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Autore: Athelye    06/11/2019    3 recensioni
[Hazbin Hotel]
[Hazbin Hotel]Quando in gioco ci sono attrazione e frustrazione, riesci sempre a ottenere ciò che vuoi?
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“Mi chiamano Angel Dust.”
“Come la droga?”
“Come la droga.” Annuì, con un sorriso affilato e malizioso. “Secondo te, perché?”
“Illuminami.”
Genere: Erotico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Anche quella sera a tinte rosse sembrava uguale a tutte le altre. Uomini vestiti di tutto punto entravano e facevano i propri comodi, poi, soddisfatti, uscivano e qualcun altro dava loro il cambio. Molti ormai erano habitué fra quelle mura, volti fin troppo conosciuti anche all’esterno.
E lui, come sempre, si stava annoiando a morte. Fumava svogliatamente su un divanetto dai cuscini di velluto cremisi, come cremisi erano i dettagli dell’elegante carta da parati di quella sala che sapeva di peccato, ascoltando le parole vuote di uno dei suoi “colleghi”. Entrambi nel fiore degli anni, entrambi capitati lì, un po’ per togliersi lo sfizio e un po’ per i soldi, finendo per essere risucchiati da quel circolo vizioso di sesso, denaro e droga.
Forse anche per questo, quando entrò un uomo dall’aura diversa, le sue antenne si drizzarono all’istante. Aveva spalle larghe, lineamenti eleganti e giovani, capelli lisci che arrivavano poco sopra la linea della mandibola, un taglio curioso che non si vedeva spesso negli uomini. Indossava un completo che con quella luce fioca sembrava viola scuro con delle sottilissime linee bianche. Era indubbiamente una persona dall’aspetto raffinato.
Quello che forse attirò di più la sua attenzione, però, era lo sguardo, come assetato di qualcosa, pericoloso e letale.
Decise di alzarsi e andare a testare da vicino il nuovo arrivato, fra le proteste del suo loquace interlocutore, spegnendo la sigaretta nel primo vaso che trovò sul suo percorso.
L’uomo si era appena seduto al bancone, mentre il barista ancora non si era accorto di lui, intento a servire altre persone. Gli si sedette vicino, approfittando di quel momento di solitudine per avvicinarlo.
“Ehi, dolcezza. Cosa ti posso offrire?”
L’uomo si voltò verso di lui, squadrandolo con un’occhiata dalla testa ai piedi. Sulle sue labbra aleggiava un sorriso serafico, guarnito da una punta di curiosità.
“Gradirei un bicchiere di whiskey, grazie.” Disse, rivelando una voce calda e incredibilmente viva.
Lui sembrò soddisfatto di quella risposta, così schioccò le dita, richiamando l’attenzione del barista. “Due bicchieri di whiskey.”
Un secondo dopo, avevano la bevanda ambrata davanti agli occhi.
L’uomo gli rivolse un cenno. “Chi devo ringraziare?”
“Mi chiamano Angel Dust.”              
“Come la droga?” *
“Come la droga.” Annuì, con un sorriso affilato e malizioso. “Secondo te, perché?”
“Illuminami.”
“Perché so come mandare un uomo in paradiso.”
Quello sollevò un angolo della bocca in un sorriso divertito quanto macabro. “Allora abbiamo qualcosa in comune, anche se con toni leggermente diversi.”
“Sì?” Sostenne il suo sguardo, perdendosi in quegli occhi magnetici, quasi ipnotici. “Invece, io con chi ho l’onore di parlare?”
Radio Killer.” ** Rispose lui. “Posso dire di aver eliminato la concorrenza.”
Angel Dust rise, anche qualcosa nel suo cervello gli suggerì che dietro a quella frase ci potesse essere più verità che metafora. Ma ehi, chi era lui per giudicare, lavorando come puttana in un posto come quello?
“Al tuo successo, allora!” Esclamò il ragazzo, prendendo il suo bicchiere e sollevandolo appena verso di lui, prima di berne qualche sorso. L’uomo imitò il suo gesto con eleganza.
“Quindi, angelo, cosa vuoi?”
“Voglio portarti a letto, ovviamente.”
Radio Killer inarcò le sopracciglia, aumentando il sorriso. “Sei audace, per ammetterlo così sfacciatamente.”
“Perché dovrei girarci inutilmente intorno e perdere tempo prezioso?” Ribatté con vivacità.
“So bene che il tempo è denaro, ma non penso che tu abbia nemmeno vent’anni.” Disse con calma, con un tono che sembrava volersi prendere gioco di lui. “Perché dovrei accettare l’invito di qualcuno che ha almeno dieci anni meno di me?”
“Venti li ho di certo, anche se non è il mio numero preferito.” Replicò ancora più spudoratamente, facendo schioccare la lingua contro i denti.
L’uomo rise, scuotendo la testa. Bevve un altro sorso di liquore sotto lo sguardo attento e determinato del ragazzo, che intanto aveva finito il proprio e se ne stava con lo zigomo appoggiato al pugno chiuso. Angel Dust accavallò le gambe, assumendo una posizione tanto più comoda quanto più provocante.
“Indubbiamente, devo dire che hai la lingua lunga.”
“Sono anche molto bravo a usarla..” Disse, accarezzandosi l’interno della guancia con la lingua in un gesto osceno.
Mentre il suo sguardo aveva viaggiato su tutto il corpo di quello sconosciuto, oltrepassando anche la stoffa più volte, era certo che l’altro non l’avesse mai staccato dalle sue iridi, e gli venne spontaneo chiedersi se fosse per il loro colore differente, una chiara e l’altra scura. Gli altri uomini in genere non ci facevano caso, non lo guardavano affatto negli occhi, vedendo in lui solo la valvola di sfogo che era per i loro bisogni animali.
“Ne sono sicuro, ma non interessato. Mi dispiace, angelo.” Gli rispose senza perdere il sorriso.
“Mi stai dicendo che sei entrato in un bordello per errore?” Quasi rise della propria domanda, trovandola assurda, ma, con il silenzio che seguì, dovette ricredersi. “Davvero?”
Quello scosse piano la testa. “So dove sono entrato, ma, semplicemente, mi incuriosiva.”
Il ragazzo sorrise e si sporse di più, allungando la mano affusolata verso quella elegante dell’altro, incontrando le sue dita. “E.. Fin dove arriva la tua curiosità?”
“Soltanto all’aria che si respira.” Rispose, lasciandolo giocare con le proprie dita, ricambiando solo qualche timida carezza. “Spero di non averti offeso.”
Angel Dust si dondolò un po’, ma scosse la testa. Dannazione, ora lo voleva ancora di più.
Avrebbe voluto quell’uomo nel suo letto tutta la notte, forse per l’incredibile galanteria (o era rispetto?) con cui lo stava trattando, lontano miglia e miglia dagli standard di quel posto elegante alla vista ma squallido nell’osso, sporco per i troppi desideri dei suoi abitanti.
Voleva averlo addosso e sentire quella voce – oh, dio! – sussurrargli le proprie voglie sulla pelle mentre le metteva in pratica, in una delle stanze chiuse a chiave di quell’edificio di incontri clandestini.
Il giovane si alzò, avvicinandosi con lo stesso imperturbabile sorriso al suo viso. Angel Dust non si mosse, sperando, con la voglia che gli attorcigliava lo stomaco e lo scaldava fra le gambe, che Radio Killer avesse cambiato idea e volesse assecondare le sue fantasie, anche solo per un’ora.
Sentì i suoi capelli scuri solleticargli la guancia e il suo respiro rovente bruciargli il collo. I brividi gli corsero elettrici lungo la schiena, affinando i suoi sensi.
Spero di rivederti prima o poi, angelo.” Gli soffiò nell’orecchio, prima di allontanarsi e imboccare l’uscita.
Il ragazzo rimase come frastornato, guardandolo lasciare quel posto dimenticato dal cielo esattamente com’era entrato, senza voltarsi verso di lui neanche per un’occhiata.
“Ti ha dato il due di picche?” Lo punzecchiò con scherno il barista, versandogli un altro bicchiere di liquore prima che lui potesse chiederglielo, intuendo il suo bisogno di annegare la voglia in qualcos’altro di altrettanto soddisfacente.
Angel Dust serrò la mandibola, deluso, con ancora un nodo nel petto. Strinse impercettibilmente la mano che poco prima aveva una compagna di giochi, trovandoci con enorme sorpresa qualcosa. Quando..?
Esaminò meglio e sgranò gli occhi alla realizzazione. Radio Killer gli aveva lasciato una banconota da cinque dollari ***, per il disturbo di averlo lasciato a bocca asciutta probabilmente.
“Cazzo. Ora sì che voglio rivederti.”
 
 

 
 
 
* Angel Dust: c’è da fare un appunto, visto che sarebbe un anacronismo. Dato che questa sostanza è stata prodotta e diffusa solo negli anni ’50, nessuno dei due poteva conoscerla come droga, in realtà.
** Licenza poetica: Radio Demon è il suo soprannome all’Inferno, quindi ho pensato di riprendere le sue precedenti professioni e chiamarlo così nel mondo umano.
*** Prima della crisi del ’29, un dollaro valeva circa 76$ odierni. Giusto per farvi capire la “mancia”.
 
 
______________
Note dell’Autrice
SALVE!
Inauguriamo questo fandom, che ce n’è bisogno (fa stranissimo essere la prima a scriverne, ma è anche esaltante*^*). Ho visto il Pilot stanotte e mi sono detta “No, questi sono splendidi, tutti quanti.” Ma soprattutto, ovviamente, Angel Dust. Porca miseria, è uno dei personaggi più fighi e sexy che io abbia mai visto, oltre al fatto che abbiamo lo stesso pessimo gusto per battute a doppio senso e sfacciataggine. È uno di quei personaggi che, secondo me, danno dipendenza.
E Alastor? Alastor è semplicemente perfetto, parliamone!
Sicché, dopo aver visto la ship sbattutami praticamente in faccia in quel modo plateale, non ho resistito a scrivere di loro.
Proprio mentre già assaporavo una rossa, con mio profondo sconforto, ho scoperto che Alastor è asessuale (cosa che lo rende un personaggio ancora più grande e splendido, nonché credo il primo della sua specie a comparire in un cartone), così ho cambiato drasticamente rotta, cercando di incontrare questo suo lato nel modo migliore possibile. Questa combinazione (arrapato cronico versus asessuale) comunque mi esalta un casino.
Il mio cuoricino ne soffre ancora un po’, però, perché non ho idea se sono riuscita a renderlo come dovrebbe essere. I miei personaggi hanno, in genere, una sessualità molto.. convinta, mettiamola così ahahah!
Quindi ha rappresentato anche un’enorme sfida, che spero di riprendere molto, molto presto, e scavare e imparare il più possibile per migliorarmi!
 
Detto ciò, è una What If? ambientata genericamente prima del 1929 (anche tipo l’anno prima), in cui si sono conosciuti quand’erano ancora in vita. Ho ipotizzato che potessero avere un’età diversa, con 5 < x < 10 anni di differenza (per intenderci), e niente. Questo è il risultato!
Spero di aver reso l’idea della situazione e dell’attrazione reciproca (ma diversa) fra i due.
Il titolo è una frase da “Radioactive” degli Imagine Dragons.
 
Ringrazio vivamente la mia splendida beta, che legge e corregge le schifezze che scrivo, che con infinita pazienza mi sopporta ogni giorno.
Ringrazio tutti i lettori che sono arrivati fin qui, e sappiate che mi farebbe moltissimo piacere sapere cosa ne pensate, soprattutto per quanto riguarda ciò che ho detto sopra per Alastor. Lasciatemi il vostro pensiero qui sotto o, se preferite, anche per messaggio privato va bene!
 
Via, un saluto e un bacio a tutti, ci si legge presto!
 
Athelyè ~  

 
   
 
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