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Autore: kisachan    21/11/2019    3 recensioni
[Dororo]
Dororo sgranò gli occhi. Quella voce le era familiare,calda , limpida , dolce.
Quella persona si avvicinò a Dororo e si chinò verso di lei.
"Dororo?"
Era lui, Hyakkimaru!"
Vi ho incuriosito?
Correte a leggere la mia prima fanfiction su Dororo.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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                                                  Un nuovo inizio accanto a te parte 2: matrimonio



 

In quei giorni Dororo era scostante, palesemente con la testa da un'altra parte e lo sguardo fisso nel vuoto.

Hyakkimaru si accorse dell’assurdo comportamento di Dororo e più volte tentò di rimanere solo con la ragazza, la quale si chiudeva in se stessa trovando qualche pretesto per tenerlo lontano. Il bel samurai incominciò a pensare che la sua presenza incominciasse a turbarla. Dopotutto non era stato ancora chiaro con Dororo su i suoi sentimenti per lei. Era quasi certo che il motivo fosse questo. Probabilmente era stata anche influenzata dalla vecchia del villaggio alla quale, dal primo incontro, Hyakkimaru non le era piaciuto. E ogni volta che la vecchia posava il suo sguardo su di lui pareva che volesse bruciarlo con una sola occhiata. Hyakkimaru era ignaro delle vere ragioni per le quali Dororo era così scostante e assente. Ma era quasi convinto che fosse lui la causa dell’atteggiamento della ragazza. Il suo comportamento così ambiguo nei confronti di Dororo, aveva portato la ragazza ad estraniarsi e chiudersi in se stessa. Voleva parlarle, stringerla a sé e rivelarle finalmente i suoi sentimenti.

Era perso nei suoi pensieri, mentre fissava distratto l’orizzonte tinto di arancio e viola. Quel tramonto così bello davanti ai suoi occhi lo rendevano triste e angosciato. Più volte aveva visto il sole tramontare durante il viaggio con Dororo. Quel sole tiepido che lasciava il posto alla notte, così arancione e brillante illuminava il viso diafano della bella Dororo. Tante volte si era soffermato a contemplarla quando il vento le sfiorava i lunghi capelli corvini legati in una morbida coda. In quei momenti di dolcezza e semplicità, il cuore del bel samurai si sentiva appagato. E in quei momenti Dororo si voltava verso di lui e gli sorrideva dolcemente, mentre i raggi del sole del tramonto le contornavano il viso. Quel ricordo non così lontano lo commosse e gli fece desiderare ancora di più abbracciarla forte e pronunciare quelle parole che teneva ancora taciute. Era stanco di non poterle parlare. Gli pareva assurdo. Voleva sentire lui stesso che era finita dalla stessa Dororo, anche se ciò avrebbe comportato perderla per sempre e definitivamente.

Dororo era affacciata dalla piccola finestra della sua stanza, fissando le stelle. Il firmamento si rispecchiava nei suoi occhi malinconici che furono bagnati da piccole lacrime che le rigarono il viso. La notizia del suo imminente matrimonio con il signore Feudatario la sconvolse fino a non riuscire a guardare in faccia Hyakkimaru e nemmeno parlargli normalmente. Non voleva sposarsi con un uomo che nemmeno amava. Sarebbe stato il suo sposo, il compagno della vita e lei non poteva più farci nulla. Odiava tutto ciò. Lei era innamorata di Hyakkimaru, unico grande amore della sua vita. In quel momento comprese ancora di più il dolore di Izayoji. Le circostanze erano di certo diverse, ma forse era ancor più doloroso sapere di amare qualcuno, e non poterlo avere, poiché per il bene del suo villaggio, doveva sposarsi con qualcuno che non avrebbe mai amato. Strinse con le mani il suo kimono, arrabbiata e angustiata con se stessa. Era sul punto di scappare via, ma avrebbe compromesso le vite delle piccole gemelle. Non sapeva più cosa fare.

“Dororo”.

Si sentì chiamare dopo aver sentito bussare alla porta. Hyakkimaru, pensò con il fiato sospeso. Era nel panico.

Hyakkimaru entrò nella stanza di Dororo un po’ titubante per poi avvicinarsi a lei.

“Hai un momento? Ho bisogno di parlarti.” Le disse gentilmente, sedendosi sul futon accanto a lei.

Dororo non proferì parola . Rimase in solenne silenzio senza voltarsi verso di lui.

Hyakkimaru addolorato da quel comportamento sospirò sofferente.

“Dororo, sono almeno due giorni che non mi parli… io ho bisogno che tu mi ascolti!”

Dororo chinò il capo affranta. Con il suo comportamento stava facendo preoccupare il suo Aniki.

Hyakkimaru sentendosi ignorato fece una smorfia di dolore e la voltò brutalmente, afferrandola per le spalle, verso di lui.

“Almeno guardami, Dororo! Se c’è qualcosa che non va dimmelo! Sicuramente io ho fatto molti sbagli e continuerò a farli, ma ti prego non ignorarmi!”Le disse tutto di un fiato con l’amaro in bocca per poi abbracciarla forte.

Dororo incominciò a piangere. “Hyakkimaru,” sospirò con un filo di voce, per poi ricambiare l’abbraccio e stringerlo a sé.

“Io… ti amo!”

Hyakkimaru le alzò il viso verso il suo per poi asciugarle le gote con le dita. “Dororo se mi ami ancora… allora perché in questi giorni tu…”

Dororo sorrise mesta, per poi appoggiare un dito sulle labbra di Hyakkimaru per zittirlo e per poi baciarlo con passione, come se volesse cancellare tutti quei pensieri che l’attanagliavano, rendendola triste e arrecandole tanto dolore da voler morire. Nonostante ciò, tra le braccia del bel samurai si sentiva al sicuro. Voleva abbandonarsi completamente e non pensare più a nulla.

Hyakkimaru ricambiò quel bacio per poi scioglierle i capelli e accarezzarle dolcemente la schiena. Averla al suo fianco era così appagante, così perfetto. Dororo gli poggiò una mano su una guancia per poi sorridergli e avvicinargli il viso al suo. “Amore mio… rendimi donna stanotte, ti prego!”Gli disse dolcemente e con le lacrime agli occhi.

Un emozione indescrivibile colpì Hyakkimaru dritto al cuore. Era il momento giusto? Poteva farlo? Sarebbe stato doloroso per Dororo? Tanti pensieri contrastanti lo perseguitavano, ma ogni suo dubbio o incertezza svanì del tutto quando il suo sguardo si posò su quello di Dororo.

La luce della luna illuminava la stanza creando una scia azzurra che contornava il corpo di Dororo e i suoi occhi grandi e marroni guardavano fisso Hyakkimaru quasi ad implorarlo di abbracciarla.

Il cuore di Hyakkimaru batteva forte e i suoi dubbi svanirono completamente. Abbracciò forte Dororo per poi prenderle il viso con le mani e guardandola intensamente pronunciò finalmente quelle parole che fino ad allora aveva taciuto.

“Dororo, io ti amo… ti adoro sin da quando eri una bambina! E ora voglio con tutto il mio corpo e tutta la mia anima urlare il mio amore per te.”

Dororo sgranò gli occhi scioccata ed emozionata. Finalmente il suo Aniki era stato in grado di dirle quelle parole che sempre aveva desiderato ascoltare da lui. Non voleva pensare più a niente, ma solo al suo Hyakkimaru. L’unico vero amore della sua vita. Dimenticando tutto e tutti, si lasciò completamente andare all’amore e alla passione che provava per il suo Aniki. Delicati e fugaci baci dava Hyakkimaru per tutto il corpo di Dororo, la quale ricambiava con tutta se stessa accarezzandogli la pelle tiepida e liscia.

Sin dalla prima volta che Dororo toccò le mani di Hyakkimaru, sottratte dai demoni e poi riottenute con tanta fatica, costatò quanto erano piacevoli al tatto; e in quel momento fatto di dolcezza e calore, sentirsi accarezzata da quelle mani e da quella pelle, le trasmettevano sicurezza e protezione. Hyakkimaru le baciò delicatamente un seno e si stese su Dororo per poi sfilarle delicatamente il kimono.

Una mano incominciò a sfiorarle l’intimità, con estrema delicatezza. Dororo socchiuse gli occhi, per poi cacciare un gemito dalle labbra. “Hyakkimaru.” Disse con la voce impastata dal piacere.

“Dororo, non ho mai desiderato così tanto qualcuno quanto te!”

Dororo si riprese per un attimo dall’estasi e un pensiero la bloccò.

“Hai avuto altre donne prima di me?” Domandò con lo sguardo perso e fisso su di lui.

Hyakkimaru la fissò per poi assumere un’espressone affranta e infine debolmente ammise.

“Sì, Dororo”. Il bel samurai indietreggiò e si coprì il viso con entrambe le mani. “Perdonami, Dororo”.

Dororo fissò le sue ginocchia nude con il capo chino. Quella rivelazione fu come una lama che le trapassò il cuore. Rimase in silenzio per poi avvicinarsi a Hyakkiamaru e dolcemente prendergi il capo e appoggiarlo sul suo grembo.

“Dororo?”Chiese Hyakkimaru incredulo e visibilmente confuso.

“Va tutto bene… io lo capisco!”

Hyakkimaru sorpreso da quella frase si alzò dalle gambe della ragazza.

“Perché, Dororo?”

Dororo sorrise dolcemente. “Vedi, io immaginavo che poteva esserci questa possibilità, anche se ho sperato fino alla fine non fosse così, ma dopotutto sei un uomo, perciò lo capisco e lo accetto, Hyakkimaru!”

Il bel samurai, con il volto addolorato, abbracciò forte Dororo. Con una tempesta di baci ricoprì il volto di Dororo, che con le lacrime agli occhi disse infine: “ti amo tantissimo amore mio!”

Si amarono per tutta la notte. Hyakkimaru, più volte e per tutto il tempo che avevano giaciuto insieme, cercò costantemente la sua Dororo, assaporando appieno quel dolce tepore che mai con nessuna altra donna aveva provato. Baci, carezze e quella passione che li aveva soggiogati da quando si erano rincontrati, furono i protagonisti in quella piccola stanza illuminata dalla luce della luna. I due si cercarono fino alle prime luci del mattino.

La flebile luce dell’alba accarezzò il viso addormentato di Dororo. Hyakkimaru, rimasto sveglio, contemplava la sua amata, vegliando i suoi sogni. “Ti amo, mia piccola Dororo”le sussurrò ad un orecchio per poi baciarle dolcemente la fronte.

Dororo aprì gli occhi per poi sorridergli felice e un po’ imbarazzata. “Non hai dormito?”Gli domandò per poi ricambiare quel dolce bacio tirandolo a sé .

“Ho vegliato su di te e su i tuoi sogni, amore mio”le disse per poi baciarle le mani.

La ragazza arrossì a quel gesto e ripensando a quella notte incredibile, nella quale era diventata una donna tra le braccia dell’uomo che amava.

“Amore mio, se non ci fossimo incontrati, mi saresti venuto a prendere?”Gli chiese all’improvviso, ma era una domanda senza la pretesa di una risposta. Hyakkimaru le sorrise per poi accarezzarle il petto. “Dororo, io non me ne sono mai andato davvero…”ammise per poi arrossire.

Dororo lo guardò confusa e infatti lo fissò in cerca di una spiegazione a quella rivelazione.

Hyakkimaru si mise seduto per poi abbracciare da dietro Dororo che appoggiò il capo sul petto di Hyakkimaru.

“Io ogni primavera vengo qui per vederti. Per vegliare su di te. Ogni tanto il Bonzo ti ha portato alcuni kimoni, giusto?”Disse a Dororo che fece un cenno di assenso con il capo.

“Ebbene ogni volta che veniva con un regalo dicendoti che li aveva presi durante i suoi viaggi, in realtà erano regali che ti mandavo io.”

Dororo arrossì per poi sgranare gli occhi. “Cosa? Quindi anche quello che porto sempre è un tuo regalo?” Hyakkimaru annuì rosso in viso.

“Quando il Bonzo Biwamaru morì mi sono ripromesso che sarei venuto a prenderti la prossima primavera. Lui era il legame che mi permetteva di vegliare su di te.”

Dororo incominciò a piangere per poi abbracciarlo. “Quando ho saputo della sua morte, ho temuto che potesse capitarti qualcosa, perché come te, anche per me Biwamaru sama era il legame che mi avrebbe fatto ricongiungere a te!”

I due rimasero abbracciati, tra baci e carezze, si riaddormentarono stretti l'un altro. L’alba lasciò il posto al mattino. Il vento sfiorava le foglie degli alberi.

Dororo si svegliò con lo sguardo perso nel vuoto. La bellissima notte fatta di amore e promesse aveva lasciato il posto a un nuovo giorno, ma carico di tristezza e dolore. Di lì a poche ore il signore Feudatario sarebbe venuto a chiedere la sua mano. Con il suo amato kimono tra le mani, che aveva scoperto essere un regalo del suo Hyakkimaru, Dororo uscì dalla sua stanza posando per l’ultima volta lo sguardo sul volto dell’uomo della sua vita.

“Ti amo, ti amerò per sempre, Aniki!”E con le lacrime agli occhi sparì dall’uscio della porta, lasciando Hyakkimaru addormentato sul loro giaciglio d’amore, ignaro di quali eventi avrebbero sconvolto di lì a poco le loro vite.

Il sole era ormai alto e Hyakkimaru fu svegliato dalla sua calda luce. Strizzò gli occhi infastidito dalla luce troppo forte che filtrava dalla finestra e voltò il capo ancora mezzo addormentato. In dormiveglia cercò con una mano Dororo. Più volte tastò il letto senza trovarla e così aprì gli occhi sorpreso che nel loro giaciglio d’amore di Dororo non vi era quasi più traccia, solo un lungo capello nero sulle lenzuola candide, che avevano custodito momenti preziosi la notte prima.

“Dororo”, pronunciò flebilmente con lo sguardo perso nel vuoto e con una strana sensazione che sentiva alla bocca dello stomaco.

Si sentiva preoccupato senza capirne il motivo. Si alzò di fretta per poi cercare il suo kimono che trovò per terra. Lo legò velocemente e uscì fuori dalla stanza.

Dororo era occupata a preparare la colazione per tutti i bambini, come era solita fare ormai da anni. In realtà cercava in tutti i modi di non pensare al suo imminente e triste futuro, altrimenti sarebbe scoppiata subito a piangere. Se Hyakkimaru l’avesse vista, di sicuro avrebbe fatto qualsiasi cosa in suo potere per salvarla da quel avvenire dal quale voleva scappare. Mentre lavava il riso, sentì una presenza dietro di lei. Si voltò subito credendo che fosse Hyakkimaru, ma davanti a sé c’era la sua nonnina che la fissava con un' espressione addolorata.

“Mi dispiace piccola mia”, le disse accarezzandole dolcemente una guancia. Dororo non proferì parola, anzi si voltò di nuovo e continuò quello che stava facendo. Era arrabbiata, ma non poteva farci nulla. Si sentiva triste e il suo cuore sembrava che stesse per scoppiare. Aveva paura. Paura che Hyakkimaru potesse odiarla, dopo che, finalmente, le aveva confidato e confessato il suo amore. Si morse un labbro nervosa e incominciò a sanguinare. Si toccò le labbra doloranti e una lacrima rigò il suo viso.

“Piccola, cosa hai fatto! Ti fa molto male?”

Dororo con un’espressione colma di ira si girò di scatto verso la vecchia. “Questo dolore non è nulla paragonato al dolore che proverò in futuro con quell’uomo!”Strinse i pugni per poi sbattere una mano sul lavabo.

“Dororo”, disse Hyakkimaru apparendo all’improvviso da dietro alla porta.

Le due donne saltarono alla sua improvvisa presenza. Dororo chinò il capo mentre la vecchia fissava Hyakkimaru con aria rammaricata. “Scusatemi, ho delle mansioni che mi aspettano”, disse infine la vecchia per poi andare via, lanciando un’ultima occhiata addolorata verso Hyakkimaru per poi sparire fuori dall’uscio della porta.

Hyakkimaru si avvicinò a Dororo e con le dita tolse il sangue sulle labbra della ragazza.

“Come hai fatto a farti male?Ti duole molto, Dororo?”Le disse dolcemente per poi avvicinare il viso a quello della ragazza con l’intenzione di leccarle il labbro ferito.

Dororo si scansò imbarazzata cercando di evitare lo sguardo del bel samurai. “Scusami Hyakkimaru, ero così presa con le faccende… mi sarò morsa mentre ero sovrappensiero”, gli mentì per non farlo preoccupare, ma non fu convincente. Infatti Hyakkimaru aveva visto Dororo e la vecchia litigare, ma non le fece ulteriori domande per non metterla a disagio. Si sedette sulla panca in cui erano soliti sedersi i bambini per mangiare, mentre guardava la sua Dororo impegnata con la cucina. Arrossì al pensiero che un giorno, da sposati, avrebbero consumato ogni pasto, cucinato da Dororo, insieme, per poi immaginarla nel far mangiare il loro bambino. Si commosse a quel pensiero. Finalmente avrebbe avuto una famiglia tutta sua e avrebbe cresciuto suo figlio con amore e calore.

Sorrise dolcemente per poi alzarsi e abbracciare da dietro Dororo. “Stamane sei ancora più bella, amore mio”, le disse bisbigliandole ad un orecchio. Dororo arrossì. “Hyakkimaru, i bambini verranno da un momento all’altro!”Disse la ragazza scostandosi di poco.

“Cos’hai, Dororo?”Hyakkimaru non capiva il perché dello strano comportamento della ragazza. Sembrava restia a qualsiasi contatto con lui. Che si fosse pentita della notte passata assieme? Pensò con un magone in gola.

All’improvviso da fuori si sentivano urla e il nitrire di cavalli in corsa. Dororo andò sull’attenti con il fiato sospeso, fissando con aria angustiata un punto indefinito.

Hyakkimaru confuso dall’ atteggiamento della ragazza si precipitò fuori. Non sapeva il perché dell’agitazione di Dororo, ma sapeva che quello che stava succedendo fuori dal rifugio c’entrasse in qualche modo con lo stato d’animo della ragazza.

“No Hyakkimaru – san, non uscite!”D’improvviso la vecchia apparve strattonandogli il kimono.

Hyakkimaru si voltò seccato. “Si può sapere perché siete così ostile nei miei confronti? So di non essere perfetto, so che in passato ho arrecato dolore a tante vite, ma io amo Dororo più che mai, vi è chiaro!?”Le urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Aveva i nervi a fior di pelle e il rumore che veniva da fuori incominciava a metterlo in un forte stato di ansia.

La vecchia sospirò angustiata. “Se dovete proprio andare allora andate, ma sappiate che la mia piccola Dororo non ha colpe. La colpa è solo mia!”Incominciò a piangere, coprendo il viso con il kimono dai temi floreali.

Hyakkimaru sgranò gli occhi scioccato e si precipitò fuori dal rifugio e la scena che apparve davanti ai suoi occhi lo fece rabbrividire: un uomo sulla quarantina, dallo sguardo beffardo, vestito bene e dall’aria apparentemente distinta, stava baciando la mano della sua Dororo, la quale aveva il viso ombrato e lo sguardo triste che fissava il terreno. Hyakkimaru, in collera, si mise tra i due sguainando la spada e porgendola, con fare minaccioso, verso l’uomo che lo guardò indignato.

“Hyakkimaru, no!”Urlò Dororo fermandolo e mettendo le mani sul petto del bel samurai che fu sorpreso dallo strano gesto di Dororo.Perché mai la sua Dororo proteggeva quel l’uomo?

“Chi è costui, mia giovane sposa?”Si apprestò a dire l’uomo mettendo una mano sulla spalla di Dororo che si strinse nelle spalle a quel gesto.

Hyakkimaru sgranò gli occhi sgomento, sentendo quella frase e stava per inveire contro quell’uomo che si stava prendendo troppe libertà con la sua donna, quando Dororo si avvicinò a lui con il volto rigato di lacrime. “Aniki, lui è…”

Hyakkimaru trasformò la sua espressione di rabbia in tristezza sentendo la parola Aniki. Il bel samurai si avvicinò alla ragazza, asciugandole una lacrima.

“E’ il mio promesso sposo…”ammise infine Dororo chiudendo gli occhi, perché altrimenti avrebbe dovuto vedere l’espressione del suo Hyakkimaru.

Il bel samurai, con il volto addolorato, chinò il capo verso di lei.“Ti prego dimmi che non è vero, Dororo!”La pregò sul punto di impazzire ma non ottenne risposta.

L’uomo si avvicinò ai due e strattonò Dororo per poi abbracciarla da dietro. “Chi siete voi e cosa volete dalla mia sposa?”

Hyakkimaru fissò angustiato la sua Dororo tra le braccia di un altro uomo, cercando di guardare solo lei, le sue labbra, i suoi occhi, i suoi lunghi capelli neri corvino, la sua pelle morbida e diafana, i seni sodi e il corpo sinuoso. Cercò di ricordare la notte prima, quando fece l’amore per la prima volta con lei, assaporando quell’atto finalmente ricolmo di sentimenti che mai avrebbe pensato di provare nella sua vita. Ripensò alle dolci risate della sua adorata Dororo, al suo bellissimo sorriso e alle sue guance arrossate. Tutto pur di scacciare l’amarezza e il dolore di quella scoperta: Dororo non era mai stata sua!

“Sono il suo Aniki”Disse infine scioccando la bella Dororo che con lo sguardo basso verso il terreno e le lacrime agli occhi si divincolò dall’uomo e scappò via. Hyakkimaru chinò il capo. Ormai l’aveva persa per sempre.

L’uomo si avvicinò a Hyakkimaru con fare amichevole. “Oh dunque siete solo il suo Aniki… orbene io sono il suo promesso sposo e sono il signore feudatario del paese vicino!”Disse quasi vantandosi e dando una pacca sulla spalla a Hyakkimaru, che disgustato da quel gesto se lo scrollò di dosso.

“Che modi!” Lo ammonì il signore feudatario, indignato da quel comportamento ai suoi occhi maleducato.

“Non ci faccia caso mio signore, Hyakkimaru è molto affezionato alla sua sorellina.”Disse la vecchia che apparve all’improvviso di fronte ai due.

-Sorellina?- Pensò Hyakkimaru sul punto di scoppiare. Non aveva mai pensato a Dororo come se fosse una sorella, nemmeno quando era una bambina. Forse l’aveva sempre amata. Di sicuro in passato non era amore passionale, ma un dolce sentimento di affetto platonico che pian piano, col tempo, si era trasformato in quel forte amore passionale che provava in quel momento e che gli era stato portato brutalmente via .

Hyakkimaru non resse più al suo stato d’ ira e andò via, lanciando sguardi di odio e rancore verso il signore feudatario e squadrando la vecchia da capo a piedi quasi se avesse voluto bruciarla con lo sguardo.

Dororo, in preda a un pianto disperato, stringeva le lenzuola del suo giaciglio che conservava i ricordi d’amore che aveva avuto con il suo Hyakkimaru. Strinse i denti, dando pugni sul futon. Stava impazzendo dal dolore. La sua mente continuava imperterrita a rivivere quel momento di strazio e a ricordare l’espressione di delusione sul volto del suo Hyakkimaru.

“Quando pensavi di dirmelo, Dororo?”Hyakkimaru le apparve da dietro con un espressione truce facendola saltare.

“Hyakkimaru… io.”Le parole le morirono in gola. Non sapeva da dove incominciare.

“Hyakkimaru? Non più Aniki?”Domandò il bel samurai con un sorriso amaro per poi accarezzarle le guance.

“Ti prego, dimmi perché!”Avvicinò la sua fronte a quella di Dororo, facedole strofinare. Dororo ricominciò a piangere per poi abbracciarlo. “Perdonami, ti prego perdonami!”Urlò dal dolore scoppiando in un pianto disperato, tenendo stretto il suo Hyakkimaru, che l’abbracciò forte a sé. Una lacrima rigò il volto sofferente di Hyakkimaru. “Amore mio, io ti amo!”Disse infine per poi avvicinare il suo viso a quello della sua amata e si baciarono con foga, passionalmente, senza mai fermarsi.

“Non voglio lasciarti a nessuno. Sei mia!” In vita sua Hyakkimaru aveva sempre combattuto per riottenere ciò che gli apparteneva di diritto e lo avrebbe fatto ancora. Dororo arrossì a quelle parole. Non aveva mai visto Hyakkimaru così deciso, così uomo. Si abbandonò a quelle calde braccia e a quella forte stretta e annuì appoggiandosi sul petto del suo amato. Dororo si addormentò stanca da tutti quegli eventi che l’avevano turbata fino a quel momento. Eppure tra le braccia di Hyakkimaru non aveva più paura.

Hyakkimaru contemplava il viso addormentato e visibilmente provato di Dororo per poi spostare una ciocca di capelli che le copriva gli occhi. Baciò una mano della sua amata per poi avvicinare le sue labbra all’orecchio di Dororo.

“I tuoi dolori li spazzerò via come una folata di vento, amore mio. Te lo prometto”, le sussurrò, infine, dolcemente abbracciandola stretta a sé, non smettendo mai di guardarla con lo sguardo sempre più innamorato.

“Dororo, ti amo”.

Il signore feudatario, Kazuma, sarebbe venuto a prendere Dororo due giorni dopo, per permettere agli abitanti del villaggio di preparare i festeggiamenti per il loro matrimonio.

La nonnina di Dororo con il volto ombrato di tristezza faceva misurare alla ragazza un kimono bianco e per tutto il tempo, Dororo non proferì parola. Stava seduta sulla sedia, ferma e immobile, mentre i suoi occhi fissavano inespressivi lo specchio di fronte sé. La vecchia, preoccupata del mutismo della ragazza, le si mise davanti e le poggiò le mani sulle spalle.

“Ti prego piccola mia, cerca di capire. So che ami il tuo Aniki, ma non avevo altra scelta!”Dororo la fissava torva e si alzò di scatto. “No. Non puoi capire! Tu che ti sei sposata con un matrimonio combinato e senza amore, non potrai mai capire!”

La vecchia le afferrò i polsi con le lacrime agli occhi. “Lo capisco benissimo, credimi, Dororo! Non sai quanto ho pianto tutte le mie lacrime e quanto triste mi sentì il giorno dopo la prima notte. Fu tutto così tremendamente doloroso! Non avrei mai voluto imporre una vita del genere a te ma ho dovuto per il bene di quelle povere piccole creature!”

Dororo chinò il capo e si inginocchiò a terra esausta e affranta. Non sapeva più come comportarsi, ma voleva credere nelle parole di Hyakkimaru che le infondevano speranza. -Devo credere in lui!- Ripeté a se stessa per darsi coraggio.

Hyakkimaru era seduto sull’erba secca ad ammirare il paesaggio circostante. Era stupito dal cambiamento che durante quegli anni avevano avuto le ex terre di Daigo. Il dominio di suo padre, Kagemitsu Daigo, su quelle terre era ormai un ricordo lontano. I bambini giocavano felici e i nuovi approvvigionamenti portati da lui e Dororo durante il viaggio e la pioggia di quei giorni aiutarono molto il raccolto. Era contento che tutto si era ristabilito e che gli abitanti potessero di nuovo vivere sereni. Nonostante ciò, il suo cuore era in tumulto per l’imminente matrimonio di Dororo con il signore Kazuma. Aveva promesso alla sua amata che avrebbe impedito a qualsiasi costo quell’unione. Se avesse sguainato di nuovo la spada contro il signore feudatario, avrebbe compromesso la vita degli abitanti del villaggio.

La sottile alleanza dei due paesi sarebbe stata spezzata e ci sarebbe stata una nuova guerra. Non poteva agire da sconsiderato. Doveva escogitare un modo appropriato per salvare Dororo da un destino triste e infelice.

I bambini del rifugio, che avevano scoperto il triste destino della loro sorellona, erano sconvolti, poiché desideravano che Dororo e Hyakkimaru un giorno si sposassero. Ognuno di loro pregò per la felicità di Dororo, fiduciosi che Hyakkimaru potesse salvarla da quell'uomo che l'avrebbe sicuramente resa infelice.

Il giorno delle nozze era arrivato. I festeggiamenti erano già nell’aria. Gli abitanti del villaggio avevano quasi preparato tutto il necessario per il matrimonio. Le donne del villaggio arrivarono al rifugio di buon mattino per preparare Dororo alle nozze. Il cuore di Dororo era in subbuglio.Un groviglio di emozioni la turbavano. Aveva la gola secca. Tremava e incominciò a mangiarsi le unghie dal nervosismo. Le donne del villaggio cercavano di tranquillizzarla in qualsiasi modo possibile ma fu tutto inutile. Dororo si alzò dalla sedia e uscì dalla stanza, seguita con lo sguardo delle donne con l’aria preoccupata. Doveva prendere tempo. Scappare non era una buona idea, ma non riusciva più a sostenere quel tripudio di emozioni contrastanti e la paura di doversi legare a quell’uomo.

-Hyakkimaru!- Pensò affranta per poi inginocchiarsi, facendosi scivolare sul muro per poi scoppiare a piangere.

Hyakkimaru vide tutta la scena e stava per correre da Dororo con l’intenzione di abbracciarla, ma fu bloccato dalla vecchia.

“Hyakkimaru san, devo parlarti.”Disse la vecchia con aria decisa.

Hyakkimaru per un attimo stava per rifiutare, ma fu colpito da quell’atteggiamento risoluto e la seguì in un posto più appartato per ascoltarla.

“Tu ami davvero la mia piccola Dororo?”Domandò la vecchia porgendo poi un fazzoletto bianco al bel samurai. Hyakkimaru annuì con decisione e prese il fazzoletto. “Cosa c’è dentro?” Chiese Hyakkimaru confuso per poi aprire e sgranare gli occhi da quello che vide.

“E’ la prova che Dororo è ormai vostra!”Disse la vecchia arrossendo di poco per poi unire le mani come segno di preghiera.

“Qualche giorno fa ero in camera della mia piccolina per cambiare le lenzuola, avete giaciuto insieme, vero?” Provo ad indovinare l'anziana con estrema e insolita calma nella voce. Hyakkimaru era scioccato. Non si spiegava il perché di quel gesto così strano e vergognoso nei confronti di Dororo. Si sentì disgustato. “Come osate mancare di rispetto alla riservatezza di Dororo?!”

La vecchia indietreggiò di poco. “Io la sto salvando! Ma per fare questo dovete mettere al primo posto lei e infangare il vostro nome se è necessario. Una donna non più illibata non la vuole nessuno!”

Hyakkimaru fu scioccato da quelle parole, ma avevano un fondo di verità.

Se avessero detto che il bel samurai aveva giaciuto con Dororo contro la volontà della ragazza, il signor Kazuma non avrebbe più voluto sposarla.

Così decise che quella era l’unica soluzione per evitare il matrimonio e acconsentì al piano proposto dalla vecchia.

A poche ore dal matrimonio, Hyakkimaru, deciso sul da farsi, si precipitò nel luogo della cerimonia.

Dororo era pronta, e indossava il kimono bianco. Lo stesso kimono che avrebbe voluto indossare quando avrebbe sposato Hyakkimaru. Sospirò e una lacrima le rigò il viso. Fece una smorfia di dolore quando Kazuma le porse la mano e le baciò una guancia, per poi sussurrarle: “Finalmente sarai mia e stanotte ti renderò una donna, mia dolce Dororo". Dororo ingoiò un boccone inesistente e incominciò ad avere paura. Se Kazuma avesse scoperto che lei non era più pura, cosa sarebbe successo? Il signore feudatario si sarebbe vendicato? Avrebbe fatto del male ai suoi bambini?Sicuramente non gli avrebbe mai permesso neanche di torcerli un capello. Anzi avrebbe dato la vita pur di proteggerli. I due, prossimi al matrimonio, si accinsero ad entrare nella sala della cerimonia, addobbata con fiori e stoffe preziose. Molte persone del villaggio che parteciparono alla cerimonia guardarono estasiati Dororo. Era stupenda vestita da sposa. Prima che l'anziana del villaggio incominciasse la cerimonia del thè per le promesse dei reciproci sposi, Hyakkimaru entrò all'improvviso nella sala, spalancando con forza i due pesanti portoni che chiudevano le quattro mura di quella stanza. Dororo sgranò gli occhi sconvolta dall'arrivo del bel samurai cercando nel suo sguardo una spiegazione. Hyakkimaru si avvicinò a Dororo e le bisbigliò all'orecchio: "Perdonami per quello che sto per fare."Le disse per poi frugare dentro al suo kimono.

Prese un pezzo di stoffa e lo porse discretamente al signore feudatario, il quale confuso guardò all'interno per poi strattonare Hyakkimaru adirato da ciò che aveva visto."Cosa significa questo?!" Hyakkimaru sorrise beffardo per poi divincolandosi dalla stretta di Kazuma.

"Quello che vedete! Dororo è mia! Lo è sempre stata, e prima che diciate qualcos'altro, sappiate che lo presa nonostante lei non fosse accondiscendente!"A quelle parole il signore feudatario si indignò e grignò i denti.

"Voi come osate mancarmi di rispetto?!Avete pianificato tutto per deridermi?"Dororo era scioccata da quello che stava succedendo.

-Non è vero!-pensò con le lacrime agli occhi e con il viso rosso dall'imbarazzo. Hyakkimaru si stava sporcando le mani e il suo nome per lei.

"Hyakkimaru no!Non farlo ti prego!"

Hyakkimaru le sorrise dolcemente, con uno sguardo colmo d'amore. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per la sua amata Dororo, anche infangarsi, anche apparire il peggior essere vivente sulla Terra."Non siate sciocco signore, vi pare che potessi lasciar a qualcun altro tale bellezza?"E dicendo questo, abbracciò Dororo in modo sensuale. "Non ho mai pensato a lei come ad una sorellina... vi è chiaro adesso, signor Kazuma?" Il signor feudatario indignato strattonò Hyakkimaru per poi dargli un pugno.

"Non voglio avere accanto un avanzo di qualcun'altro!"E, detto ciò, andò via irritato dalla sala con le sue guardie al seguito. Hyakkimaru appena l'uomo sparì dall'uscio dei due portoni tirò un sospiro di sollievo, ma Dororo lo schiaffeggiò, facendo saltare in aria i presenti ancora scioccati da ciò che era appena successo.

”Perché Hyakkimaru? Perché arrivare a tanto?!"Hyakkimaru sorrise dolcemente, mentre si massaggiava le due guance doloranti.

"Perché io sarò il tuo sposo! Dororo, io ti amo!" Le prese le mani per poi baciarle. Quello era l'unico modo per salvarla da quel destino. Non gli importava di apparire come un mostro. Era ormai abituato a quell'appellativo fin dalla nascita.

"Io sono un essere umano che commetterà sempre degli sbagli, ma ho bisogno che tu sia al mio fianco per diventare degno di vivere in questo mondo. Perciò Dororo vuoi sposare quest'uomo che sa solo sbagliare?" Dororo incominciò a piangere e intravide i bambini del rifugio e la sua nonnina annuire felici. Era libera di poter amare e di stare al fianco del suo unico e grande amore.

"Sì, dopotutto solo io posso sopportarti, Hyakkimaru."Disse Dororo beffarda ma con una forte emozione a farle battere il cuore. Sorprendendo tutti i presenti, saltò addosso al suo Aniki, per poi abbracciarlo forte e baciandolo con passione. Hyakkimaru ricambiò il bacio con ancora più enfasi e trasporto, lasciando a bocca aperta l'anziana che era ancora scioccata da tutto quello che era successo poc'anzi. L'anziana fece un colpo di tosse e poi annunciò: "Quindi adesso procediamo a questo matrimonio?" Hyakkimaru e Dororo sbuffarono una risata e gli abitanti del villaggio tirarono un sospiro di sollievo. La cerimonia procedette solenne e finalmente dopo tanti anni di separazione i due innamorati erano finalmente insieme, una cosa sola e uniti in matrimonio.

Mano nella mano i due innamorati passeggiavano sereni con il tramonto del sole che contornava i loro visi. Hyakkimaru guardava sereno il faccino del loro bambino che saltellava allegro sulla riva del fiume. Dororo gli sorrise per poi avvicinarsi al suo amato per poi bisbigliargli nell'orecchio: "Non c'è gioia più grande, vero?"Hyakkimaru sorrise per poi voltarsi di nuovo verso suo figlio."Già è così."Disse commosso quasi sul punto di piangere.

La vita finalmente aveva regalato a Dororo e Hyakkimaru la felicità. Finalmente erano insieme, felici con il loro bambino.

 

 

 

 

 

 

Fine

 

 

ANGOLO DELLA PSEUDO AUTRICE

 

Orbene ragazzi sono riuscita a pubblicare l'ultimo capitolo della fanfiction.Per me è stata una grande prova sia la fanfiction in sè e sia il capitolo finale dove si respira molto il maschilismo.Anche se è consono per quei tempi, ma Dororo è molto emancipata nonostante il tempo in cui è ambientata la storia . Infatti alcune tematiche faranno storcere il naso a parecchi, ma mi sono documentatata prima di esprre il contenuto così com'è e spero che il lavoro che ho fatto sia apprezzato almeno un pochino. Poi volevo scusarmi del ritardo, volevo pubblicare la scorsa settimana, ma ho avuto una paralisi parziale facciale e avevo problemi (anche adesso in realtà) a focalizzare dall'occhio destro a causa della paralisi appunto al lato destro.Scusatemi del ritardo davvero.
Spero che Questo ultimo capitolo vi piaccia e a presto (spero molto presto) alla prossima storia e chissà sempre su Dororo! Baci a tutti e alla prossima  da Kisachan.

SEE YOU 

 

  
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