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Autore: fenris    21/11/2019    4 recensioni
Salem è sul punto di mettere le mani sulle Reliquie e usarle per spedire i Grimm in altri mondi, compresa la terra. Gaia, Alaya e Zelretch non possono permetterlo, quindi fanno reincarnare otto Servant ai tempi del team STRQ. Cresciuti, questi Servant diventano prima Cacciatori e poi i genitori e insegnanti della nuova generazione. Riusciranno a scoprire cosa lega davvero i Grimm al loro mondo e a proteggere chi amano? Coppie: Jaune/Pyrrha, Yang/Weiss, Blake/Sun, Jeanne/Sieg, Ruby/Si- oc, Ren/Nora, Qrow/ Summer e altre.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri, Slash, FemSlash | Personaggi: Blake Belladonna, Nuovo personaggio, Ruby Rose, Weiss Schnee, Yang Xiao Long
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era bastato poco per rendere una situazione relativamente tranquilla piena di tensione ed estremamente pericolosa. Nella fattispecie il rapimento di quattro ragazze un po' troppo famose, di cui non era rimasta traccia.

 

Da un piccolo esercito di difesa preventiva( i cui responsabili si stavano per lo più rilassando), la presenza degli apprendisti Cacciatori a Vale si era rapidamente trasformata in una squadra di ricerca. Praticamente ogni singolo studente di Beacon e anche quegli in visita erano in una piazza a fronteggiare Glynda Goodwitch e Joseph Baker, il loro viso estremamente serio e preoccupato.

 

 

“ Ragazzi, sapete già cos'è successo: dopo aver essere state attaccato da Neo Politan e Jack lo squartatore(1), il team RWBY è sparito neanche mezz'ora fa. Potrebbe essere un piano della White Fang per prendere Weiss Schnee e Blake Belladonna in un colpo solo, tirando in mezzo anche le rispettive partner, o qualcos'altro, non possiamo essere certi. Ciò che conta per il momento è ritrovarle tutte e quattro il prima possibile. Sono stato chiaro? ”, ordinò il commissario alla folla di studenti davanti a lui con autorità impeccabile.

 

“ SI', SIGNORE!”, urlarono tutti i giovani Cacciatori all'unisono, prima di sparire all'istante lasciandosi dietro solo un refolo di vento. I due professionisti restarono quindi a discutere di quel disastro.

 

“ Joseph, dove diavolo pensi che siano finite?”, domandò Glynda al commissario una volta che furono da soli, il suo tono incredibilmente preoccupato, d'altronde non era mai successo che un intero team venisse catturato durante un simile spiegamento di forze.

 

“ Non ne ho idea. Ho già visto scene del crimine che apparentemente non avevano indizi... ma qui non ci sono veramente indizi, neanche dei fottuti residui di Aura. Ed era già successo quando mandarono due assassini a uccidere la spia di Vlad. Sparirono davanti a tutti.”.

 

“ Ah, ovunque sia, Summer vorrà la mia testa.”, si lamentò la strega trattenendo le lacrime. Aveva deluso una delle sue migliori amiche di sempre, una ragazza straordinaria che l'aveva aiutata durante gli anni d'accademia. Ma doveva rimediare subito, avrebbe trovato Ruby, Yang e le loro compagne a forza di scavare per tutta Vale.

 

Mentre i due Cacciatori professionisti riprendevano a loro volta la ricerca, Cinder osservava curiosa appoggiata a un lampione insiema a Diarmuid e Astolfo. Erano interessati più alle ragazze che avevano attaccato il team RWBY piuttosto che alle stesse. Non sapevano ci fossero stati ordini a riguardo.

 

“ Che ne pensate, opera di Jack?”, domandò la bruna. Non sapeva di effettivi ordini per occuparsi del team RWBY, ma aveva senso. La più piccola del gruppo si era già scontrata due volte col team, e la leader era stata ammessa a Beacon proprio per aver affrontato Roman.

 

“ Senza alcun dubbio. E mi stupisco personalmente che quelle ragazze riescano ancora ad affrontarla così facilmente.”, rispose Astolfo, sinceramente ammirato dai membri del team RWBY.

 

“ Jack ha perso l'abilità di far scordare ciò che la riguarda. In questo modo Ruby e le altre hanno potuto formare un piano a lungo andare.”, ricordò Diarmuid. Le ricordavano alcuni dei suoi vecchi compagni.

 

“ Ma perchè andare contro di loro? Anche uccidendole il piano non cambierebbe, né potrebbero aiutare. E soprattutto perchè sono a Vale? Sarebbero dovute rimanere al rifugio per respingere l'assedio.”, osservò Cinder. L'idea migliore che le veniva in mente è che Roman le avesse allontanate apposta. Il signore del crimine di Vale sapeva affezzionarsi piuttosto facilmente a volte.

 

“ Vorrei saperlo. Purtroppo dovrete cercarle da sole. Io devo affrontare l'ultima missione affidatami dalla nostra amata signora.”, disse Diarmuid con tono estremamente sarcastico. Il suo tono faceva capire che erano ordini tutt'altro che graditi. Come praticamente tutti quelli dati da Salem. Che razza di umiliazione.

 

“ Il sogno di cui ci parlavi?”, domandò ancora la ragazza, ricordando quanto gli era stato già detto quella mattina.

 

Diarmuid diceva di aver ricevuto ordini in sogno( cosa abbastanza comune per i servant grimmificati, che la sopportavano molto male) da... qualcosa. Collegato a Salem.Avrebbe dovuto incontrare una certa persona nella foresta di smeraldo. Qualcuno di cui aveva sentito parlare non poco.

 

“ Sì, Raven Branwen, l'attuale Dama della primavera e leader della tribù Branwen, è in zona... e devo andare a parlarle.”, sospirò il cavaliere. Aveva sentito di quella donna ed era una delle ultime persone che avrebbe voluto conoscere. In un istante sparì dalla strada.

 

 

*****

L'interno del rifugio della White Fang era diventato in breve un autentico inferno, e la maggior parte delle forze combinate di Vale, Atlas e Menagerie non era neanche entrata per evitare un sopraffollamento, per impedire le vie di fuga nei tunnel o per svelare subito tutte le loro carte. Già così volavano proiettili ed esplosioni da tutte le parti mentre i Grimm cercavano di posare le zanne sui loro assalitori.

 

Quegli strani Grimm rocciosi non aiutavano di certo. Erano forti, dotati di poteri elementali e tutt'altro che lenti in contrasto con le loro dimensioni. Fortunatamente Siegfried se ne stava prendendo cura a cavallo del suo drago. La possente bestia d'Aura, rimpicciolita per l'occasione alle dimensioni di un Beowulf, voleva per la caverna afferrando uno di quei cosi dopo l'altro e spedendolo in aria, dove venivano distrutti da un fuoco incrociato del drago e dei soldati sottostanti.

 

Peccato che qualcuno lo tenesse d'occhio. Una freccia gli passò vicino proprio mentre tentava una pericolosa manovra per atterrare su un gruppo di golem, facendolo quasi sbattere contro il soffitto. Riuscì a stabilirsi in tempo per fortuna e a riprendere il volo.

 

“ Che diavolo?!”, gridò il cavaliere prima di essere bersagliato da un'altra raffica di frecce. Avrebbe volentieri bersagliato di palle di fuoco chiunque lo stesse attaccando, ma non lo trovava. Vedendo la situazione in cui si trovava il marito, Jeanne amplificò i suoi sensi e controllò l'intero campo di battaglia, vedendo infine il suddetto arciere sulle spalle di un golem.

 

“ EHI, TU!”, urlò all'uomo, formando una sfera di fiamme bianche tra le mani, che si moltiplicò rapidamente in una raffica di palle fiammeggianti diretta contro l'avversario. Questi saltò su un altro golem evitando i frammenti dell'esplosioni e mirando sulla donna

 

“ Proprio lei doveva capitarmi?.”, sbuffò Archer riconoscendola ed evocando stavolta qualcos'altro: una strana spada dalla forma a spirale molto lunga, che tirò come fosse di gomma per poi incoccarla.

 

“ Oh, non ci provare!”, gridò un'altra voce, accompagnata da un'altra sfilza di palle di fuoco. Obbleck saltò rapido davanti ad Archer sbattendolo a terra con la sua mazza infuocata.

 

“ Voi Cacciatori siete i re delle seccature.”, disse questi materializzando una copia dell'arma di Qrow, colpendo il professore con un potente slash d'Aura, schivato all'istante. Quando riconobbe l'arma dell'avversario, per poco non gli venne un colpo.

 

“ H- harbinger? Come fai ad averla?- chiese stupito lo studioso, prima di realizzare - sei stato tu a attaccare Qrow mesi fa, vero?”, chiese con tono più calmo possibile, ricordando cos'era successo all'amico mesi fa. Leggendo il rapporto si parlava effettivamente di un guerriero capace di materializzare le armi altrui, ma non sospettava fosse un mezzo Grimm.

 

“ Indovinato- rispose il Grimm umanoide mettendosi lo spadone/ falce sulla spalla, pronto ad attaccare nonostante l'aspetto rilassato dell'avversario- avevo sentito che fossi un tipo intelligente e le mie fonti non mentivano.”. I due guerrieri si guardarono per diversi secondi, caricando energia dentro il loro corpo, prima che una voce li interruppe.

 

“ Obbleck, lascialo a me!”, intervenne Medea saltando in mezzo ai due contendenti, ribollendo di potere al punto di spaventarli.

 

“ Sicura?- domandò Obbleck, restio a far combattere un'amica da sola- non che dubiti delle tue capacità, ma stiamo parlando del tipo che ha mandato Qrow in ospedale. Un po' d'aiuto non ti farebbe male.”.

 

“ Non preoccuparti, i miei poteri sono molto più adatti contro di lui.”, assicurò la scienziata, attivando la sua semblance a piena potenza. La falce nelle mani di Archer si ridusse in una nuvola di frammenti appena venne avvolto dall'aura annullante di Medea. Archer guardò stupefatto la sua mano ora vuota.

 

“ Oh,cazzo...”, imprecò, prima di dover schivare una serie di laser da parte della scienziata, seguiti da fulmini. Ogni tentativo di creare altre armi fu vanificato dalla semblance di Medea, che disperdeva l'energia nel momento stesso in cui si aggregava. Disarmato, non potè fare altro che scappare e prendere le armi dei caduti, tentando a volte di lanciare vari proiettili distrutti sul momento da un semplice impulso d'Aura. Poco lontano i colleghi della donna se la cavavano altrettanto bene.

 

Vlad dal canto suo era decisamente grato che ci fossero più Grimm e robot che fauni. Da quando era diventato un Cacciatore, aveva riscoperto un certo gusto nella lotta. Nonostante fosse ritenuto tra i più abili strateghi di Remnant, specie quando si trattava di preparare il campo di battaglia, trovava grande sollievo nel poter semplicemente spegnere il cervello e trasformare in brandelli bestie d'ogni genere, come stava facendo in quel momento mulinando con destrezza Valacchia.

 

Non era nuovo a uccidere membri della sua stessa specie, ma avrebbe voluto evitare in quel momento. Bloccò il pugno di un golem per poi infilzarlo e trasformarlo in un groviglio di pali, che si diressero contro le altre creature e robot, trapassandoli all'istante.

 

“ Generale!”, gridò uno dei suoi uomini, un fauno caprone piuttosto giovane dall'espressione piuttosto preoccupata e armato con una grossa mazza.

 

“ Mata, che succede?”, chiese il suo superiore.

 

“ Altri di quei cosi stanno arrivando.”, disse il ragazzo indicando un nuovo gruppo di golem molto consistente, che si dirigeva proprio su uno schieramento di soldati Menageriani.

 

“ Schema gamma, ora!”, ordinò il fauno pipistrello. In un istante tutti i fauni nelle vicinanze al suo comando si disposero a cerchio, cui le creature di roccia corsero attorno. Il più grosso di quei mastodonti sparò una sfera di ghiaccio dalla bocca, ma uno dei soldati tirò fuori un bazooka, riducendo il proiettili in migliaia di frammenti. Decine di lance si alzarono quindi contro gli esseri di rocca, emanando potenti proiettili energetici che trapassarono un automa dopo l'altro.

 

All'interno del gruppo si trovava inoltre uno spazio vuoto. Vlad l'aveva già infuso di Aura e creò un tentacolo appuntito infuso di Polvere congelante, che infilzò un Nevermore sul colpo, trasformandolo in ghiaccio che divenne a sua volta base per altri pali, tutti diretti sui golem.

 

“ I guerrieri di quest'epoca sono davvero impressionanti.”, commentò una figura nera ai lati del campo, osservando il tutto, impressionato.

 

“ Ti godi lo spettacolo, alchimista?”, domandò una voce accanto, rivelando Gilgamesh con un ghigno beffardo, intento a sua volta a osservare i vari combattimenti.

 

“ Non posso negare che le loro tecniche posseggano un loro fascino. E l'amore che mettono nel creare le loro armi è quasi lo stesso che ho io con le mie creature.”, affermò Avicembron.

 

In quel momento i due servant videro passare Iskandar, il sorriso del re degli eroi si allargò ulteriormente, prese da una spada da un portale e si mise in posizione per partire.

 

“ Io purtroppo devo andare, a dopo.”, disse correndo via con un potente scatto d'Aura.

 

“ A dopo, Vostra maestà, io cercherò di farmi notare.”, disse il caster creando un sasso tra le mani. A detta di Salem aveva avuto bisogno di pochissimo tempo per scoprire la sua semblance, la capacità di manipolare il terreno come preferiva, dandogli opzioni in attacco, difesa e soprattutto nella creazione dei suoi capolavori. Con l'aggiunta della Polvere, era riuscito a farli più forti e numerosi che mai.

 

Alcune delle sue nuove creazioni si alzarono dal terreno prendendo posizione attorno a lui, uno di essi particolarmente luminoso. A sufficienza da attirare le attenzioni di Siegfried, che non esitò a far sparare una sfera di energia al suo drago.

 

“ TU?!”, gridò il cavaliere attivando della Polvere di tuono dentro Balmung. La sua cavalcatura si illuminò di fulmini e ne sputò uno dritto sulla barriera creata da Avicenbron. I quattro golem presenti si fecero avanti per bloccarla, ma furono ridotti in centinaia di frammenti. Un ulteriore assalto del dragò frantumò quella piccola protezione e Siegfried saltò sul caster.

 

“ Sbrigati, o Vale soffrirà un fato molto peggiore di questo piano di terz'ordine.”, disse il Servant.

 

“ Di che parli?”, domandò il cavaliere dai capelli albini.”

 

“ Ti ricordi la mia creazione più grande? Il nuovo Adamo?!”.

 

“ L- lo stavi già ricreando?”.

 

“ Sì, in questo momento è nascosto da qualche parte nel sottosuolo di Vale, nutrendosi di Polvere. Neanch'io so dove sia. Ma se mi uccidi...”.

 

“ Grazie dell'avvertimento, vecchio amico mio. Ti assicuro che sarò rapido.”, concluse Siegfried avvicinando la lama al suo collo.

 

Purtroppo qualcun altro vide quanto stava succedendo. Emerald e Mercury dall'inizio della battaglia avevano messo a frutto tutto l'allenamento di Salem, gettandosi tra le file dei soldati e affrontandone in gran numero senza troppe difficoltà, nonostante il fuoco pesante. Ma non ci voleva molto a capire quanto fossero in svantaggio, era solo questione di tempo prima della sconfitta. Per fortuna Salem l'aveva previsto e aveva pensato a uno schema, serviva solo una scusa per metterlo in atto.

 

Involontariamente, Siegfried aveva dato quella scusa ai due ragazzi nel tentativo di salvare Vale dall'ennesima minaccia. Guardando il cavaliere chino su Avincenbron, Emerald sussultò.

 

 

“ Mercury! ”, gridò la giovane ladra sgozzando un uomo di Iskandar e indicando la scena, avendo capito cosa Avicenbron voleva fare.

 

“ Lo vedo, non possiamo lasciare che si faccia uccidere. Tu preparati a eseguire il piano di fuga, ormai è finita.”, commentò il giovane assassino sparando una raffica di proiettili turbinanti contro Siegfried. La sua Aura assorbì l'impatto tranquillamente, ma venne comunque sbalzato via di qualche metro. Quando si rialzò, la coda si illuminò d'Aura e gli occhi divennero più simili a quelli di un rettile, illuminati dall'energia che scorreva nel suo corpo.

 

“ Ragazzo, stai giocando con forze che non conosci!”, sibilò il fauno coccodrillo guardando l'albino e ringhiando.

 

“ L'unica cosa che conosco è che non posso permettermi di perdere qui.”, disse sardonico il giovane combattente gettandosi contro Siegfried. Prima che questi però potesse levarglielo di dosso, Mercury sparì in una nuvola di fumo.

 

“ Cosa?”, si chiese ammutolito. Ma non potè interrogarsi oltre che venne atterrato da un gruppo di Creep e fu costretto a costruirsi una via a suon di fendenti. I suoi compagni affrontavano problemi simili... tranne una.

 

Atlanta aveva partecipato a innumerevoli battaglie, qualcuna anche più caotica di quella, in genere dalle retrovie per offrire supporto. Alcuni scontri li aveva vinti e altri li aveva persi, ma si era sempre fatta valere. Una cosa le accomunava tutte però, praticamente chiunque della fazione avversaria provava a ucciderla. Qui invece... ogni nemico sembrava attaccare chiunque meno che lei, che si trattasse di Grimm, robot o fauni. Ogni proiettile la evitava e nessuno armato per il corpo a corpo le si avvicinava.

 

Sparò velocemente una freccia a un gruppo di robot, distruggendoli in un'esplosione di Polvere. Gli ricordavano qualcosa, ma non riusciva a capire cosa.

 

“ Atlanta, tutto bene?”, le domandò Medea, avvicinandosi al suo fianco, il camice rovinato da frammenti di carne di fauno e materia nera. Sembrava aver corso parecchio, il tutto mentre combatteva a non finire.

 

“ Non va tutto bene, Meda. Va tutto TROPPO bene. Nessuno ha mirato a me da quando è iniziato lo scontro.”, spiegò rapida la fauna prima di incoccare un'altra freccia e colpire un Paladino Atlesiano. Alcuni Borbataskus cominciarono a rotolare verso le due donne, ma una raffica di ghiaccio creata da Medea li fermò sul posto.

 

“ Stavo inseguendo uno dei generali. E penso mi stesse portando da qualche parte.”, spiegò la strega in preda al fiatone.
 

“ Vengo con te.”, disse la leonessa, tornando a sparare frecce contro qualsiasi cosa si muovesse.

 

 

Nel frattempo Adam continuava il suo assalto su Ironwood, accompagnato da svariati Grimm( tutti legati a lui mediante la tecnica insegnatagli da Cinder) e golem che bersagliavano continuamente l'uomo con palle di fuoco. Il generale doveva fare continuo affidamento sul suo addistramento militare per evitare quegli attacchi, ben più pericolosi del fauno. Che sebbene sarebbe stato un facile avversario in circostanze normali, con così tanto supporto era una vera seccatura.

 

“ Te lo concederò, mr. Taurus, per quanto grandi siano i tuoi peccati sei comunque molto testardo.”, disse il moro per distrarlo sparando un altro colpo al fauno, che venne subito lanciato via dall'impatto sebbene avesse bloccato con la sua katana. L'arma si illuminò di un alone cremisi, indicando che la semblance di Adam era attiva.

 

“ E non hai visto tutto, razza di cane degli Schnee!”, gridò illuminandosi di quella stessa luce rossa e caricando uno slash contro l'uomo, che schivò di pochi centimetri per poi sparare altri proiettili, ma altri Grimm si fiondarono su di lui, prendendo i colpi per Adam e mordendo il braccio destro del Cacciatore. Dovette caricare un fiotto d'Aura per liberarsi, ma stavolta si prese il colpo in pieno. Fortunatamente lo danneggiò appena, era abituato a peggio.

 

“ Tutto qui?”, domandò sarcastico, prima di mordersi la lingua, decisamente Qrow l'aveva contagiato.

 

“ Ho appena cominciato.”, assicurò il fauno toro, ordinando ai Grimm di caricare nuovamente. Ma si sentiva sempre più stanco, ormai riusciva a sopravvivere solo grazie ai suoi Grimm, che sembravano sempre più forti. Cominciava a sospettare che Cinder gli avesse detto ancora meno di quanto pensasse... ed era tutto dire considerando che anche di Salem conosceva solo il nome.

 

Si gettò nuovamente contro l'Atlesiano ancora fermo, mirando la lama al suo petto. Digrignando i denti, James mandò un impulso d'Aura contro il braccio spingendo via il Beowulf che lo stava trattenendo. Ora liberato, puntò la pistola contro Adam prima che potesse riutilizzare la sua semblance e lo bersagliò con tutte le munizioni che teneva in canna.

 

“ Mhh, come supponevo. Sei solo un pesce grosso in un laghetto.”, commentò Ironwood deluso prima di abbassare la sua pistola sul cranio di Adam. Ma in quel momento la figura del fauno svanì. Il generale purtroppo non ebbe tempo di capire cosa fosse successo, che dovette difendersi da un'altro attacco di Grimm.

 

Altrove i pesi massimi si stavano affrontando poco lontano, tra armi lanciate ad altissima velocità sull'altro e bagliori di Polvere o Aura.

 

“ ISKANDAR!”, urlò Gilgamesh avvolto da un alone nero e dorato, scontrandosi col generale spada contro spada mentre il terreno sotto di loro si spaccava. Un fendente dopo l'altro mentre il generale e il re si muovevano con destrezza e letalità, i loro piedi si muovevano in una danza che sembrava quasi concordata da ere. E forse lo era per come si guardavano.

 

“ N- niente male!”, disse il guerriero dai capelli rossi schivando un affondo e tentando un contrattacco, subito nullificato da decine armi provenienti dai portali del re di Uruk. Evitate anche quelle, rispose con un getto di fiamme bianche, parate facilmente da uno scudo evocat all'istante dal Re degli eroi.

 

Da lontano Lancelot, che aveva appena finito un branco di Ursa, vide tutto e si preparò ad agire per proteggere il suo vecchio leader, attivando la propria semblance e buttandosi contro Gilgamesh come un missile atomico. L'impatto scagliò entrambi i guerrieri contro una casa vicina, facendola esplodere in migliaia di frammenti. Prima ancora che il fumo seguente si diradò, i due guerreri si scontrarono con una lunga serie di fendenti e sebbene l'abilità nel corpo a corpo di Gilgamesh fosse migliorata, non era abbastanza per il miglior spadaccino del mondo.

 

“ Ah,vedo che hai ancora la tua armatura. E' diventata la tua semblance, immagino.”, osservò il sovrano vestito d'oro, osservando come l'armatura di Lancelot era cambiata dai loro ultimi incontri. Molto meno oscura rispetto al passato e il potere che emanava era decisamente maggiore, in effetti doveva immaginarlo dallo scontro con Iskandar. Il che significava anche che non poteva permettersi di abbassare la guardia. Lancelot in tutta risposta fece un lieve inchino.

 

“ Avete ragione, vostra maestà. E fortunatamente non ha gli stessi difetti della vecchia versione come avrete modo di vedere.”, sorrise il cavaliere lanciando uno slash, parato dallo stesso scudo di prima, spedendoglielo poi contro. Prese quindi un paio di spade e si lanciò in un corpo a corpo devastante, da cui i Grimm e gli ormai pochi membri rimasti della White Fang si allontanarono per sfuggire alle onde d'urto che si stavano generando.

 

 

“ N- non male, Gilgamesh, ma vediamo come te la cavi così.”, commentò Iskandar, attivando a sua volta il Knight of Owner e gettandosi nella mischia col partner, afferrando una nuova raffica di armi finite a terra con incredibile destrezza prima di rilanciarle a Gilgamesh, costretto a saltare per schivare e contrattaccare.

 

“ Pff, che Mi tocca fare.”, si lamentò il servant aprendo un immenso portale da cui uscì un'ascia immensa. I due guerrieri dovettero separarsi per evitare il devastante impatto che ne conseguì, e rapidi come saette bersagliarono l'avversario con una tempesta di proiettili di svariato tipo. La maggior parte rimbalzò sull'armatura di Gilgamesh, ma alcuni si infilarono nelle poche apertura che essa offriva procurando un bruciore non indifferente, facendolo sibilare dal dolore.

 

“ ORA!”, gridò Iskandar creando l'avatar di Siegfried, su cui Lancelot salì infondendovi la propria Aura. Il drago scarlatto venne avvolto dall'armatura del cavaliere e ruggì, prendendo il sovrano di Uruk a pugni e codate per poi stringerlo tra le proprie fauci. La forza di quel nuovo essere era a dir poco devastante.

 

“ Per l'amor del cielo, Iskandar, se devi liberarMi da questa miseria, usa almeno un metodo più dignitoso!”, si lamentò il guerriero nel tentativo di evocare altri portali, ma un altro morso penetrò la sua armatura. Non fosse stato per la sua solita flemma, Gilgamesh non avrebbe esitato a gridare dal dolore.

 

“ Scusatemi, Vostra maestà, spero la prossima volta saremo dalla stessa parte.”, disse Lancelot saltando con Arondlight sfolgorante d'energia pronta a decapitare l'avversario. Ma Gilgamesh non era il padre di tutti gli spiriti eroici per niente. Concentrando la propria Aura sotto di lui formò l'ennesimo portale, da cui emerse la punta di uno strano veicolo e purtroppo sia Iskandar che Lancelot se ne accorsero troppo tardi.

 

' Sono costretto a fuggire ancora una volta, che razza di umiliazione. Ma giuro che sarà l'ultima.', pensò l'antico sovrano facendo emergere finalmente la sua arma, che si rivelò essere una specie di rudimentale aereo senza calotta e con svariate ali simili a una farfalla. In un istante, il retro si illuminò ad un punto da abbagliare quasi tutti i fauni presenti e partì verso uno dei buchi aperti dell'inizio scontro, scaraventando via sia Iskandar e Lancelot

 

Nel frattempo Medea ed Atlanta avevano raggiunto Archer dentro un treno rotto, rimasuglio dell'attacco di Grimm che aveva ridotto quella zona in terra di nessuno. Atlanta entrò per prima puntando una freccia al buio, ma notò un brillio. Avvicinandosi notarono una specie di bolla rosa scuro fluorescente.

 

“ Cos'è?”, domandò Medea, osservando quello strano oggetto fluorescente. Sembrava quasi un organo vitale. Fu una voce familiare a risponderle.

 

“ Un teletrasporto, per quanto limitato. L'ho scoperto in alcune mie missioni per Alaya e l'ho copiato”, chiarì Archer apparendo dietro il duo, che gli puntò subito le armi contro per qualsiasi evenienza.

 

“ Emya, cosa vuoi veramente?”, domando la scienziata, ricoprendosi di energia elementale e pronta ad amplificare la sua semblance, se necessario.

 

“ Sebbene debba obbedire agli ordini di Salem, ho un limitato grado di autonomia. Quest'affare permetterebbe a chiunque abbia i dispositivi appositi di tornare qui. E' così che ho salvato due dei nostri collaboratori umani al porto.”, spiegò mesto il servant.

 

“ Volevi lo distruggessimo.”, capì Atlanta, non abbassando però la guardia. Dopotutto aveva avuto incontri non esattamente salutari con i simili di Archer.

 

“ E anche mettervi in guardia. Quello che è successo finora è solo uno scherzo. Noi siamo solo degli esperimenti con abilità e Noble Phantasm indeboliti, Salem sta perfezionando le tecniche di evocazione e corruzioni. I servant che arriveranno saranno ancora più forti. E con loro al comando, persino i normali Grimm diventeranno una minaccia ben peggiore.”, disse il Counter guardian mettendosi una mano sul fianco.

 

“ Fortunatamente stiamo lavorando da anni a un piano per entrambi i pericoli. E sta per compiersi.”, lo informò Medea, ripensando ai frammenti di Grimm ricevuti poche settimane fa in attesa nel suo laboratorio. I resti di una creatura fatta di disperazione che avrebbe potuta portare tanta speranza.

 

“ Va benissimo.”, disse Atlanta, caricando una freccia incendiaria e distruggendo quell'impianto rosa con un'esplosione. Prima che potesse però voltarsi verso Archer per fare la stessa cosa, il misterioso spadaccino era già sparito. Fu comunque l'ultimo incontro importante di quel giorno.

 

Ci vollero ancora diverse ore, ma alla fine non restarono più Grimm e tutti si arresero. Gli ufficiali guardarono tristi mentre i morti venivano stesi in mezzo alla foresta, i corpi martoriati coperti da un velo e i colleghi intenti a rendergli onore come potevano.

 

“ Non è stato facile, ma ce l'abbiamo fatta.”, domando il capitano Azure, saricoperto dai resti di diversi golem. I suoi uomini, insieme ai soldati, tenevano sotto tiro gli ultimi membri della White Fang e Roman. Il ladro aveva combattuto bene a modo suo, ma alla fine era stato sopraffatto dai soldati di rango più alto.

 

Poco lontano Vlad, Iskandar e i rispettivi team sedevano ai bordi di una delle buche aperte per entrare.

 

“ Sembra di sì, ma sento avremmo potuto fare di più.”, rispose Iskandar piatto. Non riusciva a sentirsi del tutto soddisfatto, Gilgamesh era riuscito a scappare ed era almeno per ora il più potente dei soldati di Salem. Era certo che dopo un breve periodo di pace sarebbe tornato all'attacco.

 

“ Possiamo andare a riposarci.amico mio, non sottovalutare ciò che abbiamo fatto oggi.”, sospirò Vlad, per una volta ottimista, tenendosi alla sua lancia e la grotta ormai ripulita.

 

“ No, hanno nascosto qualcos'altro in giro.”, intervenne Siegfried, tirando indietro i suoi compagni più stretti.

 

 

“ A che ti riferisci?”, le domandò Lancelot, intento a farsi bendare da Jeanne.

 

“ Una delle creature di Avicembron, quella più grossa per essere precisi.”, spiegò il paladino draconico. Praticamente tutti rabbrividirono, persino Vlad. Si voltarono tutti per assicurarsi che Ironwood o altri non stessero ascoltando e per fortuna non era il caso.

 

“ Fantastico. Dobbiamo sbrigarci a scoprire dove l'hanno messo e distruggerlo.”, sbuffò Iskandar.

 

“Lo diciamo ad Ironwood?”, chiese Atlanta.

 

“ Solo quando saremo tornati a Vale.”, rispose Vlad. Il loro amico era ancora preso dal furore della battaglia e non sapevano come avrebbe reagito sapendo che c'era un'altra minaccia immediata da affrontare. Qualche ora di riposo e avrebbe potuto sapere tutto.

 

“ Dobbiamo trovarlo prima che cominci il Vytal Festival.”, sentenziò Jeanne, spingendo tutti ad annuire. I sette amici si diressero quindi verso i tunnel e uscirono da quel buco puzzolente, c'era ancora tanto lavoro da fare.

 

 

*****

Il team RWBY aveva perso il campo visivo per una manciata di secondi, ma la paura degli orrori che Jack avrebbe potuto scatenare gli avevano fatti sentire come ore. Finalmente però la misteriosa nebbia divenne meno fitta e poterono vedere dov'erano finite.

 

All'apparenza era una normale strada, ma osservando meglio le ragazze poterono vedere segni di usura del tempo, la totale assenza di negozi, finestre mezze rotte e lampioni, che non si usavano in tutta Remnant da decennni. Per di più l'aria che si respirava era a dir poco tossica, sembrava avessero buttato spazzatura dappertutto e invece di portarla via l'avessero nascosta sotto l'asfalto.

 

“ D- dove siamo?”, sussurrò Blake, mettendosi in posizione di guardia per ogni evenienza.

 

“ Ci ha teletrasportati a Mantle?”, ipotizzò Weiss notando lo strano aspetto della strada in cui si trovavano, simile alla vecchia capitale di Solitas. Ma era troppo vecchio anche per essere Mantle, neanche lì usavano ancora i lampioni.

 

 

 

“ Ma se anche fosse la semblance di Jack era manipolare la nebbia, non ho avvertito alcuna Aura in quello che ha fatto. E da quanto ho sentito, certi dispositivi di teletrasporto sono appena dei prototipi.”, affermò Ruby, ricordando la sensazione che aveva avuto scannerizzando quell'attacco.

 

 

“ Beh, le altre volte hanno dimostrato che non si possono sistemare semplicemente con qualche proiettile, quindi saranno ancora in giro.”, disse invece Yang con tono seccato ripensando ai loro vecchi incontri, mentre Zwei emise un ringhio.

 

Il gruppetto formato da quattro apprendiste Cacciatrici e un cane cominciò a muoversi, compatto come non mai e guardando per qualsiasi possibile imboscata. Si aspettavano tutte e quattro di essere viste e non a torto.

 

“ Ho sempre odiato i cani. Mi mordevano in continuazione.”, sussurrò Jack da un tetto osservando i suoi cinque obbiettivi.

 

“ Per non parlare di come sbavano.”, gesticolò Neo accanto con un'espressione disgustata. Ma non erano lì per parlare di cani. Dovevano prendere merce di scambio per liberare Roman nel caso venisse catturato.

 

“ Tornando al piano, bisogna dividerle. Evocherò qualche Grimm.”. Uno dei soliti portali di Jack si aprì,e ne emersero varie creature, tra cui un Beringel( a volte sopramminominato BK), un Grimm gorilla dotato di grande forza e agilità. Il bestione ruggì fragorosamente attirando l'attenzione dei suoi obbiettivi.

 

“ Oh, mamma.”, sussurrò Yang. Ora avrebbe tanto voluto portarsi dietro Gear Celica. Il gorilla saltò direttamente sulle ragazze, costrette a separarsi per evitare l'impatto: Yang, Ruby e Zwei da una parte, Blake e Weiss dall'altra.

 

“ Ce ne sono altri!”, urlò quest'ultima notando l'apparizione di altri Nevermore e Creep rispettivamente a mezz'aria e a terra. Non perdendo tempo, ricoprì Myrtenaster di Polvere tonante e lanciò una serie di saette, che colpirono quelle specie di coccodrilli a due zampe e deflettero le penne dei Nevermore. Neo però le apparve davanti all'improvviso, spedendola via con un fendente.

 

Blake si ritrovò da sola a occuparsi dei Grimm, tagliando Creep dopo Creep mentre usava i suoi cloni per evitare gli attacchi dall'alto fino a quando la via non fu finalmente libera e potè caricare uno slash verso l'alto, che tagliò un Nevermore.

 

' Se devo prenderli tutti così esaurirò l'Aura. Devo aiutare Weiss.', decise la mora correndo verso Neo, riempiendola di proiettili mentre duellava con l'albina. Approfittando del tempo concessole, questa attivo la Polvere nel suo fioretto, formando una lama dritta di ghiaccio attorno a quella normale.

 

“ Provaci ora, stronzetta.”, sibilò avanzando contro Neo. Questa parò col suo ombrello ogni fendente, lanciando onde d'urto per tutta la zona. Era un duello alla pari per abilità e forza.

 

' E' brava. Non per niente è stata allenata da Lancelot.', pensò la ragazza estraendo la propria spada dall'ombrello e tentando un doppio assalto, vanificato però da Blake.

 

“ Lasciateci subito andare.”, intimò la fauna prima di ricevere un calcio negli stinchi. Il successivo fendente venne evitato grazie a un clone e quella danza mortale ricominciò a pieno ritmo.

 

 

 

Dall'altro lato la situazione non era meno frenatica. Zwei si stava occupando della maggior parte dei Grimm sbranandoli fino all'ultimo, mentre Yang era costretta in un corpo a corpo contro il Beringel, evitando un pugno dopo l'altro e mirando al teschio dell'essere appena poteva con proiettili potenziati dai glifi.

 

“ Papà aveva ragione, combattere questi cosi è un incubo.”, disse la ragazza ripensando ai racconti di Taiyang. A detta sua quei primati erano un terribile mix di forza e agilità, e aveva ragione. Fu costretta a schivare un altro pugno, seguito da un morso. Provò a formare un glifo sul pugno per contrattaccare e lanciandosi in salto riuscì in effetti a fratturargli la mascella. Il Beringel però si limitò solo a urlare più forte e a lanciarla contro un muro vicino.

 

Poco lontano una lotta più raffinata, ma non per questo meno letale, continuava tra Jack e Ruby. La piccola Grimm mulinava i suoi coltelli come un vortice di pura malizia, obbligando il suo nemico a muoversi in continuazione per evitare e rispondere a suon di proiettili, che però venivano ammortizzati da una barriera di nebbia. Sembrava essere diventata ancora più forte da quando erano arrivati lì.

 

“ Jack, che diavolo vuoi da noi?”, gridò la mietitrice all'assassina durante un brevissimo momento di pausa, tenendola sotto tiro e cercando di nascondere la stanchezza. Jack però non si fece il minimo problema a nascondere l'odio che provava in quel momento per lei.

 

“ Mi servite per liberare papà.”, ribadì questa prendendo il suo revolver e bersagliandola con pallottole avvolte da una nebbia infuocata. Ruby attivò in risposta la sua iper velocità.

 

“ Pensi davvero ti aiuteremo a liberare quel porco?!”, gridò stizzita raggiungendo un tetto avvolta da un vortice di petali e lanciando uno slash d'Aura evitato all'ultimo da Jack, ma che lasciò un largo cratere nella strada.

 

“ Lo so benissimo, sarete solo merce di scambio.”, chiarì l'albina lanciandole tutti i suoi coltelli. Ruby schivò appena ancora, prima di rispondere con una raffica di proiettili. La mano di Jack, libera dalle sue armi, si trasformò nella bocca di un Beouwolf.

 

' C- cosa?', pensò la giovane leader spostandosi di lato quando quella si allungò, mancando di pochissimi centimetri un morso. Caricando Aura in Crescent Rose, sparò un nuovo potentissimo slash contro l'avversaria. Jack questa volta se lo prese in piena faccia. Approfittando del suo momento di stordimento, Ruby caricò delle pallottole gravitazionali versione extra strong e si lanciò davanti a Jack con uno scatto per poi sparargliele dritti nel petto, nella speranza di ucciderla una volta per tutte

 

Ancora una volta però l'inquietante bambina riuscì a sorprenderla. Formò un altro portale, da cui uscì un enorme Lancer, una vespa gigante corazzata, che sparò il proprio aculeo contro Ruby. Una visione sufficiente a spaventare l'altra combattente lì accanto.

 

“ RUBY!”, gridò Yang distraendosi dal suo scontro e prendendo quasi in pieno un pugno, ammortizzandolo appena con un glifo. Fortunatamente Ruby non era impreparata e riuscì ad evitare quella tempesta di pungiglioni e a portarsi davanti alla creatura, piantandole la lama dritta nel cranio e sparando nuovamente. Tutta la superficie dell'insetto venne trapassata da parte a parte.

 

“ Jack, dove sei?”, gridò atterrata. La risposta dell'assassina non si fece attendere, e un velo di nebbia si strinse al suo collo come una catena, che prese fuoco in breve sulla pelle della povera Cacciatrice. Zwei intanto aveva finito con le proprie prede e vista la propria padroncina in pericolo saltò su Jack, solo per finire in una strana massa apparsa all'improvviso. Erano... bambini?!

 

Erano tanti, identici a un Grimm come Jack e sporchi all'inverosimile, con uno sguardo vacuo. Si diressero verso il corgi, Zwei però non si fece intimorire e si gettò nella mischia, mordendo chiunque gli capitasse a tiro con più furia che mai, fino ad arrivare al centro di quell'incubo. Jack, ovviamente, che sparò dritta al cane. Questi schivò nuovamente e si buttò contro di lei, mordendole lo stomaco con ferocia inaudita. Al punto da bucare lo scudo che la proteggeva e infilare la propria Aura nella sua carne.

 

“ AAAARGH, NON UN'ALTRA VOLTA!”, gridò ancora l'assassina, stavolta in preda a un bruciore devastante. Colpì il cranio di Zwei con i suoi coltelli, ma non riuscì a oltrepassare la difesa della sua Aura e il cagnolino non mollò la presa. I suoi bambini si erano nel frattempo diretti contro Ruby, che restò paralizzata alla loro vista.

 

“ C- che diavolo sono?”, sussurrò terrorizzata guardando quei corpicini emociati che si avvicinavano verso di lei come zombi. Fece per riprendere Crescent Rose e spararli, ma... colpire dei bambini, per quanto mostruosi?

 

“ Aiutaci.”, implorarono quegli esseri con un tono disperato, sembrava davvero quello di qualcuno che non mangiava da mesi, se non anni. Il suono era quello di una lama in gola. Fortunatamente per la mietitrice, un corpo nero e bianco cadde di peso su quell'orda di corpicini malati trasformandoli in una poltiglia dello stesso colore. Dall'altra parte si trovava Yang, gli occhi color rosso sangue e avvolta da un alone di fiamme dorate, oltre che un fiatone pesante come non mai. Ruby riconobbe subito quell'aspetto.

 

Lo stato ultimo della sua semblance, con cui poteva arrivare a distruggere Grimm con un tocco( non contando neanche l'allenamento degli ultimi mesi)... e anche il segnale che ormai era agli sgoccioli, mentre quei cosi tornavano a rigenerarsi, materializzando per di più coltelli e pistole come quelli di Jack. Dovevano finirla subito.

 

“ R- Ruby, dimmi che hai un piano.”, disse tremante Yang, sentendo le proprie riserve esaurirsi ogni secondo di più. Ruby avvertì lo stesso e pensò in fretta. Ormai potevano solo colpire duro e sperare che bastasse a concludere lo scontro.

 

“ BURNING ROSE!”, gridò la rossa a squarciagola. La sorella riconobbe subito l'ordine ed afferrò la sorella minore per il mantello, alzandola in aria e lanciandola contro lo stuolo di nemici. In volo Ruby cominciò a roteare su sé stessa attivando la sua semblance a piena potenza e ricoprì d'Aura la lama di Crescent Rose. Quando il Beringel si alzò, l'ultima cosa che vide fu un vortice rosso di petali che lo tagliò in due assieme a quelle sottospecie di zombie. Atterrando, la rossa vide ai suoi piedi Zwei, spedito lì da Jack stessa, che si era in qualche modo ingrandita, irrobustendo le braccia con protezioni ossee appuntite e ali da pipistrello.

 

“ Quelli erano i miei amici. Non avranno mai la pace, solo dolore.”, sibilò minacciosa, prima di venire raggiunta da Neo, apparsa nella sua solita tempesta di vetro. Anche Blake e Weiss apparvero dietro le compagne di squadra, tutte col fiatone.

 

“ Come state?”, domandò la fauna gatta. Lei e l'erede degli Schnee avevano qualche graffio causato da Neo o dai Grimm, ma per il resto stavano abbastanza bene. Era comunque chiaro non sarebbero durate a lungo come le loro compagne.

 

“ Insomma, sono quasi agli sgoccioli, e Ruby non messa è molto meglio.”, informò Yang ansimando, pur cercando di mostrarsi forte di fronte ad amiche e nemiche.

 

“ Neanche Neo è messa così bene, possiamo farcela.”, affermò Weiss decisa. La loro leader annuì, quasi rinvigorita da quegli inaspettati quanto graditi rinforzi.

 

“ CHECKMATE!”, gridò Ruby. Riconoscendo l'ordine per la formazione ideata pochi mesi prima, Weiss creò un glifo d'accelerazione sotto sé stessa e Blake, che si diressero contro le due ragazze a velocità folle in un grande spettacolo di abilità. Sia Neo che Jack fecero del loro meglio per contrastarle in un rapido vortice di fendente, ma stavolta le due avevano un assoluto vantaggio in pura velocità al punto di evitare anche qualsiasi tentativo di attivare le loro semblance e rompere anche l'armatura improvvisata di Jack. Yang si unì subito colpendo Jack con proiettili potenziati dalla sua semblance.

 

“ ICEFLOWER!”, gridò nuovamente la leader in rosso. Weiss creò rapidamente un altro glifo davanti alla bocca da fuoco di Crescent Rose, da cui partirono proiettili avvolto da una sfavillente luce azzurra.Blake si tolse dalla traiettoria del nuovo attacco, che colpì in pieno Jack e Neo, ricoprendole di ghiaccio e bloccandole a terra. Per un momento il team RWBY fu tentato di esultare, ma la minuta assassina non aveva ancora ceduto.

 

Sotto lo sguardo orripilato delle nemiche si avvolse di liquido nero, che assunse lentamente la forma di tentacoli e zanne. Le mani delle ragazze cominciarono a tremare nel goffo tentativo di mantenere la presa sulle loro armi.

 

“ Oh, dei.”, sussurrò Yang mentre quell'abominio si allargava ulteriormente, fino a torreggiare su di loro, lo sguardo della serial killer una maschera di dolore e rabbia.

 

“ Non vi permetterò di prendere... PAPA'!”, urlò a pieni polmoni( o qualsiasi cosa avesse) la creatura, lanciando diversi tentacoli contro le quattro ragazze, stringendoli in una presa quasi liquida eppur devastante che distrusse gli ultimi rimasugli della loro Aura.

 

Il team fece del proprio meglio per liberarsi, ma senza Aura era come nuotare in una vasca di gelatina putrida. Era praticamente disperazione allo stato liquido quella in cui stavano annegando.

 

“ Q- qualcuno faccia qualcosa.”, pregò Blake facendo del proprio meglio per rimanere sveglia, mentre Yang sparava a più non posso, ma i suoi proiettili affondavano in quella roba provocando al massimo un senso di bruciore. Jack aveva ormai perso qualsiasi fattezza umanoide, al di là del busto che sporgeva da quell'orrendo blob, guardando soddisfatta la sua opera.

 

“ E' inutile, non ho più forze.”, sussurrò Weiss annaspando dopo aver provato invano a creare un glifo. Ruby intanto cercava di prendere Crescent Rose a tutti i costi, affondando le dita in quella melma color tenebra, grignando i denti e ignorando l'orribile sensazione di venire morsa e bruciata che sentiva costantemente.

 

“ Dai, piccola, vieni!”, grugnì la mietitrice rivolta alla sua arma, i muscoli tesi al massimo nel tentativo di raggiungerla e poi riemergere nonostante lo sfinimento. Stava per cedere, quando sentì una strana sensazione agli occhi, come un pizzicorio sufficiente a svegliarla.

 

“ Neo, tirale fuori e addormentale.”, ordinò Jack all'aperto, osservando soddisfatta le ragazze che affondavano ulteriormente dentro di lei . La ladra, per quanto ferita, prese una siringa e si avvicinò alla sorella adottiva, che fece spuntare Blake fino a metà torso. Tanto per sicurezza, l'altra avvicinò dei tentacoli puntuti accanto al suo collo con chiare intenzioni nel caso si risvegliasse.

 

“ Lasciala stare.”, disse all'improvviso la voce di Ruby ,uscita e intenta a puntare il suo fucile sulla testa ghignante di Jack, morendo dalla voglia di trapassarla con un proiettile che la congelasse fino all'ultimo centimetro per poi ridurla in frantumi.

 

“ Fai una mossa, puttanella, e la strozzo.”, minacciò l'Assassin stringendo la presa sul collo della fauna e avvicinando ancora quelle punte. Sentendo il sospiro soffocato di Blake, Ruby s'infuriò, illuminando gli occhi con un alone argentato. Alcuni punti della pelle di Jack cominciarono ad annerirsi, ma non ci diede troppo peso.

 

“ Lasciala, ora.”, ripetè la Cacciatrice, più aggressiva e ferma di prima, aggiustando ulteriormente la mira sull'occhio di Jack, intenta a spiaccicarla. Sentiva qualcosa ribollire dentro di lei, non era Aura... o almeno, non solo, era come una bomba pronta ad esplodere dopo essere stata repressa troppo a lungo.

 

“ Molla tu quel fucile, ragazzina.”, ribattè questi minacciosa, facendo ribollire la propria Aura e preparandosi a uccidere la ragazza dagli occhi d'argento e Blake, ma l'alone argentato si fece più forte. Jack cominciò a sentire paura, quegli occhi erano inquietanti, la facevano sentire in fiamme. E in effetti una fiammella apparve su di lei, diventando via via più grande assieme all'Aura argentata e cremisi di Ruby.

 

“ Ho detto... LASCIALA!”, gridò Ruby, la luce argente proveniente dai suoi occhi si intensificò e colpì Jack in pieno. La sua pelle venne ricoperta da fiamme mentre rilasciava un grido atroce. Il loro intero mondo sembrò farsi di bianco fino a sparire.

*****

 

La situazione a Vale non era cambiata intanto, tutti gli studenti avevano cercato per l'intera città ogni possibile traccia del team RWBY. Pyrrha e Nora avevano provato al locale di Junior, sapendo dei suoi trascorsi con Yang, ma era chiaro che non sapeva praticamente niente.

 

“ Idee su dove andare ora, Pyrrha?”, domandò Nora, mentre correva assieme alla partner sui tetti .

 

“ La migliore idea che mi viene in mente è andare alla stazione di polizia, forse Ruby e le altre si sono liberate da sole, ma hanno perso gli scroll.”, disse l'amazzone, cercando di convincere più sé stessa che l'altra. Era capitato a volte che i suoi fratelli sparissero. Atlanta e gli altri Cacciatori del vicinato erano sempre riusciti a trovarli in meno di una settimana senza danni a parte qualche livido, ma l'attesa era praticamente una tortura.

 

Ora erano sparite ben quattro Cacciatrici, talentuose e ben addestrate, proprio mentre tutta Vale era piena di team quasi allo stesso livello. Questo diceva più sull'inadeguatezza di Beacon o sulla forza dei loro nemici.

 

“ Spero che tu abbia ragione.”, sospirò la valchiria atterrando su un camino per riprendere fiato.

 

Improvvisamente videro un bagliore, non molto distante da dove il team RWBY era sparito. Le due non persero tempo a correre sul posto,Nora ricoprì entrambe le braccia di potenti saette nel probabile caso avessero trovato dei nemici. Arrivate, trovarono sei figure familiari(più un cane) stese a terra.

 

“ Ragazze!”, urlò Pyrrha correndo al fianco di Weiss e Ruby.

 

“ Ah, che è successo?- domandò Ruby, rialzandosi e vedendo le compagne accanto a sé- state bene?!”.

 

“ P- penso di sì, ricordo solo quel lampo argentato contro Jack. Lei ha cominciato a bruciare, poi è diventato tutto nero.”, spiegò Yang massaggiandosi la testa.

 

Tutte si girarono verso il corpo tremante della killer. Era coperto di bruciature e attorno a lei si trovavano i brandelli dell'abominio in cui si era trasformata. I suoi occhi cremisi fissavano Ruby con uno sguardo di puro odio.

 

“ V- voi... mostri...”, sputò prima di svenire accanto a Neo. Era una visione a dir poco pietosa.

 

“ Le diamo il colpo di grazia? Ha dimostrato di potersi riprendere da peggio.”, domandò Pyrrha alle sue compagne di scuola.

 

“ Cosa vi ha fatto a proposito?”, domandò Nora preoccupata, notando le loro ferite e tenendo Jack sottotiro. Sarebbe stata più che lieta di accontentare Pyrrha in fondo.

 

“ C- ci ha spedito in una specie di strada, un'altra dimensione o non so che altro. Pyrrha, Jack e gli altri come lei, qualunque cosa siano, non sono semplicemente ibridi tra umani e Grimm. C'è qualcos'altro dietro.”, spiegò Ruby, ancora scossa da qualsiasi cosa avesse fatto. Ebbe un piccolo capogiro e venne presa da Blake, che guardò storta le loro avversarie.

 

“ Un altro motivo per ucciderla una volta per tutte, credo.”, disse puntandole contro la pistola. La sua leader però la fermò con un gesto della mano e si rialzò con le sue sole forze.

 

“ No, un altro motivo per portarla da Medea. E' l'unica che può darci almeno qualche indizio su cosa sta succedendo. Weiss, rinchiudila.”, comandò con quanta fermezza le restava all'amica. Di malavoglia Weiss attivò la Polvere di Myrtenaster con la poca Aura che le rimaneva, intrappolando le due ragazze svenute in un bozzolo di ghiaccio e roccia. Yang la prese assieme alla svenuta Neo e tornarono dal resto degli studenti.

 

Era stata una lunga giornata e avevano tutte bisogno di riposo in fondo. Non sapevano quanto.

 

*****

Accecata dal bagliore del fuoco, Raven riuscì tuttavia a percepire una sensazione di vuoto intorno allo stomaco, che riconobbe subito come la stessa sensazione che provava quando usava la sua Semblance per viaggiare da un luogo ad un altro.

 

'Un teletrasporto?' pensò dimenandosi ancora per liberarsi, ma alla fine fu il suo stesso carceriere a mollarla nello stesso istante in cui le fiamme azzurre svanirono, per la precisione la scagliò via mandandola a sbattere con la schiena contro una superficie solida e ruvida. Rantolando per il dolore, l'ex-Cacciatrice aprì gli occhi e si ritrovò in una piccola radura all'interno di quello che sembrava un enorme bosco rigoglioso, circondata da alberi alti diverse decine di metri. Le bastarono solo pochi secondi per riconoscere quel posto come la Foresta di Smeraldo, uno dei luoghi naturali più ampi e conosciuti non solo di Vale, ma dell'intera Remnant. Rimessasi in piedi, Raven riportò rapidamente il suo sguardo sul suo aggressore e i suoi occhi rubini si piegarono per la rabbia dietro la maschera.

 

"Hassan?! TU?! Che diamine pensi di fare, eh?- ringhiò- Hai idea di cosa hai appena fatto?"

 

Il misterioso guerriero per tutta risposta incrociò le braccia e rivolse la propria Aura su Raven. Non era, come molti altri Cacciatori facevano, una tecnica per focalizzare il proprio istinto omicida al punto da schiacciare i nemici a terra, era più come lo sguardo di un rettile, ipnotico e gelido.

 

“Sono venuto qui per darti due possibilità, Raven. Puoi arrenderti, promettere di costituirti una volta per tutte e andare a salvare tua figlia. Magari potrai passare il resto della tua vita con lei e tuo marito appena la tua pena si sarà conclusa, o...- disse alzando un braccio e attivando con un piccolo impulso di forza spirituale le armi in esso contenute -…puoi lasciarmi proseguire col mio piano iniziale e morire come una Cacciatrice. Suppongo tu lo sappia già, ma ti sto dando questa scelta solo perché altrimenti Summer non mi perdonerebbe mai.” concluse calmo l'assassino, chiudendo con pochi passi la distanza che la separava da Raven e abbassando il capo per guardarla dritto negli occhi.

 

Sembrava quasi un confronto tra le loro stesse maschere, ma era come paragonare un giocattolo a un'arma vera.Nonostante la presenza opprimente dell'uomo, Raven sostenne il suo sguardo senza fare una piega. Anzi, dalle sue labbra nascoste dietro la maschera, provenne uno sbuffo sprezzante.


 

“Tu credi davvero di poter venire qui e minacciarmi con tanta presunzione? Sei molto sicuro di te o molto sciocco per farlo. Nel secondo caso, contrasteresti con l'idea di uomo pericoloso e astuto che mi ero fatta di te- Il suo tono si fece più rabbioso- Osi anche tirare in ballo Summer? Non hai il diritto di nominarla, come non dovresti nemmeno osare sfidarmi direttamente con tanta arroganza. Non hai idea del pericolo a cui vai incontro, King Hassan.”


 

Un lieve sospiro si udì provenire dalla maschera di Hassan, che sfoderò anche la sua arma piantandola nel terreno, prima di parlare ancora con voce molto più solenne: “Ti ho offerto una scelta, Raven, e l'hai appena presa. Una scelta che mi libera da qualsiasi segno di colpa- Non visto dalla bandita, un piccolo cristallo di Polvere venne caricato d'Aura e poi fatto cadere a terra.- Ricordati solo che qualsiasi conseguenza ricadrà sulle tue spalle.”.

 

Una volta finito di parlare, il cristallo si illuminò di luce bluastra ed esplose rilasciando acqua ad alta pressione nel raggio dell'intera radura, ma l'autore dell'attacco era già sparito quando questo si concluse.


 

Travolta inizialmente dall’improvvisa esplosione d’acqua, Raven recuperò rapidamente afferrando il tronco dell’albero più vicino e, puntati i piedi su di esso, distese di scatto le gambe balzando su un altro tronco, poi sul ramo più alto di un terzo e infine su un ramo ancora più alto di un quarto. Tenendo la mano destra sull’impugnatura della spada, Raven si guardò intorno per trovare Hassan, ma l’assassino sembrava sparito nel nulla.


 

“Dove sei, Hassan? Lo so che sei qui in giro- mormorò spostando lo sguardo da una parte all’altra della foresta- Dove sei…?”


 

“Qui.” Mentre quella voce, più gelida del vento di Atlas, soffiava quelle tre lettere nel suo orecchio destro, Raven avvertì distintamente la sensazione di una lama che si posava delicata sul lato sinistro del suo collo e di una mano forte come l’acciaio che si posava sopra la sua che stringeva l’impugnatura della spada, impedendole di estrarla. Un brivido le corse lungo la schiena e gli occhi le si dilatarono dietro la maschera. 'Com’è possibile?! Non me ne sono nemmeno accorta!'


 

“Questo è solo un colpo d’avvertimento, Raven. Serve solo a farti capire quanto sarebbe facile per me toglierti la vita- riprese la voce di Hassan, lieve eppure pesante come un macigno- Ora non mi ci vorrebbe nulla a premere questa lama sulla tua gola, una lieve pressione sufficiente a lacerarla, e la tua esistenza finirebbe in un istante. Un fugace battito di ciglia e la grande leader del clan Branwen sarebbe solo un ricordo, polvere sul terreno di Remnant. Così semplice. Così facile. E nemmeno i tuoi poteri di Dama ti aiuterebbero stavolta. Sarebbero inutili e futili quanto la tua ambizione- Sentendo la mano della donna irrigidirsi sotto la sua in preda al panico, Hassan sghignazzò- Oh sì, Raven. Io so tutto di te e del tuo reale potere, come il fatto che la tua vice, Vernal, non è altro che uno specchietto per le allodole per nascondere la tua reale identità. Un simile trucchetto potrà anche funzionare coi tuoi leccapiedi, ma credevi davvero che potesse ingannare me? Ingenua. Io ho occhi e orecchie ovunque e so tutto quello che c’è da sapere su ogni continente. TUTTO- Contro tutte le aspettative di Raven, la presenza di Hassan scomparì rapida com’era apparsa alle sue spalle e si sentì di nuovo libera. Si guardò intorno solo per constatare che il leader degli assassini era svanito di nuovo- Ma come ho detto, non permetterò che finisca tutto così presto. Sarebbe noioso per me e troppo facile per te- risuonò apparentemente da ogni direzione la voce dell’uomo- Combattimi con tutto ciò che hai, Raven Branwen. Vieni da me con tutta la tua forza, i tuoi poteri, la tua determinazione…e guardami mentre li demolisco uno ad uno. Mentre ti faccio realizzare la differenza abissale che esiste tra noi due. Mentre ti porto via tutto quello per cui hai così egoisticamente sacrificato ciò che c’era di davvero importante per te nella tua vita. Solo quando non ti sarà rimasto più niente e avrai compreso cos’hai davvero perduto prima di questo giorno…solo quando sarai in ginocchio davanti a me con dolore e rimorso nei tuoi occhi…solo allora…avrai il mio permesso di morire.”


 

Rabbia pura e incontrollata come mai ne aveva provata prima pervase il corpo di Raven, la quale afferrò la propria maschera e la scagliò via rivelando il volto deformato dalla rabbia e gli occhi cremisi da cui ora sembravano trasudare fiamme ardenti.


 

“Troppi errori hai commesso oggi, Hassan! Il peggiore è non avermi uccisa quando potevi! Non avrai più altre occasioni!” gridò per poi sollevare una mano e generare da essa un globo di luce azzurra, che lanciò verso il cielo. Superate le cime degli alberi di almeno un centinaio di metri, la sfera esplose in una miriade di schegge di ghiaccio che piovvero sulla foresta sottostante, spezzando rami e fronde e talvolta anche tronchi. Nel mentre, Raven controllò bene i dintorni e, alla fine, udì un rumore d’impatto e si girò in tempo per vedere Hassan saltare su un ramo vicino, parando nel contempo le schegge col suo scudo.


 

Ghignando, l’ex-Cacciatrice estrasse la sua katana dal fodero, ora presentante una lama di Polvere rossa, e si scagliò sull’assassino, il quale non si fece trovare impreparato e bloccò il colpo con il suo spadone. I due balzarono poi sul terreno forestale, dove ingaggiarono un feroce scambio di fendenti, stoccate e affondi; l’arma di Raven era più agile e rapida per le sue dimensioni più piccole, ma Hassan maneggiava la propria con incredibile maestria e sapeva sfruttare perfettamente le sue maggiori dimensioni per parare buona parte degli attacchi dell’avversaria con pochi e precisi movimenti. Muovendosi entrambi così velocemente da risultare invisibili all’occhio nudo, Raven e Hassan continuarono per un po’ il loro duello, finché un fendente improvviso dell’assassino mandò in frantumi la lama della spada della donna, la quale fu costretta a balzare indietro per evitare il colpo successivo che impattò invece a terra alzando un gran polverone.


 

Raven rinfilò l’impugnatura nel fodero, il cui tamburo ruotò per fornirle una nuova lama di Polvere stavolta gialla, ma quando la risfoderò e fece per contrattaccare, si accorse che nel frattempo Hassan era di nuovo sparito.


 

Prima che potesse espandere la propria Aura per rintracciarlo, una raffica di coltelli provenne da una delle poche chiome rimaste intatte dopo la pioggia di ghiaccio, accompagnati da altrettante scie infuocate, che la bandita respinse con pochi colpi della sua arma. Tuttavia, nel momento in cui caddero a terra, i coltelli esplosero in piccoli geyser di fuoco che, pur non causando danni, la costrinsero a chiudere per un istante gli occhi, offesi dalla luce e dal calore. Approfittando nuovamente del piccolo attimo di cecità di Raven, Hassan apparve accanto a lei in uno sbuffo di fiamme azzurre e piantò un pugno dritto nello stomaco di lei, incanalandovi un potente fiotto d'Aura che la scosse da capo a piedi.


 

Quindi l'assassino si spostò con un semplice scatto dall'altro lato della radura, ricoprendo intanto il proprio scudo con un piccolo strato di vento. Sapeva benissimo quanto Raven fosse soggetta alle proprie emozioni, in particolare quando provocata. E lui aveva passato anni a imparare come sfruttare l'orgoglio dei suoi nemici contro sé stessi. Inoltre, il colpo che aveva appena sferrato era un altro punto chiave della sua vittoria ed era andato a segno. Ora non doveva fare altro che pressarla per farle usare continuamente tecniche potenti e avrebbe prevalso senza troppe difficoltà. Con quel pensiero, scomparve di nuovo in una fiammata azzurra.

 

Tuttavia, Raven Branwen non era diventata tanto famosa e temuta solo per voci esagerate messe in giro dai suoi nemici o dal suo stesso clan. Il suo talento e la sua forza erano reali, così come la sua esperienza. E fu proprio l’esperienza a giungere in suo aiuto, fermando il nuovo attacco su larga scala che stava per creare; difatti, seppur furente per le insinuazioni di Hassan, Raven aveva ben compreso che questi era un avversario da non sottovalutare e dunque non poteva permettersi di usare i suoi poteri in modo incontrollato, soprattutto contro un nemico tanto schivo. Doveva usare anche lei l’astuzia.

 

Piegandosi sulle ginocchia, la donna poggiò una mano a terra e chiuse gli occhi, concentrandosi apparentemente nel percepire le vibrazioni del terreno per rilevare un qualche spostamento sopra di esso. Tuttavia, nel momento in cui altri coltelli spuntarono dalle fronde degli alberi diretti verso di lei, la donna si rialzò di scatto e generò con un gesto della mano un piccolo vortice di vento intorno a sé, catturando e rilanciando le armi nella direzione da cui erano venuti.

 

Una nuova esplosione di fuoco distrusse la chioma dell’albero più vicino, ma di Hassan non vi era nemmeno l’ombra. Perlomeno non lì, visto che Raven si avvide di un movimento alla sua destra, dietro un albero non lontano, e si lanciò istintivamente contro di esso menando un fendente che tagliò in due il tronco, rivelando la figura di Hassan che balzava indietro per evitare il colpo.

 

“Eccoti!” esultò Raven con un ghigno prima di assalirlo con una serie rapidissima di fendenti che Hassan parò col suo scudo prima di tentare un affondo col suo spadone. La donna deviò il colpo e rispose con un altro fendente che l’assassino parò di nuovo con lo scudo; la lama di Polvere stavolta non resistette all’impatto con la barriera di vento intorno alla protezione e andò in pezzi, ma Raven rinfoderò l’arma e balzò indietro con una prontezza sorprendente persino per una combattente del suo calibro. Hassan saltò avanti cercando di approfittare dell’apparente apertura, però fu Raven stavolta a sorprenderlo: invece di riestrarre la sua spada, la bandita poggiò il palmo destro a terra e generò un’onda di energia azzurra che congelò il suolo fino ai piedi dell’assassino, avvolgendo anche questi nel ghiaccio e bloccando la sua carica sul nascere. Ghignante, Raven scattò in avanti e ritirò fuori la sua spada, ora dotata di una lama nera, con un fendente diretto al collo di Hassan.

 

A salvare il gargantuesco sicario fu ancora una volta la sua Semblance. Sparendo nuovamente in uno sbuffo di fiammelle cianotiche, Hassan riapparve a una decina di metri dal suolo, Polvere rocciosa già selezionata nel collettore del suo spadone. Con un rapido movimento, un pilastro di roccia si infilò nel terreno accanto a Raven, prima di esplodere a sua volta in altri frammenti.

Cogliendo il pericolo incombente, la mora fu lesta a saltare via per evitare la gabbia di roccia che si formò quasi istantaneamente, ma si ritrovò intrappolata in una sorta di strana sparatoria elementale col suo nemico. I due contendenti correvano infatti intorno al sentiero di lotta, con l’assassino che continuava a lanciare grosse schegge di roccia abbastanza grandi da impalare un Ursa e la spadaccina in rosso che le distruggeva prima che la raggiungessero con raffiche di scariche elettriche, ma senza trovare il ritmo per contrattaccare.

 

“Ti sei adattata in fretta, Raven- finse di complimentarsi Hassan, la cui intenzione però era di provocarla nuovamente o almeno distrarla per qualche altro minuto- Come forse sai, io e i miei allievi abbiamo ben poco rispetto per voi Dame, o per chiunque faccia affidamento su un potere che non è veramente suo... ma la mia carica mi impone di dare rispetto a chi è in grado d’intrappolarmi con un trucco così semplice. Soprattutto se usato tanto rapidamente!”

 

Per tutta risposta, Raven rinfoderò la sua spada e, raccolto un fiotto di elettricità in entrambe le mani, le alzò poi al cielo facendo cascare una decina di fulmini su Hassan, tutti nello stesso istante. Impossibilitato a schivarli, l’assassino dovette usare di nuovo la sua Semblance per teletrasportarsi fuori dal punto d’impatto dell’attacco, tuttavia la donna era rimasta di nuovo in guardia e, nel momento in cui lo vide riapparire dietro un albero a breve distanza, fece un ghigno mentre scagliava con un gesto della mano una serie di stalattiti di ghiaccio che Hassan bloccò con pochi fendenti, salvo poi trovarsi la lama della katana di Raven incrociata con la sua. Un confronto di forza partì tra i due, lama che spingeva contro lama, in cui nessuno voleva cedere.

 

“Ancora una volta parli in modo sprezzante delle Dame. Davvero le ritieni tanto insignificanti?” chiese Raven prima di forzare altra Aura nel suo corpo, le fiamme intorno agli occhi che brillavano più intense che mai, e Hassan si ritrovò sbattuto di schiena contro un albero. Il capo degli assassini rimase comunque in piedi e si rimise subito in guardia, ma non contrattaccò; i due presero invece a girarsi intorno, squadrandosi a vicenda: “Il potere è e rimane sempre potere, non importa da dove provenga. Credevo che uno come te comprendesse un concetto tanto semplice- proseguì la donna-Forse questo potere in origine non era mio, ma dopo che l’ho acquisito, ho imparato a usarlo in modi che molti nemmeno immaginano e così l’ho fatto mio e mio soltanto. E come tale ho pieno diritto di usarlo, soprattutto se può permettermi di proteggere la mia gente- Il suo tono divenne provocatorio- Non la pensi anche tu così? Non sei anche tu dell’idea che ogni propria risorsa andrebbe sfruttata appieno, King Hassan?”

 

Le fiamme che illuminavano le orbite dell'uomo sembrarono assottigliarsi mentre un flusso d'Aura scorreva lungo i suoi muscoli. Il suo spadone, Azrael, si mosse fulmineo contro Raven, la quale venne rapidamente chiusa in una gabbia di fendenti. Quei colpi erano più deboli rispetto ai precedenti scambi, ma erano sferrati con molta più velocità e soprattutto precisione, mirati ai punti deboli del corpo dell'avversaria, che, quasi senza accorgersene, si trovò lo spadone passare a pochi centimetri dal suo collo. Preparò allora una palla di fuoco per liberarsi nuovamente di Hassan, ma questi la sorprese con un calcio al plesso solare e stavolta fu lei a volare via.

“Qualche tempo fa sarei stato d'accordo con te, Raven- cominciò il sicario quando la Dama della Primavera finalmente atterrò- ma anni passati su Remnant a riformare la mia setta e allenare i miei studenti uno dopo l'altro mi hanno ricordato che il potere non è MAI uguale a sé stesso- Particelle di pietra si formarono nella sua mano libera, aggregandosi in un piccolo sasso ricoperto da fiamme azzurre- C'è differenza tra un potere guadagnato ogni giorno col sudore della fronte e una manciata di abilità rubate al loro vecchio proprietario per un tuo capriccio... O dovrei dire per la tua pigrizia?"

 

“Pigrizia?!” Quella parola sembrò suscitare particolarmente i nervi di Raven. La donna aprì la mano sinistra e, in un bagliore azzurro, si materializzò una spada di fulmini che usò in combinazione con la sua katana per tagliare la sfera di roccia fiammeggiante scagliata dall’assassino in quattro parti. Dopodiché Raven si scagliò in avanti e divenne letteralmente un tornado di lame che sferrò una moltitudine di attacchi con entrambe le sue armi contro Hassan, il quale parve per la prima volta seriamente in difficoltà in uno scontro all’arma bianca.

 

L’uomo usò Azrael e il suo scudo in combinazione per parare o deviare ogni attacco della donna, ma il loro numero e la loro ferocia erano tali che non gli permettevano di contrattaccare o teletrasportarsi con la sua Semblance. Quando alcuni fendenti arrivarono a scheggiare la sua armatura in più punti e sentì il suo corpo venire dolorosamente attraversato e intorpidito dalle scariche elettriche dell’arma nemica, Hassan decise di cambiare strategia: nel momento in cui Raven sferrò un colpo con la spada elettrica, lui immise la sua Aura nello scudo per attivare la Polvere in esso contenuta e uno strato di elettricità lo ricoprì formando una sorta di barriera. Lama e scudo elettrici si scontrarono e i due elementi, di pari potenza, si annullarono con un’esplosione tanto forte da sbattere indietro e mandare a rotolare a terra entrambi. I duellanti si rialzarono subito e ripresero a squadrarsi in cagnesco: “Che cosa vorresti insinuare, Hassan?- domandò Raven- Cosa ne sai tu di quello che ho fatto per avere e imparare a usare questo potere?”

 

Hassan si prese un paio di secondi per respirare, quell'ultimo attacco l'aveva fatto sentire... molliccio. Non solo aveva avuto finalmente prova della vera forza di Raven Branwen, ma l'attacco elettrico di quest'ultima l'aveva raggiunto fin nel sistema nervoso. Neanche quando aveva salvato Qrow da Archer si era sentito così dolorante.

 

L'Aura tornò a scorrere nel suo corpo guarendo lentamente il danno, ma fino a quando il processo non sarebbe stato completato doveva tornare a un approccio stealth. Con un lampo istantaneo di fiamme bluastre si ritirò nel fitto della foresta, attivando degli amplificatori preparati in precedenza che diffondessero la sua voce, trasmessa attraverso un microfono nella maschera.

 

“Conosco almeno tre delle cose che hai fatto, Raven. Primo, hai guidato quei parassiti dei tuoi uomini contro villaggi abitati da innocenti soltanto per prenderti quello per cui lavoravano costantemente- Fece apparire un telecomando nella sua mano e, premuto il bottone, catene provenienti da tutte le direzioni si legarono attorno a Raven, che fu costretta a liberarsi con un'esplosione di fiamme- Secondo, hai ucciso una ragazza in fuga da Ozpin come te. E ti ricordo che neanch'io mi fido di lui- Risaltando fuori dal suo nascondiglio, ricreò tre massi fiammeggianti come quello di prima e li sparò a massima velocità contro l'avversaria. Quest’ultima, trovandosi impreparata, poté solo creare uno scudo roccioso attorno a sé, ma l'impatto fu comunque sufficiente a distruggere la barriera e costringerla a saltare in aria per evitarla. L’onda d’urto la investì costringendola a difendersi incrociando le braccia- E per concludere... grazie a te Yang ha dovuto imparare a prendersi cura di sé stessa e di un'altra bambina ben prima e molto più di quanto avrebbe mai dovuto! Tutto perché tu dovevi restare con la tua cosiddetta 'famiglia' mentre le persone che davvero contavano su di te hanno patito le pene dell'Inferno!”

 

Finito il suo discorso, Hassan attivò nuovamente la Polvere nel suo spadone, che venne ricoperto da un potente alone di fiamme rosse e azzurre, e, muovendo la lama dietro di sé e comprimendo il più possibile l'energia, dopo pochi secondi lanciò un potentissimo slash di fiamme contro Raven, ancora bloccata a mezz'aria dall’onda d’urto della precedente esplosione.

 

“Proprio tu mi fai la predica? TU?!” ringhiò la bandita riprendendosi e generando tra le sue mani un’enorme katana di ghiaccio che usò per tagliare facilmente in due il colpo di Hassan. Dopodiché, mantenendosi in volo coi suoi poteri di Dama, scese in picchiata verso di lui e scambiò due violenti colpi che, per la potenza sprigionata dall’arma magica, sbalzarono indietro l’assassino, facendogli sfondare almeno un paio di alberi prima che scomparisse di nuovo in una nuvola di fiamme azzurre: “Proprio tu tra tutti dovresti essere dalla mia parte! O almeno dovresti capirmi!” urlò Raven ruotando su sé stessa e immettendo contemporaneamente ancora più Aura nella katana di ghiaccio, la cui lama si estese a dismisura fino ad arrivare ad almeno 50 metri di lunghezza e falciò via qualunque albero sulla sua strada, spianando un perfetto cerchio di 100 metri di diametro nel manto forestale. Respirando affannosamente, Raven fece svanire l’arma e riafferrò l’impugnatura della sua katana, pronta al nuovo assalto.

Si sentiva dannatamente stanca, più di quanto avrebbe mai pensato di potersi sentire, in effetti. King Hassan era davvero un avversario mostruoso.

Un tonfo la fece voltare e vide il capo degli assassini in piedi su un tronco caduto, a circa una decina di metri da lei; non aveva chiaramente subito l’attacco, ma almeno ora gli sarebbe stato ben più difficile nascondersi e attaccarla di sorpresa.

 

“Tu che parli tanto di eliminare le minacce di Remnant, che più di tutti ti sei macchiato le mani di sangue, che hai addestrato altri ad essere sanguinari e spietati come te! Tutto in nome di un cosiddetto bene superiore o dell’equilibrio del mondo! E osi definire me dalla parte del torto?!- urlò Raven, intenzionata ad usare il dialogo per recuperare un po’ di fiato e pensare ad una nuova strategia d’attacco- Io ho solo fatto tutto ciò che era in mio potere per garantire la sopravvivenza della mia gente, di coloro che mi hanno cresciuta e aiutata fin dalla nascita! Ho liberato la precedente Dama della Primavera da un destino orribile, uno a cui una ragazzina debole ed emotivamente fragile come lei non sarebbe comunque mai sopravvissuta, tantomeno in modo indolore com’è stata invece la mia mano! Ho fatto sì che Yang imparasse cosa significa davvero combattere e rischiare la vita, in modo che avesse più speranze di sopravvivere in un mondo in cui chi crede in idiozie come pace e compassione è destinato a perdere tutto e morire nel peggiore dei modi! Ebbene io non intendo finire così! Sono arrivata dove sono oggi perché sono l’unica che è abbastanza forte per fare ciò che nessun altro farebbe! Esattamente come te e la tua setta! O vorresti forse definirti un santo che protegge la povera gente eliminando i malvagi? In quel caso, saresti uno sciocco ingenuo persino più di Ozpin e di coloro che lo seguono ciecamente!”

 

Era da tempo immemore che Hassan non si sentiva così stanco. Nonostante la protezione offertagli dall'Aura, sentiva davvero il dolore causato da quei colpi devastanti e, se non fosse stato per la sua armatura, forgiata e ritemprata più volte tra le fiamme di Jeanne Arc, Raven l'avrebbe probabilmente già tagliato in due.

 

Ma la bandita non era messa molto meglio: la mossa con cui l’aveva colpita a inizio scontro aveva svolto il suo dovere, togliendole ancora più energia di quanta ne necessitassero le sue tecniche, già dispendiose di loro, e le parole di lui avevano fatto il resto, spingendo la donna sempre più rapidamente in un abisso di pura rabbia. Infatti, per quanto Raven tentasse di mostrarsi coraggiosa ai propri sottoposti, nemici e sé stessa innanzitutto, un osservatore attento avrebbe potuto capire che invece continuava a temere di aver fatto la scelta sbagliata.

 

Il colosso in ossidiana rialzò la spada, con l'apparente intenzione di riutilizzare la tecnica di prima.

 

“Il piacere di farti la predica, come la definisci tu, non spetta a me- disse cupo, muovendo l'arma per sferrare un nuovo attacco. Raven creò una barriera di fulmini per difendersi, ma Hassan era già sparito con la sua Semblance; voltandosi istintivamente, la donna si ritrovò il cranio colpito da entrambi i lati dai pugni dell'assassino- Ma al tuo team, in qualsiasi aldilà potrete riunirvi!”

Impedendo all'avversaria di reagire, l'uomo continuò a teletrasportarsi tutt’intorno a lei, colpendola da direzioni sempre diverse con colpi più rapidi che forti, ma accompagnati da piccole esplosioni di Polvere che le impedivano di contrattaccare.: “E non cerco certo delle giustificazioni per i miei peccati, ma anzi posso dirti questo: io mi aspetto SEMPRE di pagare per ciò che ho fatto!”

 

Concluse il suo discorso concentrando finalmente quanta più Aura possibile in entrambe le mani e sferrando un doppio colpo alle spalle di Raven, due dei punti più delicati cui l'uomo poteva mirare, spaccando il terreno per svariati metri a causa dell’intensità della sua energia.Per sua sorpresa, però, la donna si voltò di scatto, inchiodando i suoi occhi dietro l’elmo con uno sguardo che si poteva definire indemoniato da quanta furia emanava.

 

“Preso!” ruggì allungando verso di lui la mano destra aperta ad artiglio, nel cui palmo si andava concentrando una potentissima aura di pura elettricità. Il pugno di Hassan, avvolto nelle sue fiamme azzurre rafforzate dalla Polvere di fuoco, si scontrò col palmo di fulmini di Raven e l’impatto scatenò un’esplosione a dir poco devastante, che scagliò entrambi in direzioni opposte per diverse decine di metri:“Pensavi davvero che…dopo aver visto i tuoi movimenti così tante volte…non avrei previsto la tua mossa?” disse sprezzante Raven rialzandosi per prima e muovendosi verso il suo avversario, ancora piegato su sé stesso. La donna caracollava un po’ e la sua Aura era ormai agli sgoccioli, ma anche quella dell’uomo era ormai al limite, visto come sfrigolava intorno al suo corpo: “Devo proprio dirtelo: voi assassini siete prevedibili. Per il colpo finale, mirate sempre alle spalle. Scontato, terribilmente scontato- Fermandosi a qualche metro di distanza da Hassan, Raven alzò la mano destra un’ultima volta- Hai detto che sei pronto a pagare in qualunque momento per le tue azioni, giusto? Allora preparati, King Hassan, perché dovrai pagare proprio ORA!”

 

La risata che uscì da dietro l’elmo del capo degli assassini mentre sollevava il capo per rincrociare gli occhi dell’avversaria, però, era tutt’altro che rassegnata o disperata. Era beffarda.

 

“Ti sbagli di grosso. Non te ne sei ancora accorta? Tu hai già perso, Raven.”

 

In quell’istante, l’energia che si stava concentrando del palmo della donna svanì nel nulla e lei si ritrovò in ginocchio, ansimante e sputante sangue, mentre ciò che restava della sua Aura si disperdeva in una nebbia di particelle rosse.

 

“Cosa…? Che cosa…che cosa mi hai fatto?!” domandò con uno strano misto di rabbia, sgomento e disperazione.

 

Azrael riapparve accanto al proprio proprietario, che si appoggiò all'elsa per rialzarsi. Si avvicinò lentamente a Raven, la quale provò a sparare altri incantesimi, ma riuscì solo a creare una manciata di scintille. Non riusciva a rimembrare l'ultima volta in cui si era sentita così terrorizzata: forse dal suo primo incontro con un Grimm. E sebbene Hassan avesse perso gran parte del suo potere, non le sembrava meno pericoloso di quanto lo fosse stato all’inizio del combattimento. Continuava a muoversi con confidenza, la presa sulla sua arma era salda e il suo sguardo sembrava più luminoso che mai, guardandola come un insetto. E quando cominciò a parlare fu ancora peggio.

 

“Hai imparato a conoscerci, Raven, tu stessa hai detto che noi assassini siamo prevedibili. Quindi dovresti sapere anche che di rado affrontiamo un combattimento senza prendere precauzioni- disse con sorprendente flemma, nascondendo il dolore causato dagli ultimi colpi- Quella su cui contavo di più era il pugno impregnato di Aura con cui ti ho colpita all'inizio: una tecnica poco praticata oggi e anche bandita dai tornei, ma infinitamente utile. Causa un’accelerazione non indifferente, ma al contempo quasi impercettibile della velocità del flusso dell’Aura all’interno del corpo della vittima, aumentando così il dispendio energetico di qualsiasi tecnica d’Aura, Semblance...o magia. Ecco un altro motivo per cui trovo i poteri delle Dame molto sopravvalutati- Si fermò torreggiando su di lei come una gigantesca statua di ossidiana- Fin da quando ti avevo colpita in quel momento, tu avevi già perso.”

 

Raven non riusciva a crederci. Quell'uomo era sul punto di ucciderla, i suoi uomini avevano già ridotto la più grande tribù di banditi di Anima a un decimo di quanto già fosse... e ora parlava del modo in cui l'aveva sconfitta come se fossero stati in una normale lezione all’Accademia. Senza rendersene conto cadde sui palmi, stringendo il terreno con le dita.

 

“C-Che cosa ne sarà di Yang? Andrai ad aiutarla?” domandò ormai sconfitta trattenendo le lacrime. Ma Hassan scosse la testa.

 

“No, lei e le sue compagne devono occuparsi da sole dei loro nemici. Se vinceranno, e ho pochi dubbi al riguardo, vivranno abbastanza a lungo da ottenere un potere tale da far impallidire il tuo e forse anche il mio- affermò neutrale prima di alzare il suo spadone con entrambe le mani sopra la testa di Raven- Ora... prego Allah che si ricordi delle tue buone azioni e dimentichi il dolore che hai causato"..

 

Per la prima volta da tempo immemore, Raven sentì l’orribile sensazione della morte incombente premerle addosso, mandando brividi lungo tutta la sua schiena e riempiendo i suoi occhi di terrore. L’ultima volta che si era sentita così era stato quando aveva appreso la verità su Salem e si era resa conto di quanto disperata fosse la crociata in cui l’aveva coinvolta Ozpin, al punto da abbandonare lui e chiunque altro per sfuggire a quel terribile destino. Osservò l’immensa lama di Azrael incombere su di lei e le parve più grande che mai, così come l’enorme assassino che le si stagliava di fronte, simile ad un gigante delle leggende. Un insetto contro un gigante. Ecco come si sentiva… No, non era un semplice gigante. Agli occhi di Raven, ora quella figura nera e opprimente assomigliava paurosamente al Tristo Mietitore. Era la morte in Terra. E anche la sua morte, alla quale stavolta non sarebbe riuscita a sfuggire.

 

'E così…siamo davvero alla fine- pensò, ormai rassegnata- Mai avrei pensato di finire così. Ho combattuto così a lungo, sacrificato così tanto, tutto per sopravvivere e andare avanti. Ho abbandonato Ozpin e la mia famiglia. Ho preso i poteri della Dama della Primavera. Ho affrontato le peggiori creature di questo mondo. Tutto per poter sfuggire a un destino disperato. Eh. In effetti, ho incontrato e sputato in faccia alla Morte così tante volte che mi illudevo di essere in grado di sfuggirle in eterno… Ma forse sotto sotto mi ero già resa conto che era un’impresa impossibile. Che prima o poi mi avrebbe presa e che io non sarei riuscita a scapparle ancora. E mi ero anche resa conto che avrei pagato per le mie scelte e le mie azioni... Forse stavo aspettando lui. Chi meglio di un agente di morte come Hassan può porre fine alla mia vita?- I suoi pensieri corsero poi alla sua famiglia, anzi la sua ex-famiglia come le aveva detto Qrow nel momento in cui avevano tagliato i ponti- Qrow. Sarai contento ora, eh, fratello? Come immaginavi, sto pagando per le mie azioni. Tai. Non mi pento di aver lasciato Ozpin, ma avrei voluto che le cose potessero andare diversamente con te e il team STRQ. E Yang...- Nel ripensare alla figlia, da lei abbandonata eppure mai davvero dimenticata, due lacrime sgorgarono dai suoi occhi scarlatti e le rigarono le guance.- Non ti chiederò il perdono per ciò che ho fatto. Sarebbe impossibile…ma mi dispiace davvero. Soprattutto perché non avrò mai la possibilità di dirtelo di persona, né di provare anche solo una volta ad essere una vera famiglia per te... Almeno ti lascerò qualcosa che ti aiuterà nel tuo cammino. Ti...voglio bene, Yang.'

 

“Quello è lo sguardo che volevo vedere. Ovunque tu finisca, possa trovare la tua pace, Raven Branwen” disse King Hassan con un sussurro appena percettibile, privo di qualsiasi emozione. E fece per calare lo spadone.

Azrael non raggiunse mai il suo obiettivo. Nello stesso momento in cui iniziò la sua discesa verso la testa di Raven, un fulmine scuro arrivò dal nulla e impattò sul fianco del suo possessore, spingendolo via.

 

Hassan atterrò di schiena sul terreno bruciato, ricoprendosi all'istante di fiamme per ricomparire pochi metri più indietro in posizione di guardia, guardando il responsabile dell'attacco con gocce di sudore che gli scivolavano sul viso. Il salvatore di Raven era un giovane sui vent'anni o poco più, un bellissimo viso, per quanto rovinato dalla pelle biancastra, così come i capelli, e gli occhi cremisi. Nelle sue mani si trovavano due lance, una rossa e una gialla, i cui poteri erano ben conosciuti dall'assassino. D’altro canto, si trovava davanti uno dei più grandi guerrieri mai nati nelle ormai scomparse isole britanniche.

 

“Diarmuid, tra tutti i Servant che temevo venissero evocati da quella strega, tu eri l'ultimo della lista”, disse il sicario con tono grave.

 

“Spero sia un complimento, lord Hassan- disse il Lancer, conscio che, per quanto sfinito, il leader degli assassini era tutt'altro che innocuo- Detesto mancarle di rispetto così, ma devo chiederle di allontanarsi. Questa donna è ora sotto la mia protezione” affermò solenne puntando una lancia contro Raven, la quale cominciò a rialzarsi. Era ancora ben lontana dal recuperare la sua intera riserva d'Aura, ma in breve sarebbe potuta tornare a combattere. Una prospettiva tutt'altro che gradevole per Hassan, considerando il nuovo arrivato.

 

‘Che sta succedendo?’ non poté non chiedersi Raven osservando l'individuo che l'aveva appena salvata da morte certa. Non l'aveva mai visto prima, ma l'Aura che lo circondava era a dir poco impressionante, pari o almeno paragonabile a quella di Hassan a piena potenza, e solo questo bastava a renderla guardinga nei suoi confronti, soprattutto vista la sua attuale debolezza.

 

“Si può sapere chi sei tu? E che significa che ora sono sotto la tua protezione?” chiese infine, tenendo però sempre la mano destra stretta intorno all'impugnatura della sua katana, pronta ad estrarla al primo cenno di pericolo.


 

I due combattenti continuarono a squadrarsi per svariati secondi, ognuno dei due che passava mentalmente attraverso vari scenari mentre rigiravano le rispettive armi tra le mani.


 

“Diarmuid, per favore, so che come gli altri anche tu sei controllato da quella strega o chiunque ci sia dietro di lei. Ribellati e aiutaci a porre fine a questo massacro” pregò Hassan.


 

“Ci abbiamo già provato, Hassan-sama, ma tra tutti neanche Gilgamesh è riuscito a sfuggire a questo controllo. Saremo suoi schiavi fino a quando non riuscirete a distruggerci. E al momento il mio ordine è fare una certa proposta a questa donna.”, spiegò il Grimm umanoide rammaricato.


 

Hassan digrignò i denti mentre la sua possente figura veniva nuovamente avvolta dalle fiamme e puntò il dito verso Raven.


 

“Raven Branwen, oggi ti sei battuta bene e voglio pensare che nonostante tutto tu senta un briciolo di rimorso per le tue azioni, quindi ecco un avvertimento. Chiunque muoia per la mia lama, non sente né dolore né rimpianti, è così fin dai tempi antichi, ma se accetterai qualsiasi proposta Salem ti faccia, è probabile che sarà qualcun altro a darti il colpo di grazia e questi non sarà così misericordioso” disse grave l'assassino svanendo nel nulla. Sparita la minaccia più grande, Diarmuid offrì quindi un lieve inchino a Raven.


 

“Lady Branwen, immagino sappia già perché sono qui.”


“Non hai ancora risposto alla mia domanda- chiese Raven senza mezzi termini e sempre tenendo la spada ben stretta tra le dita, pronta ad attaccare se provocata- Ti manda Salem, vero?”

 

Un piccolo ringhio di rabbia si dipinse sulle labbra del Fianna nel sentire il nome della strega, ma inspirò ed espirò profondamente per riuscire a calmarsi prima di rispondere.

 

“Purtroppo sì, sono stato asservito ai suoi voleri di malavoglia. Stamattina mi ha mandato un messaggio mentale secondo cui eravate in zona e mi ha ordinato di offrirvi la nostra alleanza. Sembra che il vostro potere le sia necessario per uno dei suoi obbiettivi e voi sembrate avere davvero bisogno di protezione, considerando chi vi sta dando la caccia.”

 

“Un altro schiavo, eh? E stavolta contro la sua volontà... Vedo che le tendenze di Salem stanno cambiando. Una volta non avrebbe mai avuto bisogno di costringere i suoi scagnozzi a lavorare per lei- commentò sprezzante Raven- E sentiamo: cosa le fa pensare che abbia bisogno della sua protezione? O che anche solo possa volerla?”

 

“La parola costringere non è adatta, Raven- disse Diarmuid, ora ben più tagliente- Qualsiasi cosa abbia fatto a me e ai miei colleghi è stata ben più profonda e umiliante di qualsiasi forma di schiavitù. Riguardo al motivo per cui voi e la vostra tribù avreste bisogno di protezione, se già il modo in cui King Hassan vi abbia sconfitta non fosse abbastanza indicativo, ho sentito di quanto le vostre fila si siano ridotte negli ultimi anni. Il che non mi sorprende, era ovvio che prima o poi le genti di Anima si sarebbero stancati di voi e avrebbero iniziato a respingervi con l'aiuto delle armate di Iskandar e le ultime tecnologie Atlesiane.”

“Davvero un'ottima capacità persuasiva. Mai considerata la politica?” ringhiò la donna. Normalmente avrebbe avuto un miglior autocontrollo sulla situazione e sulle sue emozioni, ma in quel momento la bruciante sconfitta appena subita e la verità che sapeva esserci dietro le parole di quell'inviato di Salem le impedivano di pensare a mente lucida e fredda e così era più irritabile del normale: “Dovresti sapere che non sono una guerriera da poco. So imparare dalle mie sconfitte. Hassan è forte, certo, ma non conoscevo appieno le sue abilità prima di oggi. La prossima volta che lo affronterò andrà molto diversamente.”

 

Diarmuid cominciava a essere dispiaciuto che una delle sue vecchie skill durante la sua evocazione su Remnant, ovvero la capacità di ammaliare qualsiasi donna lo guardasse, funzionasse ben poco con le utilizzatrici di Aura, specie quelle forti come Raven se non erano già attratte da lui. O forse ne era molto grato, dopotutto era ben conscio di cosa Salem stesse cercando e cosa sarebbe successo se Raven gliel'avesse portato.

 

“Pensi di essere l'unica ad aver imparato da oggi?” la incalzò ancora il Lancer, stavolta abbandonando l'uso del 'voi'. Conosceva il tipo di persona che Raven era e sapeva che era destinata a cadere prima o poi, se non avesse cambiato fazione. Lui aveva solo ritardato l'inevitabile:”In tempi ormai remoti ho combattuto al fianco di King Hassan. L'ho visto distruggere entità capaci di far tremare il mondo intero. Per ragioni note solo a lui, quest'oggi ha voluto ricorrere a un duello, ma la prossima volta non sarà così gentile.” Cominciò a camminare intorno all'ex-Cacciatrice, giocando in maniera quasi innocente con la lancia apposta per innervosirla. Pur avendo capito che non aveva intenzione di attaccare, Raven mantenne stretta la presa sulla katana e fece circolare di più la sua Aura, per qualsiasi evenienza: " E se non sarà lui a sfidarti, allora potrebbe essere il Conquistatore a farlo, o i membri del tuo vecchio team. O addirittura Yang...” Entrambi si fermarono quando quel nome saltò fuori, Raven sentì il fiato mancare dalla paura... e dalla vergogna. Diarmuid allora incalzò ancora: “L'ho vista a Beacon, sai? Ti assomiglia in molti aspetti, e non dubito che ti supererà a breve.”


Il volto di Raven, che si era fatto più disteso nel sentir nominare la figlia, tornò a contrarsi dalla rabbia.

 

“Yang è destinata a diventare molto forte in futuro. Non ho dubbi a riguardo. Tuttavia, ha ancora molta strada da fare, soprattutto deve ancora imparare molto su come gira davvero questo mondo, perciò ti consiglio di non parlare di cose che non ti riguardano, in particolare su di lei!- La sua posizione si fece più minacciosa.- Indebolita o no, non ti consiglio di sottovalutarmi. Sono tutto fuorché indifesa.”


 

Dopo quella risposta, Diarmuid avrebbe davvero voluto andarsene e l'avrebbe fatto, se non avesse avvertito una brutta fitta al petto. Lo prese come un avvertimento dai suoi odiati padroni che Raven sarebbe morta in quella radura o si sarebbe unita alla loro causa: non c'erano vie di mezzo. Infuse quindi le sue gambe di Mana e Aura e, con un semplice calcio basso seguito da un colpo dato con l'asta della sua lancia cremisi, schiantò Raven a terra, la punta dell'altra lancia vicino al collo di lei. Lo sguardo duro del cavaliere incontrò quello ora spaventato della bandita.


 

“Raven, ascoltami bene. Non solo tu mi disgusti, ma farei tutto il possibile affinché il tuo potere non cada nelle mani di Salem. L'unico motivo per cui non ti ho ancora uccisa è perché so bene che sarebbe solo questione di tempo prima che la nuova Dama della Primavera venga ritrovata- Strinse nuovamente i denti e fece sparire le proprie armi per poi aiutare la mora a rialzarsi- Il mondo è cambiato negli ultimi anni, i tuoi vecchi subordinati che hanno deciso di unirsi alla civiltà l'hanno già capito, mentre tu e i pochi altri che ancora ti seguono non avete più modo di adattarvi. Quella che Salem ti sta offrendo potrebbe essere la tua sola chance di sopravvivere. Tanto siamo onesti... quello che hai fatto negli ultimi diciotto anni avrebbe favorito soprattutto lei, se Hassan e Iskandar non si fossero messi in mezzo."


 

Raven rifiutò l'aiuto e si rialzò da sola.


 

“Ho fatto solo quello che era necessario per garantire a me e alla mia tribù la sopravvivenza- replicò-Non mi state offrendo molta possibilità di scelta, eh?” Compreso di trovarsi di fronte un avversario che non poteva affatto sconfiggere nelle sue attuali condizioni, l’ex-Cacciatrice ingoiò con fatica il suo orgoglio e assunse una posizione più rilassata con le braccia incrociate: “Cosa posso guadagnarci da questa alleanza per me e i miei uomini?”


 

Ancora una volta Diarmuid rivolse a Raven con un'espressione di autentico disgusto. Quello che la donna proprio non capiva, era quanto dannosa fosse la sua tribù per migliaia di persone in un mondo abitato da bestie attratte dalle emozioni negative. Quel branco di tagliagole non aveva il minimo problema a rubare, stuprare e uccidere interi villaggi solo per una manciata di provviste che sarebbero durate qualche settimana e per di più non prendevano responsabilità per le vittime indirette sbranate dai Grimm. Ciononostante, egli era e restava un cavaliere, aveva giurato di dire la verità in ogni situazione e l'unico motivo per cui aveva mentito sulla propria identità negli ultimi mesi era stato proprio a causa della sua involontaria schiavitù. Quindi doveva dire la verità persino a qualcuno come Raven.

 

“Non ne ho la minima idea” confessò incrociando le braccia.


 

Raven ricambiò il suo sguardo con uno altrettanto sprezzante.


 

“Non credere che non sappia cosa ti passa in quella tua testa albina. Tu pensi che non capisca il danno che arreco al prossimo con la mia tribù, né capisci perché mi ostini a difenderla. Sono nata al suo interno e ne sono diventata il capo, perciò è mio dovere fare qualsiasi cosa le permetta di sopravvivere. Per quanto riguarda i villaggi che abbiamo assalito, non incolpino me per la loro debolezza. In un mondo come questo, i deboli muoiono e i forti sopravvivono e questo è quanto. I Grimm stessi ne sono la prova, visto che esistevano già da prima di Salem. Che ne sia diventata la padrona o meno, non cambia il fatto che sono stati creati per mettere alla prova l'umanità. Se quei villaggi non potevano resistere a noi, allora non potevano resistere nemmeno a loro. Morale: non erano destinati comunque a durare.”


 

Diarmuid vide di nuovo la sua educazione da gentiluomo messa a dura prova. Raven semplicemente si rifiutava di accettare quanto i popoli di Remnant si fossero adattati: nuove tecnologie difensive più economiche e resistenti, addestramento offerto da Iskandar Scarlatina per civili e soldati e persino nuove terre risanate. Si limitò a mettersi una mano in faccia e trattenere gli insulti, prima di iniziare l'ultima arringa del proprio discorso.


 

“Potremmo continuare questa discussione per tutto il giorno, lady Branwen, e forse è proprio quello che vuoi per recuperare la pienezza della tua Aura, per questo la farò breve: Salem ha bisogno dei tuoi poteri per trovare un certo oggetto. La maggior parte di coloro che sanno della sua esistenza, tu inclusa, la chiamate la Reliquia della Conoscenza... io e i miei involontari alleati la conosciamo come il Santo Graal.”


                                                                                                                         *****


 

(1) Certe cose non cambiano, non importa cosa

                                                                                                                        *****

Comincierò dicendo che sebbene apprezzi enormemente le battaglie campali, a scriverle sono una grandissima schiappa. Finisco per descrivere tutto in maniera abbastanza approssimativa, soprattutto le cose che vorrei descrivere meglio. e non suddivido bene gli eventi( non aiuta il fatto che domani esce la terza stagione de Il principe dei draghi e ho avuto l'Hype a mille per settimane), quindi mi scuso enormemente se la parte centrale sarà abbastanza confusionaria, consigliatemi come potete e vedrò di sistemare per la battaglia di Vale e per altri eventi ancora più grandi. Tanto per cominciare però ormai dividerò le battaglie in più capitoli.

Confido che il duello tra Hassan e Raven abbia rimediato. L'ho scritto grazie al mio amico Xephil, che è anche il mio socio in Super Hero Taisen. E' molto più cordinato di me quando si tratta di scontri e spero siamo entrambi riusciti a mescolare bene i nostri differenti stili. Tra l'altro, escludendo la suddetta fanfiction, credo questa sia il capitolo più lungo che abbia mai scritto.

Detto questo, mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto, ho pensato a lungo a come anticipare il risveglio parziale degli occhi d'argento senza farlo sembrare oltre cazzone e spero vi sia piaciuto. Come ho anticipato ad alcuni dopo questo capitolo ci sarà un capitolo relativamente tranquillo cui seguirà la fase pre Vytal Festival. Spero vi stiate godendo il volume 7 quanto me intanto, buon lavoro e a presto a tutti.

  
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