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Autore: observer90    14/11/2019    3 recensioni
Ambientata nel live-action del 2019, racconta la prima notte di nozze di Aladdin e Jasmine vissuta dal punto di vista di quest'ultima. Dal testo: "Dal giorno in cui ci siamo conosciuti, Aladdin mi ha fatta sentire viva e piena di speranza; è stato meraviglioso sapere che nel mondo esiste qualcuno come lui, con la sua bontà e il suo altruismo, e contro la mia volontà è riuscito a rubarmi il cuore, a fare breccia nella mia anima. Onestamente, non credevo che qualcuno ci sarebbe riuscito, soprattutto con una spontaneità tale da farmi quasi paura. Amo il modo in cui mi fa sentire, lui è il mio rifugio sicuro e insieme la mia più grande avventura".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jasmine
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il gelsomino notturno

(la prima notte d’amore di Aladdin e Jasmine, ambientata nel live-action)

P.O.V. Jasmine
Con le viscere contratte per l’emozione, avanzo nella penombra della mia stanza, che da adesso in poi sarà solo nostra. Vedo Aladdin seduto sul materasso sollevare immediatamente lo sguardo al mio ingresso, i suoi occhi percorrono la mia sagoma avvolta da una lunga veste da notte ricamata d’oro e d’argento, il tessuto quasi trasparente mette in risalto le curve mentre una sottile scollatura si affaccia sul petto. Arrossisco ripensando all’espressione di Dalia quando mi ha aiutato ad indossarla, e al modo in cui mi ha stretto le mani poco prima di lasciarmi raggiungere colui che è da poco diventato mio marito. Il mio cuore sembra impazzito alla vista di Aladdin e della sua espressione a tratti trasognata, la gola mi si inaridisce e ho come l’impressione che la lingua mi si sia di colpo paralizzata. Aladdin è così bello, con quel viso luminoso e buono che mi ha colpito sin dal primo istante in cui ho posato i miei occhi su di lui.
La stanza è illuminata soltanto dal bagliore fioco delle candele sparse qui intorno insieme alle composizioni di fiori freschi tra cui spicca il gelsomino, il fiore preferito di mia madre, ed anche il mio. Osservo Aladdin e noto con una punta di divertimento che vorrebbe venire verso di me, fa per muoversi per poi quasi costringersi a restare fermo dov’è, magari aspettando che sia io a concedergli il permesso di avvicinarsi.
Un permesso che sono più che lieta di dargli quando sollevo un braccio nella sua direzione, la mano aperta che attende di essere intrecciata alla sua.
Aladdin avanza verso di me cautamente, prendendomi la mano e portandosela alla bocca, e sento la leggera pressione delle sue labbra incandescenti sulla mia belle. Rabbrividisco, il mio corpo è scosso da un fremito involontario, e mi scopro impaziente di toccarlo, di stringerlo a me. E voglio che lui faccia altrettanto con me. Ma lui continua a tenere il capo chino, gli occhi nascosti da sottili ciuffi di capelli, e sento le dita formicolare per il bisogno di scostarglieli.
“Guardami” la mia voce è un sussurro appena udibile, ma basta affinché Aladdin incroci il mio sguardo. Dopo tutto il tempo passato insieme, e dopo la celebrazione del nostro matrimonio avvenuta solo poche ore prima, persiste nel suo atteggiamento di rispetto e devozione nei confronti di me, il suo sultano, e adesso sua moglie. L’incertezza che gli occhi di Aladdin trasmettono fanno scaturire dentro di me un sentimento di tenerezza, ma riesco a scorgervi anche dell’altro, una dolcezza che cela in sé qualcosa di ben più profondo…
“Sei bellissima” riesce a dire, schiarendosi la voce un paio di volte prima di riuscire a formulare quelle due parole.
“Perché stai tremando?” gli chiedo accorgendomi di colpo dei movimenti meccanici delle sue spalle, “Hai freddo?”
Aladdin mi rivolge un sorriso smorzato, chiude gli occhi per un momento prima di posarli nuovamente su di me, e scuote il capo.

“Ti sembrerà stupido, ma ho immaginato questo momento nella mia testa da quando ti conosco” ammette, quasi senza fiato, “E adesso che è arrivato, non so cosa aspettarmi”

Non posso fare a meno di sorridergli, il cuore che aumenta la velocità dentro al mio petto, “Vale anche per me” dico con sincerità.
“Davvero?” mi guarda, sinceramente sorpreso e quasi con un certo sollievo.
Gli accarezzo il braccio, salendo fino alla spalla per poi circondargli la guancia con la mano, “Se vuoi, possiamo scoprirlo insieme”
“Sei sicura?” mi domanda con una serietà quasi solenne. Riconosco la sua paura di sbagliare, di fare un passo falso o di essere troppo precipitoso, perché io provo le stesse cose: nessuno di noi vuole che l’altro sia costretto a fare qualcosa che non intende fare.
In risposta alla sua domanda mi solleva sulle punte, sfiorandogli le labbra con le mie, e un brivido di eccitazione mi attraversa, i nostri occhi sono come incatenati tra di loro.
“Forse sarebbe il caso che tu mi dia una risposta a voce” bisbiglia Aladdin, mentre automaticamente solleva una mano per cingermi la vita, “Giusto per essere sicuro di aver capito bene”
Gli sorrido intenerita, “Sì” dico in un soffio per poi chiudere gli occhi e lasciarmi avvolgere dalla sensazione di calore e beatitudine che la vicinanza di Aladdin mi provoca non appena riprendiamo a baciarci.  
Sento di nuovo quella sensazione, la fame che mi coglie puntualmente ogni volta che ci baciamo e inizio a capire molte cose.
A differenza di Aladdin, non ho mai dovuto soffrire la fame “fisiologica” con cui lui ha dovuto fare i conti per moltissimo tempo. Ma da quando l’ho conosciuto, mi sono scoperta bisognosa di un qualcosa che solamente lui sembra essere in grado di darmi. Quando mi ha baciata per la prima volta sul mio balcone dopo la nostra prima gita sul Tappeto, in una notte non troppo diversa da questa, mi sono sentita in pace con me stessa e con il mondo, come se fossi finalmente riuscita a colmare un vuoto che fino a quel momento avevo cercato di sopprimere per troppo tempo. Dal giorno in cui ci siamo conosciuti, Aladdin mi ha fatta sentire viva e piena di speranza; è stato meraviglioso sapere che nel mondo esiste qualcuno come lui, con la sua bontà e il suo altruismo, e contro la mia volontà è riuscito a rubarmi il cuore, a fare breccia nella mia anima. Onestamente, non credevo che qualcuno ci sarebbe riuscito, soprattutto con una spontaneità tale da farmi quasi paura. Amo il modo in cui mi fa sentire, lui è il mio rifugio sicuro e insieme la mia più grande avventura. 
Gli sfioro con le dita il petto, tracciando una linea lentamente fino a fermarmi al punto in cui la casacca si apre mostrando la pelle. Inghiotto a vuoto, agitata ma comunque desiderosa di toccarlo.
Lui segue ogni mio movimento con lo sguardo, le labbra socchiuse e il respiro affannato. Mi prende le mani tra le sue e con dolcezza mi aiuta a sbottonargli la casacca per poi farsela scivolare via. Osservandolo il cuore mi batte così forte che temo possa schizzare via dal mio petto, e vorrei per un momento non essere così titubante, vorrei non apparire così incerta perché l’unica cosa che voglio in questo momento è potermi stringere a lui in un modo che forse non riuscirei nemmeno a esprimere a parole. 
Gli osservo per un momento il petto, ci sono dei punti in cui la pelle è più chiara e capisco che si tratta di sottili cicatrici che si è procurato in chissà che modo: dovrà raccontarmi la loro storia, ma solo dopo che avremo fatto quello che due novelli sposi fanno durante la loro prima notte di nozze. Arrossisco al pensiero degli svariati modi in cui ho fantasticato su questo nostro momento, e dell’ansia e del desiderio con cui ho atteso pazientemente che arrivasse: adesso che è finalmente arrivato, non posso nascondere di avere un po’ di paura, ma il calore che mi avvolge è così intenso e piacevole da spingermi a voler continuare.
Così ricambio il suo gesto di prima, e guido le sue mani sul laccio di seta che trattiene la mia veste, lasciando che sia lui a scioglierne il nodo lentamente. Quando la veste di apre sul mio petto, lo vedo deglutire con forza, soprattutto quando porto una sua mano a pochi centimetri sopra il mio seno. La sua mano scotta sulla mia pelle, ma mi fa desiderare il suo tocco ancora di più, così faccio scivolare ancora di più la sua mano su di me.
Lui si irrigidisce per un momento, incerto su come agire.
“Non avere paura” dico in un sussurro a pochi centimetri dalle sue labbra su cui poso le mie.
Aladdin risponde al bacio, avido e affamato quasi quanto me: le nostre lingue si scontrano, per poi avvolgersi l’una con l’altra e sento le sue mani entrare sotto l’apertura della veste, per poi farmela scivolare lungo le spalle.
Non mi turba affatto la consapevolezza di essere nuda di fronte a lui anzi, vorrei che la cosa fosse assolutamente reciproca. Lui mi solleva gentilmente ed io stringo le gambe attorno al suo corpo, mentre ci spostiamo.
Io continuo a baciarlo, gli occhi chiusi e la mente completamente annebbiata e improvvisamente avverto il contatto del materasso sotto la mia schiena. Aladdin mi posa sul letto con delicatezza, continuando a toccarmi come se fossi fatta di vetro e temesse di potermi rompere con una pressione maggiore di quella che sta utilizzando. Sorrido intenerita contro le sue labbra, e questo suo comportamento accresce ancora di più il desiderio che ho di lui.

Si allontana dalle mie labbra per baciarmi il resto del viso, dalla fronte fino alla punta del naso; quando scende sul mio collo e vi posa le labbra, mi sento come se stessi per esplodere di felicità, sul punto di scoppiare come i fuochi d’artificio che hanno sparato solo alcune ore prima in nostro onore.
Le mie mani percorrono la sua schiena, prima con lentezza per poi artigliarsi dolcemente sulla sua pelle. Lui invece utilizza le sue mani per esplorare ogni centimetro di pelle che mi appartiene, dalle gambe fino ai seni su cui si sofferma. Mi sfiora le punte dei capezzoli con i polpastrelli, ed io non riesco a trattenere un gemito di piacere.
A questo punto Aladdin mi guarda, un sorrisetto furbo gli stira le labbra: crede di essere riuscito a scovare un mio punto debole, ed io non sono affatto sicura di potergli dare torto. Continua ad accarezzarmi il seno con una lentezza disarmante e a tratti insopportabile, ma non voglio che si fermi, non posso permettere che lo faccia.
Mentre lui è distratto, io ne approfitto raccogliendo quel poco di lucidità che mi resta, e poggio una mano sopra il bordo dei pantaloni iniziando a giocarci con la punta delle dita.
Aladdin si blocca, il respiro mozzato: “Non sono sicuro di potercela fare”
“Perché?” domando, improvvisamente sono preoccupata, “Qualcosa non va?”
Vedendomi così apprensiva Aladdin mi rivolge un sorriso rassicurante: “Voglio solo dire che in questo momento, qui con te, mi sento come se potessi sfiorare il cielo con un dito. Ho paura di rovinare tutto…” ammette, distogliendo lo sguardo da me con aria afflitta.
Le mie mani si chiudono attorno al suo viso, e lo spingo a guardarmi negli occhi: “E’ normale essere spaventati, anche io lo sono” gli dico, con una dolcezza e una sicurezza che persino io mi stupisco di me stessa, “Capisco benissimo quello che provi, è lo stesso per me. Possiamo fare tutto con calma, non dobbiamo per forza correre” gli do un bacio a fior di labbra e sorrido.
“Non puoi neanche lontanamente immaginare quanto sei bella in questo momento” si lascia sfuggire lui, e noto che ha gli occhi lucidi, sembrano così luminosi nella penombra della camera, “Mi sembra che tutto questo sia un sogno”
“Prova a svegliarti, allora” scherzo, sentendo il cuore battere ancora più forte a quelle sue affermazioni.
Lui alza un sopracciglio fintamente scettico: “Se lo faccio, tu potresti svanire…”  
“Allora non svegliarti” bisbiglio, per poi riprendere a baciarlo con delicatezza, “E fammi un favore, non svegliare neanche me” concludo tra un bacio e un altro, e sento il suo sorriso premuto contro le mie labbra.
Prima che la mia mente sprofondi di nuovo nel dolce oblio provocato dal tocco di Aladdin, l’ultima cosa che riesco a registrare è il profilo candido della luna alta in cielo, e ripenso per alcuni secondi alla canzone che entrambi conosciamo, quella che le nostre madri ci hanno insegnato quando eravamo piccoli, e penso che forse le parole si riferivano proprio a noi, ad Aladdin e Jasmine, il ladro di strada e la principessa di Agrabah, adesso uniti fin che morte non ci separi, e forse neanche in quel caso.

Mi sveglio ancora prima di aprire gli occhi, e la prima cosa che avverto è una sensazione di calore che mi avvolge ogni centimetro di pelle. Quando i muscoli cominciano a riscuotersi dal torpore del sonno, mi rendo conto di essere attaccata anzi, abbracciata stretta ad un altro corpo, caldo anch’esso. Con un sorriso, apro gli occhi e osservo il volto di Aladdin, i lineamenti rilassati nella beatitudine del sonno, il petto nudo che si muove al ritmo regolare del suo respiro. Ho la testa poggiata sulla sua spalla, incastrata nell’incavo del suo braccio che mi cinge la schiena; un brivido di eccitazione mi scuote al ricordo di quello che è accaduto tra di noi durante la notte: le mani di Aladdin che percorrono il mio corpo con dolcezza, ma anche con una foga che mi ha reso completamente priva di lucidità, insieme ad una sensazione di prepotente stordimento che si è insinuata dentro di me.
Quella che finalmente da ora in poi sarà la nostra camera da letto è illuminata dalle prime luci dell’alba che si riversano dal balcone aperto. Sollevo appena la testa, attenta a non svegliare Aladdin, i miei capelli sono ridotti ad una massa aggrovigliata lungo la schiena, opera del cuscino e delle abili mani di mio marito. Non posso fare a meno di pensare a quanto è bello, di un tipo di bellezza che partendo dal suo cuore e dalla sua mente coinvolge tutto il suo essere. Il volto di Aladdin, ogni parte di lui, riflette la bellezza che si porta dentro: quella che ha a che fare con il suo cuore.

La mia mano sembra improvvisamente dotata di volontà propria e si poggia sul petto di lui, proprio all’altezza del cuore. Riesco a percepirne il battito fin dalla punta delle dita, ricordando la velocità spasmodica a cui è andato la scorsa notte mentre ci amavamo per la prima volta come marito e moglie.
Sorrido alla vista del viso di lui così rilassato, la bocca tirata in una specie di smorfia contenta che mi porta a chiedermi cosa stia sognando, se stia sognando me, come io ho sognato lui.

Fine


 

Nota dell’autrice: sono rimasta incantata dal live-action di Aladdin e sono mesi che cerco di scrivere qualcosa sulla coppia Aladdin-Jasmine, e questa shot è il risultato di tante idee abbozzate e poi abbandonate immediatamente dopo. È stato piuttosto difficile scrivere su di loro, perché avevo un sacco di cose in mente ma non riuscivo a tirare fuori nulla che mi soddisfacesse appieno. Diciamo però che l’attesa ha dato i suoi frutti, e posso affermare finalmente di essere contenta di quello che è venuto fuori.
Il titolo è chiaramente ispirato alla poesia di Giovanni Pascoli che, fra l’altro ha come tema principale proprio la prima notte di nozze di due novelli sposi (inoltre, il nome Jasmine significa proprio gelsomino). Se vi va, lasciatemi una recensione, così da poter sfruttare ogni commento in qualcosa di costruttivo per me e per la mia scrittura. A presto!

 

 














 

 

 

   
 
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