Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Ser Balzo    05/12/2019    1 recensioni
Raccolta di racconti più o meno brevi, più o meno svegli, più o meno inventati su quella strana temperatura dell'anima che spesso prende il sole sul parquet e che ogni tanto, quasi sempre per sbaglio, chiamiamo magia.
«In ogni caso, il problema qui è un altro» disse la zia. «Giova’, tu puoi diventare bravo. Ma ti mancano i buchi neri sul pianerottolo.»
Genere: Introspettivo, Mistero, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 






A NOI CHE ASPETTIAMO




 

Ad essere sinceri, non ricordava esattamente cosa stesse facendo quando andò via la luce; ricordava solo che ad un certo punto, nel cuore della notte, tutto aveva deciso di prendersi una pausa. Si era ritrovato nel buio, solo, e aveva realizzato di aver disperato bisogno di ossigeno: così era uscito in terrazzo, dove le piante erano secche, il pavimento sporco di terra e tutto stava a dimostrare che lui lì era un po' che non ci metteva piede.

(A sua difesa, era un misero buco, bollente di giorno e gelido di notte. Anche per un amatore di terrazzi sarebbe stata un'impresa difficile.) 

Appena si era affacciato sul terrazzo aveva compreso che l'intera città era al buio. Si era sporto dal cornicione: la strada era vuota, i lampioni spenti, le macchine ridotte a vaghe macchie di gradazioni di nero.

Il silenzio era dovunque.

Il pensiero, irrazionale e terrificante, di essere l'ultimo essere umano rimasto sulla terra minacciò di travolgerlo. Tutta quella quiete non era normale, non era pensabile, non era possibile.

Fu quasi per caso che notò il posacenere alla sua sinistra. Pericolosamente in bilico sul cornicione, il contenitore di ceramica doveva essere lì da almeno un mese. Con la pioggia di quella mattina si era riempito d'acqua, la cui superficie opaca rifletteva il suo viso smunto.

Quello che successe dopo fu alquanto curioso. Senza quel posacenere, infatti, forse non avrebbe notato lo strano chiarore che si irradiava da sopra la punta dei suoi capelli. Senza quell'oggetto sporco e abbandonato, forse si sarebbe dimenticato di alzare la testa.

E non avrebbe mai visto il cielo stellato.

Non riuscì mai a calcolare quanto rimase lì, con la testa in su, a guardare quell'incredibile nube di luce gentile che illuminava tutto, senza accecare nessuno: qualche istante, mezzo secolo o due minuti e trentasette punto due, queste furono le stime più accurate. Ma alla fine la luce tornò, e la vita riprese a scorrere.

Nessuno seppe mai cosa era successo all'impianto elettrico della città: non furono trovate tracce di guasti, sabotaggi o qualsivoglia problema. Qualcuno, di certo alquanto ispirato, disse che, solo per un istante, il progresso aveva voluto fermarsi, permettersi una pausa, e restare insieme all'umanità con la faccia in su, a guardare le stelle brillare nel cielo.

Quanto a lui, riprese con la sua vita di tutti i giorni, seccante, rilassante, stressante o meravigliosa a seconda delle opportunità.

Ma ogni tanto, nei brevi spazi bianchi tra una vita e l'altra, il cielo stellato tornava a trovarlo; e lui, cortese e rispettoso, si fermava, chiudeva gli occhi, e rimaneva lì.

Ad aspettare.



 


La colonna sonora di questo raccontino (che potete trovare qui nella versione preferita del sottoscritto) è, per quanto mi riguarda, l'inno nazionale dei Millennial. Perché se siamo bravi a fare una cosa, quella è aspettare.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Ser Balzo