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Autore: RobyR    06/12/2019    4 recensioni
Questa storia si colloca nel MCU tra Winter Soldier e Civil War. E' una missing moment, descrivo il momento in cui Bucky decide di scappare e scomparire e alcune di quelle che, secondo me, sono state le sue motivazioni e le sue ultime azioni prima di darsi alla macchia. Ovviamente Stucky. La storia è tutta POV Bucky.
Spero che vi piaccia, scusate eventuali errori.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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In una fredda notte, l'anima stanca.

 

 

Ho freddo. Ho tanto freddo.

I vestiti che indosso sono umidi di pioggia ed il leggero vento fresco mi ghiaccia le ossa, ma va bene. Almeno così sento qualcosa. Mi fa sentire vivo.

Nella testa ho un uragano. Pensieri, ricordi, desideri, sogni, persone, luoghi e te: Captain America, la mia missione, Steve.

I ricordi di una vita intera si affollano tutti insieme in un calderone confuso e indistinto in cui vedo chiaramente solo il tuo viso.

Ricordo in un istante l'immagine nitida del tuo sorriso, il tuo volto smagrito, il tuo corpo fragile, piccolo, sdraiato in un letto mentre tossisci, mi guardi e sorridi.

" Andrà tutto bene Buck, te lo prometto." sussurri nel ricordo della mia mente.

Vengo sommerso da un sentimento che non capisco fatto di ansia, paura e speranza. Non so come definirlo. Non sono stato molto avvezzo ai sentimenti negli ultimi tre quarti di secolo, anzi, ad essere precisi, non ricordavo nemmeno di essere un essere umano. Credevo di essere solo una macchina fatta per uccidere, ma tu, con una sola frase, hai sconvolto la mia mente, il mio mondo, la mia essenza.

Un'altra raffica di vento mi sferza il corpo che si ricopre di brividi.

Una parte di me, chissà quanto grande e quanto importante, vorrebbe raggiungerti subito, stringersi a te e chiedere un perdono che so di non meritare.

Ma la parte di me più fredda, il soldato, l'assassino, vuole finire la sua missione, obbedire agli ordini e questa parte è la più forte, la più presente. La sento urlare dentro la mia testa per riuscire a prendere il sopravvento.

Cerco di tenere a freno entrambe queste parti di me e mi obbligo e rimanere fermo qui, nascosto in questo vicolo buio, freddo e maleodorante.

Sono confuso. Chi sei tu per me? Chi sei stato? Cosa rappresenti? Ma soprattutto: chi sono io?

Voglio scoprire tutto questo e mi sforzo di ricordare, di dare un senso a tutto quello che vedo e nel tentativo di capirci qualcosa riesco solo a farmi venire un gran mal di testa.

Non ci capisco più niente.

L'unica cosa di cui sono certo è che ho bisogno di vederti, di sentire che sei vivo e che stai bene.

In un attimo di follia realizzo che so dove abiti; era tra le informazioni che mi aveva dato l'Hydra. Voglio venire da te, ho bisogno di vederti, non so perché e onestamente non me lo chiedo. È un bisogno primordiale il mio.

So solo che sono stanco e che dentro di me c'è un vuoto che non riesco a spiegare. È che mi sento solo da quella che sembra essere una vita, come se mi fosse sempre mancato qualcosa ma io me ne stia rendendo conto solo adesso.

Cammino per la città nascosto tra le ombre per non farmi notare. So che mi stanno cercando. Chi mi troverà per primo? Forse lo Shield, che mi vuole arrestare, sbattere in una cella e buttare via la chiave? Credo che impazzirei, anche se forse sono già pazzo. O forse mi troveranno prima quelli dell'Hydra? Se dovessero trovarmi mi riporterebbero lì per torturarmi e togliermi di nuovo tutto. Non lo posso permettere, preferirei morire piuttosto che perdere ancora una volta il ricordo di te.

Allora mi acquatto un po' di più dietro una casa. Ho paura persino dell'ombra di un passante solitario. Rubo una felpa che stava appesa placida e dimenticata ad un balcone. La indosso e tiro su il cappuccio. Mi nascondo in un altro vicolo e in un attimo sono dietro casa tua.

Salgo dalla scala sul retro fino al tuo appartamento e l'ansia per la possibilità che qualcuno mi veda mi assale sempre più.

E se fosse una trappola? Scrollo la testa e mi guardo in giro. Sto diventando paranoico. Cerco di respirare e stare calmo e mi ripeto che sono un soldato ben addestrato; so spezzare il collo di un uomo in due semplici mosse. Se mi dovessero attaccare, mi saprei difendere. Spero comunque che non succeda niente perché sono stanco di uccidere.

Mi assicuro di non fare rumore e mi sposto per guardare dentro la stanza da letto.

Tu sei lì e stai dormendo. Il tuo corpo è più grande di quello dei miei pochi ricordi, ma la tua espressione mentre dormi è la stessa.

Sento arrivare un dolore dal profondo del mio cuore che non capisco bene ma è bello, caldo, nostalgico. Più ti guardo dormire e più il calore si espande dentro di me fino a colmarmi.

Apro la finestra cercando di fare il più piano possibile. Mi intrufolo nella stanza e rimango immobile, in piedi accanto al letto, a guardarti dormire come facevo nel breve ricordo che mi ha invaso la mente poco fa.

Vorrei toccarti ma ho paura che tu possa fraintendere la mia presenza e dare l'allarme e farmi catturare. Non opporrei resistenza, ma poi, cosa accadrebbe? Non voglio finire i miei giorni in una cella senza la possibilità di rivederti o di dare un senso a tutta questa vita che mi vortica nella mente.

Allora decido di sdraiarmi piano, sul letto, dietro di te. Il tuo calore a pochi centimetri dal mio corpo freddo. Mi assale nitido il ricordo di varie notti passate a dormire abbracciati nello stesso letto. Vorrei farlo anche adesso, vorrei stringerti tra le mie braccia come la mia mente mi suggerisce, ma ho troppa paura di tutto per poter rischiare. Non voglio farti del male ma sento ancora la voce del soldato che urla nella mia mente. Non posso rischiare di perdere la testa, non mentre sono con te. Non voglio coinvolgerti nella mia vita, nei miei problemi, più di quanto io non abbia già fatto. Io sono un peso per te Steve e se c'è una cosa che so, è che voglio proteggerti e per tenerti al sicuro dall'Hydra e dal soldato d'inverno, ti devo stare lontano. Io sono un pericolo per me stesso e per gli altri. È tutto così confuso nella mia testa, non ci capisco niente, so solo che vorrei restare in questo letto con te per sempre, anche se non riesco a toccarti. Sei così vicino ma allo stesso tempo così distante. Riesco a sentire il tuo odore su questo cuscino. Lo stringo a me e vi affondo il viso inalando a pieni polmoni. Mi torna alla mente un altro ricordo.

Eravamo su un tetto e stavamo guardando dei fuochi d'artificio. Non ricordo il perché, forse era una qualche festa, non importa. Tu ti eri appoggiato a me, completamente distratto dallo spettacolo dei fuochi. Io avevo messo una mano sulla tua spalla, ti stringevo e affondavo il naso tra i tuoi capelli per sentirne l'odore fino in fondo.

È incredibile che, dopo tutti questi anni, il tuo odore non sia cambiato, come i miei sentimenti per te, che sono rimasti immutati per tutti questi anni (nonostante tutto quello che ho vissuto), sepolti in fondo alla mia anima.

Non posso restare qui, non posso. Devo tenerti al sicuro da me stesso perché anche adesso una parte di me vuole ucciderti, portare a temine la mia missione e io devo impedirlo, devo impare a controllare questa parte che ho dentro.

Non voglio fare più del male a nessuno. Aiutami Steve, aiutami ad essere forte, a combattere contro me stesso, aiutami a vivere anche senza di te.

"Buck…" sussurri e io mi pietrifico terrorizzato all'idea che tu possa esserti accorto della mia presenza. Ma ti volti dall'altro lato e continui a dormire. Mi chiedo cosa tu stia sognando. Spero sia un bel ricordo.

Sospiro e mi alzò silenziosamente dal letto. Vorrei lasciare una carezza tra i tuoi capelli ma reprimo questo desiderio pericoloso.

Esco dalla finestra da cui sono entrato e la richiudo piano dietro di me.

Dove andrò? Cosa farò?

Tutto quello che so è che devo nascondermi, devo scappare, devo tenerti al sicuro, soprattutto da me.

Addio, mia missione, amico mio, mio amore, mio Steve.
 

  
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