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Autore: LadyPalma    04/11/2019    2 recensioni
20 brevi momenti su coppie diverse (canon e non canon).
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Anna Bolena, Enrico VIII, Thomas Cromwell
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Missing moments




 
 
1. Notte fonda[Enrico VIII/Anna Bolena]

Una maschera, uno sguardo magnetico e un irresistibile sorriso: Enrico non riusciva a pensare ad altro. Ad occhi chiusi, nel buio della sua stanza, riusciva a vedere con gli occhi della mente, e vedeva  solo la splendida creatura che aveva danzato al suo fianco qualche sera prima.
Vedeva solo Perseveranza che rivelava la sua identità.
“Chi siete?”
“Il mio nome è Anna Bolena”.
Aprì gli occhi di scatto, si passò una mano sulla fronte e non si stupì molto di trovarla imperlata di sudore. Faceva caldo, ma come scusa non poteva bastare per giustificare l’inaspettata insonnia e l’improvvisa agitazione. Che cosa gli stava succedendo?
Di solito passava la notte con una bella dama senza pensare a nulla.
E invece quella notte era da solo e stava pensando a lei.
 


2. Metafora [Thomas Wolsey/Caterina d’Aragona]

Rimase a fissarla immobile: avrebbe dovuto arrabbiarsi, e arrabbiato lo sarebbe stato di certo, ma solamente dopo. Per  quel breve momento il cardinale non riusciva a provare altro che una malcelata ammirazione per la regina.
“… La mia unica soddisfazione è’ che frustrandovi potrò accelerare la vostra caduta in disgrazia, un risultato che desidero sopra ogni altra cosa”.
Le parole le erano uscite una dopo l’altra e l’insolito sentimento di puro odio che stava provando le aveva illuminato il viso e lo sguardo. Era una luce sinistra, ma incantevole: le stava bene addosso la vendetta.
Sembrava una superba leonessa, che con uno scatto felino abbandonava il campo di battaglia.
Una splendida metafora, per una persona che per metafore non ci parlava affatto.
 


3. Cielo [Filippo di Bavaria/Maria Tudor]

Non importa quanto ci provasse, Maria non riusciva a trovarci nulla di sbagliato. Eppure sapeva che era sbagliato incontrarsi di nascosto, era sbagliato mentire a suo padre, era sbagliato provare sentimenti per un luterano, ma non si può scegliere chi amare e amare può essere davvero sbagliato?
Stesi sul prato, lontano dagli sguardi di tutti, il duca straniero e la principessa se ne stavano in silenzio, vicini, senza toccarsi. Le nuvole sembravano dissolversi lentamente sopra le loro teste e l’azzurro che si offriva ai loro occhi sembrava a portata di mano. Maria alzò un braccio e apparve quasi delusa per davvero nel stringere il pugno vuoto. Filippo sorrise e le afferrò il braccio riportandolo nuovamente a terra e lasciando intrecciare le loro dita.
Erano insieme e in quel momento sembrava non esistere alcun ostacolo al loro amore.
Nessun limite oltre il cielo.
 


4. Famiglia [Enrico VIII/Caterina d’Aragona]

Enrico VIII, Re d’Inghilterra, si sentiva felice. Stava presentando la sua splendida Anna come sua futura regina al sovrano francese, nuovamente suo alleato. E come sarebbe potuto non esserlo vedendo la sua amata ridere allegramente insieme alla sua famiglia? Ma era stato proprio nel vedere quella complicità familiare, che il Re aveva avvertito un nodo allo stomaco e il suo sorriso si era spento per un attimo. L’idea di famiglia lo aveva riportato inevitabilmente a qualche anno prima, prima dell’idea forse balzana del divorzio, quando Maria era appena nata e l’amore per Caterina aveva raggiunto forse il suo apice.
Una pacca sulla spalla lo distolse da quel viaggio mentale in cui aveva smarrito la bussola: si era perso tra i suoi pensieri e i ricordi lo stavano portando lontano, troppo lontano.
“Tutto bene, cugino?”
Enrico si voltò e sorrise a Francesco. Era intuitivo quel giovane vanesio, questo glielo concedeva.
“Benissimo”.
Ma una confessione non gliel’avrebbe concessa, e forse per davvero nemmeno a sé stesso.
 


5. Gradi [Charles Brandon/Anna Bolena]

“Non vi conviene davvero mettervi contro di me” sibilò la regina stringendosi come poteva nella mantellina azzurra.
Ma quell’avvertimento suonava debole persino alle sue orecchie e il sorriso che era apparso sul volto di Charles Brandon era abbastanza eloquente sul mancato effetto che quella presunta minaccia aveva avuto. Fece un passo e le afferrò con impeto le braccia. La mantellina era scivolata via dalle sue spalle ma lei non se n’era neppure accorta.
Un bacio passionale, quasi violento, gettò tra le fiamme il suo corpo infreddolito dal vento pungente di quella sera invernale: Anna Bolena si sentiva bruciare adesso.
E mentre sentiva la pioggia trasformarsi in tempesta, sapeva che sarebbe stato assurdo fingere di attribuire la colpa di quel cambiamento di stato corporeo al clima.
 


6. Carpe diem [Thomas Culpepper/Kathryn Howard]

“Come avete fatto ad entrare?” chiese la giovane donna portandosi una mano al petto e spalancando gli occhi dalla sorpresa.
Thomas avanzò nella stanza lentamente fino a raggiungerla e lei non poté trattenere un sorriso, rivelando fin troppo presto quanto quella visita inaspettata fosse del tutto gradita.
“Orazio diceva: carpe diem” sussurrò lui in risposta, prendendole delicatamente una mano tra le sue.
Kathryn alzò un sopracciglio e fece un’espressione di disappunto, ma quel cipiglio altero non poté durare a lungo in presenza del paggio e una risata quasi imbarazzata sfuggì dalle sue labbra.
“Io non conosco il latino… Non prendetevi gioco di-“
La passione e la freschezza di un primo bacio interruppe la protesta della regina e la lussuosa ma noiosa vita di Corte assunse improvvisamente una nuova sfumatura.
“Carpe diem: cogli l’attimo”
Le labbra si separarono giusto il tempo di quella breve spiegazione e quando dopo altri innumerevoli baci, tornarono a separarsi di nuovo, lei rideva ancora.
 


7. Opposti [Thomas Cromwell/Caterina d’Aragona]

Lei era una fervente cattolica, lui un deciso protestante.
Lei era considerata una santa, lui il messaggero del diavolo.
Lei era di sangue reale con legami familiari che la conducevano direttamente all’Imperatore, lui un plebeo con origini da dimenticare.
Lei era tremendamente sfortunata, lui avrebbe potuto adottare come motto “la fortuna aiuta gli audaci”.
Non sarebbero potute esistere due persone più diverse, due persone che non avevano nulla in comune se non l’anno di nascita. Dal primo momento erano stati irrimediabilmente nemici, ma le loro diverse posizioni barcollavano pericolosamente sul sottile filo della reciproca ammirazione che li univa. E la guerra in cui combattevano da protagonisti sembrava improvvisamente non riguardarli più quando si ritrovavano l’uno di fronte all’altra, riscoprendosi semplicemente come un uomo e una donna, non così diversi in fondo.
Non erano come gli opposti che si attraggono e poi si respingono.
Erano gli opposti che si respingono, ma alla fine si attraggono.
 


8. Passione [Francis Bryan/Anne Stenhope]

“Ancora”.
Non era la parola che avrebbe dovuto dire, ma le mani di Francis sul suo corpo e le sensazioni che con quel tocco riusciva a darle, erano qualcosa che lei non poteva controllare. Con un ultime barlume di lucidità lo scansò leggermente, boccheggiando quasi, in preda alla febbrile eccitazione che il posto facilmente scovabile contribuiva a dare.
“Mio marito… potrebbe vederci” protestò debolmente con le mani ancora ferme sul petto dell’uomo.
Bryan si lanciò una rapida occhiata intorno e un sorriso compiaciuto apparve sul suo volto nello scoprire il corridoio completamente deserto, sebbene la confusione della Sala grande fosse perfettamente udibile.
“Io non vedo nessuno…” rispose con aria innocente l’uomo, per poi tornare sulle labbra della sua amante.
Anne non oppose resistenza e stavolta non ci provò neppure, perché sapeva per esperienza che quando la passione prende il sopravvento è impossibile tornare indietro.
 


9. Connessione [Enrico VIII/Anna di Cleves]

Le carte disposte a caso sul tavolo, due coppe di vino vuote ai piedi di un letto disfatto e l’eco di una risata divertita ancora nelle orecchie: ecco cosa restava di una serata che aveva avuto un esito totalmente inaspettato.
Anna si mosse leggermente nel sonno ed Enrico girò la testa per guardarla in un misto di tenerezza e meraviglia: era stupenda. Come aveva potuto trovare raccapricciante una simile donna? Non rispecchiava certo il suo ideale di bellezza, ma la sua dolcezza e il suo brillante intuito compensavano una presunta mancanza a livello estetico.
Alzò una mano, la lasciò scivolare delicatamente sui lineamenti di quel viso che aveva tanto disprezzato, e un sorriso ironico apparve sulle sue labbra.
Perché una serata così Enrico non l’aveva passata da tanto tempo.
Perché aveva avvertito una connessione.
Ma era troppo tardi.


 
10. Silenzio [George Bolena/Jane Bolena]

Jane Parker non aveva mai amato la solitudine, ma adesso che era diventata una Bolena aveva cominciato ad apprezzare il silenzio. Ci si aggrappava come si aggrappava alle lenzuola sperando che almeno per una notte suo marito l’avrebbe risparmiata dalla violenza che forse neppure lui sapeva di infliggerle. E a quel dolore lei rispondeva così, con il silenzio.
Ma quando quella notte George entrò nella loro camera e si stese sul letto al suo fianco, le rivolse inaspettatamente un saluto gentile e si impossessò delle sue labbra con una dolcezza nuova. Jane non esitò molto prima di rispondere a quell’attenzione insperata e si ritrovò a sorridere apertamente, non preoccupandosi molto nel lasciar risuonare la fugace allegria che stava provando.
Aveva imparato ad amare il silenzio, perché rappresentava la quiete prima della tempesta.
Ma la tempesta per quella notte non ci sarebbe stata.
 


11. Animale [Enrico VIII/Ursula Misseldon]
Le tolse il vestito con una velocità sorprendente, aveva del resto una certa esperienza con gli abiti femminili. Si prese qualche istante per guardarla e solo dopo lasciò vagare le sue mani su quel corpo che ormai conosceva bene. Gli piaceva quel corpo - talmente tanto da averne commissionato un ritratto -, ma a parte questo non provava nulla.
Elizabeth Blount, Maria Bolena, Eleanor Luke e adesso lei.
Solo un’altra amante da aggiungere alla schiera delle donne che non avrebbe mai amato, perché di amore era già stato consumato dalle sue prime due mogli e adesso il suo cuore era tutto per la sua splendida Jane.
Ma il suo corpo no, il suo corpo bramava le notti con Ursula, ne aveva bisogno per sfogare il represso istinto animalesco che era in lui.
 


12. Bambini [Francis Dereham/Kathryn Howard]

“Adesso siete mia moglie” proclamò Francis facendo riecheggiare le sue parole nella chiesa deserta.
Kathryn si concesse una breve risata: si sentiva lusingata a quelle parole e non riusciva a comprendere la gravità dell’espressione solenne del ragazzo. Non riusciva a comprendere il senso di responsabilità che derivava da quella promessa, forse perché non considerava davvero quell’accordo come un vero contratto matrimoniale. Era giovane e voleva divertirsi e non era pronta ad essere moglie, e forse il problema era che la parola moglie aveva perso il suo significato per lei. L’aveva chiamata moglie scherzosamente durante i loro incontri segreti alle spalle della duchessa, l’aveva chiamata moglie anche in presenza delle sue amiche che avevano riso anche loro.
“E voi mio marito” rispose lei, continuando quell’ingenua risata.
Cosa poteva esserci così di diverso in quella formula dai loro giochi innocenti?
Niente, non poteva esserci niente di più. Perché loro erano solo dei bambini in fondo.
 


13. Galleggiare [Eustace Chapuys/Mary Tudor]

Nessuno di loro poteva dire di aver vinto, nessuno di loro poteva dire di aver perso. Per tutta la vita Maria non aveva fatto altro che galleggiare sull’immenso mare del potere che minacciava ad ogni momento di spingerla giù per annientarla; aveva imparato benissimo che l’unica cosa su cui poteva contare erano le sue forze: nuota o affoga. E adesso con l’avvento di suo fratello Edward sul trono, si sentiva più che mai dispersa in mare aperto, senza alcun appiglio.
Perché l’unico appiglio che avesse mai avuto le era stato portato via ed era bastata quella lettera qualche mese prima per realizzare che con la morte di Eustace Chapuys, sarebbe andata lentamente incontro al naufragio.
Ma intanto continuava a galleggiare.
 


14. Scacchi [Charles Brandon/Anna di Cleves]

Scacchi. Fino a qualche ora prima la principessa non sapeva neppure cosa fossero, così come le carte: sembrava ignara del mondo al di fuori del suo piccolo ducato, e in particolare delle cose che incontravano il favore di Enrico. Tra queste ultime, la più importante era quella su cui Charles non poteva ancora giudicare, dato il velo che copriva totalmente la presunta bellezza della futura regina d’Inghilterra.
Parlava poco inglese, c’era voluto un interprete per spiegarle come muovere le pedine, ma l’espressione di completo disappunto sul volto del duca di Suffolk si era lentamente dissolta in un sorriso divertito, nell’udire la risata cristallina della donna.
“Scaccomatto” proclamò con un accento fortemente tedesco, ma in corretto inglese.
E Charles sorrise ancor di più: Anna imparava in fretta.
 


15. Dovere [Enrico VIII/Jane Seymour]

Jane Seymour sapeva esattamente cosa significava diventare la nuova moglie di Enrico, sapeva quali responsabilità e quali doveri si celavano dietro il lusinghevole titolo di Regina. Doveva sottomettersi alla sua volontà, rispettare le sue decisioni, e soprattutto riuscire laddove Caterina d’Aragona e Anna Bolena avevano fallito: dargli un figlio maschio. Qualsiasi donna sarebbe stata spaventata al suo posto oppure avrebbe gioito dell’occasione solo per soddisfare le più alte ambizioni, ma ciò che provava ora stringendo la mano di suo marito durante la proclamazione del matrimonio, non era né paura né sete di gloria. Lei lo amava e la prospettiva di ogni dovere era frutto di una scelta consapevole, l’unica di chi sarebbe stata  destinata a non averne altra.
“Impegnata a servire e ubbidire”.
 


16. Morte [Henry Norris/Anna Bolena]

La scena sembrava svolgersi lontanissima da lei, sembrava il frutto di un terribile incubo notturno, ma la sensazione del caldo sole sul viso e le urla della folla concitata radunata proprio sotto la finestra della sua cella, smascheravano quell’illusoria speranza e tradivano una tragica realtà. Suo fratello George, il suo caro amico Smeaton… Se ne erano andati così, in un battito di ciglia, in uno spazio di tempo talmente breve da non permetterle nemmeno di realizzare l’evento e lei non poteva far altro che osservare muta, impotente, mentre tutti i suoi presunti amanti venivano condotti uno dopo l’altro sotto le grinfie del boia.
Fu solo quando l’ultimo condannato posò la testa sul ceppo  che un grido di dolore le sfuggì dalle labbra. Quell’uomo era stato l’unico che l’aveva trattata in modo diverso, che era riuscito forse a vedere la vera Anna, e lei se ne stava accorgendo solo in quel momento.
Quando aveva visto George morire le si era spezzato il cuore, ma quando aveva visto la testa priva di vita di Henry Norris le sembrò che glielo avessero strappato via dal petto.
 


17. Tempo [Thomas Wyatt/Elizabeth Darrell]

 “Elizabeth! Elizabeth!”
Thomas chiamava il suo nome a gran voce ma non riceveva altro che un sinistro silenzio in risposta. Avanzò rapidamente nella casa con un cattivo presentimento, che trovò fin troppo presto conferma nel corpo privo di vita della ragazza che aveva amato. Perché l’aveva amata a modo suo, ma non aveva mai avuto l’occasione di dirglielo e adesso non poteva fare a meno di chiedersi se ci sarebbe stato lo stesso quel tragico epilogo se quell’occasione ci fosse stata.
Cadde in ginocchio e si coprì il viso con le mani mentre un insopportabile senso di colpa cominciava a premere sul suo petto: non era colpa del tempo, era stata tutta colpa sua.
Perché di tempo ne aveva avuto, ma non l’aveva dedicato a lei.
 


18. Cima [Thomas Cromwell/Anna Bolena]

“Non vedo altro che una cima, cosa dovrei vedere?” chiese la donna seccata, osservando fuori dalla piccola finestra della cella dove era stata relegata.
Thomas Cromwell si avvicinò lentamente e non nascose un sorriso: persino con una sentenza di morte che pesava sul suo capo, Anna Bolena riusciva a conservare un contegno altezzoso. Ma non importava perché lui aveva deciso di salvarle la vita lo stesso.
“Guardate bene, lo vedete quel piccolo punto?” chiese indicando qualcosa che somigliava a una costruzione posta molto più sotto rispetto a dove lo sguardo di lei era caduto prima. “E’ il vostro futuro castello” aggiunse poi lanciandole una fugace occhiata.
Anna spalancò gli occhi e restò a fissarlo incredula per qualche istante. Cosa sarebbe stato di sua figlia Elisabetta? Come sarebbe stata la sua vita futura? Ci sarebbe stato tempo per fare quelle domande, per il momento si accontentava solo di sapere che ci sarebbe stata una vita per lei ed era tutta opera del suo ospite. Sapeva che avrebbe dovuto ringraziarlo ma il suo imperituro orgoglio continuò a farla stare in silenzio.
Tanto con quella fugace occhiata il lord cancelliere quel grazie lo aveva colto lo stesso.
 


19. Desiderio [Charles Brandon/Margaret Tudor]

“Non abbiamo più niente… Ecco cosa c’è rimasto” si lamentò Margaret con un tono sprezzante.
Charles le bloccò le mani e la spinse con poca grazia sul letto. Odiava quando sua moglie gli rinfacciava il loro matrimonio segreto e odiava anche di più ammettere che quella non troppo nascosta aggressività era ciò che più lo affascinava di lei.
“Dovete stare in silenzio” l’ammonì coprendo con un famelico bacio un’altra eventuale protesta.
Avevano fatto un errore sposandosi, lo pensavano entrambi: un momentaneo desiderio aveva probabilmente confuso la loro facoltà di intendere e adesso ne stavano pagando le conseguenze.
Però il desiderio era rimasto.
 

 
20. Ore [Caterina d'Aragona/Thomas Cromwell]

Fino alle 11 in cappella, poi la passeggiata in giardino e il pomeriggio cucito con le dame di compagnia: di certo questo non era la sua personale routine abituale. Era invece il programma ora per ora delle giornate di Caterina d’Aragona, di cui Thomas era diventato segreta spia per conto del cardinale Wolsey e di cui in meno di una settimana aveva già imparato molto più di quanto lui stesso si era aspettato.
Eppure, non era la spia che fissava i movimenti della Regina con un’attenzione apparentemente immotivata, o che seguiva i suoi spostamenti con incoerente interesse, o che ascoltava i suoi discorsi con un’ammirazione malcelata.
No, non era la spia che incontrava adesso il suo sguardo e che, rispettando il suo dovere, fingeva che quell’incontro fosse casuale. 
Era solo la sua parte di semplice uomo, che tentava di nascondere anche a se stesso, quanto adorava la prospettiva di fissarla per ore.
 











NDA: Navigando nei meandri del mio PC, ho trovato questa raccolta completa eppure mai pubblicata, che portava come data il lontano 2012. Questa serie TV rimarrà sempre una delle mie preferite, la prima che forse mi ha dato una vera OTP che fosse anche altamente crack (sì, ecco perchè l'accoppiata Thomas Cromwell e Caterina d'Aragona c'è due volte). Rileggendo questi momenti ho fatto un tuffo nel passato e quindi ho deciso di pubblicarla. Spero che qualcuno passi da queste parti. Un caro saluto e a presto (ho riscovato anche un'altra cosa).
   
 
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