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Autore: steffirah    20/11/2019    0 recensioni
Prompt della Touken week, dal 1 all'8 gennaio 2018.
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Cambiamenti, perdite, delusioni, ricordi, speranze, solitudine, amore. Queste le parole che coronavano la loro vita, ornandola di gemme cupe e radiose, di ombra e di luce.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaneki Ken, Kirishima Tōka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Febbre d’estate







 
Era la fine di giugno e Kaneki, seduto accanto ad una finestra con un libricino tra le mani, seguiva pensosamente il percorso tracciato da una farfallina azzurra, quando Touka entrò di corsa in camera, spalancando la porta. Si voltò stupito, aspettandosi che rientrasse più tardi – visto che le sue ragazze erano andate a trovare Yoriko, dopo che aveva scoperto di essere incinta –, e la trovò ansante e pallida, con Ichika tra le braccia. Si sollevò di scatto, avvicinandosi a loro, preoccupato.
“Cosa succede?”
“Ichika. Credo abbia la febbre.”
La tolse dalle sue braccia e la portò a letto, coprendola con vari strati di coperte. Era effettivamente sudata e sembrava avere difficoltà a respirare, col naso colante.
Non appena avvertì il tocco del padre la bambina socchiuse appena le palpebre, ma subito dovette richiuderle, colta da un potente starnuto. Tirò su col naso e lui afferrò prontamente un fazzoletto dal comodino accanto al letto, pulendole il moccio.
“Pa… ppà…” raschiò, con voce gracchiante.
Impensierito le porse un termometro, spostandole i capelli che le si erano appiccicati sul viso.
“Bentornata, Ichika-chan.” Le sorrise, continuando ad accarezzarla, e lei chiuse gli occhi, appoggiandosi contro la sua mano. “Dove ti fa male?”
Con una manina si toccò al centro del collo e lui rifletté su come potesse risolvere il problema, pensando a cosa faceva in passato in casi simili. Di medicine per il mal di gola non gli sembrava ne avessero in casa, avrebbe dovuto uscire per acquistarle. Tuttavia…
Sentendo il termometro suonare lo prese e tirò un sospiro di sollievo nel constatare che la temperatura fosse bassa. Doveva trattarsi soltanto di influenza.
Chiese a Touka di sostituirlo per un po’, approfittando del fatto che si fosse appisolata, per andare a preparare del latte e miele. Una volta pronto poggiò la tazza piena su un vassoio, spostandosi verso la credenza, cercando tra le caramelle regalatele da Saiko quelle che potevano fare al caso suo. Se non ricordava male, dovevano essercene alcune che facevano bene alla gola.
Ne trovò effettivamente alcune all’arancia e all’eucalipto e le posò accanto alla tazza, avviandosi verso la stanza dopo aver preso anche un olio essenziale alla menta piperita.
Giunto lì trovò sua moglie seduta sul materasso, a sfiorare in maniera terapeutica il viso della loro bambina, mentre ella le stringeva una mano. Nel sonno continuava a mormorare ‘mamma’ o ‘papà’, per cui si fece avanti, inginocchiandosi accanto al letto dopo aver posato il vassoio sul comò, poggiando la sua mano sulla loro.
“Siamo qui” la rassicurò, scambiandosi uno sguardo con Touka.
Lei sorrise, con muta gratitudine, ma non riuscì a nascondere l’apprensione.
Cercò di rassicurare anche lei, prima di svegliare Ichika e aiutarla a mettersi seduta. La coprì fino alle spalle, permettendo solo alle sue braccine di uscire fuori, accertandosi che riuscisse a tenere la tazza ancora fumante senza che si bruciasse e senza che la rovesciasse.
“Attenta che scotta.”
“Cos’è?” chiese Touka, avvicinandosi per sbirciarne il contenuto.
“Un rimedio casalingo contro il bruciore di gola.”
“Ed è buono?”
Storse il naso poco convinta, l’odore non tanto la convinceva.
“Dovrebbe esserlo.”
Fissarono col fiato sospeso Ichika che lo assaggiava, bloccandosi dopo un un sorso. Per un attimo temettero che potesse rigettarlo, ma immediatamente i suoi occhi, per quanto stanchi, si illuminarono, e continuò a berlo mostrando apprezzamento.
Sospirarono entrambi, rilassandosi dalla tensione dell’attesa. Appena ebbe finito le tolsero la tazza di mano e mentre Touka la metteva a posto Kaneki le applicò l’unguento sul petto e il collo.
“Pizzica?” chiese divertito, vedendola arricciare il naso e strizzare gli occhi.
“Un pochino.”
“Cerca di sopportarlo per un po’. Adesso dormi, così recupererai subito le energie. Guarda cosa ti aspetta quando ti sveglierai.”
Le mostrò le caramelle e stavolta i suoi occhi brillarono ancora di più. Annuì con foga, stendendosi per bene, biascicando loro la buonanotte prima di crollare del tutto.
I due coniugi le posarono ciascuno un bacio su una tempia e le rimboccarono le coperte, lasciandola riposarsi. Posarono la tazza al suo posto dopo averla lavata, dopodiché si spostarono nel salone, accomodandosi sul divano. Qui Touka appoggiò la testa contro la spalla di suo marito, tenendo i sensi all’erta.
“Guarirà presto” la tranquillizzò Kaneki, capendo cosa le stava passando per la testa.
Lei annuì, volendoci credere.
“Grazie per l’aiuto.”
“Non dirlo nemmeno” ribatté, giocherellando con le ciocche più lunghe dei suoi capelli.
Touka sbirciò nella sua direzione, notando che, per quanto si mostrasse calmo, anche lui era impensierito. Sorrise appena, mettendosi più comoda contro di lui.
“Touka-chan, più o meno quanto tempo ci impiegano i ghoul a guarire?”
“Poco, se si nutrono.”
Si scambiarono un’occhiata, convenendo che forse non fosse l’idea migliore.
“E gli umani?”
“Poco, se si curano.”
Sospirarono pesantemente, entrambi chiedendosi quale potesse essere l’opzione migliore per alleviare le pene della loro bambina, e ci si trastullarono talmente a lungo che non si accorsero del tempo che passava, finché la piccola non balzò sulle loro gambe, cogliendoli di sorpresa.
“Ichika-chan, dovresti stare a letto!” la rimproverò il padre, ma lei scosse la testa, cacciando la lingua. Così scoprirono che stava mangiando le caramelle, tutte insieme.
Kaneki si portò una mano alla fronte, Ichika sogghignò deliziata, mettendosi comoda tra di loro.
“Ti senti meglio?” si accertò Touka, spostandole i capelli dal viso, notando che stesse sudando di meno.
Annuì di nuovo con la testa, accoccolandosi contro di loro, finché non finì di ingoiare velocemente le caramelle per esclamare in tono acuto, mentre balzava in piedi: “Aaah!”
Kaneki si alzò immediatamente per correrle dietro, notando che andava ad arrestarsi a pochi passi dalla finestra, indicando un punto nel cielo.
“Che cosh'è?” domandò ingenuamente.
Suo padre fissò quel punto tra i cumulonembi, rallegrandosi. Si inginocchiò accanto a sua figlia, raggiungendo la sua altezza.
“È un arcobaleno.”
“Accobaleno” ripeté col suo linguaggio da infante, meravigliandosi.
Si aggrappò a lui, facendogli capire di voler salire più in alto, credendo che da lassù potesse riuscire a vederlo meglio, e lui la prese in braccio, rialzandosi.
Touka si avvicinò a loro, domandandole: “Ti piace?”
“È bellisshimo!” confermò pimpante, allargando le braccia a formare un arco nel cielo, quasi lei stessa lo stesse creando. Non c’era da sorprendersi che fosse tanto piena di meraviglia, considerando che era la prima volta in cui lo vedeva.
Si sporse poi verso i pastelli regalatele da Urie al suo primo compleanno, guardando con luccicante eloquenza suo padre.
“Va bene, lo facciamo anche noi.”
“Anche mama!” decise per lei, scendendo per correre a prendere matite e fogli, quasi inciampando nel tappeto – fortunatamente Kaneki la afferrò al volo. Da quando aveva imparato a camminare, e soprattutto a correre, dovevano starle sempre dietro come un’ombra, sperando che non si facesse male. Si assicurò che avesse ritrovato l’equilibrio prima di lasciarla, dopodiché tutti e tre si stesero sul tappeto nel salone a pancia in giù, gareggiando per vedere chi realizzava l’arcobaleno più grande e variopinto.


Era dalla nascita di quel piccolo fiore che la vita di Kaneki Ken e Kirishima Touka s’era riempita di nuovi colori. Colori radiosi, dipinti dalle sfumature della gioia, del calore, dell’amore.
E con essi, aveva finalmente potuto comparire l’arcobaleno che tracciava la loro felicità.
















 
Angolino autrice: 
Eccomi giunta alla fine di questa breve raccolta. Di questo lungo percorso. Buffo il fatto che mi sia partita "Mvt. 4 - Licht und Schatten" proprio ora che c'è il finale. Sa proprio di conclusione.
Ringrazio chiunque l'ha letta. Chi l'ha recensita e ha ancora voglia di farlo. E anche chi l'ha apprezzata in silenzio.
Grazie di cuore. 
Steffirah
  
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