo solo aiutarti. >>.  


Sono quasi morta per un dannatissimo malinteso e per la mia gelosia sconsiderata.
<< Ho creduto che tu... >>, lascio in sospeso il discorso.


<< Andria non tradirebbe mai Chris... così come io non tradirei te. >>. La mano grava affettuosa sul mio viso, il tocco è così intimo ed amorevole, da farmi male. << Io credevo avessi capito... ma più ho cercato di avvicinarmi e più invece ti ho allontanata. >>.


Una risata amara e vuota prende vita sulla bocca.
<< Chi mai avrebbe potuto capire? Sebastian tu sei un puzzle irrisolvibile ed hai fatto fallire ogni mio tentativo. >>.


Curva la schiena, abbassa il capo e si tiene in equilibrio sulle cosce.
<< Se non saremo più una famiglia... >>, il singhiozzo gli interrompe la frase, <<... la colpa è solo mia, me ne rendo conto, così come mi rendo conto che non avrò mai il tuo perdono. Però tu dovevi sapere la verità, è per questo che sono rimasto. >>.
Una famiglia...
Questo subdolo gioco al massacro è durato anche troppo.


Gli sollevo il mento con l'indice, così da poter vedere i suoi occhi infranti e colmi di errori irreparabili.
<< Non è questo che voglio sentire. >>, dico, trattenendo a stenti un sorriso.


Aggrotta la fronte, è confuso dalla risposta enigmatica.
<< E... e allora cosa? >>.


<< Chi dirà ai nostri cinque figli, che è in arrivo il sesto? >>.
E quasi posso vederlo lo specchio di ghiaccio frantumarsi in Sebastian, il dolore e la prigione che si sgretolano attorno a lui, non è più ricoperto da stalattiti avvelenate, d'un tratto ogni difesa che perdurava imperterrita, scivola via e permette alla sua anima di accostarsi alla mia, come due incastri perfetti.


La sofferenza lascia il posto alla gioia più grande che gli abbia mai scorto sul viso.
<< C-che? N-non... non hai perso il b-bambino? >>. La felicità è tale da non dargli modo di articolare le parole, escono sussultanti e traballanti.


Riesco solo a scuotere la testa, provo così tanta gioia, da stare male, il cuore non riesce a sopportare una tale contentezza.
<< Bambina, Sebastian... sarà una bambina. >>, lo correggo, ma lui non si sofferma al perché io ne sia così certa, invece prende il mio viso tra le mani come la più sacra delle reliquie e mi bacia, è un bacio completamente differente da quelli precedenti, è luce pura, dolcezze inenarrabili, una profondità nella quale sono in grado finalmente di riempire la sua solitudine con la mia compagnia... è un bacio differente, perché, questo, è un bacio d'amore.
 
 
 
 



Un po' di tempo dopo:
 
    
Nessun inverno dura mai per sempre, la primavera giunge anche quando crediamo che non ci sia scampo dal gelo dell'anima, il sole sorge, anche dopo le tenebre infinite e, un sorriso spunta anche se le lacrime non smettono di scorrere.   
Ho sognato la vita perfetta, un principe azzurro, un castello, un matrimonio meraviglioso: la favola. Ma la vita è altro.
La perfezione della vita sta nella sua imperfezione, nell’imprevedibilità del destino, nell’intoppo dell’ultimo momento. Il principe azzurro, è in realtà un’anima di tenebra che splende come un sole di mezzanotte, il castello è la casa che adesso ha preso vita, le pareti hanno il sapore di noi, gli arredi non più impersonali, niente facciata, c’è calore, c’è dolcezza… c’è famiglia.
E per il matrimonio… beh, non sarà un contratto umano a rendere eterno ciò che è infinito nel cuore.


Odo la voce rassicurante e cantilenante di Sebastian, sussurrare una nenia amabile nell’altra stanza, mormora una filastrocca in rumeno, volta a far addormentare nostra figlia Eva. È l’unico che riesce a farla smettere di piangere, è un genitore migliore di me.
Pochi minuti dopo sento i suoi passi approssimarsi, le mani calde scivolano sulla mia vita e grava il mento sulla spalla, guardiamo insieme il sole che sorge lento all’orizzonte. Il silenzio non è più un’arma che ci allontana, nel silenzio ci siamo trovati ed uniti in un sentimento inscindibile che, adesso, ne sono certa, non si spezzerà mai.


<< Mi hai donato molto più di quel che meritavo. >>, afferma ad un certo punto, stringendomi più forte a sé. Una manciata di secondi intercorrono dalla frase. << Ti amo. >>.
Non l’aveva mai detto, mai, nemmeno una volta, neanche per sbaglio, anche se non ho più dubitato del suo amore dopo quella notte in ospedale, ho solo creduto che fosse quel tipo di persona che preferisce dimostrare con i fatti che limitarsi alle parole… e mi ero rassegnata.


Quel “ti amo” pieno di tenerezza, arriva come un arcobaleno improvviso e sfavillante e vengo travolta dalla bellezza abbacinante. Basta un singolo instante in cui mi abbevero alla luce del suo amore, che mi frantumo ed inevitabilmente piango, ma non sono più lacrime di dolore le mie, sono lacrime di pura felicità. Intreccio le mani con le sue, le porto alla bocca per baciarne i dorsi, non riesco ad articolare una semplice parola decente, né a confermare i miei sentimenti, ho i singhiozzi che m’impediscono di parlare.


<< Ho ritrovato me stesso, quando ho trovato te. >>, continua delicato, lambisce tenero i lucciconi che bagnano il mio viso e poggia la bocca sulla mia umida e poi lo fa ancora ed ancora, fin quando non si trasforma in un vero bacio, uno di quelli che mi fanno girare la testa. << Sei venuta all’inferno a prendermi Elaine. >>.


L’abbraccio è totale, cuore su cuore, anima che cinge anima, non c’è più niente che ci divide, non esistono ombre tra di noi, siamo due tessere perfette di un puzzle coloratissimo, luna e sole nello stesso cielo.
Sono la luce che è nata dalla sua oscurità, per brillare fino alla fine… insieme. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fine.








 
Note:
Okay forse sette mesi di completo silenzio ed assenza sono un tantino eccessivi, me ne rendo conto, ma ho avuto un periodaccio brutto e dopo molto tempo questa è la prima cosa che ho scritto e che sono riuscita a farla venire fuori decente. Sono abbastanza soddisfatta, comunque chiedo venia a tutte le persone che stavano seguendo e che sono rimaste sospese, spero che siate contente di questo epilogo "dolcioso". 

Alla fine anche Sebastian ha avuto il suo lieto fine felice, assieme alla sua dolce Elaine e alla piccola Eva che tanto desiderava. 
L'amore lo aveva spaventato così tanto e adesso l'amore lo ha guarito. 

Ringrazio tutte le persone che hanno letto e quelle che hanno commentato, anche se non vi ho risposto, non prendetela sul personale: le vostre parole mi hanno spronata a continuare comunque. 

Purtroppo ho notato che tutte le copertine usate, anche in questa storia, sono state rimosse e quindi dovrò fare un lavoraccio per togliere lo schifo che è rimasto. 

 

La storia può presentare errori ortografici.



Un abbraccio.
DarkYuna. 
  
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