Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: smilee_eelims    10/11/2019    1 recensioni
Perdersi, perdonarsi, ritrovarsi. In fondo, che differenza potrà mai fare?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non me ne fregava più un cazzo di niente. Avevo raggiunto il nirvana? Possibile. Ma molto più probabilmente il gusto delle delusioni ricordava sempre più quello dell'acqua. Non lo senti ma sai perfettamente trattarsi di quello. Avevo sbagliato tante cose pur non avendo sbagliato realmente nulla. Mi trovavo incastrata nell'apatia più assoluta, in una condizione che la medicina mi insegna precedere direttamente le piaghe da decubito. La mia bisnonna costretta a letto per dieci anni non le aveva mai avute e non posso dire lo stesso della mia anima che in poco più di qualche mese ne vedeva già i primi incombenti segni. Ma, metaforicamente parlando, era giunto il momento di rimettersi in sella. Vi dico "metaforicamente" perché io in bici neanche ci so andare. E ora che lo scrivo penso a quante cose non so fare o non ho mai provato a fare solo per paura di inciampare. Sapete quanto cazzo fa male rialzarsi da terra quando sentite il culo in fiamme? E il viso tradisce la vergogna più assoluta per il vostro fallimento, magari miralbimente attenzionato da tutta quella gente che vi passava accanto per caso e che ora sta pure lì ferma a fissarvi? Cazzo guardano mi chiedo. Ma qualcuno vi tende la mano e strano ma vero, non sta neanche ridendo di voi! Solo dopo essersi accertato che il vostro bel culo non sia completamente rotto, sorride e vi da una pacca sulla spalla come per ricordarti che non è mai troppo tardi per ricominciare a stare in piedi anche da soli. Però il punto è un altro: quella paura di cadere è una stupida sega mentale che ci costruiamo da anni, tassello dopo tassello. Si, perché ne apprezziamo il pregio di essere anche l'unica scusa sensata in grado giustificare il nostro essere dei coglioni patentati. Prendete il tizio di prima, quello che vi tende la mano quando cadete; lui, volendo usare l'arte delle metafore tanto cara a Platone, non vuole rappresentare nient'altro se non quella possibilità che vi dà la vita quando ci provate ma proprio non ce la fate. E di tizi come quello della mia storia ce ne sono a bizzeffe. Questo flusso di coscienza non vuole andare a parare assolutamente da nessuna parte se non per ribadire alla mia testa, urlante e scalciante, che la sofferenza ha anche lei la sua utilità e che quando se ne va via porta con sé la terra da sotto i tuoi piedi. E allora me ne stavo così: senza terra, senza cielo perché di alzare la testa non avevo più la forza eppure sorridevo lo stesso. Senza sentire differenze tra l'acqua che ti attraversa la gola e il cianuro con cui me l'avevano amorevolmente scambiata in quei giorni. Semplicemente buttavo giù prima di ritornare a cadere.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: smilee_eelims