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Autore: Flos Ignis    18/11/2019    1 recensioni
E se Kurt decidesse di scrivere un musical, cosa ne uscirebbe fuori?
Kurt è nervoso per la prima del suo spettacolo, che tanto significa per lui, ma Blaine sa sempre come aiutarlo, spronarlo e confortarlo... come dargli amore e CORAGGIO. E a volte, questo è sufficiente ad affrontare i nostri demoni: grazie all'amore, troviamo il coraggio di guardarli dritti negli occhi, tirarli fuori dalla nostra anima per poi lasciarceli alle spalle per sempre.
Tratto dal testo:
-No Blaine, non sto bene! Qui in teatro è tutto un gran casino, sembra che sia scoppiata una bomba e si sia riversato in questa catapecchia l'ultimo girone dell'inferno!-
-La trovo una metafora abbastanza adatta visto il musical che stai per lanciare.-
-Non è il momento di ridere! Io qui stavo per fare lo scalpo a quell'idiota di Clark e poi a seguire anche agli altri!-
-Non l'avresti mai fatto.-
-E perchè, sentiamo?-
-Ti saresti macchiato di sangue quella camicia di satin grigio firmata che hai messo questa mattina. Non rischieresti l'incolumità di un tuo capo d'abbigliamento per un Clark qualunque.-
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era voluto qualche anno prima che Blaine lo convincesse a mettere in pratica tutte le idee che aveva accumulato - e che nel corso del tempo Blaine aveva letto, compresa la bozza principale, questa volta sotto esplicita richiesta del suo ragazzo -, ma alla fine c'era riuscito.

Era solo grazie alla sua fiducia e ai suoi sproni che Kurt aveva finalmente dato alla sua creatura le attenzioni che meritava e ora, dopo quasi un anno di lavoro tra un provino e un'esibizione, la prima del suo Inferno stava per andare in scena.

Il suo "Dante" si chiamava Brandon e non era un poeta innamorato, ma un giovane attore che si era lasciato ammaliare dal successo, perdendosi nelle droghe e commettendo piccoli reati, ferendo inevitabilmente tutte le persone che lo circondavano. "Virgilio" era il suo vecchio insegnante di musica, Gil Alvarez, di origine latino americana, morto per un brutto incidente quando il giovane aveva mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo. Dopo quella perdita, il giovane non era più stato lo stesso e si era lasciato andare completamente.

La parte più innovativa dell'opera, quella che davvero aveva messo a dura prova la forza d'animo di Kurt, erano i gironi dell'inferno, in cui i peccati capitali tradizionali erano stati arricchiti con quelli più moderni, espressi da demoni aggressivi e delinquenti morti che in qualche modo avevano un legame con il protagonista, il quale rispondeva mostrando volta per volta una nuova parte di sè e della sua vita passata. Ira e accidia erano ora accompagnati da odio e ignoranza, superbia e invidia da disprezzo e crudeltà, in un vortice di orrori che portava lo spettatore attraverso il lato oscuro dell'umanità attraverso musiche incalzanti e balletti potenti, testi forti e voci espressive.

Trovava quasi ironico che il suo primo spettacolo parlasse di un regno ultraterreno vista la sua dichiarata mancanza di fede, ma il senso che aveva dato a quel logo comune era tutt'altro che spirituale: aveva inteso parlare della vita, quella vera, con un'allegoria piuttosto comune ma efficace, in modo da mostrare come le cose di cui aver davvero paura sono quelle che dobbiamo affrontare nel presente di ogni giorno.

Kurt aveva preso molto dalla sua esperienza personale e da ciò che era accaduto negli anni della sua adolescenza per metterlo in quelle scene.

Fondamentalmente era quello il motivo per cui si sentiva tanto nervoso: anche se mascherata da opera teatrale, molta della sua anima entro pochi minuti sarebbe stata svelata davanti a migliaia di persone.

-Nervoso?-

Il salto spaventato che fece Kurt a quelle parole rispose perfettamente alla domanda.

-Blaine! Che ci fai qui? Non puoi stare dietro il sipario, tra cinque minuti iniziamo!-

-Lo so, ecco perchè ho gentilmente chiesto di farmi passare. Volevo assicurarmi che gli arrangiamenti alla scenografia che ho fatto questo pomeriggio non cadano in testa al tuo cast... o che non glieli tirassi dietro tu stesso per l'ansia.-

-Hai così poca considerazione per il tuo ragazzo? Sono più di classe di così.-

-Ricordami chi voleva fare lo scalpo a Clark l'altro giorno, rischiando addirittura di rovinare una delle sue camicie preferite?-

-Mhm, non ricordo!-

Blaine rise, poi lo tirò a sè per baciarlo con cura, facendogli immediatamente distendere i muscoli tesi. Era incredibile l'effetto che ancora gli faceva dopo tanti anni con un solo bacio.

Protestò con un lamento l'allontanamento del moretto, ma poi ne vide la ragione e gli si mozzò il fiato in gola.

-Tulipani... come quella volta.-

-Hanno portato fortuna alla tua prima esibizione. Ho pensato fosse di buon auspicio portartene un mazzo anche questa sera.-

-Ti amo, lo sai?- prese i fiori per portarseli al viso, godendosi quel profumo che sapeva così tanto d'amore da stordirlo.

-Lo so, ma è sempre bello sentirselo dire. E per la cronaca, ti amo anch'io.-

-DUE MINUTI E SI COMINCIA!-

L'annuncio del direttore d'orchestra fece esplodere una specie di bomba, portando con sè la frenesia generale tipica di ogni spettacolo.

-Vorrei restare ad aiutarti a tirare su il sipario, se me lo permetti.-

-Lo apprezzerei davvero. Le mie mani...-

-...stanno tremando. Lo so, ti succede sempre quando sei in ansia.-

-Un giorno capirò cosa ho fatto per meritarti, Blaine Anderson.-

Si misero vicinissimi, con le mani pronte ad azionare il meccanismo di apertura. 

La narratrice, una piccoletta dai folti ricci scuri con una voce potente e chiara che Kurt aveva scoperto quasi per caso mentre passeggiava tra i negozi della città, era pronta e in posizione, agguerrita abbastanza da poter dare il via a quella produzione completamente fuori dagli schemi. Diede il via libera a Kurt prima di assumere l'espressione tormentata che richiedeva la canzone d'apertura. La videro portarsi le mani aperte davanti al volto truccato di bianco e nero, mentre si rannicchiava a terra in posizione per il salto di apertura, l'abito rosso scuro aderente fino alla vita le si allargava intorno alle gambe piegate come una pozza di sangue. Era pronta.

Kurt fece un ultimo sospiro.

Era ora.

-Insieme.-

Blaine coprì le sue mani, mentre le indirizzava al posto giusto. Girarono insieme la chiave nel pannello di controllo, facendo aprire il sipario e accendere le luci dei fari.

E poi ci fu tempo e modo per loro di incrociare le dita e stringersi forte, in attesa di vedere se quel salto nel buio sarebbe stato un successo o meno.

L'intera nuova carriera di Kurt dipendeva da questo.

Blaine capì che il suo ragazzo era ancora nervoso, perciò lo abbracciò da dietro, stringendolo a sè come per tenerlo tutto insieme, impedendogli di cadere in preda alle sue stesse paranoie.

-Andrà tutto bene.-

-Ho fatto tutto il possibile. Anzi no, noi abbiamo fatto del nostro meglio. Se non fosse stato per te nulla di tutto questo si sarebbe avverato, non avrei mai trovato il coraggio.-

-Sicuramente ce l'avresti fatta lo stesso, Kurt.-

-No... parlo di stasera ovviamente, ma questa è solo l'ultima prova di quanto tu sia fondamentale per me. Prima di conoscerti ero debole, anche se fingevo il contrario. Ma da quando tu mi hai detto di avere "coraggio" per la prima volta, è esattamente quello che ho avuto. Mi hai dato la forza di affrontare i miei demoni, uno dopo l'altro, perchè avevo te come esempio e supporto. Non sarei diventato l'uomo che sono oggi, non avrei ottenuto nemmeno la metà dei miei successi e sicuramente non avrei avuto il coraggio di espormi tanto quanto ho fatto... non senza di te.-

Blaine aveva le lacrime agli occhi per la commozione, ma non voleva assolutamente rovinare quella stupenda dichiarazione d'amore. Nonostante la sua determinazione una lacrima scivolò comunque fuori dal suo controllo, ma Kurt fu svelto a baciargliela via.

E mentre si passavano speranza e determinazione attraverso il contatto delle loro mani, la musica partì e sentirono la piccola Joey far esplodere le note in ogni angolo del teatro con la sua voce espressiva che sembrava aggredire gli spettatori.
 
"Be careful making wishes in the dark
Can't be sure when they've hit their mark
And besides in the meantime I'm just dreaming of tearing you apart
I'm in the details with the devil..."*


Non si staccarono fino alla fine dello spettacolo, che venne accolto da una standing ovation senza precedenti, un'ondata di potente e inarrestabile euforia causata da una perfetta interpretazione dell'originale canzone di chiusura "Lived in Hell", che metteva a confronto la vita del protagonista e quel viaggio onirico, chiedendo alla guida della sua anima se, alla fine della storia, fosse più inferno quanto aveva vissuto in vita o quanto lo avrebbe aspettato dopo la morte. 

Kurt aveva pianto la prima volta che aveva letto il testo, si era voltato e come sempre Blaine era già lì con lui e non aveva avuto bisogno di sentire il "grazie" che Kurt cercava di trasmettergli senza voce, perchè glielo aveva letto negli occhi. Il più piccolo aveva capito perfettamente le direttive del suo ragazzo quando gli aveva detto cosa avrebbe voluto trasmettere alla fine dello spettacolo: non si trattava di un lieto fine, non nel senso classico del termine, perchè lo scopo del neo regista non era raccontare una bella storia avvincente e gioiosa.

No, proprio per niente.

Kurt aveva voluto trasmettere un messaggio ben preciso: che noi stessi ci creiamo il nostro inferno e sempre a noi tocca affrontarne le conseguenze. Che le fiamme saranno sempre lì a farci male, ma bisogna comunque rialzarsi e avere coraggio. Non si poteva vincere contro quelle fiamme, avrebbero aspettato sia dietro che davanti al cammino di ognuno, ma se avessimo coraggio nemmeno loro avrebbero trionfato, mai davvero, mai per sempre.

Ogni singola parola del testo, la minima armonia di note della musica... tutto in quella conclusione mozzafiato riusciva a trasmettere quel forte messaggio fino ai recessi più nascosti del cuore.

E l'aveva scritta interamente Blaine. Il suo Blaine, che lo amava e lo conosceva così a fondo che era andato persino oltre le direttive che gli aveva dato, componendo il finale esattamente come Kurt lo voleva, prima ancora che lui stesso realizzasse di desiderarlo in quel modo.

Aveva pensato di non poterlo amare più di quanto avesse fatto in quel momento, ma poi il suo bel moretto si era presentato nel dietro le quinte con un mazzo di tulipani per augurargli buona fortuna al suo secondo debutto, e poco ci era mancato che svenisse per la felicità come una ragazzina.

E nonostante avesse pensato che Blaine non potesse stupirlo più di quanto avesse già fatto in quei dieci anni insieme, finalmente iniziava a comprendere che in amore non si finisce mai di stupirsi.






*Estratto della canzone "My Songs Know What You Did in the Dark-Light 'em up", Fall Out Boy.



  
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