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Autore: LadyPalma    17/11/2019    18 recensioni
Prima classificata al contest "La cena della Vigilia" indetto da Asia Dreamcatcher sul forum di EFP
Storia partecipante al contest “A Christmas Novel” indetto da Pampa313 sul forum di EFP.
Modern AU: Davos Seaworth è un agente di polizia, Melisandre una chiropratica. Non si conoscono e le loro vite non potrebbero essere più differenti ma, durante la cena della Vigilia di Natale a casa degli amici in comune Jon e Daenerys, scoprono di essere magicamente in sintonia.
| Melisandre/Davos. Accenni Thoros/Beric e Jon/Daenerys
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Beric Dondarrion, Davos Seaworth, Melisandre di Asshai, Thoros di Myr
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Red Onion - Davos/Melisandre'
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La Vigilia per farli conoscere




 


 
L'agente Davos Seaworth non aveva mai visto di persona la chiropratica Melisandre Asshai, ma il suo giovane collega Jon Snow gliene aveva parlato talmente tanto negli ultimi tempi che gli sembrava un po' di conoscerla.
"È una donna forte e indipendente, proprio quello che ti ci vuole secondo me!" aveva esclamato un giorno in tono complice, mostrandogli l'account instagram della donna,  sotto il nickname red_woman. E quando Davos aveva espresso le perplessità circa il suo lavoro, l'altro aveva ribattuto con forza: "Lo so, anche io ero scettico. Ma non ti rendi conto: dopo la rissa con la gang di Alliser Thorne, sono un uomo rinato grazie alle sue lezioni! Melisandre mi ha fatto risorgere, credimi, è così!"
La verità era che da quando l’agente Snow era riuscito a conquistare Daenerys Targaryen, la bella barista del locale vicino alla stazione di polizia, proprio grazie all'incoraggiamento di Davos, il suo principale obiettivo era diventato quello di contraccambiare il favore e trovare una compagna anche al suo amico. Un paio di tentativi infruttuosi non avevano fatto altro che intestardire Jon, che alla fine era quasi riuscito a strappare un appuntamento combinato con la maestra zen. Quasi. Almeno fino a quando Davos non aveva digitato per scrupolo il nome della donna sul database della polizia e aveva scoperto che da giovane era stata due mesi in carcere per aver incendiato tre chiese.
"Non mi avevi detto che la Donna Rossa era una piromane!" aveva detto in tono irritato, spiattellando sulla scrivania dell'agente Snow una copia della fedina penale non proprio limpida di Melisandre.
Jon non aveva risposto e per qualche giorno la donna non era stata più nominata, tanto che Davos aveva finito per considerarlo un caso chiuso.
Non aveva proprio idea di quanto, piuttosto, si trattava di un cold case in procinto di diventare bollente a causa di un fuoco scoppiettante.



 
**



Vigilia di Natale 2019

"Ehi, ciao Davos, ce l'hai fatta!"
Una sorridente Daenerys con un simpatico cappello da Babbo Natale lo strinse in un caloroso abbraccio, prima di accoglierlo in casa. Per qualche strana congiunzione astrale, in molti tra amici, parenti e colleghi, si ritrovavano nella nuovissima casa di Jon e Daenerys per festeggiare la Vigilia di Natale. Davos stesso non aveva esitato molto prima di accettare; Natale era una di quelle feste da passare con la famiglia ma, da quando aveva divorziato cinque anni prima e il suo unico figlio era morto in un incidente stradale, i suoi amici erano la cosa più vicina ad una famiglia che avesse. Non appena mise piede dentro il grande salotto si ritrovò immerso in un'atmosfera pienamente natalizia che per un attimo gli scaldò il cuore: un albero addobbato proprio al centro della stanza, varie luci multicolore che scendevano dal soffitto e, per finire, Last Christmas degli Wham come sottofondo. Mentre i padroni di casa finivano di preparare la tavola, Davos si servì un cocktail di benvenuto e si lanciò uno sguardo intorno alla ricerca di qualche volto amico. Rispose al cenno di saluto di Arya e Sansa, le due sorelle di Jon, e si soffermò per un istante sull'immagine della migliore amica di Daenerys, Missandei, che si baciava sotto un ramoscello di vischio con un uomo non meglio identificato. Proprio quella ragazza era stata una dei match che gli aveva tentato di proporre Jon... E ora, a distanza di cinque mesi da quel disastroso appuntamento, mentre lei aveva trovato una stabile compagnia, lui era ancora solo.
"Tu devi essere Davos, non è così?"
Era talmente assorto nei suoi pensieri da quasi sobbalzare nel sentire l'improvvisa voce alle sue spalle. Quando si voltò, l'agitazione stranamente non diminuì: a pochi passi da lui, si era materializzata la donna più bella che avesse mai visto... La più bella ma anche la più inquietante. Aveva i capelli lunghissimi e rossi, mentre gli occhi azzurrissimi erano leggermente spalancati e fissi su di lui come se potesse leggergli dentro l'anima.
"Non sei tu Davos? Eppure mi è stato detto di cercare l'uomo con il maglione più buffo" proseguì la donna, non avendo ricevuto risposta.
Solo a quella nuova esortazione, l'uomo finalmente si riscosse, rendendosi conto di chi aveva di fronte. Non la regina di Biancaneve pronta a trasformarsi da un momento all'altro in una terribile vecchiaccia, ma la chiropratica Melisandre. Sentendosi un pochino a disagio (per via dello strano miscuglio di attrazione e repulsione che provava) e irritato (con Jon per quella combinazione a tradimento), si ritrovò ad aggrottare le sopracciglia e a parlare in un modo più sgarbato di quanto era solito fare.
"Cos'ha che non va il mio maglione?" chiese, incrociando le braccia la petto e nascondendo inconsciamente proprio il particolare che rendeva il capo di abbigliamento decisamente fuori dagli schemi.
Melisandre curvò le labbra in un sorriso divertito.
"C'è disegnata sopra una cipolla. È una scelta come minimo inusuale... E non mi sembra affatto un simbolo tipico del Natale".
"Oh, certo, ma cosa ne sai tu di abbigliamenti natalizi? Vai vestita di rosso 365 giorni l'anno!"
Non appena le parole uscirono dalle sue labbra, Davos desiderò sprofondare. Per averla appena incontrata, non avrebbe potuto di certo sapere nulla del suo abituale stile... A meno che non fosse disposto ad ammettere di aver fatto più di un giro sul suo profilo instagram.
In ogni caso, la donna non sembrò fare caso a quella sottigliezza, e presto sparì dalla mente anche di lui. Infatti, lei si era avvicinata maggiormente e, senza alcun preavviso, aveva invaso il suo spazio posandogli una mano sul petto - proprio all'altezza dell'incriminata cipolla. A quella breve distanza, gli occhi di lei sembravano ancora più ipnotici e i suoi capelli sembravano profumare di... Cenere e fumo. Era possibile che qualcuno emanasse un simile odore? Intanto, Melisandre era passata a toccargli il volto, rimanendo alla fine con due dita posate sulla sua fronte e il viso a pochi centimetri dal suo.
"In te arde una fiamma alta e torrida... Ma è troppo nascosta al momento. La tua aura non è così luminosa, troppo assediata dalla notte e dalle tenebre. Dovresti stare attento. La notte è oscura e piena di terrori".
Con quella sentenza formulata in tono mortalmente serio, la donna si allontanò con la stessa rapidità e evanescenza con la quale era apparsa.
A Davos non restò altro da fare che guardarla sparire e poi cercare di intercettare lo sguardo del suo amico Jon. Da lontano, gli lanciò un'occhiata torva e poi sollevò la mano buona all'altezza della testa, facendo fare un giro completo al dito indice. Il gesto riassumeva perfettamente la sua prima impressione: quella donna aveva decisamente qualche rotella fuori posto.



 
**



Jon non si era limitato a farli incontrare, ma aveva pianificato alcuni accorgimenti per farli interagire, come sistemarli uno accanto all'altra per la cena. Ciononostante, si parlarono molto poco e la colpa fu principalmente di Davos che mantenne un atteggiamento scontroso di fronte a qualsiasi tentativo di Melisandre di intavolare una conversazione. Quando poi la cena, dopo cinque portate, giunse finalmente a termine, l'uomo si alzò in fretta e prese posto davanti al camino. Il suo obiettivo era di ricavarsi uno spazio tranquillo per stare un po' da solo, approfittando del giochi di società in cui tutti gli altri erano coinvolti.
"Ciao, posso sedermi?" chiese una voce vellutata alle sue spalle. E stavolta, non dovette voltarsi per sapere chi ne fosse la proprietaria.
Sospirò pesantemente e poi fece un brusco cenno di assenso, mentre la donna in rosso si sedeva al suo fianco sul divano di casa Snow-Targaryen.
"Ti sono decisamente antipatica" disse Melisandre d'un tratto, rompendo il silenzio che aveva iniziato a crearsi.
Quelle parole così spontanee e dirette ebbero l'effetto di far spalancare gli occhi a Davos, e anche di fargli riconsiderare almeno in parte tutto il suo comportamento di quella sera. Improvvisamente, si stava rendendo conto di aver agito in maniera antitetica alla sua solita cordialità e anche allo spirito natalizio.
A Natale bisognava essere tutti più buoni, eppure lui, che era buono tutto l'anno, si stava comportando da villano proprio durante quella notte.
"Scusami" si ritrovò a dire, assumendo un tono sinceramente dispiaciuto. "Non avrei dovuto risponderti male, tu stavi solo cercando di -".
"No, tranquillo, va bene" lo interruppe lei con un inaspettato sorriso. "A dire il vero la cosa mi incuriosisce. Di solito gli uomini sono spaventati da me oppure cercano di provarci spudoratamente. Invece tu... Tu sei diverso e questo mi piace".
Fu stavolta Davos a fissarla. Non si era aspettato di certo che proprio quel modo di fare avesse potuto attirare l'attenzione della donna e si astenne dal dire che in realtà si sentiva anche lui abbastanza spaventato in sua presenza. Gli era antipatica era vero, ma si sentiva anche attratto da lei. Se a dispetto di quell'impressione o proprio per essa, era difficile dirlo.
Restò zitto per qualche secondo, cercando qualcosa da dire in risposta a quella rivelazione così schietta, ma fu nuovamente lei a parlare per prima, sorprendendolo ancora una volta.
"Raccontami una storia, Davos" lo esortò infatti, assumendo una posizione più comoda e stendendo le gambe più vicine alle fiamme. "È questo che si fa intorno a un fuoco scoppiettante, no? Ci si racconta una bella storia... Si parla, si ascolta, ci si conosce. La luce del fuoco è sempre l'atmosfera perfetta per indagare un'anima".
Davos cercò di rimanere serio e di non far trapelare dal suo viso lo scetticismo che provava nel sentirla parlare in quel modo quasi profetico.
"Che tipo di storia vuoi sapere?" chiese invece.
La donna inclinò la testa leggermente e, senza distogliere lo sguardo, si fece più vicina.
"Quella che vuoi. Una storia su di te, per conoscerti meglio. Perché non mi racconti come ti sei procurato quel maglione, oppure come hai finito per perdere le dita della mano sinistra?"
Aveva parlato in tono calmo, senza fare alcuna differenza tra il primo evento leggero e il secondo drammatico. Per lei divertimento e dolore sembravano essere sullo stesso piano e questa era un'altra cosa che lo affascinava e indignava allo stesso tempo.
"Perché non me la racconti tu una storia, invece. Qualcosa su di te, che dici?" scelse di dire alla fine, sperando di poter aggirare la questione.
Ne aveva abbastanza di ironie sul suo conto e, di certo, ricordare la gang che gli aveva tagliato le dita durante un'azione sotto copertura non era quello che sognava di fare la sera di Natale.
Lei sembrò pensarci su un istante, ma poi annuì e iniziò a raccontare. Le parole scorrevano facilmente dalle sue labbra nel tono modulato e soffice che lui stava imparando a conoscere. La sua voce era ipnotica, ma quello che raccontava ancora una volta suonava inquietante.
La storia era iniziata, infatti, con una lotta tra due fratelli che si contendevano lo stesso regno. Melisandre aveva narrato di battaglie e aveva introdotto personaggi secondari che servivano il fratello maggiore, come la bella sacerdotessa della Luce e l'onesto contrabbandiere. Dopo quindici minuti di descrizioni minuziose, la soluzione era avvenuta alla fine tramite un viaggio per mare intrapreso dal contrabbandiere e dalla sacerdotessa. Sulla barca, la donna aveva dato infatti luce ad un'ombra oscura che aveva ucciso magicamente il fratello minore, assicurando così la vittoria al vero re.
"Sbaglio o dovevi raccontarmi qualcosa su di te?" commentò l'uomo, quando finalmente la donna smise di parlare.
"Forse l'ho fatto, Davos. Forse io sono la sacerdotessa e tu sei il cavaliere. In un'altra vita è possibile. Tu non credi nelle altre vite?"
Davos non riuscì a trattenere il proprio disappunto, scuotendo la testa. Quei tipi di discorsi, così spirituali e metaforici, non avevano mai fatto presa su di lui. E ora gli sembrava assurdo conversare con una persona che invece non sembrava avere un grammo di pragmatismo.
Eppure eccoli lì.
"Tu sei completamente matta, secondo me. E il tuo racconto è... davvero terribile".
Melisandre rimase in silenzio per qualche istante, per poi scoppiare lentamente in una leggera e squillante risata.
"Mai quanto lo è il tuo maglione, credimi".
E, per qualche strano motivo, si ritrovò a scoppiare a ridere anche lui.
Forse era per il calore del fuoco, il vino che aveva bevuto, o l'atmosfera natalizia, ma Davos riusciva a sentire una sensazione nuova farsi strada dentro di sé.
Aveva frequentato qualche donna dopo il fallimento del suo matrimonio, ma con nessuna si era mai sentito in quel modo anche se non riusciva a definire meglio di che modo effettivamente si trattasse.
Sapeva solo che quella strana sensazione aveva a che fare con lei e che, al momento, gli faceva terribilmente paura.
Ecco perché, prima che quel magico momento di piena sintonia potesse portare a confuse conseguenze, si alzò quasi di scatto.
"Dove stai andando?"
Non lo sapeva a dire il vero, e non sapeva neanche cosa rispondere. Esitò per qualche istante, cercando di non rimanere ancora una volta ipnotizzato dallo sguardo di lei.
"Si sta facendo buio, Melisandre" rispose alla fine, non potendo impedire il sorriso che affiorò sulle sue labbra. E neanche la battuta che aggiunse dopo: "E qualcuno proprio stasera mi ha detto che la notte è oscura e piena di terrori, non è così?"



 
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"Buon Natale!"
Melisandre fu svegliata il giorno dopo dalle grida entusiaste dei suoi due coinquilini che, senza farsi problemi, avevano aperto la porta della sua stanza e si erano seduti sul suo letto.
"Auguri anche a voi!" replicò lei, in tono leggermente ironico, soffocando uno sbadiglio.
Adorava il rapporto che nel giro di tre anni aveva creato con i suoi due colleghi; da quando avevano deciso di trovare casa insieme erano diventati una specie di famiglia, la prima che lei avesse mai avuto. Tuttavia, la felicità di passare il Natale con loro era tinto anche di una vena malinconica quell'anno, perché ora Thoros e Beric si erano fidanzati e lei non poteva fare a meno sentirsi un'intrusa.
"Allora, com'era il tipo che ti dovevano presentare?" chiese immediatamente Beric lanciandole uno sguardo vagamente malizioso. Aveva un occhio bendato per via di una malattia, ma con quello buono riusciva lo stesso a essere molto eloquente.
Melisandre si strinse nelle spalle." Non saprei. Non credo di piacergli".
Thoros sollevò le sopracciglia. "Questo è impossibile, piacevi perfino a quell'apatico di Stannis!"
"Se vuoi tiro fuori la mia spada fiammeggiante e ci penso io" aggiunse l'altro, alludendo agli esercizi di fuoco che metteva in atto durante le sue lezioni. Anche se la frase poteva prestarsi a diversi doppi sensi.
"Oh no, Beric, la tua spada fiammeggiante è solo mia" ribatté infatti Thoros, coinvolgendolo in un bacio appassionato.
"No, vi prego, non nella mia stanza!" esclamò la donna, fingendosi più disgustata di quanto in realtà fosse.
I due si separarono e, lamentandosi su quanto stesse diventando acida, uscirono dalla stanza.
Melisandre lasciò ricadere la testa sul suo cuscino immancabilmente rosso e un'inconfessabile tristezza iniziò a farsi strada dentro di lei.
Ma fu solo un attimo.
Perché l'attimo dopo il display del suo telefonino si illuminò, segnalando l'arrivo di un inaspettato direct su instagram.

Onion.man: Ciao. Se sei sopravvissuta ai terrori della notte, che ne dici di uscire... Magari di giorno?



 
**



Vigilia di Natale 2020

Melisandre finì di apparecchiare la tavola e si diede un'occhiata intorno. Tutto era perfetto. Per la prima volta sarebbe stata lei ad avere ospiti per la cena della Vigilia di Natale, in una casa nuova che finalmente poteva definire sua. Sua e dell'uomo che aveva conosciuto giusto un anno prima e che era appena entrato nella stanza vestito in un modo tremendamente famigliare.
"Hai tirato fuori di nuovo quel buffo maglione?" lo canzonò, non nascondendo però un sorriso.
Davos alzò le spalle con finta noncuranza.
"Che ci vuoi fare Mel, sono un tipo romantico, in fondo".
Lei ridacchiò e scosse leggermente la testa. "Sei solo un idiota, Cavaliere delle Cipolle" disse, sottolineando il nome con cui lo chiamava affettuosamente.
Con la scusa che era ancora presto per l'arrivo degli invitati, Davos la convinse a sedersi insieme a lui per un po' davanti al fuoco. Ed entrambi per un momento si ritrovarono catapultati con la mente alla Vigilia dell'anno precedente.
Era un divano diverso.
E un camino diverso.
Ma quel maglione buffo era lo stesso, così come la sensazione che Davos si ritrovava a provare.
Un anno intero era passato e loro avevano compiuto molti piccoli passi insieme, contro l'aspettativa di tutti e di loro stessi. Un passo grande ancora era da compiere e una storia nuova forse doveva essere raccontata.
"Mi vuoi sposare?"
Melisandre fissò Davos con autentica confusione. Di certo non si era aspettata quella domanda, anche se lui sembrava averla preparata da tempo.
"Ho perfino l'anello" disse lui, infatti. E si alzò per prendere un anello di cipolla dalle porzioni di antipasto che avevano disposto sul tavolo.
Lei rise di cuore, ma lasciò che lui le infilasse all'anulare quell'anello improvvisato, ma così ricco di significato.
"Adesso sei la Donna delle Cipolle" le comunicò lui in tono divertito, baciandola.
Lei rise ancora, e rise anche lui.
E stavolta nessuna paura ruppe il momento.
Perché adesso, Davos aveva finalmente trovato un senso alla sensazione che provava insieme a Melisandre.
Qualcosa di più forte dell'attrazione.
Più forte perfino dell'amore.
Era semplicemente la consapevolezza di aver scoperto qualcosa di completamente inatteso. E di averlo accettato completamente.









NDA: Non si shippa davvero una coppia se non si scrive su di essa una romantica storia di Natale. Mi sono divertita immensamente a scrivere questo Modern AU, dove ho cercato di inserire più easter egg possibili che spero siano stati colti. Ho seguito come guida per delineare la storia i prompt dati dal contest che erano: A e B non si conoscono; un maglione buffo; raccontare una storia attorno al fuoco; sensazione di aver scoperto qualcosa di inatteso.
Spero che questa storia vi sia piaciuta e, se vi va, sarei felicissima di sapere cosa ne pensate. Forse stavolta anche un po' più del solito:)
   
 
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