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Autore: lovelyhinata    29/11/2019    1 recensioni
Questa fanfiction è un modo mio per far apprezzare di nuovo Soul Eater, poichè sto notando che troppe opere vengono dimenticate da quelle che stanno uscendo ultimamente.
Questa storia parla di Crona e di come io la vedo, perchè per me è femmina.
Ho cercato e cercherò di far trasparire i sentimenti e le emozioni che provano i personaggi.
Non voglio raccontarvi molto della storia perchè vorrei che la leggeste e che mi facciate sapere il vostro parere negativo o positivo che sia, non importa.
Quindi vi invito a leggere questa storia e di farmi sapere cosa ne pensiate.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crona, Maka Albarn, Ragnarok
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
 
Erano passati ormai 2 anni dalla lotta sulla luna che mise fine alla follia del Kishin, insieme a quest’ultimo.
Per fortuna non ci furono perdite, nessuno ha dovuto piangere la morte di un parente caro.
Di feriti c’è ne furono ma niente che non si potesse risolvere con cure appropriate accompagnate da una buona dose di riposo.
Tutto a Death City sembrava perfetto, tutti sorridevano, come se due anni fa non fosse avvenuta nessuna battaglia dove il rischio era che l’intera Terra precipitasse nella più totale follia.
Tutti continuavo con le loro vite, ringraziando ogni giorno di essere ancora vivi.
C’era chi aveva trovato il proprio amore o chi aveva allargato la famiglia o chi semplicemente continuava con la propria vita.
Ma davvero era tutto finito lì sulla luna?
 Non c’era davvero nessuno che avesse rischiato o perso la propria vita?
Davvero tutti continuavano le loro vite come se niente fosse?
Purtroppo non era così.
Se da un lato c’era un nuovo e giovane Shinigami, questo aveva significato la morte di quello precedente nonché padre di Death The Kid.
Soul Eater Evans era diventato Falce della Morte con l’aiuto di Maka.
Maka, proprio lei non proseguiva la sua vita come facevano tutti gli altri, lei si tormentava, doveva mantenere la promessa fatta a quella persona che da ormai da due anni aveva permesso a tutti quanti di vivere una vita serena senza preoccupazioni particolari, sacrificando se stessa.
Lei trovava riprovevole che tutti quanti facessero finta di niente come se non ci fosse nessuno bloccato sulla luna e che stava aspettando qualcuno che la portasse via da lì.
Maka cercava un modo per andare sulla luna, purtroppo il dirigibile che avevano usato era andato distrutto, poteva essere riparato ma nessuno voleva andare fin lì, un’altra possibilità erano le streghe ma quest’ultime ritenevano di aver aiutato fin troppo la Shibusen e per il momento il patto stipulato con quest’ultimo gli andava più che bene.
In realtà Maka sapeva benissimo che non poteva fare niente senza l’aiuto di qualcuno, ma non poteva e non voleva far finta di niente mentre invece tutti lo facevano.
I suoi amici certo erano preoccupati ma non cercavano un modo per raggiungere la luna e quindi cominciarono a trascorrere le loro giornate come tutti i cittadini di Death City.
Soul le ripeteva quanto fosse poco cool preoccuparsi in quella maniera e che presto sarebbe arrivata una soluzione e prontamente riceveva un Maka-chop potentissimo. Blair continuava a vivere da loro e a lavorare al Chupa Capra
Death the Kid svolgeva il suo compito da Sommo Shinigami e le sorelle Thompson lo seguivano in tutto ciò che faceva anche nelle richieste più strane.
Black Star accompagnato ovviamente da Tsubaki continuavano i loro allenamenti, cercando di raggiungere i loro obbiettivi. Sembrava che Black Star fosse diventato un po’ più serio, ma giusto un po’.
Suo padre veniva sempre per tormentarla anche se a detta sua erano solo le attenzioni di un padre follemente innamorato di sua figlia.
Mentre Stein e Marie crescevo il loro bambino ognuno con pareri contrastanti. Aveva il colore dei capelli e i lineamenti delicati di Marie ma il colore degli occhi di Stein. Era un bambino tranquillo ma anche curioso altro tratto che aveva preso dal padre.
Solo lei continuava a tormentarsi, si girò verso la finestra, era ormai buio e la luna come a prendersi gioco de lei sembrava più triste e malinconica di tutte le altre sere.
Ormai stanca e al limite dell’esasperazione Maka decise di rimettere a posto i fogli con cui cercava di trovare una soluzione, anche se c’erano più che altro degli scarabocchi.
Volse un altro sguardo alla luna e pregò ancora di aspettarla e di perdonarla per l’attesa.
Ma sapeva che un giorno si sarebbero riviste.
Nel frattempo proprio lì sulla luna galleggiava avvolta nella più totale oscurità una figura minuta.
Non sapeva da quanto tempo fosse lì: giorni ? settimane ? mesi ? o addirittura anni ?
Lei davvero non lo sapeva e forse non le importava perché sapeva benissimo che presto qualcuna sarebbe venuta a prenderla e a portarla via da lì.
Ne aveva abbastanza di quell’oscurità, da quando era nata non aveva fatto altro che vagare per quel buio così opprimente, fino a quando non aveva incontrato Maka e tutti gli altri.
Da quando li aveva incontrati quel buio si era sempre fatto meno pesante e ora non vedeva l’ora di rivederli e di poter passare le giornate con loro alla luce del sole e non di certo avvolta da quell’oscurità.
Allora lei aspettava come aveva promesso a quella ragazza che era stata la prima a rivolgerle uno sguardo dolce.
Purtroppo c’era qualcuno che non era dello stesso parere e ovviamente non se lo volle tenere per sé.
<< Maledizione Crona, mi sono stancato di stare qui! Voglio andarmene.voglio mangiare non mi importa cosa ma voglio mangiare.>> urla il suo partner con rabbia.
<< Ragnarock non preoccuparti presto verranno a prenderci e potrai mangiare quanto vorrai>> cercava di essere il più convincente possibili, anche se era inutile negare che anche lei fosse stanca di essere lì.
Forse Ragnarock lo sapeva e forse proprio per questo quella risposta non fece altro che aumentare la sua rabbia.
<< Davvero credi che ci verranno a prendere ?! Ormai è da molto tempo che siamo bloccati qui e sono sicuro che si siano dimenticati di noi >> urlò con rabbia.
E a quell’affermazione Crona tremò, non le era mai passata per la testa quel pensiero ma ora che Ragnarock lo disse iniziò a pensare che quella realtà fosse possibile.
<< Non è vero! Maka mi ha promesso che sarebbe venuta a prendermi e io le credo >> urlò Crona ma era più per convincere se stessa che il diretto interessato.
<< E lei dov’è ?! Dimmi dov’è la tua preziosa Maka >> e lì Crona non poté più trattenere le lacrime.
Era da tanto che non piangeva, aveva sempre sperato che in giorno se ne sarebbe andata da quel luogo, ma ora che Ragnarock gli mise davanti la dura realtà, non poté a fare a meno di pensare che avesse ragione.
Ma Crona sapeva che Maka di certo stava facendo di tutto per poterla salvare e se non ci era ancora riuscita è perché la cosa è più difficile di quanto possa sembrare.
E col pensiero di Maka che la stava aspettando insieme a tutti gli altri decise che era il momento di smettere di piangere anche perché lei non avrebbe voluto vederla così e nemmeno lei stessa, ne aveva abbastanza di essere considerata una fifona e piagnucolona.
Decise di seguire la folle idea di Ragnarok tanto aveva solo da guadagnarci uscendo da lì. Aveva degli amici che la stavano aspettando e anche lei voleva vederli.
Si asciugò gli occhi e si rivolse a Ragnarock con uno sguardo che mai quest’ultimo le aveva visto in volto, e la cosa non gli dispiaceva affatto semmai lo eccitava ancora di più.
<< Ragnarock usciamo da qui >>
Crona iniziò a incanalare energia che poi faceva uscire dalle mani senza rilasciarla.
Era di un nero ma non spaventoso come quello che la circondava ma bensì ricordava il cielo notturno con le stelle a luminarlo, infatti si poteva vedere che dalla sfera di energia che stava plasmando si intravedevano fasci di luce bianca.
Quando la sfera raggiunse le dimensioni ottimali, Crona la rilasciò davanti a sé.
<< Muoviamoci Ragnarock >> e a quella frase quest’ultimo assunse le sembianze del drago nero e iniziò a seguire quella scia di energia, fino a quando questa non esplose, accecandoli per un attimo.
Ma quando ripresero la vista non potevano credere ai loro occhi, riuscivano a vedere l’esterno e non più l’oscurità che li avvolgeva.
Senza bisogno di dire altro si precipitarono fuori e da lì poterono vedere che la sfera di energia aveva praticamente rotto un dente alla luna.
Si girarono e poterono notare che sotto di loro si trovava Death City che veniva illuminata da qualche luce che fosse dei bar o dei lampioni, era meravigliosa, anzi era meraviglioso essere finalmente usciti e poter ammirare tutto ciò.
Entrambi iniziarono a ridere, una di quelle risate che ti libera da tutto lo stress e da tutta stanchezza provati fino ad ora.
Ma non durò a molto questo momento perché Crona iniziò a sentire le forze abbandonarle probabilmente per tutta l’energia rilasciata, iniziarono a precipitare ormai Crona era svenuta.
<< Riprenditi Crona >> gridava Ragnarock ma non c’era niente da fare non riusciva a farle aprire gli occhi.
Allora Ragnarock avvolse Crona tra le sue braccia e le sussurò
<< Non temere Cona adesso ci penso io al resto. Ti proteggerò. >> si accorse che stavano raggiungendo a grande velocità la terra e che ormai erano pronti a oltrepassare l’atmosfera.
Ora erano più vicini a Death City e presto si sarebbe schiantati al suolo.
Per proteggere ancora di più la sua master, Ragnarock la strinse ancora di più e prima di toccare il suolo le sussurrò ancora all’orecchio
<< Ti amo Crona >>
E arrivò l’impatto con la strada dura e fredda, provocando un nel punto in cui erano precipitati una concavità tutta attorno a loro.
I due non sapevano che erano sati fortunati a precipitare proprio lì vicino, perché presto sarebbe arrivato qualcuno per aiutarli.
   
 
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