Film > The Avengers
Ricorda la storia  |      
Autore: iron_spider    06/12/2019    2 recensioni
“Ehi,” lo chiama Peter, mentre svolta l’angolo. “Cosa stai oh mio Dio.
Tony sente il cuore che viene risucchiato direttamente in gola e tira via di scatto la mano da sotto il getto, facendo schizzare goccioline d'acqua e sangue ovunque. E nonostante ciò, nasconde comunque la mano dietro la schiena.
Peter lo fissa. Sposta lo sguardo sulla pallina tagliata a metà, con gocce di sangue a circondarla come un tentativo malriuscito di arte moderna, poi lo riporta su Tony, l’uomo più colpevole del mondo. Assottiglia le palpebre. “Cos’hai combinato?”
Tony rilascia un respiro secco, scuotendo la testa. “Cos’ho– nulla. Non ho fatto nulla. Quella è sempre stata lì.”

[Traduzione // Comico // Tony&Peter // post-Endgame alternativo // whumptober: secret injury]
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morgan Stark, Pepper Potts, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'whumptober'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Spigoli taglienti

[whumptober 2019: #24. secret injury]


Tony rimane a guardare mentre Morgan, un anno compiuto di fresco, sgambetta in giro alla sua festa alzando lo sguardo sugli adulti presenti, e monitora ogni sua mossa. Pepper ha invitato qualche dipendente delle Industries con figli della sua stessa età, ed è come vedere un branco di cerbiatti che scorrazza in giro senza alcuna meta. Camminano solo per il gusto di farlo.

Ma hanno un nemico formidabile dinanzi a loro: gli spigoli. Tony non aveva realizzato quanti ce ne fossero in questa stanza, uno dei salotti con cucina e zona pranzo: c’è ogni varietà di tavolini da caffè, tavolinetti, sedie dalle strane forme. Un pericolo dietro l’altro. O dietro ogni angolo.

Peter interviene al volo così da evitare che Morgan sbatta di nuovo contro il tavolino di fianco a lui. Hanno già a che fare con un bambino in lacrime che viene consolato sul divano, e ogni paio di secondi quel rischio si ripresenta. Tutti sono in stato di allerta massima. Nessun bambino è al sicuro.

La situazione inizia a logorarlo.

È un non detto, come se qualcuno temesse di dire ad alta voce che Tony Stark organizza orribili feste di compleanno per bambini, ma di fatto se ne stanno tutti in piedi di fronte agli spigoli facendo finta di non farlo apposta. Peter è l’unico ad essere spontaneo, come sempre. E Tony riesce a leggere in faccia a May quello che sta pensando.

Morgan barcolla tra le braccia di Peter, lanciando un gridolino allegro quando lui se la mette in grembo. Da quando ha imparato a camminare non vuole mai fermarsi per nessuno, neanche lui o Pepper, ma ha avuto un debole per Peter sin dal primo istante. Il che non lo sorprende minimamente.

Si inginocchia accanto ai due mentre Peter fa una pernacchia sulla guancia paffuta di Morgan.

“Puoi tenere in piedi lo spettacolo per un paio di minuti?” sussurra Tony, per non farsi sentire da Pepper.

“Uh, certo,” replica Peter, rivolgendogli un’occhiata. “Cosa hai in mente? Perché qualche Barbie in più potrebbe veramente dare una svolta alla giornata. Non hai preso il sottomarino di Barbie, è il suo preferito.”

“Non vado a prendere altri giocattoli,” sbuffa Tony, scuotendo la testa. “Vado a risolvere il nostro problemino.”

“Problemino?” ripete Peter. Morgan si aggrappa al colletto della sua maglietta, afferrandogli un dito.

Tony picchietta sullo spigolo proprio dietro la testa di Peter.

Lui assottiglia gli occhi. “E che vorresti fare? Limarli?”

Tony gli scocca un’occhiataccia. “Fidati e basta, per favore. Comportati in modo interessante e adorabile come al solito e intrattieni il popolo.” Gli dà un buffetto sul naso e scompiglia i ricci ribelli di Morgan.

“Uh, va bene,” dice Peter, e Tony si gira per vederlo mentre lo fissa in modo preoccupato, torcendo il collo.

Tony recupera le palline da tennis in uno sgabuzzino. Ha comprato un sacco di roba a casaccio quando è nata Morgan, molta della quale inutile, o inutile almeno per un altro paio d’anni. Ricorda la faccia di Pepper quando lui e Peter erano rientrati a casa con dieci pacchetti di palline da tennis, tra le altre cose superflue. Palline da tennis? Qualcuno sta cambiando mestiere? Adottiamo un cane? Poi Peter aveva parlato di prendere un cane per circa venti minuti, distraendola convenientemente dai pattini a rotelle e dal visore VR nel cestino.

Tony ha la tendenza a diventare ossessivo – lo sa, lo sanno tutti. Con tutta probabilità non userà nemmeno tutta la roba che ha comprato nella sua trance da shopping indotta dalla nascita di sua figlia, perché solitamente può rimediare di meglio o inventarlo lui stesso. Ma è lieto di aver comprato le palline da tennis.

Sgattaiola fuori dallo sgabuzzino, scivolando lungo il muro come se fosse in missione segreta, e l’altro bambino sta ancora piangendo. Cristo, sapeva che una festa per una bimba di un anno avrebbe potuto essere un flop, ma questa gente se ne andrà pensando che lui non sia in grado di rendere casa sua a prova di bambino. Entra a passo di marcia in cucina, dove fortunatamente non entrerà nessuno per circa un’altra mezz’ora, ovvero quando arriverà il pranzo. Si chiede brevemente se tutti non stiano esprimendo giudizi anche sull’aperitivo e scuote la testa, concentrandosi di nuovo sul compito attuale.

Pepper ha reso a prova di bambino il set di coltelli, di tutte le cose, come se Morgan potesse arrampicarsi sulla credenza alta tre volte lei e scegliersi un coltello come nuovo giocattolo. Tony schiude Fort Knox e sfodera il più affilato, gettando un’occhiata in basso per assicurarsi che nessuno dei bambini sia finito qui in cerca di qualcosa di tagliente. È da solo, per fortuna, e apre uno dei contenitori delle palline con un rumore di sottovuoto, estraendo quindi la prima. La posiziona sul bancone e la tiene ferma con due dita mentre allinea il coltello, ma, non appena l’acciaio fa pressione sul nylon, la pallina schizza via dalla sua presa rimbalzando per tutta la cucina.

“Cristo Santo,” borbotta Tony, sapendo che se Morgan dovesse sentire qualcosa del genere si precipiterebbe qua dentro come un mini-bus fuori controllo, e così anche Peter, considerando il suo udito potenziato. Mette giù il coltello – lo accosta al muro per non correre rischi – e si avvicina a quell’impudente pallina da tennis.

“Io sono Iron Man,” proferisce, acchiappandola da terra e passandosela di mano in mano. “Posso sconfiggere questo nemico, e lo farò. Basta bambini che sbattono contro gli spigoli, non più, non oggi.”

Rimette la pallina sul bancone e cerca di nuovo di tagliarla.

“Cazzo, non dovrebbe essere così difficile,” grugnisce, stringendo i denti.

La pallina minaccia di schizzar via di nuovo, e lui si sta infervorando un po’ troppo, con la vocina nella sua testa che gli intima di darsi una calmata.

Però quel bambino nell’altra stanza sta ancora piangendo.

Prende la pallina in una mano e cerca di tagliarla impugnando il coltello con l’altra, e non dovrebbe assolutamente essere così dura, e si sta giusto ripetendo di tirar via la mano una volta tagliata la pallina…

Solo che si apre in due come una mela molto più rapidamente di quanto si fosse aspettato, e si conficca la lama nel palmo come se ci avesse mirato sin dall’inizio.

“Merda,” sibila, con una scossa di dolore bianco e bruciante che gli risale il braccio, il sangue che sgorga acceso e orribilmente rosso – di certo non un qualcosa che avrebbe voluto vedere nel bel mezzo del primo compleanno di sua figlia. “Oh, maledizione,” impreca, con una smorfia. Guarda in cagnesco le due metà della pallina e si sposta nel lavello, facendo scorrere l’acqua sulla mano ferita.

Capisce immediatamente che non è il tipo di ferita che può semplicemente sciacquare per poi fare come se niente fosse: ne ha viste di cose del genere, in vita sua. Sa di doversene occupare, e ciò vuol dire che Pepper noterà la sua assenza. Poi Pepper scoprirà l’idiozia che ha appena commesso, e Pepper si incazzerà. Nessuno vorrebbe mai far incazzare Pepper.

Tony fissa il sangue che si riversa nello scarico e si mordicchia il labbro.

“Ehi,” lo chiama Peter, mentre svolta l’angolo. “Cosa stai oh mio Dio.”

Tony sente il cuore che viene risucchiato direttamente in gola e tira via di scatto la mano da sotto il getto, facendo schizzare goccioline d'acqua e sangue ovunque. E nonostante ciò, nasconde comunque la mano dietro la schiena.

Peter lo fissa. Sposta lo sguardo sulla pallina tagliata a metà, con gocce di sangue a circondarla come un tentativo malriuscito di arte moderna, poi lo riporta su Tony, l’uomo più colpevole del mondo. Assottiglia le palpebre. “Cos’hai combinato?”

Tony rilascia un respiro secco, scuotendo la testa. “Cos’ho– nulla. Non ho fatto nulla. Quella è sempre stata lì.”

Peter guarda la pallina da tennis. Poi il coltello insanguinato sul bancone. Cristo Santo. “Hai cercato di tagliare a metà la pallina da tennis per usarla come paraspigolo, e ti sei tagliato tu.”

Tony sospira, mostrando la propria mano. Brucia, e il taglio sanguina ancora. “Già, Pepper si incazzerà se verrà a sapere che ne ho combinata una delle mie proprio oggi. Di solito riesco a ottenere un esonero… si secca, quello sì, ma… oggi non è un giorno da esonero.”

Peter risucchia un respiro e annuisce, entrando in una modalità che Tony ha visto in più di un’occasione. Apre il secondo sportello, tira fuori un guanto – no, tre guanti – e se ne mette uno, posando gli altri due sul bancone. Prende entrambe le metà della pallina da tennis e le getta nella spazzatura, rivolgendo a lui un’occhiata raggelante. Poi afferra lo spruzzino di Windex e prende a ripulire il sangue.

“Tony, potresti tipo, fare qualcosa, non startene lì impalato…”

“Giusto, giusto,” dice Tony, anche se il suo cervello è una tabula rasa, perché sono ancora troppo vicini alla festa e sta rovinando qualcos’altro per Pepper, come al solito, cazzo, perché lui è fatto così e lo sarà sempre.

“Tieni la mano sotto l’acqua,” gli dice Peter, ora un po’ più gentilmente.

Tony annuisce, torna indietro e la piazza sotto il getto. Peter ripulisce il sangue meglio che può e ignora l’acqua sparsa in giro per il suo triste tentativo di tenere nascosta la mano.

“Bene,” annuncia poi, gettando via gli Scottex e il guanto che indossava. “Molto bene, adesso improvvisiamo un bendaggio, poi mettiamo i guanti sulla tua mano…”

“E come li spieghiamo?” chiede Tony.

Peter scrolla le spalle. “Suvvia. Sei tu quello che inventa cose al volo. Ricordi quella volta che ho tirato la borsa piena di soldi fuori dalla finestra?”

Tony assottiglia gli occhi. “Come potrei mai dimenticarlo?”

Peter scrolla di nuovo le spalle, in modo più teatrale.

Tony rilascia un respiro. “Okay, mi– mi inventerò qualcosa.” Si inventerà qualcosa di stupido, quello è certo, ma Pepper ormai è abituata, quindi potrebbe riuscire a sfangarla.

“Bene, vado al bagno di sopra a recuperare il disinfettante…” Abbassa ansiosamente lo sguardo sulla mano di Tony, poi lo guarda negli occhi. “Credo che ci servano dei punti.”

“A noi?” chiede Tony. “Fa male anche a te?”

Peter lo guarda storto.

“Non c’è tempo,” dice quindi Tony, agitando la mano libera. Chiude l’acqua, facendo un cenno esagerato per ottenere uno Scottex. Peter glielo porge con un sospiro. “Vai a prendere il disinfettante e le garze più consistenti, mi arrangio con un bendaggio, per ora…”

Peter continua a fissare con ansia la sua mano. “Okay, okay, ma Tony…”

“I punti li metto stasera, promesso, croce sul cuore; la faccio incazzare più tardi, non adesso.”

“Va bene, va bene, torno in un lampo.” Tony lo vede affrettarsi lungo il corridoio, e una volta fuori dalla zona di allerta si arrampica sul soffitto e scompare in direzione del loft. Tony fabbrica rapidamente una benda con un paio di Scottex e la preme sul taglio. Il sangue continua a filtrare e Tony alza gli occhi al cielo. Perché diamine doveva accadergli una cosa simile oggi? Dovrebbe essere in grado di tagliare a metà una pallina da tennis. Avrebbe dovuto essere facilissimo. Avrebbe dovuto tagliarle tutte quante a metà.

“Tony?” lo chiama Pepper.

Il suo cuore si essicca per la paura. “Sì, tesoro, sto, uh, prendendo un altro po’ di quelle– quelle piccole verdure, quei, uh, fagiolini che piacciono a Mo! Sì!” Non ha idea del perché abbia aggiunto quell’ultimo , come un idiota, e di sicuro non ha detto nulla di tutto ciò come un normale essere umano avrebbe fatto.

“Prendi pure le carote che le piacciono!” grida in risposta Pepper, e Tony si scioglie dal sollievo.

“Sì, dammi… un paio di minuti; ce la faccio, ce la faccio.” Scuote la testa tra sé per aver presentato il recupero di qualche verdura come un compito insormontabile. Preme gli Scottex sul taglio, con le dita impregnate di sangue, e pensa che il suo corpo sta facendo un po’ troppo il melodrammatico: si è tagliato in modi peggiori senza tutto questo sangue, ma c’è proprio bisogno che sanguini così tanto adesso

TONY.

Sente la voce di Peter, bassa ma abbastanza forte da raggiungere lui. Si volta, sfiorando il frigo, e vede il ragazzo fermo in cima alle scale. Ha fatto in un lampo, certo… ma come, vista la quantità di roba che ha in mano? Tony non ne ha idea. Peter ha delle garze, acqua ossigenata, Bactroban, alcol disinfettante, bende, tre delle Barbie di Morgan, inclusa la nuova edizione Vedova Nera e… le mani di Hulk Smash.

Tony intuisce dove voglia andare a parare. Peter sorride ampiamente quando lui scuote rassegnato la testa, e si avvia giù per le scale proprio quando Morgan in persona entra barcollando in corridoio.

Entrambi si congelano sul posto.

Lei si ferma lì, mantenendo un equilibrio precario, e guarda alternatamente loro due, emettendo un piccolo gridolino quasi inudibile. Non hanno chiuso il cancelletto sulle scale, oggi, il che conta come un’altra negligenza, ma Peter fa scivolare tutto il suo bottino su un braccio solo e si affretta giù per i gradini, sollevando di peso Morgan con l’altro. Lei sorride, balbettando piano qualcosa a Peter mentre entra in cucina.

“Che combini, scimmietta?” chiede Tony, chinandosi per guardarla. Lei gli dà una piccola manata sul naso.

“Tony, è con te?” grida Pepper. “È sfuggita a Diane–”

“Ce l’ho io, non mi serve aiuto, ce la caviamo!” grida in risposta Tony,

“Continui a parlare come se qualcuno ti stesse puntando una pistola in testa,” commenta Peter, depositando tutto l’occorrente sul bancone. Morgan nota le Barbie e fissa Peter, deliziata.

“Già, non– non me la cavo bene sotto la pressione di Pepper,” replica Tony, gettando via lo Scottex grondante sangue per iniziare a lavorare col vero kit di primo soccorso.

“Ce la fai?” chiede Peter, facendo ondeggiare Morgan qua e là e suscitando le sue risate.

“Sì, ragazzi,” risponde lui. “Divertitevi. Papà sta solo sanguinando.” Fa scorrere tutto l'occorrente verso il lavello come su un nastro trasportatore, e Barbie Insegnante di Surf quasi si unisce nel tragitto. “Presumo che dovrò indossare le mani di Hulk.”

“Esatto, ho pensato fosse l’ideale, meglio di uno stupido paio di guanti da cucina,” afferma Peter, sorreggendo Morgan contro il fianco. “Sai che, tipo, nessuno dei suoi giocattoli è adatto alla sua età?”

“Lo so,” dice Tony, sobbalzando nell’applicare il Bactroban. “Mi faccio prendere la mano quando vado a fare shopping per i bimbi. Ho comunque te a farmi da supervisore.”

“E nessuno si sognerebbe di portare via le Barbie dalla principessina,” conclude Peter, baciando Morgan sulla guancia. Lei adora quando lo fa, e ride allegra. Tony ha ancora a che fare con una ferita aperta, ma sbircia comunque da sopra la spalla per guardarli.
 
§

 
Peter taglia a metà le palline da tennis e le piazza su ogni spigolo. Tony fa da intrattenitore nei panni di Hulk per quasi mezz’ora, e rischia di tradirsi sulla sua ferita solo una volta, camuffando la cosa con un ruggito barcollante. Tutti si divertono, Morgan riceve in regalo dei giocattoli più adatti alla sua età, mangiano, e nessun altro bambino sbatte contro gli spigoli.

Peter e May stanno mostrando a Morgan la sua nuova chitarra a forma di cane, quando Pepper rimuove il pugno di Hulk dalla mano ferita di Tony. Solleva un sopracciglio nel vedere la fasciatura che, grazie a Dio, non è coperta di sangue.

La chitarra-cane emette una lunga nota straziante e Morgan batte le mani.

“Sapevo che ti eri fatto qualcosa,” commenta Pepper, inarcando di nuovo il sopracciglio. “Non sapevo cosa, ma sapevo che l’avevi fatto.”

Tony sogghigna, e si impone di non guardare in direzione di Peter.

“E questo giovanotto ti ha aiutato,” dice May, puntando un piede contro il ginocchio di Peter.

“Come fai a saperlo?” chiede lui, in tono accusatorio.

“Lo so e basta,” replica May, rivolgendo a entrambi lo stesso sguardo.

“Già, lavorano in squadra,” commenta Pepper.

Tony si schiarisce la voce. Beh, è vero. “Sto benissimo,” dichiara, “Proprio… alla grande. È solo un graffio.”

“Ti servono dei punti, vero?” chiede Pepper.

“Sì,” risponde Tony, incurvando le spalle. “Sì, penso che finirò per perdere la mano, se non li metto entro la prossima mezz’ora.” Scrolla il pugno di Hulk superstite. “È Thor che le ha comprato questi, vero? O siamo stati noi? Di sicuro non Bruce.”

“Sì, è stato Thor,” conferma Pepper. Si sporge verso di lui, baciandolo sulla guancia. “Sei un deficiente e ti amo.”

“Ti amo anch’io,” risponde Tony, messo in guardia dal suo tono. “Stai per costringere Peter a chiamare Helen, vero?”

“Oh, assolutamente,” conferma Pepper, guardando Peter.

“Ricevuto,” dice lui, lasciando un lungo bacio sulla fronte di Morgan mentre lei cerca di afferrargli il mento. “È giusto così. Decisamente.”

Peter e Tony si incamminano verso la porta d’ingresso, spalla a spalla.

“Ce la siamo cavati con poco, credo,” commenta Tony.

“Già, pensavo che mi avrebbe costretto a metterti i punti di persona,” replica Peter. “Poi saremmo stati entrambi nei guai.”

“Ti voglio bene e mi fido di te, ma , meglio di no,” conclude Tony, dandogli una pacca sulla spalla col pugno di Hulk. Spera che sarà un'operazione rapide. Loro cinque hanno ancora un appuntamento con Barbie e il Lago dei Cigni stasera, per coronare il compleanno di Morgan. Con o senza mano.
 


 
– Fine –


 


Note della traduttrice:

Cari Lettori,
come promesso, ecco la penultima storia del whumptober seguito da iron_spider! Domani pubblicherò l'ultima, e lunedì prossimo si parte in quarta con una delle long che più ho amato... che però non vi spoilero ;)
Come sempre, trovate tutto sul profilo dell'autrice, andate a far fioccare lì kudos e commenti e, se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate della traduzione <3
E grazie a tutti coloro che continuano ad aggiungere queste storie alle loro liste e a commentare!
Un saluto e a presto,

-Light-
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: iron_spider