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Autore: EcateC    07/11/2019    1 recensioni
Vorrei raccontarvi una storia antica, forse già sentita, ma sempre riuscita e in ogni universo gradita.
Parla di due ragazzi nati in due famiglie avverse, diverse, che hanno combattuto una guerra tra luce e oscurità, senza timore né pietà, finche una di esse non è perita nel noto giorno di inizio maggio, sconfitta dal Prescelto e dal suo indomito coraggio. Ma una bambina si salvò, Delphini il mago oscuro la chiamò. Ella intraprese un viaggio temporale, per riscattare suo padre e ristabilire il suo ordine del male. Alla fine non ci riuscì, ma qualcuno di lei si invaghì.
A Harry Potter la cicatrice faceva di nuovo male, perché di Delphini e di Albus Severus vi voglio parlare...
Albus Severus Potter/Delphini Riddle; Post "The Cursed Child"
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Delphini Riddle, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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"Niente è impossibile, sei hai il fegato di crederci"
J. K. Rowling




Casa Riddle era stata una villa sontuosa e accogliente, con un grande giardino curato, le scale in marmo e i portoni intarsiati e i cancelli impreziositi da due grossi leoni rampanti in pietra. Sembrava impossibile credere che quel rudere fatiscente fosse stato così prezioso e invidiato, un tempo. Oggi non era altro che una carcassa di cemento e mattoni, il cui precario equilibrio dipendeva da muri avvizziti e colonne stanche, provate dal tempo e dalle intemperie.

Anche il paese di Little Hangelton era irriconoscibile. Era stato stato completamente privato di ogni abitante, oscurato da ogni mappa cartacea e multimediale, da ogni percorso aereo o stradale. I babbani si erano letteralmente dimenticati della sua esistenza, e i pochissimi che cercavano di raggiungerlo, venivano dirottati con la magia presso il contiguo Great Hangleton.

Il paesino era tamquam non esset, come se non fosse mai esistito.

Queste erano le parole scritte in calce alla circolare ministeriale, firmata e contro firmata dalle autorità più importanti del lontano 1998. C'era anche la firma dell'allora diciassettenne Harry Potter, tratteggiata con mano insicura e in piccola calligrafia.
Little Hangleton era diventato una sorta di città fantasma, inibito ai babbani e rigorosamente vietato ai maghi. Non che questi ultimi volessero metterci piede, comunque. Anzi, la sola idea di camminare a pochi isolati da Little Hangleton bastava per mettere i brividi a chiunque. Solo i giovinastri ribelli e desiderosi di avventure si erano recati lì per vincere delle scommesse o gareggiare in "prove di coraggio", ma dopo che si era sparsa la voce che dei ragazzi fossero morti per aver semplicemente solcato i cancelli del cimitero dei Riddle, nessuno ebbe più il fegato di andarci, nemmeno il più impulsivo e spavaldo dei Grifondoro. L'ultimo a metterci piede fu proprio Harry Potter, quando serrò con la magia i cancelli.
Infatti, quel cimitero sinistro e desolato nascondeva anche un segreto. Si diceva che là fosse stato seppellito il mago oscuro più temuto di tutti i tempi, e con lui la sua Mangiamorte più fedele. Ma erano solo voci, nessuno sapeva che fine avesse fatto in realtà il corpo senza vita di Lord Voldemort. Alcuni dicevano che era stato cremato, altri che era stato segretamente consegnato agli alchimisti per studi ed esperimenti vari, altri ancora che era sparito o, peggio, che non era neanche morto sul serio.

Probabilmente solo Harry Potter e pochi congiunti sapevano la verità.

Aleggiava un grande mistero intorno al corpo di Lord Voldemort, la cui tomba era celata come un segreto di stato e custodita come un pericolosissimo ordigno nucleare. Era però certo che quei cadaveri, rivenuti misteriosamente nel cimitero innevato -la neve perenne era infatti una conseguenza della magia di esilio- celavano un incubo che sembrava non voler finire.

 

 

Processo a Delphini.

Wizengamot in seduta comune

Quattro ore.

Erano passate quattro ore e dall'inizio del dibattimento in aula, eppure non c'era traccia di una sentenza. Il Wizengamot ci stava mettendo molto più tempo del previsto e i giornalisti di tutto il mondo magico iniziavano a essere inquieti e impazienti. Guardavano la clessidra, mettevano l'orecchio contro il portone pur sapendo che era stato magicamente insonorizzato, discutevano fra loro e fomentavano ipotesi in diretta con le proprie emittenti radiofoniche nazionali.

Ma non c'erano solo dei giornalisti nella pomposa e spaziosa sala d'aspetto del Wizengamot.
In fervida attesa c'era anche un ragazzino moro e completamente spettinato, seduto rigidamente in una poltroncina di velluto. Faceva tentennare ansiosamente la gamba sinistra e guardava ogni trenta secondi la grossa clessidra appesa al muro, ormai giunta al quarto ribaltamento. Sapeva su cosa stavano discutendo i giudici e la loro prolungata indecisione non verteva sulla condanna o sul proscioglimento dell'imputata, perché la colpevolezza di Delphini era indiscussa, acclarata sia dai fatti che dalle confessioni che ella stessa aveva deposto.

Il problema era un altro e riguardava il ripristino di un'antica pratica dichiarata illegittima già dai tempi di Grindelwald, una pratica crudele e reputata incivile: la pena di morte.
Vista l'innata e indiscutibile pericolosità sociale di Delphini, per molti condannarla a morte era quasi un'ovvietà, una forma di difesa e prevenzione che i Ministeri di tutto il mondo avevano il sacrosanto dovere di garantire ai loro cittadini.

"È la figlia del Signore Oscuro!" sostenevano con fervore alcuni giudici, come se tale circostanza bastasse per emettere un verdetto di morte. Ma si può porre fine a una vita a causa delle sue ostiche origini?

Per Albus Severus Potter la risposta era no. Eppure non sapeva cosa sperare, si sentiva agitato più che mai. Temeva Delphini, il solo pensiero che la ragazza fosse oltre quella porta bastava per terrorizzarlo.

Anche perché era consapevole che la decisione finale spettava essenzialmente a due persone a lui molto care, che erano diventate le più influenti e rispettate del mondo magico: sua zia Hermione, quale Ministro della Magia in carica, e suo padre Harry Potter, che era... Beh, Harry Potter. I due eroi erano diventati l'ago della bilancia e il destino di Delphini era rimesso alla loro volontà.
Solo un'altra volta si era verificata una situazione tanto singolare, durante il maxi processo a Grindelwald. La decisione infatti fu rimessa allo scrutinio di Albus Silente, il quale non solo si era arrogato il diritto di giudicare, ma aveva perfino ribaltato una sentenza di morte che era, nei fatti, già stata presa. Il fatto che Silente si rifiutò di condannare Gellert Grindelwald alla Sedia Galleggiante o al Bacio dei Dissennatori fu ovviamente oggetto di feroci critiche e di malignità, ma fu proprio tale precedente, divenuto vincolante, che permise alla pena di morte di essere successivamente abolita, nel lontano 1946.

Perché quindi regredire nel passato? La condotta di Delphini era forse stata più riprovevole di quella di Grindelwald?

Mentre Albus Severus si dimenava tra questi e altri pensieri, una mano gli fermò severamente il ginocchio ballerino.

-Per cortesia. Fai tremare il pavimento.-

-Scusi, signor Malfoy- rispose subito Albus, timidamente -È che sono un po' agitato.-

-Non hai motivo di esserlo, vedrai che la giustizia farà il suo corso- gli rispose Draco, sforzandosi di essere gentile.

-Sì, ha ragione. Ehm, posso andare giù a prendere un'Acquallegra?- gli chiese, lanciando un'occhiata eloquente a Scorpius, che gli era seduto proprio di fronte.

-Va bene, vai a prendere un'Acquallegra- gli accordò, stancamente.

-Papà, posso anche...?-

-No.-

Albus Severus rassicurò il migliore amico con lo sguardo, si alzò in piedi e si diresse da solo verso le scale, ma ancor prima di scendere si fermò e tornò indietro dai due Malfoy, vistosamente imbarazzato.

-Niente, come non detto- forzò un sorriso, paonazzo -Non mi bastano i soldi.-

Draco sollevò gli occhi al cielo e tirò fuori dalla tasca il suo fermasoldi d'oro bianco. Al ricco Serpeverde era infatti toccato l'ingrato compito di badare ai due ragazzi, i quali avevano letteralmente implorato i rispettivi genitori di poter venire.

"Puoi dare un'occhiata anche ad Albus?"gli aveva chiesto Harry, al volo, un secondo prima di entrare in sala udienze e ovviamente senza dargli il tempo di rispondere. Va bene che i rapporti tra loro erano migliorati, rimuginava Draco, ma da qui a fare da babysitter a quel rompiscatole di suo figlio ce ne passava!
Comunque porse al ragazzino una banconota da dieci galeoni -non ne aveva di taglio inferiore- e cercò di non pensarci più.

-Signor Malfoy?-

-Tieni il resto- gli disse svelto.

-No, volevo chiederle se, secondo lei... Ecco...-

Draco lo guardò, capendo ciò che provava.
-Andrà tutto bene- gli disse, anche se non ne era del tutto convinto.

-Tutto bene, nel senso che Delphini verrà uccisa?- gli domandò Albus, sentendosi vagamente a disagio.

-Se tuo padre e il nostro esimio Ministro hanno un briciolo di buon senso, sì- gli rispose, cinico -Sarà giustiziata.

Albus annuì e guardò Scorpius, che gli accennò un sorriso.

E poi, finalmente e in modo del tutto inaspettato, il portone della sala udienze si aprì. I giudici togati si riversarono fuori, con lo sguardo basso e un'espressione maldisposta, mentre i giornalisti piombarono subito dentro all'aula, fotografando e gridando domande gli uni sopra gli altri. Albus cercò di vedere, di capire, ma quella marea di gente che urlava e si dimenava gli impedì radicalmente di farlo. Perciò salì in piedi sopra a una poltroncina e così riuscì a intravedere dentro l'aula, proprio nel momento in cui la prigioniera albina veniva ammanettata con la magia e materializzata nell'anticamera di Azkaban.
Albus rabbrividì: Delphini in mezzo alla folla colse il suo sguardo e lo guardò negli occhi, rancorosa, proprio un istante prima di scomparire.

Il verdetto era quindi stato emesso: in calce alla sentenza era stata apposta la sigla "Fine Pena Mai", che tuttavia non presupponeva una condanna morte...

Il giorno seguente, tutti i giornali del mondo magico pubblicarono in prima pagina articoli indignati e di protesta:

"Harry Potter non vuole sporcarsi le mani!"

"Ergastolo con isolamento diurno per la figlia del Signore Oscuro. Eccessivo clemenzialismo o umanità di vedute?"

"Delphini vivrà. Il MACUSA di Goldstein dissente e chiede rinforzi immediati per la prigione d'Azkaban"

Harry Potter aveva sorpreso tutti anche questa volta.

 

 

 


 

Note

E dopo un secolo di tentennamenti, ripensamenti e indecisioni eccomi qui, l'ho fatto!Sono consapevole che scrivere il "sequel" di un libro che è disprezzato dalla stragrande maggioranza di voi equivale a un fallimento in partenza, ma l'ho messo in conto e voglio provarci lo stesso, anche perché trovo questa coppia interessante e ricca di spunti. Perché Albus Severus e Delphini sono incredibilmente simili nella loro diversità, sentono entrambi il peso di un'eredità scomoda, piena di aspettative, e per me come coppia hanno un grandissimo potenziale. So che può sembrare banale (la solita scopiazzata di Romeo e Giulietta) e per questo cercherò di rendere questa storia originale e di rispettare il più possibile il carattere di tutti i personaggi. La storia comunque avrà un doppio binario: ci saranno le vicende dei ragazzi, ambientate a Hogwarts, e parallelamente quelle degli adulti (Harry, Hermione e Draco) nel Ministero, ma tutto sarà collegato. In questo breve prologo, comunque, ho voluto sottolineare come la nobiltà d'animo di Harry e di Hermione abbia risparmiato la condanna a morte di Delphini. Per il resto, tutto rispetterà il canon di The Cursed Child, compresa la morte di Astoria, avvenuta qualche anno prima a causa del vaiolo di drago. Non voglio aggiungere altro, spero di avervi incuriosito almeno un po'...A presto,Ecate

 

   
 
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