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Autore: lightwave3    19/11/2019    0 recensioni
Sono passati tredici anni da quando Eragon è partito per le terre ignote aldilà del mare.
Tredici anni in cui è riuscito a fondare una nuova generazione di cavalieri.
Ma una sera d’ autunno riceve un messaggio che lo porterà a far ritorno ad Algaësia.
Un messaggio che lo riporterà a casa, a Carvahall.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

 

-Stai dormendo?

Sì che stavo dormendo, dopo essermi appisolata a fatica dato quello che mamma aveva detto, ma a quanto pare non era ancora tempo di lasciarsi andare al sonno.

Pazientemente così mi ero girata, e nonostante fossi arrabbiata per essere stata svegliata, gentilmente mi girai verso la porta della mia camera.

-Tranquillo Rhuna, sono così elettrizzata per domani che non riuscivo a chiudere occhio.

Come se fosse vero. “Cavoli stavo dormendo sai?” Continuavo a ripetere nella mia mente.

-Ti posso parlare un attimo?

Era preoccupato da come me lo aveva chiesto. Così risposi soltanto.

-D’accordo. Vieni dai , non stare impalato sulla porta che così svegli tutti, siedi e raccontami tutto.

Così dopo un momento di titubanza, chiuse la porta dietro di se, e piano si sedette sul bordo del letto.

-Allora che cosa ti ha detto la mamma per la cerimonia di domani Rhuna?

Gli chiesi dato che lui non aveva ancora iniziato a parlare, mentre dal nervoso si massaggiava le nocche delle mani e le ginocchia di tanto in tanto.

-Ho paura per domani. Mamma mi ha detto di partecipare alla Cerimonia anche se sa che non mi interessa. E tu sai anche il perché. 

Certo che lo sapevo. Ma non credevo che quel maledetto trauma fosse ancora vivo dentro di lui. Quindi sapevo perché aveva paura. Sapevo che non voleva partecipare ma speravo che almeno gli fosse passata un po’ la paura e che almeno quest’anno avrebbe deciso di farsi avanti durante la Cerimonia.

-Lo sai che Hope ha deciso di partecipare?

Gli chiesi.

Già Hope. La figlia di Horst il fabbro. La mia migliore amica. La persona con cui ho legato di più, con cui ho litigato, scherzato e pianto, tanto che la consideravo ormai alla pari dei miei fratelli e così era diventata come una sorella acquisita per me. Sapevo che Rhuna l’avrebbe seguita se gli avessi detto che avrebbe partecipato anche lei alla Cerimonia dell’Aria. Ma a quanto pare ricevetti una risposta diversa da quella che mi aspettavo.

-Non credo che verrò. Almeno so che vorresti ma non so se farei un favore a me stesso. E poi di cavalieri c’è ne sono già abbastanza. Non tanti quanto vorremmo ma neanche così pochi da essere tanto disperati.
-Sai che potresti provare e fallire? Tanti ci hanno provato e non tutti sono stati scelti dai Draghi.
-Lo so ma ho paura lo stesso. Rimanderò al prossimo anno. Credo. Spero solo di non avere più paura per allora

Disse ridendo. Una risata tirata, piena di paura e di dolore. E quel dolore si rifletteva benissimo nei suoi occhi in quel momento.

Poi con fare misterioso e gradandomi di tanto in tanto con un abbozzo di sorriso stampato sul suo volto, come aveva fatto mamma quella stessa sera, aveva preso il coraggio a due mani, e senza indugiare molto aveva messo le stesse intorno al suo collo e aveva tirato fuori da sotto la canotta una collana.

Era simile a quella che avevo io, ma questa era di un verde chiaro, quasi pallido, con incastonati cinque ametisti.

-Anche tu?

Gli chiesi.

-Già. Pure io. Dovrei essere contento ma per qualche motivo non so neanche io cosa pensare o provare. So che ormai sia io che Ulor facciamo parte di questa famiglia ma….

Senza finire la frase si era alzato e poi si era diretto verso la porta.

Prima che uscisse però lo fermai.

-Sai che sei mio fratello vero? Sia tu che Ulor. Entrambi lo siete. E questo non cambia nulla. E questo vale anche se non te la senti domani a partecipare alla Cerimonia. Quindi non avere paura. Fai quello che te la senti di fare.

Gli avevo detto.

Lui d’altro canto mi aveva guardato e questa volta sorridendo sul serio mi aveva guardato e semplicemente mi aveva risposto:

-Sai che sei come mamma? Ha detto la stessa cosa che ha detto lei. Più o meno.
   
 
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