Cristalli di luce
piovono giù dal ventre di tenebra,
il sole è in mille pezzi,
frantumato dai silenzi,
frammenti che scendono giù, giù,
evaporano in coltri d’argento.
Una bambina si protegge da quella pioggia
con un solo impermeabile giallo,
ricordo di una verità
ormai perduta negli abissi;
venti ridenti corrono intorno,
scappano, poi si rincorrono
sviano la bambina dal suo percorso.
Occhi slavi, che mai furono più vivi,
scrutano l’aldilà del manto oscuro
piedi che avanzano,
calpestano incertezze,
acque di felicità
cantano nelle sue orecchie,
scorrono su un letto di malinconia,
ricordi nuotano nelle acque,
risalgono dritti alla fonte del cuore.
Il buio tuona la sua anima iraconda,
il sorriso della bambina
spezza il maleficio.