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Autore: aurora giacomini    01/12/2019    1 recensioni
Ma io non smetterò. Non smetterò finché non sentirò il tuo cuore scoppiare e la tua anima strapparsi, come i fogli su cui scrivevo, affidandoci i sogni, i sogni che tu hai infranto.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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22/11/18

 

 

 

 

Chi è il Mostro?

 

 

Se fossi migliore di te, allora, forse, il mio dito non premerebbe mai questo grilletto, ma io non sono migliore di te, sono il frutto della tua malvagità; ho atteso per anni questo momento, il momento in cui eri tu, quello a essere inginocchiato davanti a me.
Ho voglia di ridere di fronte alla tua paura, proprio come facevi tu, con me.
Ma non è ancora il momento, voglio vederti piangere, voglio vedere la tua paura diventare immensa, mentre lentamente capisci, capisci che morirai e nessuno potrà salvarti.
Cosa si prova? A sentirsi così piccoli e indifesi, è spaventoso vero? Vorresti gridare e disperarti, faresti qualsiasi cosa, pur di farmi smettere. Ma io non smetterò. Non smetterò finché non sentirò il tuo cuore scoppiare e la tua anima strapparsi, come i fogli su cui scrivevo, affidandoci i sogni, i sogni che tu hai infranto.
Sì, guardami e disperati, guarda come la vittima è diventata carnefice. Sei stato tu, tu hai creato il mostro che hai davanti.
Per un momento, un breve ma, intenso momento, provo pena per te, osservando il muco che ti cola dal naso. Ma presto ricordo, ricordo ogni cosa e allora la pena torna ad essere gioia, gioia nell'averti piegato.
Lo senti? Il sangue martellare nelle orecchie? E' quasi assordante, non trovi? Confonde.
Guarda in cosa mi hai trasformato! Maledizione! Io non ero così!
Quello in ginocchio sei tu, allora perché continuo a soffrire? Ora ho paura, ho paura che la vendetta non mi darà la pace che cerco. Non mi darà pace, ucciderti? Vero?
Proviamo.
Guardati, basta un piccolo movimento, per farti uggiolare come un cane colpevole; sei così patetico.
Cosa dici? Spiacente, non ti sento: sono sorda, come sordo eri tu, quando ti supplicavo di lasciarmi in pace.
Cos'è quella macchia scura, sul cavallo dei tuoi pantaloni? Te la sei fatta addosso?
Senti come parlo. E' colpa tua! Io non sono mai stata così! Sei tu che mi hai fatto diventare questo... questo schifo di persona!
Vorrei colpire quella tua stupida faccia, contorta da quella smorfia di paura. Era così, che appariva il mio viso? Ero così spaventata?
Sì, lo ero.
Cosa sto facendo? Ora ho voglia di piangere, di inginocchiarmi davanti a te e piangere, piangere e urlare.
Cosa sto facendo?
Chi è il mostro, adesso?
Sono io.
Cos'è? Quella cosa che affiora sul tuo viso? E' speranza? Pensi che stia per cedere? 
Forse hai ragione, sto per cedere. Forse preferisco rimanere vittima, piuttosto che trasformarmi in un mostro, come te.
Ma non hai ancora vinto, non t'illudere. Tu non meriti di vivere e nemmeno io, siamo entrambi dei mostri.
Chiudi gli occhi, farò presto, poi penserò a me.
..

  
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