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Autore: Isidar27    17/11/2019    1 recensioni
Pre/durante/sequel di "Trust my love!". Dopo la serie precedente la famiglia di Thor e Loki si è decisamente allargata! Se avete voglia di seguire le sue avventure non vi resta altro che unirvi ai membri di questa famiglia divina e ficcanasare con loro in diari, appunti e racconti in teoria segreti.
Una lettura leggera per chi ha già conosciuto la famiglia Odinson e tutti i suoi nuovi componenti e per chi invece vorrà conoscerli! Buona lettura a tutti!
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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Racconti di ghiaccio-Parte I

 

Kate Odinson odiava il liceo. No! Kate Odinson odiava la scuola e basta!
Quel pomeriggio, dopo l’ennesimo brutto voto…

«Come in punizione?!» 

«Per due settimane!» Decretò Loki impassibile parandosi tra il divano su cui la figlia se ne stava sdraiata e il televisore. Teneva in mano il compito di storia di Kate che esibiva un bel 4 in rosso!

«Ma non è giusto! Papàààà» chiamò «Papà fa il tiranno!» 

«È inutile che cerchi tuo padre! É fuori casa ed è perfettamente d’accordo con me. Sei in punizione! E adesso fila a studiare se non vuoi che si prolunghi di altre due settimane.» 

La ragazza sbuffò, ma si tirò su dal divano e si diresse al piano di sopra.
Si sbatté la porta alle spalle ed era tanto infastidita che la luce nella stanza ebbe un leggero calo di tensione: meglio del previsto!
L’ultima volta che si era innervosita un po’ troppo aveva fulminato contemporaneamente tutte le lampadine di casa e suo padre gliele aveva fatte sostituire tutte, una per una, stanza per stanza…e senza usare la magia!
Sospirò e siccome non aveva niente di meglio da fare decise almeno di tentare ed aprì i libri.

«Nel dicembre 1773 i coloni americani fecero un atto di protesta conosciuto come il Boston Tea Party. Un gruppo di giovani americani si…yaaaawn che noia!»  guardò il suo libro di storia e sbuffò «Io odio la storia! Certo se ci fosse un modo comodo per impararla in fretta non sarebbe nemmeno male» ci pensò un attimo, ma scosse la testa «No, l’ultima volta che ho tentato l’incantesimo di apprendimento i libri volevano entrarmi in testa, letteralmente…se non fosse stato per Fred….ehi, ma certo!»  disse battendo un pugno sulla mano.
Si era ricordata che il fratello aveva dei bellissimi quaderni pieni di schemi di storia. E guarda caso il suo amato fratello, che era tornato da Jotunheim circa due settimane prima, quel pomeriggio era fuori casa per…in realtà non l’aveva ascoltato molto quando glielo aveva detto, ma l’importante era che non fosse a casa.
La ragazza mise la testa fuori dalla stanza: suo padre doveva essere ancora al piano di sotto, ma entrò comunque in camera di Fred in punta di piedi. Trick probabilmente era addormentato da qualche parte in casa perché nemmeno lui era in camera e quel gatto diventava un cane da guardia se si trattava di evitare invasioni in quella stanza. Così puntò dritta ed indisturbata alla vasta libreria del fratello.
«Allora vediamo un po’, forse questi? No. Questi gialli? Nemmeno» poi notò dei quaderni su un ripiano più in alto e si arrampicò su una sedia «Bingo! Allora prendo questo, questo poi lo rimetto apposto, ma intanto lo togliamo, questo e ops!» perse appena l’equilibrio ed appoggiandosi alla libreria per non cadere fece cadere una serie di quaderni da uno scaffale.
Sbuffò e scese.
«Speriamo che Fred non se ne accorga…» disse iniziando a raccoglierli ed ordinarli. «Conoscendolo andrebbe dritto dritto a dirlo a papà che come minimo mi spedirebbe su Jotun…ehi e questo cos’è? Vediamo se mi servi anche tu» disse rivolta ad un quadernetto che le capitò tra le mani. Era più piccolo degli altri, ma più spesso.
Aveva una copertina rigida di finta pelle verde acqua e sembrava fitto fitto di pagine scritte.
Per capire di cosa si trattasse lo aprì a caso e ne lesse una pagina.

Questo weekend i miei genitori e Mr.J. hanno deciso di portarci da Mrs.Steven per farci vedere come si fa lo sciroppo d’acero biologico. Ci dovrebbero volere un paio di giorni, ma forse torneremo a casa con una bella bottiglia di sciroppo per i pancakes o almeno così mi ha promesso papà.

Kate chiuse il quaderno di colpo. Un ghigno le si disegnò sul volto «Vuoi vedere che…» aprì la primissima pagina e la scritta che vi trovò non lasciò spazio a dubbi “Fred&Trick Odinson! Non toccare!”
La ragazza capì al volo di avere tra le mani il diario del fratello maggiore ed ovviamente…non poté resistere «Beh Fred avresti dovuto scriverlo sulla copertina!» disse malefica «Certo anche in quel caso lo avrei letto lo stesso! Comunqueee…»  e ricominciò a leggere da dove aveva lasciato. 

Papà si è vestito come un taglialegna beccandosi insulti a raffica da papà. Credo ci sia rimasto un po’ male: andava molto fiero della sua camicia di flanella a quadrettoni verdi e rossi. 
Invece quel germe ambulante di Kate ha giustamente pensato di farsi venire la febbre: speriamo non me l’attacchi!

“EHI!” Pensò la ragazza offesa.

Mrs.Steven vive in una bella casetta in Canada circondata da una foresta di aceri. È stata molto gentile ad invitarci ed io non vedo l’ora di andare tra i boschi e vedere qualche animale selvatico. Ma il nostro primo obiettivo è lo sciroppo. Per fare lo sciroppo…

«Miei Dei non posso credere che si sia messo a descrivere come fare lo sciroppo d’acero.  Ma non lo sa che esiste internet?! Allora….Noioso, noioso, qui parla di quando ha scoperto i suoi poteri! Che vanesio, sempre a parlare di sé! Evaporatore, acqua dell’acero, i pancakes di papà sono i migliori del mondo…uffa, tutto qui?! Io voglio i segreti! Avanti Fred non c’è niente di interessante?»
Continuò a sfogliare le pagine avanti e indietro finché un titolo non attirò la sua attenzione.

La prima volta che sono stato su Jotunheim.
Avevo nove anni all’epoca…

«Ehi mi ricordo di quella volta! I papà non gli hanno permesso di andare alla biblioteca pubblica per due settimane perché gli ha disobbedito, un vero dramma per quel secchione…ah che bei ricordi! Però in effetti non ho mai saputo cos’ha combinato su quel pianeta.»
La ragazza osservò un attimo i quaderni di Fred ancora chiusi «Dovrei studiare.» Poi guardò il quadernino «Beh il diario di Fred è la sua storia, e io devo studiare storia…perciò diciamo che vale comunque…si, sono un genio!»  e sedendosi alla scrivania del fratello incominciò a leggere.
«Allora dov’ero…ah si! Avevo nove anni all’epoca ed eravamo andati a trovare i nonni su Asgard…


Il Padre degli Dei si affacciò su uno dei cortili interni della reggia notando quattro figure avanzare verso il palazzo. Due le conosceva da secoli e vederle certo lo rendeva felice; ma erano le due presenze più giovani a riempirgli sempre il cuore di gioia sopratutto quando, come quella volta, quella con gli occhioni azzurri alzava la testa e vedendolo esclamava.

«CIAO NONNO!» Per poi mettersi a correre verso l’ingresso del palazzo con il fratello maggiore che le gridava dietro «KATE ASPETTAMI!»
Odino raggiunse presto la sala del trono dove i suoi nipoti ed i suoi figli stavano già abbracciando Frigga.

«Ah i miei nipotini!»  Sorrideva la dea mentre stringeva i bambini, poi si diresse dai suoi figli.

«I miei bambini!»  Disse stritolando contemporaneamente Loki e Thor; i due si guardarono complici e si sorrisero. 

«NONNO!»   esclamò Kate vedendo arrivare Odino.

«Ma guarda! È arrivata la mia guerriera preferita! E il nostro studioso!» sorrise Odino avvicinandosi ai nipoti. Poi alzò l’occhio buono sui suoi figli sorridendogli. 

«Padre» dissero i due in coro.

Odino osservò il gruppetto un po’ interdetto; erano ancora tutti in abiti midgardiani, ma felpe, T-shirt e jeans erano del tutto inadatti per i principi e gli eredi di Asgard. Frigga sembrò leggergli nel pensiero ed intervenne.  

«Venite ho fatto preparare le vostre stanze e dei cambi d’abito puliti e c’è anche una sorpresa. Abbiamo riordinato le vecchie camere dei vostri genitori e adesso ne avete una a testa.» Disse sorridente. 

«Madre»  se ne uscì Thor «cosa intendi con “riordinato”?»  

«Beh stavano lì a prendere polvere perciò le ho fatte svuotare dalla maggior parte delle vostre cose e pulire. Adesso quella di Loki è di Fred e la tua di Kate. Andiamo venite con me!» 

Thor borbottò qualcosa di incomprensibile, mentre si dirigevano verso le camere, ma Loki gli diede una gomitata e gli fece cenno di fare silenzio.

«Ci vediamo tra un’ora per la cena nella sala dei banchetti, mi raccomando siate puntuali»  disse Frigga lanciando un’occhiata eloquente ai figli e accompagnando i nipoti nelle loro stanze.
Thor e Loki entrarono nella grande camera che ormai condividevano dalla nascita di Fred.
Era spaziosa e luminosa con un grande letto a baldacchino sovrastato da tende avorio: Loki vi si diresse mentre Thor richiuse la porta alle loro spalle. 

«Perché quella gomitata? Ha dato via la mia stanza!» Disse il biondo imbronciato.

«Si Thor, tua madre ha rimesso a nuovo la tua vecchia stanza, polverosa ed inutilizzata, e l’ha data a tua figlia anzi che trasformarla in un santuario in tuo onore! Che donna crudele!» 

«Ma scusa non ti da fastidio che abbia buttato le tue cose?» disse incrociando le braccia ed accostandosi al muro mentre l’altro gli dava le spalle.

«Vecchi tomi polverosi e pergamene? Saranno in un angolo della biblioteca o su qualche scaffale. Ad essere onesti l’unica cosa che mi crea qualche fastidio Thor» disse Loki sfilandosi la t-shirt verde dai pantaloni neri perfettamente aderenti alle cosce e scoprendo così la pelle nuda «è che probabilmente, una volta tornati a casa, tua figlia vorrà una stanza altrettanto grande e dovremo finalmente deciderci a dividere la camera dei bambini perché ognuno abbia il suo spazio.» 

Thor osservò la figura del compagno ed avvicinandosi lo circondò da dietro con le braccia per poi posare dei leggeri baci sulle sue spalle scoperte.
L’altro sospirò piacevolmente. 

«Programmi per questo momento di pace?» 

«Veramente pensavo di farmi un bagno rilassante…possibilmente da solo e in tutta tranquillità senza sanguisughe bionde attaccate alle spalle.»  

Ma il biondo non sembrava voler demordere e fece scendere lentamente le mani fino alla vita dell’altro.

«Thor hai sentito madre? Tra un’ora…» 

Per tutta risposta Thor avvicinò la bocca all’orecchio del moro provocandogli un brivido leggero. 

«Mi basta la metà e avanza pure tempo per il tuo bagno rilassante…anche se non mi dispiacerebbe farti compagnia.»  

Loki si morse il labbro attirato da quella proposta invitante e si voltò verso il compagno «Te ne do venticinque» gli sussurrò malizioso prima che l’altro lo mettesse a tacere con un bacio intenso. 


Un’ora e dodici minuti dopo…

I bambini erano seduti al grande tavolo e chiacchieravano con i tre guerrieri e Sif mentre Frigga e Odino gli sorridevano. Loki e Thor arrivarono di gran carriera davanti alla sala del banchetto: la corsa li aveva lasciati col respiro corto e dovettero fermarsi un momento a riprendere fiato prima di entrare.
Guardando Loki, Thor notò che le sue guance erano appena arrossate e i capelli ancora bagnati per il bagno.
Non resistette, gli prese il viso tra le mani e gli rubò un bacio; il moro si lasciò sfuggire un lieve gemito di sorpresa poi separandosi si sorrisero a vicenda. Entrarono cercando di far finta di nulla, ma, com’era prevedibile, si beccarono subito uno sguardo esplicito da parte della madre e un’occhiataccia da Sif.
Fu una fortuna che Volstagg abbracciasse Thor distraendo, seppur non di molto, l’attenzione dal loro ritardo. 

«Papà la mia stanza è grandissima!» iniziò Kate quando Loki le si sedette accanto affiancato da Thor.

«Papà» chiese Fred vicino a Thor e con un libro tra le mani «posso leggere i tuoi vecchi appunti sui pentapalmi? Sembrano così interessanti» .

«Però Loki» esordì Fandral «i ragazzi sono davvero forti! Sicuro siano figli tuoi?» 

La domanda fu seguita da uno sguardo omicida di Loki e un sorrisetto nervoso da parte di Thor che temeva già la prematura dipartita dell’amico. 

«Sai Papà» continuò Kate «Sif ha detto che può insegnarmi qualche attacco.» 

Lo sguardo di Loki divenne se possibile ancor più omicida quando incontrò quello di Sif «Ma non mi dire!»

La guerriera mise su un sorriso di sfida «Qualunque cosa per la mia principessa.» Aggiunse però guardando la bimba. 

Kate sorrise e si impettì, mentre Thor, che prevedeva un qualche imminente duello all’ultimo sangue tra i due, mandò giù un lungo sorso di vino. Loki ne approfittò subito. 

«Thor» lo chiamò suadente.

Al che il biondo si girò verso di lui cadendo nella sua trappola: il moro infatti gli posò un bacio a lato della bocca e gli sussurrò un «eri sporco di vino» mentre il compagno diventava paonazzo.
Poi il Signore del Caos si girò vittorioso verso Sif che fece una smorfia esasperata: Dei quanto lo odiava!
Frigga invece si limitò ad uno sguardo di quello che forse voleva sembrare rimprovero verso il figlio minore…tentativo mal riuscito visto che era ovvio che trovava divertente quella sorta di sfida per le attenzioni di Thor. 

«Esibizionista» sussurrò allora Hogun.

«Beh però bisogna ammettere che ha sempre una certa classe nel vendicarsi.» Aggiunse Fandral con un sorrisetto mentre Sif lo fulminava con lo sguardo.

Il banchetto in generale fu piacevole e come sempre ben fornito di ogni leccornia; verso la fine  del pasto però Odino si alzò richiamando il silenzio nella sala.

«Figli miei prima che andiate a coricarvi ho bisogno di parlare con voi…in privato.»  

Dal tono non sembrava arrabbiato o minaccioso, ma Thor e Loki si scambiarono comunque un’occhiata interrogativa prima di annuire. 


Dopo cena i due semidei si diressero col padre nella sala del trono, mentre i bambini seguirono la nonna verso le loro stanze.
Quasi giunti alle camere Fred si bloccò di colpo in mezzo al corridoio «Il libro!»  disse sbattendosi una mano in fronte «Scusate torno a prenderlo, buonanotte!»
E si diresse di nuovo verso la sala dei banchetti, sicuro di dove lo avrebbe trovato: lo aveva lasciato sulla panca su cui era seduto, ma inavvertitamente doveva essergli scivolato finendo a terra.
Una volta trovato e recuperato il bimbo prese la via del corridoio, ma delle voci attirano la sua attenzione; la sala del trono non era molto distante e Fred dedusse provenissero da lì.
Vi si diresse e a prova della sua teoria  scorse i suoi genitori ed Odino intenti a conversare.

«Come su Jotunheim?» Domandò Thor incredulo.

«È l’unico posto dove possiamo trovare i fiori di Vimur. Un infuso di quei fiori ti ristabilisce completamente, e ti ridona la forza. Le nostre curatrici lo hanno utilizzato per anni. Mi furono donati come segno di pace ai tempi delle guerre con Jotunheim e li portai qui ad Asgard, ma adesso abbiamo esaurito le scorte.» Sospirò «Una sola manciata può durare per molti secoli. Crescono dalle acque del fiume Vimur, ma…» Odino fece una pausa e Loki continuò per lui.

«Ma solo uno jotun trasformato può trovarli e raccoglierli perché crescono nelle acque gelide del fiume.» 

«Esatto.» 

«No! So quello che stai pensando, ma è escluso che Loki vada su Jotunheim. Ciò che ha tentato di fare a quel pianeta, ciò che ha fatto a Laufey…ormai tutti ne saranno a conoscenza. Lo uccideranno!»  

«Thor per l’amor degli Dei so difendermi!» 

Ma Odino s’intromise.

«Non sarà solo, lo accompagnerò io…e se cambierai forma nessuno ti riconoscerà. Andremo in pace col solo scopo di recuperare i fiori e poi ce ne torneremo ad Asgard. Ci vorranno al massimo un paio di giorni. Intanto Thor tu potrai rimanere qui e sostituirmi nei doveri regali verso il tuo popolo.» 

Thor però non era ancora convinto «E se provassero ad attaccarti?»  disse guardando apprensivo il compagno.
Ma nello sguardo di Loki c’era fierezza e nessuna paura.

«In quel caso ricorderò loro di cosa è capace Loki di Asgard.» 

Fred trattenne il respiro: suo padre lo aveva messo a conoscenza fin da piccolo delle sue origini da jotun e lui ne era sempre stato curioso. Non aveva mai visto quel pianeta, ma dai racconti del nonno era un posto freddo, cupo e pericoloso.
Ma è fin troppo complicato tenere a bada un animo incline alla scoperta e Fred era un vero esploratore…


Il giorno seguente Thor andò a svegliare il figlio e lo condusse nella stanza di Kate dove Loki stava già seduto sul letto della bimba: le accarezzava i capelli mentre lei se ne stava con la testa sulle sue gambe.

«Bambini»  iniziò Thor «vostro padre»  abbassò lo sguardo «dovrà partire per un viaggio.»  

Avevano litigato tutta la notte: Thor non voleva assolutamente lasciare andare Loki su Jotunheim, ma il moro non aveva ceduto di un passo.

«Dove vai papà?»  chiese Kate sollevandosi di scatto.

«Su Jotunheim piccola, ma starò via solo un paio di giorni.» 

«E poi torni subito qua vero? Il nonno ha sempre detto che Jotunheim è un posto pericoloso!» 

«Tranquilla Kate te lo prometto.» 

«Allora mentre non ci sei chiederò a Sif di allenarmi così quando tornerai ti farò vedere come sono diventata brava!» 

Loki le sorrise, anche se avrebbe preferito non leggere tutto quell’entusiasmo nella voce della figlia al pensiero di potersi allenare con Sif.

«Resterò io qua con voi piccoli.» Disse Thor avvicinandosi a Kate e prendendola in braccio con facilità. 

Fred guardava i suoi genitori, ma non proferiva parola fino a che…

«Posso venire con te?» 

«Come?»  chiese Loki sorpreso.

«Vorrei venire con te a vedere Jotunheim. Ti prego.»  Chiese implorante. 

«No, Fred mi dispiace, è troppo pericoloso.» 

«Ma scusa ci sarà anche il nonno!» 

«E tu come sai che ci sarà anche il nonno?» 

Fred arrossì di colpo accorgendosi dell’errore «Beh ecco…» 

Ma Thor intervenne «Ha ragione tuo padre, non se ne parla. Rimarrai qui con me e Kate e non si discute.» 

Fred abbassò lo sguardo «Va bene papà.»  

Poco più tardi i due semidei tornarono nella loro stanza cosicché Loki potesse prepararsi.
«Thor si può sapere perché hai quella faccia?» Domandò il moro esasperato osservando l’espressione tutt’altro che felice di Thor. 

«Stai partendo senza di me.» 

«Uhm ti brucia solo di dover rimanere a casa a fare le faccende mentre io e Padre Tutto ce la spassiamo.»  Disse mentre si inginocchiava e prendeva una pelliccia da una cassapanca in legno. «Magari questa me la porto.»  Non sentendo ribattere si girò verso Thor che aveva un’espressione triste.

«Thor?» 

«E se ti succedesse qualcosa?» 

Loki lo guardò un momento, poi alzandosi si diresse verso di lui. Gli buttò le braccia al collo.

«In quel caso so che arriverai immediatamente da me…e poi me lo rinfaccerai tutta la vita» Thor gli sorrise e lo baciò. «Ah e mentre non ci sono vedi di tenere Sif lontana da nostra figlia!» 

«Dopo tutti questi anni sei ancora geloso di Sif?»  Chiese Thor con un sorrisetto soddisfatto.

«E chi sarebbe geloso?! Non la sopporto e basta.» 

«Oh certo!» 

Loki alzò un sopracciglio stupito poi il suo tono divenne sensuale «Tu vedi di continuare a darmi delle buone ragioni per non esserlo.»  Gli sussurrò infine prima di dargli un altro bacio. 


Qualche ora dopo la famiglia si ritrovò con Odino e Frigga al Bifrost per la partenza.
Thor prese in braccio Kate e diede la mano a Fred. Il figlio minore osservò il padre ed il nonno avvicinarsi al punto di apertura del portale.

«Ci vediamo tra due giorni»  gridò Loki alla sua famiglia, Thor gli sorrise apprensivo, Kate lo salutò con la mano, Fred invece lo guardò deluso: quanto avrebbe voluto andare con loro. 

Il Bifrost si aprì mentre Odino e Loki vi si mettevano davanti.
Ora c’è da dire che Fred era sempre stato un figlio ubbidiente e rispettoso delle regole, era Kate la pestifera fra loro due: lui era quello noioso come gli ricordava sempre la sorella.
Forse fu quell’ultimo pensiero a passargli per la testa prima che improvvisamente lasciasse la mano di Thor e con una corsa superasse Loki e Odino per buttarsi nel vortice arcobaleno.
Non udì nemmeno suo padre che gridava mentre si lanciava nel raggio dietro di lui per raggiungerlo tanto era concentrato a mantenere la traiettoria verso la sua destinazione finale ed infatti di lì a poco arrivò…

 

Jotunheim pochi istanti dopo

Atterrò di pancia su un cumulo di neve e vi riemerse poco dopo bianco dalla testa ai piedi.
«Accipicchia che bot…»  si bloccò osservando il paesaggio intorno a lui. 

Nei racconti su Jotunheim  che aveva sentito quello doveva essere un territorio buio, oscuro, pieno di rocce e neve, ma quello che si trovò di fronte Fred fu un paesaggio completamente diverso che gli fece affiorare il dubbio di essere finito sul pianeta giusto.
Era in una radura dove il cielo era terso e la neve bianca. Gli alberi ghiacciati brillavano alla luce del sole e Fred osservò persino degli uccellini candidi alzarsi in volo tra gli alberi. Quel posto non aveva niente di spaventoso ed era talmente tanto affascinato che quasi non si accorse dei passi  rapidi alle sue spalle: ma lo sguardo furioso con cui lo guardò suo padre voltandolo quando lo prese per una spalla lo riportò alla realtà.
Loki lo guardava livido di rabbia, come mai lo aveva visto “Oh-oh” pensò subito Fred realizzando nella sua mente cosa aveva appena combinato. 

«Ehm…scusa papà.»  Disse abbassando lo sguardo a terra. 

«FRED!»  lo richiamò Odino «Ma sei impazzito! Cosa ti è saltato in mente?!» 

«Ma io…» 

«Niente “ma”! Hai disobbedito ai tuoi genitori! Adesso chiameremo Heimdall e ti rimanderemo indietro.» 

Fred non aveva il coraggio di alzare lo sguardo. 

Loki inspirò profondamente «No.» Disse con grande sorpresa degli altri due.

«Come dici?» 

«Padre se chiamiamo di nuovo Heimdall attireremo troppo l’attenzione. Già sarà tanto se qualcuno  non avrà notato il nostro arrivo.  Fred dovrà rimanere con noi…» 

«DAVVERO POSSO RESTARE?»  disse il bambino entusiasta.

Ma suo padre lo guardò severo.
«Ormai è andata così… ma stai certo che quando torneremo a casa faremo i conti e ti assicuro che le punizioni di tua sorella ti sembreranno una vacanza a confronto.» 

Fred riabbassò lo sguardo colpevole. 

«Bene, adesso sarà meglio tentare di passare inosservati.»  Aggiunse Loki e in un attimo cambiò aspetto. I suoi capelli divennero mossi, lunghi e di un rosso ramato e sul volto gli crebbe la barba; divenne più alto e le sue vesti regali furono sostituite da quelle di un cacciatore.
Se non avesse saputo che era suo padre, Fred non lo avrebbe mai riconosciuto.

«Wow Papà, posso farlo anche io?» 

«No Fred. È me che non devono riconoscere.»  

«Perché?» 

«Adesso basta perdere tempo, dobbiamo incamminarci»  intervenne Odino.

«Ma non è giusto, papà perché…»  ma si bloccò sotto lo sguardo di suo padre. 

Sapeva di averlo deluso molto, non erano molte le volte in cui gli disobbediva: in effetti non succedeva mai…Ma il desiderio quella volta era stato troppo forte. 

«Mettiamoci in cammino, tra qualche ora farà buio e prima raggiungiamo il fiume, prima ce ne andiamo.»  Sentenziò Odino «E adesso in marcia!»  

I tre si misero in marcia di gran carriera. In testa veniva Loki mentre Odino e Fred lo seguivano a poca distanza.
Fred si sentiva sempre peggio: dopo circa un’ora di cammino suo padre non gli aveva mai rivolto la parola e continuava a camminare senza voltarsi.
Era certo che si fosse guadagnato una punizione a vita e poteva già vedere Kate rinfacciarglielo per i futuri vent’anni.
Come se non bastasse nonostante il paesaggio fosse tranquillo e senza ombra di minacce, camminare nella neve era davvero faticoso e Fred ne sentì ben presto gli effetti. 

«Nonno perché non siamo direttamente arrivati al fiume?» 

«Perché, ragazzo mio, non siamo proprio i ben accetti su Jotunheim ed era meglio atterrare in un posto desolato e muoversi con cautela. Vedi questa è una regione di Jotunheim che gli jotun detestano perché è troppo luminosa per loro che invece preferiscono il buio e l’oscurità. Per noi era più sicuro fare meno incontri possibile.» 

«Ma perché non siamo i ben accetti?» 

«Ecco…»  disse il Padre degli Dei lanciando un’occhiata a Loki che lo precedeva. «Diciamo che ci sono dei trascorsi… difficili con questo popolo.» 

Fred capì che non avrebbe ottenuto molte altre informazioni e si rassegnò.
«Nonno?» 

«Si?» 

«Come sono fatti questi fiori?» 

«Beh Freddi, sono bianchi e hanno punte colorate. Vedi una volta da ragazzo tuo padre tornò da una battaglia con Lady Sif e i tre guerrieri. Avresti dovuto vedere come si era fatto conciare, tutto lividi e ferite. E allora tua nonna gli fece preparare un infuso di quei fiori e lui proprio non voleva berlo… così Frigga lo minacciò di tagliargli i capelli. Lo bevve in un sol sorso, nemmeno fosse il miglior idromele di tutta Asgard!»
Poco più avanti Loki sorrise in segreto divertito da quel ricordo.

«Lo credo, papà adora i suoi capelli! Non li taglia mai!» sorrise Fred, poi osservò il nonno: camminava in silenzio senza lamentarsi anche se avanzare nella neve non era certo facile.

«Nonno?» chiese di nuovo. Il vecchio lo guardò interrogativo.

«Non sei stanco a camminare nella neve?»

«Beh un po’ si, ma ecco quando ero giovane e forte questo era un modo per temprare la mente e abituare il corpo a situazioni difficili. Una volta per esempio mio padre Bohr mi mandò a recuperare un’antica spada in una fortezza di ghiaccio…»  
Fred iniziò ad ascoltare i racconti delle gesta di Odino e ben presto si dimenticò anche della fatica. 


Poche ore dopo il cielo incominciò ad oscurarsi e Fred capì che stavano entrando in territori più ostili.
Il vento tirava forte e il paesaggio mutò diventando sempre più aspro e roccioso. Per sua fortuna il bimbo aveva sangue jotun e avvertiva solo una piccola parte del freddo. Ma quel buio faceva paura e a dirla tutta il bambino ringraziò gli dei quando in lontananza scorse un piccolo villaggio che raggiunsero in breve tempo.
Un gigante di ghiaccio venne loro incontro e Fred lo osservò con attenzione: era il primo jotun che vedeva in vita sua a parte suo padre certo.
Costui però era coperto di pellicce, era enorme e aveva occhi brillanti color del fuoco, ma non sembrava avere intenzioni ostili.
Lo jotun riconobbe il re di Asgard che subito gli si rivolse.

«Devo parlare con il capo di questo villaggio.» 

«Non c’è un capo in questo villaggio, noi rispondiamo solo al nostro re.» 

Loki gettò una rapida occhiata a suo padre, ma Odino sembrò sorpreso quanto lui nell’udire quelle parole. Dalla morte di Laufey infatti non era ancora giunta notizia ad Asgard di un nuovo re su Jotunheim. 

«Molto bene allora parlerò con voi, io ed i miei sudditi veniamo in pace. Chiediamo un posto in cui rifocillarci per poi ripartire nel nostro viaggio. Se vorrai aiutarci ti farò ricompensare.» 

Lo jotun fissò prima il bambino poi l’uomo che accompagnava Odino.

«L’ultima volta che degli asgardiani sono stati su questo pianeta è quasi scoppiata una guerra a causa di tuo figlio Thor. Poi l’altro tuo figlio, Loki, ha tentato di ucciderci tutti!» 

A quelle parole Fred trattenne il fiato: di cosa stava parlando quel gigante?

«Non cerchiamo conflitti col vostro popolo, quei tempi sono finiti e le folli gesta dei miei figli seppellite insieme  all’ascia di guerra col vostro pianeta.»  

Lo jotun esitò ancora un attimo, ma già alla parola ricompensa si era convinto a sufficienza. Infine parlò.
«Venite con me.» 

 

I tre attraversarono il villaggio: diversi jotun li osservarono, ma stando sempre lontani, sbirciando da dietro i falò o rimanendo nascosti nelle capanne. Fred si guardava intorno attento ed incuriosito, ma si teneva vicino a suo padre.
La capanna di rami e paglia in cui furono condotti era abbastanza grande con un fuoco che scoppiettava al centro della stanza.

«Potete riposare qui, nessuno vi disturberà.» Disse lo jotun e qualche istante dopo si procurò tre ciotole che riempì di erbe e carne cruda. Le porse ai tre «Lì ci sono dei giacigli» aggiunse indicandogli della paglia poco distante dal braciere. 

Odino lo ringraziò per l’ospitalità e quando il gigante se ne fu andato si rivolse a suo figlio, ma fu anticipato. «Dormite pure padre, farò io il primo turno di guardia.» 

«Papà non vuoi riposare anche tu?»  tentò Fred, ma fu Odino a rispondergli.

«Meglio essere prudenti Fred. Ma non temere, dopo farò io la guardia e tue padre riposerà.»  

Il piccolo annuì e guardò la sua ciotola, ma l’aspetto non sembrava invitante. Per non rimanere totalmente a digiuno tentò comunque di mangiare qualche erba, ma abbandonò presto l’impresa.
Suo nonno invece mangiò mentre Loki osservò la ciotola per poi posarla a terra anche lui poco convinto dopodiché senza dire una parola si alzò e si diresse all’ingresso della tenda e lì rimase in piedi con lo sguardo rivolto all’esterno.
Ormai troppo stanco Fred si sdraiò sul suo giaciglio di paglia e attese: non aveva mai chiuso occhio prima che suo padre gli desse il bacio della buonanotte, ma quella sera Loki sembrava davvero troppo arrabbiato anche per quello; alla fine sentì le palpebre farsi pesanti e chiuse gli occhi deluso.
Si sentiva a pezzi, le gambe gli facevano male, gli occhi gli bruciavano e avrebbe tanto voluto una coperta in cui avvolgersi: vista la situazione probabilmente non avrebbe chiuso occhio tutta la notte…fortunatamente però sentì due labbra familiari porgli sulla testa un bacio delicato. Aprì gli occhi quel tanto che bastava per vedere suo padre risollevarsi da lui e tornare alla sua postazione di guardia. Il bimbo allora sorrise: certo suo padre arrabbiato, ma niente poteva tenerlo lontano dal suo bacio della buonanotte.
Chiuse gli occhi e presto si addormentò. 

Dovevano essere passate diverse ore perché quando si svegliò gli sembrò che fuori fosse un po’ meno buio. Si alzò e non vedendo i suoi familiari nella capanna si sporse appena all’esterno: vide Loki ed Odino conversare con lo jotun della sera prima.
«Potete mostrarci la via per il fiume?»  stava chiedendo suo nonno. 

Lo jotun indicò al re una direzione con la mano e poi iniziò a sussurragli qualcosa sui pericoli della zona; Fred fece per raggiungerli, ma il padre vedendolo gli fece cenno di rimanere nella tenda.
Il bimbo obbedì: sapeva che erano in un territorio pericoloso ed era meglio fare come gli veniva ordinato. Improvvisamente però…

«Asgardiani…»  

Una voce roca lo fece sobbalzare. Si girò, ma si scoprì solo. Sicuro di averla sentita guardò oltre il braciere, ma non vi era nessuno, come nel resto della stanza. Fu allora che notò una piccola parete di rami fini e si chiese cosa vi fosse dietro: non potendo resistere vi si accostò. Era un piccolo spazio angusto e privo di qualsiasi mobilio, ma Fred vi scorse un vecchio jotun seduto al buio: gli occhi rossi erano leggermente opachi e non brillanti come quelli del gigante che li aveva accolti. Aveva una voce bassa e parlava lentamente.

«Asgardiani…venite sempre su questo pianeta per i vostri interessi, mai per dare. Non siete interessati al bene di Jotunheim, da sempre volete solo distruggerci.»  Poi alzò lo sguardo su di lui «Ma tu non sei un asgardiano qualunque, nel tuo sangue scorre sangue jotun, posso sentirlo ragazzo.» 

Fred era spaventato, ma non tanto da ritirarsi e così annuì.

«Ma in fondo siete tutti uguali, volete la guerra. Il vostro re non ha mai voluto davvero la pace. Dove ha lasciato i suoi figli distruttori  questa volta? Il potente Thor e quell’assassino di Loki…» 

Di nuovo parole di odio verso suo padre; Fred non aveva smesso un attimo di chiedersi perché Loki viaggiasse sotto mentite spoglie e perché suo nonno non volesse dargli spiegazioni.
Iniziava ad essere stufo che nessuno gli dicesse come stavano realmente le cose e lui voleva delle risposte.
Prese coraggio.

«Per-perchè parli così di Loki?» 

«E così non vi raccontano la storia che non fa comodo al vostro re eh? Non che la cosa mi stupisca in fondo… Loki di Asgard ha provato a distruggerci, ha ucciso il nostro re, ha innescato un’arma che disintegrasse Jotunheim. E poi ha continuato ad espandere la sua furia per altri mondi nella sua sete di odio e di vendetta verso il suo stesso padre e suo fratello…» 

«Chi sei tu?»  chiese il bambino esitante.

«Io sono Babiur il saggio del villaggio, ho un dono, ma in verità è più una maledizione…posso vedere il dolore in tutti i mondi. Vedo le guerre, la sofferenza, e questo perché il padre di mio padre sfidò un mago a duello: questi perse e per vendicarsi lanciò questa maledizione sulla mia famiglia. Io conosco il male che si verifica nei Nove. Un giorno, quando tutti pensavamo che Loki fosse morto, ho sentito anche Midgard piangere di dolore. Loki di Asgard, dopo aver provato ad uccidere noi jotun è tornato con alleata una forza potente, forse più potente di tutti i mondi e dell’universo stesso. Ha sfogato la sua furia cieca su Midgard, ha ucciso persone, ha distrutto città e invocato forze inarrestabili. E poi… ha perso.» 

Fred era incredulo, sapeva che suo padre non aveva avuto una storia facile, ma non si era mai parlato di morte e devastazione.

«Tu menti!»  disse sicuro ed arrabbiato.

«Non mi credi ragazzo? Perché tieni così tanto a difendere un traditore?» 

«Io…» ma il suo animo da studioso gli venne in soccorso «è solo che le tue parole non sono seguite da delle prove.» 

Il vecchio fece un ghigno «Se non mi credi posso mostrartelo. Ma ti avverto che vedrai solo dolore e devastazione.» 

Fred era indeciso, e se fosse stata una trappola? Ma aveva troppe domande a cui dare una risposta. Strinse i pugni.

«Cosa devo fare?» 

Il vecchio allungò un mano verso di lui «Ti basterà sfiorare le mie dita e vedrai, come ho visto io.» 

Il bimbo esitò ancora un instante, ma era figlio dei suoi genitori e non aveva paura di nulla se si trattava di difendere l’onore della sua famiglia. Allungò la mano destra e sfiorò le dita del vecchio, e in un attimo…vide.

Jotun che correvano ovunque, un raggio luminoso che distruggeva qualunque cosa. Urla, paura, bambini che scappavano. Il ghiaccio si spaccava sotto la potenza del raggio arcobaleno e poi…Una città devastata stava davanti ai suoi occhi, New York. Uomini e donne correvano nella polvere mentre dei mostri sorvolavano la città. Si voltò e vide una creatura enorme distruggere palazzi. Ma qualcuno li combatteva. “Zio Tony” disse vedendo Iron-man alle prese con la creatura, scorse Hulk e Capitan America. Poi la Stark Tower e uno strano raggio di luce. Desiderò raggiungerla e come se fosse nel mondo reale si tele-trasportò. Arrivò sul bordo di un balcone e rischiò di perdere l’equilibrio, ma riuscì a riassestarsi. Poco distante da lui vide i suoi genitori combattere! 
«Guarda bene!…Pensi che questa follia cesserà con il tuo regno?!» 
«È troppo tardi! È troppo tardi per fermarlo…» 
«No, possiamo farlo…insieme!» 
I due si guardarono e Fred trattenne il respiro, cosa stava succedendo?! Lesse lo sguardo di suo padre e per un istante pensò che stesse per fare la cosa giusta…ma fu allora che Loki ferì Thor.
«Sentimentale!»  E qualche istante dopo fuggì.
Fred si voltò verso la città: vide quella devastazione dall’alto e Loki che guidava i mostri che ne erano la causa “No!” Non esisteva pietà…
«Papà! NO!»  


Il bambino ritrasse la mano di colpo con le lacrime agli occhi e col respiro corto. Il vecchio lo studiò minaccioso.

«Sei ferito ragazzo…provi dolore, io posso avvertirlo…provi dolore perché sei deluso da qualcuno…tuo padre»  la sua espressione divenne crudele «Tu sei il figlio di Loki!»  

Improvvisamente però Loki, sempre sotto mentite spoglie, li raggiunse seguito dallo jotun «Fred che succede?!»  disse appoggiandogli una mano sulla spalla
Ma il bambino scioccato da ciò che aveva appena visto lo scansò e corse via. 

«Ibraham quel ragazzo è il figlio di Loki! Prendilo!» Ordinò il vecchio all’altro jotun. Il più giovane fece per inseguire Fred, ma Loki glielo impedì colpendolo alla schiena e facendolo cadere a terra.

«Non provare a toccare mio figlio!» disse riacquistando il suo normale aspetto. 

«TU!»  gridò l’altro finito a terra. 

«In persona!»  ghignò il Dio dell’Inganno prima di finirlo con un incantesimo disintegrante.

«AIUTO!» Gridò il vecchio «LOKI DI ASGARD È QUI!» Disse provando ad alzarsi, ma Loki lo bloccò afferrandolo per Ie poche vesti che il vecchio indossava.

«Cosa hai fatto a mio figlio?»  ringhiò mentre Odino lo raggiungeva.

«Ormai è tardi ha visto la verità e sa chi è davvero suo padre.» 

Con un urlo di rabbia Loki lo scaraventò a terrà e lo disintegrò.

«Loki dov’è Fred?!» 

Loki si girò terrorizzato e avanzò verso l’uscita della tenda «Dobbiamo trovarlo subito!» Ma non appena si ritrovarono fuori dalla capanna si videro arrivare contro una decina di giganti di ghiaccio. Loki e suo padre si misero spalle contro spalle mentre gli jotun li fissavano minacciosi, ma il Dio dell’Inganno li guardò senza paura «Fatevi sotto!» 

 

Fred continuò a correre più veloce che poté. Il vento e il buio lo circondavano, la neve nelle scarpe gli congelava le dita dei piedi, ma non si poteva fermare, non voleva farlo!
Era sconvolto e voleva solo scappare da ciò che aveva visto.
Corse e corse, ma infine col fiato troppo corto e le lacrime agli occhi iniziò a rallentare trascinandosi fino ad un alta montagnetta di neve; vi si lasciò scivolare sedendovisi contro sfinito.
Sentiva le lacrime che volevano uscire bruciare e uno strano dolore gli riempiva il petto. Si circondò le ginocchia con le braccia e vi poggiò la testa sperando che fosse un brutto incubo, che potesse solo svegliarsi.
Qualche istante dopo avvertì una strana sensazione: era come se il cumulo su cui era appoggiato si stesse muovendo. Ma come…? Alzò lo sguardo e rimase pietrificato.
Una bestia enorme stava emergendo dalla neve. Aveva il muso di un giaguaro e il manto blu notte con delle macchie grigie. Due zanne affilate gli uscivano dalla bocca e quando si sollevò Fred si accorse che era grosso almeno quanto cinque orsi. Il bambino rimase immobile mentre la creatura sniffò l’aria e si fermò.
Fred si impedì di respirare.
D’improvviso la bestia si girò di colpo: i suoi grandi occhi ambrati incontrarono quelli del bambino e…ruggì!
Fred fece appello a tutto il suo coraggio ed iniziò a correre mentre la bestia dietro di lui lo inseguiva.
Di nuovo avvertì vento e neve, ma c’era altro: paura, non ne aveva mai avuta tanta!
Passava tra gli alberi mentre sentiva la creatura farsi sempre più vicina. Vide una piccola insenatura in una grande roccia e vi si gettò dentro: la bestia vi infilò la zampa, ma non riuscì a prenderlo, Fred invece uscì dall’altro lato continuando a correre.
Il cuore gli stava impazzendo nel petto, ma non si fermò, fino a che la sua fuga dovette inevitabilmente finire.
Si era lasciato gli alberi alle spalle ritrovandosi in uno spiazzo innevato, ma bloccato da un’alta parete di roccia.
Fred si guardò intorno notando che gli estremi di quella specie di muro quasi abbracciavano la foresta dietro di lui non lasciando alcuna via di fuga.
Tutto era immobile tranne per un rumore basso di acqua che scorreva: zampillava dalla roccia formando a terra un piccolo corso d’acqua…
Sapeva che la bestia non era lontana così si diresse alla parete.
Tentò di aggrapparvisi, ma scivolò cadendo nell’acqua: il suo viso terrorizzato vi riflesse un solo istante prima che un ruggito lo facesse voltare di scatto.
La bestia lo aveva raggiunto e lo fissava intensamente mentre Fred tremava, tremava come mai in vita sua.
La creatura avanzò e al bimbo venne d’istinto chiudere gli occhi e allungare un mano come per difendersi. Sentì un altro ringhio e poi… avvertì un respiro caldo sul palmo della mano aperta.  
Dopo qualche secondo aprì appena gli occhi: l’animale a pochi centimetri da lui lo annusava, ma non sembrava volerlo attaccare.
Fred alzò lo sguardo sul muso della bestia e notò che la mano che teneva aperta davanti a sé…era blu.
I due si fissarono un istante negli occhi: quelli della creatura erano grandi e ambrati, ma con piccole striature dorate.
Fred quasi ne fu ipnotizzato e tentò piano di allungare un po’ di più la mano verso il muso della creatura fino a che…

«FREEED!»  la voce di suo padre risuonò in tutta la foresta alla spalle della creatura. 

Loki infatti spuntò ad una cinquantina di metri da loro e si pietrificò; l’animale intanto esitò ancora un istante, poi sorpassò il bambino, si arrampicò sulla parete di roccia ad una velocità sorprendente e sparì.
Inspirando profondamente Fred si lasciò cadere con le mani in avanti privo di forze.
Non avvertiva nemmeno di essere ormai completamente fradicio dalla vita in giù tanto aveva bisogno di recuperare il respiro.
Il suo sguardo finì nell’acqua che scorreva sotto di lui e vi scorse qualcosa: d’istinto vi immerse di più una mano afferrando quel che aveva visto e mettendolo nelle tasche, ma senza realizzare davvero di cosa si trattasse.
Riuscì invece a vedere distintamente il blu lasciare le sue mani proprio un attimo prima che Loki lo raggiungesse.

«Fred»  disse inginocchiandosi di fronte a lui ed afferrandolo per le braccia «Freddi stai bene?» 

Il bimbo lo guardò, ma era come se non lo riconoscesse veramente. Suo padre gli sorrise gentile. «Sono qui Freddi…»
A quelle parole il bimbo si riscosse e d’improvviso tutta la paura che pochi istanti prima lo aveva assalito mutò in un pianto a dirotto. Si buttò tra le braccia di suo padre e lo strinse fortissimo mentre l’altro lo ricambiò tirando un respiro di sollievo.

«Sono qui amore, sono qui.» 

«P-papà ho, ho avuto tanta paura»  singhiozzò il bambino.

«Ci sono io adesso, va tutto bene…» 

Poi Loki si staccò da lui con urgenza. 

«Freddi dobbiamo andare via di qui…» 

Fred annuì, poi si guardò intorno. 

«Papà dov’è il nonno?» 

«Non preoccuparti Fred, devi fidarti di …» 

Ma un pugnale di ghiaccio volo vicino all’orecchio di Loki infrangendosi contro la parete di roccia dietro a Fred.
Si girarono all’unisono e si accorsero di essere completamente circondati: jotun di tutte le età grandi, piccoli, uomini, donne spuntati dalla foresta bloccavano ogni possibile via di fuga e li guardavano con un’aria tutt’altro che amichevole.
Loki si parò davanti a Fred alzandosi «Resta dietro di me.» Gli sussurrò.
Uno jotun, enorme e minaccioso, avanzò nella loro direzione poi si fermò. 

«Loki di Asgard finalmente sei in trappola. Oggi pagherai per i tuoi crimini verso il popolo di Jotunheim.» 

«Ah proposito di questo: mi dispiace rifiutare la vostra offerta, ma oggi avevo altri programmi.»  disse Loki tranquillo.

«Adesso basta coi tuoi discorsi! Risparmia il fiato per il combattimento!» 

Uno strano lampo baluginò nel cielo scuro sopra la foresta e fu seguito da un tuono; un ghigno comparve sul viso di Loki.

«In tal caso non vi dispiacerà se ho invitato un ospite in più!» 

Il gigante non gli diede quasi il tempo di finire che si scagliò contro di lui e Fred, ma…un raggio arcobaleno si parò davanti ai due asgardiani.
Il Dio del Tuono ne emerse con lo sguardo più minaccioso di sempre.
Sbatté a terra il martello facendo tremare il terreno e la foresta a tal punto che il ghiaccio e la neve caddero dagli alberi lasciandoli spogli.
Gli jotun, ancor più minacciosi, fissarono il biondo che dopo un istante prese la parola. 

«ADESSO BASTA! Popolo di Jotunheim non cerchiamo la guerra con voi.» 

Lo jotun di prima ricominciò il suo discorso «Thor di Asgard! Fatti indietro non è te che vogliamo! Loki deve pagare per le sue colpe.»
Il biondo alzò le spalle. 

«Mi dispiace, ma non è possibile. Devo riportare Loki ad Asgard: sapete anche lì c’è parecchia gente che ce l’ha con lui, non posso fare preferenze!»  

Lo jotun lo squadrò poi notò il bimbo dietro Loki. 

«Puoi avere il ragazzino, ma Loki è nostro!» 

«Sentite ragazzi io vorrei lasciarvelo, davvero! È venuto su Jotunheim credendo di poter passare inosservato persino a voi, insomma un vero pallone gonfiato…» si girò facendo l’occhiolino al compagno che lo fissava esasperato non capendo dove volesse arrivare «ma siccome mi ritengo molto buono mi porto via entrambi e togliamo il disturbo…adesso!»  e così dicendo si parò davanti al compagno sollevando il suo martello. 

Il gigante si fece se possibile ancora più grosso «Se lo vuoi dovrai vedertela con me!»  e si scagliò contro di lui, ma in un solo semplice colpo Thor lo atterrò mandandolo a sbattere contro un albero diversi metri più avanti.

«Qualcun altro?» chiese poi minaccioso. Gli jotun lo guardavano, ma non avanzavano di un passo.

Un gigante anziano prese parola «La nostra terra è già abbastanza ferita asgardiano. Nessun figlio di Jotunheim merita il sacrificio per un tale assassino.» Disse sputando a terra. Thor strinse il martello e Loki digrignò i denti, ma entrambi restarono in silenzio.  

«Andate via asgardiani e non tornate più!» 

Thor annuì appena mentre Loki alzò lo sguardo al cielo sussurrando «Heimdall!»
Il Bifrost li avvolse e in un attimo lasciarono Jotunheim. 

 

Il raggio arcobaleno li riportò su Asgard in pochi attimi. Appena arrivati Fred scorse Odino seduto accanto ad Heimdall: era ferito alla testa, ma non sembrava grave.
Gli andò incontro e lo abbracciò.

L’altro lo ricambiò sollevato. «Ah meno male state bene!»

«Nonno mi dispiace se…» 

«Non è colpa tua Fred. Tentare di raggirare gli jotun passando inosservati era una mossa audace persino per me. Peccato solo che non abbiamo recuperato i fiori, ma non importa. Ciò che conta è che stiate bene.» 

Fred si sentiva in colpa: suo padre e suo nonno avrebbero di certo avuto successo se lui non si fosse intromesso. Abbassò lo sguardo deluso e si osservò: aveva le scarpe bagnate e i pantaloni ancora inzuppati da quando era caduto nell’acqua…nell’acqua! Si ricordò di colpo ed infilata una mano in tasca tirò fuori una manciata di piccoli fiori bianchi con i petali dalle punte viola.
Odino, notando il suo tesoro, guardò il nipote col suo unico occhio buono. 

«Fred, dove li hai presi quelli?» 

«In un corso d'acqua quando quel grosso animale mi ha quasi preso.» 

A quelle parole Loki trasalì e Thor guardò il bimbo interrogativo. 

«Li ho visti nell’acqua e…Francamente non so il perché, ma istintivamente li ho presi. Ero ancora tanto spaventato che quasi non me ne sono accorto.» 

Odino lo fissò dapprima a bocca aperta poi raggiante «Ragazzo mio questi sono i fiori che stavamo cercando!» 

«Davvero?!» dissero Thor, Loki e Fred in coro.

«Dove ti trovavi esattamente Freddi?» 

«Non-non saprei di preciso. Quando sono scappato dall’accampamento non ho guardato da che parte stessi andando e ho corso così tanto…» 

«Uhm eravamo piuttosto vicini al fiume Vimur ormai quindi magari quello era un piccolo corso d’acqua che ne faceva parte! Ma come sei riuscito a prenderli? Solo se ti fossi trasformato…» 

«Cre-credo di averlo fatto, cioè mi sono visto solo le mani, ma erano blu…» 

Odino annuì «Beh ragazzo mio nonostante tutto alla fine è stato un bene che ci fossi anche tu…anche se è chiaro che nessuno dei miei eredi ha la tendenza ad obbedirmi quando si tratta di stare alla larga da quel pianeta» e lanciò uno sguardo accusatorio ai suoi figli che di colpo arrossirono. 

Il piccolo allungò la mano e consegnò i fiori al nonno «Non sono molti…» disse deluso.

Ma il vecchio gli diede una leggera pacca sulla spalla.
«Ce li faremo bastare ragazzo mio non preoccuparti di questo!» 

Il bimbo sorrise mentre Thor gli si faceva vicino sorridendo; anche Loki gli si avvicinò volendogli prendere la mano: la sfiorò con gentilezza.

«Vieni Fred andi…»  ma il bimbo a quel tocco si riscosse improvvisamente.

La paura di fronte a quell’animale ed ai giganti gli aveva fatto dimenticare cosa aveva scoperto su suo padre, ma in quel momento ogni cosa gli tornò in mente.
Si ritrasse da lui ed abbassando lo sguardo si fece più vicino a Thor. 

I genitori si scambiarono uno sguardo confuso; anche Odino notò la reazione del bimbo e si affrettò ad intervenire «Thor perché non porti Fred a palazzo? Noi, noi vi raggiungeremo con calma.» 

Il biondo guardò suo padre ed annuì «Vi manderò subito due cavalli.» 

Si chinò e prese Fred in braccio: il bimbo gli circondò il collo con le braccia, ma tenne lo sguardo fisso a terra, mentre Loki lo fissava preoccupato e senza capire.
Thor fece roteare il martello e in un attimo i due si alzarono in volo.
Fino ad allora Heimdall aveva osservato la scena senza dire una sola parola, ma in quel momento avanzò verso il principe di Asgard «Tuo figlio ha visto Loki…»  

Il moro sospirò, poi gli si rivolse. 

«Quanto ha visto?» 

 

Non ci volle molto perché raggiungessero in volo il cortile del palazzo reale.
Dopo un atterraggio leggero Thor appoggiò Fred a terra e chiamò due guardie.

«Mandate due cavalli al Bifrost, adesso!» le guardie obbedirono allontanandosi e il Dio del Tuono si rivolse a suo figlio severo «Fred sai che hai disobbedito non è vero?» 

Il bimbo annuì, ma non lo guardò. 

«Era pericoloso! Per questo dovevi rimanere qui con me e tua sorella! Non posso pensare a cosa sarebbe successo se Heimdall non vi avesse visto! Quando tuo nonno è arrivato con quella ferita per dare l’allarme per fortuna ero già stato avvisato. Io e tuo padre dobbiamo ancora discuterne, ma saremo costretti a punirti. Lo capisci vero?» 

Fred non parlò, solo una lacrima gli rigò il viso.
Certo Thor poteva reggere di tutto, ma era ormai appurato che anche il Dio del Tuono avesse qualche punto debole: uno di questi era di fronte a lui, triste come non mai.
Si chinò alla sua altezza e il suo tono di voce cambiò diventando dolce ed apprensivo «Fred tesoro non fare così. In fondo non siamo così arrabbiati. Magari tuo padre ti darà qualche giorno di punizione, ma vedrò di convincerlo a lasciarti comunque tutti i tuoi libri e le formiche…» tentò di scherzare suo padre.

Ma Fred non rispondeva.

«Fred?» Thor gli sollevò il mento delicatamente: i suoi occhietti verdi erano pieni di lacrime. «Tesoro che c’è?» 

«Pa-papà…ho visto delle cose bruttissime.»  

Thor dapprima non capì, ma si irrigidì. 

«In che senso Freddi? Cosa ti hanno fatto?» 

«Un-un vecchio mi ha mostrato delle cose su papà, ho-ho visto una guerra…ho visto che lottava con te e ti feriva a New York! È tutto vero papà? Non-non posso crederci…»  singhiozzò agitato.

Thor trattenne per un attimo il respiro e scelse le parole con cura prima di parlare «Vedi Fred molti anni fa tuo padre rimase ferito da coloro che amava e che lo circondavano. Fu anche colpa mia…»  Il bimbo lo guardò con gli occhi arrossati dal pianto, ma lo ascoltò in silenzio «Accecato dall’ira,  dall’odio e dal dolore fece delle brutte cose, cose di cui si è pentito terribilmente. Ma io…io l’ho visto cambiare Freddi. Vedi quella persona piena di odio…non esiste più. Perché ha scoperto l’amore e ha avuto una famiglia… E devi credermi se ti dico che non esiste nessuno che ami più di te e Kate…» Thor prese il bimbo per le spalle e lo guardò negli occhi «Tuo padre ha sbagliato, ma io lo conosco come nessun altro. Nonostante i suoi errori è una persona buona. Credimi Freddi.»  Il bimbo esitò un istante poi annuì; Thor lo abbracciò e gli pose un lieve bacio su una tempia. 

«Adesso piccolo che ne dici di riposare un po’? Sei ancora tutto bagnato. Se vuoi posso farti preparare un bagno caldo e qualcosa da man…» 

«FRED!» Frigga stava scendendo le scale di gran carriera.

 Abbracciò il bimbo «Oh piccolo avevo così paura! Perché stai piangendo? Va tutto bene?» 

«Madre puoi occuparti tu di Fred per favore?»  tagliò corto Thor.

«Ce-certo tesoro vieni con me!»  sorrise gentile la dea e diede la mano al nipotino.

Thor li guardò apprensivo salire le scale, poi si voltò in attesa di vedere arrivare Loki.

 

«Ecco queste vesti sono pulite tesoro» Frigga appoggiò sul letto del nipotino una casacca bianca e dei morbidi pantaloni scuri. Il bimbo era in piedi davanti al fuoco del camino, ma non aveva ancora proferito parola. 

«Fred cosa c’è che ti turba tesoro?» 

Fred non se la sentiva di parlare alla nonna del dialogo di poco prima così pensò alla prima cosa che gli passava per la testa.

«Nonna…su Jotunheim una bestia stava per aggredirmi.» 

«Cosa?!» chiese la donna spaventata. 

«Mi ha inseguito e mi ha quasi braccato, ma non mi ha fatto alcun male…» 

La donna gli si fece vicina «Raccontami di più tesoro»  
Fred raccontò alla dea cosa fosse accaduto fin nei minimi dettagli da quando si era allontanato dall’accampamento jotun. 

«E poi se n’è andata arrampicandosi sulle pareti di roccia…»  

Frigga ci pensò un momento. 

«Mi dispiace tesoro non ho mai sentito parlare di questa bestia…purtroppo il territorio jotun ci è per lo più sconosciuto e nessun esploratore ha il coraggio di addentrarvisi. Ecco gli jotun non sono un granché ospitali a volte…» 

“Si l’ho notato” pensò il bimbo.

«Tesoro è solo questo che ti preoccupa?» 

Il bimbo annuì.

«Bene» disse la dea posandogli un bacio sulla testa «allora ti lascio riposare un po’»; si diresse alla porta. 

«Nonna?» 

Frigga rivolse lo sguardo al bimbo. 

«Se-secondo te il mio papà è…è una persona buona vero?» 

«Loki?» Gli chiese la donna gentile.

Fred annuì.

«Una delle più buone che io conosca.» 

«Lo dici perché…lo hai cresciuto o perché lo pensi davvero?» 

«Io lo so tesoro mio» il bimbo annuì «e tu? Cosa ti dice il tuo cuore?» 

Il bimbo esitò «Credo di aver bisogno di capirlo.»
Ed avvicinandosi al letto prese il cambio pulito e si diresse nella stanza del bagno. 

 

Thor se ne stava seduto sui gradini del palazzo quando Loki arrivò. Scese di corsa dal suo cavallo nero e si rivolse al compagno «Allora? Dov’è Fred?» 

«Nelle sue stanze con madre. Aveva bisogno di riposare. È stata una giornata intensa…»  

Loki annuì preoccupato «Devo andare da lui…» 

Ma Thor se lo avvicinò per i fianchi e gli si rivolse gentile «Adesso devi calmarti e riposare anche tu…» Gli accarezzò delicatamente una guancia, aveva gli occhi leggermente lucidi e quando parlò Loki sentì la sua voce tremare appena. «Ho avuto paura che vi facessero del male. Ho avuto paura di non fare in tempo.»
Il moro incatenò gli occhi ai suoi, ma restò in silenzio. Si accostò di più contro la sua mano.

«Sapevo che saresti arrivato, dopotutto rubarmi la scena è sempre stato il tuo forte no?» i due si sorrisero «E poi sarei io il pallone gonfiato?» 

«Oh ma lo sei.» 

«Prego?» Loki lo fissò stupito. 

«Te ne sei andato su Jotunheim senza di me e ti sei fatto scoprire subito, oltre che quando sono arrivato eri circondato da circa una trentina di jotun…Perciò direi che pallone gonfiato è l’epiteto meno offensivo che potessi…» ma Loki si aggrappò a lui e lo zittì con un bacio intenso e Thor, finalmente, se lo strinse tra le braccia come se non volesse più lasciarlo andare. 

«Meno male che sei venuto a prenderci» sospirò poi il moro appoggiando la testa sul suo petto mentre l’altro sorrideva.

«Papà!» Kate spuntò all’improvviso e corse incontro ai genitori felice.

«Ehi piccola!» Loki si chinò per abbracciarla «Ma sei tutta sporca di terra!» 

«Ero nell’arena e Sif mi ha fatto vedere un sacco di mosse divertenti, lo sai che ho atterrato Fandral tre volte?» 

«Veramente solo un paio e mezzo»  disse il guerriero alle sue spalle, ma si prese una gomitata da Sif. 

«Papà è stato fortissimo! Posso farlo anche domani?»  

Loki guardò la bimba poi rivolse uno sguardo a Sif e Fandral, ma sorrise «Certo piccola. Ora però corri a fare un bagno.» 

«Grazie amici» aggiunse poi Thor mentre la piccola obbediva al padre e correva verso il palazzo. 

«Figurati è stato divertente! Vostra figlia è davvero simpatica ed anche molto forte a dirla tutta»  ammise Fandral.

«E Fred come sta?»  chiese Sif.

«È con nostra madre, si è preso un bello spavento, ma starà bene. Adesso però…» disse circondando le spalle del compagno con un braccio «andiamo anche noi…Hai bisogno di riposare anche tu.»  

Il moro annuì mentre gli altri si congedavano.
Dopo aver recuperato il cavallo di Loki e affidatolo ad una guardia i due si diressero al palazzo.

«Loki dov’è nostro padre?» 

«Nella camera della guarigione… penso ci raggiungerà più tardi»  

Il biondo annuì.

«Thor?» 

«Uhm?» 

«Sbaglio o ti avevo detto di tenere Sif lontana da nostra figlia?» 

Thor rimase spiazzato da quella domanda e tentò di giustificarsi. «Tesoro era un’emergenza!» 

«Uhm te lo concedo per stavolta» disse il moro alzando le spalle, poi lo attirò a sé. Il suo sguardo era di una sensualità minacciosa «per questo sarò misericordioso e non ti taglierò a zero i capelli come ho fatto a suo tempo con la tua amica. Ma non farlo mai più, d’accordo?» 

Thor deglutì a fatica.

«Ma-ma certo tesoro» fu tutto quello che riuscì ad aggiungere con un sorrisetto nervoso. 

 

Quando stava male o si sentiva giù Fred si chiudeva sempre nella sua cameretta, si metteva a letto facendosi un rifugio sotto le coperte e rimaneva solo con i suoi sentimenti. Poi qualcuno, nemmeno troppo furtivamente, si intrufolava nel letto “Mao!”
Si, Trick affrontava quello spesso strato di stoffa ripiena di piume per acciambellarsi accanto a lui. Il suo amico non lo lasciava mai da solo, soprattutto in quei momenti, e lui lo abbracciava riuscendo a sentirsi già in parte consolato.
Poi qualcun altro entrava nella sua stanza e sedendosi sul letto accarezzava piano le coperte all’altezza della sua testa: quel gesto lo calmava sempre e lo faceva sentire meglio. Poi suo padre chiedeva “C’è posto per un intruso o è un club riservato ad esploratori ed amici felini?”
Al che il bimbo sollevava un braccio alzando le coperte e suo padre  vi si stendeva sotto con lui.
Gli occhi del suo stesso colore lo fissavano dolcemente mentre sussurrava “Sono qui Freddi”…Allora Fred si sentiva davvero libero: poteva sfogarsi, piangere o semplicemente stare in silenzio. Non gli serviva niente di più…
Non gli importava di non aver toccato cibo nemmeno il giorno prima, quella sera Fred si rifugiò di nuovo sotto le coperte.
Ma quella volta al contrario di sempre Trick era rimasto con gli zii sulla Terra e suo padre…
Aveva bisogno di pensare; quella verità faceva male, ma del resto…
“Cosa prova il tuo cuore?” Lui la risposta la conosceva già e forse era questo il problema: era sbagliato che amasse suo padre esattamente come quando era all’oscuro di quel lato della sua storia?
Quella domanda continuava a frullargli in testa quando qualcuno bussò delicatamente alla porta.
Fred si immerse sotto le coperte fino al naso e finse di dormire; un istante dopo Loki entrò.  Lasciò la porta socchiusa e fece meno rumore possibile.
La stanza era illuminata solo dalla luce fioca delle candele accese.
Si guardò velocemente intorno: come aveva sospettato i suoi libri erano stati riposti sugli scaffali così come le carte e le pergamene; la scrivania invece era piena di quaderni aperti. Vi riconobbe  anche un suo libro pieno di appunti sui pentapalmi e sorrise.
Poi sospirò. Si accostò al suo vecchio letto, osservò il bimbo che dormiva e sedendogli accanto gli passò una mano tra i capelli biondi.
La paura di perderlo lo aveva distrutto. Aveva combattuto con qualunque jotun gli si fosse parato davanti senza temerne nessuno, ma quando aveva visto quell’enorme bestia di fronte a suo figlio…non aveva mai provato tanto terrore come in quel momento.
E poi Fred aveva visto qualcosa. 
“Eventi oscuri del tuo passato” gli aveva detto Heimdall; non era stato più specifico, ma non era forse ovvio? Quel lato di sé che aveva cercato di nascondere ai suoi figli era ormai venuto alla luce.
Loki sapeva che prima o poi sarebbe potuto accadere, ma sperava di essere lui a trovare il coraggio per raccontare quella parte della sua storia: quella parte che ancora lo faceva stare male. 

«Se solo sapessi quanto mi dispiace…»  chiuse gli occhi e trattenne le lacrime.

Infine, come ogni sera, si avvicinò al bambino e gli pose un delicato bacio sulla fronte. «Buonanotte Freddi.»
Si alzò cercando di fare il più piano possibile, ma si sentì afferrare il polso. Girandosi vide che Fred lo guardava con occhi tristi ed imploranti: occhi arrossati dal pianto e pieni di domande, ma la sola che gli rivolse per Loki fu anche la più inaspettata.

«Papà…pu-puoi restare qui stanotte?» 

Fu come se un peso gli lasciasse il petto e lui potesse finalmente tornare a respirare.

«Ma certo tesoro» disse Loki gentile, si stese al suo fianco e il bimbo gli si fece vicino. Il moro iniziò ad accarezzargli piano i capelli. 

Avrebbe voluto dire qualcosa, ma da dove iniziare? Cosa dire?
Anche Fred aveva tante cose da dirgli: come si sentiva, cosa provava, ma era come se le parole non volessero uscire. E allora semplicemente…usò un altro tipo di linguaggio.
Si strinse contro suo padre più che poté, per sentirsi al sicuro, per non lasciarlo andare via, perché in quel momento aveva solo bisogno del suo papà.
E d’improvviso anche Loki trovò le parole giuste «Sono qui amore…»  gli sussurrò e non lo lasciò nemmeno un istante fino a che entrambi non si addormentarono, esausti si, ma sereni.
Finalmente si sentivano bene.

 

Thor era disteso a letto: aveva lasciato che Loki andasse da Fred da solo dopo la cena, ma non vedendolo arrivare si stava chiedendo cosa stesse succedendo…Fu un sollievo quando sentì la porta aprirsi.

«Loki?»  chiese sollevandosi sui gomiti, ma qualcun altro fece capolino dalla porta. 

«Kate che ci fai qui piccola?» 

La bimba, in pigiama ed un po’ assonnata, si diresse verso il letto dei genitori e si lasciò cadere a peso morto sulla pancia di suo padre che rise, annaspando. 

«Yaaaawn stavo andando da Freddi per prenderlo un po’ in giro e dirgli che non vedo l’ora che per una volta lo mettiate in punizione, ma quella mezzacalzetta è di là che dorme tra le braccia di papà.» Poi si bloccò «Finisce comunque in punizione vero?» 

Thor sorrise alzando gli occhi al cielo.

«Comunque se Fred può dormire con papà allora io posso dormire con te, giusto?» 

«Non vedo perché no.» 

La bimba sorrise e si sollevò dalla sua pancia. Si fece più vicina al genitore «Mi racconti di una tua battaglia papà?» 

«Ma certo tesoro» 

«Una in cui c’è anche Sif! È fantastica ed io da grande voglio diventare come lei!» 

Thor la guardò dolce pensando tra sé e sé “Se ti sentisse tuo padre… cosa farebbe?!” poi sbiancò “Cosa MI farebbe?!”

«Ehm d’accordo Kate, ma facciamo un patto…io te la racconto, ma che ne dici se poi non lo diciamo a papà?»  

«Perchè?» 

«Beh vedi papà e Sif non sono mai stati grandi amici.» 

La bimba mise su un ghignetto con l’aria di qualcuno che sa qualcosa.

«È perché papà è ancora geloso di quando lei ti faceva la corte?» 

«Kate, ma cosa dici?»  chiese Thor stupito. 

«Me l’ha detto Fandral nell’arena, e ha aggiunto che però lei non ha mai avuto speranze contro papà e poi Sif l’ha sbattuto a terra. Non ci è andata molto piano a dirla tutta.» Thor rise, ma la bimba continuò «Non capisco come papà possa essere geloso…tu lo ami da sempre, no?»  

Il biondo sospirò «Si, ma…purtroppo per molto tempo non sono stato capace di dimostraglielo.»  

La bimba stette un secondo in silenzio. 

«Oh…allora mi racconti di quando l’hai conquistato? Anzi no! Della prima volta che vi siete baciati!» 

Thor arrossì spiazzato «Kate!»  

«Eddai tu adori baciare papà, voglio sapere quando è stato il vostro primo bacio! Ti preeeego»  disse la bambina spalancando gli occhioni del suo stesso colore e stringendo un grosso cuscino.

Thor esitò un attimo poi scosse la testa rassegnato «Allora sai che ogni anno festeggiamo la notte della festa d’autunno, no? Beh fu durante la nostra prima festa insieme. Allora tuo padre aveva iniziato da poco a lavorare alla libreria di Mr.J. e così…»  

 

Quando Kate si fu addormentata Thor se la strinse tra le braccia, ma mancava qualcosa, qualcuno…perciò scese dal letto e, presa la figlia in braccio, la portò nella stanza di Fred dove trovò Loki addormentato accanto a suo figlio.
Depose Kate vicino a Fred e diede ad entrambi un bacio sulla testa.
Poi si sdraiò, guardò Loki e gli tolse una ciocca di capelli neri dal viso: si soffermò sulle sue labbra. Raccontare a Kate quella storia gli aveva ricordato quanto bello fosse stato baciarle per la prima volta, quanto fosse fortunato a poterle baciare ogni giorno, quanto quell’amore avesse significato per loro, e le prove erano proprio lì che dormivano come due angioletti, e quanto quello stesso giorno avesse avuto paura…
Si allungò verso Loki posandogli un bacio sulla fronte, poi fece passare piano un braccio dietro alle sue spalle e con l’altro strinse tra le sue braccia tutto il suo mondo.
Ore dopo Fred aprì gli occhi e vedendo entrambi i suoi genitori con lui, sorrise.
Si sentiva talmente bene nel loro abbraccio che sarebbe potuto starsene così per sempre…

Certo se quell’aggraziata di mia sorella non mi avesse schiaffato una mano in faccia un attimo dopo. Allora mi ridestai di botto urlandole «Kate!» 


«Che stai facendo nella mia camera?!»  

Kate praticamente fece un balzo sulla sedia. La voce di suo fratello l’aveva completamente colta di sorpresa.
Quanto tempo era passato? Gettò lo sguardo fuori della finestra e vide che ormai era sera, poi si voltò verso il fratello. 

«Fred volevi farmi venire un infarto per caso?!» fece risentita.

«Scusa chi è quella che mi ha invaso la stanza senza invito?» 

«Esagerato, ero solo venuta a cercarti!» 

«Immagino per chiedermi un qualche favore!» Aggiunse incrociando le braccia «Se mi avessi ascoltato avresti saputo che ero con Trick da Bruce per gli esperimenti sulla sua nuova macchina traduci linguaggio felino!» 

Trick entrando superò Fred e balzò sul letto fissando Kate quasi con sufficienza. 

«A cosa cavolo gli serve una…? Ma si certo solo che non sapevo se fossi già rientrato e così sono venuta a vedere se volevi ehm interrogarmi…si ecco! Sul Tea Party e…feste così…» Si alzò ed iniziò a raccogliere i quaderni facendo attenzione a nascondere bene il quadernino sotto agli altri. «Ma ora mi ritengo profondamente offesa e me ne vado!»  

Fece per andarsene, ma arrivata alla porta il fratello la richiamò. 

«Certo, ma mentre te ne vai vedi di lasciare qui i miei quaderni di storia d’accordo?» .

Accidenti! Kate si fermò e pensò velocemente. Dopo un istante si voltò con sguardo implorante. 

«Fred papà mi ha rimesso in punizione, non vuoi aiutare la tua sorellina?» Chiese mettendo su due occhioni enormi.

Fred si scambiò uno sguardo con Trick poi tornò sulla sorella. 

«Ma certo Kate e sai come lo farò? Non dicendo a papà che ti sei intrufolata nella mia stanza per prendere i miei schemi ed evitandoti così una punizione a vita!» 

«Sei terribile Fred!»  Disse la ragazza sbuffando, ma restituendo i quaderni al fratello.

«Buono studio sorellina!» Ghignò Fred  prima di beccarsi un gestaccio dalla sorella che se ne andò in camera sua.

Una volta chiusa la porta Kate sospirò “Accidenti quegli schemi mi servivano proprio.” Poi alzò le spalle «Beh vorrà dire» disse sfilandosi il diario di Fred da sotto la maglia «che ne approfitterò per leggere qualcos’altro» ghignò mefistofelica prima di buttarsi sul letto e ricominciare a spiare i segreti del fratello. 

 

 

 

Note:

Ciaooo a tutti!
Ecco si alla fine ho pubblicato questo obbrobrio di capitolo! Un vero disastro lo ammetto, ma si sa che i primi capitoli non sono il mio forte ormai!
Comunque eccoci con questa nuova storia che apre una serie di racconti di ogni personaggio della famiglia Odinson e delle sue avventure.
Chi sarà il protagonista del prossimo? Il nostro caro Fred.
Data d’uscita? Quando il tempo libero tornerà ad essere un diritto sacrosanto tra gli esseri umani e non solo un miraggio lontano.
Lo leggo, non lo leggo? Impiegate il vostro tempo come meglio credete, certo se anzi preferite vedervi un film o prendere un tè non me la prenderò promesso. 
Io comunque tornerò il più presto possibile a rompervi le scatole. 
Per il momento un abbraccio a tutti e…
Al prossimo capitolooo!

 
   
 
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