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Autore: Kim WinterNight    13/11/2019    3 recensioni
[Queen + The Police]
È un momento catartico quello che Stewart Copeland trascorre sotto la doccia dopo ogni concerto, perciò è inconcepibile che venga interrotto.
Infatti quando qualcuno di inaspettato e completamente ubriaco irrompe nel bagno in cui si trova, il batterista va su tutte le furie; sta per cacciare l’intruso in malo modo, ma all’improvviso una splendida e brillante idea si fa strada nella sua mente (quale?), cambiando per sempre il corso degli eventi.
Ma ancora non sa (non è vero, lo sa perfettamente) che le sue scelte riaccenderanno la rivalità che da sempre serpeggia tra i Queen e i Police.
- SETTIMA CLASSIFICATA al contest "Generi a catena" indetto da Dark Sider sul forum di EFP.
Genere: Comico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Luci viola e piastrelle leopardate

 

 
 
 
 
 
[Stewart]
 
Staziono di fronte all’ingresso dell’enorme e lussuosa doccia, gli occhi mi brillano per la magnificenza che stanno ammirando.
Quello che ci vuole, dopo ogni concerto che si rispetti, è proprio una doccia rigenerante. Non sopporto chi cerca di dissuadermi: non me ne frega niente di chi mi suggerisce che dovrei mangiare, bere, salutare i fan, salutare i colleghi, fare delle foto…
Queste sono cose secondarie per me.
E poi il box che mi si para di fronte agli occhi è veramente stupendo: le pareti enormi in vetro temperato color corallo, le piastrelle in marmo leopardato, il piatto doccia nero, i rubinetti lucenti e pulitissimi.
Sono impaziente, così comincio a spogliarmi e a lasciare i vestiti sul pavimento, tanto sono sporchi di sudore e non potrò utilizzarli di nuovo.
Mi allungo per aprire l’acqua e regolarla, ma i miei occhi mettono a fuoco un interruttore sulla parete appena fuori dal box doccia. Incuriosito, lo premo, senza minimamente pensare che potrebbe trattarsi di un allarme.
Una soffusa luce viola si diffonde dal soffitto del box, creando un effetto che è molto simile a quello di un locale a luci rosse. Se qualcuno volesse fare delle sconcerie in quel bagno, ci sarebbero decisamente i presupposti.
Mentre mi infilo sotto il getto caldo dell’acqua, mi accorgo che lentamente la luce cambia, trasformandosi in un accattivante rosso acceso. Questa è la doccia più bella che io abbia mai sperimentato, darei un rene per averla così a casa mia.
Anche i prodotti da bagno sono deliziosi, sono veramente soddisfatto. Certo che aprire per i Queen ha i suoi vantaggi; io gliel’avevo detto a Sting di accettare senza remore, ma la sua antipatia nei confronti di Freddie Mercury stava per impedirmi di godere di una doccia tanto rigenerante e paradisiaca! Questa non gliel’avrei mai perdonata.
Meno male che Andy è riuscito, non si sa come, a fargli cambiare idea. Credo abbia fatto leva sui profitti che ci sarebbero spettati.
Mentre sono immerso nei miei pensieri, la porta del bagno si apre di scatto e io sobbalzo.
«Chi cazzo sei? Esci, è occupato!» sbraito, assicurandomi che la porta scorrevole sia ben chiusa. Avrei dovuto chiudermi a chiave, ma quando ho visto la doccia il mio cervello si è spento completamente, facendo sì che io e questo box divenissimo due cuori e una capanna.
Sento qualche tonfo e una voce impastata che biascica qualcosa di incomprensibile; allarmato, scosto appena l’anta e la lascio scorrere per qualche centimetro, buttando fuori la testa.
I miei occhi si sgranano completamente quando mettono a fuoco una figura familiare.
Brian May, il leggendario chitarrista dei Queen, si muove a tentoni fino a raggiungere il cesso, poi si blocca e lo fissa con intensità, come se al suo interno avesse intravisto un tesoro prezioso. Non ricordo neanche se ho tirato l’acqua prima.
Sto per dirgli qualcosa, quando mi rendo conto che fatica a mantenere l’equilibrio. Appoggia una mano sulla parete di fronte a sé e biascica qualcosa. Dev’essere ubriaco marcio.
Mi viene in mente che dovrebbe essere sul palco, ma forse c’è ancora tempo prima che i Queen suonino. Io, Andy e il nostro carismatico cantante e bassista Sting siamo stati tra i tanti a suonare prima delle Regine Del Rock.
«Ciao!» esclama all’improvviso, ma non sta parlando con me. Ha gli occhi fissi sul cesso e sorride felice al suo nuovo amico. «Sai che sei proprio carino? Mi sa che devi aiutarmi, però…»
Questo qui non si è nemmeno accorto che sono presente. Mi sta inquietando, ma è troppo divertente. Devo assolutamente continuare ad ascoltarlo.
«Ho la nausea…»
Oh cazzo, ho ragione. È ubriaco.
«Ehi, Brian May, vedi di non…» comincio, ma non faccio in tempo a concludere la frase che lui si china in avanti sul wc.
Solo in quel momento noto che il coperchio è abbassato. Se vomita ora, i miei vestiti finiranno inondati di quella roba puzzolente che ha nello stomaco.
Spalanco la doccia e mi precipito fuori, rischiando di scivolare sulle fottute mattonelle di marmo lucide più dello specchio. Impreco e riesco a sollevare il coperchio giusto in tempo.
Brian è ancora assorto, ma a svegliarlo da quel torpore alcolico è il ponderoso schianto che la sua fronte compie contro il flessibile della cassetta dello scarico.
Il chitarrista dei Queen grida e si porta entrambe le mani sulla parte lesa, ma infine deve svuotare lo stomaco e non riesce più a trattenersi.
Ha pure lasciato la porta aperta e io sto cominciando a gelare, oltre che a spazientirmi. Questo coglione ha interrotto il mio momento sacro, e se prima mi sembrava tutto divertente, ora vorrei cacciarlo fuori di qui a calci in culo.
Sbuffo e gli picchietto sulla spalla. «Carissimo collega, ti senti meglio adesso? Mi lasci fare la doccia?» domando.
Quando Brian alza lo sguardo su di me e si pulisce la bocca con la manica della camicia, mi ricordo che sono nudo e bagnato fradicio. Che situazione del cazzo, non ho neanche capito perché devono capitare tutte a me. Questa volta giuro che non me la sono andata a cercare, anche se forse avrei dovuto chiudere a chiave la dannata porta del dannato bagno.
«Roggie…» mormora Brian.
Scosso dai brividi, mi affretto a chiudere la porta e incrocio le braccia sul petto. Ci mancava solo questa: mi ha confuso con il suo batterista.
«Roggie!» esclama euforico, sorridendo a trentadue denti. Sembra felicissimo e io non riesco a frenare quel suo entusiasmo immotivato. In fondo mi fa tenerezza.
«Oh! Che bella doccia! Mi stavi aspettando?» ammicca, mentre sul suo viso si dipinge un ghigno malizioso.
«Che cosa?» sbraito.
Poi realizzo. Se Brian May si comporta in maniera maliziosa nei miei confronti, convinto che io sia Roger Taylor, deduco che tra i due ci sia qualcosa di più.
Avrei voluto non saperne niente, ma la verità è che mi interessa eccome.
«Ho appena vomitato, ma tu mi vuoi lo stesso?» cinguetta Brian, gli occhi che si fanno più grandi del solito e diventano dolci come quelli di un cagnolino in cerca di affetto.
Onestamente mi fa pena, però un’idea malsana si sta facendo strada dentro di me. Se stessi al gioco, potrei raccontare in giro che sono un grande amico del magnifico ed egregio Brian May. E lui dovrebbe fare tutto quello che gli dico se non vuole che sputtani ai quattro venti che ci ha provato con me.
Forse dovrei cacciarlo come ho pensato poco fa, ma al diavolo. Voglio vedere cosa succede.
«Sì, in effetti ti aspettavo, Brimi…» butto lì, ricordandomi di aver sentito per caso Freddie Mercury abbreviare il nome del chitarrista in quel modo bizzarro.
«Adoro quando mi chiami così!» esclama il riccio, avvicinandosi pericolosamente a me. E dico pericolosamente perché sta barcollando e rischia di calpestare i miei vestiti.
Lo afferro per le spalle e lo guido verso la doccia, scalciando i miei abiti di lato. Una cosa è certa: se vuole avere qualcosa a che fare con me, deve lavarsi. Puzza di alcol e vomito, non è molto invitante.
Brian scoppia a ridere. «Si vede che sono ubriaco» commenta.
«Perché?»
«La tua voce mi sembra diversa, tu mi sembri più alto…»
«Hai bevuto tantissimo, Brimi. Adesso togliamo i vestiti e ti dai una bella lavata, eh?» propongo, trattenendo a stento una risata.
Lui annuisce e si lascia spogliare senza remore. Tutto ciò è surreale, però ormai mi ci sono ficcato e mica posso tirarmi indietro!
Lancio un’occhiata veloce al corpo nudo di Brian May: niente male, direi che è scopabile. Non mi sono mai posto limiti sul sesso delle persone con cui me la spasso, posso soddisfare qualunque essere vivente.
Anche se tutti vanno in giro a sparare cazzate sul fatto che il mio carismatico cantante Sting abbia una durata infinita quando scopa, tutti sappiamo che sono solo stupidaggini. Sting avrà pure tanti pregi, ne ha infiniti, anche se ora non me ne viene in mente neanche uno… sta di fatto che è un semplice essere umano in fatto di sesso, ecco.
Brian allunga le mani per toccare il mio torace, ma decido che devo essere io ad avere il controllo. Altrimenti non mi divertirò come voglio.
«Brimi, vuoi farmi contento?» gli chiedo, bloccandogli i polsi per impedirgli di compiere movimenti avventati.
Annuisce e sorride ancora.
«Allora entriamo in doccia» decido, trascinandolo per i polsi e aiutandolo a entrare nel box senza farlo cadere.
Lui si appoggia con le mani contro le piastrelle e sospira. «Roggie?»
«Che c’è?» chiedo, facendo scorrere i polpastrelli lungo la sua schiena nuda e leggermente arcuata in avanti. Tiro leggermente una ciocca dei suoi capelli ricci che ormai stanno cominciando a bagnarsi.
«Non so se riuscirò a stare in piedi…» farfuglia.
«Non preoccuparti, penso a tutto io» taglio corto, poi gli porgo un’enorme spugna blu. «Su, datti una lavata!» lo incito.
Brian cambia posizione e si appoggia con la schiena alle piastrelle in marmo leopardato – non ho mai visto un design del genere, giuro – e accetta la spugna stracolma di bagnoschiuma muschiato.
Si insapona per bene e io mi sfrego le mani, per poi portarne una tra le gambe. Devo dedicarmi per un po’ alla mia erezione, altrimenti non sarò abbastanza pronto per essere lo stallone di Mister Brian May!
Il chitarrista sposta lo sguardo verso il basso e sorride con fare innocente, mentre si lava con movimenti goffi che vorrebbero essere lascivi. In fondo si sta impegnando, devo rendergliene atto. Mi sto eccitando, tutto ciò è divertente.
«Roggie?» mi chiama ancora, pronunciando il nomignolo del biondo batterista dei Queen.
«Sì?»
«Oggi ci pensi tu? Io non so se riuscirò a scoparti…»
A quel punto realizzo e lo stomaco mi si intreccia. Seriamente, io non avevo minimamente preso in considerazione l’eventualità che Brian fosse la parte attiva della coppia. In effetti, pensando a Roger Taylor, e ai suoi tratti piuttosto delicati, avrei dovuto immaginare che uno come il chitarrista riccio facesse sempre la parte migliore durante le scopate.
Ancora una volta sono fortunato, però: Brian si è offerto per essere passivo, non potrebbe andarmi meglio di così!
«Ma certo, tesoro bello!» cinguetto, prendendogli il viso tra le mani e stampandogli un bacio sul naso. «Che carino che sei, vero?»
Il chitarrista si scioglie in un sorriso radioso e mi abbraccia di slancio. Glielo lascio fare, in fondo se voglio essere credibile nel ruolo di Roger Taylor, devo mostrarmi accondiscendente e fare come se quella non fosse la prima volta che rimanevo in intimità con lui. Che stronzate stavo combinando?
Casualmente il sesso di Brian si struscia contro il mio, ed è a questo punto che inizio sul serio a desiderare di portare a termine al più presto la mia meritata scopata. Insomma, sono stato interrotto durante il mio rituale di purificazione!
«Brimi, ora sei pulito! Perfetto! Sei profumatissimo, delizioso… che bel ragazzo!» blatero, facendo scivolare le mani lungo la sua schiena, per poi raggiungere i glutei sodi. Sì, decisamente, ho fatto bene a mettere su questo teatrino, per un culo come questo si potrebbe fare qualsiasi follia!
Se il mio carismatico cantante Sting mi vedesse, darebbe di matto: detesta Freddie Mercury e di conseguenza tutti coloro che gli stanno appresso. Sospetto che invidi la sua voce e il suo modo di essere sexy e amato da tutti.
«Oh, Roggie!» mugola Brian, mentre lascio scivolare un dito dentro di lui, tenendolo sempre abbracciato. Non vorrei mai che cadesse, se poi si dovesse ferire sarebbe un bel casino.
«Da bravo, rilassati. Così» gli suggerisco, lasciandogli ogni tanto dei piccoli baci tra i capelli. Sono sicuro che sia un bravo ragazzo, mi sta simpatico e gli voglio bene alla fin fine. È un bravo chitarrista e poi Andy dice che suona davvero da dio. Credo che abbia ragione, almeno non fa jazz.
Brian sospira e si inarca per andare incontro ai miei movimenti. Inserisco un secondo dito e torturo per un po’ la sua carne calda e accogliente, mi piace sentirlo gemere piano contro il mio orecchio.
Chissà se si ricorderà di quello che stiamo facendo.
«Roggie… sai che prima ho salutato il cesso?»
«Sì. E hai sbattuto la testa sul flessibile» aggiungo divertito, facendo oscillare piano i nostri corpi.
Il sesso di Brian preme nuovamente contro il mio, sento che presto dovrò darci dentro.
«Mi fa male la fronte» mugola.
Meno male che non sente dolore nella parte che sto violando con le dita; azzardo a inserirne un terzo e lui lo prende con entusiasmo, artigliando le lunghe dita callose ai miei fianchi.
«Sei bravissimo» mi complimento, per poi portando la mano destra sotto il suo mento. Lo costringo a guardarmi in faccia, poi lo bacio per la prima volta da quando tutto questo casino è iniziato. «Va meglio?» chiedo.
Lui annuisce e sorride estasiato, inarcando il bacino contro di me, in una chiara richiesta.
«È arrivato il momento, mio caro Brimi, di scoparti come dio comanda!» proclamo in tono solenne, per poi sfilare le dita da lui e afferrarlo per le spalle.
Lo faccio voltare con la faccia contro le bizzarre piastrelle leopardate e mi chino in avanti per sussurrargli all’orecchio: «Pronto?».
Brian mugola e si inarca all’indietro, offrendosi completamente a me.
Ho l’impressione di sentire un rumore provenire dalla porta d’ingresso del bagno, ma decido di ignorarlo.
Non lascerò che una stupida impressione rovini questo momento idilliaco.
Con un sospiro, afferro saldamente i glutei del Signor Brian May e, alla faccia del mio carismatico cantante Sting e del suo odio per le Regine del Rock, comincio a farmi strada dentro di lui.
 
 
 
 
 
 
😊 😊 😊
 
Miei carissimi lettori, eccomi qui con questa storia infinitamente cretina!
Non lo so se conoscete i Police e, in particolare, Stewart Copeland, il loro batterista, però il banner in cima – per il quale devo ringraziare la mia adorata Carmaux *___* – dovrebbe mostrarvi tutti e sette i componenti delle due band che saranno parte di questo folle esperimento!
Per ora abbiamo visto solo Stewart che, dopo aver suonato, si fionda in bagno per la sua doccia di rito; qui, però, Brian lo interrompe perché è ubriaco fradicio e doveva vomitare.
Per quanto riguarda la questione della doccia, è vero che Stewart ha sempre avuto una fissa assurda, una necessità viscerale di fiondarsi sotto il getto dell’acqua non appena concluso un concerto; quest’informazione me l’ha gentilmente spoilerata la mia cara Soul, che ha letto l’autobiografia del batterista dei Police (e non vedo l’ora di leggerla anche io, so che è piuttosto esilarante! *___*).
La faccenda di Brian che parla con il wc e che ci sbatte la testa mentre sta per vomitare l’ho presa da eventi realmente accaduti al chitarrista dei Queen (ringrazio ancora Carmaux per avermeli fatti scoprire un po’ di tempo fa), anche se in due momenti diversi! Ho pensato di unirli perché mi piaceva l’idea di Bri ubriaco che non riusciva a scindere realtà e immaginazione… tant’è che ha creduto di essere in bagno con Roger XD
Sembra che le cose stiano andando abbastanza bene per questi due, vero?
Ma già vi anticipo che deve ancora succedere un sacco di roba XD
Spero vivamente di avervi fatto sorridere con questo primo capitolo, perché io mi sono divertita a scriverlo e a caratterizzare Stewart, dato che sia da alcune interviste che ho guardato su YouTube e sia da ciò che Soul mi ha detto, lui è un personaggio molto divertente, che tende a esagerare ogni cosa che racconta e a vantarsi di ciò che sa fare! Inoltre, è terribilmente ironico e sono poche le volte in cui non se ne esce con commenti sarcastici o in cui non scherza! Anche il fatto che, quando si rivolge a Sting, lo nomini come “carismatico cantante” è tutto dire, visto che non è che loro due siano propriamente mai stati in buoni rapporti, ecco XD
Ho completamente inventato l’espediente dei Police che aprono per i Queen, non mi risulta che le due band abbiano mai condiviso il palco, ma se qualcuno di voi ha informazioni diverse, me le può riferire? Grazie ^^
È una mia invenzione anche l’odio di Sting per Freddie Mercury, ma più avanti capirete perché questo elemento ha una certa rilevanza XD
Ultima informazione importantissima: il titolo della storia prende il nome dall’omonimo brano dei Chicago; la canzone, scritta e cantata dal chitarrista Terry Kath, è un chiaro riferimento a momenti di masturbazione sotto la doccia! Il testo parla chiaro, eheheh! Come potevo non scegliere questo pezzo per la mia storia demenziale? Per queste informazioni devo assolutamente ringraziare l’esperta dei Chicago, la Regina della loro categoria su EFP, ovvero la fantastica evelyn80! *___*
Okay, ho finito!
Mi scuso per queste lunghe note, ma erano necessarie!
Ringrazio chiunque recensirà e mi seguirà in questa avventura, al prossimo capitolo ♥
  
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